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Solidarietà: una prospettiva etica
Questo primo volume della collana «L'opera comune. Pubblicazioni del Centro Studi Antonio Balletto», nato da un corso della scuola di alta formazione «Etica e società» di Albenga, affronta il tema della solidarietà come logica portante della vita morale e sociale. Roberto Mancini presenta una via meditata e originale di descrizione e fondazione fenomenologica, che parte dall'analisi della solidarietà come emozione, come sentimento, come affetto e come modo di essere contrassegnato dall'apertura alla relazione e dall'impegno per la comunione con gli altri. Emerge così come centrale l'assunzione della responsabilità comune per la cura reciproca, che, dando concretezza alla coscienza della dignità di ogni essere umano, permette di superare l'ottica della beneficenza e di delineare una progettualità critica alternativa rispetto alle ideologie e agli assetti tuttora dominanti. Gli interventi di giovani studiosi accolti nel volume approfondiscono aspetti e formulazioni particolari di questi nessi tra etica e solidarietà. La postfazione di Gerardo Cunico ricorda la storia del termine e del concetto di solidarietà, per ricollegare entrambi alla tradizione etica da cui provengono e insieme per mettere meglio in luce alcune rilevanti peculiarità portate dal vocabolo con la sua origine dalla sfera della reciprocità giuridica. L'esigenza di un ripensamento radicale di tutta questa tematica emerge anche e soprattutto dalla consapevolezza della crisi dell'atteggiamento solidale che si avverte proprio oggi, quando più è in voga il vocabolo e quando più ci sarebbe bisogno della messa in opera dell'idea che veicola, e quando dunque si tratta di restituire spessore e mordente alla prospettiva della solidarietà come compito e come prassi coerente. -
Economia ed etica
Questo secondo volume della collana «L'opera comune. Pubblicazioni del Centro Studi Antonio Balletto», nato da un corso della Scuola di Alta Formazione «Etica e società» di Albenga, affronta il tema della relazione problematica fra economia ed etica. Il volume è animato dal tentativo di pensare insieme economia ed etica e di offrire proposte per far funzionare un rapporto che di fatto non c'è, o almeno non c'è ancora, tra due concetti che sembrano escludersi reciprocamente e non potere né volere stare insieme. Oggi sembra che solo uno dei due termini - l'economia - sia reale, anzi iper-reale, oggetto di un'adorazione che sfocia nell'idolatria. Mentre l'altro - l'etica - appare evanescente, anzi iper-irreale, oggetto, tutt'al più, di un inoffensivo wishful thinking. In questo libro si tenta di sondare il terreno della paradossale mediazione tra l'Economico fattosi totale e l'Etico divenuto fantasma, saggiando la possibilità di una realtà alternativa ancora a venire. La prima sezione del volume presenta testi di affermati studiosi, tra cui spicca Lorenzo Caselli, che illustrano i principali nodi teorico-pratici emersi nel dibattito attuale e offrono promettenti spunti propositivi. Nella seconda sezione sono raccolti interventi di più giovani studiosi, che sviluppano la tematica a partire da alcuni dei più interessanti autori del panorama moderno e contemporaneo, in connessione con le sfide dell'oggi. Infine, nella postfazione, Attilio Bruzzone ricapitola tutta la questione, cercando di prospettare come potrebbe e dovrebbe configurarsi l'etica nell'epoca del dominio dell'economia. -
Satire
Composte per lo più fra il 1795 e il 1797, le diciassette ""Satire"""" alfieriane esprimono un’indignatio congeniale allo scrittore, tanto più nei panni del moralista che osserva i mali della fine del secolo scossa da quel teatro di sangue che fu la Rivoluzione francese. A questo epilogo della cultura dei lumi Alfieri guarda da una prospettiva scopertamente “misogallica” che colpisce in primo luogo la lezione dei philosophes e soprattutto di Voltaire, giudicato senza appello come l’artefice della corruzione del pensiero sfociata nella rivoluzione. L’ostilità contro i nobili di corte, l’intolleranza della borghesia e della plebe, la condanna dei falsi miti dell’Illuminismo sono gli umori solitari che attraversano l’aggressività verbale della maggior parte delle """"Satire"""". E in controluce agisce prepotentemente, non solo nella tonalità e nelle cadenze dello stile, la lezione di Dante, severo nel denunciare i mali dell’età sua e libero nell’esprimerli."" -
