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Dramma e storia. Da Trissino a Pellico
Questo libro sostiene due tre tesi centrali. La prima: il dramma storico non è una conquista dell'Ottocento, perché la rinascita moderna della tragedia avviene nel segno della storia, come nell'antica Grecia o nel teatro elisabettiano. Episodi della storia romana o di quella medievale sono già drammatizzati nel Cinquecento, da Trissino e Rucellai, con funzione esemplare in vista dell'educazione del principe o delle repubbliche (così anche Tasso). Poi la tragedia è investita di compiti riformistici o rivoluzionari nel Settecento. Per questo recupera il passato della 'nazione' che può significare Firenze e i Medici come fa Alfieri non perché segua Machiavelli, da cui, in nome di una storia alternativa, si discosta. Considerata il corrispettivo della stessa nazione, da Foscolo a Mme de Staël a Pellico a Niccolini, la tragedia affianca l'attività clandestina con favole che parlano di patria, prigioni, rivolte. Per questo è sino al 1848 parte attiva del Risorgimento. -
Opere di Giambattista Vico. Vol. 23: Minora. Scritti latini storici e d'occasione.
Questo volume dell'edizione critica vichiana raccoglie opere minori di Vico di spiccata natura storica d'occasione, come il Panegirico a Filippo V (1702), il distico Per il ritorno in Ispagna di don Francesco Benavides (1697), la composizione funebre del 1707 per i funerali di Carlo di Sangro e Giuseppe Capece e quella per la morte di Caterina d'Aragona (1697), l'allocuzione per Carlo di Borbone (1734). Scritti che tradiscono in maniera eloquente la posizione politica di Vico e l'inserimento del suo cattolicesimo all'interno del dibattito sul giurisdizionalismo. Oltre all'analitico commentario ai testi, vengono presentati dal curatore indici delle fonti, dei termini e dei nomi presenti nel volume. -
Opere di Giambattista Vico. Vol. 22: Le gesta di Antonio Carafa.
La Vita del maresciallo Antonio Carafa fu commissionata a Vico dal nipote Adriano Antonio Carafa, che nel 1696, ricevette da Vienna l'archivio privato del maresciallo e lo mise a disposizione del suo antico precettore come supporto biografico. Di questi documenti che Vico utilizzò per la sua opera storiografica, soltanto un volume si conserva ancora presso l'Archivio di Stato napoletano. Ma fonte ancora più preziosa alla quale Vico attinse per i riferimenti alle vicende della storia ungherese è risultato essere ""L'Istoria della Repubblica di Venezia in tempo della Sacra Lega Contra Maometto IV, e tre suoi Successori, Gran Sultani de' Turchi di P. Garzoni"""", pubblicato a Venezia nel 1705 e presente presso la Biblioteca Nazionale di Napoli."" -
Opere di Giambattista Vico. Vol. 122: Le iscrizioni e le composizioni latine.
Il volume raccoglie iscrizioni e versi latini di Vico, raccolti per la prima volta in una veste autonoma. Si tratta prevalentemente di epigrammi e composizioni in occasione di nozze di personaggi illustri, di iscrizioni ed altre composizioni latine, cui è allegato anche l'apparato grafico delle immagini allegoriche originalmente apposte ai testi. -
Opere di Giambattista Vico. Vol. 121: Varia. Il De mente heroica e gli scritti latini minori.
