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Zwei mittelniederländische. Texte des «Geistbuchs». Ediz. multilingue
Il ""Geistbuch"""" è un trattato teologico anonimo in volgare composto nella prima metà del XIV secolo, che circolò sia in altotedesco medio che in medio nederlandese. Prendendo spunto dall'ingiunzione di Gesù a Pietro, """"Sequere me"""", """"Seguimi"""" (Gv. 21,19), il testo descrive la via del cristiano verso la perfezione. Questo volume offre l'edizione di due importanti manoscritti (Bruxelles, Koninklijke Bibliotheek, 19.565 e Parigi, Bibliothèque de l'Arsenal, 8205) che tramandano la versione nederlandese dell'opera. Un saggio prefatorio di Maarten J. F. M. Hoenen e di Loris Sturlese, insieme alla introduzione dell'editore Wybren Scheepsma, collocano i due testi nel loro orizzonte culturale, storico e filologico, che è quello delle discussioni teologiche intorno ad un tema caro alla pietà in volgare al tempo di Meister Eckhart e della sua condanna: il tema della perfezione della vita spirituale."" -
Storie intrecciate. Cristiani, ebrei e musulmani tra scritture, oggetti e narrazioni (Mediterraneo, secc. XVI-XIX)
In questo volume vengono presentati saggi di autori diversi che intendono presentare le forme della presenza delle minoranze ebraiche e islamiche a Roma e nello Stato della Chiesa in età moderna a partire dalla raccolte di oggetti preziosi e curiosi. Attraverso l'esame delle produzioni artistiche minori con rappresentazioni del nemico turco e della schiavitù, l'analisi della pubblicistica in arabo stampata a Roma, le raccolte di arte ebraica e musulmana... gli autori presentano una riflessione a tutto campo sia sulla propaganda religiosa sia sulla conoscenza di culture diverse che permette di ridiscutere (da un punto di vista così particolare) le occasioni di confronto tra cristiani, ebrei e musulmani tra Cinquecento e Ottocento. -
Il Gierusalemme
Composto da un poeta giovanissimo, ""Il Gierusalemme"""" rappresenta il primo tentativo effettuato da Torquato Tasso sul terreno dell'epica. A dispetto dunque della sua incompiutezza, e delle stesse dimensioni contenute (appena 116 ottave), """"Il Gierusalemme"""" è testo di straordinario interesse: vi si possono cogliere le radici dell'apprendistato poetico del Tasso all'ombra del padre Bernardo, il primo emergere di versi che sarebbero sopravvissuti anche nella più matura composizione della Gerusalemme liberata, come anche scelte di poetica (il rapporto con la storia e l'adesione al modello dell'epica classica) poi rivelatesi decisive per la proposta di un moderno poema epico. Il testo viene offerto in edizione critica e provvista di commento per le cure di Guido Baldassarri, che nell'introduzione riflette anche in maniera organica sulla complessa questione filologica della Gerusalemme Liberata."" -
A proporre bellezza e umanità. I colophon di Alessandro Scansani
Questo libro ripercorre, in forma di colophon, la storia di un catalogo e di un editore. Il percorso che qui si offre è la testimonianza del progetto e del lavoro editoriale svolto per 23 anni da Alessandro Scansani, intellettuale e poeta, editore profondamente dedito ai contenuti e al loro ruolo, alla salvezza delle parole, al senso di una vita all'insegna dei libri e della scrittura, convinto che la cultura e l'editoria debbano, gobettianamente, far emergere un significato etico e civile, attraversando e creando relazioni, percorrendo dialoghi tra lingue e culture, ponendo domande, progettando risposte. La sintesi perfetta della visione editoriale di Scansani e di quanto l'editoria ""gli prendesse il cuore"""" si trova nei colophon che scriveva per ciascuno dei libri pubblicati dalla casa editrice Diabasis, da lui fondata nel 1988 e diretta fino al 2011. Quasi un catalogo in versi, tra i quali le curatrici hanno selezionato 123 testi che racchiudono l'essenza del progetto culturale che l'editore ha tracciato e reso visibile attraverso i """"suoi"""" autori e libri."" -
Stato e nazione. L'anomalia italiana
