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Il perdono del mare
Tredici racconti appartenenti al mondo fantastico che l'autore propone in un percorso letterario di grande pregnanza. Vicende di mare, di vento e di terre lontane in cui l'uomo protagonista soffre, gioisce, vive situazioni che accompagnano il suo itinerario di crescita e di liberazione. L'autore in queste pagine racconta non la sua storia, ma tante storie che vengono da lontano, che affondano le radici, quasi inconsapevolmente, nella sua più profonda intimità di pensiero e di sentimento. -
La natura e l'anima del mondo. Le frontiere della globalizzazione
Il complesso dialogo tra uomo e natura acquista connotati particolari, talvolta drammatici, in una contemporaneità in cui la globalizzazione può caratterizzarsi come una ""frontiera"""", limite e ostacolo alla Natura stessa. In un mondo fluido, ma al contempo pieno di ostacoli per la realizzazione di quella libertà che sembra promettere e non sempre mantiene, si evidenziano problematiche di vario tipo che stimolano il dibattito intorno a particolari tematiche: la questione ecologica, il destino dell'uomo e della terra, le massicce migrazioni di etnie, di popoli, la travagliata vicenda dei diritti umani, i contrasti fra dimensione globale e dimensioni locali, ecc. Il volume raccoglie i contributi di studiosi europei e latinoamericani che, in una prospettiva interdisciplinare e nella varietà dei differenti punti di osservazione, offrono un singolare strumento di approfondimento e di riflessione."" -
Lorenzo Viani. Tra la Senna e le Apuane: l'apocalisse del segno
A Dresda nel 1905 viene stilato il manifesto programmatico del gruppo Die Brüche (Il Ponte). Nello stesso anno Lorenzo Viani (1882-1936), espone al Regio Casinò di Viareggio, sua città natale, i primi lavori di timbro fattoriano e altri prevalentemente grafici, di atmosfera simbolista. Il suo personale espressionismo ""intensivo"""", pur avendo l'aggressività primitiva e l'estrema convinzione anti-accademica, è ancora nella fase embrionale. L'artista si formerà come espressionista sulle rive della Senna, con uno stile contraddistinto dalla propria emotività anarcoide. Importanti, anzi determinanti, saranno gli incontri con le opere di Vincent van Gogh e la pittura dei Fauves. Al rientro in Italia il suo percorso si pone nei binari dell'avanguardia: la sua produzione entra di diritto tra le più significative del primo Novecento non solo italiano ma europeo."" -
Giovanni Lomi. Le trasparenze del Novecento
La pittura di Lomi non ricerca la teatralità e ama soffermarsi su tutto quello che non è appariscente. I suoi paesaggi, le sue marine (che sono il suo soggetto più noto e più amato), le sue vedute della Vecchia Livorno, come quelle dei laghi lombardi, le sue campagne con greggi e pastori, i suoi angoli di cascinali dove qualche donna cuce all'ombra e nell'ombra, ci parlano di un'arte sommessa, che non persegue l'eloquenza o il clamore. Nell'ambito della tradizione macchiaiola della quale respira l'inclinazione al vero e la sincerità espressiva, Lomi si distingue per una particolare vocazione alla misura, evitando ogni tematica solenne, così come ogni aspirazione al sublime. Fondamentale, nel suo percorso artistico, resta la capacità di tradurre l'impressione in una rinnovata visione sintetica della realtà. -
Chi lo legge questo libro? Persone e sindrome di down
Un libro duro, schietto, eppure pieno di vita e di gioia, che rovescia i luoghi comuni e costringe a guardare la realtà negli occhi.Storie, riflessioni, appunti, lettere che sussurrano l'amore per la vita e parole che dichiarano rabbia e sofferenza, voci che non si rassegnano all'ingiustizia. I 30 anni dell'associazione Trisomia 21, l'evoluzione e i limiti della nostra società e del nostro Paese raccontati attraverso la voce di chi in prima persona ha vissuto e vive la sindrome di Down.Un libro duro, schietto, eppure pieno di vita e di gioia, che rovescia i luoghi comuni e costringe a guardare la realtà negli occhi; un condensato di informazione e di coraggio, per chi non ha paura dei sentimenti più forti e tiene aperta la porta a scoperte e sorprese.Anche molto belle. -
