Sfoglia il Catalogo feltrinelli017
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 7821-7840 di 10000 Articoli:
-
Cominciare dalla fine. Cinque studi su Genette e il cinema
A distanza di ormai quarant’anni dalla sua comparsa, la rilevanza di Figure III (Genette 1972) nell’ambito dell’analisi del film e della teoria del cinema è un dato assodato; così come assodato è l’impatto, dopo trent’anni, di Palinsesti (Genette 1982), e quello di Soglie (Genette 1987) a venticinque anni dalla sua uscita. Ma l’intento di questo libro non è quello di celebrare un “anniversario multiplo”. L’intento, piuttosto, è di problematizzare il “canone Genette” come si è venuto a configurare negli studi sul cinema, spaziando dai contributi che precedono Figure III fino alle più recenti proposte di carattere narratologico (Métalepse). E, soprattutto, affrontando la svolta di Gérard Genette dalla poetica all’estetica, che non solo offre (forse inaspettatamente) strumenti per la lettura dello scenario mediale contemporaneo, ma permette anche di rileggere l’intero percorso di Genette nelle sue più originali assunzioni. -
Tra la materia e la mente. Filosofia e complessità
Cercare connessioni formali ed avanzare ipotesi di sviluppo cronologico, ad esempio elaborando storie congetturali, sono due approcci ricorrenti e talvolta interagenti nei tentativi della filosofia e della scienza di dar conto del divenire della natura e, in particolare, del vivente, dell’uomo e della sua storia. Questo libro richiama l’attenzione e si interroga sulle aporie emerse nel tentativo di trovare quelli che Wittgenstein avrebbe chiamato «anelli intermedi», concentrandosi in particolare sui passaggi tra «non vivente» e «vivente», tra «essere vivente non pensante» ed «essere vivente pensante» e tra «disordine» e «ordine». Ciò che si vuole mostrare è che, da un lato, le aporie e i dibattiti filosofici su tali controversi anelli intermedi sono interessanti ed euristicamente fecondi anche per chi si occupa da “scienziato” di sistemi e fenomeni complessi e che, dall’altro lato, concetti e metafore introdotti dalle ricerche sulla complessità possono offrire spunti cruciali alla ricerca filosofica. -
Kainos. Vol. 1: Ignoranza e culturale. I
Che cosa vuol dire oggi essere o sentirsi ‘ignoranti’ oppure ‘colti’? In quale misura la percezione della nostra ignoranza o della nostra cultura dipende dall’assetto socio-politico in cui ci troviamo? E soprattutto, com’è cambiata questa percezione in Italia negli ultimi decenni e nelle diverse fasce della popolazione? L’ignoranza è ancora sinonimo di inferiorità sociale quanto la cultura lo è di superiorità, o i termini si sono rovesciati? Dopo l’apparente fine dell’era Berlusconi, dopo l’orgia di retorica per i centocinquant’anni dall’unificazione e nel bel mezzo di una crisi sociale ed economica di dimensioni mondiali che sta mettendo alla prova la nostra giovane democrazia repubblicana, l’annuario della rivista di critica filosofica Kainos (www.kainos-portale.com) cerca di porre e rispondere a queste domande per indagare sull’ignoranza degli italiani come problema culturale e politico: sulle sue cause più o meno occulte, sulle sue risonanze più o meno europee, sulle sue forme più o meno evidenti e soprattutto sulle sue conseguenze per il futuro del nostro Paese.Testi di Bernard Stiegler, Laura Bazzicalupo, Mario Perniola, Nicola Chiaromonte, Eleonora de Conciliis, Vincenzo Cuomo, Fabio Frosini, Jean-Claude Lévêque, Gabriele Miniagio, Paolo Vignola, Pierluigi Vuillermin, Andrea Bonavoglia, Raffaele Di Stasio. -
René Girard e la filosofia