Il volume comprende il ""De mente heroica"""" e gli scritti latini minori ed è parallelo a quello dei """"Minora"""", che comprende gli scritti storici minori e d'occasione. Opera capitale nella storia del pensiero vichiano, il """"De mente heroica"""", e i cinque scritti latini, rivelano alcuni aspetti importanti del filosofo partenopeo. Attraverso di essi si potrà meglio comprendere il Vico uomo, chiuso dalle necessitanti esigenze della vita, talvolta iroso e talvolta dolente, ma sublime ed eroico nella consapevolezza del suo genio e della sua dignità di uomo."" -
Badoglio a Caporetto
Il volumetto del giovanissimo Papafava, uscito nel 1923, offriva una ricostruzione attendibile sulla base della relazione della Commissione d'inchiesta su Caporetto e delle fonti allora disponibili. L'autore metteva in luce la responsabilità degli alti comandi e la confusione nella direzione delle operazioni, con le divergenze tra il Comando Supremo e il comandante della II Armata, per cui non riteneva giusto attribuire a Badoglio, che gli appariva la prima vittima del dualismo tra Cadorna e Capello, la maggiore responsabilità del disastro del 1917. Più in generale, per Papafava andava respinta la versione che imputava Caporetto a uno ""sciopero militare"""" (uno slogan fortunato e diffuso per decenni) e al sabotaggio di socialisti, giolittiani e cattolici."" -
Politica e diritto naturale nel De legibus di Cicerone
Nel De legibus Cicerone presenta il diritto naturale come fondamento di una legislazione che rispecchia, con leggere modifiche, istituzioni, leggi o consuetudini presenti nella Roma repubblicana. Ma il ius naturae resta allora solo una premessa filosofica o incide in qualche modo sulle leges ciceroniane? L'analisi puntuale del trattato intende dimostrare come l'interpretazione offerta da Cicerone a ogni singola norma sia un serio tentativo di ricollegarla ai principi del diritto naturale. In questo modo l'ordinamento giuridico romano viene identificato col ius naturae e assume un valore universale: legittimazione e quasi profezia di quella potenza che si apprestava a unificare l'Europa e il Mondo Mediterraneo sotto un diritto che ancora nel Medio Evo sarà chiamato ratio scripta. Il volume raccoglie i saggi che l'autrice ha pubblicato sul De legibus insieme a un ultimo inedito che dà il titolo alla raccolta. -
Vico. Gesto e poesia
Il pensiero di Vico si mostra come impresa eroica. Che cosa significa scrivere la storia? Quale rapporto si instaura tra la cosa accaduta e la cosa narrata? Dal nesso tra ""il logos che racconta"""" e """"i fatti della storia"""" dipende anche la questione di una logica della storia. Vico riconosce il limite intrinseco del sapere concettuale: l'età della ragione parla un linguaggio troppo preciso per scendere nelle menti balorde e decifrare le robustissime fantasie dei bestioni. L'agire poetico diviene così il gesto originario mediante cui gli universali fantastici raccolgono i rottami del genere umano e li vincolano nel nodo erculeo della civiltà. L'impresa eroica della Scienza nuova risiede nello sforzo di rintracciare un certo senso degli eventi: la storia è quasi un'eccezione rispetto alla selva, che sempre incombe sulle nazioni."" -
Explicatio super officio inquisitionis. Origini e sviluppi della manualistica inquisitoriale tra Due e Trecento
Il volume è dedicato allo studio e all'edizione del più antico manuale inquisitoriale italiano, ""Explicatio super officio inquisitionis"""", scritto da un anonimo francescano ad uso di un giudice della fede di Toscana attorno al 1258. Per una migliore comprensione delle caratteristiche del testo, l'opera è inquadrata storicamente nel panorama complessivo della prima manualistica, fonte 'interna', in quanto riservata ai soli inquisitori. Nati contestualmente al negotium fidei, i manuali rappresentano il veicolo della normativa, permettendo di cogliere un duplice e contrastante fenomeno: se da un lato si dimostrano lo specchio della declinazione della procedura su base locale, restituendo un'immagine complessivamente plurale dell'Inquisizione medievale, dall'altro sono caratterizzati da una forte permeabilità testuale, recependo influssi provenienti da ambiti diversi rispetto a quello di fruizione. Quest'ultima tendenza è confermata da tre inediti formulari italiani, pubblicati in appendice."" -
Inventario della casa di campagna
"In questo libro la patria trova la sua lingua, quella che ispirava a Iris Origo, nella sua lettera di ringraziamento all'autore dell''Inventario', l'idea che 'in certe forme di letteratura, la lingua faccia parte del paesaggio che descrive'. E questa patria non ha nulla della pesantezza di una ideologia: è insieme una terra interiore e un paesaggio, una stessa misura che accarezza le cose e ordina il pensiero"""". (Christophe Carraud)" -
Opere di Giambattista Vico. Vol. 21: La congiura dei principi napoletani 1701.
