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Municipi d'Oriente. Il governo locale in Europa orientale, Asia e Australia
Quella del governo locale è oggi una delle più importanti questioni la cui conoscenza è sempre più necessaria per comprendere la varietà e la complessità sia dei vari sistemi politico-istituzionali degli Stati, sia delle società del nostro mondo globalizzato. Questo perché l'amministrazione locale si pone al crocevia tra individui e società, e rappresenta dunque il laboratorio ideale per confrontarsi sul tema dei rapporti tra i vari modelli di circolazione delle idee e delle leggi. Dopo il primo volume di questa collana, ""Municipi d'Occidente"""" dedicato agli ordinamenti giuridici di matrice occidentale, Europa e Americhe - un'area privilegiata negli studi comparati dell'amministrazione locale - si affronta ora una comparazione per differenze, dei modelli di governo locale lato sensu """"orientali"""", abbracciando ordinamenti appartenenti a famiglie giuridiche, forme di Stato e di governo molto diverse. La conoscenza degli altri attraverso il livello primordiale di organizzazione, quale l'ente locale rappresenta un'opportunità di grande interesse tanto per i teorici quanto per i pratici, in un contesto nel quale le culture si sovrappongono e si fondono, pur mantenendo le loro specificità. Il tema esaminato suscita interesse proprio in relazione al rapporto che intercorre tra geografia e diritto, in cui si evidenziano divergenze di opinione circa la stessa collocazione degli ordinamenti all'interno dell'ambito occidentale o orientale."" -
Del razzismo. Carteggio (1843-1859)
Il ventennale carteggio tra Alexis de Tocqueville e Arthur de Gobineau è un documento importante e drammatico, nella storia del pensiero politico contemporaneo. Segnata da un costante quanto leale disaccordo, la discussione tra il teorico della democrazia e il vate del razzismo si dipana lungo i sentieri che conducono al cuore del ""moderno"""" e dei suoi paradigmi ideologici: dal rapporto tra morale, religione e politica, al problema dell'eguaglianza di popoli e nazioni; dal conflitto tra """"passioni"""" e """"interessi"""" alla cruciale """"questione della razza"""". Alla luce delle profonde diversità che contrappongono i due interlocutori, il sodalizio tra Tocqueville e Gobineau appare ancora più singolare: esso attraversa tutta l'esperienza del Secondo Impero francese, resistendo alla sempre più marcata e conflittuale divaricazione tra le opinioni del maestro e quelle del suo """"assistente"""". Altrettanto singolare fu la sorte che toccò ai due pensatori: mentre il razzismo di Gobineau si avviava a compiere, nel secolo successivo, il suo tragico ciclo, diventando dottrina di Stato e metodo di genocidio, la lucida e preveggente analisi dei meccanismi del sistema democratico elaborata da Tocqueville avrebbe conosciuto una lunga fase di oblio, che solo nel secondo Novecento sarebbe stata riscattata da un nuovo interesse scientifico. C'è in questo scambio epistolare, oltre al valore teorico e all'inaspettata attualità dei temi, una grande lezione di metodo."" -
Tracce dei luoghi, tracce della storia. L'editore che inseguiva la bellezza. Scritti in onore di Franco Cosimo Panini
Il 30 marzo 2007 si spegneva l'editore Franco Cosimo Panini, un nome noto e affermato in tutto il mondo grazie alle figurine per ragazzi, ma che negli ultimi trent'anni si era anche imposto nel panorama italiano e internazionale come editore d'arte e di cultura. Un'attività avviata nel 1978 all'interno delle Edizioni Panini e presto divenuta una divisione autonoma da cui in pochi anni è nato un catalogo di elevato livello scientifico in particolare nei settori dell'arte, dell'archeologia e della storia locale. La nascita di collane come ""La Biblioteca Impossibile"""" e """"Mirabilia Italiae"""", fiore all'occhiello di un gruppo editoriale che nel frattempo si è diversificato anche nell'editoria per ragazzi e negli articoli per la scuola, non ha rallentato la produzione di opere dedicate alla storia locale e all'approfondimento storico-critico dell'arte italiana, filoni e linee di studio che attorno alla sigla della casa editrice hanno visto raccogliersi studiosi e specialisti di varia formazione ma tutti di riconosciuta competenza, accomunati dal desiderio di dare spessore critico e filologico alla inesausta ricerca della bellezza dell'editore modenese. Molti di questi studiosi hanno voluto rendere omaggio, in questo volume, alla memoria dell'editore scomparso, fornendo con una serie di contributi inediti la misura della varietà e della ricchezza di un catalogo divenuto uno strumento di consultazione e di lavoro per tutti coloro che operano nel mondo dell'arte."" -