René Girard è uno dei pensatori più stimolanti e fecondi del panorama culturale contemporaneo, per l’indiscutibile forza delle sue idee e la loro capacità di sollecitare riflessioni chiare e penetranti sulla genesi dei nostri comportamenti, l’origine della cultura umana e il vero significato delle religioni, in particolare della tradizione ebraico-cristiana. Eppure, accanto a questa influenza innovatrice, il pensiero di Girard presenta uno statuto epistemologico sfuggente, una collocazione culturale che a uno sguardo più attento risulta non poco problematica, della quale è manifestazione il rapporto conflittuale che egli ha sempre intrattenuto con la tradizione filosofica occidentale. I contributi che compongono questo volume intendono saggiare nuove vie di indagine e di interpretazione, che permettano di capire le ragioni dell’approccio di Girard alla filosofia e le possibilità di dialogo, concorde o contrastivo, sia rispetto ai classici del pensiero moderno sia rispetto alle più recenti acquisizioni di quello contemporaneo. Il confronto con autori quali Hobbes, Spinoza, de Maistre, Schmitt, Bataille, Lévinas e Marion mostra, da un lato, il radicamento della teoria mimetica e vittimaria in una tradizione filosofica più ricca e complessa di quanto non lascino intendere le affermazioni di Girard, dall’altro l’emergere di nuovi sviluppi teorici, ancora tutti da esplorare e da valutare. -
Un'archeologia della politica. Letture della Repubblica di Platone
Platone, nella Repubblica, offre i criteri per l’osservazione della politica, nel momento stesso in cui delinea le caratteristiche di una città giusta. Dietro il progetto di attribuzione del potere ai filosofi si cela un dialogo sulla natura e sui limiti dei discorsi sulle “cose della città”. Questo volume si presenta come un’introduzione ai principali temi all’origine della nostra tradizione di pensiero politico, e come un’analisi degli aspetti originali ed essenziali di uno dei più importanti dialoghi platonici. I temi filosofico-politici sono qui affrontati nell’ordine implicito della loro presentazione nel dialogo: la nozione di potere come “cura” pastorale; la critica ai discorsi degli uomini politici; l’ambiguità di ogni scienza che abbia per oggetto la città; le differenti forme di comunità come principio di comprensione politica; infine, il paradosso di un sapere che deve trovare nella polis la sua giustificazione. -
Filosofie del tempo. Il concetto di tempo nella storia del pensiero occidentale
Il testo ripercorre la storia del concetto di tempo nella filosofia. Nel libro si possono rintracciare molteplici percorsi, a seconda delle diverse linee di sviluppo della storia del pensiero: da Aristotele a Galileo, Newton e Leibniz, fino alla sintesi di Kant; si può ripercorrere la strada della percezione del tempo, da Agostino a Bergson, fino a Husserl; oppure, seguendo la platonica negazione del tempo, attraverso il platonismo medievale rinascimentale, Bruno, Spinoza e Schellig, giungere fino ad Einstein; quello della Storia, con la lettura del passaggio dall'Antico al Nuovo Testamento, come compimento di una promessa, che si apre verso una piú grande realizzazione finale, che da Hegel a Marx, attraverso lo storicismo tedesco, Benjamin e Bloch, fino ai giorni nostri, ha tanto influenzato nel bene e nel male il nostro modo di percepire la politica e la società. -
Teoria giuridica e giustizia costituzionale. Un profilo storico-filosofico
Il costituzionalismo contemporaneo senza dubbio ha decretato la definitiva archiviazione di buona parte della filosofia del diritto pubblico – e del diritto tout court – elaborata nel XIX secolo; eppure, a detta di molti la giurisdizione, pur avendone risentito, sembra al suo fondo ancora legata a quella filosofia e manifesti, perciò, un “statuto” incerto e ancora da definire. L’ipotesi che percorre l’intero volume è che tale stato di cose abbia un’origine storico-concettuale e derivi dalla difficoltà della teoria del diritto e dello Stato del secondo dopoguerra nel fare i conti fino in fondo con le novità del costituzionalismo contemporaneo e, in particolare, con quella che, sul piano dell’ordinamento dei poteri, maggiormente si distaccava rispetto al passato ovvero la giustizia costituzionale. Al centro dell’attenzione è stata posta, pertanto, la filosofia dei poteri pubblici propria dei