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Cercasi Hans in salsa piccante. Una vita in due mondi
«Il mio nome è Hatice. Sono turca, ma anche tedesca, straniera, musulmana, turco-tedesca, giornalista o una carogna, a seconda di chi mi guarda. E percepisco come una ricchezza il fatto di riunire in me queste contraddizioni. Sono troppo tedesca per essere turca e troppo turca per potermi dire tedesca.» Con arguzia e spirito Hatice Akyün racconta della sua vita in due mondi, quello turco e quello tedesco: i pregi e difetti degli uomini, i diversi ideali di bellezza delle donne e i modi che i due popoli hanno di cucinare, festeggiare, amare. Akyün ci offre il suo sguardo disincantato su una società, quella della Germania contemporanea, che fra mille contraddizioni si evolve verso una piena multiculturalità. Edizione italiana a cura di Adriano Murelli Testo tedesco a fronte -
Religi I. Senso e fede nel tardocapitalismo
Questo saggio è il primo di tre studi che cercano di focalizzare la religione in generale non tanto nei suoi contenuti e nelle differenti modalità storiche in cui essi sono stati espressi, quanto nei suoi specifici aspetti 'funzionali'. Non si tratta dunque di un approccio diretto di tipo antropologico, sociologico o teologico, bensì di un tentativo di accostare il problema a partire da una fenomenologia del senso in generale di cui la religione non evidenzierebbe che uno degli aspetti caratterizzanti. Emiliano Bazzanella fa affiorare così una serie di paradossi strutturali: la fede, ad esempio, non appare di esclusiva pertinenza della religione, ma diviene uno dei momenti nodali di ogni dispositivo di senso; inoltre, con una certa sorpresa, scopriamo che la scienza dal punto di vista della struttura del senso non appare così distante come ci aspetteremmo da una configurazione del sapere di tipo religioso, smascherando in tal modo tutta una serie di contrapposizioni pregiudiziali e per taluni aspetti infondate. Attraverso l'assunzione del paradigma 'immunitario' introdotto dall'ultimo Foucault e da Sloterdijk, ma già presente nella filosofia politica classica di Hobbes e Rousseau, si evince una decisa estensione della categoria della 'religione' in quanto meccanismo immunologico ed autoimmunologico di una comunità nei suoi rapporti sovente destabilizzanti con l'Altro. Emiliano Bazzanella arriva così, attraverso passaggi teoretici talora molto fitti, a definire il sistema tardocapitalistico come 'religione delle religioni', cioè come un sistema di senso che si immunizza nei confronti della realtà attraverso la produzione 'indifferente' di molteplici religioni e fedi: è proprio da tale assunto che riusciamo a comprendere meglio certe fascinazioni quasi fideistiche della contemporaneità, dall'infatuazione per gli -ismi e i fondamentalismi, al diffondersi delle sette religiose e delle ossessioni per la forma fisica, la salute, l'efficienza. -
Un legame materno non si recupera più? Autobiografia di una schizofrenica guarita
Il diario di una vita segnata dalla schizofrenia. La storia di Lia Van Der Win, settima di undici figli, nata in Olanda nel 1952. La diagnosi della malattia e la guarigione, dopo una vita segnata dalla costante paura del rifiuto e dell’abbandono. Un itinerario intimo e delicato attraverso i mille significati e le ragioni di una delle malattie più antiche. Lia soffriva di schizofrenia paranoide delirante, una definizione generica che riunisce moltissimi disturbi, caratterizzati da una certa gravità e dalla compromissione dell’esame di realtà. Troppi sono ancora oggi i dubbi sulle possibilità di guarigione. Una malattia che le ha sconvolto la vita prima e da cui è riuscita a uscire: il racconto autobiografico della sofferenza e del coraggio che l’hanno sostenuta in quei momenti. -
Rapporti di errore. Sedici voci nuove della poesia ceca contemporanea
