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Roma caput mundi. Laddove Oriente e Occidente si incontrano
"Roma fu l'unica città dell'Europa occidentale ad avere anche il nome scritto in geroglifici egizi, sia pure a partire dal prototipo in greco (Hrome). A Roma furono ancora composte iscrizioni geroglifiche - per gli obelischi di Domiziano (in Piazza Navona) e di Antinoo (sul Pincio) - mediante la venuta dell'Urbe di dotti sacerdoti versati nelle antiche scritture. A Roma regnarono antiche scritture. A Roma regnarono autentici faraoni - quali Nerone e Domiziano - oramai lntano dalla terra del Nilo come già i re dei re persiani, ultimi epigoni dei numerosi straniei che avevano occupato """"il trono di Horo dei vivi"""", sul modo dei Tolomei nella loro capitale Alessandria, archetipo di Roma imperiale.""""" -
Saggi di toponomastica
"L'insistenza della coltivazione della vite in Piemonte ha lasciato tracce notevoli nella toponomastica, sia maggiore che minore. Cominciamo da quest'ultima, che è di fatto alla base dell'altra, nel caso specifico dovendosi partire da aree inizialmente non abitate per trovare terreni destinati alla produzione del vino. Si tratta spesso di quelli che i Francesi chiamano 'lieux dits', talora introdotti da una formula che ricorda quella in uso per il soprannome in antroponomia.""""" -
Orazioni. Introduzione, testo rivisto, traduzione, note e glossario g iuridico attico di Pietro Cobetto Ghiggia
Fonte imprescindibile per la conoscenza del diritto privato vigente nellAtene del IV secolo a.c., l'opera di Iseo ha destato quasi esclusivamente l'attenzione degli studiosi di diritto: del resto, ad un primo approccio, egli parrebbe l'avvocato specialista di successioni e famiglia e le sue orazioni non possono che ricadere nel più puro tecnicismo. Eppure, al di là delle difficoltà esegetiche e del contenuto così specifico, Iseo fornisce informazioni di assoluta originalità per quanto riguarda la società dell'Atene uscita sconfitta dalla guerra del Peloponneso e ormai ben lontana dai sogni egemonici cullati sino a pochi anni prima: grazie alla sua vivida testimonianza, si può percepire in maniera ancor più diretta quell'evoluzione nella figura del singolo cittadino, ormai molto più indifferente che in passato verso la collettività e sempre maggiormente interessato al proprio utile particolare, da difendersi nelle aule di tribunale, anche ricorrendo alla maestria di un indiscusso 'principe del foro'.""""|Libri"" -
Narrativa italiana. Storia per generi
"Raccontare implica essere sensibili alla vita degli altri, è un modo per entrare nei recessi più intimi delle anime e per avvicinare il lontano nel tempo o nello spazio. Leggere o ascoltare un racconto, oltre a divertire, nutre l'anima, alimenta la fantasia e il pensiero, fa crescere con le esperienze altrui, contribuisce a creare l'immaginario individuale e collettivo, costuisce ponti fra le civiltà. (...)""""." -
Dizionario di retorica. Con un'appendice su lingue antiche e moderne
"Questo dizionario, nuovo per l'editoria italiana, si presenta con più di 2000 lemmi di ambito retorico e riporta un bel numero di voci rare utilizzate come preziosismi dalla critica letteraria; molte sono le voci della lingua latina tuttora usate in diversi settori dell'eloquenza, da quella giuridica a quella politica e letteraria. I lemmi provengono dai manuali più diffusi (Lausberg, Mortara Garavelli), dai maggiori dizionari generali ed etimologici riportati in bibliografia, dalla rete internet e da una raccolta non sistematica ricavata dalla consultazione di trattati degli ultimi secoli""""." -
Il viaggio in Asia (1671-1675) nei manoscritti di Minneapolis e di Bergamo
"L'esistenza di una relazione manoscritta del viaggio che dal 1671 al 1675 portò Ambrogio Bembo a visitare diversi paesi dell'Asia era ben nota agli studiosi di letteratura odoporica e di cultura veneziana, ma di essa si conoscevano solo poche pagine - e, tra queste, quelle riguardanti le antichità di Persia - che Jacopo Morelli aveva trascritte e pubblicate nel suo studio """"Dissertazione intorno ad alcuni viaggiatori eruditi veneziani poco noti"""", Venezia 1803, 50-79 (ristampato in """"Operette di Jacopo Morelli bibliotecario di San Marco"""", Venezia 1820, II, 85-123). Anzi a Morelli di questa relazione risultavano esistere due diversi manoscritti""""." -
