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Sulla Terra. Tullio Pericoli 1995-2015. Ediz. italiana e inglese
"Quanta scrittura c'è nei paesaggi di Pericoli?"""" scrive Elena Pontiggia. """"Molta. E in che misura le sue tele sono mappe borgesiane, intente a descrivere millimetricamente non tutto l'impero, ma almeno qualche sua parte? Molta. Con questa pittura-scultura, con queste forme-segno, Pericoli racconta il paesaggio della vita. Ci ricorda che non c'è racconto che non sia sillaba e balbettio."""" Sono oltre 160 le opere di """"Sulla terra"""", tra oli, acquerelli, matite: paesaggi densi di segni e di materia. Colline e città antiche, pianure, campi coltivati e cieli si traducono, nelle opere di Pericoli, nella traccia concreta del trascorrere del tempo """"sulla terra"""". """"Sulla terra"""" nel senso di """"sopra la terra"""", ma anche di """"a proposito della terra"""" o """"dentro la terra"""", per definire, giocando con la polisemia, opere che diventano suggerimenti esplorativi sulla realtà e sull'uomo. Per Franco Farinelli, """"i disegni di Pericoli, che come tutti i bravi giardinieri vive in un mondo che è almeno un paio di stagioni avanti, sono dispositivi cognitivi tra i più sofisticati e avveduti che esistono, dalla comprensione dei quali può davvero dipendere la nostra salute"""". Pubblicata in occasione della mostra bolognese, la monografia presenta i contributi di Umberto Eco, Elena Pontiggia, Franco Farinelli e Graziano Campanini, il catalogo delle opere e gli apparati comprendenti la biografia, le mostre personali e i libri dell'artista." -
Armenia. Il popolo dell'Arca
L'Armenia ha una storia ricca di fascino che affonda le sue radici nella tradizione biblica del Diluvio Universale, emblema di rinascita e di nuova vita. È proprio alle pendici dell'Ararat, sulla cui cima si era arenata l'Arca di Noè, che nel VII sec. a.C. si formò il popolo armeno. Ancora oggi il monte Ararat è un richiamo simbolico fondamentale per l'Armenia, che nel 301 d.C. fu il primo paese al mondo ad adottare il Cristianesimo come religione di Stato. Il volume, a corredo dell'esposizione romana, presenta una ricca selezione di reperti archeologici, codici miniati, opere d'arte, illustrazioni e documenti che offrono una visione amplissima della presenza e del contributo dell'Armenia alla cultura universale. ""Armenia. Il popolo dell'Arca"""" è un viaggio fatto di tappe fondamentali, di intrecci inevitabili, di integrazioni di genti che emergono come affascinanti mosaici, e narra il popolo armeno e il suo albero identitario attraverso i suoi codici e la sua arte millenaria. Preceduto da un'introduzione dei curatori, il volume è suddiviso in tre sezioni (Storia, lingua e religione; Espressioni artistiche; Gli Armeni in Italia) e comprende i saggi di Vartan Karapetian, Paolo Lucca, Gabriella Uluhogian, Murad Hasratian, Hamlet Petrosyan, Dickran Kouymjian, Anna Sirinian, oltre al catalogo delle opere, alla cronologia della storia armena e alla bibliografia."" -
Mimmo Rotella. Ediz. italiana e inglese
La sperimentazione di tecniche e materiali nella lunga carriera dell'artista. Mimmo Rotella, noto per i suoi décollage, era per sua natura un grande sperimentatore. Il suo interesse per le possibilità espressive dell'uso di diverse tecniche di lavoro non era fine a se stesso, ma rivolto a un bisogno intenso di superare i limiti imposti dai linguaggi tradizionali. In qualsiasi procedimento impiegato - décollage, retro d'affiche, riproduzione fotografica, Artypo, vuoto o sovrapittura - Rotella ha sempre adottato questo approccio nel tentativo di superare gli schemi acquisiti. È stato il suo bisogno di una continua