Storie di artisti. Storie di libri. L'editore che inseguiva la bellezza. Scritti in onore di Franco Cosimo Panini
Fin dall'inizio della sua attività editoriale, Franco Cosimo Panini ha dedicato grande attenzione alla documentazione e allo studio del nostro patrimonio artistico e architettonico, con opere che al rigore delle indagini storico-critiche uniscono la qualità e la completezza delle campagne fotografiche. Eloquente testimonianza di questa missione dell'editore modenese è la collana ""Mirabilia Italia:"""", diretta da Salvatore Settis, una serie di atlanti dei principali monumenti italiani illustrati capillarmente e dotati di esaurienti apparati scientifici. Non meno innovativo è stato l'approccio della casa editrice nei confronti della miniatura, interesse che ha portato alla nascita della collana di edizioni in facsimile """"La Biblioteca Impossibile"""", mentre i volumi di commentario che corredano tali edizioni e altri titoli analoghi hanno formato nel tempo un corpus di testi di riferimento che hanno dato un contributo fondamentale alla conoscenza e alla valorizzazione dell'ars illuminandi. Storici dell'arte e dell'architettura, archeologi e codicologi, esperti delle più svariate discipline, accomunati da un senso di riconoscenza per le occasioni di studio fornite dalla collane di Franco Cosimo Panini, consegnano oggi a questo volume alcuni recenti frutti della loro attività di ricerca, suggellando con le loro competenze scientifiche l'avventura intellettuale e imprenditoriale dell'editore."" -
Julius il solitario
Un quarto alle tre di un pomeriggio d'autunno. Uno sparo. Di un cacciatore, forse. Piuttosto vicino, anche. Julius come sempre legge accanto alla stufa nella sua baracca tra i boschi del Maine, dove da anni vive solo, a parte la fugace, misteriosa comparsa di una donna, Claire. Nella baracca, stipati lungo le pareti, ci sono 3282 volumi, meticolosamente letti e schedati prima dal padre e poi da Julius, che sin da bambino trascorre così le sue giornate. La sola compagnia di Julius, il cane Hobbes, in quel momento non è con lui, accanto al fuoco. Come mai? Partono da una calma statica che riga dopo riga cede il passo all'inquietudine, le poche pagine che bastano a Donovan per scrivere quello che è stato definito un classico moderno: per l'asciuttezza del linguaggio che attinge al rigore della grande letteratura; per il ritmo di un thriller che attanaglia il lettore; per l'istantanea nitida, impietosa di una solitudine che si inabissa nella follia, snidata all'improvviso dalla sua latenza. Un racconto lungo tre giorni, il cui impatto sul lettore non conosce scadenza. Come avviene ai classici d'ogni tempo con cui Julius intreccia il suo dialogo quotidiano, nel tepore di una baracca sprofondata nelle nevi del grande freddo americano. -
Fiaba del Reno
Clemens Brentano appartiene alla più romantica delle famiglie europee: fratello della scrittrice Bettina, cognato e amico fraterno dello scrittore Achim von Arnim, figlio di una delle amiche più intime di Goethe. Talento geniale, erotico e mistico, chitarrista vagabondo, enfant terrible dei salotti romantici, demoniaco ma capace di votarsi al capezzale di una monaca stigmatizzata, è stato anche un grandissimo conoscitore e reinventore del patrimonio di canti e fiabe della cultura europea. La ""Fiaba del Reno"""" incarna uno dei suoi momenti più alti, di immediato godimento per i più giovani, compresi i bambini, e di deliziosa lettura per gli adulti. In queste storie affascinanti, che rileggono in chiave colta le molteplici radici folkloriche della fiaba europea, il mondo del Reno, insieme reale e fantastico come ogni sogno sa essere, si popola di animali parlanti, di ondine e di sirene. Troneggia al suo centro la bella Loreley, l'eroina acquatica più famosa e fatale; ma vi compare anche il Vecchio Padre Reno in persona, che favorisce amori e amicizie, ma che sa punire con severità gli empi; e poi, principesse, fanciulle infelici, matrigne e sorellastre, mercanti e imbroglioni, girovaghi e artigiani. In questa cornice si muove il protagonista: un mugnaio dal cuore aperto, che sa lasciarsi sorprendere e che è sempre pronto a recuperare una dimensione di armonia tra la natura terrestre, aerea e subacquea: un uomo semplice che insegna a lasciarsi catturare dalla fantasia."" -