giuristi della prima età repubblicana, nella convinzione che questa filosofia avrebbe alimentato una tal quale distonia di fondo. Nella esatta misura in cui si è aperta alle innovazioni introdotte dalla Parte I della Costituzione – interpretazione della legge e interpretazione costituzionale; diritto per regole e diritto per principi; diritti fondamentali vs. legislatore ordinario –, essa in misura altrettanto eguale avrebbe perpetuato una considerazione “vetero-positivistica” dell’apparato dei poteri pubblici, ove la giurisdizione – qualsiasi giurisdizione, anche quella novità rappresentata da una giurisdizione costituzionale – tendenzialmente è estranea ai circuiti di produzione dell’indirizzo politico e fatica a trovare un’identità teorico-costituzionale chiaramente contrapposta, ma altrettanto chiaramente coordinata rispetto a quella del legislatore democratico. -
Ergografie. Studi sulla struttura dell'essere
“Ergografie” sono percorsi di Scrittura della struttura formale dell’Azione, alla quale ogni “gesto” e ogni “verbo” debbono poter essere ricondotti – compreso, però, anche il gesto stesso che scrive tale struttura. La Scrittura filosofica dovrà mostrarsi come un’Azione tra le tante, dotata però della peculiare facoltà di poter inscrivere, nel suo gesto, la struttura stessa dell’Azione secondo la quale anche la Scrittura, in quanto Azione, accade. “Tutto” è Azione, ma l’Azione è dunque esplicata nella propria struttura formale esclusivamente all’interno dell’ambito di quell’Azione, la Scrittura, il cui risultato, ossia la cui estrema concrezione, la filosofia, viene a identificarsi con la struttura formale dell’Azione in quanto tale. Idea, questa, che Maurits Cornelis Escher, nel suo celebre Mani che disegnano del 1948, ha saputo magistralmente evocare. Ergografia è cioè Azione che torna su se stessa: è l’Azione della Scrittura dell’Azione. Ergografia, nelle pagine che seguono, si fa però Ontografia: tra le diverse Azioni, il percorso qui presentato si sofferma principalmente su quella che prende il nome di Essere il quale, ricondotto alla struttura formale dell’Azione, viene descritto secondo una veste inedita che tiene conto della sua evenemenzialità e della sua relazionalità, della sua sostanzialità e della sua transitività. -
Prossimità. Declinazioni di una questione urbana
Questo libro raccoglie alcune riflessioni che hanno un tema comune: la prossimità spaziale. Il libro sostiene l’ipotesi che il tema della prossimità sia centrale nella ristrutturazione del territorio abitato a bassa densità e che il concetto vada ri-costruito. Per questo il libro propone un percorso di indagine per affrontare il tema e la sua densità semantica, che comprende elementi controversi. I saggi, elaborati per ricerche accademiche ed esperienze progettuali, spiegano da diverse angolazioni come lo spazio torni a contare e quindi perché il tema sia importante nella teoria e nella pratica del progetto urbano e territoriale contemporaneo. Le esperienze raccontate nel libro mostrano che il tema è ricorrente e che può essere declinato in maniera molteplice (densità, continuità, inclusione, accessibilità...). -
Eccedenza sovrana
Pasolini, discutendo di Salò, sosteneva che nulla è più anarchico del potere, perché il potere fa ciò che vuole, e ciò che vuole il potere è completamente arbitrario. Eppure, a scrutare il fondo uccisore della sovranità moderna, emerge la fragilità di un potere che ha bisogno, per esistere, del riconoscimento delle proprie vittime. Come una preghiera di Dio, l'ordine implora di essere amato, anche da coloro che mette a morte. Di questa che nel libro viene definita 'teurgia politica' (l'idea che un potere che, come Dio, si dice pieno di gloria abbia bisogno di venire costantemente glorificato) beneficia Barnardine, l'assassino boemo di Misura per misura di Shakespeare, che alla chiamata al patibolo risponde con un'imprecazione: non ha voglia di morire, e non morirà, e al potere ""gli prenda la peste alla gola"""". È così che egli si fa sovrano. Al pari dello Stato e contro lo Stato."" -