sperimentazione e la riformulazione della grammatica artistica il suo credo, in quel nomadismo stilistico che gli ha permesso di non essere intrappolato in una formula stanca, ma che ha aperto la strada a una pratica sempre innovativa durante tutto il corso della sua carriera. Realizzata in collaborazione con il Mimmo Rotella Institute in occasione della prima retrospettiva dell'artista a Londra, la monografia documenta il fascino di Rotella per la scoperta di tecniche e materiali innovativi in oltre cinquant'anni di attività, iniziata a partire dall'inizio degli anni cinquanta e conclusasi al principio del Duemila. -
Modigliani e la boheme di Parigi. Ediz. illustrata
La figura emblematica di Amedeo Modigliani, considerato tra i più affascinanti e influenti protagonisti dell'arte moderna. Amedeo Modigliani, ""Modì"""" (che nell'assonanza fonetica riecheggia quel maudit, maledetto, che caratterizzò tutta la produzione romantica tra Ottocento e Novecento) è considerato oggi uno dei più grandi maestri del XX secolo. Attraverso circa novanta opere provenienti dal Musée national d'art moderne - Centre Pompidou di Parigi, oltre che dalle più importanti collezioni pubbliche e private d'Europa, """"Modigliani e la bohème di Parigi"""" racconta l'esperienza artistica degli anni a cavallo tra il XIX e il XX secolo affiancando i capolavori del maestro livornese a quelli di artisti dell'epoca, in una totale immersione nelle intime e contrastanti atmosfere che affollavano la Parigi di quel periodo. Introdotto dal saggio di Jean-Michel Bouhours, accreditato studioso di Modigliani e curatore del dipartimento delle collezioni moderne del Centre Pompidou di Parigi (""""Amedeo Modigliani, una meteora nel cielo di Parigi""""), il volume riunisce i testi di Doïna Lemny (""""Modigliani e Brâncusi, un'amicizia sotto il segno della scultura""""), Francis Carco (""""Il nudo nella pittura moderna 1863-1920""""), Laurence des Cars (""""Destini incrociati. Modigliani e Paul Guillaume""""), Sophie Krebs (""""Parigi! Parigi! Fine della corsa"""") e Nathalie Ernoult (""""Un'amicizia a Montparnasse: Diego Rivera, Marevna e Amedeo Modigliani""""). Seguono le sezioni rispettivamente dedicate ad Amedeo Modigliani, al binomio Modigliani / Brâncusi e la scultura, alla bohème parigina (con opere di Kees van Dongen, Marc Chagall, Maurice Utrillo, Raoul Dufy, Chaïm Soutine), al cubismo (tra gli altri Pablo Picasso, Juan Gris, Gino Severini, Henri Laurens, Aleksandr Archipenko, Ossip Zadkine) e al nuovo umanesimo della scuola di Parigi. Chiudono il volume Parole di Modigliani (di Jean-Michel Bouhours), la cronologia illustrata (a cura di Dolors Sala Fenés), le biografie e la bibliografia selezionata."" -
Nel cielo
Pubblicato sull'""Écho de Paris"""" nel 1892-1893, """"Nel cielo"""" è un romanzo fortemente pessimista sulla tragedia della condizione umana e, in particolare, dell'artista nella società borghese. """"Mette in scena un pittore, Lucien, direttamente ispirato a Vincent van Gogh, che si era suicidato un anno prima, e di cui Mirbeau aveva comprato da papà Tanguy gli Iris e i Girasoli. Arriva al punto di attribuire a Lucien le tele di Vincent, in particolare La Notte stellata. Attraverso l'esperienza di Lucien, si rivela come l'artista esigente e che vede il mondo con i suoi propri occhi sia condannato a inseguire costantemente un ideale che sempre gli sfugge, perché i mezzi di cui dispone, il cervello e la mano, non sono mai all'altezza dell'ideale prefissato, cosicché la 'malattia della perfettibilità' lo condanna alla sofferenza e alla frustrazione, alla follia e alla morte"""" (dalla postfazione di Pierre Michel)."" -
Come ci si veste?
