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Soldato fino all'ultimo giorno
La parabola umana di Albert Kesselring è scandita dai grandi e turbinosi eventi della prima metà del Novecento: ufficiale di artiglieria nella Prima guerra mondiale e durante la repubblica di Weimar nella Reichswehr, ai vertici dell'Aeronautica al momento dell'invasione tedesca della Polonia. Quando la Seconda guerra mondiale divampa in Europa come un indomabile incendio, Kesselring ne diviene un protagonista - come pochi altri comandanti nazisti su tutti fronti. Non senza un malcelato compiacimento, egli ripercorre in queste memorie le principali tappe del conflitto battendo l'accento sul suo ruolo di alto esecutore, fedele al codice di obbedienza agli ordini dei superiori. La ricostruzione si fa più serrata col mutare dello scenario bellico: da un teatro di guerra che comprende l'intero Mediterraneo (e che per un periodo lo vede a capo di tutte le forze militari aeree e di terra), fino alla lunga resistenza all'avanzare delle forze anglo-americane in Italia e alla ritirata finale condotta dal feldmaresciallo bavarese. Dopo l'8 settembre, nelle valutazioni di Kesselring irrompono i giudizi lapidari e acrimoniosi sul ""carattere"""" degli italiani, quelli sferzanti sul nostro esercito e sulla lotta partigiana, così come balza all'evidenza il tono di autoassoluzione riguardo alle vicende più controverse o efferate in cui fu coinvolto."" -
Albert Kesselring
La carriera del feldmaresciallo Albert Kesselring è indissolubilmente legata alla campagna d'Italia del 1943-1945, Per alcuni è stato un soldato di riconosciute capacità militari che combatté con valore e successo in una serie di operazioni con le quali tenne in scacco per diversi mesi le superiori forze degli Alleati, L'immagine prevalente è quella del criminale di guerra: il comandante i cui ordini portarono a spietate rappresaglie e a uccisioni in massa di civili nell'Italia occupata dai tedeschi. In ogni caso, Il percorso professionale di Kesselring fu ragguardevole. In qualità di comandante delle forze aeree guidò con brillanti risultati la 1a e la 2a Luftflotte nelle campagne contro la Polonia, e poi contro l'Olanda, il Belgio e la Francia, solo per subire una battuta d'arresto nella battaglia d'Inghilterra. Inviato in Mediterraneo alla fine del 1941, ricostituì le linee di rifornimento che permisero alle forze di Rommel di restare operative. Soldato dalle molteplici e complesse caratteristiche, Kesselring è stato uno dei più importanti comandanti tedeschi della Seconda guerra mondiale. -
Vele in porto
Biagio Marin è stato uno dei più importanti poeti in dialetto del Novecento. I suoi diari - numerosi - aiutano a completare e a definire la poliedrica figura dell'intellettuale. Dopo ""La pace lontana"""", questo secondo volume propone per intero il quaderno che Marin iniziò il 27 agosto 1946 e terminò il 3 febbraio 1950. Un diario, questo, talmente importante che da solo rivela molto del suo autore. Vi si legge l'eredità dei giovanili anni fiorentini quando Marin conobbe e frequentò il gruppo della """"Voce"""" e strinse un'amicizia sincera con Scipio Slataper, nome che ricorre spesso in questo e nei quaderni precedenti; ricorre inoltre la parola vita, il cui rapporto con l'antitetico sostantivo morte è ancora presente, contraddittorio, problematico come nei diari precedenti e forse più ancora. Questo quaderno mariniano è un esempio efficace di come certa letteratura, in questo caso la memorialistica, possa essere uno strumento utile per avvicinare i nodi - grandi e piccoli - della nostra storia in maniera interdisciplinare."" -
Carso. Riscatto dalla povertà
Dalla condizione di servitù della gleba ai giorni nostri, quattro secoli nel minuzioso racconto-documento sul travagliato cammino di un'umile famiglia di contadini del Carso vissuta ai margini della ""grande storia""""."" -
Gladiatori
La lotta fra gladiatori - sabbia sporca di sangue, folle esaltate, destino sospeso del gladiatore sconfitto - è una ben nota espressione della Roma antica. Recenti ricerche, tuttavia, dimostrano che l'immaginario popolare secondo cui i gladiatori erano schiavi sventurati condannati a combattere fino alla morte da una società crudele e assetata di sangue corrisponde a una versione quanto meno limitata della realtà. Sebbene sia vero che i criminali mandati a morire nell'arena venivano massacrati, è anche vero che, all'epoca di massimo splendore degli spettacoli gladiatori, i protagonisti erano troppo preziosi e troppo considerati per essere sprecati in una lotta bruta all'ultimo sangue. Non necessariamente i gladiatori erano schiavi, spesso erano volontari che cercavano fama e ricchezza. Nella sua opera Konstantin Nossov raccoglie i risultati delle ricerche più recenti riguardanti i gladiatori, nell'intento di offrire un quadro più completo della loro storia. Illustra l'evoluzione della gladiatura, anche attraverso un ricco apparato iconografico nel quale spiccano i disegni originali di Vladimir Golubev, e descrive diversi tipi di gladiatori, il loro armamento, le loro diverse forme di combattimento, il loro stile di vita e la posizione che occupavano nella società. -
