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Il museo dell'innocenza. La narrativa di Edoardo Calandra
L'autrice attraversa la poliedrica personalità di Edoardo Calandra (1852-1911), pittore, illustratore di libri, archeologo, drammaturgo e scrittore, sullo sfondo del vivace clima culturale e politico che si apre con l'Unità d'Italia e si conclude nel 1911. Nell'attraversare l'intera produzione narrativa dello scrittore, dà conto dei rapporti che istituisce con l'ambiente artistico italiano ""fin de siècle"""", con la cultura subalpina e con quella francese, e dà ampio spazio alla geografia letteraria, perché lo scrittore-archeologo coltiva, quasi religiosamente, il culto del """"vecchio Piemonte"""" e può essere considerato l'iniziatore del mitico vagheggiamento di questa regione, che avrà illustri continuatori in Gozzano, Pavese e Soldati."" -
Maestri della linguistica italiana
"Si propongono sette saggi di carattere storico-teorico (e filologico) apparsi tra il 2008 e il 2017, dedicati a maestri della linguistica italiana: G. Nencioni, B. Migliorini, G. Devoto, G. Piccitto, A. Manzoni, G.I. Ascoli. Nel cap. I si evidenzia la concezione linguistica di G. Nencioni riguardo all'oggetto e ai metodi della glottologia presente in un manuale universitario del 1944-45, con il suo credo epistemologico alla luce dei suoi successivi contributi; si offre un florilegio di sue citazioni memorabili (Appendice) e si illustra (cap. II) il suo essere linguista 'puro' (cioè non-purista), dinanzi al problema degli angli(ci)smi. Nel cap. III si analizza la posizione de L'Accademia della Crusca (1949-2015) dinanzi ai 'doni stranieri', espressa dai suoi presidenti: B. Migliorini, G. Devoto, G. Nencioni, F. Sabatini, N. Maraschio, C. Marazzini, definibile come 'neo-purista' perché gli stranierismi sono accolti in base a un duplice criterio logicistico (alla Tappolet) e funzional-strutturale (Migliorini), distinguendo gli stranierismi della lingua comune (meno giustificati) da quelli dei linguaggi settoriali e scientifici (più favorevolmente accolti).""""" -
Sguardi su dante da oriente (2016). Vol. 9: Sguardi su dante da oriente.
"Circa trent'anni fa nel 1991 usciva la prima versione italiana de 'Il libro della Scala', tratta da una versione latina medievale di un perduto originale arabo. Si trattava di un testo sul 'mi'r?j' o ascensione celeste di Maometto ben noto almeno dagli anni '20, essendo stato discusso in un'opera pionieristica di 'Miguel Asín Palacios' dall'eloquente titolo 'La escatologia musulmana en la Divina Comedia' uscita nel 1919. Quarant'anni più tardi nel 1949 uscivano quasi contemporaneamente due notevoli studi di Enrico Cerulli e José Muñoz Sendino che ne riprendevano e ne discutevano - giungendo a opposte conclusioni - gli assunti fondamentali. Carlo Ossola nel 1994 avrebbe curato la prima traduzione italiana della ricerca dell'Asín Palacios ponendo termine all'incredibile ritardo del mondo accademico italiano nel prendere atto della 'svolta' che l'Asín aveva impresso a questo tipo di ricerche. A prescindere infatti dalla bontà delle sue assai controverse conclusioni, che divisero il mondo accademico italiano e europeo, l'opera dell'Asín Palacios segna davvero una svolta negli studi dantistici.""""" -
Vita sancti Auxentii (BHG 199, V-VI)
Nell'ambito del dossier agiografico aussenziano, la Vita BHG 199, edita qui criticamente, occupa una posizione di particolare rilievo: è, infatti, il documento biografico più antico e più ampio in nostro possesso sull'eremita che diede il nome all'altura della Bitinia, su cui visse per qualche tempo. Scritta tra la fine del V e gli inizi del VI sec. sulla base di informazioni orali, che il redattore afferma di aver ricevuto da un discepolo del santo originario della Misia, l'opera narra in maniera precisa ed accurata ogni fatto, non tralasciando neppure le critiche rivolte dai contemporanei al comportamento di Aussenzio, spesso indocile nei confronti delle autorità civili ed ecclesiastiche, e promotore di un movimento monastico libero, dedito al canto corale ed aperto anche alle donne. -
