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The Fabric. Vitale Barberis Canonico (1663-2013)
Un libro - che è anche un oggetto da collezione - racconta il mondo Vitale Barberis Canonico dove classico e contemporaneo si incontrano, si influenzano e creano uno stile unico. Per celebrare i 350 anni della storica azienda del Made in Italy il volume non si perde nel banale racconto storico o nella descrizione del prodotto ma si addentra nei retroscena più nascosti di un lavoro antico ed evoca le peculiarità dei nuovi gentlemen. Attraverso un saggio del giornalista americano Bruce Boyer scopriremo il lavoro dei ""designer behind the designer"""" ovvero di quelle persone che, disegnando i pattern dei tessuti, influenzano i grandi stilisti del nostro tempo. Il fotografo Fredi Marcarini svelerà, attraverso l'interpretazione di 10 pattern classici, le peculiarità umane del nuovo gentleman."" -
1963 e dintorni. Nuovi segni, nuove forme, nuove immagini
Dedicato alla presentazione delle opere del XX secolo nelle raccolte Intesa Sanpaolo, Cantiere del '900 propone nuclei di opere selezionate dalle collezioni della Banca, che nel complesso vantano oltre tremila testimonianze, tra dipinti, sculture, fotografie, installazioni e altre tecniche esplorate nel secolo scorso. ""1963 e dintorni"""" ha per tema un anno di particolare importanza per le vicende dell'arte e per il dibattito critico sulla contemporaneità che si è svolto in quegli anni: una convergenza di episodi differenti ha reso quei mesi un momento di svolta per l'arte e la critica, sotto la spinta degli interventi di uno storico come Giulio Carlo Argan. Il superamento dell'informale, la nascita e lo sviluppo dell'attività di gruppi indirizzati alla ricerca estetica che si misura con le nuove tecnologie e con l'industria dell'immagine, sono i temi portanti di un momento di grande fermento, che prepara il terreno al successo della Pop Art, ma che già ne vive criticamente i presupposti e le potenzialità. Pubblicato in occasione dell'esposizione milanese e curato da Francesco Tedeschi, il volume si apre con un omaggio a Piero Manzoni e a Francesco Lo Savio, scomparsi non ancora trentenni in quell'anno e prosegue con opere provenienti dai diversi ambiti artistici di quel periodo."" -
Roy Lichtenstein. Sculptor. Ediz. italiana e inglese
Pubblicata in occasione dell'esposizione alla Fondazione Emilio e Annabianca Vedova durante la Biennale di Venezia 2013, la monografia illustra in maniera esaustiva la produzione scultorea di Lichtenstein dal 1968 al 1997, anno della sua morte. Dai primi lavori in ceramica alle opere pubbliche di grandi dimensioni, il volume vuole documentare non solo il processo artistico che parte dagli schizzi e dai disegni per approdare ai collage, alle maquette e alle sculture in metallo fino agli interventi su larga scala in contesti urbani, ma intende anche affrontare il lavoro di Lichtenstein sui metodi di fabbricazione e delle tecniche industriali, con importanti informazioni sui laboratori con cui l'artista collaborò nel corso della sua carriera. Il libro vuole presentare una panoramica esaustiva sulle sperimentazioni dell'artista con i metodi di fabbricazione industriale, inframmezzate da interviste e testi su una scultura bidimensionale. -
L' amorosa figura
"Nato nel 1406, come si calcola facilmente, aveva Filippo Lippi allora la tonda età di cinquant'anni, creduta meno adatta a cose forti e nuove di quella di quaranta, di trenta: e dei venti non parliamo. Ma pare poi che ciò sia vero per coloro appunto che stanno a contarsi gli anni addosso, a calcolare passi, passaggi, cedimenti: mentre chi, giorno dopo giorno, anno per anno, allunga con semplice lena la mano ai frutti, può arrivare senza ceder gioia ed appetito a cinquanta, a sessanta e chissà quanti ancora: fino a che la pietà di Dio, annoiata del suo lieto peccare, lo toglie dal mondo alla buon'ora."""" Frate di dubbia condotta, amante delle donne, artista di fama, Filippo Lippi giunge a lavorare nel convento di Santa Margherita a Prato, dove incontra la giovane e bellissima suor Marta, al secolo Lucrezia Buti, fattasi monaca per decisione del fratello, ricco mercante fiorentino. Con lei Filippo sarebbe poi fuggito, e da quell'unione avrebbe avuto il figlio Filippino, a sua volta celebre pittore. Allegro giocoliere di parole, Roberto Piumini racconta con grazia, leggerezza e fine ironia una storia d'amore: amore per la pittura (e per la scrittura) prima ancora che per la bellezza." -