Architecture in the Alps. Heritage and design. Ediz. illustrata
The relationship between the Alps and the building heritage of the XX century binds the writings of this book. The authors reflect on architecture through retrospectives, attempts at synthesis and the story of their own experiences. -
Costruire in cielo. L'architettura moderna nelle Alpi italiane
Tra Ottocento e Novecento, i territori alpini sono interessati da profonde trasformazioni, legate allo sfruttamento industriale delle risorse naturali e, soprattutto, alla nascita del turismo. In questo periodo, si costruiscono in montagna strade, ferrovie, ponti e trafori. Le industrie si insediano nei fondovalle, in posizione strategica rispetto alle risorse idriche e minerarie. Con l'inizio del Novecento, l'acqua diventa fondamentale per lo sviluppo dell'industria elettrica. Nello stesso tempo, al paesaggio alpino si associano valenze estetiche e curative. Alcune località sono scoperte come luoghi di cura, riposo e divertimento, innescando un processo di trasformazione che comincia con i grandi hotel, continua con i sanatori e gli stabilimenti termali e si conclude con le stazioni sciistiche. È un processo che raggiunge il culmine nel secondo dopoguerra, quando le Alpi diventano un enorme cantiere a cielo aperto. Lo sviluppo dei trasporti, inoltre, porta a una concentrazione delle produzioni e degli insediamenti: se nella società tradizionale tutto il territorio era utilizzato in modo equilibrato, in quella industriale poche aree sono sfruttate in modo intensivo. L'abbandono interessa le valli più isolate, mentre i fondovalle e le località turistiche si congestionano. -
Cartografie sociali. Rivista di sociologia e scienze umane (2017). Vol. 3: metamorfosi del «paesaggio sociale» fra territorializzazione, prestazione e prossimità, Le.
Cartografie Sociali è una rivista di sociologia, semestrale e peer reviewed, che si colloca nel panorama delle scienze sociali contemporanee come uno spazio di riflessione aperto a diversi contributi della disciplina e luogo di divulgazione del sapere per coloro che, a vario titolo, operano nel sociale, nelle istituzioni, nell'accademia, nel mondo della politica e dell'associazionismo. -
Ragione e fede
"Vi sarà sempre nell'umanità, accanto al piccolo numero di spiriti che vivono secondo la ragione, una moltitudine bisognosa di fede, la quale contesterà sempre alla ragione anche il diritto di vivere. Ma in questo stesso insanabile dissidio è contenuta anche la giustificazione dei sempre rinnovati tentativi di difendere, in nome di coloro che seguono la ragione, il diritto alla religione.""""" -
Breviario della dissidenza
Dizionario di critica culturale e politica contro il liberismo e le sue propaggini invadenti, questo ""Breviario di dissidenza"""" intreccia la verve del pamphlet allo sguardo dello scrittore e del mitologo che disseziona non solo i luoghi comuni del pensiero unico, ma estende l'osservazione a quegli oggetti concettuali, quelle mitologie """"barthesiane"""", che costituiscono il corollario di un Occidente trionfante sul proprio nulla, avviato alla distruzione della sua storia e del suo pensiero. Da """"Ambiente: brevettare l'ortica"""" a """"Emoji, emoticon, ovvero del silenzio"""", il percorso attraverso rapide sintesi e anamnesi del più recente passato, assume i paradigmi della politica del XXI secolo e i loro contraltari."" -
Rifondazione dello scetticismo
L'ipotesi deduttiva dell'Essere come Spazio e Possibilità e l'ipotesi induttiva del materialismo ontologico s'incontrano qui in una originale riqualificazione dello scetticismo integrale tra la verità logica del cogito e la verità metafisica del possibile. -
