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Stelline e stellette
"Stelline e stellette"""" nasce da un antimilitarismo che per essere militante è costretto alla violenza. Cinque ragazzi si ritrovano in una caserma a metà degli anni Settanta. Formati secondo un'ideologia marxista e, sotto molti aspetti, libertaria e anarchica, abituati a parlare, sempre pronti a un dialogo che fosse costruttivo, a interiorizzare sensazioni e vicende che andavano a comporre la loro personalità, contrari al militare e a ogni forma di potere, si ritrovano strappati al loro mondo e messi a confronto con un potere militare che non dà spazi, è repressivo e violento. La loro insofferenza cresce fino a diventare insostenibile. Spinti in azioni clamorose, dilaniati da dubbi e ripensamenti, finiscono in una spirale di violenza da cui non riescono più a uscire." -
I canti dei nizàm
La lirica popolare albanese - appartenente a una cultura prealfabetica - è riuscita a conservare fino a oggi i valori etici e morali del passato, tramandandoli da una generazione all'altra attraverso bardi e rapsodi. Essi rispecchiano l'anima, lo spinto e gli ideali del popolo albanese, dentro e fuori dai suoi territori geografici. Sono stati proprio i canti popolari che hanno mantenuto viva la memoria collettiva delta nazione nei momenti bui e tragici della storia, arricchendo così la tradizione culturale e l'identità stessa degli shqiptar. Per la prima volta si propone al lettore italiano il ciclo dei canti lirici popolari dei nizàm (così venivano chiamati in turco i soldati albanesi che combattevano per conto della Sublime Porta di Istanbul), parte del patrimonio culturale del paese delle aquile e finora sconosciuti al di fuori dei confini nazionali. Sono di una bellezza rara e unica. Vengono cantati dagli uomini nelle cerimonie e nei matrimoni e tramandati di padre in figlio. -
Karastan. Armenia, terra delle pietre
Il viaggio ha in sé di solito la ricerca di un approdo. Viaggiare in Armenia è diverso: significa abitare lo spaesamento, percorrere strade senza una meta precisa, risalire il corso degli eventi tentando di decifrarli, conoscere i luoghi negati a non più ritrovati, riconcorrere il sottile filo rosso del significato anche quando forse non c'è: cercare una patria. -
Mostri
Qual è la relazione tra ""mostruosità"""" e """"normalità"""" nel secolo di Kafka e della genetica e qual era ai tempi dei bestiari fantastici? Quali i confini tra umano e inumano o tra fisico e mentale nell'era della psicoanalisi e in quella della teologia? Un'indagine erudita e brillante che esamina la posizione e il peso avuti dal mostro - inteso sia come individuo nato deforme, sia come esemplare di una """"razza diversa""""- nel pensiero occidentale. Dalle questioni di ermeneutica biblica alla svolta cartesiana, gli uomini - dice Gil - hanno avuto bisogno dei mostri per diventare umani. Controversa costruzione di un'identità, testimoniata anche dai racconti di viaggiatori reali e immaginari che, dai confini della Terra, descrivevano uomini con un solo piede, grifi, antipodi, o magari gli indios del Brasile, sulla cui umanità o bestialità ancora ci si interrogava. A dimostrazione, forse, che ogni teratologia, come ogni teologia, è un'antropologia, un'incessante ricerca dell'""""Altro""""."" -
Migrazione, solidarietà e sviluppo nel Mediterraneo del terzo millennio
Riesaminare oggi quello che accadde venti anni fa a Brindisi può offrire lo spunto per approfondire le ragioni della caduta dei regimi autoritari dei Paesi del Nord Africa; per ragionare sulla spinta democratica e innovatrice che sale dalle nuove generazioni arabe che non vogliono cadere nella disperazione della prospettiva terroristica; per riflettere sulle motivazioni e sulle modalità dei nuovi flussi migratori che attraversano il Mediterraneo; per immaginare le risposte che non solo l'Europa e l'Italia, ma soprattutto le regioni meridionali italiane, e la Puglia in particolare, sono chiamate a fornire in termini di solidarietà e di sostegno allo sviluppo di quei Paesi che ormai sono divenuti strategici anche per la definizione delle nostre prospettive di crescita. In ogni caso, un fatto appare già chiaro e incontrovertibile: riusciremo a superare questa nuova prova solo se sapremo riannodare i fili dell'antica comunità mediterranea, in ciò riproponendo con più forza e convinzione la più antica delle vocazioni di questo Paese, quella di guardare al mare e ai mondi che si schiudono al di là del mare. Prefazione di Nichi Vendola. -