Parada opera
Un giornalista italiano vive in Spagna fin da bambino. Innamorato dell'Andalusia, e avviato nella professione, decide di raccontare gli sporchi intrecci fra politica e affari nella Marbella degli anni Novanta. Gli costerà caro: verrà isolato e schiacciato psicologicamente. Sarà vittima di una campagna denigratoria che gli farà perdere la fiducia in se stesso, e l'amore per il lavoro. Forzato a trasferirsi a Madrid, si lascerà vivere fra eccessi e frustrazione professionale. Ogni mattina si sveglierà insoddisfatto di essere diventato una persona gretta e insensibile. Passerà anni cercando di scrivere un libro, oggetto misterioso di cui tutti gli amici hanno sentito senza mai vederlo. Avrà la fortuna, però, di conoscere una donna per la quale valga la pena sforzarsi di migliorare. Con estrema naturalezza, il giornalista verrà condotto da Sofia fuori dalla spirale di abbrutimento e aridità affettiva che aveva contraddistinto la sua vita nella capitale spagnola. Inizieranno un idillio fatto di cose semplici, piaceri veri, passione bruciante, e decisioni difficili. Anche il libro sembrerà sul punto di venire pubblicato. -
Cinquanta
È lecito chiedersi in cosa hai sbagliato, mentre puntano la pistola alla tempia di tuo figlio? Cinquanta parla di armadi che si aprono e ne escono minacce. Parla di televisori che non si possono spegnere. Di bambini che si chiedono cos'è un televisore e che gusto c'è a vederci la gente dentro. Parla del futuro. Del passato. Del presente? Cinquanta poteva nascere solo in Italia.Niente allarmismi, Cinquanta è una specie di fantascienza. O forse no. -
Il diavolo di Rionero
Il romanzo ricostruisce, attraverso le vicende di personaggi veri e di fantasia, un periodo fra i più celebrati e, allo stesso tempo, controversi della storia: quello dell'annessione dei territori del Sud al nuovo regno italiano-sabaudo. Gli eventi si dispiegano attraverso un fitto intreccio di vicende riguardanti personaggi forse marginali per la storiografia ufficiale, ma che vissero insieme agli eroi risorgimentali illusioni e disillusioni, vittorie e sconfitte, euforie e frustrazioni. Ne è esempio la storia del famoso bandito Carmine Donatelli Crocco, nato appunto a Rionero in Basilicata, o quella di Ferdinando, prima garibaldino, poi brigante che combatte per la restaurazione del re Borbone, infine ufficiale dell'esercito sabaudo che si oppone alla marcia di Garibaldi sull'Aspromonte e agli stessi briganti. Un'opera che proietta la Storia, senza smentirla, in un universo di finzione proprio per approfondirne le ambiguità, in particolare quella relativa al rapporto fra gli ideali e la loro realizzazione. -
La ragazza dei giorni pari
Proprio quando il giovane e abile arrampicatore sociale Armando Vega crede di aver raggiunto i vertici della sua scalata, una serie terribile di eventi negativi lo spinge a compiere un atto disperato. La sua incapacità di togliersi la vita lo induce ad assoldare un killer per farsi uccidere. Improvvisamente, però, gli eventi negativi che lo avevano spinto a quella estrema decisione si mostrano non essere più tali e di conseguenza Vega non vuole più morire. Ma intanto l'uomo che ha fatto da intermediario tra lui e il killer viene eliminato in un regolamento di conti e il giovane si ritrova così nel mirino di un sicario psicopatico e incontrollabile. Quando poi scopre che sulla lista del killer, tra altri nomi, c'è anche quello del suo odiato quanto potente futuro suocero, Vega si rende conto che l'unico modo per salvarsi e salvare dalla furia del sicario le altre vittime designate, è quello di scovare il feroce killer e fermarlo. Salverebbe tra gli altri anche una nota e bellissima popstar, anche lei misteriosamente finita nella stessa lista di morte. Le cose si complicano fatalmente quando il giovane decide, per sottrarsi alla caccia del killer, di cambiare identità... -
