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L'elemento femminile nel pensiero di Pierre Teilhard de Chardin
Nel libro sono proposti e commentati testi di Teilhard de Chardin sul rapporto uomo-donna e sulla castità che “possono dare un significativo contributo al dibattito attualmente in corso sul ruolo della donna nella Chiesa, sul celibato ecclesiastico, sul significato della pratica della castità nella vita religiosa” (dalla Prefazione di Gianfilippo Giustozzi). Nell’ambito del pensiero di Pierre Teilhard de Chardin (scienziato, filosofo, teologo, Sarcenat 1.5.1881 – New York 10.4.1955), che può essere definito come una “unitaria visione cosmica”, il libro di Annamaria Tassone Bernardi (per vent’anni Presidente della storica Associazione Italiana Teilhard de Chardin, esperta e traduttrice delle opere del grande pensatore), presenta l’affascinante riflessione sull’elemento femminile che Teilhard maturò soprattutto grazie all’amicizia con diverse donne che incontrò nell’arco della sua vita (come Leontine Zanta, Maryse Choisy, Lucile Swan). Di particolare rilievo nel libro la proposta di differenti tipologie di testi, commentati dall’autrice, attraverso i quali Teilhard medita sul rapporto uomo-donna e sulla castità. Il primo è un poema, ""L’Eterno femminino"""", composto al fronte nel marzo del 1918, nel quale la donna viene definita come «l’aspetto congiuntivo dell’essere». Il secondo è un importante saggio del 1934, """"L’evoluzione della castità"""", nel quale il gesuita delinea una visione della castità difforme da quella egemone nel modello ascetico, che, per i religiosi, viene pensata soprattutto in termini di “separazione” dal mondo femminile. Il terzo tipo di testi è costituito da tre omelie pronunciate dal gesuita in occasione di matrimoni di parenti o amici."" -
L'ottavo figlio. Nozze a Cana di Galilea: tutti invitati
"Fin dalle prime righe si ha l’impressione di essere di fronte ad uno scritto ricco di vita che prende respiro da un animo appassionato, innamorato della Parola di Dio (tant’è che il racconto è diviso in rotoli e non in capitoli) e conquistato dall’ardore missionario che trova espressione perfino nel titolo di una parte del racconto: “andare oltre”. Leggendo pagina dopo pagina di questo libro si ha l’impressione che il filo rosso che lo attraversa sia in realtà un intreccio di più fili colorati, le relazioni intessute da don Ottavio in ogni incarico e guidate dalla mano sapiente di Dio. Dal primo ministero a Verona alla missione, dal tempo di direttore dell’ufficio missionario fino al ritorno in parrocchia la sua vita appare come una sartoria che si è arricchita progressivamente di stoffe preziose fino a creare l’abito giusto della sua storia. È la storia di un prete, un uomo che è passato in mezzo a tante altre vite con atteggiamento itinerante e orante, con le scarpe preparate dalla mamma e con il cuore innamorato della Terra Sacra, dell’incontro con Dio nel volto degli altri: preti, suore, uomini e donne, amici, sposi, vescovi, padri spirituali. Tutti riflessi di quella luce divina che è come sole che sorge dall’alto, una luce unica che prelude all’alba di un giorno che sa di eternità e che splende per tutti noi."""" (Dalla prefazione di Mons. Domenico Pompili, vescovo di Verona). Postfazione di Giuseppe Laiti." -
E se quel giorno ti avessi incontrato
“E se quel giorno ti avessi incontrato” – titolo del romanzo di Gianpaolo Trevisi – sottolinea l’importanza che l’incontro ha nella vita di ciascun uomo o donna, poiché significa che da quel momento non sei più solo e, se quell’incontro si trasforma in una relazione, scompare la dimensione dell’io, sostituita dal noi. Forse questo è il pronome che meglio esprime il senso dell’esistenza umana. [...] Il titolo mette il lettore in attesa di quello che può essere successo per un incontro mancato. E con questo interrogativo si accinge a leggere la storia per poterlo svelare. [...] A caratterizzare questo romanzo è il grigio. Il suo significato diventa subito evidente: sta per “depressione”. E dal momento in cui viene scritto, diventa un’ombra, un personaggio invisibile onnipresente, di cui non si vuole parlare, ma che si impone continuamente. Anche se lo si vorrebbe invece cancellare. E in tale percezione del romanzo come insieme di personaggi presenti e nascosti, in carne ed ossa o in simboli, il grigio diventa il dominus della storia. [...] La struttura del romanzo è scandita dal passare dei giorni, che vengono descritti come in un diario, in cui si racconta la vita di Anna dal 1° settembre fino al 19 di quello stesso mese... E se quel giorno di avessi incontrato”. (Dalla prefazione di Vittorino Andreoli) -
