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La rondine di Pasolini
Un saggio singolare dove si parla del ""realismo"""" di Pasolini ma anche di animali. Si va avanti e indietro per le pagine di """"Ragazzi di vita"""" nelle loro diverse redazioni, si incontrano Padre Giovanni Pozzi, Erich Auerbach e Romano Guardini, ma anche Attilio Bertolucci, Roberto Longhi, Carlo Emilio Gadda, Anna Banti, Elsa Morante e Giovanni Pascoli, tirato un po' da una parte e un po' dall'altra da Gianfranco Contini e Cesare Garboli. E ci si imbatte alla fine anche in Giorgio Agamben, in veste di epistolografo. Si segue il filo di una rondine. Fanno da comprimari un cane e un gatto. Di straforo si aggiunge al cast una lucciola."" -
Le vergini giurate. Donne libere di costringersi e costrette a liberarsi in Albania
Ancora oggi in Albania, donne fragili e combattive vengono obbligate ad abbandonare la propria femminilità per ottemperare al ruolo riservato agli uomini in società maschiliste. Il diventare Vergine Giurata non si limita al taglio maschile dei capelli o all'avvolgere il seno in strette bende. Rinunciare alla propria femminilità significa avere la forza di schiacciare le proprie pulsioni e la propria natura femminile, caricandosi non solo dei diritti ma anche del peso dei doveri riservati agli uomini. Che sia dettato da un'imposizione della famiglia - legata al bisogno di un erede maschio - o dalla rivendicazione personale di libertà, l'annientamento personale si presenta come unica strada, possibile e necessaria, per il riconoscimento sociale. Libertà e autodistruzione si fondono, quindi, in figure svuotate di senso, imprigionate in un processo di ""autodeterminazione inversa"""" in cui le Vergini Giurate si oppongono alla società pur rimanendovi all'interno. È così che la forza di reprimersi si trasforma nel diritto di contare. Prefazione di Gianfranco Mormino."" -
L' autoritratto. Cinema e configurazione della soggettività
L'autoritratto è una forma artistica persistente: attraversa la storia delle arti, l'evoluzione dei dispositivi di costruzione dell'immagine, sconfina tra i generi, si appropria di nuove tecnologie, pervade le pratiche sociali contemporanee. Quali sono le sue caratteristiche e i suoi esiti? E perché in periodi diversi, con modalità espressive ed estetiche eterogenee, numerosi cineasti hanno scelto di confrontarsi con tale forma, presa in prestito dall'arte visiva, e di rielaborarla profondamente in territorio cinematografico? -
Abitare la terra al tempo di internet. Luoghi, comunicazione, vita umana
Dal momento che Internet è incorporata nella nostra vita, il tempo trascorso davanti a uno schermo di un computer o a un dispositivo piccolo, portatile, è aumentato esponenzialmente. Tutto ciò influisce non solo su come le persone interagiscono con le macchine e con gli altri, ma influenza anche lo sviluppo della propria identità, le emozioni, i sentimenti di affetto, intimità, la conoscenza e la riproduzione della cultura, l'integrazione, l'esclusione, la sicurezza, il senso di appartenenza ai luoghi, la capacità dei luoghi di trattenere le persone, la mobilità, la giustizia spaziale. In altre parole, la vita umana sulla Terra. Quali sono i cambiamenti significativi, cosa questi cambiamenti significano per la nostra vita come esseri sociali sulla Terra? Il libro esplora i molti modi in cui gli ambienti digitali stanno cambiando la Vita delle persone e come i luoghi siano vissuti dalle persone nelle loro esistenze e comportamenti mediati da Internet e in Internet. Questioni concettuali e teoriche, casi empirici originali sono presentati, analizzati, interpretati e offerti alla riflessione comune. -
Nessun Kurtz. «Cuore di tenebra» e le parole dell'Occidente
