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La madre dei Caravaggio è sempre incinta
5 luglio 2012, ore 17.35: l'Ansa batte, in esclusiva mondiale, una notizia clamorosa: ""Caravaggio, trovati 100 disegni mai visti"""". Peccato che i disegni fossero ben noti, e soprattutto peccato che non siano di Caravaggio. Ma questa è solo l'ultima di una serie di 'bufale' storico-artistiche sempre più improbabili: il 'Caravaggio' del Sole 24 ore, la 'vera' Visione di Ezechiele di Raffaello, l'Autoritratto 'di Bernini', il 'Guercino' esposto a Castel Sant'Angelo e la seconda Gioconda del Prado. E, naturalmente, il Cristo 'di Michelangelo' comprato da Sandro Bondi: per non parlare delle ossa di Caravaggio o di Monna Lisa, o della caccia alla Battaglia di Anghiari. Ma perché la storia dell'arte si è trasformata in un incredibile 'bufalificio'? Quanto pesa il modello dell'arte contemporanea? Quali sono le responsabilità dei media, e quali quelle degli storici dell'arte? Qual è il nesso con l'industria delle mostre? E l'attribuzione è una pratica magica, o uno strumento scientifico? E soprattutto: come può, un lettore, difendersi da questo bombardamento? A queste e a molte altre domande risponde il pamphlet di Tomaso Montanari. """"Ogni lancio di agenzia, articolo di giornale o servizio televisivo che contribuisca a propalare la bufala figurativa di turno non solo comunica il falso e promuove l'eradicamento del senso critico, ma toglie spazio a un discorso sulla storia dell'arte che possa educare al patrimonio diffuso, denunciarne lo stato rovinoso, promuoverne la conoscenza""""."" -
Alfabeto figurativo. Trenta opere d'arte lette ai più piccoli
In questo Alfabeto figurativo, realizzato su misura per un pubblico di piccoli lettori, Tomaso Montanari racconta, con la vivace verve che lo contraddistingue, i protagonisti e i capolavori della storia dell'arte. Il volume raccoglie trenta testi del critico originariamente pubblicati su ""l'Ambasciata"""", il mensile del Teatro del Sale di Firenze. Dal Bacco di Michelangelo, un ragazzo di marmo che cammina e ci viene incontro barcollando e offrendoci la sua coppa di vino colma, al Pescatorello, il bronzo di Vincenzo Gemito che raffigura un ragazzino nudo aggrappato con le dita dei piedi a uno scoglio, alle prese con un pesce appena catturato; dall'intenso ritratto di Rembrandt del figlio Titus, raffigurato con uno sguardo che trabocca di stupore, curiosità, ingenuità e voglia di scoprire il mondo, al San Girolamo e il leone di Gian Lorenzo Bernini, l'unico scultore capace di trasformare un blocco di marmo duro e freddo in un leone morbido morbido, sdraiato a fare le fusa. Età di lettura: da 6 anni."" -
Morte di un magnate americano
"Chiamatemi come vi pare, il mio nome non ha nessuna importanza. Ciò che importa è che da alcuni mesi sono il segretario di una leggenda. Una leggenda che, ora, sta combattendo con la morte. Scrivo da una stanza della suite reale del Grande Albergo di Roma: salotto, studio e otto camere da letto nelle quali si muovono una figlia, un genero, numerosi dottori e, in subordine, cameriere e camerieri. Fuori, il personale dell'albergo e i regi carabinieri si danno il turno per tenere a bada membri del corpo diplomatico, giornalisti, antiquari, curiosi e più o meno improbabili personaggi in cerca di qualcosa che loro stessi non riescono bene a immaginare."""" Alla sua morte, gli Stati Uniti d'America si dotarono di una banca centrale, il Federal Reserve Bureau, perché nessun privato sarebbe stato più in grado di salvare l'economia del Paese come lui aveva fatto nel 1907. Le sue collezioni arricchirono di inestimabili capolavori i musei di New York e la sua casa-biblioteca divenne la più celebre casa-museo americana. Quest'uomo, che aveva creato la più potente rete di banche mai esistita, che aveva inventato dal nulla la maggior compagnia di navigazione mondiale e nel 1901 aveva acquistato l'impero dell'acciaio di Andrew Carnegie non era però un uomo a una dimensione: finanziere e collezionista competente, John Pierpont Morgan fu anche una persona fragile e dagli oscuri segreti. Morì a Roma il 31 marzo 1913. Narrata a più voci dal capezzale di un uomo al passo estremo, questa è la sua storia." -