«La mia ricerca dei nomi nuovi della poesia ceca () l’ho condotta tra quegli autori che, fino ad oggi, hanno pubblicato soltanto un paio di raccolte, oppure, come in alcuni casi, soltanto in riviste. () Nella scelta degli autori – senza tener conto della loro età – ha giocato un ruolo fondamentale anche un carattere di novità diverso, più profondo: la loro esplorazione poetica. Da questo punto di vista, mi interessava soprattutto osservare cosa avesse di unico ciascuno di loro; non ho cercato tra questi nomi i rappresentanti di diverse poetiche e programmi, tanto meno autori che esprimessero la loro opinione su questo o quel tema generale, predefinito. Ho ricercato piuttosto quel carattere fondamentale che rende la poesia poesia: non la trattazione di temi, ma l’affermazione di una visione personale. () Anche se ognuno di questi autori rappresenta solo se stesso, ciò non vuol dire che non sia possibile trovare dei tratti comuni. Tra essi potremmo indicare lo sguardo disincantato sul mondo, che per loro sembra essere oramai per sempre assurdo e allo stesso tempo banale; e, apparentemente, nulla ai loro occhi è capace di cambiarlo – tanto meno migliorarlo –, nemmeno la poesia e la forza magica della propria soggettività» (dall’Introduzione di Petr Král) Katerina Bolechová, Petr panger, Wanda Heinrichová, Ladislav Selepko, Miroslav Fimeister, Ladislav Purl, Viktor pacek, Milan ediv, Ladislav Zedník, Gabriel Pleska, Jakub Rehák, Jirí Koten, Ondrej Macura, Eva Koinská, Ondrej Buddeus, Jakub Cermák. -
I Cirenaici. La filosofia del piacere. I frammenti e le testimonianze sulla scuola socratica più sovversiva del mondo antico. Testo originale a fronte
La riproposizione organica dei testi originali della Scuola cirenaica con traduzione a fronte vuole oggi rappresentare un duplice tentativo: essere un utile strumento per tutti coloro che desiderano controntarsi con le fonti dì una delle scuole socratiche più affascinanti e nei secoli fraintese e, al contempo, fornire l'opportunità per una rilettura che vada oltre la mera prospettiva filologica. Ricchi e numerosi sono gli spunti di riflessione che le posizioni edoniste dei filosofi di Cirene ancora oggi porgono agli studiosi, spesso sotto forma di provocazioni, che partendo dall'ambito etico giungono a ribadire la centralità del dato fruitivo all'interno di un'estetica fortemente legata alle polarità di ""piacere"""" e """"percezione"""". Attraverso la persistenza di tali tematiche e l'individuazione delle loro radici nella filosofia antica emerge come i grandi temi dell'estetica contemporanea, messi alla prova quotidianamente dal confronto con gli oggetti, con i sensi, con i giudizi, con la circoscrizione del concetto stesso dì piacere, possano attingere elementi e stimoli di grande ricchezza."" -
E fu lo stato. Hobbes e il dilemma che imprigiona
Leggere Hobbes oggi è ancora un’esperienza fortemente disturbante. Insieme al sapore amaro di una visione molto cupa dell’uomo e della società, si coglie la forza di una descrizione che non si può fare a meno di sospettare accurata. L’efficacia argomentativa, la chiarezza dell’esposizione e la ricchezza di esempi pratici inducono in noi l’inquietante immagine schopenhaueriana che lo Stato e le leggi civili non siano che delle scomode museruole che vorremmo strapparci di dosso, ma che siamo grati ci risparmino dai morsi di tutti gli altri. é la presa di coscienza degli individui dei conflitti che li divorano a essere di incentivo a vincolare se stessi e gli altri pur di limitarne la violenza. -
L' ultimo degli ebrei. Jacques Derrida e l'eredità di Abramo
"L'ultimo degli Ebrei"""": così Jacques Derrida, da un certo momento in poi, ha scelto di presentarsi, lasciando emergere, in maniera volutamente paradossale, la propria provenienza di ebreo algerino di lingua francese. Disseminate all'interno della sua opera, le tracce di questa eredità ebraica sono allora divenute sempre più evidenti anche ad uno sguardo retrospettivo. Scegliendo come chiave di lettura dell'intera opera derridiana il suo """"rapporto senza continuità ma senza rottura"""" con l'ebraismo e, più in generale, quello con le tradizioni monoteistiche, il presente studio tenta di ricostruire il lascito