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Il paradosso della giustizia. Levinas e Derrida
Per giungere a quell'equilibrio instabile che la giustizia richiede, tra l'universalità della norma e la particolarità del caso, tra l'imparzialità del giudizio e l'unicità di ogni singolo individuo, la tradizione filosofica ha elaborato varie proposte. Alcune maggiormente universalistiche, dando rilievo alla necessità di uguaglianza e formalità dei principi; altre invece hanno privilegiato l'individualità dell'oggetto, irriducibile alla legge. Difficilmente si è riusciti a evitare che una istanza prevalesse a scapito dell'altra. La strada che Levinas e Derrida scelgono di percorrere, per quanto riguarda questo tema, cerca proprio di confrontarsi con questa esigenza, e lo fa attraverso una logica altra, quella del paradosso, capace di cogliere il carattere dinamico e sempre a-venire della pratica di giustizia. Il qui presente testo si propone di ricostruire questa paradossale giustizia, attraverso il dialogo, non sempre armonico, tra i due autori. Nel fare ciò l'auspicio è quello di rintracciare i principali fondamenti di un nuovo paradigma, per una giustizia che insieme permetta di «comparare gli incomparabili» e «calcolare l'incalcolabile». -
Renewing Hermeneutics. Thinking with Paul Ricoeur-Renouveler l'herméneutique. Penser avec Paul Ricoeur. Nuova ediz.
Con saggi di John Arthos, Mauricio Beuchot, Irene Breuer, Carla Canullo, Daniel Frey, Orsi Hunyady, Johann Michel, Maria Teresa Russo, Pascal Sauvayre, Alison Scott-Baumann, Yasuhiko Sugimura, Marc-Antoine Vallée. -
La filosofia e l'immagine del metodo
Il libro affronta la questione indagando tre prospettive, quella critica (Kant), dialettica (Hegel) e fenomenologico-ermeneutica (Heidegger). Tre immagini del metodo che, pur in modo diverso, hanno messo in gioco lo statuto scientifico del sapere filosofico, la sua collocazione rispetto al mondo e la definizione del suo modo di essere e del suo senso. Attraverso uno spaccato significativo della storia della filosofia, lo scopo del libro è restituire l'elemento più fortemente problematico del rapporto tra filosofia e metodo: l'esperienza paradossale della riflessione come esercizio speculativo del pensiero. -
Restare vivo
«Quelle sono state le ultime cose che abbiamo fatto insieme, se l'avessi saputo ti avrei detto ti voglio bene, ti avrei stretto in uno di quegli abbracci che non ci siamo mai dati, che tra di noi sono sempre mancati. Dopo qualche minuto è squillato il telefono di casa, mia sorella era ancora a dormire nella sua cameretta. Guardai l'ora, le tre di notte erano passate da poco. Dall'altra parte del telefono c'era la mamma che mi diceva di chiamare un'autoambulanza, la sua voce era debole, priva di dramma. Eri svenuto mentre stavi guidando e vi eravate andati a schiantare contro un muro». Dieci anni fa mio padre è morto a causa di un aneurisma al cervello, una morte rapida, improvvisa. Più o meno nello stesso periodo ho iniziato a soffrire di terribili attacchi di panico e sono stato colpito da una profonda depressione che mi ha portato ad un uso massiccio di farmaci e a manie suicide. Questa è la storia di come sono riuscito a restare vivo. -
Corpi soggetti. Edmund Husserl, Edith Stein, & gli altri
Come leggere il legame del corpo a un principio vitale che chiamiamo io, consapevole di sé e degli altri? Il libro presenta alcuni nodi teorici della filosofia contemporanea - fenomenologia e linguaggio, atti di coscienza e atti di lingua, intenzionalità e performatività - e una questione dirimente, inserita sotto il titolo embodiment - le teorie incorporate della mente elaborate dalle neuroscienze, il ruolo del corpo vivo nella cognizione sociale e nel sistema mirror -, ma la cui origine risale alle ricerche fenomenologiche di Husserl: ""L'intera coscienza di un uomo è in certo qual modo legata al suo corpo