L’analisi segue una strada accidentata, fatta di intoppi e ricorrenze, ed è costruita sulla convinzione che il Kurtz conradiano continui a tornare, in vesti diverse ma con la consueta ambiguità, in molte narrazioni contemporanee.rnrnrnQuesto volume parte dal viaggio di Marlow dal Tamigi al Congo e arriva a un itinerario opposto, che si dipana qui e ora, nel Mediterraneo, dall'Africa e in direzione dell'Europa. L'analisi segue una strada accidentata, fatta di intoppi e ricorrenze, ed è costruita sulla convinzione che il Kurtz conradiano continui a tornare, in vesti diverse ma con la consueta ambiguità, in molte narrazioni contemporanee: tutte hanno al centro la necessità e l'impossibilità di raccontare l'altro e di trovare le parole e le immagini per farlo. È una storia ancora non conclusa, che dimostra a che cosa serve la narrazione. Attraverso le opere di Orson Welles, F.F. Coppola, Will Self, Chris Cleave, Maylis De Kerangal, Giuseppe Catozzella, Margaret Mazzantini, Jenny Erpenbeck, Lina Prosa, Anders Lustgarten, Crystal Pite, Stephen Frears, Alan Maglio e Medhin Paolos, Domenico Iannacone e Luca Cambi, Mario Badagliacca, Kevin McElvaney, Mario De Carolis, una stessa vicenda viene riscritta in contesti nazionali e artistici diversi. Sempre in cerca delle parole giuste per dirlo. -
Riflessioni sullo sviluppo sostenibile in architettura. A trent'anni dal rapporto Brundtland
A trent'anni di distanza dall'affermazione del concetto di sviluppo sostenibile è possibile e doveroso fare un bilancio di quanto accaduto, delle ricadute sulla realtà che ci circonda, analizzando le risposte formulate, ma soprattutto le domande poste al principio del percorso. Lo sviluppo sostenibile ha avuto importanti ripercussioni in ambito architettonico, rispetto alle quali si possono valutare le problematiche individuate, le risposte formulate, gli eventuali fallimenti e soprattutto interrogarsi su quale sia il ruolo dell'architetto in questo dibattito, sul perché debba occuparsi dell'argomento e quale possa essere il suo effettivo apporto. Obiettivi specifici del testo sono costruire un bilancio a partire dall'analisi di tali ricadute per definire un quadro in cui si inserisce l'architettura e delineare la posizione della disciplina all'interno del tema sostenibilità: ne è un soggetto trainante? La subisce suo malgrado? O lo sfrutta per collocarsi in modo più appetibile sul mercato? Premessa di Adriano Magliocco. -
Le case dei poveri. È ancora possibile pensare un welfare abitativo?
Una casa per tutti è un'eventualità che le politiche abitative non hanno mai realizzato: esito non sorprendente di una tradizione segnata da vistosi limiti di efficacia e che ha costantemente adottato - anche nelle sue forme 'sociali' - un approccio che ha penalizzato le componenti povere della domanda. Questo libro si interroga sulla possibilità di rendere 'più sociali' le politiche abitative: un obiettivo oggi credibile, come mostrano le esperienze che in Europa hanno tentato di ripensare il diritto alla casa istituendo per i poveri un 'supplemento di socialità'. Per i poveri le comuni politiche sociali possono non funzionare. Occorre uno sforzo supplementare, occorrono un adattamento dell'offerta complessiva e l'introduzione di provvedimenti ad hoc per le popolazioni in maggiore difficoltà. Un corpo di misure che si aggiunga e rafforzi, non sostituisca, le politiche generali. Una nuova offerta sociale che consenta ai poveri di realizzare vere esperienze abitative, sulla base dei principi che nelle nostre società costituiscono l'abitare come 'valore'. Nella seconda parte del libro l'esclusione abitativa e la possibilità di accrescere la socialità delle politiche sono discusse con riferimento al caso italiano (è possibile costruire in Italia un accettabile sistema di welfare abitativo?) e a due popolazioni che esemplificano differenti modalità di esclusione e di costruzione delle politiche: gli homeless (il movimento verso una nozione più comprensiva, la straordinaria innovazione delle politiche nell'ultimo decennio) e gli immigrati (le ragioni del diverso successo abitativo, la crisi e l'aggravarsi dello svantaggio, la comparsa in questi anni di nuove figure della marginalità abitativa). -
Filosofie in dialogo. Lexikon universale: India, Africa, Europa
Nel contesto contemporaneo dove si parla spesso di ""crisi della ragione"""" e della parola, dell'urgenza di """"allargare gli orizzonti della razionalità"""", sempre più si sente la necessità di una razionalità dialogica che sappia mettersi in ascolto dell'altro e contrasti un pensiero dallo stile egemonico ed escludente. Con uno sguardo attento alla """"polivocità culturale"""", gli autori si sono confrontati, e dall'appassionato dialogo tra le diverse culture di provenienza è nata questa ricerca. Il Lexikon è una sorta di """"mappa in scala ridotta"""" dell'immenso patrimonio filosofico universale; non ha la pretesa di essere esaustivo, ma vuol essere un tentativo di trovare sempre sentieri di dialogo. Questo manuale potrà essere utile a studenti, a professori che vorranno insegnare filosofia con un più ampio respiro, ma anche a chi è impegnato nel sociale, nelle scienze umane, nello studio delle religioni."" -
