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Orizzonte Sud
Questo volume nasce nel tempo in cui lo spazio geografico è un punto di riferimento costante nelle scienze sociali e umane. Il tentativo è quello di raccontare, conoscere, criticare, ""difendere"""" quella parte variegata del mondo che ha come nome """"Sud"""", nella convinzione che bisogna continuare a indicare strade e prospettive... da sud. È un'imprudenza sostenuta dalla consapevolezza che se il Sud ha un pensiero da avanzare lo fa dalla posizione del grado zero del potere, visto che da almeno cinque secoli il mondo è guidato da nord, quel Nord che, mentre sconvolgeva il pianeta con le sue rivoluzioni materiali e culturali, guardava al Sud o con occhi indulgenti o con occhi severi, quasi sempre con aria di superiorità. Il libro nasce poi in quella regione europea che ha """"inventato"""" la questione meridionale, paradossalmente proprio nel momento in cui Meridione e Settentrione si dovevano unire. Questo paradosso si scioglie come neve al sole non appena si ricorda che un'espressione molto usata per il Mezzogiorno nei carteggi dei patrioti unitari e post-unitari settentrionali era """"Questa è Affrica!"""". Per alcuni questa parte d'Italia lo è ancora, ma c'è una questione meridionale planetaria, e quest'Africa europea è chiamata in causa d'ufficio dall'incalzare sempre più pressante della Storia, adesso che da terra di emigranti è diventata terra di immigrati, e il confronto con i fantasmi del passato diventa inevitabile e doveroso."" -
La notte sotto il gelsomino
"La notte sotto il gelsomino"""" rappresenta il sogno della donna che lotta e si cerca nella routine di una società dove il maschio regna da padrone assoluto. Undici racconti in cui si ritrovano i temi cari a Maïssa Bey: l'amore, la solitudine, la sofferenza e la morte, e soprattutto l'onnipresente Algeria. Donne, figlie, madri, amanti, sorelle che dormono, amano, piangono e muoiono sotto lo sguardo dei loro uomini... Con una scrittura sciolta e vivace, fornendo soltanto gli elementi indispensabili, l'autrice descrive le sue protagoniste, i loro sentimenti e i loro risentimenti. E pur toccando temi scottanti e attuali, con il suo stile riesce ad accordare frasi taglienti e parole che scorrono come un dolce mormorio, senza mai cadere nella ridondanza. Intrise di pudore e di sobrietà, queste novelle sembrano uscire dal più profondo della memoria: quella di Maïssa Bey, quella della donna algerina, quella dell'Algeria." -
Mobilitare il cervello: l'arte di riabilitare la memoria
"La trattazione dell'argomento è condotta in modo piano ed efficace e per questo può raggiungere un'ampia fascia di lettori che beneficeranno della lettura del libro e della messa in atto dei suggerimenti proposti per imparare ad adoperare il proprio cervello in modo da migliorare le capacità mnemoniche e indirettamente, tramite queste, quelle intellettive"""". (dalla presentazione di Rita Levi Montalcini)" -
Il tempo sfuma
Rebecca compie un viaggio in cui impara ad accettare le sfumature della sua vita e l'incomunicabilità con Neri, un uomo il cui nome forse non è così casuale: il nero come l'assenza dì colore, l'incomprensione. Il romanzo racconta non solo la storia dell'incomunicabilità e della ricerca opposta del dialogo, ma anche la storia di una donna che riesce a trovare i colori con i quali vuole dipingere il quadro della propria vita, una donna che sa accettare la diversità e lasciarsi andare a vivere veramente. -
Alessia e le sue tenebre