Angiolo D'Andrea 1880-1942. La riscoperta di un maestro tra Simbolismo e Novecento
Il volume, che accompagna la mostra di Milano (Palazzo Morando - Costume Moda Immagine, 8 novembre 2012 - 17 febbraio 2013), riscopre l'attività artistica di Angiolo D'Andrea (1880-1942), maestro di origini friulane e milanese d'adozione. Pittore, in primo luogo, ma aperto all'integrazione delle arti e assai legato all'architettura, D'Andrea svolse un'attività intensa e diramata, che la monografia documenta attraverso 145 opere - tra dipinti, disegni e decorazioni nell'architettura eseguite tra il 1900 e gli anni trenta: opere provenienti in gran parte da un cospicuo fondo di dipinti del maestro, salvato nella sua interezza da Elio Bracco. Artista di tradizione realista, non attratto dalle avanguardie futuriste né poi ufficialmente partecipe del successivo affermarsi del ""Novecento"""", D'Andrea si distinse nei suoi paesaggi, ritratti e nature morte per l'acceso cromatismo, all'inizio con soluzioni divisioniste e accenti simbolisti e liberty, particolarmente evidenti nelle opere di soggetto sacro. Le opere presentate in catalogo sono accompagnate dai testi di Luciano Caramel, Kevin MacManus e Stefano Aloisi, da un regesto e da schede che con notizie, commenti storico-critici e documenti accompagnano il lettore in un percorso complesso, ricco e variato che presenta lavori per lo più inediti."" -
José Oubrerie e Le Corbusier. Saint-Pierre de Firminy-Vert. Continuità o tradimento?
Il volume è dedicato alla Chiesa di Saint-Pierre presso Firminy-Vert, a circa un'ora di distanza da Lione, un'opera ideata da Le Corbusier e progettata e realizzata da José Oubrerie, continuatore del pensiero lecorbusiano. Questo progetto compendia il lungo percorso intellettuale e architettonico che Le Corbusier dedica al tema dell'edificio sacro. Esso rappresenta, infatti, l'ultimo, fondamentale esercizio che consente a Le Corbusier di ridisegnare l'essenza stessa dello spazio del sacro nella contemporaneità cattolica dell'epoca, secondo una sensibilità personale che trova un fertile campo di sviluppo nella meravigliosa coincidenza tra l'interesse assoluto del Maestro per il tema della casa, spazio primario di definizione dei rapporti tra l'uomo e il quotidiano e la sua traslazione ideale nel principio della chiesa, intesa quale dimora di Dio e degli uomini e quindi, luogo esso stesso intrinsecamente denso di ""abitabilità"""". La chiesa esprime con la sua forma pura e fluida, pervasa di luce, la poetica di uno spazio emozionante e creativo, ricco di suggestioni nuove composte in armonia ed equilibrio. Il volume ripercorre le vicende storiche della chiesa e la realizzazione, dopo molti anni, del progetto di Le Corbusier ad opera di José Oubrerie che ha tradotto e interpretato lo schema originale del Maestro secondo le nuove ritualità liturgiche e le diverse sensibilità costruttive e tecnologiche."" -
La cattedrale di Pavia. Segno e presenza. Opere pittoriche di padre Costantino Ruggeri
La cattedrale di Pavia racconta la propria storia attraverso le circa trenta opere di padre Costantino Ruggeri, radunate per la prima volta in occasione di questo volume: una storia a volte drammatica, di fede, di vite umane consumate nell'edificazione di un monumento mai concluso. Padre Costantino non la dipinge con i toni pacati dell'impressione realista: i suoi rossi bruciano, i suoi gialli lacerano la carta, ogni immagine ha una sua motivazione che attinge a un carattere altamente simbolico. La sua pittura, fin dalle prime testimonianze, è una lettura emotiva della realtà: i suoi ritratti della cattedrale sono un atto d'amore nei confronti della città che l'ha ispirato, con la monumentalità di un simbolo che più di altri ha conosciuto drammi e tragedie fino ai giorni nostri. Padre Ruggeri scrisse: ""La cattedrale è uno spazio vibrante dello Spirito. Non è semplicemente una casa di riunione e di orazione, ma uno spazio di amore, dove tutto, bellezza, armonia, parola, canto, silenzio, deve far sentire Dio"""". Del duomo padre Costantino ha colto i palpiti e con la maestria dei colori ne ha espresso le valenze più recondite mediante immagini dalla multiforme trama, secondo le ore del giorno e le stagioni dell'anno, cercando di interpretare le molte suggestioni che raggiungono il cuore dell'uomo di fronte a un episodio architettonico che entra nel panorama urbano con squisita armonia, raccontando la storia di fede che nei secoli è stata tramandata sino alle soglie del terzo millennio."" -