Il libro affronta un rilevante problema della storia moderna e contemporanea italiana, quello della difficile convivenza e ancor più difficile integrazione tra una forte identità culturale e una debole identità statale. L'esame del tema viene affrontato in una duplice interagente dimensione, quella tematica e quella geografica. Quest'ultima concerne lo storico 'dualismo' tra Nord e Sud del Paese. La prima viene individuata nelle diverse configurazioni date alla questione da storici, letterati, filosofi (da Cuoco a De Sanctis, da Villari a Bertrando Spaventa, da Settembrini a Silvio Spaventa, ecc., tenendo ben presente gli esiti novecenteschi in Croce e Gentile). Non manca un capitolo su cattolici e liberali nel momento della trasformazione dello Stato, dopo la conseguita unità politica, il cui 'valore' viene esaminato nella prima parte. Consapevole e preoccupato della straordinaria trasformazione subita dal problema nell'età repubblicana (che sembra indebolire anche la tradizionalmente forte identità culturale), il libro vede in questa storica 'anomalia', prodotta anche dal pluralismo culturale e dal pluricentrismo politico della nostra storia, un elemento non necessariamente di debolezza della vita italiana. -
I problemi del giorno: il liberismo
I problemi del giorno: il liberismo dell'industriale piemontese Edoardo Giretti (1864-1940) uscì nel settembre del 1926. L'autore fu tra i collaboratori della ""Rivoluzione Liberale"""" e si impegnò, insieme a Luigi Einaudi, contro il carattere interventista e protezionista della politica economica e commerciale italiana. Il libro si ispirava al liberismo """"classico"""" di Smith e Ricardo ed era un atto di fede in quei principi economici la cui attuazione, con il consolidarsi dell'assetto dirigistico e autoritario dello stato fascista, appariva sempre più lontana."" -
Ritratti nel tempo. Interviste 1934-1974
Il volume raccoglie le interviste a stampa rilasciate da Aldo Palazzeschi nel corso della sua feconda attività letteraria: 107 sono i pezzi rinvenuti, apparsi lungo l'arco di un quarantennio su riviste e quotidiani di diversa natura e per la prima volta riuniti in un'unica sede, al fine di illustrarne l'interna articolazione e la rilevanza nell'apporto di nuovi elementi al quadro dei contemporanei studi palazzeschiani. Riunendo le pagine a lungo rimaste disperse su libri e periodici si ottiene un autoritratto dello scrittore fiorentino da comporre alla maniera di un mosaico: nelle interviste scorrono osservazioni, riflessioni e immagini di una vita; memorie pubbliche e private fittamente intrecciate con la persistenza di uno stile che, nonostante il passare del tempo, appare sempre inconfondibile. Le interviste palazzeschiane consentono infatti di scavare nelle pieghe della personalità, del temperamento e della poetica dello scrittore, di illuminarne la figura da angolazioni diverse, costituendosi quale particolarissima integrazione alla straordinaria voce che anima le pagine dei suoi libri. -
Filosofia civile e crisi della ragione. Croce filosofo europeo
Gli autori di questo volume si propongono di riconsiderare lo storicismo crociano come una filosofia pienamente europea, caratterizzata da una profonda vocazione «civile» e da una intima dimensione esistenziale. Accanto ai più consueti e tradizionali modi di leggere e studiare 'Croce filosofo' si è dato spazio a ricerche di confine: la filologia, la linguistica, l'iconologia, la diplomazia culturale, la storia economica, la storia politica, la storia editoriale, la storia delle religioni e la psicanalisi, al fine di restituire la vivacità e la pluralità di interessi che negli ultimi anni ha ripreso a ruotare at-torno all'eredità e all'opera del filosofo napoletano in Italia e fuori d'Italia. -
Cattolicesimo, modernità, europeismo in Lodovico Montini
Personaggio spesso accostato con interesse anche nel secondo dopoguerra per la sua parentela con il Sostituto alla Segreteria di Stato vaticana, il bresciano Lodovico Montini, per la sua stretta familiarità con i protagonisti di una stagione cruciale per la Chiesa e la società italiana, si rivela in queste pagine anzitutto un 'testimone d'eccezione' di quel lungo percorso intellettuale e religioso compiuto in seno al movimento cattolico italiano dal fratello minore don Battista, il futuro papa Paolo VI, col quale condivise il gusto per un confronto con il mondo contemporaneo libero da antiche condanne. Nei delicati incarichi ricoperti - l'Azione cattolica prima, le istituzioni democratiche poi - applicò con estrema originalità allo stesso progetto europeista propugnato da Alcide De Gasperi all'inizio degli anni Cinquanta molte delle intuizioni maturate decenni prima in terra bresciana insieme al fratello minore. -
Festina lente. Il tempo della scrittura nella letteratura del Cinquecento