Del resto. Aforismi e altri scritti (1965-2015)
"Agire secondo il gusto, sintonizzarsi su ciò che si crede attuale, presente, credibile. Rassicurati ci muoviamo così nella cecità dell'imminente, nel ricatto del qui e ora, presumendo che la soluzione venga prima del problema. Ma l'arte non prevede la sua collocazione, non si installa tra un prima e un poi, rende inette le storicizzazioni, smentisce le ricette sulla sua prevedibilità, ci fa il dono inatteso dell'improbabile."""" Prefazione di Paolo Biscottini." -
Lo schermo e lo spettro. Sguardi postcoloniali su Africa e afrodiscendenti
Pressoché assente sul mercato italiano, il «cinema africano» si riaffaccia all’attenzione della critica perlopiù solo in occasione dei festival. Eppure, tanti registi o anche interpreti, emersi sulla scena negli ultimi anni, appartengono alla famiglia afrodiscendente e contribuiscono al consolidamento di un interesse crescente per le culture visuali nere. In crisi negli ambiti d’origine, gli studi postcoloniali stanno trovando nuova linfa nel dialogo interdisciplinare e in altri paesi, Italia compresa. Gli studi filmici e visuali cominciano appena a prendere le misure con questa nuova ondata d’interesse per le produzioni del Sud globale e di autori postmigranti e con la diffusione di strumenti critici che mettono in questione la prospettiva eurocentrica tuttora dominante. Il libro è una raccolta di saggi e interventi, nel quale De Franceschi delinea l’originalità di alcuni percorsi d’autore e d’attore o indaga alcuni luoghi privilegiati della riflessione teorico-critica, soffermandosi sullo sguardo altrui rivolto ad Africa e afrodiscendenti, per suggerire itinerari di contronarrazione al presente o controstoria del cinema, con un’attenzione privilegiata all’Italia. Lo spettro del titolo è il fantasma del colonialismo, inteso in un’accezione espansa che investe i rapporti di dominio fra l’Occidente e il resto del mondo, ma anche lo spettro variegato delle identità che articolano lo spazio discorsivo della nazione, negato da una narrazione egemonica che tende a escludere soggetti e gruppi subalterni. Prefazione di Áine O'Healy. -
La prima voce
"La prima voce"""" è l'arrogante lamento di una cosmologia morente. È il racconto di un fallimento, la scelta di una narrazione parziale. Non riesce ad essere un saggio, senza essere altro da un saggio. È troppo poco, perché rinuncia, e rinuncia in partenza, ad un criterio scientifico e, allo stesso tempo, pretende troppo. Pretende che il suo contenuto coincida con la sua forma e pretende che questa coincidenza abbia a che fare con quella rinuncia. Il contenuto e la forma non sono che lo stesso: è la favola, la trama, la storia, e, a tenerle insieme, è il luogo da cui un io parla, il luogo da cui ha scritto." -
I film attraverso i film. Dal «testo introvabile» ai «video essay»
In uno scenario mediale in rapida evoluzione, che possibilità si aprono per la critica cinematografica e lo studio dei film? Questa analisi si focalizza in particolare sui video essay, una fra le tante pratiche contemporanee di sperimentazione audiovisiva. Riciclando, rimontando e remixando le immagini cinematografiche, il video essay si pone come pratica critica e di ricerca, ma anche come forma poetica e ludica. -
Tutto quel che è, finisce. Guida a «L'anello del Nibelungo» di Richard Wagner