Adolf Loos non fu solo l'architetto rivoluzionario che conosciamo, ma anche uno scrittore brillante e un osservatore attento della società a lui contemporanea. Questo volume riunisce alcuni dei suoi scritti in tema di abbigliamento e moda. L'evoluzione delle calzature nel tempo, la guerra dichiarata alle cravatte preannodate, l'avanzata inevitabile dell'uomo in salopette, la pericolosa tendenza alla donna-bambina: nulla sfugge a questo analista tanto sottile quanto spiritoso. Come conservare l'aria di veri gentiluomini quando si è in bicicletta? Le donne possono portare i capelli corti? ""La moda è lo stile del tempo presente"""", scrive Loos che, come per la sua opera architettonica, predilige la semplicità, l'essenzialità e la mancanza di fronzoli così da evidenziare la pura bellezza dei materiali. Una grande lezione di stile da un insospettato maestro di eleganza."" -
Il fascino e il mito dell'Italia dal Cinquecento al contemporaneo. Ediz. illustrata
Per almeno tre secoli, dall'inizio del Seicento a tutto l'Ottocento, l'Italia è stata la meta privilegiata degli aristocratici e degli uomini di cultura di tutta Europa e nel XIX secolo anche del Nuovo Mondo, in quanto il viaggio in Italia (il Grand Tour) costituiva una tappa ineludibile del processo di formazione delle classi dirigenti europee, che scendevano nelle nostre magnifiche città d'arte e percorrevano le nostre coste in cerca della bellezza e delle radici della cultura fondativa dell'Occidente. Ad attirarli erano non solo i monumenti e le opere d'arte, ma anche un'affascinante miscela di attrattive naturalistiche, culturali e di bien vivre che fecero del nostro paese un potente polo d'attrazione, creando il mito dell'Italia. Attraverso una selezione di opere esemplari, questo volume è dedicato alla percezione dell'Italia e dell'arte italiana da parte degli artisti stranieri, affascinati dal nostro paese e dalla nostra cultura, non solo figurativa, tra il XVI e il XX secolo. -
Il cortile antico del Palazzo del Bo a Padova
Il palazzo del Bo, sede di una delle più antiche Università europee, è senza dubbio il più rilevante edificio pubblico costruito a Padova nel corso del Rinascimento. Le vicende dell'insediamento dello Studio patavino nel complesso denominato inizialmente hospitium bovis si snodano a partire dall'ultimo decennio del Quattrocento. Ma è nel 1545 che la Signoria di Venezia dispose che le strutture edilizie di origine medievale dovessero essere sottoposte a una profonda revisione architettonica. Due anni più tardi iniziava il cantiere che portò alla realizzazione del nuovo edificio. Se per gli ambienti interni furono riutilizzate le strutture preesistenti, il cortile porticato interno, invece, fu il risultato di una precisa volontà formale. Questo luogo ha tramandato lungo i secoli il significato simbolico collegato alla presenza universitaria, richiamando nelle monumentali forme dei doppi loggiati una misura rievocativa del mondo classico antico. Il volume, grazie all'ampio apparato iconografico che lo correda, illustra l'esito dei lavori di restauro recenti che hanno restituito l'aspetto monumentale del cortile antico e soprattutto, con la pulitura di lapidi e stemmi, hanno fatto emergere antiche memorie araldiche ormai scordate aprendo nuove ipotesi d'indagine e studio. -
Cantiere del '900. Opere dalle collezioni Intesa Sanpaolo. Vol. 2
L'arte del Novecento, che segnò una stagione di eccezionale fervore per la storia culturale e artistica del nostro Paese, trova ampia ed esaustiva documentazione nelle raccolte d'arte di Intesa Sanpaolo, con un particolare approfondimento per la produzione del secondo dopoguerra. La valorizzazione di queste collezioni si attua attraverso il progetto espositivo denominato Cantiere del '900 che, adottando una formula ""a geometria variabile"""", presenta a rotazione le opere del XX secolo che formano la cospicua raccolta. Il primo allestimento ha presentato un percorso dedicato alle principali