Au fond de l'inconnu pour trouver du nouveau. Antologia e saggi critici (Baudelaire, Mallarmè, Verlaine, Rimbaud)
Charles Baudelaire è incontestabilmente il fondatore di quel movimento poetico che, con i nomi di decadentismo / simbolismo, ha dato luogo agli esiti poetici altissimi del Secondo Ottocento francese, segnando poi indelebilmente tutta la produzione poetica del Novecento, sino alla nostra contemporaneità. Questo volume, che si vuole prima di tutto un invito alla lettura, è una raccolta antologica di testi e di studi critici con cui ci si propone di offrire a studenti e studiosi amanti della poesia le basi testuali e critiche fondamentali per comprendere i punti cardine dell’opera dei grandi autori del simbolismo, Baudelaire, Mallarmé, Verlaine e Rimbaud. -
Axel Honneth. Giustizia sociale come riconoscimento
Nel panorama della filosofia politica e sociale contemporanea la teoria del riconoscimento di Axel Honneth costituisce uno dei paradigmi più rappresentativi. A partire da Lotta per il riconoscimento, il volume del 1992 in cui Honneth espone per la prima volta la sua teoria, gli interventi e le discussioni riguardanti quest’ultima sono andati rapidamente moltiplicandosi, a riprova dell’interesse suscitato da una concezione in grado di far confluire, in una proposta originale e dotata di forza critica e descrittiva, motivi hegeliani e temi marxiani, teoria critica francofortese e sociologia culturale anglosassone, storia sociale e apporti psicoanalitici. L’obiettivo di questo libro è tracciare un quadro dettagliato e al contempo sistematico dell’opera honnethiana, che permetta di evidenziare le molte acquisizioni positive di essa ma anche i suoi limiti e nodi irrisolti, a cominciare dai primi scritti fino all’ultima monografia ad oggi pubblicata da Honneth, Das Recht der Freiheit (2011). -
Ordo e connexio. Spinozismo e scienze sociali
Frutto del contributo di un gruppo internazionale di specialisti, il volume s'interroga sul ruolo del pensiero di Spinoza nella storia e nella teoria delle scienze sociali. Se le scienze sociali si collocano all'interno di una specifica forma di riflessività tipica dei moderni e contemporaneamente offrono un modo attraverso cui trasformare e ridiscutere i fondamenti della loro politica, la scienza spinoziana degli affetti e delle passioni rappresenta allo stesso tempo una chance e una provocazione per questo tipo di sapere. Una chance, nella misura in cui la filosofia di Spinoza può fornire un fondamentale laboratorio teorico per chi s'interroga sul significato di concetti come: norma, rito, relazione, istituzione, collettività, individuo, decisione. Una provocazione, perché una scienza sociale spinoziana sovvertirebbe inevitabilmente alcune delle dicotomie fondamentali del ""progetto"""" delle scienze sociali, come: natura/cultura, individuo/massa, ragione/immaginazione, libertà/necessità. È quindi il legame tra riflessività e politica a essere così risemantizzato, suggerendo che tanto l'insieme delle conoscenze con cui i moderni hanno costituito una scienza di loro stessi, quanto le modalità tramite cui si sono organizzati collettivamente, possano essere ritenute espressione della necessità moderna di connettere la potenza di ciascuno in un ordine cognitivo e politico comune."" -
Adesso Renzi. I pensieri del rottamatore
Renzi, il rottamatore. Raccoglie critiche, suscita entusiasmi, genera sospetti. Chi c'è dietro? Dove può arrivare? Prima di tutto, bisognerebbe comprendere il disegno politico del sindaco fiorentino. Senza pregiudizi. Parole, metafore, concetti. Il testo si prefigge questo obiettivo. Leggere la proposta del rottamatore come un grande racconto politico che si articola lungo quattro direttrici essenziali: ""l'adesso"""", """"il fuori"""", """"lo stil novo"""" e """"la rottamazione"""". Il quando, il dove, il come e il cosa di una narrazione per costruire la nuova Italia. Il chi narratore, ovviamente, è Matteo Renzi."" -
