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I fondamenti della riflessione di Platone sul linguaggio: il Cratilo
Nel ""Cratilo"""" Platone getta le basi per l'elaborazione di una nuova concezione del linguaggio che sia compatibile con il dettato della sua ontologia e della sua epistemologia. Nel corso della trattazione il tradizionale tema della correttezza del nome si traduce rapidamente in un'indagine sulla possibilità, sulle modalità e sui limiti della relazione fra il nome e la cosa nominata. La particolarissima fisionomia di quest'opera impone l'adozione di una specifica strategia interpretativa: più che in altri dialoghi, infatti, struttura drammatica e struttura argomentativa si corrispondono nel """"Cratilo"""" in modo assai stretto, talché è dato scorgere nelle successive fasi dello scambio dialogico gli scenari concettuali che lo sviluppo argomentativo via via disegna. Al fine di ricostruire la ratio dell'articolazione dell'opera e di decodificare il significato delle sue diverse parti nel quadro dell'argomentazione filosofica, l'analisi muove dall'ultima sezione del dialogo, ove si incontrano le formulazioni teoriche più significative e più trasparenti nelle loro implicazioni, per risalire all'ampia e cruciale sezione etimologica, e approdare all'iniziale impostazione del dibattito."" -
Vite al bando. Storie di cingari nella terraferma veneta alla fine del Cinquecento
Le vite al bando, di cui, attraverso fonti processuali, si ricostruiscono alcuni momenti, sono quelle dei membri di una delle tante compagnie di zingari che vive, nei decenni a cavallo tra XVI e XVII secolo, nell'area padana. Vite di uomini e donne alle prese con l'ordine di espulsione, banditi ma ciò nonostante inseriti in contesti sociali e relazionali che, pur segnati da una diffusa ostilità, svelano una realtà quotidiana diversa da quella descritta dalle retoriche criminali, dagli stereotipi e dagli immaginari che proprio nel corso del XVI secolo vengono 'stabiliti' e fissati in forme che resteranno valide per i secoli a venire. Le storie degli zingari narrate permettono quindi di indagare il significato profondo della condizione di bando, il suo essere strumento principe di un potere che si afferma ordinando lo spazio geografico in interno ed esterno e definendo le condizioni umane e politiche come ""fedeli"""" o pericolose. Un bando smentito dalla presenza cingara consolidata e a suo modo radicata - che ci interroga, ancora, sui limiti e sul senso delle relazioni tra """"minoranze culturali"""" e società maggioritarie e sui processi di costruzione degli immaginari identitari."" -
Gustav Landauer. A bibliography (1889-2009)
Gustav Landauer, intellettuale ebreo-tedesco attivo nel movimento socialista e anarchico tra Ottocento e Novecento, quindi Ministro della cultura durante la Repubblica dei consigli di Baviera (1919), è oggi al centro di un rinnovato interesse. In Germania sono in corso di pubblicazione alcuni volumi di Scritti scelti, mentre in Francia, negli Stati Uniti e in Gran Bretagna vengono tradotte o riproposte non solo le opere principali (La rivoluzione, 1907, e Appello al socialismo, 1911), ma molti altri saggi e articoli giornalistici sugli aspetti più significativi della cultura letteraria, filosofica, religiosa, e ancora sull'arte e la musica. Una produzione vastissima, di cui mancava una Bibliografia definitiva. Il presente volume punta a colmare questa lacuna. Ne deriva un lavoro del tutto nuovo, con una rigorosa impostazione sistematica, e fruibile grazie ai diversi indici a disposizione e alle migliaia di riferimenti incrociati, che consentono di individuare le diverse opere nella versione originale, nelle raccolte, nelle ristampe o nelle traduzioni in altre lingue. -
