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Gli impiegati
Kracauer mette insieme un ""mosaico"""" per definire chi sono gli impiegati: con preveggente intuizione l'autore comprende che l'impiegato - questa figura lavorativa in forte espansione nella Germania degli anni Venti - sarebbe diventato decisivo per la storia del lavoro e della società nei decenni futuri. Gli impiegati condividono con i proletari la condizione economica, ma in loro """"continua a vivere lo spettro di una condizione borghese scomparsa"""". In queste pagine Kracauer dà vita al ritratto dell'uomo della classe media, rinchiuso in un egoismo narcisistico che è cieco dinanzi alla propria condizione e al proprio futuro e la cui esistenza è ridotta a ingranaggio al servizio del consumo e dello spettacolo. Un ritratto dell'impiegato europeo degli anni Trenta in cui si profila la condizione del lavoratore contemporaneo. Con un saggio di Maurizio Guerri e una nota di Luciano Gallino."" -
Adbusters. Ironia e distopia dell'attivismo visuale
Nato sulle matrici della riflessione situazionista di critica alla ""società dello spettacolo"""", il collettivo canadese Adbusters rappresenta una delle realtà più interessanti dell'attivismo internazionale. Sulle pagine della loro omonima rivista propongono da diversi anni il culture jamming, pratica artistica che sovverte il linguaggio pubblicitario con parodie e détournement per liberare il consumatore dal ruolo di ricevente passivo e suggerirgli un consumo critico. Il tema di indagine è l'analisi dei processi che individui, collettivi e movimenti sociali hanno compiuto negli ultimi trent'anni per salvaguardare l'autonomia della mente dal dominio psico-mediatico, con forme di contestazione come Occupy Wall Street, movimento nato proprio sulle pagine della rivista. Questo libro, che presenta inoltre una selezione di opere e saggi da loro pubblicati, è uno strumento utile per comprendere il modus operandi e l'impatto di un fenomeno tra i più sovversivi degli ultimi anni."" -
Ma in fondo, delle note, chissenefrega. Vita, romanzo e miracoli della Banda degli Ottoni a Scoppio. Ediz. illustrata
Dal 1985 la Banda degli Ottoni a Scoppio continua ininterrottamente a presidiare ogni piazza sul suolo di Milano. Accanto ad antifascisti e lavoratori, da trentacinque anni imbraccia gli strumenti per dare voce agli ultimi e agli indifesi. Ma perché una banda? Perché pratica democrazia, anarchia, comunità, umanità nuova. Trentacinque anni, trentacinque capitoli, più un preludio e una coda aperta al futuro. Un capitolo, un aspetto della banda; ogni sezione, poche pagine: filosofia d'accatto, storia romanzata, memorie. Parole, foto, articoli, liriche, disegnini, figurine; link a video, partiture, testi di canzoni, musiche d'accompagnamento degli attimi raccontati. ""Ma in fondo, delle note, chissenefrega"""", raccontati dai bandi(s)ti stessi, orchestrati da Guido bomba Tassinari, fotografati da Danilo kiver Borrelli e illustrati da Gabriele ilfisa Orlando, è l'esilarante e accorato memoir di una banda che non ha mai smesso di resistere."" -
Decolonialità e privilegio. Pratiche femministe e critica al sistema-mondo
Per uscire dal colonialismo non ci si può limitare a decostruire, ma bisogna trovare il modo di agire per trasformare il mondo. Non creare un nuovo paradigma ma distruggere i paradigmi esistenti. Quante volte hai pensato a cosa ci sia dietro la parola ""scientifico""""? Quante volte hai dato per scontato che la scientificità di un sapere valesse per tutti, ovvero fosse universale? La cultura europea ha stabilito quale fosse il sapere scientifico, da considerare l'unico vero, creato in relazione a epistemi occidentali. Tutto il resto è stato poi derubricato a sapere subalterno. L'accademia occidentale deve rinunciare al privilegio di produrre il discorso dominante. A partire dalla sua esperienza personale, Rachele Borghi ci racconta com'è possibile dare battaglia alla colonialità."" -
I senza patria. La solitudine degli italiani in un mondo di nazioni