L'edizione critica del 'De parthenopea coniuratione', composta dal Vico nell'anno 1701 ma non pubblicata in vita, è oggetto di un intervento di restauro e di reinterpretazione dei codici, fondato su criteri filologicamente e rigorosamente prefissati e si discosta dai testi prodotti da Nicolini. Il particolare pregio di tale edizione critica consiste nella motivata scelta di servirsi di entrambe le due differenti stesure vichiane. Per la prima stesura la segnalazione delle varianti è stata compilata su nove codici esistenti, per la seconda redazione la curatrice si è avvalsa dell'unico codice con correzioni autografe conservato presso la Società napoletana di storia patria. -
Al convegno dei cinque
Jemolo: ""Io penso, soprattutto, ai rapporti tra ceti diversi; quello che poteva essere la famiglia borghese di fronte a famiglie operaie, tante piccole, brutte storie che si leggono anche nella narrativa che erano perfettamente vere, oggi non sarebbero assolutamente più pensabili. (...) Anche in materia di violenza; quand'ero bambino a Roma se si vedevano due litigare si aveva subito paura di veder tirar fuori un coltello."""" Zincone: """"O anche la spada, se erano aristocratici..."""" Jemolo: """"Non sono così vecchio da ricordarmi i tempi del Manzoni e di Fra' Cristoforo..."""" Dal 1946 al 1990 il """"Convegno dei Cinque"""" fu un vero e proprio simposio radiofonico, che una volta a settimana chiamava a discutere su temi di interesse generale cinque intellettuali di spicco della cultura italiana. Alla trasmissione partecipò per ben 87 volte (spesso in veste di moderatore) il grande giurista cattolico Arturo Carlo Jemolo, esercitandovi quel gusto per la discussione libera, argomentata e ironica, all'inglese, che, al di sotto dei temi politici del giorno, non ha mai smesso d'essere la vera grande assente del nostro dibattito pubblico."" -
Del pensiero come principio d'economia pubblica
"Orbene, la capanna, il foco, l'arco, il laccio, la rete, sono doni dell'intelligenza. L'apprestarli, l'adoperarli, richiede inoltre una fatica; e questa è da rinnovarsi in perpetuo; ma l'idea inventrice, concepita da un uomo, può valere per tutti e per sempre. L'esempio suo la svela al suo nemico, e di tribù in tribù il beneficio si propaga per le foreste inospite a conforto di tutto il genere umano"""". Non nella natura come i fisiocrati, non nel lavoro come Adam Smith, ma nell'intelligenza Carlo Cattaneo individuava il più riposto fondamento e il vero motore di sviluppo della ricchezza delle nazioni. Pubblicato per la prima volta nel 1861 sul suo """"Politecnico"""", questo saggio breve ma ancora oggi attraversato dal fresco spirito di una prospettiva non convenzionale, pone di fatto, con un secolo e mezzo di anticipo, le basi dell'odierna economia della conoscenza." -
Metafore e luoghi della filosofia. Scritti teorici e storiografici
Vengono qui raccolti alcuni testi di Enrico Nuzzo che, in ragione della loro dispersione in vari periodici o volumi collettanei, sono divenuti di non facile reperibilità. Sono così stati inseriti studi di natura diversa, legati ora da una prevalente mira teorica, ora da una precisa intenzione storiografica, rivolta ad autori differenti, prevalentemente moderni. Vi si ritroveranno alcune delle principali linee del lavoro di Nuzzo: l'intenso interesse rivolto alla 'metaforologia' e ai suoi possibili rapporti con le ragioni dello storicismo più avvertito; l'attento e innovativo corpo a corpo con i testi vichiani; la riflessione critica su temi quali la 'vita civile', la 'sapienza', le variazioni sincroniche e diacroniche nel linguaggio filosofico. Pur nella loro autonoma configurazione, gli studi contribuiscono, così, a delineare la cifra unitaria che caratterizza la riflessione di Nuzzo, in cui la profonda acutezza teorica si coniuga sempre con la ricchezza delle indagini storiografiche e il rigore metodologico. -
Ricerche patristiche (1938-1980). Vol. 2: Agostino di Ippona.