Premio Internazionale di Architettura Sacra «Frate Sole». Ediz. italiana e inglese
Organizzato dalla Fondazione Frate Sole e voluto fortemente dal maestro Costantino Ruggeri (il grande frate francescano, scomparso nel 2007, universalmente riconosciuto come il padre dell'architettura sacra contemporanea), il Premio Internazionale di Architettura Sacra, è rivolto alle realizzazioni dei nuovi edifici religiosi in tutto il mondo. Quello che ormai tutti chiamano ""l'Oscar dell'architettura sacra"""", in passato è stato vinto da architetti di assoluto valore internazionale, come il giapponese Tadao Ando, che ha ottenuto il primo premio del concorso d'esordio nel 1996. Nel 2000 il premio è toccato invece al portoghese Alvaro Siza e nel 2004 allo statunitense Richard Meier. Infine, nel 2008 il riconoscimento è stato assegnato al britannico John Pawson per aver progettato e realizzato il monastero di Novy Dvur (Repubblica Ceca), una costruzione di grande rigore, silenziosa ed eloquente profondamente legata alle tradizioni monastiche delle più antiche comunità di preghiera del Vecchio Continente. Il volume presenta la V edizione del Premio Internazionale di Architettura Sacra vinta dall'architetto cileno Cristián Undurraga, per la sua """"Capilla del Retiro"""" ad Auco, Cile. Oltre a Cristián Undurraga, hanno ottenuto riconoscimenti altri due lavori: Carrilho de Graca, con la chiesa di Santo Antonio; mentre lo studio X2 Architettura (italiano), è giunto terzo, con la nuova aula liturgica della chiesa di San Floriano di Reggio Emilia."" -
Pitoti. Arte rupestre digitale dell'Europa preistorica: beni culturali, film, archeologia . Ediz. italiana e inglese
Pitoti svela il fascino e il vigore dell'incontro fra le arti digitali e l'arte rupestre preistorica, i pitoti, così chiamati nel dialetto della Valcamonica. Questa valle alpina, ricca di immagini preistoriche, è stata riletta come una metaforica sala cinematografica. I colpi di martellina, pexils, incisi nella roccia, diventano i pixel delle immagini digitali in un emozionante caleidoscopio di tecnologie avanzate che donano nuova vita alle incisioni rupestri: tecniche fotografiche, animazioni, time-lapse, 3-D a scansione laser, suoni ed echi, panorama, ambient cinema, videogiochi e performance artistiche. Pitoti, una joint venture internazionale tra archeologia e arte digitale, segna l'inizio di una collaborazione pionieristica, un'intuizione che crea aperture senza precedenti per entrambe le tradizioni. Il volume è il catalogo della mostra di Milano (Triennale, 1 ottobre - 4 novembre 2012). -
La moneta di Akragas
406 a.C. Dopo un lungo assedio Akragas si arrende ai Cartaginesi. La città viene distrutta. 1909. La scoperta in un campo di una piccola moneta d'oro, unica al mondo, preziosissima. Per l'emozione il dottor Stefano Gibilaro, medico condotto di Vigata, cade da cavallo. Comincia così una storia che si dipana con risvolti inaspettati, tragici ed esilaranti, tra le campagne di Vigata e la Messina distrutta dal terremoto, fino all'imprevedibile conclusione. -
Un paesaggio dell'anima. Racconto fotografico delle opere di Gabriele Lalatta
Dopo aver pubblicato con l'editore Skira i racconti per immagine di due importanti cantieri della città di Bologna: la Galleria d'Arte Moderna e la nuova sede comunale, esce ora questo nuovo racconto su un cantiere che non ha per oggetto un'architettura ma il lavoro di uno scultore. Come nei volumi precedenti l'interesse non era rivolto alla qualità degli oggetti architettonici ma a quella del loro farsi, anche in questo caso l'interesse non è indirizzato unicamente alla qualità dei singoli oggetti d'arte ma alla qualità della loro sedimentazione nel luogo dove sono stati inventati. Come nei casi precedenti non si poteva parlare di monografie d'architettura, anche in questo caso non si può parlare (almeno nelle intenzioni) di una monografia su un artista. Esistono le cose ed esiste lo spazio che le cose concorrono a definire; questo libro racconta lo spazio a cui le cose inventate da Gabriele Lalatta hanno dato vita. -