Il volume nasce dalla rielaborazione di un ciclo conferenze tenute presso il Teatro Massimo di Palermo e di due corsi universitari entrambi dedicati al Ring. Vi si trova una guida completa e aggiornata al sistema drammaturgico-musicale wagneriano, alla sua ricchezza concettuale e ai presupposti estetici, filosofici e politici che ne furono alla base. È costituito da un'ampia introduzione dedicata alle suddette premesse (con numerose citazioni dagli scritti di Wagner), seguita da un 'racconto' dettagliato delle vicende - innanzi tutto - dei quattro drammi musicali, in altrettanti capitoli. La trattazione si avvale degli apporti ermeneutici più significativi, da quelli storici di Nietzsche, George Bernard Shaw, Thomas Mann, T. W. Adorno a quelli più recenti. Corredata degli esempi musicali relativi a tutti i Leitmotive e di tavole che offrono una visione d'insieme della struttura tematica, offre la possibilità di addentrarsi nell'universo sonoro e drammaturgico di una delle più grandi creazioni di tutti i tempi per osservarne i dettagli compositivi e districarne la complessità dei significati. Il taglio non è tuttavia analiticamente specialistico: l'origine stessa del volume, didattica e divulgativa, si riflette nell'adozione di un registro intermedio, che non trascura le annotazioni utili allo studioso più competente, ma si presenta al contempo accessibile al lettore colto e appassionato. -
Identità, memoria, immortalità. La sfida dei rituali digitali di commemorazione
La ricerca di personalizzazione, che sembra contraddistinguere gli uomini contemporanei, riguarda le sfere dell'esperienza umana, che comprende anche la morte e i suoi rituali. Nel tentativo di trovare un senso a un evento inaccettabile - la morte - questa ricerca si è recentemente impossessata del digitale per compiere dei rituali di commemorazione in grado di accordarsi alle emozioni personali in relazione al lutto, al dolore della perdita, alla paura. Per mezzo di una cartografia dei molteplici rituali di commemorazione che si trovano sul web vengono descritte le loro caratteristiche, analizzate le loro implicazioni antropologiche e sociali. Al tempo stesso viene indicata la tensione tra le pratiche rituali formalizzate e le pratiche rituali informali e tra la conservazione della memoria e l'aspirazione verso l'immortalità. -
Un' apertura di infinito nel finito. Lettura dell'impersonale di Simone Weil
La riflessione di Simone Weil sull'impersonale dischiude un orizzonte di speranza a un Occidente che sembra avere smarrito il proprio senso. La nozione di impersonale compare nella sua opera matura, precisandosi in particolare negli scritti di Londra. Si tratta di un concetto che coinvolge le coordinate metafisiche, filosofiche ed esistenziali dell'intero percorso di ricerca di Simone Weil, tanto da poterlo interpretare come un aprés-coup, che, una volta messo a fuoco, risignifica tutto il suo percorso. Esso prende forma nella riflessione nata da un'esperienza mistica, che è rimasta un evento privato della sua esistenza ma che ha dato una svolta radicale alla sua ricerca. Il concetto di impersonale viene considerato in particolare nei suoi effetti sul pensiero politico di Simone Weil, che lo pone al centro della propria riflessione così da arrivare a concepire un legame politico sottratto sia al collettivo sia all'individualismo. Il testo essenziale per questa indagine è ""La persona e il sacro"""", opera scritta a Londra, assieme a La prima radice. L'impersonale, come ciò che non è riducibile alla persona, le permette di aprire un campo di indagine che riguarda le istituzioni, il diritto e la loro insufficienza a contrastare il movimento montante delle società di massa e dei totalitarismi che sorgono negli anni Venti e Trenta del Novecento in Europa. Si apre allora una precisa e appassionata indagine su cosa siano istituzioni accettabili, comunità che non alienino ciò che di sacro esiste nella singolarità."" -
Europa oltre le nazioni. Una sfida aperta
Dal dopoguerra l'Europa sta portando avanti un percorso complesso e difficile teso ad armonizzare politiche e regole tra gli Stati. Oggi però, sotto i colpi di una perdurante stagnazione, di una ondata migratoria senza precedenti, di un riassesto degli equilibri mondiali, l'opinione pubblica appare sempre più distante e prevalentemente focalizzata su problematiche di breve termine. Con la consapevolezza dell'importanza dei valori alla base del progetto Europa, New International Finance Association (NIFA), insieme alla rappresentanza regionale a Milano della Commissione europea, ha promosso una serie di incontri, rivolti in particolare agli studenti universitari, su temi finalizzati all'analisi del processo di integrazione, alle problematiche che solleva e alle prospettive. All'iniziativa, da considerarsi sperimentale, hanno partecipato attivamente la facoltà di Scienze bancarie e assicurative dell'Università Cattolica di Milano, il dipartimento di Studi per l'economia e l'impresa dell'Università del Piemonte Orientale, il dipartimento di Economia dell'Università Ca' Foscari di Venezia, il dipartimento di Sociologia e di Diritto dell'economia dell'Università di Bologna. Il libro è la raccolta delle relazioni e degli argomenti dibattuti nell'ambito di questi incontri. Prefazione di Fabrizio Spada. Introduzione di Mario Lombardo. -
