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Belli di papillon verso il sacrificio
Don Papà, come lo chiama Donatino, il figlio e voce narrante del romanzo, è cozzaro, contrabbandiere, corista, teatrante, uno della razza dei ddritti, nato e cresciuto nel quartiere Tamburi di Taranto, dove è quasi un eroe per le sue gesta. A gettarlo nello sconforto sarà un'ingiunzione di sfratto, che lo porterà a fare a pezzi la casa in cui è sempre vissuto nel tempo di una notte frenetica, con l'aiuto del figlio, prima di compiere il suo ultimo capolavoro, un suicidio esemplare come estrema sfida verso i potenti e riaffermazione della vita fin dentro la morte. La scrittura nervosa e visionaria di Cristaldi si fa voce della rabbia e dello spirito di rivolta che riempiono le pagine di questo romanzo su Taranto, su come eravamo e su cosa siamo diventati sotto il cielo velenoso di questa città. Introduzione di Teresa De Sio. -
Cicorielle e lampascioni e altre piante spontanee nella cucina del Salento
Andare per campi, macchie mediterranee e radure incolte alla ricerca di piante selvatiche commestibili: all'epoca della civiltà rurale, nel tempo ciclico scandito dalle stagioni, era una necessità; oggi, nel tempo convulso della postmodernità, è un hobby per non pochi appassionati che vivono il fascino irresistibile della raccolta di delizie vegetali gustose, aromatiche e ricche di virtù benefiche. A questo ""popolo delle erbe"""" - ma non solo - è rivolto un libro che finalmente fornisce una guida a inusitati piaceri del palato, arcaici come la terra da cui nascono."" -
Lungo il peribolo
“Nei versi della raccolta c’è tutta l’autrice con la sua cifra espressiva, con i suoi stilemi, con l’originale svariare dei piani metaforici e analogici e, infine, con l’insorgere spiazzante delle emozioni nella loro intatta purezza. Nulla di scontato e di prevedibile nella voce autentica di Marisa Pelle. Nel suono delle parole, infatti, aleggia sempre una stupefazione incantata, che rende fresca, redimendola, ogni immagine. I testi sono ciascuno un pieno dell’anima, che dimora nelle sillabe esposte alla luce mediterranea della bella Messina, presente alla fine di ogni lirica. Tutti i testi sono un crogiolo di domande silenziose, che profuma di radici e di solitudine, sono luogo vergine, dove metamorfiche presenze ascoltano l’assolutamente umano, celato nelle magiche iridescenze della perennità del mondo. Lungo il peribolo tratteggiato dalla poeta avvertiamo il bisogno di stemperare le aporie del pensiero, inchinandoci alla natura duplice della vita: il suo risucchio nelle risacche del dolore e dell’abbacinamento senza colori e il suo respiro arioso, che non vuole spegnere il brillìo di una provvida lanterna interiore. La vertigine dei piccoli, quasi inavvertiti passaggi si dispiega in partitura musicale, in luce di poesia, che accoglie ogni rifrazione del mondo: “arginare / l’intraducibile silenzio / e la materia inerte s’avviva / in densità fisica poesia […].” (Dalla Prefazione di Merys Rizzo) -
Eduart
Albania 1987. Folgorato dalla bellezza della coetanea Eugenia, il giovane Eduart si innamora follemente di lei ma, troppo impacciato e timido, non riesce a comunicarle il suo amore. Segnato da un'insanabile tensione tra vita intellettuale e vita pratica, vive un'adolescenza disperata. A imprimersi nella memoria del giovane Eduart sarà una giornata al mare trascorsa con la ragazza e altri amici: neppure in quell'occasione riuscirà a confessare il suo amore. Poi non potrà più farlo: lo aspetta un viaggio nel ""paese delle meraviglie"""", in Italia, per ritirare un premio di poesia. Dopo molti anni e troppe esperienze, tornerà in Albania per scoprire che la giovinezza è fuggita, Eugenia è una donna sposata e gli amici hanno scelto strade diverse."" -
Erede perplesso
"Erede perplesso"""" è una silloge di racconti collegati tra loro da una vaga continuità tematica; il lettore segue lo scrittore nel tentativo di ricercare se stesso in seno alla società, e nello stupore, o se si vuole nell'incertezza del nostro esistere nell'universo. Vassilis Ioakim sa tessere le sue teorie collocandole in un ambiente realistico; in esse signoreggia la presenza del narratore, il quale, alla fine, s'identifica con l'eroe che vive le situazioni in modo da cancellare ogni confine netto che separi l'onirico dal concreto, la fiaba dalla realtà. La frase concisa, il ricorso misurato alle descrizioni d'ambiente, i toni narrativi sommessi e il soffuso piglio umoristico sono le peculiarità specifiche dell'autore." -