Agim. Alla scoperta dell'Albania
L'Albania è la più sconosciuta e meno sviluppata regione europea. Ancora oggi si sa molto poco di questo paese, rimasto isolato per cinque secoli a seguito della dominazione ottomana, a cui seguì mezzo secolo di autarchia del regime di Hoxha. Il territorio albanese è caratterizzato da forti contrasti ambientali e, morfologicamente, si presenta molto vario e accidentato: alle montagne impervie ed aspre del nord balcanico si contrappongono le dolci coste mediterranee dal clima mite, mentre il centro del paese è solcato da gole profonde e costellato di dolci declivi e montagne altrettanto imponenti. Determinato a scoprire l'Albania al di là dei pregiudizi e degli stereotipi, l'autore ha attraversato l'Albania dal selvaggio territorio di Thethi, patria del ""Kanun"""" - l'antico codice patriarcale non ancora abbandonato - fino ai confini con la Grecia. Seguendo gli itinerari di Byron, Edith Duram, Edward Lear e Mario Rigoni Stern Alessandro Pellegatta ci parla della bellezza del """"wild"""" albanese, delle foreste di pini loricati delle Alpi albanesi e del mare limpido delle spiagge di Himare, immergendosi nelle suggestioni storiche, nei miti omerici e post-bizantini e nelle leggende di questo superbo territorio. Alla scoperta di una terra antica, orgogliosa e fiera della sua indipendenza che sta emergendo dall'oscurità della repressione e della povertà per presentarsi al mondo, l'autore ci dà un ritratto sincero di questo paese misterioso ed eccentrico, aspro e ospitale, e dimenticato per troppo tempo..."" -
Elettroshock
Roma. Quartiere Parioli. In una notte apocalittica di pioggia, viene ritrovata in un condominio, ridotta in fin di vita, la moglie del professor Attilio Malatesta, psichiatra di fama. Sul luogo giunge il commissario Pizzini. Per strada, tra i curiosi, c'è lo stesso Malatesta che, in stato confusionale, si autoaccusa del tentato omicidio della moglie. Il medico viene così condotto in commissariato perché vengano chiariti fino in fondo i termini di quella bizzarra e apparentemente irreale confessione. Incomincia qui, sotto gli occhi straniti del commissario Pizzini, una tortuosa e dettagliata ricostruzione autobiografica della vita di Malatesta sin dai tempi della sua infanzia. Lo psichiatra racconta dell'amore morboso e viscerale provato nei confronti della madre. Racconta di passioni feticiste legate alla persistente immagine di lei nella sua mente, degli elettroshock cui la povera donna veniva sottoposta... di come lui stesso, Malatesta, si sia poi servito di quello strumento come di un'arma omicida, nel corso degli anni, nel vano tentativo di liberarsi dalle proprie torbide ossessioni... È davvero lui il colpevole della morte di sua madre e della prima giovane compagna? Ha davvero tentato di sgozzare l'attuale moglie? Spetterà al commissario Pizzini riuscire a ricostruire il mosaico della faccenda, in una lunga e tormentata partita a scacchi psicologica con il reo-confesso. -
Francesco Maselli. Uno sguardo non indifferente
Francesco Maselli lo si conosce soprattutto per il suo cinema politico (Lettera aperta a un giornale della sera e Il sospetto), per privilegiare il quale si è trascurata un'altra linea. Una linea sotterranea, inquieta, di ricerca, emersa fin da subito, fin da Gli indifferenti, ed esplosa poi in maniera dirompente nei film degli anni '80 e '90 (Codice segreto e L'alba). Questo libro è un tentativo di tracciare un bilancio sul cinema maselliano. E del Maselli meno politico e più filosofo, peraltro. Una lettura nuova e inedita dei suoi film, sondati attraverso le lenti di Sartre, di Shakespeare e di Derrida. Ma è anche ""una briosa, spiritosa e intensa conversazione tra un regista ormai affermato e uno giovane, che non ha ancora realizzato dei lungometraggi, ma dei cortometraggi molto interessanti."""" (dalla prefazione di Domenico Monetti)."" -
Anima lunga