di un'eredità capillare e imponente, e tuttavia irriducibile ad una mera filiazione. Per comprendere il carattere paradossale di tale rapporto, al tempo stesso assunto e negato, appare decisiva la figura del marrano, l'ebreo che, in segreto, custodisce una tradizione a tal punto contaminata da divenire irrecuperabile. Alla luce del confronto serrato e costante con il pensiero di Lévinas, ma anche del rapporto con il pensiero di Heidegger, tale eredità si mostra irriducibile sia ad un orizzonte religioso, sia ad una illuministica secolarizzazione. Derrida intende piuttosto riaffermare, al di là di ciò che """"religione"""" e appartenenza religiosa significano, il primato di una fede che, al fondo anche di ogni sapere, ci affida all'altro." -
Schegge di vita. Nel mondo dell'arte tra amore e utopia
Il mio mondo, quello del mio lavoro, s’è sempre identificato con l’universo dell’arte; e, nella mia ingenuità e fiducia nel mondo, ho pensato a lungo che ad esso ci si potesse abbandonare a braccia aperte. Ma, ahimè, quante volte ho dovuto richiudere velocemente le braccia, sentendo un gran dolore al cuore. Sono comunque felice di aver vissuto questa avventura, che molto mi ha arricchita; anche perché ho sempre avuto il potere di cancellare il negativo e dimenticarlo... dando valore piuttosto alle emozioni provocate dall’incontro con un artista, o al desiderio di apprendere e comprendere la magia dell’arte. -
Contaminazioni. Esperienze estetiche nella contemporaneità
Per molto tempo l'esperienza estetica è stata fatta coincidere con il momento della creazione o della fruizione di un'opera d'arte, nella specificità delle sue varie forme e dei meccanismi che essa era capace di innescare. Nella contemporaneità sembra invece che le esperienze estetiche ""pure"""" abbiano ceduto il posto ad una moltiplicazione incontrollata di modalità esperienziali, interne ed esterne al mondo dell'arte, ma pur sempre riconducibili all'ambito del """"sentire"""". Di fatto, potrà essere considerata oggetto d'analisi estetologica qualsiasi esperienza che, fuori dalla """"riserva indiana"""" dell'arte, esibisca tratti riconducibili alla dimensione sensibile. Arte, architettura, musica, teatro e marketing costituiscono, in questo libro, gli ambiti nei quali verificare questi nuovi orizzonti di sviluppo della riflessione filosofica e che fanno emergere l'idea della irriducibilità ad una sistematizzazione definitiva del """"discorso estetico"""". La moltiplicazione dei gusti, a cui vanno aggiunti l'opposto movimento di radicamento della moda, la nascita di inedite forme di ricerca del piacere disinteressato, l'oscillante evoluzione degli stili, le distorsioni e le rimodulazioni dei linguaggi espressivi, lo scivolamento della bellezza e delle intelligenze creative al di fuori del mondo dell'arte costituiscono infatti un valido motivo di ampliamento del tradizionale spettro d'analisi della mens aesthetica."" -
Più-che-sacro, più-che-profano
Che cosa vuol dire oggi essere pagani? È ancora valida l'eredità concettuale del politeismo antico? Quali messaggi possono trasmetterci i culti degli dèi dell'Africa e dell'Australia? La volontà di abbattere la separazione tra Occidente e culture primarie ha portato alcuni antropologi e teologi del primo Novecento a rielaborare la nozione di sacro. Il loro lavoro merita di essere ripreso e radicalizzato: le nuove dimensioni del più-che-sacro e del più-che-profano ci iniziano a un pensiero del rito e della cerimonia che dissolve le barriere tra la religione e il mondo. -
Conoscenze mediche sul corpo come tramite di cultura tra Oriente e Occidente. Atti della Giornata di studi (Bologna, 20 aprile 2009)
Vengono qui presentati gli atti di una giornata di studi, dedicata alla medicina e alla sua storia: dall'antichità greco-romana al mondo medievale e bizantino, dalle culture asiatiche della Mesopotamia, della Persia e dell'India alla scienza araba, in un fecondo incontro di saperi e di pratiche tra l'Oriente e l'Occidente. -
Ágalma. Vol. 19: Il senso della fine.