tendenze artistiche dagli anni Cinquanta alla fine del secolo, arricchito da cinque appuntamenti monografici. Questa seconda edizione propone invece una lettura trasversale dell'arte italiana tra gli anni Venti e Novanta, imperniata su sei filoni tematici: il tempo e lo spazio, il bianco e il colore, la figura e il paesaggio. Si intende esplorare la varietà di """"forme"""" che tali categorie hanno assunto sia, visivamente, nella realizzazione materiale delle opere, sia, sul piano teorico, nella riflessione critica degli autori. Sono 79 i lavori esposti, di artisti quali Balla, de Chirico, Mafai, Sironi, Tancredi, Turcato, Fontana, Vedova, Burri, Manzoni, Dorazio, Paolini, Beecroft, per citarne solo alcuni."" -
Donatello e la sua lezione. Sculture e oreficerie a Padova tra Quattro e Cinquecento. Ediz. illustrata
L'attribuzione a Donatello del Crocifisso della chiesa padovana di Santa Maria dei Servi offre l'occasione per alcune riflessioni intorno alla presenza dello scultore fiorentino in città e all'influenza che esercitò sulla cultura artistica locale. Con Donatello, Padova divenne un centro di irradiamento del nuovo linguaggio rinascimentale: si guardò al suo naturalismo, talora rude, alla sua sapienza prospettica e al suo virtuosismo nel recupero di temi dell'antichità, con particolare attenzione agli aspetti espressionistici e all'horror vacui del Tardoantico. La lezione del maestro proseguì con Bartolomeo Bellano, il più stretto allievo padovano entrato giovanissimo nella bottega, con Giovanni de Fonduli, originario di Crema e attivo a Padova, con Andrea Briosco, celebre bronzista e fine plasticatore protagonista della scena artistica del primo Cinquecento, e con Severo da Ravenna, che ideò e diffuse una notevole quantità di soggetti classici e proprio con Briosco fu fecondo creatore di piccoli oggetti in bronzo. L'influsso di Donatello si manifestò anche nell'oreficeria sacra del Quattro-Cinquecento, come testimoniano i preziosi pezzi provenienti dal Tesoro della basilica di Sant'Antonio ed esposti presso la sede di Palazzo Zuckermann. Le impegnative fusioni per l'altare del Santo richiesero uno stretto rapporto anche con gli orafi cittadini e così, grazie a quel cantiere, prese avvio il rinnovamento in senso rinascimentale di quest'arte. -
Padiglione Italia. Ediz. italiana e inglese
Il Padiglione Italia è stato immaginato e progettato come luogo in grado di rappresentare un intero Paese attraverso l'idea del ""saper fare"""" Italiano, raccontando in maniera inedita le nostre eccellenze culturali, paesaggistiche e produttive. L'edificio rimarrà infatti traccia permanente lasciata in eredità dall'esperienza di Expo Milano 2015, e questo volume intende raccontarne la storia, l'evoluzione fisica e la complessa gestione sino alla sua realizzazione. Il Padiglione Italia è stato progettato dallo studio di architettura Nemesi con il gruppo Proger-BMS, che si è occupato della gestione complessiva del progetto oltre che della progettazione strutturale e impiantistica, e Livio de Santoli per la strategia ambientale ed energetica. La realizzazione dell'opera ha visto protagoniste quattro imprese italiane, Italcementi per la fornitura del cemento biodinamico utilizzato per la realizzazione della pelle ramificata di rivestimento, il General Contractor Italiana Costruzioni, Stahlbau Pichler per la costruzione della vela di copertura in acciaio e vetro, Styl-Comp per l'ingegnerizzazione, produzione e montaggio del rivestimento architettonico ramificato. Voci di un coro composito che hanno abbracciato le differenze e le complessità portando a termine un'opera in grado di interpretare il tema di Expo """"Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita"""" e, insieme, il disegno dello spazio pubblico, una grande piazza coperta in grado di riunire la comunità dei visitatori."" -
Alberto Ghinzani. Una linea lombarda. Ediz. italiana e inglese