I cavalieri templari (1120-1312)
L'Ordine del Tempio era un'organizzazione religiosa e militare costituitasi per proteggere i pellegrini e i coloni che si trovavano in Terra Santa. I Templari erano convinti di combattere in nome di Dio ed erano temuti e rispettati dai sovrani musulmani degli stati circostanti. Questo testo tratta dei Templari e delle motivazioni che li inducevano a entrare nell'Ordine, con particolare interesse per quelli che combatterono in Terra Santa. Utilizzando fonti dell'epoca, il volume illustra in modo efficace la vita quotidiana di questi guerrieri, dalla cerimonia di investitura all'addestramento, all'organizzazione in campo fino alle tattiche di combattimento. -
La battaglia di Canne
Questo libro tenta di esaminare ""la realtà di Canne"""" affrontata dai singoli soldati che vi parteciparono, senza perdere di vista """"il quadro generale"""" della battaglia nel suo complesso. Comincia, di conseguenza, a prendere in esame la battaglia sulla base dei criteri convenzionali come il significato strategico, la grande tattica, la topografia e le forze in campo. Fatto questo, compie una digressione per studiare gli eserciti contrapposti, quello romano e quello cartaginese, compito complicato ma necessario, allo scopo di comprendere come essi si batterono a Can ne e perché lo fecero. Grazie ad un quadro ragionevolmente completo delle forze contrapposte, diventa possibile mettere a fuoco in modo specifico l'azione stessa, prima studiando la parte svolta dai comandanti contrapposti, allo scopo di capire fino a che punto ed in quale modo essi abbiano influenzato l'esito dello scontro. Dopo di che, il """"modello Keegan"""" de """"Il volto della battaglia"""", può venire usato per analizzare la battaglia, nel tentativo di individuare l'esperienza dei singoli combattenti a Canne."" -
Ospite di sua maestà britannica. Dalla Cirenaica ai campi di prigionia in India 1940-1943
Limpido e minuzioso ricordo del periodo di guerra, dalla partenza verso la Cirenaica alla cattura da parte delle truppe inglesi a Sidi El Barrani, dalla prigionia in Egitto al periodo trascorso in India, questo libro è una preziosa testimonianza dei primi anni della Seconda guerra mondiale, sino al luglio del 1943. Con lucidità e capacità critica, Gambella annota nel suo diario la quotidianità, vissuta prima in compagnia dei colleghi ufficiali, poi nel campo di prigionia dove il tempo sembra dilatarsi a dismisura. Con attenzione, l'autore documenta le abitudini, la vita di ogni giorno con i compagni, i precisi riferimenti al clima indiano, l'osservazione delle abitudini degli inglesi, ma dal libro risalta soprattutto il profilo di un uomo animato da un profondo sentimento patrio e dal forte legame per gli affetti familiari. L'intero ricavato delle vendite di questo libro sarà devoluto in beneficenza alla Comunità di Sant'Egidio - Progetto a sostegno dell'Istituto SS. Innocenti di Guilongou (Burkina Faso). -
Krasnov l'atamano. Storia di un cosacco dal Don al Friuli
Petr Nicolaevic Krasnov è noto come romanziere e scrittore ed è altrettanto conosciuto come un generale strenuo oppositore della rivoluzione bolscevica. È l'atamano che i tedeschi misero a capo dell'organismo che governava le truppe collaborazioniste cosacche: giunse in Italia nei primi mesi del 1945 e alla fine del conflitto seguì la ritirata del contingente cosacco, percorso che terminerà con la sua consegna all'Armata Rossa. Pochi mesi dopo, Krasnov sarà condannato dal regime sovietico e giustiziato. Con una dettagliata ricostruzione della sua figura, l'autore ricompone i tasselli della carriera di Krasnov, dal servizio nell'esercito imperiale russo in missioni diplomatiche e come corrispondente di guerra alle sue azioni nel corso della Prima guerra mondiale. Fa luce sul periodo della rivoluzione russa e della reggenza dello stato del Don in veste di atamano: Krasnov infatti dal 1918 al 1919 fu investito dei massimi poteri militari e politici per condurre la lotta contro-rivoluzionaria nel Sud della Russia. -
Meglio non essere un soldato romano!