Gli Stati nazionali tornano a mostrare la loro importanza, ma l'Italia, unico tra i grandi Paesi occidentali, rifiuta di agire come nazione fra le altre e delega tutto all'Unione europea. Secondo Mimmo Porcaro questa perniciosa snazionalizzazione del Paese non è dovuta solo ai pur gravi ""errori"""" di ordine economico di cui è intessuta l'Unione monetaria. Essa nasce da una scelta di politica estera, a sua volta dettata dalla politica interna: i nostri gruppi dirigenti hanno trovato nella subalternità all'Unione europea il modo per imporre ai lavoratori italiani quell'obbedienza che non riuscivano a imporre altrimenti. Per liberarsi dai soffocanti vincoli europei è quindi necessaria una politica estera opposta, che costruisca lo spazio cooperativo in cui perseguire un interesse nazionale definito a partire dai bisogni delle classi subalterne. Ciò indica come la nazione non sia il monopolio della destra (che la esalta a parole, ma prepara nuove dipendenze), bensì la chiave di una rinnovata strategia socialista."" -
Profiles. Ritratti di cose e persone da un'isola in mezzo all'Atlantico
"Profiles"""" è un ritratto declinato in forma plurale, uno per ciascuna delle persone coinvolte, che intende rovesciare, con la forza di un antidoto, i 'profili digitali' che il mercato globale ci assegna trasformandoci unicamente in consumatori. Gli ingredienti di questo 'antidoto' messo a punto da Premiata Ditta sono principalmente due: il legame affettivo, che costituisce il versante qualificante della relazione, e il tempo. L'uno è condizione dell'altro. Non si tratta solo del tempo come durata del processo, che accorpa, come in altri progetti degli artisti, lo svolgersi della vita, ma del tempo come forma di dedizione, di cura e di dono. È il tempo dedicato a disegnare il profilo dei molteplici oggetti custoditi, accumulati, dimenticati in angoli di casa scelti da ciascun partecipante. È il tempo del racconto, dipanato intorno a gesti e storie dei singoli personaggi cui la scrittura conferisce una consistenza epica. È il tempo della ricerca, per assegnare agli oggetti e ai marchi un luogo di origine e dimostrare, rendere tangibile, che ciò che ci accomuna può anche passare attraverso la nostra condizione di consumatori, sulla quale si innesta la nostra irriducibile singolarità, individuale e collettiva."""" (Dall'Introduzione di Francesca Comisso)" -
La cultura del falso. Inganni, illusioni e fake news
La gravità delle fake news, nelle loro diverse articolazioni, ha assunto delle dimensioni così rilevanti da farle divenire oggetto di discussione ricorrente nei vari ambienti scientifici, culturali e politici. A queste si aggiungono post-truth, bullshits, deepfake che compongono un quadro particolarmente complesso in cui emerge chiaro l'imporsi sempre più deciso della ""cultura del falso"""" all'interno della nostra contemporaneità. Uno degli intenti di questo volume è quello di offrire, attraverso la prospettiva interdisciplinare dei visual culture studies, strumenti accurati e mirati per contrastare i caratteri più nefasti di tale cultura. Ma non solo. Le indagini qui proposte intendono mettere in luce anche i caratteri positivi e la genealogia della """"cultura del falso"""", individuando importanti suggestioni provenienti dal mondo di cinema, teatro, videoarte e letteratura. I saggi dei trenta studiosi coinvolti e le opere dell'artista Benedetto Poma danno vita a un caleidoscopio di analisi, ricerche e riflessioni in cui le parole si intrecciano con le immagini per far immergere lo spettatore all'interno di una disamina ampia ed esaustiva di uno dei fenomeni culturali più rilevanti della nostra epoca."" -
Il metodo storico-critico per una nuova filosofia delle matematiche
I testi di Maximilien Winter qui tradotti, scritti tra il 1905 e il 1910 e poi confluiti nel volume ""La méthode dans la philosophie des mathématiques"""" con leggere modifiche, si caratterizzano per l'esigenza, comune ad altre figure del pensiero filosofico-scientifico europeo tra '800 e '900, di ridefinire il ruolo della filosofia nei confronti delle scienze e di gettare le basi di una filosofia delle scienze e delle matematiche, in particolar modo in una prospettiva decisamente post-positivistica. Le non comuni analisi condotte sui lavori di Hermite, Poincaré, Du Bois-Reymond, Cantor, Hilbert e sulla nuova logica di Russell gli hanno permesso di avere una visione integrale e non normativa del corpus delle matematiche, sino a delineare, sulla scia dei lavori di Mach, una metodologia storico-critica in grado di cogliere la loro autonomia e la crescente complessità; inoltre, i contributi di Winter hanno dato una diversa e decisiva piega a quel particolare filone, unico nel suo genere, di philosophie mathématique, sviluppatosi in area francofona, sino a costituirne il primo capitolo di un nuovo percorso proseguito prima da Albert Lautman e poi da altre figure della seconda metà del '900."" -