Ascoltami o Signore
"Mi chiamo Emilio Cocoe abito in un palazzo al terzo piano di via La Piscopia 89. Ho insegnato francese per circa quarant'anni ma ho amato sempre e solo lo spagnolo e ho lasciato la scuola senza molto rammarico. Non ho urgenza di sveglia la mattina. Mi sorbisco un tazzone d'acqua calda e faccio colazione con caffelatte e fiocchi di frumento che assicurano - è scritto sulla scatola - un pieno benessere. Poi vado in bagno e apro il rubinetto per lavarmi la ruggine degli anni (...)""""." -
Pensieri e parole del Novecento
L'eterogeneità dei saggi qui raccolti rispecchia la ricchezza e la complessità del pensiero linguistico novecentesco che interessa ambiti, modalità e pratiche di analisi critiche e testuali, riflessioni di poetica, aspetti e momenti della storia della lingua e della linguistica molto diversi tra di loro, testimoniati, sia pure per pochi campioni, dai diversi orientamenti e campi di ricerca dei collaboratori presenti in questo volume. -
Libro dei sette savi di Roma. Versione in prosa F
"La grande popolarità che nel corso dei secoli accompagna il ciclo narrativo dei Sette Savi, a partire dalla sua diffusione in occidente nel periodo delle prime crociate, è testimoniata dalla presenza, in ogni latitudine, di una sterminata produzione di rimaneggiamenti, traduzioni, repliche rapsodiche. Le ragioni di tanto successo sono da ricercare nella estrema pieghevolezza della materia, vista la tendenza di volgarizzatori e traduttori all'adattamento, in base al milieu culturale cui di volta in volta il testo era destinato; nella intercambiabilità dei racconti, che variano difatti da versione a versione; nonché nella formula coesiva del racconto cornice, di cui il 'Decameron' è l'esempio più illustre. Ciò vale anche per la versione italiana F del 'Libro dei Sette Savi di Roma', qui per la prima volta in veste critica, un volgarizzamento in prosa dal francese, riconducibile all'ambiente mercantesco fiorentino della metà del XV secolo.""""" -
Vicende storiche della lingua di Roma
"'Vicende storiche della lingua di Roma' s'intitola il saggio con cui, nel 1929, Clemente Merlo dava avvio agli studi scientifici moderni sul romanesco antico, mentre pochi anni dopo, nel 1932, Bruno Migliorini definiva la storia del romanesco come «la storia del suo disfacimento, dovuto all'azione esercitata per secoli su di esso dal toscano che gli si sovrappose». I due nomi citati stanno per le due tradizioni di ricerca, quella glottologica e quella storico-linguistica, che da allora su questo oggetto proteiforme si sono esercitate, evidenziandone da un lato le specificità strutturali rispetto alla lingua nazionale, dall'altro la particolarità sociolinguistica nel panorama italiano, particolarità che consiste proprio nell'aver instaurato col volgare sovraregionale una precocissima osmosi.""""" -
Cinque sensi e altri racconti
"'Nei tempi sempre più congestionati che ci attendono, il bisogno di letteratura dovrà puntare sulla massima concentazione della poesia e del pensiero' (Italo Calvino, 'Rapidità'). Non mancano le metafore per definire il mestiere dello scrittore: per Scott Fitzgerald, scrivere bene è come respirare sott'acqua e trattenere il fiato; Cortázar, invece, immagina l'autore di racconti come un boxeur che, alla fine di un breve match, sorprende il lettore con un KO laddove il romanziere lo sconfiggerebbe solo ai punti. Di recente, nel commentare il famoso saggio di Walter Benjamin, 'Il narratore. Considerazioni sull'opera di Nikolaj Leskov', Alessandro Baricco ha suggerito l'analogia con la figura dell'alpinista. Dopo aver scalato con 'fatica, emozione e perfino commozione' la montagna-Benjamin, affrontando le difficoltà di respirare l'aria rarefatta della vetta, Baricco si ritiene finalmente in grado di condividere con i suoi lettori quell'esperienza quasi mistica, per 'provare a capire dove si è stati'""""." -
Il romanzo di Folco Fitz Waryn (Fouke Fitz Waryn)