Le onde chiamano il tuo nome
Laura si sveglia e non riconosce il posto in cui si trova. Può solo dedurre che si tratti di un ospedale, di una casa di cura, forse un manicomio. Trascorrono le ore, poi i giorni e le notti, mentre lei continua a sentirsi confusa. Non ricorda nemmeno il nome delle figlie. Non sa come sia arrivata nel luogo in cui si trova. Dea, la figlia maggiore di Laura, riceve una telefonata di Mirella, sua sorella, che le comunica la sparizione della madre. La notizia sconvolgerà le vite di queste donne, costrette a rimettere in gioco i fragili equilibri su cui tenevano in piedi la loro vita affettiva, fino a vederli crollare e a dover fare i conti col passato. Tutto verrà rimesso in discussione, in particolare la relazione tra madre e figlie e quella tra sorelle, senza sottovalutare il rapporto con Dino, marito e padre ormai morto da alcuni anni. -
Tarantismo. Transe possessione musica
Un animale simbolico e non zoologicamente identificabile con alcuna specie di aracnide - come ha chiarito nel 1959 l'etnologo Ernesto De Martino sovrintende la misteriosa fascinazione legata al fenomeno culturale e religioso conosciuto come tarantismo. Gli etnomusicologi Domenico Staiti, Brenno Boccadoro, Gilibert Rouget, Luisa Cosi e Giorgio Di Lecce ne esplorano l'universo in questo saggio dedicato al carattere musicologico dei processi di guarigione divenuti celebri. Un testo che indaga il contrappunto fra antichità greca, tradizione colta rinascimentale-barocca, sincretismo catartico-religioso. La terapia musicale adoperata da secoli come rimedio contro il celebre morso del ragno si rivela, attraverso questo studio a cinque voci, un retaggio di grande dignità culturale, artistica e spirituale. -
Il sogno è la vita!
Da Stokera Polidori, da Coppola fino a Davanzati, nessuna traccia che possa alimentare la curiosità insaziabile che si scatena quando si parla del suo mito sembra essere sfuggita a Enia. Il culto per la figura del conte Dracula sembra destinato ad abitare i suoi sogni più tenebrosi e le sue fantasie più profonde. Ma cosa succede quando la fantasia più sfrenata trova spazio per accadere? In questo viaggio incredibile da Napoli alla Romania, nei luoghi leggendari della Transilvania, e ritorno, fino a scendere nelle paludi più recondite della mente, Enia si ritroverà a percorrere le vie intricate dell'amore, della paura, della scoperta, della morte. -
L' ultima lezione del professor Lambert
Il professor Lambert, noto professore di latino presso il locale liceo classico, viene trovato riverso sulla cattedra, morto. Un infarto? Un ictus? L'intervento del commissario Santoro e dell'ispettore Lo Palco smentisce l'evidenza e i due investigatori chiariscono il drammatico evento. Il professor Lambert è stato ucciso! Inizia, in tal modo, un'ennesima indagine che vede impegnato l'astuto commissario. Sono piccoli indizi apparentemente trascurabili che indicano ai due investigatori la strada da percorrere per la soluzione del caso, mentre strani personaggi si muovono in un ambiente falso e torbido dove è difficile districarsi tra omertà, malevolenze, inganni, ricatti, tradimenti, dove perfino i vecchi palazzi seicenteschi e le pretenziose chiese traboccanti di barocco sembrano nascondere e quasi proteggere trame e agguati. Nonostante tutte le difficoltà, anche questa volta il commissario Santoro assicurerà alla giustizia il colpevole dell'omicidio Lambert. -
Tavolozza. Ut pictura poesis
La poesia come pittura. La pittura come poesia. È questo il significato più nascosto e intensamente lirico che attraversa l'intera silloge. Sono versi di una poesia libera, spontanea, colta, cesellata di immagini pittoresche, di suggestioni, di risonanze, di citazioni. Le esperienze più intime, la forza del pensiero tra immanente ed eterno, le emozioni rintracciate sul filo della memoria, ferita aperta sanguinante, la percezione della realtà, nei suoi toni spenti e insieme luminosi, si fondono con le voci eterne del mito, con le sue figure più rappresentative di arte e umanità. Il mito, la cultura danno il senso della perpetuità esistenziale e lo snodarsi dei versi, nella loro misura variabile, sembra adeguarsi all'andamento della stessa esistenza. L'attenzione quasi cronachistica a personaggi e a luoghi pone l'accento sullo sfiorire e il decomporsi della vita, sul mistero delle cose, tra contingente e assoluto. -
Via delle Bombarde