Teresa, mon amour. Santa Teresa d'Avila: l'estasi come un romanzo
Quando Sylvia Leclercq - psicoterapeuta, atea, scrittrice, palese alter ego di Julia Kristeva - riprende in mano l'opera completa di Teresa d'Avila, inizia un incontro che si rivelerà capace di coinvolgerla e sconvolgerla totalmente e inaspettatamente. Teresa d'Avila, la monaca di clausura vissuta tra il 1515 e il 1582, la riformatrice dell'ordine dei carmelitani, la santa dell'estasi, si rivela agli occhi di Sylvia una donna malata d'amore e di desiderio, al pari dei pazienti in cura sul suo divano. Di pagina in pagina, scopriamo i retroscena psicanalitici dei suoi tormenti e della sua estasi, immortalata dal celebre gruppo marmoreo di Bernini. Sylvia si lascia prendere da Teresa, si fa portare in Spagna, si introduce nelle pieghe della sua scrittura, capace di restituire, dietro l'ostentata umiltà, una rivoluzionaria coscienza di sé e un'inedita capacità di elaborazione del proprio disturbo. La ricostruzione dell'universo mentale e del malessere psicofisico della santa diventa così per Julia Kristeva lo spunto per una profonda riflessione sul nostro attuale bisogno di credere. Teresa aveva riversato nella scrittura la propria esperienza per sublimare il possesso dell'Altro, dell'Amato, incorporandolo dentro di sé, fino a goderne in ogni parte del corpo. Allo stesso modo, Kristeva adotta la forma romanzo per restituire il senso di quell'esperienza, riproponendola come un capolavoro di erotismo, spiritualità, consapevolezza di sé. -
Yesterday
Yesterday può essere definita una canzone perfetta. Una compiuta sintesi tra melodia, testo, semplicità espressiva, immediatezza del messaggio. E infine la voce di Paul: intensa, accorata, convinta. Paul McCartney ha dichiarato di averne ideato la musica in sogno; come convenzione sonora, durante la composizione della musica, utilizzò le parole ""Scrambled eggs, Oh, baby, how I love your legs"""" (uova strapazzate, Oh, baby, quanto mi piacciono le tue gambe), per poi sostituirle con quelle di Yesterday nella versione definitiva. Il testo finale ha qualcosa di magico, di miracoloso: trattare il tema del passaggio dal tempo della gioventù a quello della maturità in appena due minuti (tale è la durata della canzone) e, come è stato scritto, con """"chiarezza universale"""", non è cosa da poco. Da dove venivano quelle parole, quella narrazione di amori trovati e perduti? In pochi oggi ricordano Jane Asher, la bellissima e ricchissima attrice che ne fu la musa. Il testo di Yesterday fu scritto infatti durante una vacanza di Paul e Jane in Portogallo. Yesterday è la canzone con più cover nella storia, con oltre tremila versioni, ed è indiscutibilmente la più popolare del mondo. Si pensi che fu trasmessa per radio più di sei milioni di volte nei soli Stati Uniti e nel solo periodo della pubblicazione del singolo. Mai come in questo caso, la storia di una canzone è parte integrante della storia della cultura, del costume, dell'identità di intere generazioni, ai quattro angoli della terra."" -
Pisa dei miracoli. Recupero, conservazione e innovazione urbana
Con uno sguardo attento all'orgoglioso passato, Pisa ha gettato un ponte verso il futuro. ""Non più solo piazza dei Miracoli"""" è stato lo slogan vincente dei dieci anni in cui è stata governata dal sindaco Fontanelli, nei quali si è aperta la strada a grandi trasformazioni urbane. Il nuovo Museo delle Navi romane, la riconversione in strutture residenziali e turistiche del vecchio ospedale, di caserme e colonie marine, il porto turistico e i milioni di viaggiatori che sbarcano all'aeroporto, ormai uno dei più importanti d'Italia, nel prossimo decennio faranno di Pisa una delle mete più appetibili d'Europa. Che cos'è già accaduto? Che altro accadrà