Il romanzo di Fouke le Fitz Waryn che oggi si conserva è versione in prosa, databile al 1320 c., di un testo in versi risalente al 1260-70. Scritto in Inghilterra, probabilmente nei luoghi stessi in cui l'azione si svolge, il territorio inglese ai confini con il Galles, il romanzo è redazione in parte storicamente valevole, in parte leggendaria, delle vicende della famiglia dei nobili discendenti del cavaliere francese Garyn de Metz, tutti, di padre in figlio, di nome Fouke' (Folco). La parte maggiore del testo, e più rispondente ai dettami del genere romanzesco, è dedicata a Fouke III, che si vede strappare il feudo ereditario da re Giovanni Senza Terra ed è costretto a un lungo esilio e a una lotta senza tregua, non priva tuttavia dell'impiego di mezzi dettati dall'arte dell'inganno e della beffa. -
Themis e dike in Omero. Ai primordi del diritto dei Greci
"È condivisibile, alla luce delle testimonianze dell'epica arcaica, la tesi secondo cui il diritto in senso oggettivo, anche con riguardo all'esperienza greca, si configura inizialmente come un 'judge made law', ossia come un diritto che emerge in sede di processo quale risoluzione particolare del caso concreto e si assesta, tendendo alla generalità e all'astrattezza, solo attraverso una costante stratificazione nel tempo delle pronunce giudiziali? È documentalmente fondata, inoltre, la convinzione secondo cui, anche nel panorama ellenico, l'idea di 'azione' precede logicamante e cronologicamente quella di 'situazione soggettiva sostanziale', ciò assurgendo altresì a giustificazione - in termini di continuità storica - dell'assertita preponderanza, nelle impostazioni nomiche e logigrafiche ateniesi, della cosidetta prospettiva processuale?""""" -
Canzoniere. Poesie d'amore, d'amico e di scherno
"Pero Garcia Burgalés, trovatore galego-portoghese originario di Burgos (1230-1270 ca.), è autore di 53 cantigas, suddivise nei tre generi canonici del sistema lirico peninsulare. Raffinato cantore dell'amor fino nella sua versione più manierata nelle cantigas de amor, beffardo e sferzante nelle poesie d'ispirazione satirica e nelle due tenzoni, il Burgalés incarna alla perfezione i connotati più riconoscibili della scuola trobadorica dell'occidente iberico. Pero Garcia è poeta che non rinuncia alla sperimentazione tecnica - fino a costruire architetture formali degne di un vero magister tropatorum (assimilabile, perché no, al rhétoriqueur per eccellenza della lirica trobadorica, Giraut de Bornelh) - ma che, allo stesso tempo, sa introdurre innovazioni di un certo peso nell'esausto tessuto retorico della cantiga de amor. Il segreto d'amore violato e diffratto nelle enigmatiche figure femminili Joana, Sancha e Maria, il timore verso i maldicenti, l'esaltazione della follia come antidoto alla morte d'amore, il costante dialogo con la figura divina che si trasforma in un vero vituperium in occasione della morte della senhor: immagini e suggestioni che si susseguono.""""" -
«La penna che non si spezza» Emilio Salgari a cent'anni dalla morte. Convegno internazionale di studi (Torino, 11-13 maggio 2011)
"'Vi saluto spezzando la penna': con questa frase Emilio Salgari scelse di congedarsi dai suoi editori prima del suicidio. I contributi qui raccolti prendono le mosse proprio dalla negazione di questa affranta espressione di solitudine intellettuale: a distanza di cento anni si può affermare che la penna di Salgari non si sia spezzata ma conservi anzi il fascino e la freschezza che ne avevano sancito la fortuna.""""" -
Gli indiani d'America e l'Italia. Vol. 4
"Questo volume, come i precedenti, raccoglie i contributi di studiosi di letteratura, antropologia e storia sul tema dei contatti transatlantici tra Italia e Americhe indigene, con l'ampliamento a due studiosi di musica ed arte. La ricerca che negli anni ha visto un gruppo coeso delle Università di Torino e Genova allargato ad altre università italiane ed internazionali, si arricchisce inoltre della voce di una critica d'arte apache. I saggi non solo rivisitano questioni cruciali che ha dibattuto la cultura italiana nel contatto con l'Altro, ma propongono anche inedite prospettive native sull'Italia, offrendo un interessante rovesciamento dello sguardo sull'Altro""""." -