«Come le tele de' ragni atte a fermare sole le mosche». La moda tra controllo e mercato (secoli XVII-XVIII)
La delimitazione geografica e cronologica di questo lavoro - i secoli XVII-XVIII in Italia - vuole cogliere il segmento temporale nel quale la ""moda"""", il lusso e le leggi suntuarie sussumono un ruolo più specifico in un confronto non solo fra i sempre più autonomi stati nazionali, ma anche con mondi lontani solo da poco scoperti. L'abbigliamento è sempre esistito, in quanto risponde a un istinto primario, quello del coprirsi, e quindi del vestirsi, e con esso anche il lusso, come anche le leggi suntuarie che indicavano i limiti, soprattutto etici, del vestirsi. Ma è l'entrata """"Mode"""", nella sezione arts dell'Encyclopédie che ne delinea il nuovo ruolo e l'ormai già avvenuto processo storico. La grande attenzione dedicata alle tematiche culturali e ai nuovi fenomeni di diffusione dell'abbigliamento al di fuori delle corti e dei palazzi ha insieme prodotto forme di repressione dell'ostentazione di abiti di lusso. In questo, snodo fondamentale è stato il Seicento, preludio della modernità, che ha contrassegnato un'epoca di profonde trasformazioni culturali, ideologiche e scientifiche: è questo il secolo di Galilei, Bacon e Cartesio tra gli altri. Nello spazio lasciato aperto tra le sempre più massicce importazioni estere e le conseguenti leggi a sostegno della produzione italiana, tra l'imitazione dei modelli stranieri e la volontà di manifestare la propria creatività, in generale in ambito culturale e in quello artistico in particolare, tra la tendenza a seguire le norme e il desiderio di evasione, si dispiegano le pagine di questo lavoro."" -
Ancora una filosofia della storia per l'educazione. Contributo a molti contributi del secolo
Se la storiografia contemporanea ha evidenziato il primato di Johann Gottfried Herder nella fondazione di una identità di nazione e di popolo in senso etnico-naturalistico, meno noto è certo il suo ruolo di padre fondatore di una idea di storia culturale capace di valorizzare gli aspetti antropologico-etnografici, linguistici, religiosi, artistico-culturali che concorrono alla Bildung dell'umanità. Violento pamphlet contro la concezione illuministica della storia, commisurata a un ideale sovrastorico, universalistico e cosmopolitico di ragione, ""Ancora una filosofia della storia per l'educazione dell'umanità"""" è il primo manifesto di una nuova visione storica che percorre l'intera ricerca herderiana. Innanzi a essa si dispiegano l'intreccio e lo sviluppo del carattere delle civiltà, nell'irriducibile individualità della lingua, dei costumi, della religione e dell'arte. L'autentica comprensione storica è così chiamata al compito di far rivivere, con la forza del sentimento oltre che dell'intelletto, tutti i momenti di sviluppo della umana società nel suo singolare radicamento sensibile-naturale e nelle sue molteplici espressioni linguistico-culturali."" -
Camerun digitale. Produzione video e disuguaglianza sociale a Douala
L'Africa sta attraversando una vera e propria rivoluzione digitale. I giovani, tenuti ai margini in società fortemente gerontocratiche, sono i protagonisti indiscussi di questa trasformazione. Come la diffusione di nuove tecnologie interseca forme radicate di diseguaglianza ed esclusione? Questo libro affronta la questione dalla prospettiva dei giovani di Douala, la capitale economica della Repubblica del Camerun, attraverso l'analisi della loro produzione di video di fiction. Immergendosi nel mondo sociale dei cineasti, il volume ricostruisce le caratteristiche di una pratica mediatica ambigua, allo stesso tempo fonte di riscatto e segno di marginalità, che accende i riflettori sulla condizione di esclusione dei giovani camerunesi, riuscendo a tratti ad alleviarla. -