di rivoluzionario nella città della Torre? Gianfranco Micali lo ha chiesto a Paolo Fontanelli, il primo a credere nell'""""utopia"""" del """"riscatto possibile"""", determinato a muovere tutte le leve necessarie a realizzarlo, senza cedere alla tentazione di """"vendere o consumare la città e il territorio"""" e puntando tutto sul recupero e sulla riqualificazione. Salvatore Settis, direttore della Scuola Normale e presidente del Consiglio superiore per i Beni culturali, introduce e illustra la sua Pisa e la visione dello sviluppo sostenibile di una prestigiosa città d'arte. E non mancano infine le interviste alle voci pisane più significative: Alessandro Plotti, arcivescovo cittadino per ventidue anni, il filosofo Remo Bodei, il medico Aldo Pinchera, l'urbanista Vezio De Lucia, l'archeologo Andrea Camilli e il docente di storia dell'architettura Carlo Olmo."" -
Recensire. Istruzioni per l'uso
"Che cos'è la recensione? È un genere letterario specifico, rigorosamente definibile? O non è, piuttosto, una modalità del pensiero e della scrittura, tale da poter coincidere con la critica letteraria?"""". Dopo l'analisi delle condizioni e dello statuto della critica militante, Massimo Onofri torna impavido su un terreno da sempre scivoloso e decide di farci entrare nell'atelier del critico in carne e ossa, all'opera mentre si serve degli strumenti e dei trucchi del mestiere. Attraverso una ricca e significativa rassegna di casi particolarmente felici o infelici di recensioni celebri a libri celebri, Onofri si chiede in sostanza: che cosa si fa, insomma, quando si scrive una recensione? Il critico, convinto com'è che ogni articolo serbi in sé il rimpianto di tutti quelli che non si sono scritti al suo posto, se lo chiede, ben sapendo che il recensire non è un atto sbrigativamente riducibile alla pratica giornalistica, ma rivela, in profondità, la verità dell'atto critico in quanto tale, se è vero che il critico è, innanzitutto, un lettore che scrive e si dà ragione della sua esperienza. Su tali premesse, il libro offre anche un ampio campionario di exempla, divisi idealmente in tre tipologie: come si debba recensire; come assolutamente non si debba; e le stroncature memorabili. Mai reticente, ma sempre chiamando tutti per nome e inchiodando ogni critico alle proprie personali responsabilità, Onofri si mostra qui nella sua più smagliante versione """"militante""""." -
La quinta Repubblica. Da De Gaulle a Sarkozy. L'evoluzione di un presidenzialismo extra-costituzionale
Al compimento dei suoi primi cinquant'anni (1958-2008), la quinta Repubblica francese sembra longeva, se confrontata alla quindicina di regimi politici che l'hanno preceduta, dalla Rivoluzione francese in poi. Si tratta di un sistema politico del tutto singolare nel panorama istituzionale delle democrazie occidentali, imperniato com'è intorno alla figura di un presidente tanto onnipotente quanto irresponsabile di fronte alla rappresentanza nazionale, che trae la sua legittimità dall'elezione popolare diretta, introdotta del resto tardivamente in una costituzione che invece delinea un sistema parlamentare, sia pure con forti poteri del governo. Il libro segue l'evoluzione istituzionale della quinta Repubblica, focalizzando la sua definitiva consacrazione con l'avvento della sinistra al potere, realizzato da Mitterrand nel 1981, ed evidenziando la sua interazione con i processi evolutivi della società, dell'economia, della cultura francesi. Processi che in gran parte si riassumono anche in Francia in un depotenziamento della politica: crisi dello Stato-nazione, dello Stato sociale, della rappresentanza, dei partiti, dei sindacati; incontrollabile spontaneità dei movimenti sociali, spettacolare personalizzazione della competizione, non di rado foriera di scandali e malcostume. Il libro si chiude con l'esame critico del progetto di riforma costituzionale preparato su incarico del presidente Sarkozy dal Comitato Balladur approvato nel luglio del 2008. -
Metamorfosi di città. Testo greco a fronte