Gli italiani siamo noi. Guerra, Repubblica sociale e Resistenza in Provincia di Lucca (1940-1945)
"Questo volume, alla sua seconda edizione riveduta e aggiornata, è frutto di una lunga e meticolosa ricerca archivistica e documentaria, e cerca di fornire un contributo alla ricostruzione storica di una delle pagine più controverse e importanti del nostro Paese, analizzando le vicende politiche, istituzionali, militari, economiche e sociali di una provincia che negli anni 1940-1945 si trovò a convivere piuttosto duramente con la guerra. Fuori dai tradizionali schematismi e luoghi comuni, la ricerca vuole così indagare attentamente le radici sulle quali si fonda l'attuale società civile e politica italiana.«La sera del 19 aprile 1945, un ufficiale americano, assumendo informazioni sui movimenti nemici, domandò a un anziano abitante di Castelnuovo Garfagnana, appena sceso dai monti sovrastanti nel paese completamente distrutto, se vi fossero stati ancora dei nuclei tedeschi nelle vicinanze. 'Né tedeschi né italiani', rispose l'interpellato. E poi, riprendendosi subito: 'Né tedeschi né fascisti repubblicani, gli italiani siamo noi'""""." -
Vita e morte avventurose di Renart la volpe
"'Se me lo permettete, / vi esporrò senza menzogna / la vita di Renart la volpe, / che di tanti inganni è l'autore, / e che tanti uomini ha imbrogliato, / sia con l'astuzia sia con la forza: / non vi è nessuno che egli non riesca a ingannare.' Così lo scrittore medievale presenta il suo eroe in uno dei racconti compresi in questa antologia, che prosegue su altri rami il tronco del primo """"Romanzo di Renart la volpe"""" pubblicato in questa collana; di Renart sono qui riprodotte quattro avventure, le branches 24, 12, 7 e 17 secondo la numerazione classica, dalla venuta al mondo, una parodia della Genesi biblica, alla morte burlesca e triplicata, perciò fasulla, come si conviene a un eroe trasgressivo quale il nostro. E la trasgressione connota questi racconti più di altri, perché qui si fa il verso alla religione, ai suoi riti, ai suoi istituti e generi di discorso: la messa, le confessioni, i funerali; ma il bersaglio sono anche i religiosi ipocriti e i monaci bianchi e neri la cui condotta è raffigurata satiricamente da Renart. Il tema del mondo alla rovescia, il linguaggio spesso volutamente osceno, la costante affermazione di un personaggio, la volpe, (...)""""." -
Eustazio di Tessalonica, commentari all'Odissea. Glossario dei termini grammaticali
"Nel XII secolo il dottissimo Eustazio di Tessalonica redige due monumentali commentari all'Iliade e all'Odissea, che rappresentano un punto di riferimento imprescindibile per le ricerche sulla ricezione del testo omerico in età bizantina, senza peraltro esaurire in questo la loro funzione. Essi permettono infatti un'indagine a proposito della tradizione retorica e letteraria precedente, rivelandosi preziosi per lo studio delle fonti antiche, di cui il dotto arcivescovo fa uso esteso e costante. Tuttavia, mentre la lettura dei Commentari all'Iliade può basarsi sulla fondamentale edizione di M. van der Valk (1971-1987), la fruibilità del commento all'Odissea è assai meno sicura: nell'ormai datata edizione Stallbaum (1825-1826), priva di qualsiasi apparato testuale e di commento, si riscontrano varie imprecisioni.""""" -
Gli Etruschi erano turchi. Dalla scoperta delle affinità genetiche alle conferme linguistiche e culturali
"Il presente volume parte dalla recente ricerca genetica, che ha definitivamente dimostrato l'affinità genetica degli Etruschi con i Turchi anatolici, e mira a dimostrare come anche la linguistica e la storia culturale rafforzino e confermino tale affinità. Fonetica, morfologia e lessico delle due lingue mostrano infatti numerose e notevoli corrispondenze, e ancora più numerose e significative sono le corrispondenze culturali: nel mito delle origini da una lupa, nella religione, nella pittura e ritrattistica, nell'architettura, nell'oreficeria e gioielleria, nell'equitazione, nella lotta, nella musica, nella danza, nel banchetto rituale, nell'abbigliamento."""""