Il diritto dell'arte. Vol. 1: L'arte, il diritto e il mercato
Il ""diritto dell'arte"""" è un neologismo che vuole indicare un sistema giuridico complesso: si interessa della disciplina di ogni rapporto che abbia a che fare con l'opera d'arte e la sua circolazione o con l'artista o con le varie vicende che possono riguardare tali oggetti o tali soggetti. È forse il settore del diritto che più abbraccia la totalità delle discipline giuridiche (civilistiche e commercialistiche, associativistiche, pubblicistiche e tributarie; aprendosi anche agli scenari del diritto penale e dei diritti di proprietà intellettuale e della personalità). Il """"diritto dell'arte"""" si propone di regolare, proteggere e facilitare l'esistenza dell'opera creata, e la creazione in sé, come anche la circolazione e il godimento dell'oggetto artistico. Gli interessi giuridici coinvolti sono complessi e differenziati, spesso in conflitto tra loro: così una penetrante visione della funzione educativa e sociale del prodotto artistico può talora scontrarsi con gli istituti privatistici che tutelano la proprietà, come elemento di patrimonio individuale. E questo significa che le problematiche potranno trovare talora soluzioni differenziate, a seconda che prevalga nello studioso o nel legislatore l'atteggiamento pubblicistico o quello privatistico."" -
Hotel Surfanta. Ediz. illustrata
"Questa è una fiaba autobiografica grottesca senza trama ma con molti personaggi, raccontata con dei dipinti che raffigurano gli interni dell'Hotel Surfanta. È una visita attraverso 33 camere numerate, precedute da un'anticamera e completate da due Pubs al pianterreno. Ogni capitolo è costituito da un dipinto, accompagnato da un elenco meticoloso e realistico dei personaggi che 'inquilinano' gli ambienti e dei mobili e oggetti che li 'disarredano'. In alcuni casi sono i personaggi stessi che parlano, con testimonianze inesatte o false, viziate da errori e gelosie. Altre volte sono io che commento. I riferimenti a nomi di persone, marche e istituzioni, non sono casuali ma voluti, anche se - essendo il racconto fantastico - non ho mai dato molta importanza alla precisa grafia dei nomi e cognomi citati e all'esattezza delle date di nascita e morte dei personaggi, nonché alla scrittura dei numeri. Wulvur mi ha detto che va bene lo stesso. C'è anche, al fondo, un elenco in ordine alfabetico dei nomi - così come appaiono nel testo - e delle parole, o espressioni, inventate o usate in modo improprio. La riproduzione dei dipinti e degli scritti è permessa e gradita, purché se ne citi chiaramente il nome dell'autore (che è il mio)."""" (Lorenzo Alessandri). Con un testo introduttivo di Vittorio Sgarbi." -
Cantiere del '900. Opere dalle collezioni Intesa Sanpaolo. Guida
Cantiere del '900 è un articolato progetto espositivo dedicato alla presentazione delle opere del XX secolo nelle raccolte Intesa Sanpaolo. Il progetto, che si prefigge sempre nuovi e diversi allestimenti, propone nuclei di opere selezionate dalle collezioni della Banca, che nel complesso vantano oltre tremila testimonianze, tra dipinti, sculture, fotografie, installazioni e altre tecniche esplorate nel secolo scorso. L'immagine del ""cantiere"""" rimanda a un luogo in continua evoluzione, dove si intraprendono diversi percorsi di indagine e si formulano sempre nuove definizioni. Sfruttando le potenzialità di una raccolta estremamente vasta e sfaccettata, che può essere letta sotto molteplici angolazioni e suggerire una pluralità di racconti, è possibile ricostruire una conoscenza dell'arte del secolo scorso attraverso nuove linee di ricerca e differenti tagli interpretativi. Questo primo allestimento di Cantiere del '900, curato da Francesco Tedeschi e ospitato in uno degli spazi espositivi delle Gallerie di Piazza Scala, presenta una selezione di 169 opere comprese tra gli anni Cinquanta e Novanta, fortunata e feconda stagione dell'arte italiana. L'itinerario museale conduce attraverso le più importanti poetiche dell'epoca - dall'Informale allo Spazialismo, l'Arte Nucleare, il Movimento Arte Concreta, l'Arte Programmata e Cinetica, l'Arte Povera, l'Arte Concettuale, la Pop Art italiana - e permette di incontrarne gli artisti più rappresentativi."" -