vivo, attraverso la sua base hyletica"""". Gli altri sono qui evocati in un duplice rimando, storico-teorico e multidisciplinare: l'analisi dell'esperienza estranea, dei corpi-soggetti o altri io, che per Husserl e Stein risponde all'obiezione del solus ipse e rimanda alla coscienza corporeo-vivente, non viene studiata isolando i risultati conseguiti dalla fenomenologia, che pure sono ritenuti validi, ma inserita nel confronto con alcuni procedimenti metodologici del pensiero contemporaneo, altri dalla fenomenologia - filosofia del linguaggio, Philosophy of Mind, neuroscienze, psicologia, psicoanalisi."" -
Straniero
"I barbari sono uomini che balbettano, il cui linguaggio non ha nulla di umano ma si riduce a suono inarticolato e privo di senso, gli Ebrei rifiutano ogni rapporto con gli altri popoli e sono chiusi nell’incomprensibile culto del loro unico dio, mentre una purezza immune dai vizi della civiltà ispira a Sciti e Germani un istintivo rispetto della giustizia. Sono solo alcuni aspetti di una riflessione sull’Altro che percorre l’intera storia delle culture antiche, tra arroccamenti identitari e spinte all’integrazione, relativismo dei valori e rigida proclamazione di una superiorità refrattaria ad ogni apertura, e che ha segnato in profondità l’immaginario dei secoli a venire. Straniero ricostruisce le tappe e i chiaroscuri di questa straordinaria avventura intellettuale.""""" -
Il canto e il veleno. Bucolici greci minori
Virgilio, Ovidio, Tasso e forse lo stesso Leopardi non sarebbero stati gli stessi senza i cosiddetti bucolici greci minori e il loro contributo all'evoluzione del sogno pastorale. Il tempo non è stato cortese con questi autori, che per molti aspetti ancora sono avvolti da un fitto mistero. Quel che abbiamo è però sufficiente per apprezzarne il rilievo storico-letterario e soprattutto godere momenti di avvincente poesia, si tratti della dolce eleganza di Mosco Siracusano, del pathos bruciante dell'Epitafio di Adone di Bione di Smirne, o del vertiginoso compianto dedicato a quest'ultimo da un oscuro seguace. Ignorata sinora dai non specialisti, con una nuova e aggiornata traduzione in versi e un'Introduzione di ampio respiro, l'opera di questi poeti è per la prima volta presentata al vasto pubblico, che potrà riconoscervi, peraltro, i motivi fondanti della bucolica di sempre: il canto d'amore e l'amore del canto, vanamente insidiati dai diversi veleni del comune soffrire; il disegno di un mondo alternativo al presente, nel quale soggiornare fantasticamente ad libitum. Con la prefazione di Alessandro Fo. -
Creatività responsiva
"Responsività"""" (Responsivitdt) è un termine chiave della fenomenologia waldenfelsiana: una fenomenologia incentrata, in ogni sua possibile declinazione, sull'esperienza dell'estraneo quale si annuncia, sotto forma di pathos, nella sua irriducibile, estrema radicalità. Bernhard Waldenfels deve il termine in questione —se lo si assume nella sua accezione più generale - al neuropsicologo Kurt Goldstein, autore di un lavoro sull'organismo, ancora oggi attuale, che ha fortemente segnato la cultura del Novecento: Der Aufbau des Organismus. Con gli scritti di Merleau-Ponty, l'opera di Goldstein qui ricordata ha contribuito a promuovere il processo di sviluppo ed elaborazione dell'originale fenomenologia di Waldenfels. """"Responsività"""" designa, nel senso indicato, la capacità (o incapacità in caso di patologie), in un individuo animale (umano e non umano), di rispondere adeguatamente alle richieste del proprio milieu. In questo nuovo saggio capace di restituire, nella meraviglia, il pathos stesso della filosofia, Waldenfels illumina, in un'ottica """"terapeutico""""-trasformazionale, il nesso che sussiste tra il fenomeno della creatività e quello della responsività. Introduzione di Roberta Guccinelli." -
Il pensiero. Rivista di filosofia (2021). Vol. 601: Sulla critica.