Vita di un falsario
"Sono già passati quasi dieci anni, da quando accettai di scrivere la biografia del pittore di scuola giapponese Onuki Keigaku, su richiesta della sua famiglia. Ancor oggi però non ho tenuto fede al mio impegno. La primavera scorsa, quella stessa famiglia mi ha mandato da Kyoto un formale biglietto d'invito alla cerimonia del tredicesimo anniversario della morte dell'artista, cerimonia che si sarebbe celebrata in un tempio zen della città; all'invito era accluso un cartoncino di risposta per confermare o meno la mia presenza."""" Incaricato di scrivere la biografia di un pittore giapponese affermato, il narratore trasferisce piano piano il proprio interesse sulla figura del falsario Hara Hosen, compagno di gioventù dell'artista, che nonostante le grandi potenzialità iniziali aveva poi condotto una vita oscura e sfortunata, dipingendo copie dell'amico. Con uno stile particolare, pacato, apparentemente divagante, ma che sfocia in improvvise rivelazioni, Inoue ci avvicina con solidarietà e compassione all'essere umano nel suo momento più amaro, della disillusione e della sconfitta." -
Agostino Bonalumi. All the shapes of space 1958-1976. Ediz italiana e inglese. Ediz. bilingue
La monografia celebra il lavoro di Agostino Bonalumi degli anni '60 e '70 attraverso oltre 30 opere dell'artista, tra cui Bianco (1964) del Museu Coleçao Berardo di Lisbona, esposte insieme a lavori di Lucio Fontana, Piero Manzoni, Enrico Castellani, Dadamaino, Paolo Scheggi. Oltre a un'ampia ricostruzione storico-critica del suo percorso di questi decenni e circa 180 immagini tra opere e documenti, la monografia pubblica una selezione di suoi testi d'epoca, un'intervista inedita a lui realizzata per l'occasione e una prima mappatura iconografica estesa di circa trenta lavori di Bonalumi presenti nelle istituzioni museali di tutto il mondo, dalla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia al Walker Art Center di Minneapolis. -
Confesso che ho suonato
L'autobiografia di uno dei più noti pianisti jazz italiani ripercorre gli anni che hanno contraddistinto una generazione: dall'amore per la musica alla passione per la politica, ai viaggi di solidarietà in Eritrea, Senegal, Sahara, Nicaragua, a Gerusalemme, Sarajevo, Beirut, Bagdad, Damasco. Il racconto di un'esistenza dedicata non solo all'impegno politico, ma anche alla ricerca costante di una spiritualità che, lontana da pregiudizi ideologici, ha saputo nel corso degli anni mettersi in discussione senza mai tradire i propri valori. Un libro che non parla soltanto di musica, ma racconta - tra aneddoti, amori, incontri indimenticabili - l'avventura di una vita. -
Vetri dal Museo Salviati. Magiche trasparenze dalla donazione Tedeschi. Ediz. illustrata
Chi percorre il Canal Grande nota, poco prima del bacino di San Marco, sul lato destro, non molto distanti l'uno dall'altro, un palazzo cinquecentesco e un palazzetto del tardo Ottocento, ambedue con la facciata rivestita da mosaici di tessere vitree vivacemente colorate. Sono gli unici due edifici privati veneziani così decorati, testimoni di una straordinaria avventura vetraria, durata più di centoventi anni. Palazzo Barbarigo ospitò il decollo di Antonio Salviati come imprenditore a partire dal 1859 e il suo consolidamento economico a seguito dell'arrivo di soci inglesi. Fu grazie alla coraggiosa iniziativa di Salviati che i vetrai muranesi trovarono il sostegno economico per riappropriarsi delle raffinate tecniche del passato e che avvenne il rilancio della vetraria veneziana nel mercato internazionale. Nel 1877 Salviati, recedendo dall'azienda, fondò una nuova impresa ugualmente specializzata in prodotti vetrari, la Salviati dott. Antonio, che trovò la sua sede definitiva in un palazzetto sul Canal Grande. Il palazzetto fu poi la sede della società dei figli e dei suoi continuatori. Nelle ampie sale d'esposizione e vendita della palazzina Salviati e di Palazzo Orio Semitecolo Benzon si potevano ammirare fino agli anni ottanta del Novecento gli splendidi prodotti della vetreria dell'azienda, taluni risalenti agli anni venti e trenta e altri ai decenni seguenti. -