Milano e Parigi sguardi incrociati. Politiche artistiche e strategie urbane in età napoleonica
Le vicende storiche che fanno seguito alla Rivoluzione Francese e la stretta relazione che si istituisce tra Francia e Italia, “repubbliche sorelle” nella retorica della fase rivoluzionaria, poi regni indipendenti ma strettamente legati nella persona di Napoleone, avvicinano Parigi e Milano, città che rivestono entrambe il ruolo di capitale, tanto nell’età repubblicana che in quella imperiale. Il rapporto fra le due capitali non è, naturalmente, bilanciato, come non lo è quello tra le due entità politiche di cui sono espressione: la Francia ha un ruolo trainante e dominante e Parigi è il centro del potere che stabilisce i modelli – quando non li impone direttamente – cui devono conformarsi gli stati che gravitano nella sfera francese. Modelli politici, come lo sono le costituzioni dell’età repubblicana o l’ordinamento amministrativo avviato con l’Impero, ma anche modelli artistici e culturali da cui non sono esclusi gli interventi sulla città. Architettura e progettazione urbana giocano anzi in questi anni, tanto nel contesto milanese che in quello parigino, un ruolo eminentemente politico, determinando le strategie di sviluppo dello spazio urbano e mobilitando valori fortemente simbolici. Con alcune corrispondenze, tra le due città, che costituiscono l’oggetto specifico di questo libro. -
Verba lucis. Scrittura, immagine e libro nel manicheismo
Il profeta Mani (III secolo d.C.) nacque nella Mesopotamia arsacide e predicò nell’impero persiano dei Sassanidi, godendo del favore iniziale del re dei re Shabuhr I, per poi cadere in disgrazia e subire la prigionia e il martirio sotto il regno di Wahram I. La religione che da lui prese il nome si distinse, nel panorama spirituale della tarda antichità, per il grande valore attribuito a prodotti culturali come il libro, scritto e illustrato, da lui promosso a medium fondamentale di missione e di conversione. Mani stesso fu un fecondo poligrafo e disegnatore di tavole che illustrarono la sua dottrina cosmologica, e il dramma impressionistico dello scontro tra le potenze della Luce e della Materia. Visionario e taumaturgo, artista e scrittore, predicatore e musico. La sua abilità nel tracciare ampi cerchi perfetti, un Giotto ante-litteram, lo rese famoso per questa sua maestria di “pittore della Luce” - così venne nominato da un erudito musulmano - e profeta ispirato, al contempo: giunto per cantare ai popoli, e per dipingere, la vicenda mitica e soterica della caduta e del riscatto della Anima-Luce, nei vincoli del mondo e nell’animo dell’uomo, prima obnubilato e poi redento dalla buona speranza della gnosi illuminatrice. -
Complessità dilemmatica. Logica, scienza e società in Giovanni Gentile
Come ogni grande filosofia, l’attualismo di Gentile tende a cogliere il carattere complesso della realtà, con le sue intrinseche opacità, aporie e contraddizioni. Ma nonostante l’intento di edificare un organico sistema unitario, l’idealismo gentiliano non è affatto una filosofia risolta. Ciò è un segno della sua profondità, che comprova come a non lasciarsi mai risolvere sia la realtà stessa. Si tratta di un idealismo esprimente una ‘complessità dilemmatica’, caratterizzata da un ‘divenire immoto’, oscillante tra poli quali concretezza e astrattezza, razionalismo e prassismo, spiritualità e corporeità. Appare riduttiva ogni lettura ideologica di tale filosofia, che per certi aspetti anticipa la problematica postmoderna. L’attualismo evoca un sapere che, nella sua oscurità e ambivalenza, può aiutare a comprendere, senza semplicismi, molte dinamiche contemporanee: sul piano logico del pensiero complesso, sul piano epistemologico della tecnoscienza, sul piano sociale dell’etica negli ambiti del diritto e della politica, sospesi tra effettività e idealità. -
Sensibilia. Vol. 5: La vergogna-The shame.