Sguardi sul presente che hanno valore di tagli e ferite, dove il fatto sentimentale si snoda come un pericolo attorcigliato sulle reciproche e irriducibili alterità degli amanti e dove la costruzione dei rapporti affettivi passa per materiali irrazionali - premonizioni, percezioni, immedesimazioni istantanee, deja vu - che solo i versi poetici hanno una speranza di poter trattare. Stefano Cristante investe nel dialogo a distanza con i classici della poesia italiana le proprie chance di scrittura. Verso libero ed endecasillabo rappresentano la sostanza formale dei versi di Cristante che, nella parte finale, trasmigrano nella prosa poetica (agganciata alla creazione di una personale cosmogonia), prima di congedarsi con un inno alla solitudine che chiarisce il suo tragitto narrativo e il suo obiettivo esistenziale. -
L' Anticristo di Puglia. La vita di Federico II
Federico II, ormai sui letto di morte, ripercorre la sua travagliata esistenza e i tempi passati, riflette sui propri successi e fallimenti e guarda con sarcasmo e disincanto la propria vita ""arrabbiata"""" e faticosa. Un romanzo inedito ci racconta una delle figure più complesse e affascinanti della nostra storia."" -
Angeli armati
Angeli armati narra una storia di tradimenti all'interno di un'unità partigiana ai tempi della resistenza albanese contro l'invasione tedesca. In questo ultimo lavoro dell'autrice albanese c'è un fratello che non esita a fucilare sua sorella perché ha tradito la ""causa"""" innamorandosi, ci sono """"compagni"""" infidi, comandanti meschini che agiscono per salire di grado nell'ascesa al potere, donne gelose e perfide, spie a buon mercato che agiscono nell'oscurità. Ma Angeli armati narra anche, soprattutto, una tragica storia d'amore, quella tra Dorothea e Aleks, rei di avere infranto tè regole ferree della lotta armata, di avere attentato all'integrità morale dei partigiani e macchiato l'onore di tutta la resistenza."" -
Otranto, l'alba del 1480
Era il luglio del 1480. Alla vista di quelle vele e di quelle imbarcazioni chi era sulla costa ad ammirare la schiuma prodotta dalle onde non intuì subito il pericolo: ""Galeoni spagnoli, che belli... mi sembrano diversi dai soliti galeoni e poi... quella bandiera... Gesù... Madonna mia... mamma li turchi, mamma..."""" Quell'urlo, quell'imprecazione di un bambino è rimasta nelle menti dei superstiti negli anni a seguire torturandoli nel profondo della notte quando le palpebre cedevano al sonno, e anche durante il giorno quando le menti riposavano dalle fatiche quotidiane, e comunque ogni 28 di luglio allorquando i ricordi riaffiorano violentemente e dolorosamente alla mente in qualunque cosa si fosse affaccendati e, spaventati, si tornava a guardare il mare e a scrutare l'orizzonte."" -
La precaria armonia del cosmo
Questo libro nasce a seguito delle ricerca sulla ""polifunzionalità"""" dei monumenti megalitici e sul loro rapporto con le lay liners, le misteriose linee energetiche della Terra, lungo le quali scorrono flussi di campo elettromagnetico. Marcatori geodetici, indicatori delle vie sacre dell'acqua, luoghi di osservazione astronomica e misuratori del tempo, i megaliti erano preposti - in virtù delle proprietà dei loro materiali a rendere """"coerenti"""" le onde di flusso caotiche dei campi di elettromagnetismo interni ed esterni al pianeta. La logica distributiva dei megaliti sul territorio attesta che la scelta del luogo derivava da una precisa corrispondenza cielo/terra, che sancisce oggi il loro carattere astronomico e la loro antica sacralità. La loro forma deriva direttamente dalla loro funzione, secondo la logica arcaica che vedeva intimamente connessa la Terra con la dinamica ciclica degli astri nella volta celeste, in un diretto rapporto di reciproca corrispondenza, inteso come un sacro vincolo tra gli esseri umani e il divino. La scoperta da parte dell'autrice di un inedito """"codice cosmico"""", criptato nell'arte e nelle scritture, permette di comprendere la polifunzionalità dei megaliti e offre nuove risposte ai molti enigmi, con possibili soluzioni per arginare e prevenire l'andamento caotico che mina il """"precario equilibrio"""" dei sistemi dinamici complessi, come il pianeta Terra."" -
Aldo Moro, l'Italia e la diplomazia multilaterale. Momenti e problemi