La ricchezza delle determinazioni, delle esperienze, degli stili di pensiero che è possibile ricondurre sotto una delle parole più fortunate della modernità, critica, rende forse difficile delimitarne rigorosamente l'uso, o perlomeno recensirne le numerosissime declinazioni. Alla ovvia difficoltà comportata dall'ampiezza dell'orizzonte che occorrerebbe perlustrare, si aggiunge un'ulteriore complicazione, comportata dal fatto che, entro la tradizione critica della modernità (tradizione critica: un ossimoro non più avvertito come tale), si è fatto necessario volgere la critica in autocritica e rimeditare incessantemente le condizioni del suo esercizio. A che punto è dunque, oggi, la critica? È ancora critica la postura del filosofo, ed è sufficiente essere critici, nel senso più generale del termine, per pensare en philosophe? Come debbono essere avvicinate queste due parole, critica e filosofia? In quali ambiti si può e si deve dire oggi, come Kant dice nella Critica del Giudizio, che la critica tiene il luogo della teoria? Critica significa, per la filosofia, rassegnarsi a una vena malinconica e impotente, o mantenere il rigore e finanche la spietatezza della differenziazione? -
La psicologia di Dante
Scritto a soli 25 anni, ""La psicologia di Dante"""", apparso nel 1884, rappresenta uno dei primi contributi della produzione simmeliana. Ci viene offerto un quadro del percorso culturale dantesco: l'ingenua devozione giovanile, gli interessi politici dell'età matura, l'adesione alla Scolastica, la convinzione più tarda di una fondamentale inadeguatezza di tutto ciò che è terreno. Simmel non attenua il contrasto tra le varie fasi della vita del poeta, anzi vuole """"vedere il conflitto"""", vuole assistere allo scontro tramite cui dalla vita emergono le forme di un'epoca. Il rapporto tra intelletto e indole, tra anima e corpo, tra rivelazione e salvezza, tra linguaggio e pensiero, e ancora la questione del libero arbitrio, dell'immortalità, il senso del peccato, il governo del mondo sono temi letti alla luce di un fondamentale dualismo che anima la psicologia dantesca. Il testo inaugura quasi un """"metodo di lavoro"""" e vi si può già intravedere lo """"stile"""" di Simmel, in cui i vari aspetti dell'umano - oggi rubricati separatamente sotto le etichette di psicologia, sociologia, teologia, economia, politica, estetica - vengono tenuti insieme nell'interazione reciproca tra l'individuo e il suo tempo."" -
Immanuel Kant. L'architetto della «Neuzeit». Dall'abisso della ragione il fondamento della morale e della religione
La filosofia trascendentale di Kant segna una svolta radicale nella concezione tradizionale del mondo e dell'uomo: il passaggio dalla ""necessità"""" dell'essere alla 'libertà' del dovere. Infatti, la dislocazione dello sguardo del filosofo dall'analisi dei concetti che dicono come """"è"""" il mondo, alla operativa dimostrazione del modo in cui l'uomo dà forma al proprio mondo - e cioè: l'""""operazione"""" che caratterizza la logica trascendentale, che Kant paragonò alla """"rivoluzione copernicana"""" - non si arresta alla sfera 'logica', ma investe la prassi, il diritto e la morale, quindi l'esperienza religiosa."" -
Corsi di filosofia. Liceo «Blaise Pascal» di Clermont-Ferrand