Che tipo di sentimento è la vergogna? Perché ci si vergogna e quali sono le conseguenze che tale emozione lascia nel soggetto? Si tratta di un’emozione privata o “sociale”? Quanti tipi di vergogna esistono? La vergogna vicaria è sempre vergogna? Quali sono i modi in cui l’arte ha rappresentato la vergogna? Quali i rapporti tra vergogna, senso di colpa, imbarazzo e censura? È possibile essere immuni alla vergogna? “Non vergognarsi” può rientrare nelle virtù di una persona o è un atteggiamento moralmente condannabile? Sensibilia. Colloquium on Perception and Experience ha indagato i diversi modi in cui la vergogna può essere descritta e messa in scena, presupposta e compresa. Le proposte e i punti di vista raccolti in questo volume mettono in relazione in modo originale e interdisciplinare aree di ricerca diverse, ma egualmente interessate alla rifl essione su un sentimento complesso e stratifi cato quale è la vergogna e la categoria di emozioni che lo accompagnano (fi losofi a, ontologia, letteratura, fenomenologia, storia dell’arte, antropologia, estetica, politologia, media studies, ecc.). Ne è scaturito un acceso dibattito su questioni (antiche e contemporanee) scomode, spinose e “vergognose”. Saggi di: Alessandro Alfi eri, Montserrat Algarabel, Emanuele Antonelli, Luca Bortolotti, Antonio Carnevale, Filippo Ceccarelli, Simona Chiodo, Felice Cimatti, Maria Giuseppina Di Monte, Michele Di Monte, Lorenzo Donghi, Tonino Griffero, Alessandro Ialenti, Micaela Latini, Jerrold Levinson, Michelle Mason, Marco Mazzeo, Claudio Neri, Silvia Pedone, Raffaella Perna, Manrica Rotili, Francesco Sorce, Marco Tedeschini, Federico Vercellone, Piero Vereni. -
Immaginario politico del salvatore. Biopotere, sapere e ordine sociale
L’immaginario politico del Salvatore e l’ideologia della salvezza rappresentano, nell’attuale contesto storico, tecnologico e politico, fattori determinanti per la costruzione del consenso popolare e per l’organizzazione politica e sociale che ne deriva. In particolare ogni narrazione salvifica, con la sua capacità di mobilitare un insieme complesso e articolato di simboli, immagini e paradigmi concettuali, mostra una specifica relazione dialettica tra potere politico e sapere. Le conoscenze scientifiche e tecnologiche, detenute o supposte, giocano così un ruolo fondamentale per la credibilità delle azioni di governo e per la loro capacità di stabilizzare i conflitti sociali. Tutto questo rappresenta, indubbiamente, il sintomo di una profonda trasformazione delle liberaldemocrazie, causata dal nuovo assetto globale della civiltà tecnologica. -
Estetica trascendentale in musica
Nella Critica della ragion pura, Kant «si dimenticò della musica, con i suoi principi sintetici a priori»; anzi, si potrebbe «mettere in musica» l’Estetica trascendentale: all’insegna di una rivalutazione dell’esperienza psicoacustica e musicale, Johann Friedrich Herbart (1776-1841) e Carl Stumpf (1848-1936) elaborano un’alternativa psicologica al trascendentale e reimpostano il problema della sintesi, fra l’altro, nei termini della fusione. Nel realismo della metafisica generale ed applicata di Herbart come nell’empirismo fenomenologico di Stumpf, le indagini sulle forme spaziali, temporali ed acustiche s’intrecciano – con esiti diversissimi – a questioni fondazionali. Questa ricerca ad ampio spettro sulle teorie dell’esperienza di Herbart e Stumpf è volta a rilevarvi il valore sistematico della psicologia del suono, discuterne implicazioni ed aporie, e saggiarne in chiave metodologica l’apporto epistemologico verso una funzionalizzazione degli ordini di spazio, tempo e suono.