La Germania e Cavour. Diplomazia e storiografia
Questo libro illustra alcuni aspetti del rapporto tra la Prussia/Germania e Cavour, e dell'interesse del mondo intellettuale tedesco per lo statista italiano, tentando di mettere a fuoco due ambiti: il piano della diplomazia, e quello della storiografia. Mentre, di solito, negli studi sulla diplomazia cavouriana Francia e Inghilterra predominano, è sembrato necessario all'Autrice evidenziare il notevole interesse ad un avvicinamento alla Prussia, dimostrato da Cavour a partire dall'armistizio di Villafranca. Dopo la sua morte si diffuse la fama di Cavour come modello ammirato di statista liberale e moderato. Principale prodotto di tale ammirazione fu la monografia che su Cavour scrisse Heinrich von Treitschke (1869). In seguito, pur essendo numerosi gli intellettuali tedeschi che dedicarono studi a Cavour, di fatto, però, nessuno superò lo spessore del saggio di Treitschke. La rinnovata attenzione della storiografia tedesca per il Risorgimento, registrabile a partire dall'inizio degli anni '70 del secolo XX, ha prodotto, nel 2001, una sola sintesi espositiva e divulgativa degli eventi principali della vita e dell'opera politica di Cavour. -
Memorie dall'Italia ferita. Diario 1943-1944
Il diario privato di Vittorio Emanuele Orlando copre il periodo che va dal settembre 1943 al giugno 1944: sono i mesi dell'occupazione tedesca di Roma, durante i quali egli fu costretto alla clandestinità, ospite dell'accoglienza ecclesiastica. A quasi 70 anni dagli avvenimenti, queste pagine rappresentano un ulteriore contributo alla sua ricca biografia e alla ricostruzione di uno dei momenti più bui e complessi della storia del Novecento. Introspezione e cronaca si intrecciano nelle note quotidiane di questo anziano maestro del diritto, che dalla sua 'clausura' attendeva il ritorno della libertà. -
La metamorfosi dei linguaggi nel Settecento
All'inizio di ""Cultura e rivoluzione industriale"""" Williams mette in evidenza come tra la metà e la fine del Settecento sia cambiato il significato di alcune parole chiave: 'industria', 'democrazia', 'arte', 'cultura'. La prima, dal senso precedente di 'abilità', diviene un termine collettivo per significare le istituzioni produttive. La seconda abbandona la sua collocazione letteraria echeggiante l'antica Grecia, per introdursi nel vocabolario politico. 'Arte' cambia di significato, e da abilità professionale diviene una capacità legata alla produzione creativa. 'Cultura', da 'cura dello sviluppo naturale' diviene 'cultura' tout court."" -
La pittura nel Quattrocento nei feudi Caetani
Molteplici personalità artistiche si presentano in queste pagine: il Maestro Caldora attivo a Subiaco, il Maestro dell'Annunziata di Cori, Pietro Coleberti di Priverno, Desiderio da Subiaco, l'inedita figura di magister Petrus, fino a grandi maestranze già note come Giovanni da Gaeta, Antoniazzo Romano e Cristoforo Scacco. La produzione pittorica quattrocentesca nel Lazio meridionale costituisce un caso peculiare di studio finora mai indagato nella sua interezza nonostante l'indiscusso interesse storico-artistico. Dietro alle evenienze pittoriche emerge un tessuto culturale e un patrimonio figurativo con una propria identità, caratterizzata dalla presenza pressoché costante della committenza Caetani. In questa prospettiva il volume assume il ruolo di strumento utile alla conoscenza del territorio, oltre che importante tassello nel quadro degli studi sulla pittura quattrocentesca del centro-Italia. -
L' Italia verso l'unità. Letterati, eroi, patrioti