«De vita solitaria»: Petrarca e Spinoza
Questo studio considera il tema della solitudine in Petrarca e Spinoza. Nei suoi versi Petrarca cantò l'amore umano, con la parola della poesia che incanta; Spinoza, invece è il filosofo dell'amore divino e universale tra gli uomini, attraverso il percorso rigoroso e impersonale delle idee chiare e distinte. Il Dio di Spinoza è il Deus sive Natura, cioè il logos necessario della realtà, mentre il Dio di Petrarca è il Dio padre, trascendente e personale. Spinoza possedeva nella biblioteca che lasciò alla sua morte il piccolo libro di Petrarca ""De vita solitaria"""" e sia Petrarca che Spinoza cercarono nella loro vita la solitudine. Ma negli scritti di Petrarca la solitudine è ricerca ascetica di Dio nella lontananza dagli uomini ed emergono la sua fede cristiana e la dicotomia tra cielo e terra; l'amore umano è contrario all'amore divino, ed egli soffre per un amore terreno. In Spinoza, invece, vediamo il suo distacco dalla religione e la solitudine è soddisfazione di sé nella propria autonomia razionale che però non comporta la lontananza dagli uomini, ma l'amore per il prossimo; il cielo è qui, su questa terra, ma si va oltre l'amore personale, nella prospettiva morale e universale dell'homo homini deus."" -
Come un sole al mattino. Etica, psicologia e trasfigurazione del sacro nel «Così parlò Zarathustra» di Friedrich Nietzsche
"Tre pensatori come un ragno. In ogni setta filosofica si susseguono tre pensatori in questo rapporto: il primo produce da sé il succo e il seme, il secondo ne trae fili e tesse una rete artificiale, il terzo sta in agguato in questa rete, in attesa di vittime che vi si impiglino - e cerca di vivere della filosofia"""". (F. Nietzsche, """"Umano, troppo umano II, Opinioni e sentenze diverse""""). E il quarto pensatore? Colui che fa dell'approfondimento il proprio obiettivo primario, immergendosi nel profondo del pensiero di un filosofo ricercando le motivazioni più autentiche che lo hanno condotto alla stesura di un'opera? L'ultimo lavoro di Emanuele Enrico Mariani ha senza dubbio queste caratteristiche: è puntuale, meticoloso, onesto. Per ovvie ragioni non esaustivo, contribuisce fattivamente all'approfondimento di moventi e di elementi di ispirazione, scandagliando le radici più inesplorate in cui affonda il travaglio di Nietzsche nella creazione dell'opera che, in gran parte, rappresenta la sintesi del suo pensare: il """"Così parlò Zarathustra"""". Lungi dalla pretesa o dal semplice sospetto di volersi ergere a pura verità, la presente ricerca compie più di un passo in avanti nella comprensione e nel """"disvelamento"""" delle profonde conoscenze che Nietzsche aveva maturato in anni di studi e riflessioni. Il tutto tentando, spesso con successo, di proporre un'interpretazione dello Zarathustra libera da pregiudizi e valutazioni mosse da intenti mistificatori e utilitaristici." -
Attrazione fatale. Letterati italiani e letteratura dalla pagina allo schermo. Una storia culturale
La letteratura è iscritta nel DNA del cinema italiano, ne costituisce una struttura portante e gli scrittori e letterati ne sono i vettori privilegiati. Alcuni si prestano subito a offrire il corpo e il sangue della propria opera (Gozzano, D'Annunzio, Bracco), altri manterranno a lungo un atteggiamento di sospetto e presa di distanza (Verga, Pirandello). Non pochi subiscono lo sguardo ipnotico del cinema e decidono presto di effettuare il passaggio di campo, o concedendo i diritti delle opere, o ideando soggetti e collaborando a sceneggiature originali, o dedotte da opere letterarie. Alcuni riescono a far coesistere l'attività letteraria con quella cinematografica (Soldati, Pasolini), altri abbandonano ogni pretesa letteraria senza guardarsi indietro (Amidei), altri rimangono in mezzo al guado, altri ancora contribuiscono a porre le basi d'una nuova poetica, quella del neorealismo (Zavattini), o a inventare una lingua per il cinema capace d'avere importanti ricadute nella vita reale. Tutti insieme concorrono a porre le basi per una lingua comune agli italiani, che nel dopoguerra ancora utilizzano a maggioranza i dialetti. L'autore cerca di raccontare la complessità e varietà dei rapporti tra letterati, letteratura e cinema italiano lungo tutta la sua storia prendendo in considerazione ventitré casi specifici che puntano a ricomporre una sta culturale che attraversa tutto il Novecento. -