Etica della diversità. Per un mondo altro
Il proposito del testo è di pensare il mondo non tanto dall’omogeneità riduttiva e ripetitiva, ma dalla diversità, per superare modelli e leggi standardizzati, che portano all’uniformità e alla colonizzazione. Scritto da una teologa e pedagogista e da un biblista, il libro “Etica della diversità” propone un cambio di paradigma e di visione, perché ritiene la diversità – e con essa i temi correlati di frontiera, confine, dualismo e opposizioni - una straordinaria potenzialità di cambiamento e di rinnovamento, nella linea della pluralità e della complessità delle relazioni e dei modi di essere e di vivere. La diversità diventa così condizione imprescindibile per la costruzione della giustizia sociale e politica, ma anche della pace tra popoli e nazioni e della convivenza pacifica tra culture e religioni. -
Sulla sofferenza. Per un «amabile dovere di crescere»
Il libro è scritto “a due mani”: da un neuroscienziato, in chiave più filosofica e psicologica, secondo i suoi studi e all’attività terapeutica; e da un counselor spirituale, in base alla sua esperienza in un Centro d’ascolto diocesano e di vita personale. Il riferimento culturale centrale nel libro è il pensiero di Pierre Teilhard de Chardin, che ha saputo offrire all’uomo una spiegazione accettabile del “perché” della sofferenza dopo averla sperimentata nella condizione infernale delle trincee nella Prima Guerra Mondiale. Ed altri fondamentali testimoni del ‘900 riecheggiano nel testo: Pavel A. Florenskij, Etty Hillesum, Viktor Frankl. Il tema della sofferenza, in particolare quella di natura psichica, è al centro della riflessione dei due autori. Seppur aborrita e marginalizzata dall’attuale contesto socio-culturale, la sofferenza (e con essa anche l’esperienza della morte) costituisce paradossalmente un nodo essenziale dell’esistenza. Anzi, la sofferenza, può essere inserita, se saggiamente accolta, nel solco di un possibile orizzonte di senso, che solo un costante atteggiamento interrogante può mantenere vivo, così da rendere possibile l’apertura verso la dimensione generativa ed evolutiva del Sé. -
La Chiesa romana. Nuova ediz.
Questa nuova edizione di La Chiesa romana, opera di Ernesto Buonaiuti, teologo, accademico, antifascista, storico del cristianesimo, uno dei massimi esponenti del modernismo italiano, rappresenta uno dei testi più significativi della sua vastissima produzione letteraria. Scritto, come afferma Buonaiuti stesso, «per un indeclinabile comando della coscienza, in un momento risolutivo della mia vita», è una riflessione sulla bimillenaria storia della Chiesa così come un accorato appello affinché ritorni a proporre al mondo il messaggio evangelico nella sua originaria purezza. Le posizioni espresse da Ernesto Buonaiuti sono di una sorprendente attualità e rendono testimonianza di una figura complessa di sacerdote e di studioso che attende ancora il giusto riconoscimento. -
Fuori dal sacco. Mostrare la luce e restituire dignità: in viaggio con don Corso Guicciardini lungo i sentieri dell'umanità
Prefazione di Luigi Malabarba. -
L'epistolario. Vol. 1: (1799-1819). Le origini
L’Epistolario di Leopoldina Naudet si colloca nelle convulse fasi storiche che attraversano l’Europa, tra Rivoluzione francese e piena Restaurazione: in esse si muovono i tanti personaggi che Leopoldina incontra nel suo impegnativo cammino di fondatrice delle Sorelle della Sacra Famiglia di Verona. -
Giulio Cesare