Vengono qui proposte le 'Ricerche patristiche' di Michele Pellegrino, uno fra i maggiori studiosi di letteratura cristiana e storia del cristianesimo. Questo II volume comprende una serie di articoli tutti dedicati al pensiero e all'opera di Agostino di Ippona, uno dei scrittori che Pellegrino ha conosciuto più profondamente e ha maggiormente amato. Disponibili anche il I volume, Cristianesimo antico, e il III volume, Significato del martirio. -
Storia dell'ordine francescano. Problemi e prospettive di metodo
"La ricerca intorno alla storia dell'Ordine francescano, che qui presentiamo, non è da intendersi quale 'Storia dell'Ordine dei Frati Minori', così com'è valutata nell'accezione comune. Siamo del parere infatti che la stesura di un'opera in linea con questa definizione possa attuarsi solo dopo aver tentato di esaminarne i presupposti. Il nostro saggio mira perciò ad offrire un contributo, che induca ad una riflessione e di conseguenza possa accompagnare una discussione intorno a natura, finalità e limiti di una auspicabile 'Storia dell'Ordine Francescano'. In coerenza con tale ragionamento, il nostro impegno è stato condotto dal desiderio di sciogliere un preciso interrogativo 'Come fare storia di un Ordine religioso?'. È su tale quesito che si snoda lo sviluppo della nostra indagine e del nostro studio."""" (dalla Introduzione dell'autore)" -
Una costituzione per il mondo
"Chi pensa che l'uomo è fondamentalmente malvagio e incapace di miglioramento, [...], può onestamente rifiutarsi di meditare su questo Disegno. Ma per tutti gli altri, qualunque sia il loro credo politico e la loro religione, la fede nella civiltà dell'uomo e nella sua perfettibilità deve portarli a prendere sul serio questo problema; esso è uno dei due temi su cui veramente vale la pena di meditare: il tema della pace e quello della morte; i quali poi, a ben vedere, sono in realtà un problema solo"""". Così scriveva Piero Calamandrei nella sua presentazione ai lettori italiani del """"Disegno di Costituzione Mondiale"""". Da allora a oggi i problemi che reclamano una soluzione sovra-statuale non hanno fatto che aumentare per numero e dimensioni: dalla pace internazionale ai flussi finanziari, dalla dislocazione del lavoro alla questione ecologica, è ormai chiaro che il mondo non potrà rinunciare ancora per molto a un'integrazione giuridica e politica del tipo di quella ideata, all'indomani della seconda guerra mondiale, da Giuseppe Antonio Borgese e dai firmatari del gruppo di Chicago." -
Il filo della spada
Che cosa vuol dire essere un capo, esercitare un'autorità, smuovere gli animi? Documento della crisi degli anni '30 e insieme preparazione del suo superamento, storia della guerra e riflessione sulla sua natura, ""Il filo della spada"""" è l'opera di uno sconosciuto ufficiale francese, Charles De Gaulle, che di lì a dieci anni sarebbe diventato uno dei simboli della lotta europea al nazifascismo."" -
Introduzione a Omero
Questa ""Introduzione a Omero"""" vuole essere un agile strumento destinato a tutti coloro che - per studio o per curiosità intellettuale - avvertono il bisogno di una guida alla comprensione dei primi monumenti della nostra civiltà poetico-letteraria: i due grandi poemi attribuiti a Omero, l'Iliade e l'Odissea. L'esposizione illustra in modo sintetico i diversi temi che, nel corso di una ormai ben più che bimillenaria fatica critica, hanno definito i caratteri e la variegata immagine della cosiddetta 'questione omerica': il problema dell'epica greca arcaica prima di 'Omero', quello del contesto storico-archeologico di riferimento, la struttura narrativa, la lingua e lo stile, il mondo degli dei e degli eroi che affollano la rappresentazione poetica, il mistero della persona di Omero, fino agli studi novecenteschi sulla poesia orale improvvisata come contesto di nascita dei poemi omerici."" -
Dicerie sacre
Prova indiscutibile della versatilità creativa e comunicativa del Marino, le 'Dicerie sacre' sono uno delle prose più sontuose del Barocco italiano. Prediche senza funzione liturgica, fondate su un'erudizione inusuale, sostenute da un esibito bagaglio di citazioni patristiche, mostrano l'ambizione di Marino di misurarsi con una scrittura impegnata, anche politicamente, e di sperimentare modalità enciclopediche. La prima diceria, incentrata sulla Sindone, è un vero e proprio trattato sulla pittura; la seconda, sulle sette parole di Cristo in croce, mette in relazione le proporzioni armoniche, il microcosmo, la musica e l'armonia delle sfere; la terza associa la sfera celeste all'Ordine sabaudo dei SS Maurizio e Lazaro. Uscite a Torino nella primavera del 1614, conobbero subito una straordinaria fortuna, per poi essere messe da parte fino all'edizione curata da Giovanni Pozzi del 1960. Vengono ora riproposte con un aggiornato commento e una nuova interpretazione, attenta al contesto in cui furono scritte.