Nella Lecce delle case di calce e dello scirocco che s'infiltra nei vicoli pieni di chiacchiere fra comari e profumo di caffè, vìa delle Bombarde è un angolo di mondo scandito da una quotidianità semplice. Pragmatiche come donna Eufemia o sognatrici come la signora Mariannina, le donne vedono nel matrimonio l'evento cruciale della propria vita, coronamento di un sogno d'amore o piuttosto mezzo di scalata sociale. Qualcuna cerca il buon partito e pensa che ""i soldi sono come l'acqua"""", qualcun'altra ascolta favole davanti al braciere e si riempie la testa di romanticherie per sopravvivere ai quotidiani soprusi di una vita avara d'amore. Dalla guerra allo sbarco sulla luna, passando per la morte di Kennedy, in questa Lecce """"bella addormentata"""" la storia e i grandi eventi del secondo Novecento sono solo un riflesso, l'eco di un altro mondo che arriva da una lettera o dalla tv accesa."" -
7 pagine bianche
Lui, un uomo potente e in vista. Lei, una che ha imparato a sopravvivere vendendo il proprio corpo. In una stanza affacciata sulla malinconica bellezza della città, il sesso diventa il varco per accedere a una dimensione profonda dell'anima. Interamente strutturato come un dialogo a due voci, questo romanzo compone un mosaico di riflessioni che attraversano filosofia, religione e letteratura per dar voce alla segreta tensione che da sempre ci spinge a scavare nell'abisso oscuro di noi stessi e ad andare oltre la superficie delle cose. -
Il silenzio dell'amore. Testo albanese a fronte
"Le poesie di Malsore Llapashtica abitano un mondo che vive di chiaroscuri e di silenzi appena rotti da un sussurro, in una zona di confine impalpabile come lo sono i cancelli del sogno. Le parole si compongono con eleganza, simili a una silhouette che emerge dal buio o lascia il riflesso di sé in uno specchio di cristallo. Sono parole d'argento fuso, magia liquida che percorre la pelle, la sfiora, la accarezza con un brivido. I versi della poetessa kosovara danzano al ritmo dell'inquietudine e dell'inganno, della nostalgia più dolce e dell'amore più folle per catturare il lettore in un'atmosfera lunare che si nutre del fascino del non detto, tutto da decifrare"""". Prefazione di Fatime Kulli." -
La bambola di Oskar Kokoschka e altre storie straordinarie
Anna Achmatova, Cesare Pavese, Amedeo Modigliani, Oskar Kokoschka, Lee Miller: sono solo alcuni dei personaggi le cui vite complesse e appassionanti, talvolta originali ed estrose, hanno ispirato le narrazioni contenute in questo libro. Raccontando le biografie dei protagonisti della cultura e dell'arte del Novecento, Anna Troso ne approfondisce sentimenti nascosti e intense emozioni, consegnandoci storie avvincenti narrate con uno stile leggero che rende la lettura coinvolgente e mai noiosa. -
Amoreterapia
Un semplice esame di controllo e una diagnosi inaspettata, che cambia la vita e apre uno squarcio doloroso fra prima e dopo: carcinoma mammario. In queste pagine l'autrice ripercorre la sua storia personale, fra la disperazione iniziale, la forza di combattere e la gioia di farcela, sconfiggendo il mostro e tornando alla vita con nuove consapevolezze. Se la malattia semina tracce sul corpo e lo stravolge - con i capelli che cadono e le cicatrici a fare da mappa della sofferenza -, la medicina migliore per salvarsi è sempre l'amore, la riscoperta degli affetti, la vicinanza dei propri cari, una mano tesa cui aggrapparsi per riemergere dagli abissi più bui: l'Amoreterapia, appunto, un antidoto che viene dal quotidiano, tanto semplice quanto miracoloso. -
Vie di fuga
Matteo Bertola, impiegato precario e in nero presso una grande ditta americana di pompe funebri con sede a Roma, scrive epitaffi e necrologi. Tramite un conoscente gli viene affidato un lavoro indipendente: nella Sila calabrese, due anziani, morti nello stesso giorno, hanno scelto di farsi seppellire insieme, memori di un antico patto e di una vecchia amicizia. Matteo viene catapultato in un meridione montano che gli appare deforme e ostile: a Petilia Policastro, il piccolo paese calabrese nel quale è ospite dalla famiglia di uno dei defunti, il mondo è delimitato dai ""rustici"""", gli scheletri delle case mai costruite con le rimesse degli emigranti, mentre la popolazione si mostra chiusa e incomprensibile. Sarà tramite l'interessamento di un barista, Mimì, che Matteo riuscirà a ricostruire i profili dei due morti: il più giovane, Francesco Calmierati, agitatore politico ai tempi della lotta per la terra e in seguito asservito al padronato locale, sembra attirare su di sé le maggiori attenzioni; del secondo, Andrea, verrà a sapere molto poco: l'emigrazione in Belgio e in Svizzera, e l'inquietante presenza nelle grandi tragedie degli emigranti italiani come Marcinelle e Mattmark. Del rapporto che lega i due uomini, però, sembra che nessuno conosca nulla. E la scrittura dell'epitaffio, così come il disegno del paese che la sera Matteo traccia su un foglio per rilassarsi, sembra non poter finire mai..."" -