The Blossom Avenue. For better human living. Ediz. italiana
Il percorso illustrato dai progetti presentati in questo volume racconta la storia dell'attività decennale di Marco Facchinetti e Marco Dellavalle, e l'evoluzione della pratica urbanistica e architettonica avvenuta in questi anni, attorno alla quale l'operato degli autori si sviluppa. In Italia, l'evoluzione della pratica urbanistica verso la scala regionale ha comportato una piccola rivoluzione e spesso ha enfatizzato il ruolo delle realtà comunali nella pianificazione territoriale talvolta a discapito delle province e degli enti intermedi. Anche l'agenda dei temi è cambiata in questi dieci anni: la sostenibilità dell'edilizia è divenuta un tema strutturante della pratica della pianificazione, benché non sia riuscita a imporre, come invece da anni è avvenuto in altri paesi della Comunità Europea, regole edilizie e modelli di sviluppo differenti. Inoltre, i contesti comunali sono ancora troppo impegnati nel risolvere esigenze basilari, quali la presenza di traffico nei centri storici e la scarsa efficienza dei servizi di trasporto pubblico, per poter assorbire profondamente canoni tanto evoluti da riformare il disegno del piano in generale. In questo complesso scenario, l'attività di Marco Facchinetti e Marco Dellavalle ha proposto, con grande dinamismo, piani e progetti realmente incisivi e capaci di modificare, almeno localmente, la realtà, costruendosi attorno a due parole chiave: il disegno e l'attuabilità. -
Maria Cristina Carlini. Fare secondo natura. Ediz. italiana e inglese
Pubblicata in occasione dell'esposizione nella residenza sabauda piemontese nel Roero, questa monografia dedicata a Maria Cristina Carlini mette in luce lo stretto legame estetico dell'artista con la natura e con i suoi elementi intesi come fonte di inesauribile ispirazione. Le opere infatti esprimono la poetica della scultrice attraverso forme che rimandano alla materia primordiale al suo evolversi e trasformarsi in creazioni artistiche. Grès, acciaio corten, resina, legno di recupero, lamiera, ferro sono i materiali che Maria Cristina Carlini predilige e che prendono forma in sculture monumentali ed in opere di medie e piccole dimensioni. -
Architettura italiana. Dal postmoderno ad oggi
Un excursus attraverso gli ultimi quattro decenni di architettura in Italia: teorie, progetti, architetture disegnate e realizzate, vicende con allontanamenti e ricongiungimenti, l’architettura italiana ha vissuto negli ultimi quarant’anni.Il 1978 è un anno cruciale per l’Italia. Il sequestro e l’uccisione di Aldo Moro dimostrano come le tensioni ideologiche abbiano raggiunto il culmine. Nello stesso giorno in cui si svolgono le esequie dello statista a Roma viene inaugurata la mostra “Roma interrotta”, che sancisce la fine dell’epoca del conflitto ideologico inaugurando quel disimpegno postmoderno che vedrà l’Italia al centro del dibattito internazionale. Da allora l’architettura italiana andrà riscoprendo quell’eclettismo che l’aveva contraddistinta sin dall’inizio dello scorso secolo e di cui ancora oggi si nutre. -
La cultura del vino in Italia. Verso il 2015
Da millenni il vino è parte integrante della nostra storia. Furono i greci a portare la vite in questa terra, che chiamarono Enotria ossia ""paese del vino"""". I romani la diffusero in mezza Europa, facendo dell'Italia uno dei luoghi cardine di questa cultura. Cultura perché l'affermarsi delle pratiche vitivinicole non ebbe mai un significato esclusivamente tecnico, così come il consumo di vino non ebbe mai un significato esclusivamente alimentare. Il vino è la bevanda degli dei, di Dioniso e di Bacco, e da sempre riveste un ruolo centrale nella nostra cultura, elemento rappresentativo dell'eccellenza e dell'identità del nostro Paese. Dell'Italia il vino può raccontare la storia, la cultura nelle sue diverse espressioni, ne disegna e aiuta a rileggere le peculiarità del territorio e del paesaggio che da nord a sud si snoda in quella varietà di declinazioni particolari che ne fanno un esempio di biodiversità unico al mondo. La """"cultura del vino"""" rispecchia il nostro Paese in maniera totale, anche in quella dialettica tra diversità e unità che lo ha caratterizzato in ogni momento della sua esistenza. Strettamente connesso al tema portante dell'Expo Milano 2015 """"Nutrire il pianeta. Energia per la vita"""", il volume rappresenta in modo unitario e scientificamente rigoroso la ricchissima e variegata cultura del vino nel nostro paese."" -