"Alessia e le sue tenebre"""" racconta di destini che si incrociano due volte a distanza di venticinque anni: quello di Alessia Simoni e di Gianni Bardi. Nella cornice di Bari e del suo mare i due ricuciono ferite ancora aperte, nel ruolo di analista il primo e di paziente la seconda. Il ricordo comune di un'esplosione in un autogrill in cui Alessia bambina perse la madre, e che Gianni, allora ventenne, riuscì a schivare per pochi minuti, consente ai due di arginare finalmente gli scogli passati del dolore e di ricercare la loro serenità e le vie adatte per conseguirla." -
Tu prepara il filtro
"Tu prepara il filtro"""" è un romanzo generazionale che descrive in modo puntuale la crisi di ideali e il disagio dei trentenni di oggi schiacciati dal nuovo mostro del ventesimo secolo: il precariato. Attraverso le vicende del ventinovenne Matteo Fabbri, l'autore racconta in modo scanzonato il senso di vuoto e la perdita di speranza che travolgono non solo il protagonista narratore ma anche gli amici storici a lui vicini, vittime dello stesso male: la disattesa ricerca di una realizzazione professionale che nel profondo sud non sembra fattibile." -
Fiabe ungheresi. Principesse, magia, numeri e tracce di oralità tra sacro e profano
Le fiabe ungheresi hanno l'ardire di affrontare in campo aperto questioni pedagogiche di alto profilo. Con una lettura trasversale che coinvolge tutte le fiabe, si può affermare che il progetto educativo che portano avanti, unitariamente, è quello per una società democratica che faccia del dialogo la sua dimensione fondativa. Le fiabe ungheresi spingono verso un'educazione che sia impegno a elaborare e coltivare una tensione infinita sia verso la realtà esterna sia verso una realtà interna, verso se stessi alla continua ricerca di significato. E lo fanno preparando alla vita i piccoli lettori attraverso mille temi, svariati personaggi, infinite avventure, multiformi situazioni. -
Un vescovo scomodo
Cos'è oggi un Vescovo? Non ci accorgeremmo dell'esistenza, se non vedessimo talvolta in televisione un sacerdote in abito più ""sontuoso"""" celebrare qualche funerale importante. Tutt'altro in ancien regime. La sua autorità era assoluta, di gran lunga superiore a quella dei governanti civili che, di fatto, si limitavano a eseguire le pene inflitte dalla Chiesa. Il Vescovo, invece, con il suo tribunale """"speciale"""", poteva comminare - spesso abusando le più tremende sanzioni capaci di """"far rigare dritto"""" anche il più riluttante dei potenti o comunque procurargli seri guai. Il vescovo Castropietro, il protagonista di questo libro, sarebbe un esempio emblematico del potere della Chiesa. Però nel quotidiano operare non tutte le ciambelle gli riescono col buco, il suo carattere irruento e un paese che gli rema contro saranno causa di tante rocambolesche disavventure che lo porteranno in un mare di guai."" -
2099: l'età del ferro
Arret, 2099. La Terra è esattamente il contrario di quel che un tempo era stata. Il pianeta è al collasso. L'aria, rarefatta e satura di veleni, è divenuta oramai irrespirabile e obbliga adulti e bambini a utilizzare bombolette d'ossigeno impiantate sul collo o maschere anti-gas perennemente sul viso. L'acqua dei fiumi, dei laghi e dei mari è stata sostituita dal fango, mentre le piogge acide causano ogni volta centinaia di decessi, il cielo è rosso. La Luna e il Sole ricordi. La depressione e i suicidi sono all'ordine del giorno, così come le malformazioni genetiche, conseguenza di una feroce politica industriale e governativa, volta a incrementare in modo esponenziale il numero degli impianti siderurgici già esistenti. Il ferro è diventato, infatti più prezioso dell'oro, utilizzato nella produzione di leghe salva-vita, sia come moneta di scambio. E accumularne a bizzeffe è l'irrefrenabile desiderio che muove l'immenso, Presidente di una delie 4 Confederazioni in cui è suddivisa l'America. Ma a intralciarne i piani ci penserà John Goodman, ecologista per caso, nonché buon uomo alle prese con i problemi del quotidiano: un lavoro all'obitorio, in veste d'addetto all'espianto e al riciclo degli apparati respiratori; una moglie Insoddisfatta e brontolona che lavora in un'azienda che produce t-shirt al titanio; e un figlioletto di cui è innamorato, alle prese con continue crisi respiratorie. -