Contrastività e traduzione. La morfologia valutativa in italiano e tedesco. Ediz. italiana e tedesca
Lo studio offre un'analisi in chiave contrastiva e traduttiva della morfologia valutativa in italiano e in tedesco. L'ampio tema dell'alterazione è qui limitato alla disamina dell'alterazione accrescitiva e peggiorativa. Si tratta di una tematica particolarmente interessante perché in grado di mettere in luce divergenze e convergenze tra italiano e tedesco nell'espressione delle emozioni. Le indagini di diversa impostazione apparse negli ultimi venti anni dimostrano che per cogliere la complessità semantica e pragmatica degli alterati nell'uso è necessario un approccio multiplanare, in grado di osservare il fenomeno nella sua stratificazione in termini di struttura e di uso. Per tale motivo l'analisi delle caratteristiche formali è validata da attestazioni tratte da fonti diversificate (manuali, dizionari cartacei e risorse lessicografiche digitali, corpora di testi scritti, attestazioni orali, traduzioni), in modo da evidenziare i fattori pragmatici, interazionali e testuali che determinano l'attualizzazione di uno specifico tratto semantico dell'alterato. -
Gli epigrammi dei «minori» del «ciclo» di Agazia. Ediz. greca e italiana
"Nell'ambito del dossier agiografico aussenziano, la Vita BHG 199, edita qui criticamente per la prima volta, occupa una posizione di particolare rilievo: è, infatti, il documento biografico più antico e più ampio in nostro possesso sull'eremita che diede il nome all'altura della Bitinia, su cui visse per qualche tempo. Scritta tra la fine del V e gli inizi del VI sec. sulla base di informazioni orali, che il redattore afferma di aver ricevuto da un discepolo del santo originario della Misia, l'opera narra in maniera precisa ed accurata ogni fatto, non tralasciando neppure le critiche rivolte dai contemporanei al comportamento di Aussenzio, spesso indocile nei confronti delle autorità civili ed ecclesiastiche, e promotore di un movimento monastico libero, dedito al canto corale ed aperto anche alle donne.'" -
Piccolo vocabolario italiano-alessandrino-Pcit vucabulàri italiân-lisandrén
I dialetti sono la testimonianza del nostro passato e rivelano l'impronta delle radici culturali e sociali di un popolo; dimenticandoli si andrebbe incontro irrimediabilmente a un impoverimento culturale. Solamente con un dialogo costante tra generazioni si può salvaguardare questa importante eredità. Giovanni B. Fossati, appassionato cultore delle tradizioni alessandrine, ci accompagna alla riscoperta dell'Alessandria più autentica con il suo dialetto, vera ricchezza per la città. Il vernacolo, come afferma l'autore, è un elemento intimo e identitario; perciò va tramandato nella sua forma originale, senza contaminazioni, per non perderne l'essenza. Giovanni B. Fossati, per completare lo studio e la ricerca sulle parole del dialetto alessandrino, ci presenta questo Vocabolario italiano-alessandrino, per ricordare quella parlata così espressiva e genuina, ""...quel linguaggio che ci faceva sentire tutti fratelli..."""". Dedicato a tutti gli alessandrini. Un ringraziamento per le immagini allo studio d'arte www.besenval.it (indirizzo del sito su Google Chrome)."" -
«L'immagine di me voglio che sia». Guido Gozzano cento anni dopo. Atti del Convegno
Il volume contiene gli Atti del Convegno internazionale organizzato a Torino dal Centro Studi ""Guido Gozzano-Cesare Pavese"""" in occasione del centenario della morte di Guido Gozzano. Molte le linee nuove di ricerca emerse, destinate a produrre risultati fino ad oggi insospettabili e dei quali si sono già avute importanti anticipazioni. Il logo è stato creato dall'artista Ugo Nespolo per tutti gli eventi del centenario realizzati dal suddetto Centro Studi."" -
«Questo strano lunghissimo viaggio». Cristina Campo tra dialogo epistolare e bellezza liturgica. Ediz. critica