Il colore come forma plastica. Percorso attraverso una forma di astrazione
La scelta di presentare un approfondimento sul tema e sull'uso del colore in funzione plastica nasce dall'intenzione di seguire una delle possibili linee che tracciano le peculiarità dell'arte italiana del Novecento. Le opere raccolte in questo volume, selezionate dalle collezioni Intesa Sanpaolo, sono emblematiche dei problemi critici e formali posti da una concezione del colore come entità autosufficiente, ma non per questo priva di altri possibili campi di comunicazione e di comprensione. Il colore, fondamentale nella struttura del quadro e della visione, viene indagato nel suo carattere di luce, atmosfera, forma, ma anche in una funzione spaziale, ""plastica"""", appunto."" -
Emilio Isgrò. L'ora italiana
Di Emilio Isgrò le collezioni Intesa Sanpaolo conservano diverse opere, che vanno da una delle prime ""Cancellature"""", del 1964, a due """"libri"""" degli anni Novanta, del ciclo dedicato a Guglielmo Tell, presentato in una """"installazione lirica"""" alla Biennale di Venezia del 1993, passando per tre lavori della serie dei """"Particolari ingranditi"""", degli anni Settanta, e qualche altro, per un totale di nove opere singole e due realizzazioni ambientali da allestire nuovamente in ogni occasione specifica. Il volume presenta una di queste ultime, L'ora italiana, concepita per una mostra tenuta dall'artista nel Museo Civico Archeologico di Bologna nel 1986 e oggetto di questa nuova presentazione."" -
Filippo Alison. Un viaggio tra le forme. Ediz. italiana e inglese
Questo libro raccoglie frammenti ed esperienze del percorso professionale, scientifico e didattico di Filippo Alison, come ama definirlo Rodrigo Rodriquez ""un Maestro per i Maestri"""": celeberrima la collezione da lui curata per Cassina che annovera, fra gli altri, Le Corbusier, Wright, Mackintosh, Asplund e Rietveld. Tanti, nel volume, i fotogrammi delle tappe di un viaggio che è umano e culturale: Domenico De Masi, François Burkhardt e Renato de Fusco ne restituiscono il profilo attraverso le sue varie sfaccettature; Nicola Flora, Paolo Giardiello e Gennaro Postiglione tratteggiano il suo impegno di architetto, designer e docente. Le testimonianze dei """"compagni di viaggio"""" si aggiungono alla raccolta di disegni, schizzi, fotografie e documenti che ripercorrono le tappe principali di una carriera ricca di riconoscimenti e di consensi."" -
Dracula e il mito dei vampiri. Ediz. illustrata
A cento anni dalla morte di Bram Stoker, lo scrittore irlandese divenuto celebre come autore di Dracula, saggi, dipinti, ritratti, incisioni, disegni, documenti, pezzi storici, costumi e video indagano la figura di Dracula e del Vampiro. Il volume è suddiviso in quattro sezioni che analizzano il fenomeno senza trascurare gli aspetti sociologici e antropologici: Le origini del mito del vampiro: Dracula (il personaggio storico di Vlad III, soprannominato Dracula, coraggioso e spietato guerriero del XV secolo che ha combattuto contro l'invasione turca e l'invenzione del conte Dracula, il personaggio letterario di Bram Stoker che fonde storia e immaginazione); Film (un excursus attraverso i principali film a lui dedicati dagli anni venti ad oggi); Il mondo dei vampiri tra paesaggio e design (i luoghi del vampiro dalle location gotiche dei film classici all'ultramoderno ""Twilight""""); Immagine del vampiro: la moda (un viaggio speciale nella storia della moda vampiresca per vampiri crudeli e diabolici o mimetici e seducenti). La sintesi di un mitico evergreen."" -
Mi chiamo...