Il volume, che pubblica i lavori promossi da varie università capitoline per celebrare i 150 anni dell'unità nazionale, si articola in diverse sessioni: l'italia verso l'unità i protagonisti del Risorgimento, i libri/le parole, i luoghi/la musica/le immagini. Vi partecipano esperti di storia, letteratura, arte, musica che ricostruiscono il contesto storico-culturale del periodo preunitario fino al 1861. Il volume si fonda proprio sull'orizzonte di indagine che considera l'unità d'Italia come un processo nato già a fine Settecento, con la presenza dei francesi in Italia. Nota a molti studiosi, questa verità storica non è ancora diventata di dominio pubblico, così come non è compreso sino in fondo il ruolo svolto da letterati, artisti, attori e musicisti. Già da alcuni anni docenti di letteratura italiana, di storia della musica e del teatro hanno aperto un cantiere permanente sull'unità e in particolare sul percorso che portò alla formazione dello stato unitario. Da vari seminari e ricerche è nata così l'esigenza di condividere le riflessioni sulla funzione fondamentale svolta dalle varie arti e dalla letteratura nel processo unitario. -
Chiarezza nella Costituzione
"È un po' successo, agli articoli di questa Costituzione, quello che si dice avvenisse a quel libertino di mezza età, che aveva i capelli grigi ed aveva due amanti, una giovane e una vecchia: la giovane gli strappava i capelli bianchi e la vecchia gli strappava i capelli neri; e lui rimase calvo. Nella Costituzione ci sono purtroppo alcuni articoli che sono rimasti calvi"""". Il 4 marzo 1947, all'Assemblea Costituente, Piero Calamandrei tiene un discorso mirabile: chiarezza nella Costituzione, esortazione volta a volta spiritosa, accorata o solenne a costruire un testo giuridicamente limpido, strumento effettivo di democrazia. Un documento che ci riporta a un altro Calamandrei, non il paladino della piena attuazione della nostra legge fondamentale, ma il giurista di rango, capace di coglierne in statu nascenti tutte le incongruenze e le possibili debolezze future. Una lezione di metodo democratico e di passione civile che non ha perduto niente della sua straordinaria carica ideale." -
Quattro uomini del Risorgimento
"La sollevazione fu pacifica e senza chiasso, tant'è vero che il Savagnoli scrivendo a un amico ebbe a dire: 'alle sei la rivoluzione andò a desinare'"""". """"Nessuna transazione con lo straniero; nessuna separazione: né due Italie, né tre; ma una sola Italia dalle Alpi all'estrema Sicilia"""". Che c'entra mai l'autore di Pinocchio col Risorgimento? Eccome se c'entra! Per coloro - e siamo quasi tutti - che associano il nome di Collodi soltanto al suo capolavoro, quattro ritratti dal vero di Cavour, Farini, Manin e Ricasoli, usciti dalla penna di uno dei nostri scrittori più amati, qui nelle vesti meno note, ma non meno appassionate, di patriota e scrittore civile." -
A perenne memoria. L'epigrafia italiana nell'Ottocento
L'uso commemorativo e celebrativo delle iscrizioni in lingua italiana si è imposto nel corso dell'Ottocento sulla tradizione umanistica delle epigrafi latine. Il secolo borghese ha coltivato l'impiego sociale dell'epigrafia attraverso le lapidi sepolcrali e da un certo momento in poi ne ha indirizzato l'utilizzo in senso politico e patriottico con le scritture esposte nelle città. Che questo modello, proveniente dalla Francia rivoluzionaria e napoleonica, abbia contribuito nel tempo dell'Italia unita alla travagliata costruzione dell'identità nazionale è facile da documentare. Ma prima ancora, negli anni della lotta per la definizione stessa della patria, la dettatura, la raccolta e la pubblicazione di interi volumi di epigrafi italiane, da parte di autori noti e meno noti della nostra letteratura, hanno alimentato e sostenuto il processo risorgimentale in una misura che merita considerazione. -
La poesia ai tempi della «tribulazione». Giovanni Nesi e i savonaroliani