L'universalismo di matrice cattolica portò Moro a riconoscere nella partecipazione italiana al sistema di alleanze politiche e militari della Nato e alla cooperazione economica della Cee i pilastri della politica estera nazionale. La nascita di nuovi soggetti statuali in Africa e in Asia, dopo il completamento del processo di decolonizzazione, spinse, nel contempo, Moro ad allargare il campo d'azione italiano verso i paesi di recente indipendenza e verso il campo comunista dominato dall'Unione Sovietica. La collocazione geopolitica dell'Italia, situata all'incrocio tra gli assi Nord-Sud ed Est-Ovest, insieme allo status di media potenza senza particolari interessi imperialistici, conseguito dopo la fine della Seconda guerra mondiale, rendeva necessario, per il governo di Roma, l'espletamento di una politica di distensione con il blocco comunista e di una politica di cooperazione con i paesi in via di sviluppo. Il volume intende fornire un'analisi su alcuni momenti dell'azione diplomatica italiana e sul ruolo avuto da Moro nell'affrontare il problema dell'affermazione della diplomazia multilaterale e dei metodi del negoziato e della collaborazione internazionale quali elementi qualificanti della politica estera dell'Italia repubblicana. -
La vita sotto l'acero
Non sono più terre vergini quelle che ospitano la vecchia Monika Kairien. In quello che un tempo era un villaggio, ora domina la solitudine e lo spaesamento. Stando ""sulla pietra della soglia"""" della vecchia casa diroccata ai margini del centro cittadino, """"Kairien la nera"""" è l'unica persona che è rimasta per preservare la memoria del marito e del figlio morto. A seguito delle sofferenze subite durante la dittatura sovietica, con la spoliazione dei beni e delle terre in seguito alla collettivizzazione, per lunghi anni le genti del villaggio lituano si sono assoggettate al miserabile sussidio che proveniva loro dal lavoro nei kolkhoz. Dopo la liberazione la modernità ha cancellato per sempre lo stile di vita contadino, sono arrivate le macchine """"rombanti"""" sulle strade asfaltate di fresco, i rapporti tra gli uomini sono diventati ruvidi, tutti hanno lasciato la terra per trasferirsi verso """"l'abitato"""". La vita sotto l'acero rappresenta una raffinata metafora sulla rapacità degli uomini nelle società moderne. È un romanzo di protesta lirico nel quale, attraverso la voce e i ricordi della protagonista, il passato si confronta con il presente, senza rimpianti elegiaci, ma con la forza persuasiva della memoria."" -
L' ultima volta che sono stato felice
Lalla è una donna timida e spaventata, percorre ogni giorno la stessa strada, ad occhi bassi va da casa al lavoro e torna indietro, senza che nulla riesca a sfiorarla. E pure lei non lo sa di non avere occhi per vedere, crede che sia lo sguardo degli altri a scivolarle addosso. Guido è stato un professore di liceo, un uomo brillante e colto, impegnato nella vita politica della città ed adesso è un vecchio ed ha come solo compagno il passato che lo tiene sveglio la notte con il conto degli errori e delle mancanze. Fino a che le loro solitarie strade non si incrociano e nell'estate di città, si siedono accanto su una panchina dei giardini pubblici al fresco dello zampillare nella vasca dei pesci. Attraverso le parole che si scambiano, i libri che il vecchio consiglia nasce un'amicizia che li sottrae alla solitudine. Intorno a loro, improvvisi, riappaiono quegli affetti che entrambi avevano lasciato sullo sfondo. Lalla va verso l'amore, il vecchio, fattosi padre, la sottrae ai sogni romantici e l'aiuta ad accettare l'affetto che un uomo ""semplice"""" le offre. E Lalla con i suoi capricci, le pretese, permette a Guido di sentirsi di nuovo utile ed anche capace. Accetterà di occuparsi del nipote, guarderà al figlio con maggiore attenzione, ritroverà l'affetto che perdere gli era costato di più. """"L'ultima volta che sono stato felice"""" vuole essere un libro dove i personaggi imparano a riconoscersi, a scusarsi, ad accettarsi ed anche a rinunciare ai rapporti stabiliti, ai legami familiari troppo stretti..."" -
Linda 67