Saper toccare
In quest’era dove si impiega qualsivoglia espediente per toccare l’altro suscitando un inevitabile syn-pathein, Augé mostra come la plurisignificatività del toucher esiga un saper toccare tanto più quando questo sfioramento riguarda il corpo dell’altro. rnrn Ciò implica essere consapevoli del fatto che in quel tocco, per un verso, riconosco che «ogni identità individuale si costruisce in relazione all'alterità», per l'altro, che in questo stesso gesto si dà una distanza tra me e chi ho di fronte. Nel nostro tempo segnato da un individualismo sempre più spiccato, non solo si tende a misconoscere la parte di umanità generica che c'è in ciascuno di noi, ma si giunge persino al paradosso di affidare l'onore della prova della propria esistenza agli altri. Come i luoghi hanno sullo sfondo i nonluoghi così l'uomo surmoderno ha sullo sfondo il modello seriale di un io tracotante, iperconnesso, disorientato, in preda alla paura e sotto lo scacco della solitudine. Di qui il venire a datità di quel corto circuito degli elementi che stanno alla base del simbolico: lo spazio e il tempo. Ma non tutto è perduto: nella stretta di mano che suggella la promessa suprema prima del naufragio il toccare si fa segno tangibile del fatto che un altro mondo è possibile. -
L' immagine del pensiero da Agostino a Derrida
Conoscere il mondo, conoscere il reale, conoscere attraverso la percezione e l'invenzione di immagini vuol dire entrare in contatto con una gran quantità di informazioni. In questo libro si parla del modo in cui il pensiero produce immagini, e per conseguenza l'immagine produce pensiero, e del modo in cui noi tutti, e non solo i filosofi, adoperiamo immagini per spiegarci qualcosa, e arriviamo a chiederci: che cosa è concretamente un'immagine? Muovendosi tra semiotica e filosofia, Luigi Tassoni considera l'immagine come qualcosa di presente e reale, e si serve per spiegarlo di alcuni personaggi chiave (lo straniero, l'uomo felice, il bugiardo, il lettore, il guardante), e di alcune figure esemplari nello specifico percorso, da Agostino a Derrida, passando per numerosi altri creatori e indagatori di immagini. A tutti, alle loro opere, pone delle domande cruciali sul contributo concreto per la comprensione delle immagini e dell'uso che ne facciamo, e su come possiamo imparare a riconoscere davvero un'immagine, a capire come è fatta e come possiamo farla parlare. -
Brand Milano. Atlante della nuova narrativa identitaria
La quarta di copertina è dedicata alla storia e alla trasformazione del panorama urbano a Milano. Tradizione e cambiamento convivono nella vita reale, nelle funzionalità quotidiane, nella percezione associativa di chi racconta la città. Qui, sullo sfondo di Torre Pelli (Palazzo Unicredit, il più alto palazzo d'Italia con 231 metri di altezza sulla guglia), che si affaccia su piazza Gae Aulenti, lo sguardo del fotografo Stefano Gusmeroli intercetta la sommità laterale della Porta Garibaldi - già Porta Comasina di età spagnola, fino al 1860 - nel rifacimento tra il 1826 e il 1828 a opera dell'architetto Giacomo Moraglia. Sommità in cui sono collocate statue (dette ""colossi""""), opera di Giambattista Perabò, che raffigurano i principali fiumi della Lombardia. Da quella Porta transitò in Milano nel 1859 il gen. Giuseppe Garibaldi, proveniente da Como e reduce dalle vittoriose battaglie di Varese e San Fermo nel corso della seconda guerra di indipendenza, che portò all'armistizio di Villafranca (11-12 luglio 1859) e alla cessione della Lombardia da parte dell'Austria alla Francia e quindi al Regno di Sardegna. Un passo dopo, l'unità d'Italia."" -