Il libro ricostruisce l'ambiente spirituale, culturale e letterario della Firenze tardo-quattrocentesca, indagando le varie tradizioni poetiche e filosofiche di un'età di conflitti estremi e di imperiture sconfitte (i ""tempi della tribulazione""""). Intorno alla drammatica e superba figura di Girolamo Savonarola, un intero gruppo d'intellettuali e di letterati ragiona, si appassiona, prende parte, lamenta la decadenza, le oppone la propria fede in Dio. In questa temperie culturale germoglia anche la produzione poetica (finora scarsamente edita e studiata) del fiorentino Giovanni Nesi, un autore particolarmente sensibile al vibrante messaggio del frate di Ferrara e testimone privilegiato degli eventi che portarono nel giro di pochi anni alla sua apoteosi e al suo rapido e tragico epilogo. Attraverso l'analisi del suo canzoniere di rime, si tenta inoltre di rispondere in merito ad un altro grande problema di fondo: come questo nodo di identità e di pensiero si incontri e si coniughi con l'eredità della tradizione petrarchesca, che incarna a Firenze, contemporaneamente, lo spirito della cultura cittadina più alta e la sua vocazione egemonica nel campo delle forme e dello stile."" -
Tra acropoli e agorá. Luoghi e figure della città in Platone e Aristotele
Le metafore urbane e i luoghi della città in Platone analizzati con almeno due novità esegetiche. La prima riguarda la metaforica della polis, tanto nel senso di luogo del conflitto politico quanto in quello di spazio urbano. La seconda riguarda l'analisi dell'urbanistica delle Leggi, l'""inizio forte e totale del pensiero utopico""""."" -
La filosofia della storia. Giambattista Vico. Ediz. italiana e spagnola
La complessità e l'affascinante ambiguità del Vico di Juan Donoso Cortés, indiscusso protagonista del pensiero e della cultura spagnola della prima metà dell'Ottocento, hanno costituito i presupposti fondamentali per uno studio tanto traduttologico quanto storico-politico, nonché culturale, del saggio ""Filosofia della storia. Giambattista Vico"""", ed è in questa direzione che si è inteso realizzare il lavoro proposto, al fine di offrire, partendo proprio dalla traduzione del testo, un'accurata analisi del Marchese di Valdegamas e di come egli abbia sollecitato la cultura spagnola sua contemporanea ad una maggiore attenzione verso il filosofo napoletano e i suoi studi sulla filosofia della storia, studi che consentiranno di definire l'importante funzione assolta dalla filosofia quale unica scienza capace di intendere la natura ultima delle cose."" -
La rivista «Commerce» e Marguerite Caetani. Vol. 1: Briefwechsel mit deutschprachigen autoren.
Il volume presenta la corrispondenza inedita tra Marguerite Caetani, mecenate della rivista letteraria francese Commerce (1924-1932), e i redattori per la sezione germanofona di questa, Rainer Maria Rilke, Hugo von Hofmannsthal e Rudolf Kassner. Nel quadro dello scambio epistolare essi discutono con Marguerite Caetani dei testi propri e altrui pubblicati sulla rivista, delle proprie letture (tra gli altri Goethe, William Blake, Saint John Perse, D.H. Lawrence), di problemi di traduzione e del clima culturale europeo dell'epoca. Tra le peculiarità che lo caratterizzano si segnala la varietà delle lingue impiegate: difatti Rilke scrive in francese, Hofmannsthal in francese e in inglese, Kassner usa il tedesco e l'inglese e la Caetani si serve tanto del francese che dell'inglese. Il presente volume accoglie altresì la corrispondenza che Marguerite Caetani intrattenne con Elisabeth Förster-Nietzsche, con l'editore Anton Kippenberg e il conte Harry Kessler, con Herbert Steiner e la redazione della rivista Merkur. -
Sull'origine e i limiti della giustizia