Mia Martini racconta, in prima persona, la sua travagliata esistenza poche ore prima di morire. Da quel letto di uno squallido appartamento di un piccolo paese della provincia di Varese, dove cercava di fuggire dalle dicerie infamanti che la perseguitavano e da cui non si è mai più ripresa. Aldo Nove, con un linguaggio secco e poetico, ripercorre la vita di una grande e sempre più popolare artista, amata in tutto il mondo eppure odiata da uno star system che ne ha fatto un capro espiatorio. ""Mi chiamo..."""" è, volta in narrativa, la voce di una cantante che ha voluto abbracciare il mondo intero con la sua arte e che il destino ha reso per sempre infelice, per sempre famosa, per sempre grande."" -
Pietro Carriglio. Il pensiero e la scena. Ediz. italiana e inglese
Gli spettacoli di Pietro Carriglio, regista e scenografo, hanno suscitato una vasta eco, tra gli ultimi l'Orestiade di Eschilo, Amleto di Shakespeare, La locandiera di Goldoni, Il re muore e Le sedie di Ionesco. Ha fondato e diretto il Teatro Biondo Stabile di Palermo. Ha diretto il Teatro di Roma, è stato dirigente e, successivamente, sovrintendente al Teatro Massimo di Palermo e ha ricoperto diversi incarichi in organismi pubblici teatrali. Su di lui e per il suo teatro hanno scritto autori e poeti tra i più significativi del Novecento italiano, da Carlo Levi, Mario Luzi, Giovanni Raboni ed Edoardo Sanguineti a Dacia Maraini, Maurizio Cucchi, Davide Rondoni. La monografia presenta i lavori scenografici di Carriglio corredati da una ricca serie di studi preparatori, possibili rifacimenti, variazioni e modifiche. Introduzione di Luca Ronconi. -
Ruggiero Di Lollo. Ediz. italiana e inglese
Un percorso poetico, quello di Di Lollo, che durante l'arco di cinquant'anni si dipana in una ricerca incessante, stupita, a volte ossessiva, spesso magica della Luce. Un percorso che, in un quadro giovanile, aveva già lucidamente prefigurato nel titolo emblematico di Svincolarsi in luce. È questa ricerca che accomuna esperienze pittoriche che potrebbero apparire a un primo e superficiale sguardo profondamente diverse, quasi dissonanti, espressione di diverse mani e di diverse sensibilità. O, altrimenti, di una sensibilità assolutamente complessa, a sua volta espressione di una personalità riccamente fecondata da contraddizioni e da antinomie. Antinomie tutte presenti in un'arte, così difficilmente inquadrabile dal critico, che spazia diacronicamente, ma anche sincronicamente, tra figurativo e astratto, tra realismo della scultura e concretismo, tra razionalismo e disegno classico, tra caricatura oscena e ispirazione religiosa, tra grafica geometrica e pittura materica. Di Lollo analizza la luce, la scompone in sequenze geometriche, la studia nelle scintille dei fuochi, nelle iridescenze del pulviscolo dell'aria, delle gocce di vapore ma soprattutto la contempla folgorato dalle sue mille rifrazioni, dai riflessi, dai riverberi che dà il mare, nel frangersi delle onde contro gli scogli di quella piccola isola disabitata che è Palmarola, diventata negli anni la fonte ispiratrice della sua pittura.