Il bosco dei baci spenti
Alta Val Susa. 1948. In un crepaccio viene trovato un cadavere, ormai irriconoscibile. Poco tempo prima, da Salbertrand, sono scomparse due persone: un uomo e una donna. Uno è Giuseppe, Bepi, scampato miracolosamente dalla campagna di Russia e tornato con l'animo carico di rancori e di segreti. La donna è la suocera, Gisella, pettegola e frivola. Prima della chiamata alle armi, Giuseppe si unisce in matrimonio con Bianca. Sono i genitori dei due ragazzi a tirare le fila, convogliandoli verso un'unione che non li convince appieno. Giuseppe è il più diffidente e sembra fiutare qualcosa che non scorre per il verso giusto. Lei si mostra più accomodante, apparentemente fa andare bene le cose soltanto per accontentare la madre. Il racconto si snoda tra flashback e voci in presa diretta, seguendo la pista dell'indagine. I luoghi sono quelli indomiti e selvaggi intorno a Salbertrand, in Val Susa, e in questo scenario Bona ci racconta il dramma degli inganni: amore, fiducia, incoscienza, tradimenti, sparizioni, omicidi, dove la trama si complica e si tesse di intrigo e di mistero. -
La fitalora
"Era stata la fitalòra a ridurlo in quello stato. Quel vento sghembo che arriva sempre di lato, rivoltando le stoppie come un guanto. E che, come un mostro dalle mille teste, morde e divora, aggredisce e sconquassa, sferza e distrugge."""". Fra vecchio e nuovo si snodano i racconti della vita fatta anche da chi l'ha segnata." -
Tre metri sotto terra
Sono sfrecciati sotto i suoi occhi, Silvia e quell'africano che non parla l'italiano ma si vede che si fa capire bene quando vuole. Silvia, la sua Silvia, che mangia i nachos a bocca aperta. Lei che gli aveva promesso amore eterno, su quella Lancia Delta integrale rossa a ottanta all'ora, sotto il suo naso. E per lui è come morire. Tramortito, battuto, la rabbia callosa sotto il sole di settembre e il coma metabolico che lo trascinano in letargo per sei mesi. È primavera quando resuscita, e sono cambiate molte cose. Ma la vita, comunque, ricomincia, e accanto a lui gli amici di sempre, José Lamorte, Yoshi Pan, Wolfango detto Wolf, Enzo Kaitamaki, Giampaolo Dellamore, il calcio, i popcorn, le spade laser, Texas Hold'em con le banconote del Monopoli. E mille peripezie e traversie, un pirata della strada, un viaggio a Pechino, gli zombie, i vampiri trans, un videocitofono parlante, Chuck Norris, Bobonsky e la sua Chesterfield, il Carabiniere Pancione, le sopracciglia di Hugh Grant, ma niente, niente al mondo può togliergli dalla testa Silvia, i suoi occhi densi color cioccolato. È un chiodo fisso e un martello inarrestabile. Arriva l'estate e lui la riconquista, e insieme conquistano Roma tutta: Monteverde e il sottobosco di Trastevere, il garam masala del Mercato Esquilino e i cedri dell'Atlante di villa Boghese, la rive gauche e la rive droite. Ma la resa dei conti piomba all'improvviso. -
La stella di David
"La stella di David"""" è la storia di una frontiera, ignorata nei tempi di pace e temuta nei tempi di guerra: la frontiera tra il Montenegro e l'Albania, luogo di incontri e di scontri, di amori e di paura. Numerosi personaggi popolano il romanzo, come fosse un fiabesco, affollato suk in cui si incrociano popoli e lingue. David, illuminato della luce di una stella, la """"sua"""" stella, simbolo di tutti i visionari, pare raccontarci in chiave moderna la storia delle """"Mille e una notte"""", anch'essa un simbolo... Incontreremo lungo il percorso personaggi storici, profeti e sultani, zingari e partigiani, poeti ed eroi, ma anche molta gente comune non menzionata nei libri di storia. Nella """"Stella di David"""", l'arte del racconto è concepita come essenza e senso stesso dell'esistenza, l'unica difesa contro la morte e la fugacità della vita. Facendo vacillare la linea divisoria tra le varie vicende che si susseguono, il racconto e il suo mistico e magico potere diventano i veri protagonisti del romanzo di Hodzic." -