Il sangue e lo schermo. Lo spettacolo dei delitti e del terrore da Barbara D'Urso all'ISIS
Fra canali mainstream, satellitari e sul web, è tutto un fiorire di delitti che diventano telenovele, dettagli morbosi, skyline alla CSI, investigazioni pseudo-giornalistiche, cacce all'assassino. Barbara D'Urso e la ""tv del dolore"""", e l'ISIS esportatore di terrorismo, sono polarità lontane, ma anche nodi di una stessa rete che ci spinge a vivere un'idea di male sempre de-simbolizzata, de-storicizzata, in un apparato mediatico dove contano più le messinscene macabre, le drammaturgie scontate, le indignazioni da salotto e i sentimentalismi precotti, che non la filiera delle cause di un problema, la loro politicizzazione, la nostra responsabilità. Non solo. Viviamo in un regime delle paure. Da ciò che mangiamo ai virus che possono mettere a repentaglio la nostra salute, dai """"mostri"""" che attentano a sicurezza e benessere alle emergenze climatiche, al non essere sufficientemente """"strong"""" - come recita la pubblicità - per approfittare delle chance di narcisismo e affermazione che il mercato ci offre -, tutto ha l'aria del thriller... E allora: non saremo di fronte a una strategia capillare di controllo emozionale attraverso cui il sistema arriva a difendersi da ogni possibilità di rovesciamento, dicendo in ogni momento chi dobbiamo essere, come dobbiamo usare le nostre energie, e soprattutto chi sono i nostri """"veri"""" nemici da combattere? Approfittando delle """"anormalità"""" e delle """"anomalie"""" per conservarsi più cannibale, amorale, fluido e feroce che mai? Il libro è un j'accuse fortissimo su quel terribile allaccio di informazione&spettacolo che ci rimanda una realtà del negativo sempre più banalizzata, desertificata e abitata da fantasmi."" -
Da Lenin a Stalin. La formazione del sistema di potere sovietico 1923-1927
Lo storico e giornalista Aldo Giannuli torna sulla fondazione del sistema di potere sovietico nel suo momento cruciale: il passaggio di testimone tra Lenin e Stalin. Se è possibile rintracciare in Lenin alcune premesse per il successivo sviluppo storico che porterà all'affermazione dello stalinismo, secondo l'autore è errato sostenere una continuità diretta tra le posizioni politiche dei due leader. Leninismo e stalinismo sono stati dunque fenomeni tra loro ben distinti, separati da una profonda rottura politica e da visioni spesso contrastanti. La vicenda è inquadrata nel contesto della modernizzazione novecentesca e il fallimento dell'alternativa ""socialista"""" al modello va ricercata in quel momento fondativo del sistema di potere sovietico. Contestualizzare storicamente la situazione russa permette di comprendere i motivi per i quali il sistema sovietico non rappresenta oggi una pagina chiusa di storia, ma agisce tuttora come manifestazione di un passato che non smette di intervenire sul nostro presente, influenzando, per molti versi, i fenomeni dominanti della contemporaneità, in primis il capitalismo."" -
Il teatro lancia bombe nei cervelli. Articoli, critiche, recensioni (1915-1920)
Una raccolta di articoli pubblicati sulle pagine de ""l'Avanti"""" tra il 1915 e il 1920 per riscoprire la produzione di critico teatrale di un allora giovanissimo Antonio Gramsci. Prima di passare il testimone a Piero Gobetti, Gramsci svolse con grande passione l'impegno di cronista teatrale per conto del quotidiano socialista. Durante questo periodo, si distinse come uno dei pochi in grado di porre attenzione e di cogliere i risvolti sociologici e ideologico-politici legati al messaggio culturale che il teatro, per sua natura, genera. Era la fase in cui l'ideologia borghese conosceva in Italia un momento di profonda crisi. Nei suoi commenti, spesso polemici e corrosivi, Gramsci non mancò di evidenziare un rispecchiamento tra la decadenza dello spirito borghese e il conformismo di certe opere teatrali. L'attività di giornalista militante e di acuto pensatore politico, che ha doverosamente consacrato il filosofo sardo come una delle menti più lucide del nostro Novecento, non può dunque essere disgiunta da questa raccolta di scritti, tutt'altro che marginali da un punto di vista sia qualitativo sia quantitativo."" -