Smart citizens. Il metodo innovativo di CULT Community Hub di Perugia
Il libro esamina l'origine e l'attività di CULT Community Hub Perugia in quanto intelligenza collettiva. Attraverso un progetto di ricerca della durata di un anno, il volume presenta un metodo innovativo per creare smart citizens e un cyberspazio dedicato alla soluzione di alcuni problemi sociali particolarmente avvertiti dagli studenti universitari, come la gestione delle informazioni sulla mobilità nei luoghi chiave della città di Perugia. Il libro si divide essenzialmente in tre parti. La prima ricostruisce brevemente la storia di CULT; la seconda descrive il processo di ricerca attivato sul campo (attraverso quattro fasi: costituzione del gruppo di lavoro; individuazione del problema; proposta di soluzioni; scelta della soluzione); la terza riporta i principali risultati e quelli tradotti in azioni. -
Teoria sociale. Un percorso introduttivo
Chi siamo? Dove siamo? Quando siamo? Questioni solo apparentemente intuitive, intorno alle quali è possibile intraprendere un percorso nella teoria sociale. Questo volume propone un'introduzione ai problemi sollevati dallo studio della vita sociale e ai concetti che sono stati avanzati per comprenderla. Analizzando le figure attraverso le quali il soggetto sociale è stato pensato, emergono anche le coordinate storico-culturali ed epistemologiche che fanno da sfondo alle diverse teorie della società. A partire dallo studio della folla sino ai new media, è possibile riscontrare la persistenza di un insieme di interrogativi fondamentali che riguardano le possibilità e i limiti della coesistenza. -
Veri falsi. Gli inganni, le copie e le contraffazioni tra arte, filosofia, letteratura, scienza e storia
Il falso oggi ha cattiva fama, ma non è sempre stato così. Nel mondo antico era un archetipo molto più sfaccettato. Da un lato, l'inganno, Apáti, figlio di Nýx, la notte, e di Érevos, le tenebre, è una delle calamità fuggite dal mitico vaso di Pandora. Dall'altro chi sa usarlo è ammirato, come lo scaltro Ulisse, ""maestro d'inganni"""". Il falso è stato dunque considerato un po' la controfigura del vero, o il suo fratellino discolo. Ma la realtà della falsificazione è, nel bene e nel male, molto più articolata e complessa. Questo volume indaga la tematica del falso nell'arte, nella storia, nella filosofia politica, nella produzione letteraria, nei media e nella società dello spettacolo. Nove prospettive differenti, accomunate dalla consapevolezza che il falso non è meramente il contrario del vero ma, come sosteneva Gilles Deleuze, è una forza produttiva, in grado di mutare in modo spesso decisivo la realtà."" -
Voci d'archivio. Fonografia e culture dell?ascolto nell?Italia tra le due guerre
Fissare l'effimerità della voce in una forma permanente è una possibilità portata in dote dalle tecnologie del suono che l'Italia coglie in netto ritardo rispetto agli altri paesi europei, inaugurando la costruzione del ""patrimonio fonico nazionale"""" soltanto nei tardi anni Venti del Novecento. Attraverso uno spoglio di documenti originali e periodici dell'epoca, Voci d'archivio ripercorre l'istituzionalizzazione della fonografia a mezzo archivistico soffermandosi da un lato sulle vicende e sui dibattiti che portarono alla fondazione della Discoteca di Stato e dall'altro sui modi diversi in cui le potenzialità del nuovo medium vennero concepite e messe in opera dalle parti in causa. Uno sguardo ravvicinato a discorsi e pratiche che guidarono le prime applicazioni della fonografia, utile a riconoscere la natura tecnologicamente e culturalmente mediata di quella che chiamiamo memoria sonora."" -
Effemeridi del film. Episodi di storia materiale del cinema italiano