"Una scrittrice remotissima, pur se novecentesca, si trova al centro di questo volume, nel suo «umbratile filtrato viaggio nell'esistenza», secondo le parole di Ceronetti. È Cristina Campo. Dagli splendidi paesaggi, nelle Lettere a Mita, alla volontà di riscatto epistolare dalla solitudine, dalle fiabe delle Mille e una notte ai Vangeli, nella cornice elegante e sapiente degli Imperdonabili, si coglie la tensione alla perfezione, come velata dalla sprezzatura. Il destino, una delle parole tema nella scrittura di Cristina, rappresenta il nesso tra il disegno del favoloso orientale, il «tappeto» e la Bibbia, attraverso la mediazione liturgica, riscoperta più che scoperta da Cristina, insieme alla fede delle origini. Ma lo stesso motivo riaffiora in un altissimo esperimento di lettura, o forse di riscrittura, dei Promessi Sposi, in cui soltanto alcuni personaggi appaiono a due a due, nella polarità di «erme a due facce». Ed è infine l'universo ieratico della ritualità bizantina a nutrire la lirica religiosa di Cristina, su cui si chiude il volume. La scrittrice aderisce alla vocazione liturgica che, nella nostra poesia sacra, devota o mistica, (...)""""." -
«Dirò de l'altre cose ch'io v'ho scorte». Pound lettore di Dante. Ediz. critica
È un paradosso soltanto apparente che uno dei grandi autori del Modernismo quale Ezra Pound abbia fatto risuonare e rivivere nei suoi versi la voce dei poeti del passato, tra cui in particolare Dante, e vada perciò annoverato anche tra i massimi esponenti del Medievalismo. Appassionato studente di letteratura medievale, Pound ne è stato per qualche tempo anche insegnante, ma soprattutto ha continuato ad amarla per tutta la vita, professandola con le parole del poeta, secondo la vocazione di un genio e di un magistero artistico capace di rendere nuova la tradizione dei cosiddetti ""secoli bui"""" e di (...)."" -
Quintus Horatius Flaccus, in nòster amìs. Dieci più dieci ludici esperimenti di traduzione dal latino in dialetto monferrino e in dialetto mandrogno (con qualche aggiunta extraterritoriale)
"Ma quali possono essere i rischi connessi con il passare al dialetto (nelle due varianti monferrina e 'mandrogna') venendo addirittura dal latino? Ludica quanto si vuole, ma non sarà un'operazione troppo spericolata e velleitaria? Sia consentito rispondere che la saggezza oraziana, pur nutrita da presupposti etici filosoficamente elaborati (specialmente quelli stoico-epicurei e peripatetici), è per certi aspetti alquanto vicina al buon senso comune (o, come si dice, alla riserva sapienziale) della società contadina che nei nostri dialetti si è espressa: il che, permettendoci di accreditare consonanze extralinguistiche, ci fa sentire il venosino un po' anche come monferrino e come mandrogno, sì da conferire un senso un po' più profondo, o meno superficiale, alla nostra operazione.""""" -
Lai du trot, Lai de l'espervier. Testi e tradizioni narrative. Ediz. critica
"I due Lais (canti) qui editi e tradotti, il Lai du Trot e il Lai de l'Espervier, appartengono alla più feconda stagione di composizione di questo genere letterario della letteratura medievale d'oïl, quella che intercorre tra la fine del XII secolo e l'inizio del XIII, quando, sul modello dei Lais di Maria di Francia, un alto numero di questi racconti venne redatto nelle zone della Francia settentrionale (specie in zona piccarda) e forse dell'Inghilterra meridionale governata dai Normanni (e dunque di lingua francese). A fronte della maggior parte di questi, Trot e Espervier si distinguono per il ricorso a un particolare tipo di tradizione culturale-letteraria. Se infatti la gran parte dei Lais rifonde solo di rado narrazioni """"dotte"""" (per lo più provenienti dalle Metamorfosi ovidiane, Lai de Narcisus et Dané, Lai de Pyramus et Tisbé, Lai d'Orphey), (...)""""." -
Cincinnato e la gens Quinzia: genesi di un paradigma