La vita dei legionari dell'impero romano. Età di lettura: da 8 anni. -
Il mitra Thompson
Messo a punto verso la fine della Grande guerra come arma di formidabile impatto per la guerra di trincea, il mitra Thompson non tardò a guadagnarsi un'inattesa fama al di fuori del contesto bellico. Negli anni Venti, l'M1921, modello di concezione innovativa e destinato a diventare un'icona, fu adottato dalle organizzazioni malavitose attive negli Stati Uniti, le quali ne fecero un uso spietato - in particolare durante il proibizionismo -, scatenando un'ondata di violenza che investì il Paese dalle metropoli della costa orientale fino alle più piccole e remote località del Midwest. Negli anni Trenta, era più facile vedere il Thompson negli studi di Hollywood (che ne sfruttò l'ambiguo fascino in un'infinità di film, amplificandolo sulla scia dell'enorme successo riscosso dal nuovo genere presso il pubblico) che nelle strade di Chicago o di New York; ma con lo scoppio della Seconda guerra mondiale l'arma conobbe un importante rilancio in campo militare. Da un processo di semplificazione tecnica e di modifica del design, nacque il Thompson M1, che fu prodotto in grandi quantitativi e utilizzato in tutto il mondo da eserciti, commando e gruppi di resistenza. Questo libro è un approfondito studio di una delle più note e diffuse armi al mondo, nonché un'analisi della complessa evoluzione tecnica del Thompson e del suo retaggio storico, anche alla luce dell'esperienza di quanti lo hanno usato in combattimento. -
La guerra partigiana in Italia. Una storia militare
Mentre gli eserciti alleati si aprivano la strada combattendo lungo la penisola nel 1943-1945 e scrivevano nelle pagine dei libri di storia i nomi di battaglie come Anzio e Cassino, dietro le linee tedesche un ampio e variegato movimento partigiano era impegnato in una guerra molto meno conosciuta sotto il profilo militare, ma feroce, contro gli occupanti tedeschi e i loro alleati fascisti. In questo conflitto, costituito da improvvisi assalti, imboscate eseguite con la tecnica della guerriglia e brutali rappresaglie, sarebbero state segnate le tappe di un cammino di violenza le cui pietre miliari portano I nomi delle Fosse Ardeatine, di Marzabotto e del Monte Sole. Il libro descrive in dettaglio le forze antipartigiane tedesche e fasciste; ne elenca le operazioni e analizza successi e fallimenti di ambedue le parti. Il volume è inoltre completamente Illustrato da rare fotografie, tavole a colori delle uniformi e degli equipaggiamenti, e da dettagliate mappe. -
La Grande Guerra sul fronte dell'Isonzo
La guerra italiana fu considerata dagli alleati anglofrancesi come un momento della più complessa vicenda strategica in atto sul ""théatre italo-serbe"""". Per l'Italia e gli italiani quella fu invece la """"nostra guerra"""" e le connessioni balcaniche di quel conflitto si ridussero ai territori pattuiti a Londra e negati a Versailles. Si credette di aver portato il R. Esercito a liberare le terre irredente e ci si trovò a combattere una guerra di posizione nelle due principali aree multietniche del nostro Paese; sul fronte dell'Isonzo ciò significò che le undici spallate vennero effettuate all'interno di un territorio dove esisteva una minoranza slava mentre si combatteva contro un esercito composto per il 42°/o da slavi. La logica della contrapposizione etnica, sottovalutata dalle FF. AA. italiane divenne invece centrale nella pianificazione e nella pratica di combattimento dell'esercito I. R."" -
La guerra russo-giapponese 1904-1905
La guerra russo-giapponese segnò la prima sconfitta di una grande potenza europea imperialistica da parte di un Paese asiatico. Quando gli interessi espansionistici di Russia e Giappone entrarono in collisione per il predominio in Manciuria e in Corea, lo zar Nicola II diede per scontato che il Sol Levante non si sarebbe mai avventurato in un conflitto. Ma dopo una pianificazione durata diversi anni, nel 1904 il Giappone sferrò un attacco contro la base navale russa di Port Arthur, nella Penisola di Liaodong, cogliendo di sorpresa il nemico. Il libro tratta le successive fasi della guerra, un percorso che, dallo scoppio delle ostilità e attraverso l'evolversi dello scontro fra i due contendenti nei combattimenti del Fiume Yalu, dello Shaho, fino alla battaglia di Mukden (il più imponente fatto d'armi mai avvenuto prima della grande guerra), si concluderà con la vittoria giapponese. -
L' esercito belga nella prima guerra mondiale. 1914-18