"Allora lessi le storie, e la più antica - antica tanto che il genere umano era in sì tenui primordi, che quattro soli mortali regnavano sulla superficie del globo, Adamo, Eva, Caino, ed Abele. Ma la legge 'di non fare agli altri ciò che non vorremmo che fosse fatto a noi' o non era legge di natura, o è da credere che fosse bambina; perché alle prime pagine vidi, che un fratello trucidò l'altro"""". Nel settembre 1809 Ugo Foscolo tiene davanti agli studenti di legge a Pavia un'orazione che gli varrà la cacciata dall'insegnamento, perché - come scriveva un funzionario dell'epoca - """"non aveva saputo conciliarsi (...) l'opinione de' professori e delle persone di provetto giudizio, attesi i paradossi letterari e morali di cui ha sparso i discorsi da lui recitati in alcune solenni occasioni"""". Si trattava invece di un testo di autentica portata filosofica, da cui emerge una concezione dell'uomo e del progresso civile, che ancora oggi ci colpisce come un piccolo capolavoro della nostra prosa morale." -
I dibattiti di Putney (1647)
I dibattiti che si svolsero nel Consiglio Generale dell'esercito cromwelliano dal 28 ottobre al 1° novembre 1647 a Putney, presso Londra, ci offrono lo spettacolo inconsueto di ufficiali e soldati riuniti in un'assemblea democratica a discutere il futuro destino di tutto il paese. -
Collaborazionismo
Collaborazionismo o, meglio, ""La crisi della sovranità"""", titolo più attinente, secondo l'autore, al contenuto del libro, è nella prima metà del 1922 l'approdo della ricerca e del pensiero di Formentini, i cui sviluppi si possono seguire in scritti che erano comparsi già su """"Rivoluzione liberale"""" (Aderire alla storia?, La crisi ministeriale e la costituzione) e sulla """"rivista di Milano"""" (Le nuove fasi del diritto pubblico dopo la guerra). Il libro merita considerazione anche perché Formentini, dopo essersi misurato negli ultimi mesi dello stesso 1922, con l'incalzante attualità politica (nel lungo articolo Unità e gerarchie sindacali nello Stato fascista, pubblicato in """"Rivoluzione liberale"""" a fine gennaio 1923 e ristampato ad aprile come opuscolo, con una prefazione aggiunta e con il titolo abbreviato in Gerarchie sindacali), cesserà di occuparsi di queste tematiche."" -
La fiaba
La pubblicazione nel 1927 della Fiaba, scritta da Wolfgang Goethe nel 1795 a conclusione delle ""Conversazioni di profughi tedeschi"""", fu la prima traduzione italiana del racconto, ad opera di Emma Sola, collaboratrice del """"Baretti"""" e studiosa del romanticismo tedesco. Il libro faceva parte del progetto avviato da Gobetti di una grande collezione di letteratura europea che contribuisse a superare il provincialismo italiano, secondo i criteri di serietà e di apertura che ispiravano le sue edizioni. Il testo non ha perso nulla del fascino che esercitò sui contemporanei di Goethe. La storia della bella Lilie, del magico serpente verde, del magnifico ponte che unisce le sponde del fiume e del tempio sotterraneo che alla fine emerge alla luce, ha un complesso impianto simbolico e una forte tensione utopistica verso la liberazione, la fratellanza degli uomini e la trasformazione della più grande infelicità nella più grande felicità."" -
Italia laica. La costruzione delle libertà dei moderni
"Italia laica"""" raccoglie i risultati delle ricerche svolte negli ultimi anni sulla filosofia e la cultura italiana di matrice laica, i cui semi essenziali, gettati nel Rinascimento grazie all'opera di grandi pensatori quali Alberti, Machiavelli, Pomponazzi, Bruno, Galileo, furono poi potenziati nel Settecento, dall'Illuminismo. Tema centrale è il formarsi di una 'sapienza civile' italiana, imperniata sul primato del sapere critico e scientifico in tutte le sue forme e su un'etica di carattere rigorosamente intramondano che l'Italia ha consegnato alla cultura e alla civiltà degli europei."