Michalis Pieris è nato a Eftagonia di Cipro nel 1952 e ha studiato all'Università di Salonicco prima e di Sydney poi. Attualmente insegna Letteratura neogreca all'Università di Nicosia ed è fondatore e animatore del Laboratorio teatrale della stessa università. È ormai considerato una personalità di spicco nel panorama culturale e poetico dell'isola, ma anche della Grecia. Kavafis, Kariotakis, Seferis, Kalvos, Solomòs e il canto demotico sono i punti di riferimento della sua poesia, incentrata sull'immagine della città; i suoi versi sono ispirati dalla frequentazione culturale con molte città, in particolare italiane, tra cui Roma, Palermo, Catania, Napoli e Venezia. -
La promessa americana. Discorsi per la presidenza
Dalla candidatura alla nomination di Denver, le idee, le proposte, i programmi dell'uomo del cambiamento. La lettura dei discorsi di Barack Obama per la presidenza degli Stati Uniti rafforza la sensazione che egli incarni la più significativa novità politica su scala mondiale in questo nostro tempo. Non si tratta solo di un nuovo linguaggio, di un differente stile comunicativo, di un uso potente e originale della parola, veicolato in modo da costruire una sempre più solida e larga comunità virtuale. Il popolo di Obama mostra e scopre una nuova qualità dell'attivismo politico, ai tempi di internet; offre un modello di democrazia partecipativa che è già di per sé un antidoto contro gli scetticismi dei freddi analisti del mondo globalizzato. Né è soltanto la voglia di novità, di aria fresca, a erompere prepotentemente da questi discorsi, che mostrano un forte senso del rispetto personale anche nei confronti dei più acerrimi avversari. Certo, la percezione da cui parte Obama è che ci sia una larga opinione ormai convinta che l'America di George W. Bush abbia toccato il fondo. La novità di Obama non si può neppure racchiudere soltanto nel dato oggettivo della definitiva rottura del tabù razziale, cosa che pure, ancora una volta, rappresenterebbe un fatto straordinario. C'è qualcosa di nuovo, di ulteriore e di più grande. Il fulcro essenziale della novità di Obama sta nell'orgogliosa rivendicazione dell'idea di uguaglianza come fondamento della stessa pratica democratica. -
Azzurro. Conte, Celentano, un pomeriggio...
La storia di una canzone balneare speciale e controcorrente, uscita nel 1968 e mai rimossa dall'immaginario degli italiani e non solo: dopo anni di canzoni tradizionali e melodiche, ""Azzurro"""" fu un fulmine nel cielo sereno dei dischi per l'estate. Un recente sondaggio l'ha consacrata come la canzone italiana più cantata all'estero, superando """"Volare"""" e """"'O sole mio"""": """"una delle più belle canzoni di Paolo Conte, una delle più belle canzoni di tutti i tempi"""", secondo Stefano Bollani. Molti la propongono addirittura come nuovo inno nazionale al posto di """"Fratelli d'Italia"""": Renzo Arbore, per esempio, la considera """"un inno nazionale meraviglioso, non retorico e ispiratissimo"""". A quarant'anni esatti dalla sua composizione, questo volume ne ripercorre la genesi, analizzandone gli ingredienti e rintracciando le influenze sul costume degli italiani, sulla storia della musica, la letteratura e il cinema. Attraverso il confronto con i successi di allora, i ritratti biografici e artistici di coloro che l'hanno scritta e interpretata, Paolo Conte, Vito Pallavicini e Adriano Celentano, le testimonianze inedite, i ricordi e le opinioni di autorevoli personalità della cultura, dell'arte e del giornalismo, quali Dario Fo, Giorgio Faletti, Vittorio Sgarbi, Curzio Maltese, Gianni Mura e altri, Fabio Canessa disegna un profilo ricco e accattivante della vera canzone del Sessantotto, oggi cantata nei cori degli stadi inneggianti la Nazionale italiana."" -
Il fuso e la scarpetta. La bella addormentata e Cenerentola
Quando nel 1919 Charles Evans decise di riscrivere in forma di romanzo le storie di due fanciulle uscite dalla penna di Perrault e dei fratelli Grimm, non sapeva di dare inizio a un genere che sarebbe diventato uno dei filoni più popolari e redditizi dell'industria culturale. E se quell'idea ebbe un così forte impatto, lo si deve all'intuizione di reinterpretare un archetipo non solo con la penna, ma soprattutto con la matita e coi pennelli. Nella trama delle due fiabe più famose, l'estro creativo di Evans innesta una serie di brillanti invenzioni narrative: a cominciare dalle estruse formule incantatorie di un novello Mago Merlino, che cerca di rompere il tremendo incantesimo lanciato sulla