La più famosa campagna militare di Cesare, tra i più grandi generali della storia, ebbe come scopo la conquista della Gallia. Per lui questa fu più di una passo in avanti verso la conquista del potere: l'audacia dell'impresa gli permise di tentare la scalata verso l'assoluta leadership politica a Roma. Nel 49 a.C, con una sola legione, egli attraversò il Rubicone. Cesare diede così inizio a una guerra civile che avrebbe segnato la fine della Repubblica e avrebbe avviato la sua trasformazione in un impero sotto il suo figlio adottivo, Ottaviano. Questo studio cerca di spiegare cosa c'è dietro l'inarrestabile successo di Cesare sui campi di battaglia: in particolare quella velocità di pensiero e di azione nota come Caesariana celeritas. -
Schegge d'impero, pezzi d'Europa. Balcani e Turchia fra continuità e mutamento 1804-1923. Ediz. illustrata
Voci diverse, in questo libro, narrano un'unica storia: la storia dell'Impero ottomano che si frammenta in entità minori, gli stati-nazione, polemicamente votati a rompere con il passato e a ""fare come l'Europa"""". Ironicamente, il processo culminerà nella proclamazione della repubblica turca. Nella loro tensione alla modernità, certo, gli stati post-ottomani devono mettere nel conto l'eventuale disfunzione dei modelli importati; ma intanto puntano ai livelli alti della coeva esperienza europea: si pensi al costituzionalismo, all'elitismo politico in parallelo all'espansione del suffragio, all'elaborazione di storiografie """"nazionali e scientifiche"""", all'integrazione delle masse rurali nella nazione (come i peasants into Frencbmen di E.Weber). Per non dire del loro rapporto con il sistema degli stati europei, su cui non solo si misurano i margini della loro limitata sovranità, ma si giocano anche partite complesse fra le grandi Potenze. Letti come capitoli di una storia, dunque, gli otto brevi saggi qui raccolti mostrano che il filo rosso di tanto agitarsi per la secessione, l'autogoverno, l'omologazione europea, è lo sforzo costante sui determinismi del retaggio storico: per superarli, o più probabilmente aggirarli."" -
Le donne e la guerra. Ieri, oggi, domani
Per la prima volta nella storia le donne hanno ottenuto un posto a fianco dell'uomo sul campo di battaglia. Negli Stati Uniti e in buona parte dell'Europa, le donne rappresentano circa il 12 per cento delle forze armate. Le donne oggi possono prestare servizio militare in marina, sui caccia-bombardieri, e possono manovrare i pezzi d'artiglieria. L'autore, però, osserva che l'afflusso delle donne nelle forze armate può essere un interessante esperimento sociale, ma dal punto di vista militare costituisce un problema. Data la diversa costituzione fisica, le donne al fronte non possono offrire le stesse prestazioni dei maschi, e, soprattutto, sono più soggette a farsi male. Le donne che entrano a far parte dei reggimenti avanzati, hanno condizioni di accesso più facili, hanno compiti più leggeri e sono soggette ad una disciplina meno rigida. Se poi si aggiungono tutte le cause legali per molestia sessuale e per sessismo, si crea un quadro di circostanze che ha avvilito il morale delle unità miste ai minimi storici. Se dunque le donne entrano numerose nelle forze armate, ancor più numerosi sono gli uomini che ne escono. Se la parità dei sessi è un valore desiderabile nella vita civile, il compito di fare la guerra deve esser lasciato agli uomini. Nelle forze armate i ruoli vengono attribuiti al genere maschile o femminile per ragioni ben precise, e la correttezza politica della parità mette a rischio la sicurezza nazionale e anche i soldati. -
La cultura civile della Venezia Giulia: un'antologia. 1905-2005. Voci di intellettuali giuliani al Paese
Trieste e il confine orientale sono stati spesso rappresentati nell'immaginario collettivo come una città e un'area caratterizzate da violenze, vittime, estremismi. Del fecondo tessuto sociale e culturale ora viene messa in luce la capacità, triestina e giuliana, di avere prodotto una altissima cultura civile fondata sui valori della tolleranza, della convivenza e dell'integrazione. -
I soldati ebrei nell'esercito asburgico. Ediz. illustrata
Inizialmente visti con estrema diffidenza, gli Ebrei vennero inseriti nell'ir. Esercito multinazionale Austro-ungarico fin dal Settecento. Superando una serie di difficoltà legate alle rigide disposizioni della propria religione, gli Ebrei tuttavia dimostrarono nel tempo un sincero attaccamento ai colori degli Asburgo, fino a compiere veri e propri atti di eroismo e svolgendo carriere di assoluto vertice. -
Centurioni romani. 753 a.C.-500 d.C.