Editoriale. Fine, collasso, infimo inizio -
La notte del mondo. Luoghi del senso, luoghi del divino
Lunga e interminabile è l’heideggeriana notte del mondo, in cui gli dei hanno abbandonato il mondo e la minaccia di un inverno senza fine sembra sottrarre all’uomo ogni possibilità di salvezza. In tale orizzonte, che, a partire dal solenne proclama di Nietzsche circa la «morte di Dio» e dalle fascinazioni heideggeriane, appare sempre più disertato dal divino e privato della possibilità stessa di nominare Dio, si muove tale volume. In questo scenario, in cui mancano rituali e parole adatte e lingue sacre, e in cui il divino è scacciato e respinto dai suoi stessi luoghi e dalle sue chiese, in cui vuoti sono gli spazi lasciati dagli dei, i luoghi sacri, i templi e gli altari, il pensiero può, abitando tali luoghi deserti, aprirsi a ri-pensare radicalmente il senso dell’incontro con il divino, nella consapevolezza -come nota Jean Luc Nancy- che «qui, il divino sta precisamente nel fatto che non ci sia niente di nascosto, niente di oscuro e segreto». -
L' architettura e il supporto. Metamorfosi nelle età della scrittura cibernetica
La «rivoluzione informatica» di cui da tempo si parla riguarda, più che «rivoluzioni», «soglie», varcando le quali, in modo più o meno profondo, avvengono altrettante metamorfosi: l'emergere di un nuovo «supporto» che apre verso una rievocazione di un'unità di senso secondo la quale l'architettura dovrà necessariamente ridefinirsi nell'ambito di una nuova sensibilità e consapevolezza contestuale; l'emergere di un'«anima cibernetica» capace di configurare un'estensione della «dimensione psichica» e rendere esplicita la nozione di mente come textum, rifuggendo dalla violenza di punti di vista assoluti e astratti rispetto alla disposizione all'apertura dell'evento dell'umano e alle costitutive relazioni che lo caratterizzano; l'emergere di una nuova figura di laico e del suo corpo «plurale e multiverso». Soglie nient'affatto distinte, ma vicendevolmente intrecciate e tematizzate nell'ambito di un percorso di ricerca inedito, aperto a occasioni future. -
Sulle tracce del sogno dell'uomo. A colloquio con Raimon Panikkar tra tradizione e pensiero contemporaneo
Forse ci si potrebbe chiedere cosa ne sia stato per lunghi secoli del sogno in Occidente. Per lo più rimosso o ignorato dalla filosofia, difeso solo dai poeti, musicisti, pittori, dal mondo dell’arte, in effetti il sogno viene riabilitato solo agli inizi del XX secolo, in primo luogo dalla psicanalisi freudiana. Successivamente i filosofi si sono interrogati riguardo l’attività onirico visionaria, quale possibilità e origine del pensiero. Intuizione peraltro da sempre presente nelle tradizioni d’Oriente ed Occidente. In tal senso in questa riflessione interdisciplinare, la tematica del sogno-visione diviene motivo di dialogo interculturale e transestetico, alla luce di alcune linee guida di un Maestro della contemporaneità, Raimon Panikkar e della sua visione “advaita” (a-duale), al fine di riconsiderare l’attuale concezione filosofico-antropologica. Il filo conduttore è costituito dall’archetipo dell’artifex, riferibile alla dimensioneumana primordiale posta tra l’Ego individuale e l’Io infinito, a rappresentare la possibilità di “un’esperienza cosmoteandrica” per l’uomo contemporaneo, sensibilizzandolo e aprendolo a un nuovo modo di abitare il mondo, a un’auspicabile “metamorfosi secolare”. -
Volti della paura
Tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, un gruppo consistente di medici, criminologi, scienziati sociali e romanzieri si impegnò in un’ossessiva esplorazione del «sottosuolo» delle grandi metropoli europee. Quell’indagine doveva ritrovare soprattutto nella «folla» la minaccia costante, l’incubo terrificante, il nemico irriducibile della civiltà europea. Si trattava, per molti versi, dell’eterna «paura delle masse». Ma, probabilmente, si trattava anche di un processo più complesso, che andava a modificare la tradizionale visione del disordine sociale. Mentre ‘condensava’ nei volti della folla le proprie paure, la belle époque produceva infatti un’immagine del nemico in larga parte inedita. Un’immagine che, proprio all’alba della grande trasformazione biopolitica, collocava il piano del conflitto nelle profondità psichiche di ciascun individuo. -
Le ragioni del senso