Dedicata all'opera di uno dei protagonisti della scultura italiana contemporanea, forse l'ultimo erede lombardo della grande tradizione plastica che va da Medardo Rosso a Marino Marini, la monografia, a corredo della mostra di Bellinzona, ripercorre attraverso una selezione di sculture e un nucleo di disegni l'intero cammino espressivo dell'artista, mettendone in luce il rapporto con i maestri e documentando, in particolare, alcune stagioni della sua produzione meno note, ma di intenso fascino e rilevanza linguistica. Medardo Rosso è un artista che Ghinzani ha amato fin dalla giovinezza, negli anni acerbi dell'accademia, colpito non da un'opera in particolare ma dalla sua idea di scultura e dal suo lavoro sulla materia, sulla superficie. Alla lezione di Medardo, però, Ghinzani ha subito avvicinato quella di Giacometti. Dal grande artista elvetico, visto in un viaggio a Parigi nel 1963, l'artista lombardo non ha ripreso forme o motivi, ma piuttosto un modo di pensare e interpretare le cose. Un'analoga aspirazione all'essenzialità e all'essenza si ritrova anche nell'opera di Ghinzani, che è sempre un esercizio di sintesi e di spoliazione, un procedimento per via di levare, una ricerca dei minimi termini delle cose, anche se non giunge mai a un incorporeo minimalismo. -
Palma. L'invenzione della bellezza. Ediz. illustrata
Questo volume dedicato a Iacopo Nigreti, il Palma (Serina, circa 1480 Venezia, 1528), raccoglie una riflessione multidisciplinare dall'italianistica alle letterature straniere, dalla storia dell'arte e dell'iconologia agli studi culturali fino alle discipline dello spettacolo sull'opera di uno dei grandi protagonisti dell'arte veneta. Maestro del catturare, nell'immagine pittorica, visioni storiche, culturali e sociali, scenari affettivi privati e rivoluzioni concettuali. Il fil rouge di questa monografia è rappresentato dall'affermazione artistica della Bellezza, incarnata in una femminilità che diviene allegoria stessa della vita. E Palma è all'origine di un nuovo prototipo di Bellezza, con il suo repertorio di ritratti femminili, corpi-paesaggio che incarnano la nostalgia e la fecondità della terra o, più concretamente, donne dalle forme morbide e orgogliosamente sensuali, offerte all'occhio quanto alle carezze. Inattesa e stupefacente è l'impronta che questa icona del femminile ha lasciato sui secoli successivi, il mito di Palma ""inventore di Bellezza"""" che puntualmente riaffiora nelle letterature e nelle arti europee fino all'Ottocento, lasciando tracce persino nell'immaginario del cinema e dei media contemporanei. Una storia in larga parte ancora sommersa di cui gli studi qui raccolti, frutto delle ricerche di giovani studiosi, restituiscono il primo frammento di questo peculiare tipo di Bellezza."" -
Sguardi dalla seconda fila. Composizione e narrazione iconica nella pittura veneta del Cinquecento
Pur nella loro irriducibile specificità, il linguaggio verbale e il linguaggio iconico si somigliano. Concentrando l'attenzione su una serie di dipinti di scuola veneta, compresi tra la fine del Quattrocento e la prima metà del Cinquecento (da Bellini a Bordone, passando per Carpaccio, Cima, Giorgione, Palma, Lotto, Tiziano e altri), il saggio di Alessandro Rossi pone in evidenza tale somiglianza. Lo fa riconoscendo nelle opere studiate un'analoga tipologia di struttura compositiva che, al di là dello stile personale di ogni singolo autore e dei soggetti rappresentati, permette alle figure protagoniste di tali dipinti di inscenare una sorta di drammaturgia, composta da posture, sguardi e gesti, da interpretarsi quale grammatica base di una ""narrazione iconica"""" in grado di sovrapporre dimensioni spazio-temporali diverse nella fissità della scena dipinta, sia che questa rappresenti un ritratto di famiglia, un episodio religioso o un'allegoria. Attraverso un'articolata analisi iconologica e semiotica l'autore fa emergere il """"contenuto strutturale"""" che accomuna le opere in esame, riconoscendone il potere esortativo, che invita l'osservatore a leggere il visibile, lasciandosi al tempo stesso turbare dal visuale che solo l'immagine nel suo eloquente silenzio può manifestare. """"Non siamo più di fronte a semplici questioni di iconografia"""" direbbe padre Giovanni Pozzi """"ma siamo saliti più in alto, sul terreno dove si confrontano le possibilità espressive dei due diversi mezzi di comunicazione""""."" -