Livida luna
Racconti taglienti e affilati come la lama di un serial killer. Rapidi e inattesi. Storie metamorfiche che trasformano il bene in male, i buoni in cattivi e viceversa. Brevi narrazioni per raccontare tutto il dolore e la pena che si annidano nella cosiddetta normalità e in una presunta innocenza, metafore dell'orrore con cui si fanno quotidianamente i conti: egoismi, disamore, arroganza, prepotenza, ansia di potere. -
Mani di vaniglia. Nascita di una mamma in 40 settimane
Quando una donna scopre d'essere incinta, sa che farà nascere un bambino, ma non sa che lei stessa sta per nascere di nuovo. Il racconto è il diario di una maternità voluta, desiderata e vissuta fino in fondo, con tanto di sconvolgimenti emotivi e ormonali, risate e lacrime, visite mediche e scoperte straordinarie della futura madre, soprattutto su se stessa, sul suo corpo e sul suo cuore. Un percorso che sembra lungo e che passa leggero, veloce come un soffio. Un'apologia della gravidanza serena in cui l'immaginazione è alimentata dall'idea che non sia una patologia, ma uno stato fisiologico, un modo di essere che dura nove mesi. Tutto perché un bambino nasca, insieme a una nuova famiglia e a una nuova donna che verrà chiamata col più zuccherino degli epiteti: mamma. -
Cumulo d'immagini infrante
Il libro è un lucido delirio, una confessione-interlocuzione dell'io narrante di fronte ai cadaveri dei propri genitori. Eutanasia da parte del padre sulla madre gravemente malata e suicidio di questo con una dose letale di ipnotico miscelato ad alcol. Un discorso a distanza, una ricognizione feroce e senza via d'uscita sul dolore e nel dolore: l'ineludibile gorgo di un'iniziazione alla sofferenza e alla negazione d'amore sulla pelle del protagonista senza nome. Figlio legittimo nato per caso e secondo fratello di un bambino tedesco adottato durante la guerra dai genitori che lo hanno trovato all'uscita di un rifugio dopo il bombardamento su Roma a San Lorenzo e su cui hanno riversato un morboso amore. Rendiconto estremo dalla seconda guerra al 1981, privo di pudore, sulla vita, sulla morte e sulle efferatezze di un'ipocrita pace borghese. Al di là delle apparenze sempre al limite della follia, traspare che l'ambiente familiare altro non è che una tana di serpi fatta di abusi e perversioni. Una discesa agli inferi: Ruggero, Emma e Aurelio come una Trinità al contrario. Al termine della discesa tutto sembra per un attimo acquietarsi ricomponendosi la fine con l'inizio, ""la lontana fotografia"""", quasi una luce catartica ma subito rappresa da rimorsi e sensi di colpa di espiazioni fallite omai cercate. Vane. Luce perciò fine a se stessa, non consolatoria, giammai assolutoria."" -
Una dea bendata. Un'avventura giudiziaria balorda e indimenticabile
A 28 anni il protagonista di questa storia è vittima di un incidente stradale che lo costringe su una sedia a rotelle. Ma non è di questo che si occupa il racconto. Il destino gli riserverà un trattamento ancor più crudele, trascinandolo in un'avventura giudiziaria balorda e indimenticabile. Sullo sfondo del paesaggio toscano, nella quiete di un paesino tra le colline senesi, la vita di un comune cittadino si trasforma in incubo. Le accuse a suo carico sono pesantissime: vanno dallo spaccio di droga alla violenza sessuale su minori. Una giustizia composta da un'umanità sociologicamente scarsa, poliziotti privi di onestà, questurini incompetenti, fanno saltare codici morali e correttezza di comportamenti. ""Io non so dove vanno le persone quando muoiono, ma credo che per questo tipo di gente le porte dell'inferno dovrebbero rimanere sempre aperte""""."" -