Lucio Quinzio Cincinnato è uno dei più noti paradigmi di vir Romanus della prima età repubblicana, chiamato a rivestire la dittatura per salvare le sorti di Roma mentre è intento a coltivare personalmente il suo modesto campicello. Il volume ricostruisce i possibili aspetti storici della sua vicenda e i processi storiografici ed ideologici attraverso cui la cultura romana lo ha trasformato in un personaggio paradigmatico della storia di Roma. Nell'ottica di tale ricostruzione si inserisce anche lo studio complessivo della gens a cui Cincinnato appartiene, la Quinzia, le cui vicende storiche hanno in parte contribuito alla formazione di alcuni degli aspetti paradigmatici del personaggio. -
Storia del Tibet. Monarchia e impero nel VI-XI secolo. Ediz. italiana e tibetana
"Negli ultimi trent'anni gli studi tibetologici hanno visto la pubblicazione di un numero crescente di testi tibetani di varie epoche. Anche in ambienti culturalmente qualificati l'atteggiamento nei confronti del Tibet ha tuttavia spesso privilegiato gli aspetti magico-religiosi di quel mondo rispetto ai suoi caratteri economici, sociali e storico-politici e troppo spesso la storia del Tibet è stata per questa via ridotta alla storia del Buddhismo tibetano. È parso perciò utile apportare un piccolo contributo agli studi storici sul Tibet prescindendo dalle suggestioni sopra evocate. La storia del Tibet è in realtà assai più complessa di quella descritta dai testi canonici ed è opportuno riconoscere la mitologizzazione insita nella produzione storiografica uscita dai monasteri. Volendo contribuire a una meno parziale storia del Tibet è parso opportuno dedicare il saggio iniziale al periodo dell'Impero Tibetano, prima della conversione buddhista del Paese, documentando l'attuale estensione dell'informazione disponibile e proponendo qualche modesto tentativo di sintesi e qualche prudente formulazione di opportune riflessioni critiche.""""" -
Commentare un testo poetico. Strumenti, metodi, forme
"Corredare di un apparato esegetico un testo letterario, di qualsiasi genere ed epoca, è un'operazione tutt'altro che scontata: i meccanismi esplicativi e interpretativi che entrano in gioco sono estremamente complessi e diversificati. Di fondamentale importanza nella tradizione critica italiana, il commento trova posto sia nelle pubblicazioni erudite, sia nella divulgazione a più ampia diffusione, sia nelle antologie scolastiche, svolgendo a vari livelli il suo ruolo di intermediario volto a colmare una più o meno marcata distanza cronologica e culturale fra testo e lettore. La stessa istituzione di un canone è strettamente connessa alla pratica esegetica: il commento costituisce una forma significativa di riconoscimento del valore di un testo, che tende ad avere effetti anche a lungo termine. Il volume propone uno studio del tipo testuale 'commento', inteso come forma ormai canonica in cui interagiscono due componenti fondamentali, che si articolano intorno a un testo letterario assumendo funzioni esplicative e di approfondimento: il cappello introduttivo, che offre del testo una panoramica complessiva, unitaria, e le note...""""" -
Il tempo e i luoghi della poesia. Riflessioni sulla traduzione di testi in lingua inglese. Ediz italiana e inglese
"Il tempo e i luoghi della poesia"""" si propone come raccolta di pensieri sugli aspetti filologici, linguistici e culturali della traduzione di scritti poetici e come selezione di riflessioni su esperienze traduttive offerte non come modello o guida per altri lavori di traduzione, ma come stimolo per nuovi ragionamenti. Frutto di un comune interesse degli autori per il testo poetico in ragione della sua qualità estetica, ma anche e soprattutto della sua rilevanza culturale, la miscellanea presenta una scelta di contributi in grado di rispecchiare, almeno parzialmente, la multiforme natura dei componimenti poetici in lingua inglese, il ventaglio di fasi storiche e varietà che ne contraddistingue la lingua, la densità delle stratificazioni culturali e la complessità dei relativi problemi di decodificazione che implicano la messa in gioco di molteplici competenze da parte del traduttore-mediatore. Muovendosi nel tempo e nello spazio, la raccolta posa uno sguardo sul passato e uno sul presente, con un orizzonte di prossimità e uno di grande lontananza. Dall'Inghilterra dell'undicesimo secolo alla realtà odierna dell'isola caraibica di Saint Lucia." -