"Linda 67"""" è un poliziesco che riserva diverse sorprese, un congegno narrativo strutturato per spaccare il secondo, tra colpi di scena e suspence. Un uomo angosciato da una vita che gli va ormai troppo stretta vuole disfarsi della bellissima e ricchissima moglie, una donna perfida, malvagia, affetta da mille monomanie, che non solo tiene legato il marito con le lusinghe della sua posizione economica, ma che lo tradisce apertamente con un amico comune. L'uomo elabora allora un delitto degno di un libro del celeberrimo investigatore Hercule Poirot." -
Didattica della comunicazione verbale e non verbale
E se fosse uno sguardo (o una pacca sulla spalla, un'intonazione più attraente) a rafforzare l'apprendimento e il coinvolgimento cognitivo dei nostri alunni? E se un difetto di postura, una gestione sciatta del nostro corpo (anche del nostro abbigliamento), un modo poco espressivo di impartire una lezione si traducessero pericolosamente in disaffezione-distanza-indifferenza? E se tutto ciò infine - questa volta però da parte dei nostri alunni: un loro sguardo spento, un loro equilibrio fisico precario, una loro monotonia vocale - fosse un segnale per comunicarci un disagio, una patologia, una impossibilità? ""Didattica della comunicazione non verbale e verbale"""" si impegna a connettere tali differenti tensioni: illustrando le strategie più innovative di gestione - nella classe - dei meccanismi preverbali e non verbali; valorizzando il rapporto tra fonetica, ortografia e sintassi; spiegando come respirare e impostare la voce e, consequenzialmente, migliorare la lettura, il dialogo e l'interazione con gli alunni. Un invito a padroneggiare una didattica (anche) espressiva, affettiva, onnilaterale."" -
Il presidente nero
Sembra incredibile, ma nel 1926 uno dei più grandi scrittori brasiliani aveva già previsto tutto: una società in cui vige il telelavoro e il voto telematico, l'opinione pubblica si orienta leggendo giornali proiettati su schermi luminosi presenti in ogni casa, l'elettorato ha accantonato la lotta di classe e si identifica con i suoi leader secondo il sesso e il colore della pelle mentre negli Stati Uniti, unica potenza mondiale, è in corso una campagna elettorale in cui, a contendersi la presidenza, ci sono un conservatore bianco, un leader nero e una donna... Questo libro fantascientifico - il cui protagonista è il timido Ayrton Lobo, travet carioca che ascolta basito storie giunte direttamente dai secoli futuri - narra l'elezione dell'88° presidente degli Stati Uniti d'America. Siamo nel 2228 e due candidati atipici, miss Evelyn Astor e il nero Jim Roy, sembrano voler stravolgere ogni piano. Eppure, come tutti i mondi utopici e perfetti, anche quest'America di Monteiro Lobato nasconde un oscuro perturbante, e quell'elezione non risulterà un cristallino esempio di democrazia avanzata. Il sogno rischia di diventare incubo, l'immaginazione un delirio. -
Il tempo che ci vuole
Monica Dionubile ha quasi diciassette anni, vive a Bari insieme a sua madre Laura, una donna problematica che cerca attraverso la terapia analitica di rientrare in contatto con se stessa e di smetterla di tormentare sua figlia. Dunia Bonerba è figlia unica di Luca e Marina; i suoi genitori sono una coppia che garantisce serenità e spensieratezza a una ragazzina semplice, a tratti ingenua e molto legata a Monica, sua compagna di classe. Le due ragazze si completano a vicenda: la spensieratezza di una si unisce alla complessità dell'altra, è come se tra di loro ci fosse un accordo di ""mutuo soccorso"""". Intorno a queste due figure ruotano le vicende di coppia, amicizia e tradimenti che appartengono al mondo adulto, storie di persone legate alle due ragazze in un modo o nell'altro, e che si intrecciano con il loro carico di problemi ed emozioni. C'è poi il rapporto speciale delle due adolescenti con un insegnante della loro scuola, un docente atipico che ascolta i suoi alunni, li osserva e non si limita a etichettarli con un numero sul registro o un cognome da ricordare al momento dell'interrogazione. Testimone oculare delle storie di ognuno di questi personaggi è il barbone Lacca, un clochard che costruisce con le proprie mani piccoli portacenere colorati di latta e che avrà un ruolo determinante nel destino di Dunia e Monica. Il romanzo ha un respiro corale che lascia ampio spazio a riflessioni profonde sulle esistenze di ognuno.""