Tra il 1883 e il 1888 Bergson insegna al Liceo ""Blaise Pascal"""" di Clermont-Ferrand. Si tratta di un periodo cruciale per la sua formazione: scrive le due tesi di dottorato, in particolare Il saggio sui dati immediati della coscienza, e svolge la professione docente, affinando le sue abilità oratorie e comunicative. Proporre in italiano la traduzione di alcuni dei corsi tenuti a Clermont-Ferrand ha quindi un duplice scopo: da una parte si fornisce uno strumento importante per ricostruire il laboratorio del pensiero bergsoniano; dall'altra si ha modo di entrare nella classe di Bergson, vedere come conduceva le sue lezioni e formava le """"teste ben fatte"""" dei suoi alunni, per dirla con Montaigne. Bergson invita a ripensare la didattica attraverso un approccio per concetti, in cui l'insegnante è chiamato a fare filosofia """"con"""" i propri discenti e non semplicemente a impartire le nozioni principali dei grandi classici del pensiero."" -
La funzione della ragione
Il volume raccoglie e presenta tre conferenze tenute da A. N. Whitehead presso l'università di Princeton, nel 1929. L'anno è il medesimo della pubblicazione di Process and Reality, il capolavoro filosofico dell'autore. Whitehead era dunque giunto, alle soglie degli anni '30 e dopo un passato importante da matematico, a proporre per la prima volta in versione sistematica la sua visione processuale dell'universo, secondo una prospettiva metafisica maturata in un dialogo critico serrato con alcuni celebri esponenti filosofici del suo tempo: F. H. Bradley, B. Russell, H. Bergson, W. James. Le tre conferenze, qui pubblicate, non solo si pongono come una sintesi densa e un'introduzione ai temi di Process and Reality, ma ne lasciano emergere alcune questioni storico-critiche rimaste a margine, e intorno alle quali Whitehead non smetterà di interrogarsi no alla ne della sua attività intellettuale: entro quali limiti, e secondo quali scopi agisce la Ragione? Qual è stata la sua storia dai greci alla scienza contemporanea? -
Paradosso sull'attore
L'arte, secondo Diderot, trova il suo modello nella natura, ma nel Paradosso sull'attore afferma che il teatro è finzione e che l'arte dev'essere menzogna, affinché il suo effetto sia veritiero e capace di emozionare il pubblico. «Non si va a teatro per veder piangere», infatti, «ma per sentire discorsi che ci strappano le lacrime», sostiene uno dei personaggi messi in scena. Il vero paradosso di questo dialogo è però la tesi più nota e dibattuta, cioè che l'attore insensibile, freddo e capace di controllare le proprie emozioni, sia superiore all'attore passionale, che si lascia trasportare dai sentimenti del proprio personaggio. Un dialogo brillante, a tratti elusivo, che suscita interrogativi sul teatro, sull'arte, e che tratta alcuni grandi temi che dalla modernità giungono fino ai giorni nostri. -
Sibilla Aleramo. Notte in un paese straniero
Attingendo agli archivi privati della scrittrice, René de Ceccatty, romanziere e biografo dei maggiori scrittori italiani, ha approfondito la conoscenza di Sibilla Aleramo (nata Rina Faccio, 1876-1960), facendone la protagonista del romanzo di una vita che attraversò il Novecento: da Una donna (1906), la sua precoce autobiografia, ai suoi diari intimi, ritratto unico della vita intellettuale dalla Seconda Guerra Mondiale alla sua morte, è l'autrice di un'opera ricca e complessa, in cui narrativa, saggistica e poesia costruiscono la figura unica di una donna indipendente, ma sempre generosamente impegnata nella vita politica, socialista poi comunista. Di una bellezza stravolgente, Sibilla Aleramo fu un'amante appassionata, ma molto infelice. Dino Campana, Giovanni Papini, Umberto Boccioni, Salvatore Quasimodo e tanti altri hanno condiviso periodi emblematici della sua vita agitata, ma sempre autentica. Le sue amicizie con D'Annunzio, Emilio Cecchi, Gorki, Julius Evola o Valery Larbaud le permettevano di partecipare ad una vita letteraria internazionale. -
Folklore