Cemento rosso. Il secolo cinese, mattone dopo mattone
Ancora nel 1978, all'alba della lunga stagione di apertura e riforme economiche, la Cina era quasi esclusivamente un paese agricolo, con l'80% della popolazione insediata nelle aree rurali. I cinesi che vivevano in città erano appena 172 milioni, meno del 20% della popolazione totale. Meno di 40 anni dopo sono diventati il 56%, circa 770 milioni di persone. È il più grande e rapido processo di urbanizzazione della storia dell'umanità, il singolo fenomeno che più di ogni altro caratterizzerà questo periodo storico nei manuali di storia dei secoli a venire. In questo libro-inchiesta, Giuliano Marrucci, da oltre 10 anni tra gli autori della trasmissione di Rai Tre ""Report"""", ricostruisce le tappe fondamentali di questa storia epica, e cerca di tracciare le coordinate principali di quel """"modello cinese"""" che l'ha resa possibile. Un modello dove, mentre in occidente si andava affermando il dogma dell'austerità, si consolidava il ruolo degli investimenti pubblici in infrastrutture come volano dello sviluppo, e che oggi si trova ad affrontare i nodi giganteschi emersi da 40 anni di sviluppo vorticoso: dalla questione ambientale, all'esplosione delle diseguaglianze. Dalla capacità di trovare una risposta """"con caratteristiche cinesi"""" a questi quesiti dipende una bella fetta del destino dell'umanità tutta."" -
La luce della stella. I Re Magi fra arte e storia
Il volume raccoglie 14 saggi originali dedicati alle figure dei Magi evangelici tra arte, storia, religione e spiritualità, arricchiti da diverse immagini a colori di particolare effetto e pertinenza. Gli autori sono tra i maggiori specialisti del tema, noti per le loro competenze in ambito orientalistico e medievistico.rnrnNella liturgia del Natale i Magi rappresentano una delle voci più misteriose ed affascinanti; venuti da un lontano Oriente al seguito di una stella, cercano il Salvatore tra mille difficoltà e (secondo la stessa narrazione evangelica) dopo averlo finalmente trovato, rischiano addirittura di metterlo in pericolo, se solo un angelo non li indirizzasse su un'altra strada ingiungendo loro di non fare ritorno dal perfido Erode. In principio né Re, né tre, i Magi hanno assunto molteplici identità, divenendo anche quattro, otto o dodici, ed hanno svolto una funzione ideologica cangiante a seconda delle distinte realtà in cui la storia che li celebrava si è affermata, magari solo attraverso la voce (meno nota, ma per questo non meno significativa) di una minoranza cristiana. Tale narrazione si è col tempo espansa grazie alla letteratura ""apocrifa"""", in cui il tema dei Magi si è intersecato con quello della regalità, della mercatura, dell'ambasceria e della divinazione astrale, sempre conservando la """"cifra"""" distintiva dell'universalismo cristiano come valore centrale, di cui tali viaggiatori si fanno testimoni, a conferma di una buona novella che viene per tutti. La ricchezza espressiva, teologica, concettuale e propagandistica che ha connotato tale ciclo narrativo non ha conosciuto confini nel mondo eurasiatico e successivamente anche negli altri continenti, generando una rete di tradizioni devozionali e spirituali straordinariamente ricca e variegata. Questa raccolta di saggi, curata da alcuni tra i maggiori specialisti della materia, propone, in armonia con la complessità del soggetto, una serie di percorsi interpretativi ed esegetici, volti a indagare l'eccezionale ricchezza espressa dal cammino dei Magi nella sua ininterrotta diffusione, nel tempo e nello spazio, tra simboli e riti capaci di ispirare ancora i moderni a dispetto della diversità delle lingue e delle distinte modalità espressive. Presentazione di Franco Cardini.""