Una larga parte della filosofia contemporanea è stata determinata dalla domanda intorno al problema del senso: Wittgenstein e Heidegger, in particolare, insieme al loro – più o meno diretto – “padre comune”, Husserl, hanno sviluppato questo tema in maniera diversa, ma ponendo l’accento su quelle che qui chiamiamo “le ragioni del senso”, ovvero sulla necessità di ritrovare nel senso una ragionevolezza che eccede le condizioni restrittive della ragione scientifica. Ma è del resto davvero possibile una contrapposizione tra ragione e senso? Come si complica il loro rapporto se per “senso’ si intende il contenuto intellettuale o la dimensione sensibile che, tradizionalmente, è stata appunto contrapposta alla ragione? In breve: che cos’è il senso? Il titolo di questo libro, Le ragioni del senso, racchiude questo insieme di domande, che vi vengono declinate da un punto di vista linguistico, epistemologico, ontologico, esistenziale, antropologico, semiotico, offrendo una varietà di prospettive su quello che è forse il concetto più trasversale e meno localizzabile della filosofia, il concetto di senso. Saggi di J. Benoist, G. Chiurazzi, R. Ehrsam, C. Gauvry, J. Grondin, S. Laugier, R. Mancini, R. Moati, M. Ruggenini, G. Salmon, C. Sini, P. Violi. -
Etica ed esperienza. Levinas politico
Il testo - il primo dell'autore tradotto in lingua italiana - si compone di una serie di saggi sui risvolti etico-politici del pensiero di Emmanuel Lévinas. In particolare intende ribadire come l'etica levinasiana non vada confusa con una filosofia morale, bensì con quella dimensione originaria del ""faccia a faccia"""" che descrive l'esperienza dell'umano. Proprio dalla radicalità di questa esperienza, dalla responsabilità infinita cui chiama, è necessario partire per mettere in questione la politica e i molteplici discorsi in cui essa si esplica. Vengono così illuminati il rapporto tra diritto e giustizia, tra la responsabilità etica e la legge, i limiti della comunità, scendendo fino ad analizzare le poste in gioco dell'impegno sociale. Il quadro che risulta è quello di un pensiero che riconosce la priorità e l'irriducibilità dell'etica del volto rispetto ad ogni politica, ma al contempo riafferma e rilancia il legame imprescindibile con una politica che sappia corrispondere alle sue sollecitazioni."" -
Estetica esistenziale. Ricerche sulla filosofia della musica e delle arti sceniche
Il volume raccoglie una serie di studi incentrati sulle nuove prospettive della filosofia estetica scaturite dalla crisi del pensiero romantico. Il percorso viene suddiviso in una prima parte incentrata sul tema del mito e del pensiero utopico nella cultura occidentale, dalle origini greche sino alle riflessioni sulla musica elaborate nel Novecento. Nella seconda parte, attraverso alcune analisi dei linguaggi artistici propri della rappresentazione scenica, e in particolare nei casi paradigmatici della danza moderna e della figura di don Giovanni nella riflessione di Kierkegaard, si perviene alla proposta di un'estetica di tipo esistenziale, basata non più sulle idee tradizionali del ""bello"""" e del """"segno"""" ma su quelle del """"possibile"""" e del """"finito"""", emblema non più di verità ma di libertà, di apertura e rigenerazione continua."" -
Per una genealogia del virtuale. Dallo specchio a Facebook
In che modo dispositivi virtuali come Facebook plasmano i nostri assetti identitari? Quali margini abbiamo per essere soggetti costituenti, per resistere in modo creativo alle cogenze di dispositivi virtuali che inducono comportamenti standardizzati e prevedibili? Quali margini abbiamo, insomma, per essere creativi in rete? Le risposte sono affidate a uno scavo genealogico capace di leggere in continuità saperi, pratiche e poteri che nella nostra cultura si collegano ai dipositivi-specchio. Lo specchio come contro-spazio che crea immagini virtuali, come fenomeno-soglia che marca i confini tra immaginario e simbolico, come metafora del pensare: è questo il filo conduttore della ricerca qui presentata, che approda all'analisi dei dispositivi-specchio contemporanei attraverso alcuni studi di caso: la Community del blog collettivo Ibridamenti, l'account Facebook dello scrittore Aldo Nove, il sito Wu Ming. Un medesimo orizzonte accomuna queste diverse esperienze: si tratta di vivere la sfida del virtuale come pratica di libertà personali e collettive, contro i vincoli soffocanti dei dispositivi di potere che ci forgiano e ci condizionano.