piccola Rosaspina dalla perfida tredicesima fata. Esilarante la caratterizzazione di Euphronia e Charlotte, le due sorellastre di Cenerentola, talmente ignoranti, pacchiane e brutte da risultare persino simpatiche. Neppure la Cenerentola e la Bella addormentata di Walt Disney sarebbero state le stesse, però, se Evans non avesse affidalo ad Arthur Rackham, noto illustratore, il compito di disegnarne la prima silhouette. Ed ecco che all'improvviso il fuso e la scarpetta di cristallo presero forma e concretezza sotto gli occhi dei lettori, e così pure i labirintici meandri del castello di Rosaspina, il profilo della capigliatura scarmigliata di Cenerentola, le saggine della sua scopa, le fibbie delle scarpe e i calli delle sorellastre... Età di lettura: da 8 anni. -
Il sogno di Sultana
Sultana è una indiana che una sera si lascia andare in poltrona a guardare la bellezza della luna e delle stelle, e persa nei suoi pensieri finisce per assopirsi. Il racconto di un sogno che è una sorprendente utopia tutta al femminile. Sultana incontra nel sogno una donna, una sorta di Virgilio in gonnella, che l'accompagnerà alla scoperta di un mondo alla rovescia. La Terra delle donne è un mondo in cui i principi-guida sono la pace e la conoscenza, e a reggerne le sorti sono le donne. Gli uomini hanno sprecato la loro occasione a causa dell'innata aggressività, hanno governato con la forza e nulla di buono sono riusciti a produrre, sicché è giunto il turno delle donne. I luoghi che Sultana attraversa sono popolati solo di presenze femminili, poiché agli uomini è stata imposta la reclusione entro le mura domestiche. Una sorta di segregazione alla rovescia, che alla forza rivoluzionaria abbina la capacità visionaria: nella loro Terra, le donne, grazie alle loro pionieristiche ricerche, riescono a ridurre la fatica dei lavori manuali ricorrendo ad avveniristiche invenzioni. Begum Rokheya fu una pioniera del pensiero femminista in India, scrisse questo racconto nel 1905 dieci anni prima della comparsa in America di Herland, il testo di Charlotte Gilman considerato fondativo del femminismo universale. Questa edizione è illustrata da Durga Bai artista della tribù Gond dell'India centrale, che col suo tratto immaginifico ha saputo restituire a questa centenaria favola indiana l'atmosfera del sogno. -
Darwin e l'anima. L'evoluzione dell'uomo e i suoi nemici
In questo volume, Orlando Franceschelli affronta uno dei nodi cruciali del pensiero darwiniano: la questione antropologica, destinata a scuotere dalle fondamenta la tradizione filosofica e religiosa occidentale. A cominciare dalla credenza nell'immortalità dell'anima e nella guida provvidenziale della storia. Le celebrazioni per il bicentenario della nascita di Darwin, infatti, rischiano di lasciare in ombra il vero nucleo teorico della sua rivoluzione antropologica: naturalizzando l'uomo e la sua mente, Darwin ne avrebbe addirittura minato la dignità. In questo saggio Franceschelli parte dalla ricostruzione del pensiero di Darwin sulla coevoluzione della natura umana: dai suoi rapporti con gli animali, fino al progresso verso la civiltà. Snodi cruciali mediante i quali Darwin ha influenzato la scienza, la filosofia e anche quella teologia che ormai parla non più di creazione ma di emergenza dell'anima. È da esse che risulta con chiarezza il carattere pretestuoso di ogni tentativo di assimilare Darwin alla volontà di potenza di Nietzsche, al darwinismo sociale e al razzismo e all'eugenetica di Hitler. ""Oltre l'anima e la volontà di potenza"""": è a partire da questo approdo della coscienza moderna che l'autore delinea l'impegno etico-politico cui dovrebbe indurci una concezione effettivamente naturalistica dell'uomo. Interessata a raccogliere con responsabilità e costruttiva capacità di dialogo anche le attuali sfide bioetiche."" -
Vitelloni e giacobini. Voghera-Milano fra dopoguerra e «boom»