Un filosofo tra i filosofi. Karl Jaspers e il pensiero occidentale
Questa raccolta di saggi, scritti da Karl Jaspers negli anni fra il 1947 e il 1955 e per la prima volta tradotti in italiano dalla cura, dalla competenza e dalla passione di giovani studiosi, è volta ad approfondire l'intrigante tematica relativa al rapporto fra la filosofia e la sua storia e può rappresentare una risposta al valore costruttivo della tradizione occidentale, che sembra ormai offuscarsi. Compaiono qui saggi più teorici, legati alla problematizzazione dell'idea di ""storia mondiale della filosofia"""" e altri più di carattere storiografico, dedicati a Senofane, Cusano, Goethe, Kant e Kierkegaard, tratti dai due volumi jaspersiani:"""" Weltgeschichte der Philosophie. Einleitung. Aus dem Nachlass hrsg. von Hans Sanex, Munchen 2013 e Aneignung und Polemik. Gesammelte Reden und Aufsàtze zur Geschichte der Philosophie, Munchen 1968."""""" -
Sistema, testimonianza, immagine. Saggi sulla tecnica
La tecnica è originariamente un tratto antropologico ma, dalla seconda metà del XX secolo, si è costituita come ""sistema"""". Per Jacques Ellul (1912-1994) i reali potenziamenti derivati dall'attività tecnica sono inscindibili da quelli simbolici e la moderna """"adorazione"""" della tecnologia è un derivato del sentimento ancestrale di adorazione che l'uomo primitivo provava di fronte al carattere misterioso e meraviglioso dell'opera delle sue mani. La tecnica quasi esaurisce la natura del legame che gli uomini stabiliscono tra di loro e con la realtà, dando vita a una sorta di linguaggio universale, che supplisce a tutte le insufficienze e a tutte le separazioni che essa stessa ha introdotto attraverso un'estrema specializzazione in tutti i campi. Nei saggi raccolti in questo volume Jacques Ellul si interroga su quale sia il ruolo attribuito alla testimonianza nella società tecnica, su quali siano le peculiarità del sistema tecnico e sul destino della parola e dell'immagine in questo nuovo milieu."" -
Ecologia della vita come corrispondenza. Frammenti per la spoliazione del senso
Questo saggio propone una rivisitazione profonda della cultura e della conoscenza filosofica occidentali non attraverso un ""faccia a faccia"""" con il discorso analitico e argomentativo quanto per mezzo di una poetica del frammento. Questa strategia tenta un dire che è quel che fa e un fare che è quel che dice, in una sorta di corrispondenza continua dove ogni cosa è legata a quel tutto che è il mondo, per quanto lo si scorge e lo si produce a ogni istante: è questo il senso del titolo """"Ecologia della vita come corrispondenza"""". Tra riflessione, narrazione e autobiografia, il senso si spoglia e si rimette al fluire del fiume nel quale (si) nuota, per far emergere la coerenza delle linee dell'esistenza individuale che è però, al tempo stesso, l'esistenza di tutti."" -
Harun Farocki. Pensare con gli occhi
Filmmaker, documentarista, artista visivo, critico, saggista e sceneggiatore, Harun Farocki (1944-2014) ha realizzato più di 120 opere nell'arco di cinquantanni. Acuto interprete della contemporaneità, ha colto con grande anticipo il potere della immagini nel configurare l'esperienza del mondo, e ne ha analizzato le forme in magnifici film saggio. La sua ricerca sullo sguardo, incarnato e disincarnato in macchine della visione, sul depositarsi delle immagini in archivi immensi e. ciononostante, violentemente selettivi, sul rapporto fra media e ""warfare"""" e, più in generale, sul ruolo attivo, e non semplicemente riproduttivo, delle immagini ha accompagnato, e m molti casi anticipato, la riflessione dei grandi filosofi del nostro tempo. Il volume offre una ricca selezione dei suoi scritti teorici, inediti in Italia, affiancandola ai contributi dei massimi studiosi internazionali dell'autore, fra cui Thomas Elsaesser e Antje Ehmann, coautrice delle sue installazioni e sua compagna di vita.""