Vatandas (Il cittadino)
Un impiegatuccio di ufficio, Shaban Bas, impacciato nei suoi vestiti e riservato, cammina rasentando i muri, sospettoso di tutti, col continuo terrore di imbattersi in uno sbirro. Qui la paranoia relazionale confina col capolavoro narrativo. Perché in agguato dentro di lui c'è un altro personaggio, che si oppone a quell'abbattimento: e allora, l'eroe nascosto in Shaban Bas diventa Volkan Tas, uomo sicuro di sé, bello e forte, immerso nei sensi di vergogna, specie quando tradisce la fidanzata con una vecchia affittacamere dal tanfo di cipolla, per Shaban Bas esiste un unico rifugio: le latrine pubbliche. Così si instaura una schizofrenia letteraria che sfocia nella riconciliazione identitaria dei due personaggi. Il tono dell'opera, sentenzioso eppure familiare, serio e comico, rinforza l'intensità della dualità che abita il personaggio. Attraverso un dialogo in forma di monologo, ""Vatandas"""" mescola il presente ai ricordi d'infanzia, gli aneddoti alle osservazioni sulla letteratura, accostate da un occhio beffardo, mentre spia con acutezza le traversie della specie umana."" -
Il parco
Con i suoi lampi di realismo, Mihail Patru intravede negli altri esseri umani aspetti allucinanti e demoniaci e riesce a mettere in sequenza i vari livelli della sua coscienza, lacerata castamente da aspirazioni insospettate e insospettabili. Soltanto la cura della nostra anima ci porta a non ammalarci di noi stessi, ma a saper cogliere l'umano, l'amore e la comprensione intelligente della natura. Non a caso, tutti i personaggi di quest'opera esplorano un piano di più profonda consapevolezza che li accomuna in un progetto intenzionale: cercare la speranza per l'umanità. -
Senza bagagli
È ragionevole credere di poter viaggiare senza bagagli? E ragionevole sognare l'oltremare, se di qua manca anche la libertà di parlare? È ragionevole tradire un figlio per una passione ai di là del mare? E ragionevole fuggire da una prigione e rimpiangere la libertà di sognare? È ragionevole chiedersi se è stato saggio amare oltre le ragioni di Stato? È ragionevole ostinarsi a chiederlo, ancora oggi, al mare d'Albania ormai lontano? -
Doppio scacco
Iniziazione e sconfitta nel quadro fascinoso e disincantato della vita a bordo. Fine anni Cinquanta. Giacomo è un giovane che ha appena terminato gli studi nautici e si affaccia alla vita adulta pieno di sogni e speranze. Durante una vacanza si innamora di una avvenente e ricca ragazza, e negli stessi giorni riceve la proposta per un imbarco, in qualità di terzo ufficiale, a bordo di un mercantile battente bandiera ombra. Tutto sembra girare per il verso giusto: gli affetti, il lavoro, gli amici. Ma l'illusione dura poco: la nave su cui si imbarca è armata da un trafficante senza scrupoli legato alla mafia americana, il quale, per condurre il proprio contrabbando, ha reclutato un equipaggio di personaggi ""sconfitti"""". Tutto questo Giacomo lo ignora e si cimenta con la complessa vita di bordo, offrendo al lettore uno spaccato vivace della vita di mare, in seguito a una violenta burrasca e ai conflitti personali a bordo la situazione precipita: traffici oscuri e un delitto animano la sottile trama gialla sottesa alla narrazione. Giacomo torna in Italia per un breve permesso e scopre che la donna amata lo ha abbandonato. Questo """"doppio scacco"""" costituisce per il protagonista l'occasione di una rivincita."" -