«Amo, dunque sono». Sibilla Aleramo, pioniera del femminismo in Italia
Ammirata da Gorki, Zweig, Joyce, amata da Cardarelli, Papini, Boccioni, Boine, Quasimodo, Evola: in questo intreccio di stima e passione si compendia la figura di Sibilla Aleramo (1876-1960), protagonista della letteratura italiana ed europea. Nel tracciarne il ritratto, Monika Antes lascia la parola alle sue opere, schiettamente, inesorabilmente autobiografiche: dall'esordio folgorante con Una donna (1906), tradotto in più lingue, agli altri romanzi, Il passaggio (1919), Amo dunque sono (1927), Il frustino (1932), alle prose di Andando e stando (1921) con la novella Trasfigurazione (1922) e il ""poema drammatico"""" Endimione (1923). La relazione con Dino Campana, un legame che ha ispirato cinema e teatro, è narrata dalle lettere scambiate e dai versi di lei, dove la parola d'amore si fa fiamma, luce, sole. Infine, una scelta di brani del Diario dal 1945 al 1960 che ci mostrano, sino agli ultimi giorni, una donna tenace, coraggiosa, sempre alla ricerca dell'autentico, nella vita come nell'arte. Sibilla Aleramo, """"libera e forte"""", ha fatto dell'amore il nucleo rovente della propria esistenza e della propria opera, in un percorso di liberazione per molti aspetti emblematico. Col suo vissuto e col suo talento, nota la Antes, """"ha dato espressione umana e letteraria ai desideri di molte donne, realizzandoli nella propria vita, al di là di quanto consentiva la moralità del luogo e del tempo"""". Per questo è da considerarsi un'antesignana del femminismo in Italia."" -
Mangi, chi può. Meglio, meno e piano. L'ideologia di Slow Food
Attraverso l'esame di un'ampia testimonianza, il volume critica l'ideologia di Slow Food, associazione fondata da Carlo Petrini nel 1986. Le idee che da più di vent'anni l'associazione propone in materia di alimentazione, cibo e cultura, sono ormai fin troppo diffuse nell'opinione pubblica e tra le forze politiche italiane. Eppure, il fatto che un movimento come Slow Food ideologicamente antiprogressista, antiscientifico, idolatra delle società tradizionali, delle piccole comunità stratificate e perenni, dedite a riti e festività atavici, in cui il posto di ognuno è eternamente fisso e immutabile; incurante e ignaro della storia e della realtà dei rapporti di produzione, e quindi incapace di vedere le contraddizioni inestricabili e le autentiche finzioni storiche di questa visione è intessuta - possa essere oggi considerato, in Italia, ""di sinistra"""", è cosa che dovrebbe generare più di qualche preoccupazione in chiunque. Le posizioni di Slow Food possono essere certamente considerate come uno dei sintomi più singolari dell'inarrestabile e gravissimo degrado della cultura, della politica e della discussione pubblica nel nostro paese. Il volume si propone, perciò, come un contributo a un più ampio studio di questo degrado, delle sue cause e dei possibili rimedi."" -
Una domenica come le altre
Una domenica pomeriggio come le altre. Un malore improvviso, una disperata corsa in ospedale, la morte della madre. Comincia così, con questo dolore, per diventare subito qualcos'altro, un racconto sulla vita che c'è dopo. A partire dai dieci giorni e dalle dieci notti che seguono, in una successione di stati d'animo e di situazioni ad alta intensità emotiva, tra nostalgie e scene grottesche, scatti di umorismo ed esplosioni di rabbia. Sensi di colpa e cartoni animati, silenzi e fallimenti enogastronomici, per ritrovarsi e per ritrovare il mondo che sta intorno e la persona che non c'è più. Un libro per raccontare la possibilità di leggerezza che può riservare anche la perdita di una persona importante. Perché nonostante tutto il non detto e il non fatto c'è sempre una primavera dopo l'inverno. -
Il metodo e il talento. Igino Benvenuto Supino primo direttore del Bargello (1896-1906). Catalogo della mostra (Firenze, 5 marzo-6 giugno 2010). Con DVD