Nell'agosto del 1914, mentre l'Europa era sull'orlo della guerra, la Germania inviò un ultimatum al neutrale Belgio informandolo che ne avrebbe varcato i confini e intimando al governo del re Alberto I di non opporre resistenza. Questa piccola nazione, con il suo ridotto e antiquato esercito, scelse invece di combattere. Le speranze risultarono vane e il Paese fu presto invaso, ma la sua valorosa resistenza fornì alla Francia e alla Gran Bretagna il tempo sufficiente per mobilitare le forze. In seguito l'esercito belga, dopo essere stato ricostruito, mantenne il controllo del settore più a nord delle Fiandre sul fronte occidentale. E combatté sia contro l'offensiva tedesca di primavera sia nella successiva e vittoriosa controffensiva alleata. -
L' esercito russo nella prima guerra mondiale
Spesso oscurata dal dramma del suo catastrofico collasso verificatosi durante la Rivoluzione dell'ottobre 1917 la storia dell'esercito imperiale russo negli anni 1914-16 annovera alcune importanti vittorie. Il patriottismo e la capacità di sopportazione dei suoi uomini furono degni di nota, e nel 1916 l'offensiva Brusilov sul fronte sudorientale superò qualunque risultato conseguito dalle forze dell'Intesa nello stesso periodo in Francia. La varietà e il fascino delle sue uniformi - di fanteria e cavalleria, delle Guardie e delle unità di linea, dei cosacchi e degli equipaggi di autoblindo e aeroplani, senza tralasciare i paramenti dei preti ortodossi - sono resi dalle tavole a colori realizzate per questo libro dal migliore illustratore russo di soggetti militari, mentre il testo firmato dall'esperto Nik Cornish è accompagnato da tabelle descrittive di insegne e distintivi, nonché da numerose e rare fotografie. -
I cavalieri di Gerusalemme. L'ordine crociato degli Ospitalieri 1100-1565
L'Ordine di San Giovanni dell'Ospedale di Gerusalemme fu uno dei principali ordini crociati del medioevo. Dapprima a fianco dei Templari e poi senza l'aiuto di altri, gli Ospitalieri combatterono per terra e per mare contro gli eserciti islamici con grande ferocia e fervore religioso. Temuti dai nemici e rispettati dagli amici per le loro doti belliche, nella loro campagna attraverso la Terra Santa e il Mediterraneo questi cavalieri incarnarono tutti i vizi e le virtù tipici degli ordini militari. Questo libro esamina dettagliatamente lo stile di vita, le vicende e le imprese militari degli Ospitalieri partendo dalle loro origini come movimento caritatevole sino all'apice della loro storia, coinciso con l'assedio di Malta del 1565. In tal modo viene offerta una nuova prospettiva sulle Crociate e sui conflitti religiosi del tempo, e sugli uomini che vi combatterono con coraggio ed efferatezza. -
Salamina 480 a.C. La battaglia navale che salvò la Grecia
Alcune settimane dopo il disastro delle Termopili e qualche duro anche se inconcludente scontro in mare, con Atene ora in mani barbare, i greci posero drammaticamente fine all'invasione persiana. Spinsero la superiore flotta nemica a combattere nello stretto di Salamina e, grazie a una tattica geniale e a un forte spirito combattivo, ottennero una vittoria schiacciante, cacciando gli avversari dall'Egeo occidentale e permettendo all'alleanza ellenica di mettere insieme forze sufficienti a distruggere, l'anno seguente, il grande esercito d'occupazione. La fioritura della cultura e delle istituzioni greche nel V secolo e la loro eredità futura erano assicurate. William Shepherd ricrea una delle più importanti campagne navali della storia mondiale, utilizzando fonti storiche e le scoperte della ricerca archeologica, tecnologica e navale. -
Maratona 490 a. C. La prima invasione persiana della Grecia
La storia della campagna di Maratona è un evento epico del mondo antico. Quando i greci ionici si ribellarono contro i dominatori persiani nel 499 a.C. le città di Atene ed Eretria andarono in loro soccorso. Il re persiano Dario giurò vendetta e nel 490 a.C. una flotta di 600 navi cariche di soldati venne inviata a punire gli ateniesi. Questo libro spiega in dettaglio come i greci si scontrarono con i persiani a Maratona e li misero in rotta costringendoli a rifugiarsi sulle navi. L'effetto morale di questa vittoria fu enorme: per la prima volta un esercito greco aveva sconfitto i persiani e dimostrato la superiorità della tattica degli opliti. -
Farsalo 48 a.C. Cesare e Pompeo. Uno scontro fra titani
Nel 48 a.C. il palcoscenico era pronto per lo scontro finale dei due titani del mondo romano. Le probabilità erano a favore di Pompeo, grazie alla superiorità numerica del suo esercito. Con i pronostici contro di lui, il genio militare di Cesare fu messo duramente alla prova. In una brillante esibizione di abilità nel comando, quest'ultimo sbaragliò l'esercito avversario, più numeroso, che si ritirò inseguito da quello di Cesare sino a quando alla fine si arrese.