Aldo Moro, l'Italia repubblicana e i Balcani 1963-1978
La sconfitta militare dell'Italia nella seconda guerra mondiale e la successiva divisione dell'Europa in Blocchi politici, militari e ideologici, del tutto antitetici e contrapposti, provocarono un ridimensionamento della presenza italiana nei Balcani, senza però decretarne la definitiva espulsione. Nonostante le disastrose conseguenze dell'esperienza bellica e nonostante la presenza sulla sponda orientale dell'Adriatico di regimi illiberali e totalitari, l'attenzione della politica e dell'economia italiana verso quei territori non venne mai meno. Anche per l'Italia repubblicana l'Europa adriatica e balcanica rappresentò un'area di rilevante interesse strategico, politico ed economico. L'importanza delle relazioni e dei legami con i Paesi del Sud-est europeo non sfuggì certo ad Aldo Moro che, in qualità sia di presidente del Consiglio che di ministro degli Esteri, fu tra i principali protagonisti della politica estera italiana degli anni Sessanta e Settanta. Ambizione di questo volume è offrire al lettore alcune linee interpretative e un insieme di analisi e informazioni fondate su un'attenta disamina della documentazione, edita e inedita, per cominciare a conoscere meglio un aspetto importante della politica estera dell'Italia della Prima Repubblica, la cosiddetta Ostpolitik italiana, l'azione internazionale della Repubblica italiana verso gli Stati e i popoli dell'Adriatico orientale e dei Balcani. -
Fiabe dai Carpazi a Vladivostok
Quel mondo così vasto, dai Carpazi a Vladivostok, fa emergere tantissime microrealtà sconosciute, o che credevamo scomparse, di popoli dei quali l'occidente europeo ha ignorato a lungo l'esistenza, ma soprattutto divide due civiltà: quella europea e quella asiatica, così lontane e così diverse tra loro. Ma in queste fiabe queste due civiltà tendono ad avvicinarsi e a fondersi insieme con tenacia e vigore. I personaggi che le animano chiedono con insistenza le medesime cose, chi prova gioia, chi dolore, chi sogna un destinò migliore. Alle crude difficoltà del vivere, ogni narrazione contrappone due sentimenti che sono destinati a vincere: la lealtà e l'astuzia. Le fiabe di questi popoli fanno parte del tesoro culturale inestimabile che tutto il genere umano ha accumulato nei secoli, nella sua lotta per la felicità e il conseguimento di una vita migliore. -
Kombinat. Storia e vita quotidiana di un quartiere simbolo di Tirana
Con questa indagine si è voluto descrivere e analizzare gli aspetti sociali, culturali ed economici di un'area urbana di Tirana, Kombinat, mutata nell'ultimo ventennio nella sua composizione e funzione, da quartiere operaio a punto di arrivo di una significativa migrazione interna. I mutamenti sicuramente sono dovuti all'effetto della deindustrializzazione, ma anche alla accelerata mobilità sociale, economica e territoriale che ha investito l'Albania e che ha come conseguenza una visibile disorganizzazione sociale. A Kombinat convivono i vecchi abitanti che avevano ""vissuto"""" le fabbriche, i nuovi immigrati da varie parti dell'Albania, gli """"sfortunati"""" provenienti da altre zone di Tirana. Si può ritenere che oggi il quartiere di Kombinat, nato come quartiere operaio modello, stia assumendo sempre di più l'aspetto (e la funzione) di area marginale di Tirana. Ci si augura che le informazioni raccolte nella ricerca possano servire a un progetto di riqualificazione del quartiere, basato su una rete di servizi sociali e sanitari e di strutture e attività per le fasce deboli della popolazione (infanzia, anziani, donne, ecc.), che riannodi le connessioni con le altre aree della città. Ma questa ricerca è anche un contributo a non dimenticare il passato e la storia, individuale e collettiva, per innovare le radici della propria identità.""