Catalogo della mostra allestita al Museo del Bargello di Firenze dal 5 marzo al 6 giugno 2010. Oltre a riprodurre i vari materiali esposti (dipinti, disegni, incisioni, documenti) il volume raccoglie numerosi contributi che consegnano al lettore un quadro completo dello storico dell'arte Igino Benvenuto Supino, primo direttore del Bargello. La sua ricca e complessa figura ha compreso e ben conciliato varie attività: l'amministrazione museografica e di conservazione dei beni culturali, l'insegnamento universitario delle stesse materie, la dedizione al collezionismo e all'arte, come disegnatore e brillante caricaturista. Gli studi, accompagnati da una notizia storico-biografica e dall'elenco cronologico degli scritti, analizzano il ruolo di Supino in relazione alla storiografia artistica italiana tra Otto e Novecento. Si ricostruiscono il periodo bolognese e, attraverso le carte dell'archivio delle Gallerie fiorentine, gli anni del Bargello, si racconta il rapporto con il Museo Civico di Pisa e quello con Pascoli e con gli artisti del suo tempo. Completano il catalogo un'appendice con l'epistolario di Supino e un DVD con i filmati proiettati in mostra. Presentazione di Cristina Acidini. -
Una tenebra liberatrice
Milano, aprile 1928. È il pomeriggio seguente la strage della Fiera Campionaria, un attentato indirizzato a Vittorio Emanuele III e che invece colpisce solo una ventina di cittadini in attesa del suo passaggio. Due portantini dell'Istituto di medicina legale di Lambrate sono mandati in una caserma della Milizia a ritirare dei morti. Il più giovane dei due, Paolo Guarnone, un ventiduenne di fede anarchica, scopre che una delle vittime è il suo detestato cognato: un fascista, uno squadrista efferato, ucciso a colpi d'arma da fuoco. Dal momento in cui carica il cadavere sul furgone obitoriale, la sua vita si trasforma in una corsa a ostacoli contro il tempo e le avversità. Inesorabile, in risposta all'attentato della Fiera, si stringe intanto la morsa repressiva del regime contro tutti gli oppositori politici ancora a piede libero. Scoprire come e perché è stato ucciso il marito di sua sorella non è il più intricato tra i tanti nodi che il giovane anarchico dovrà sciogliere. -
Noi, soli. Oberto e Maria. Due monologhi
Due monologhi per due differenti disagi esistenziali: Oberto e le sue nevrosi dovute all'organizzazione di una cena per dodici amici, e la vicina di casa Maria nel suo ruolo di figlia, madre e donna arrabbiata contro il mondo. Oberto ricorda il proprio passato di bambino solitario; emerge ingombrante la figura della madre autoritaria, capace di imporgli il totale assoggettamento. Maria racconta la propria vita di ragazza di campagna, che l'inurbamento ha trasformato in crudele sfruttatrice di malcapitati. La sua rabbia si sfoga tra riflessioni rancorose sul rapporto con la madre, e la lettura nervosa di una lettera del figlio. Il testo, dall'ottima tempistica e ritmo che rendono la lettura godibilissima, mostra quanto profonde siano le radici dell'essere adulti, e come sia accidentato, a volte impossibile, il cammino verso la libertà. Pubblicato in occasione dello spettacolo rappresentato da Lorenzo Degl'Innocenti l'11 marzo al Teatro Puccini di Firenze (regia Elisa Taddei). -
Caffè Michelangiolo. Lettere scienze arti cinema (2009) Vol. 2
La rivista quadrimestrale prende il nome dal noto Caffè Michelangiolo che, aperto a Firenze nella rinomata via Larga, fu il maggior punto di ritrovo di artisti e letterati toscani (e non solo) del secolo scorso. Fra i collaboratori figurano Giorgio Bàrberi Squarotti, Marino Biondi, Zeffiro Ciuffoletti, Alessandro Fo, Enrico Ghidetti, Antonio Pane, Ernestina Pellegrini, Antonio Tabucchi. Alcuni argomenti: poesia, narrativa, arte, musica, teatro, letture. In ogni numero viene inoltre approfondito un personaggio della nostra cultura.