L'immagine popolare della legione romana è strettamente collegata a quella della sua più famosa classe di ufficiali: i centurioni, caratterizzati dalla cresta trasversale sull'elmo, dagli schinieri decorati a protezione delle gambe, dal bastone di vite impugnato nella mano destra. Furono i centurioni a mantenere esercizio e disciplina tra i legionari, con brutalità ma con efficacia, e furono le loro virtù militari e il loro coraggio a costituire il nerbo della macchina militare romana. Attingendo a una gran quantità di reperti archeologici e di fonti storico-letterarie, questo libro descrive gli incarichi, le carriere e l'aspetto dei centurioni durante l'epoca regia, consolare e classico-imperiale, fino alla caduta dell'Impero d'Occidente. -
Praga tragica. Milada Horáková 27 giugno 1950
La vicenda di Milada Horàkovà, membro della resistenza antinazista e deputata del partito social-nazionale, contraria al totalitarismo comunista e per questo arrestata nel 1949, accusata di alto tradimento e spionaggio e condannata nel 1950 a morte tramite fucilazione nel cortile della prigione di Praga-Pankrac, nonostante le proteste dell'opinione pubblica internazionale, è emblematica dell'opposizione ai totalitarismi del '900. -
Le spie nella Bibbia
Un'indagine militare in grado di rileggere il testo sacro più famoso al mondo in chiave militare e di stabilire, in forma comparativa, dei paragoni folgoranti tra le operazioni di spionaggio o di guerriglia in atto oggi nella guerra tra Israeliani e Palestinesi e le fasi più concitate del racconto biblico. -
Rotta su Trieste
Dalle pagine del diario personale dell'ammiraglio von Koudelka, la ricostruzione della quarantennale carriera di uno dei più prestigiosi e influenti uomini della marina da guerra austro-ungarica a cavallo tra i due secoli. Pagine inedite della Grande Guerra nell'Alto Adriatico e della difesa costiera nel golfo di Trieste. -
D-Day a Pointe du Hoc. Normandia, giugno 1944
Nelle primissime ore del 6 giugno 1944, ebbe inizio un'operazione militare che sarebbe diventata una delle più leggendarie incursioni compiute da un reparto speciale nella Seconda guerra mondiale. La missione, che ebbe come teatro un tratto di costa della Normandia presso il promontorio di Pointe du Hoc, fu assegnata al 2° battaglione Ranger dell'esercito statunitense agli ordini del tenente colonnello James E. Rudder; compito di questi uomini era scalare la scogliera in cima alla quale si trovava il temuto caposaldo tedesco, che con le postazioni di artiglieria costituiva una seria minaccia per gli sbarchi anfibi del D-Day nei settori denominati Omaha e Utah, assaltarlo e distruggerne i cannoni. I servizi di intelligence non avevano valutato correttamente la situazione. Una volta risalita la parete rocciosa sotto la tempesta di fuoco scatenata dai difensori germanici, i Ranger scoprirono che i pezzi non si trovavano nel sito. Grazie alle loro eroiche azioni, i soldati scelti americani alla fine localizzarono e annientarono i cannoni già puntati su Utah. -
L' arte della guerra di John Boyd. Scienza, strategia, velocità, complessità
John Boyd è quasi sconosciuto in Europa e molti presunti esperti di strategia a malapena ne conoscono il nome. Gli stessi pianificatori militari europei che si dilettano con le nuove teorie strategiche e operative scaturite a decina dalla fervida mente di studiosi americani sanno poco o nulla delle loro origini. Pochi sanno che, partendo dagli studi sul duello aereo, Boyd ha fornito la base concettuale delle Rapid Decisive Operations, delle Crisis Response Operations, delle Effect Based Operations, della Network Centric Warfare, dei programmi di ""trasformazione militare"""" degli Stati Uniti e della Nato, come pure dei criteri della Guerra di Quarta Generazione. Di fatto, tutte le teorie che affermano di tener conto della complessità muovono da Boyd e dal suo approccio scientifico ma a-lineare alla strategia. Boyd è comunemente identificato con l'acronimo OODA che riassume il ciclo delle attività fondamentali dei comandanti in guerra: Osservare - Orientarsi Decidere - Agire. Il """"ciclo di Boyd"""" si è affermato nella teoria gestionale della guerra e in tutte le discipline manageriali. Il libro contiene una introduzione del Generale Fabio Mini."" -
La schiavitù in 100 mappe
Un libro per ripercorrere la storia della condizione schiavile, ossia la negazione dell'essenza umana, che vede l'individuo ridotto allo stato di mera forza lavoro. In termini giuridici la schiavitù fa di un individuo la cosa di un padrone che dispone in modo totale del suo corpo, del suo lavoro e dei suoi beni. Lo studio, avvalendosi di mappe dettagliate e infografiche, parte dalle società antiche e preindustriali, per arrivare all'epoca della tratta negriera che vide negli schiavi un elemento fortemente reddituale dell'economia capitalistica. Il 16 piovoso dell'anno II (4 febbraio 1794) la Rivoluzione Francese ratifica per la prima volta nella storia l'abolizione della schiavitù: verrà seguita nei decenni successivi dalla pluralità degli stati coinvolti nel sistema schiavistico, ma darà di converso luogo alla tratta clandestina, forse ancora più vitale e cruenta di quella legalizzata. II volume segue l'evoluzione del processo dell'abolizione definitiva, per la quale dobbiamo attendere il XX secolo. Ma il concetto e la pratica rinascono nei Lager prima, e poi in altre forme come quelle dello sfruttamento a della vendita dei bambini, nell'uso indiscriminato della manodopera in condizioni pre-moderne, attraverso la prostituzione forzata a la degradazione della condizione femminile, nelle migrazioni di massa che stanno mutando l'assetto geopolitico di molte regioni nel mondo odierno.