Effemeridi del film si occupa dei cosiddetti ""ephemera"""" - documenti, perlopiù di carta, spesso prodotti sulla spinta di un'urgenza emotiva, intellettuale o artistica, solitamente destinati a una comunicazione transitoria - come fonte di storia del cinema. Il volume offre una serie di analisi di oggetti culturali originali (album di ritagli, scrapbooks, cigarette cards, ecc.) e, attraverso questi casi di studio, sviluppa una riflessione teorica e metodologica intorno alla nozione di """"ephemera"""", muovendo da alcuni studi pionieristici nel campo dei film studies e dalle ascendenze del """"nuovo materialismo"""" nel campo della storia dei media e dell'archeologia dei media per approdare a un'accezione ampia del termine, comprensiva di paratesti e """"minor media"""". Prendendo in esame fondi archivistici privati e istituzionali, materiali e miscellanee provenienti da collezionisti e da archivi, il libro getta un ponte tra la storia dei film e il contesto nei quali i film sono mostrati e visti, il reticolo di discorsi che avvolge produzione e consumo, il ruolo del cinema nella vita quotidiana e il suo spazio nelle vite individuali."" -
Un progetto di liberazione. Repubblica, sovranità, socialismo
Il contesto geopolitico attuale, che Manolo Monereo e Héctor Illueca analizzano in questa opera, è segnato dal declino degli Usa e dall'inizio di una nuova era geopolitica caratterizzata dall'instabilità, dai conflitti sociali e, molto probabilmente, dalla guerra. Tutto questo nel bel mezzo di una crisi estremamente grave del progetto europeo e di una frattura territoriale di imprevedibili conseguenze in Spagna. La chiave per uscire dalla crisi è riappropriarsi della sovranità, fuori dalle asfissianti catene di un'Unione Europea esclusivamente funzionale all'egemonia tedesca e dei paesi del Nord, per costruire il socialismo del XXI secolo attraverso l'unità popolare della maggioranza sociale. -
Hanno visto tutti! Nella mente del tifoso
"Il calcio è solo un gioco"""", """"Era meglio il calcio di una volta"""", """"Sfogarsi fa bene"""". Il calcio è probabilmente il gioco più denso di luoghi comuni tra tutti gli sport. Attraverso discipline come l'antropologia, la psicologia e la sociologia, Capuano si diverte a dissezionare la mente del tifoso, dimostrando come """"la tentazione di gridare al complotto, all''arbitro venduto', di imputare determinate condotte a perfide cospirazioni, intenzioni malevole, disegni di palazzo, può essere stemperata dalla consapevolezza che gli errori, le idiosincrasie, i passi falsi degli eroi del calcio sono dovuti più all'assetto della nostra mente che a trame ineffabili ordite in luoghi nefandi""""." -
L' età dell'oikocrazia. Il nuovo totalitarismo globale dei clan
Il trionfo del capitalismo neoliberale ha assunto ormai i contorni di una clanizzazione della società e dell'economia globale. I principali protagonisti di questa fase storica non sono più gli stati-nazione, ma gruppi che agiscono come clan: mafie, gang, terroristi, signori della guerra, ma anche partiti e alte sfere della finanza e delle corporation multinazionali. Il network di questi gruppi ha dato vita a una nuova forma di governo, che Fabio Armao definisce ""oikocrazia"""": la prevalenza degli interessi privati su quelli pubblici. Stiamo per precipitare in una nuova forma di totalitarismo, un inquietante """"Behemoth globale"""" da cui Armao ci mette in guardia, invitandoci a cambiare la nostra visione del mondo."" -
Un mondo da guadagnare. Per una teoria politica del presente
In ""Un mondo da guadagnare"""" Sandro Mezzadra presenta una sintesi delle sue ricerche dell'ultimo decennio, culminate nei fortunati volumi scritti con Brett Neilson sui confini e le spazialità della logistica, rilanciando sul piano dell'analisi delle dinamiche del capitalismo contemporaneo e interrogandosi sulle prospettive politiche che si aprono nel presente. Le migrazioni, l'impatto della crisi economica, il declino delle forme tradizionali della democrazia, l'emergere di nuove spazialità politiche, le forme mutevoli assunte dal lavoro e dalle dinamiche di valorizzazione del capitale: questi e altri temi sono vagliati alla luce di un dialogo con i """"classici"""", Du Bois, Fanon, Foucault e, soprattutto, Marx, a partire dall'esigenza di rintracciare il filo rosso che lega fenomeni troppo spesso analizzati in maniera parziale e isolata. Un mondo da guadagnare si presenta quindi non solo come un contributo critico sul presente, ma anche, e soprattutto, come un testo militante, che si vuole interno alle lotte presenti e a venire.""