Folklore, le ""conoscenze del popolo"""": una parola inglese, moderna, che descrive un fenomeno dalla storia lunghissima. Già gli antichi, infatti, avevano tutto un patrimonio di canti, giochi, indovinelli, scongiuri e magie, favole e spauracchi, proverbi, leggende e fiabe. Era la forma di cultura più accessibile: per molti l'unica, per tutti la prima, quella che in un certo senso ogni bambino apprendeva con il latte materno. E anche se la letteratura elevata tendeva a marginalizzare e ignorare questa dimensione, abbiamo numerose allusioni e frammenti che gettano luce su questo aspetto inedito della Grecia e di Roma. La comparazione con il folklore moderno e contemporaneo, evidenziando i punti di contatto ma anche le differenze, permette di contestualizzarlo e comprenderlo meglio. L'eredità dei Greci e dei Romani non comprende solo le tracce materiali della loro civiltà o gli splendidi frutti della loro arte e della loro letteratura: queste culture hanno consegnato all'Occidente anche un vocabolario per descrivere il mondo, catalogare le forme della vita associata, organizzare le avventure dell'intelligenza o la percezione del corpo e della natura. Ecco perché esplorare quel vocabolario significa per un verso guardare agli antichi da un osservatorio privilegiato, in grado di restituire l'immagine di una straordinaria esperienza storica, per l'altro riconoscere loro la funzione di interlocutori dei quali non possiamo fare a meno per pensare le grandi questioni del nostro tempo."" -
Phàsis. European journal of philosohy (2021). Vol. 6: pudeur et la honte, La.
Alcuni importanti filosofi europei discutono della necessità del pudore per la salvezza della società contemporanea. -
L' auditorio di Görlitz
La poesia non avrà la forza di impedire gli eventi, ma ha la possibilità di divenirne racconto. Non modifica fatti, o almeno non direttamente, ma ne è presa di coscienza, espressione lucida e ferma. Accanto ad altri, questo è uno dei principi emersi dalle riflessioni di Farré, che passeggia instancabile per i luoghi sterminati della poesia. Ne frequenta i boschi, le città, i siti solitari e desolati - le soste ad Auschwitz e a Varsavia ne sono un esempio - stilando al suo ritorno dai viaggi una deliziosa e personale raccolta di riletture poetiche. Tali riflessioni non rimangono nello spazio dell'io ma vengono condivise con l'altro, il lettore; un lettore animato dallo stesso desiderio dell'autore: quello di avvicinarsi, quanto più possibile, all'essenza stessa della poesia. È, quello di Farré, un auditorio poetico-letterario, spaziale e esistenziale, in cui riecheggiano differenti sonorità: slovene, polacche, ceche, catalane e anglosassoni. -
L'accompagnamento
René de Ceccatty racconta gli ultimi giorni di Gilles Barbedette, morto di AIDS nel 1992. Dal punto di vista di un accompagnatore sull'ambiente ospedaliero, l’autore guarda con lucidità il suo amico e le sue ultime richieste. -
Democrazia
La democrazia greca in parte ci appartiene, in parte ci è estranea. È questa la ragione della sua attualità ma anche delle trappole alle quali siamo esposti nel parlare di quell'esperienza. Libertà, uguaglianza, partecipazione erano, nella democrazia greca, nozioni centrali, ma immerse in un paesaggio culturale e in dinamiche sociali proprie. Garantendo agli strati popolari e ai poveri pieno accesso alla cittadinanza, la demokratia stabiliva principi nuovi e meccanismi istituzionali originali per rispondere a nuovi bisogni, anzitutto di natura sociale, nella complessa realtà dell'Atene classica, rilanciando la questione (questa senz'altro ancora attualissima): chi ha diritto a far parte di una comunità politica?