Il tesoro di Napoli. Capolavori del Museo di San Gennaro. Ediz. illustrata
San Gennaro, una lunghissima storia, punteggiata di avvenimenti e di vicende, spesso in bilico tra devozione e pregiudizio, fede e incredulità, passione e scetticismo. In ogni momento, però, legata a filo doppio alla storia della città, fino a una fortissima identificazione tra il Santo protettore e le pulsioni psicologiche di un popolo periodicamente minacciato da catastrofi naturali ed eventi storici. Questa storia, unica al mondo, è parte integrante dell'immensa capacità artistica espressa dagli artisti napoletani nelle opere donate al Santo Patrono di Napoli. I capolavori presenti in questo catalogo della mostra ""Il Tesoro di Napoli. I Capolavori del Museo di San Gennaro"""" ed esposti a Roma, per la prima volta al di fuori di Napoli, rappresentano non solo la grande valenza artistica della scuola partenopea, ma fanno immergere il lettore e il visitatore nel clima di eterna incertezza in cui vivono i napoletani per l'incombente minaccia del Vesuvio, nella straordinaria atmosfera dei vicoli di Napoli, ricca di voci, di arte, di colori, di vita, nella secolare processione che dalla Cappella del Tesoro di San Gennaro si inoltra per l'antica Spaccanapoli sino a giungere al monastero di Santa Chiara, nell'attesa della liquefazione del sangue."" -
Zurbarán
"Bellezza è una parola pesante. È una parola di grandi conseguenze. Oggi viene usata con leggerezza - del tempo, di un sorriso, di un vestito da sera o della foggia di una scarpa, di un braccialetto, di un giardino, di un sillogismo; bello serve da sinonimo di buono o grazioso o piacevole o simpatico o attraente o interessante. Ma la bellezza non ha niente a che fare con questo. È molto di più. È molto rara. È una forza. È un rapimento. Non è una figura retorica quando la gente dice che ti toglie il respiro; in certi casi può darti la stessa scossa soffocante di quando ti tuffi nell'acqua gelata. (...) Zurbarán dipinse alcuni quadri, non particolarmente considerevoli per proporzioni o per importanza di soggetto, che secondo me posseggono una rara e commovente bellezza, e di questi mi propongo ora di parlare."""" Pubblicato nel 1952 all'interno di una raccolta di saggi a tutt'oggi inedita in Italia, questo breve testo di W. Somerset Maugham su Zurbarán è uno straordinario esempio di intuizione letteraria applicata a un pittore che era stato da poco riscoperto." -
La fuga di Tolstoj
La notte tra il 27 e il 28 ottobre del 1910 Lev Nikolàevic Tolstoj è risvegliato da un fruscio nel suo studio: la moglie Sofia sta curiosando ancora una volta tra le sue carte. Stanco di una vita coniugale reciprocamente tormentata e di una famiglia inquinata da sospetti, gelosie e rivalità, all'età di ottantadue anni, decide di fuggire nottetempo, accompagnato dalla figlia Sasa e dal medico Makovickij. Alberto Cavallari ha ricostruito in questo racconto di straordinaria intensità i giorni della fuga di uno dei massimi scrittori occidentali (""una fuga dalla morte, una fuga - rivolta, una fuga - libertà"""") dalla tenuta di Jasnaja Poljana alla sperduta stazione di Astàpovo, dove Tolstoj morì il 7 novembre, sotto i riflettori del mondo intero."" -
Milano Vienna Berlino. Testori e la grande pittura europea