Marcello Jori. Le grand jour à l'Ile de la Grand Jatte
Nato a Merano nel 1951, Marcello Jori è un artista versatile che ama confrontarsi con linguaggi diversi, spaziando dalla pittura alla letteratura e all'illustrazione, dalla fotografia al design. Persegue da subito un progetto di arte totale, riprendendo in chiave contemporanea l'atteggiamento dell'artista rinascimentale, pittore, scultore, architetto e scrittore al tempo stesso, capace di ricevere ispirazione da ogni forma artistica. Agli inizi degli anni Ottanta intraprende la produzione dei Cristalli, gemme preziose, contenitori di energia e di luce da cui nasceranno fortunati dipinti con la serie dei Giacimenti, delle Foreste e delle Città. Nel 1996 presenta il libro La città meravigliosa degli artisti straordinari: ambizioso progetto di una città dipinta per artisti viventi destinati all'immortalità, in cui ogni edificio è a misura dei loro stessi corpi, un mondo ideale di cui l'artista si fa artefice e custode. Nel 2010 presenta alla Fondazione Marconi un progetto importante, Gli Albi dell'Avventura, veri e propri distillati del suo fare artistico che definisce una svolta significativa nel suo percorso. Marcello Jori inventa e dipinge amicizie ""immaginaria"""" con artisti dl passato, impossibili nella vita reale e racconta in prima persona le proprie imprese ed emozioni con parole e immagini, a metà tra realtà, storyboard e fantastico racconto."" -
L' arte del fare. Giannino Castiglioni scultore
La pubblicazione è il risultato delle recenti ricerche rivolte alla rivalutazione dell'attività di Giannino Castiglioni (Milano 1884 - Lierna 1971) uno tra i più importanti pittori, incisori e scultori del Novecento italiano. L'opera, curata da Eugenio Guglielmi, attraverso testimonianze dirette e studi monografici di giovani e accreditati studiosi, nonché inediti materiali d'archivio, mette in evidenza la formazione dell'artista e il suo rapporto con l'ambiente milanese nel clima culturale a cavallo tra il tardo simbolismo ottocentesco e il nascente Liberty. Particolare attenzione viene data alla formazione di Castiglioni presso l'Accademia di Brera e alle opere che lo resero celebre, tra cui ricordiamo quelle presenti al Cimitero monumentale, i Sacrari dedicati ai caduti della prima guerra mondiale e la Porta del Duomo di Milano. Un capitolo riguarda infine lo studio dei 350 gessi conservati presso il Comune di Lierna, dono degli eredi, nell'ottica della creazione di una Gipsoteca da inserire nei percorsi provinciali e regionali lombardi. -
Palma il Vecchio. Ediz. illustrata
Nonostante all'altissima arte di Jacopo Negretti, detto Palma il Vecchio (1480 circa -1528) siano stati dedicati numerosi studi monografici, dai primi interventi di Fornoni (1886) e Locatelli (1890) all'ultimo di Philip Rylands (1988), l'artista non è mai stato celebrato con una mostra monografica. Pubblicata in occasione di EXPO 2015, questa monografia presenta per la prima volta riuniti i capolavori del grande artista rinascimentale, provenienti dai principali musei in Italia e all'estero. Palma è maestro nel dare vita a languide figure femminili che ne segnano il percorso e la carriera divenendo così il grande interprete di una bellezza femminile, tratteggiata con immediata sensualità, che darà vita all'ideale della proporzione femminile del Rinascimento maturo. Egli esegue opere che vengono presto idealizzate e ricercate dai collezionisti, tanto da creare un vero e proprio mito dell'artista. Un'arte, la sua, che sviluppa temi mitologici e allegorici, ma anche sacre conversazioni in straordinarie ambientazioni paesaggistiche. Quella di Palma è una poesia fatta di sguardi, racconti, nostalgia, scoperte e aperture con immancabili rimandi ai luoghi natii: una raffigurazione della spettacolosa bellezza del visibile ancora oggi apprezzabile nella spettacolare marca bergamasca. -