Una densa, autobiografia, anzi molto di più. Vittorio Emiliani racconta la stona di un gruppo di amici padani che, negli anni cinquanta, si impegnano m politica, creano un settimanale per rimuovere, da riformisti, a volte giacobini, le ingessature della società. Lo scenario è al centro del triangolo industriale: Voghera, ""capitalina"""" di frontiera dell'Oltrepò, in cui già emerge lo scrittore Alberto Arbasino, Pavia, nordica e universitaria, ricca di talenti e di baroni, e la Milano del primo boom economico, unica città """"europea"""" di quell'Italia semirurale in tumultuoso cambiamento, che si mette in scena fra il Piccolo Teatro e la Scala degli anni d'oro, le case editrici, la novità del """"Giorno"""", riviste come """"Comunità"""", i circoli culturali, Brera, il Giamaica. Una narrazione veloce, diretta, che però fa luce anche su squilibri ed esclusioni crudeli. I protagonisti sembrano a volte cugini dei vitelloni felliniani, impegnati tuttavia a battersi per città più moderne e avanzate, per atenei non più classisti, per un paese fuori dall'autarchia provinciale. In questa folgorante foto di gruppo compaiono anche sorelle e fratelli maggiori: Camilla e Antonio Cederna, Paolo Grassi, Italo Pietra, Elio Vittorini, Renzo Zorzi, Arrigo Benedetti, Eugenio Scalfari, Ugo Mulas, Nazareno Fabbretti e tanti altri, aperti e protettivi. Oltre mezzo secolo dopo cosa resta di quelle esperienze, soprattutto di quel contesto? Emiliani tira le somme di una generazione. Un bilancio a volte amaro, mai però sfiduciato."" -
Individualismo democratico. Emerson, Dewey e la cultura politica americana
Al principio del nuovo millennio si assiste a un energico ritorno dell'individualismo democratico, una delle più audaci espressioni della cultura politica moderna. Cresciuta nell'America dell'Ottocento grazie a personalità come Emerson, Whitman e Thoreau, quando la democrazia non era ancora una realtà acquisita, questa idea si impose ben presto come alternativa al razionalismo e all'utilitarismo e diede i suoi frutti con il pragmatismo di Dewey. Per la sua forte tensione etica si distinse dalla tradizione liberale, dalla quale ebbe origine. Per la sua attenzione al valore della dimensione privata della vita individuale si distaccò dalla tradizione repubblicana, della quale la nuova nazione americana era imbevuta. La sua idea fondamentale è che lo Stato costituzionale sia il punto di partenza grazie al quale il sistema politico e la società civile possono svolgere un'opera positiva di stimolo dell'individualità. In questo senso, la democrazia supera l'atteggiamento negativo verso la politica proprio del liberalismo, giacché propone a ciascuno di prendere parte, a suo modo e con responsabilità, alla costruzione di una prospettiva di miglioramento per se e gli altri, attraverso le leggi, la cultura, la partecipazione politica e il giudizio pubblico. La fragilità della democrazia, che e anche il suo fascino e la sua forza recondita, sta in questa dimensione più che politica, nell'avere non altro fondamento se non la credenza e la pratica di vita di ciascuno. -
Le due realtà. Fattuale e virtuale nell'era della globalizzazione
Sul finire degli anni cinquanta del secolo scorso, si avviò a Londra un acceso dibattito sollecitato dal libro di Charles Snow sulle cosiddette due culture, vale a dire sull'ostilità tra scienziati e letterati. Il dibattito è tuttora in corso e l'interrogativo sulla presunta ostilità resta aperto, ma nel frattempo ecco che è entrata sulla scena una nuova dicotomia, quella fra due realtà: la fattuale e la virtuale. Due realtà, dunque, in contrapposizione o forse in complementarità alle due culture? Una storia antica ma ancora oggi attuale, che si interseca con i problemi emergenti sulle due realtà: quella effettiva e quella che i mass media ci comunicano e alla quale siamo spinti a credere indipendentemente da quanto stia accadendo. Due realtà che tendono ad ampliare la distanza che sempre più le caratterizza, da quando la globalizzazione dei saperi e la rivoluzione delle alte tecnologie hanno portato alla diffusione senza più controlli della comunicazione di massa e del contesto virtuale che essa è in grado di costruire. Come restituire veridicità alla conoscenza minata dalle distorsioni indotte proprio dalle comunicazioni di massa, tipiche del mondo nel quale consumiamo la nostra esistenza? Forse ritornando al dubbio sistematico, quel dubbio che già Cartesio aveva introdotto come metodo di apprendimento. O andando alla riscoperta di esperienze consolidate che ancora oggi ci possono fornire esempi innovativi, in grado di illuminare i difficili sentieri del sapere.