Il volume mette in luce uno degli aspetti meno approfonditi di Giovanni Testori, poeta e critico d'arte che esercitò un attento e appassionato ruolo di talent scout dell'arte contemporanea, non soltanto scoprendo molti artisti italiani che sarebbero poi divenuti famosi, ma anche contribuendo in modo decisivo a lanciare autori internazionali nel proscenio italiano, come i tedeschi ""Nuovi Selvaggi"""", i neoespressionisti austriaci e svizzeri, e i cosiddetti """"Nuovi Ordinatori"""" di area mitteleuropea. Una critica, quella di Testori, che fu particolarmente fervida nel corso degli anni ottanta. Attraverso un'analisi di quel periodo, che contrassegnò il grande ritorno della pittura nell'arte contemporanea, sono presentati alcuni tra gli artisti più importanti sostenuti da Testori, suddivisi per aree geografiche tra Germania, Austria, Svizzera e Italia: i tedeschi Hermann Albert, Peter Chevalier, Rainer Fetting, Karl Horst Hödicke, Klaus Karl Mehrkens, Thomas Schindler, Bernd Zimmer; gli austriaci Siegfrid Anzinger, Herbert Brandl, Gunter Damisch, Josef Kern, Maria Lassnig, Arnulf Rainer, Hubert Scheibl; gli svizzeri Martin Disler, Samuele Gabai, Willy Varlin, e poi gli italiani Enzo Cucchi, Giovanni Frangi, Alessandro Verdi e Velasco Vitali."" -
L'arte in guerra
Il libro ripercorre alcuni momenti e casi storici in cui l'arte ha dovuto ""fare la guerra"""" ed è divenuta terreno di conquista: la Rivoluzione francese, l'era napoleonica, il Risorgimento italiano, i saccheggi coloniali, la politica artistica di Hitler, la Guerra civile spagnola, i vizi e le virtù del grande collezionismo, la Prima e la Seconda guerra mondiale, la politica delle restituzioni dopo la fine di un conflitto. Può forse servire a comprendere perché l'arte possa essere amata, concupita e spregiudicatamente conquistata, ma anche odiata, perseguitata e distrutta. Non è soltanto il più desiderabile ornamento della nostra vita, ma anche un attributo del potere; ed è quindi inevitabilmente destinata a diventare preda, bottino, simbolo di legittimità da trasmettere e da ereditare. Ma anche destinata, quando si identifica con il nemico, a fare la sua stessa fine."" -
Mi ricordo Cézanne
"Ricordo, tra l'altro, una grande tela che rappresentava delle bagnanti nude e che mi parve, anche per la deformazione del disegno, una specie di guazzabuglio. Chiesi a Cézanne perché non prendesse delle modelle per i suoi nudi. Rispose che alla sua età si aveva il dovere di astenersi dal denudare una donna per dipingerla, e che tutt'al più gli sarebbe stato permesso, a rigore, di rivolgersi a una donna sui cinquant'anni, cosa abbastanza improbabile ad Aix, tutto sommato."""" Nel febbraio del 1904 Émile Bernard, di rientro da un lungo soggiorno al Cairo, giunge per la prima volta ad Aix-en-Provence per incontrare Paul Cézanne, che considera il padre nobile delle nuove ricerche artistiche. Cézanne, da tempo rintanato nella sua città natale e noto per il suo carattere burbero, riceve Bernard, accogliendolo come un collega: i due trascorrono insieme un mese dipingendo e discutendo d'arte, e gli anni successivi a scambiarsi pareri in un fitto scambio epistolare. Da questa esperienza nascono i Souvenirs sur Paul Cézanne et lettres inédites, un racconto parziale, ma prezioso e sincero, che ha influenzato profondamente la nostra conoscenza dell'uomo e dell'artista." -
Fuoco nero. Materia e struttura attorno e dopo Burri
Inserito nel contesto delle celebrazioni, nel 2015, del centenario della nascita di uno dei principali protagonisti della cultura artistica italiana del Novecento, Alberto Burri (1915-1995), il volume - a corredo della mostra di Parma - propone un originale percorso ""sulle tracce"""" di Burri, ripensando in quest'ottica una gran parte della storia degli ultimi cinquant'anni di produzione artistica in Italia e non solo in Italia. Ne esce un panorama affascinante, scandito dai lavori di 62 tra pittori e scultori e di 7 fotografi, per un complesso di 160 opere, che si confrontano, a volte direttamente, a volte solo indirettamente, con la poetica e il fare artistico di Burri. Un panorama variegato e per molti versi sorprendente, perché vi trovano posto anche artisti si potrebbero immaginare abbastanza lontani dalla sensibilità di Burri, ma che invece qualcosa evidentemente gli devono."" -
A Perfect Venetian crime. Find the culprit in the dodge's palace
Una guida insolita di Palazzo Ducale pensata per bambini, ragazzi e famiglie, che potranno visitare il famoso palazzo dei Dogi e addentrarsi nelle sua sale in modo giocoso e divertente. Si percorreranno tutti i luoghi più significativi del palazzo, dal Cortile alle Sale Istituzionali e alle Prigioni, fino all'Appartamento del Doge, alla ricerca di numerosi indizi che porteranno alla luce un'intricata vicenda avvenuta ai tempi del Dogado di Francesco Foscari. Età di lettura: da 8 anni.