Milano architettura. La città e l'Expo. Ediz. illustrata
Un nuovo ed ulteriore tassello dedicato alle recenti e decisive trasformazioni di Milano e del suo territorio con un focus sull'area Expo tra padiglioni internazionali, clusters e strutture di servizio. Suddiviso in quattro macro-aree (Milano Centro, La periferia storica, La grande Milano, Expo Milano 2015) il volume propone una lettura dei più significativi interventi in città selezionati per la loro dimensione, scala e portata (dalle aree ex-Portello a Portanuova/Isola/Varesine, da City-Life al rinnovamento di ex-Milano Fiori ad Assago) capaci di innestare modalità completamente nuove, e talvolta inaspettate, nella riattivazione di relazioni sul territorio urbano, casi emblematici per la loro qualità architettonica - dalle scale e tipologie varie - a cui si aggiungono progetti caratterizzati da un rilevante ruolo culturale (la nuova sede della Fondazione Prada, la Fondazione Feltrinelli, il Museo delle culture all'ex Ansaldo...). Il tutto ripercorso attraverso un apparato di complete schede critiche aggiornate, corredate da disegni di progetto, immagini e contributi dei protagonisti della cultura architettonica italiana. -
Milano design restaurant. Ediz. italiana e inglese
I più famosi e recenti luoghi dedicati al food & drink progettati a Milano, dalla speciale connotazione architettonica. Diciotto location che sono ristoranti, ma anche luoghi di conversazione, di ritrovo e molto altro. Luoghi che in maniera irregolare costellano la città e ne rivitalizzano zone innescando nuovi modi di stare assieme o recuperando passioni tradizionali per godere del cibo e del bere. Diciotto esempi dove l'interior ha espresso scelte precise, dal super-lusso all'essential-chic, dal vegano al cino-fusion, dall'etico al sostenibile. Tutti da scoprire. I luoghi: Priceless Milano Ristorante; T'a Milano Store & Bistrot; Locanda alla Mano; Ristorante Terrazza Triennale e Padiglione ""Arts & Foods""""; Pisacco Restaurant & Bar; Dry Cocktails&Pizza; Zazà ramen; Princi Bakery; Björk Swedish Brasserie & Side Store; Ristorante Berton; Ceresio 7 Pools & Restaurant; Iyo; Radicetonda; Un posto a Milano; Zinc - Cocktail bar; Carlo e Camilla in Segheria; Padiglione del vino Expo 2015 Milano; Padiglione Slow Food Expo 2015 Milano."" -
Beato Angelico. Il giudizio svelato. Capolavori attorno al Trittico Corsini
Il catalogo presenta la teologia per immagini dipinta da Beato Angelico, miniatore e pittore, attraverso cinque capolavori, intimi e raffinati, che ""svelano"""" i protagonisti rappresentati nel trittico con l'Ascensione, il Giudizio universale e la Pentecoste, custodito presso la Galleria Nazionale d'Arte Antica in Palazzo Corsini a Roma e recentemente riportato agli antichi splendori grazie a un accurato restauro. All'alba del Quattrocento, negli straordinari codici miniati e negli intensi dipinti su tavola, fra' Giovanni da Fiesole traduce le innovazioni di un umanesimo dell'arte con intima grazia e un suggestivo misticismo della luce, che si irradia dalla Madonna dell'umiltà e dal Cristo giudice, al centro di un racconto salvifico che coinvolge l'uomo. Nelle sue opere Beato Angelico dimostra di essere legato alle pratiche medievali e, allo stesso tempo, prossimo a una visione rinascimentale che lo rende un originale interprete del suo tempo. Attraverso i saggi di Daniela Porro, Antonio D'Amico e Salvatore Vitiello il volume, a corredo della prestigiosa mostra al Castello di Miradolo, documenta la straordinaria arte di Beato Angelico e la raffinatezza con la quale il frate pittore ha saputo toccare i concetti alti della religiosità attraverso lo strumento sublime della pittura.""