A banchetto con gli eroi. La mobilia in avorio dalla Casa Quadrata a Nisa Partica
Il libro nasce dal progetto di ricerca finanziato dalla Shelby White & Leon Levy Foundation nel 2012, volto alla pubblicazione di un gruppo di avori di epoca partica, rinvenuti nel corso degli scavi sovietici nella Casa Quadrata di Nisa Vecchia (attuale Turkmenistan). Con questo studio si conclude il riesame sistematico a cui la Missione Archeologica Italiana ha sottoposto i principali gruppi di reperti portati alla luce in quell'edificio. Viene qui presentata la pubblicazione puntuale del lotto di avori: parti di sedie, troni, letti e forse altre suppellettili, di dimensioni che variano dai 5 ai 70 cm di lunghezza, lavorati prevalentemente al tornio, quasi del tutto privi di decorazioni figurate. Si tratta di materiali noti alla comunità scientifica da oltre 60 anni, mai adeguatamente pubblicati escluso un unico breve articolo in lingua russa datato al 1969. -
«Belle e savie». Virtù e tragedia nel primo Settecento
"La rinascita della tragedia nel primo Settecento ruota attorno alla parola chiave 'virtù'. Questo libro individua nelle iniziative di riforma di Gianvincenzo Gravina e Ludovico Antonio Muratori lo snodo da cui il dialogo tra virtù e tragedia è ripristinato sistematicamente, all'insegna di una rigenerazione etica del teatro e della società. Indagando la trattatistica, i paratesti e gli esiti drammaturgici del connubio virtù-tragedia in autori come Gravina, Annibale Marchese, Metastasio, Apostolo Zeno, Goldoni e Alfonso Varano, il libro propone alcuni modelli di virtù nel teatro settecentesco e il loro rapporto con la tradizione. Dalla virtù degli eroi omerici a quella degli eroi tragici, dall'importanza degli exempla virtutis fino alle implicazioni con il contesto storico di inizio Settecento, queste pagine evidenziano l'affermarsi della tragedia come genere di institutio e la sua piena appartenenza all'ambito della letteratura morale.""""" -
Forme della virtù. La rinascita poetica da Gravina a Varano
All'inizio del Settecento le proposte di riforma poetica in Italia ruotano attorno alla parola chiave ""virtù"""". Segnalando Gravina e Muratori come i due capisaldi di questa rinnovata attenzione, il libro indaga le funzioni della virtù nell'ambito della trattatistica e della poesia in rapporto alle istituzioni cortigiane e accademiche. Da Roma a Napoli, dalla Toscana alla Repubblica di Venezia, il percorso sulle forme della virtù ha messo in luce due macromodelli, l'uno più iniziatico, al cui interno la virtù è appannaggio di pochi; l'altro che si apre a una dimensione pubblica, non dimenticando l'etica cristiana. Prendendo in esame le riflessioni e le produzioni poetiche di Doria, Vico, Garofalo, Pansuti, Marchese, Metastasio, Maffei, Conti, Varano, senza dimenticare testi e autori coevi poco sondati, il libro propone un'originale lettura del Settecento letterario che si ferma qui alla prima metà del secolo. L'obiettivo è quello di porre in evidenza, attraverso una prospettiva multidisciplinare, i vari volti e forme della virtù, al singolare (Gravina) e al plurale (Muratori), riconducibili a una metamorfosi del Classicismo basata su un forte progetto di rinascita letteraria."" -
Saggi etimologici
Questo volume raccoglie 55 saggi pubblicati da Mario Alinei nell'ultimo decennio, con l'intento di mostrare la coerenza teorica e argomentativa di quella che l'autore definisce ""archeologia etimologica"""". Si tratta di studi che mirano a sostituire la paleontologia linguistica tradizionale sulla base dell'autodatazione lessicale e dell'iconomastica, con lo scopo di inquadrare i risultati della ricerca etimologica in una cornice storico-culturale coerente. Dal libro emerge così un quadro stratigrafico di straordinaria profondità, che evidenzia l'ininterrotta continuità delle nostre lingue con la nostra preistoria più remota.""