La normalità negata
Sullo sfondo delle guerre che negli anni '90 portarono alla dissoluzione della Repubblica Federale di Jugoslavia, undici racconti narrano la realtà e l'immaginario di quel mondo trasformatosi in un buco nero in cui precipitano la storia, l'identità dei singoli e il concetto di civiltà. Dalla Serbia alla Bosnia, passando per il Kosovo, la guerra s'infiltra in un bunker simile alla porta dell'inferno o fra i capelli di una studentessa che puzzano di lacrimogeni, smette di essere un'astrazione per diventare evidenza concreta. Andelka, Dunja, Nicolae e altri uomini e donne senza nome fuggono da un passato disseminato di troppe assenze e provano a ricominciare in un altro paese, accettando la sfida di ricostruire una normalità negata ma forse ancora possibile, le cui tessere sono un certificato di cittadinanza, un nuovo lavoro, la nascita di un figlio. Stranieri, profughi, extracomunitari, l'identità dei protagonisti di queste storie sfugge alle definizioni e spinge a chiedersi cosa sia l'integrazione e in quale patria abiti davvero la felicità: ""Sono straniera. Sono profuga. E allora? Vi interessa che persona sono?"""""" -
L' anello inutile
"Il Salento prende alla gola. E ti sa rubare l'anima. Luogo troppo selvatico per lasciarsi conquistare. Anche la sua gente è così. Qui le tarantate dicevano di sentire la noia all'inizio del male. Gli uomini andavano a fare l'olio nelle viscere della terra, incitando gli animali a spingere la ruota e stordendosi con l'oppio per non sentire la fatica. Nelle campagne che s'incontrano andando dalle Orte verso il faro della Palascia, la terra è rossa. Ci si può perdere, inseguendo il filo rosso che qui lega la terra, il cielo e l'acqua. Un sottile scoloramento di memorie adriatiche. Un annebbiamento dei sensi. Un capogiro. Cosa rimane quando non si ha più niente da perdere?""""" -
Lucrezia, i tuoi sogni
Lucrezia Malpigli, una giovane bellissima, cresciuta tra Lucca e Ferrara, circondata dai piaceri del lusso e della raffinatezza, viene data in sposa a un uomo del quale non è innamorata: Lelio Buonvisi. Presto però lo tradisce con un uomo che conosce fin dall'infanzia, Massimiliano Arnolfini, suo coetaneo e troppo meno nobile di Lelio. I due amanti sono legati da una passione indomabile che li indurrà all'assassinio di Lelio. Il processo contro Lucrezia, Arnolfini e i sicari, con grande spreco di interrogatori, torture e delazioni, porterà Lucrezia in convento, dove rimarrà fino alla morte. Con mano sicura, Silvana Bedodi ci guida nei meandri di un'anima lacerata non dal dubbio (non c'è mai in Lucrezia pentimento) ma dalla rabbia di avere perduto la vita in nome del decoro (il denaro) e delle norme coercitive di una società ipocrita. -
Griot. Il maestro della parola
Nel linguaggio corrente il termine griot viene tradotto come ""cantastorie"""". Ma il griot dell'Africa Occidentale è una figura poliedrica che racchiude varie sfaccettature, essendo storico orale, genealogista, cantore di lodi e musicista professionista appartenente a una vera e propria casta che si tramanda di generazione in generazione quest'arte detta """"jeliya"""". Nelle società mande del Mali e della Guinea la conservazione e la trasmissione del sapere si fondano su un patrimonio di conoscenze tramandato in forma cantata o declamata, con l'accompagnamento di strumenti musicali tradizionali, come la """"kora"""", lo """"ngoni"""" e il """"balafon"""". Il depositario di questo patrimonio, che coincide con la memoria collettiva di un popolo, è proprio il griot a lui spetta il difficile compito di tener vivo il passato per permettere agli uomini di costruire la società del presente e del futuro. testo di D'Amico offre un accurato ritratto della figura del griot, dalle prime fonti documentate storicamente alla sua rappresentazione nella produzione filmica, con l'obiettivo di mettere in luce il ruolo che ha svolto nell'Africa postcoloniale e che attualmente svolge nella società contemporanea. Attraverso un solido apparato bibliografico vengono esaminati i repertori dell'arte dei griots, i generi e gli stili musicali, gli strumenti tradizionali e le formazioni orchestrali statali, fino alle ibridazioni che di recente hanno caratterizzato il panorama della world music.""