Un'indagine su quanto la nozione di temporalità abbia influenzato nel Cinquecento la letteratura e i modi di scrittura rappresenta uno snodo del tutto originale nel panorama storico-critico. Da angoli di osservazione diversi e con metodologie differenti i saggi che compongono questo volume prendono avvio da un quesito fondamentale: quanto lo sviluppo della stampa nel corso del Cinquecento abbia influito sul tempo che gli scrittori dedicarono alla realizzazione delle loro opere. Il volume mette in luce come accanto alle modalità classicistiche di confezione del testo, si facciano strada pratiche scrittorie che optano per tempi veloci di esecuzione. Il concetto di 'prestezza' si affianca a quello classicistico della 'lentezza', e l'interesse per la contemporaneità finisce col prevalere sul culto umanistico del passato. -
Vita amplissimi patris Ioannis Melini. Testo latino a fronte
L'edizione presenta il testo della prima biografia umanistica dedicata alla figura di un cardinale, Giovanni Battista Millini (Roma 1405-1478), figlio di Sabba e di Perna Ponziani. Bartolomeo Platina fa emergere il personaggio dalla storia familiare e cittadina risalendo alle vicende del libero Comune trecentesco per arrivare a quel passaggio della storia quattrocentesca di Roma che vede il trasferimento delle prerogative municipali entro l'orbita del potere curiale, quando la strategia difensiva delle famiglie romane produce cambiamenti nella tipologia stessa delle attività economiche. La biografia è scritta, letta e postillata nell'accademia di Pomponio Leto e del Platina, dove un'élite intellettuale privilegiata dal mecenatismo non rinunciava ad imprimere sul recupero della classicità declinazioni politiche e posizioni di denuncia della corruzione negli apparati istituzionali. Era un'idea di sintesi fra umanesimo e visione cristiana destinata ad arretrare nei conflitti del secolo successivo. -
Parco dei divertimenti. Scritti sparsi 1906-1974
La presente edizione raccoglie un cospicuo e importante settore della prolifica produzione palazzeschiana finora rimasto sommerso: gli scritti non passati in raccolte d'autore, la produzione giornalistica e pubblicistica mai riunita in volumi da lui controllati. Si tratta di 116 scritti di varia lunghezza e di varia natura, registro e stile, compresi, in Appendice, interventi che constano solo di alcune righe. La raccolta è frutto di lunghe ricerche che hanno recuperato pezzi non facilmente reperibili, spesso non segnalati nelle bibliografie e non conservati nella biblioteca dello scrittore. La natura occasionale di questi scritti, in cui la voce dell'autore non è mediata da nessun personaggio o finzione narrativa, ci restituisce dunque le parole di un Palazzeschi minore ma non per questo poco importante o significativo, ci mostra la sua dimensione più quotidiana e intima e nello stesso tempo i pensieri e i giudizi dell'uomo inserito e coinvolto nelle vicende del proprio tempo. -
Ricerche di storia sociale e religiosa. Vol. 83
Fondata nel 1972 da Gabriele De Rosa la rivista si è da sempre contraddistinta per l'approccio pluridisciplinare e la comparazione fra diversi contesti sociali, in una prospettiva d'indagine all'epoca del tutto inedita. -
«Metti in versi la vita». La figura e l'opera di Giovanni Giudici
In tutto il corso della sua esistenza Giovanni Giudici (1924-2011) ha affiancato all'attività poetica e di traduttore l'impegno civile, soprattutto nella lotta antifascista; la formazione cattolica e il lavoro nell'industria, sono i perni sui quali si fonda il suo interesse per la vita pubblica; pertanto, l'intreccio di letteratura e politica può essere considerata la cifra distintiva della sua poesia. Vincitore di numerosi premi letterari, il suo incontro con importanti intellettuali della sua generazione - da Adriano Olivetti a Franco Fortini, da Eugenio Montale a Elio Vittorini - e le feconde collaborazioni con i giornali e le riviste dell'epoca, ne fanno uno dei protagonisti del nostro '900. In questo volume, tra i più importanti lettori di Giovanni Giudici si confrontano sui più differenti aspetti dei versi, delle traduzioni, delle letture, delle annotazioni diaristiche e della corrispondenza di questo poeta, la cui opera merita sicuramente d'essere approfondita. -
Pasquin, Lord of Satire, and his disciples in 16th-century struggles for religious and political reform-Pasquino, signore della satira, e la lotta dei suoi discepoli
Il volume ripropone gli atti del Colloquio internazionale organizzato da Chrysa Damianaki e Angelo Romano presso il Warburg Institute di Londra il 14-15 febbraio 2013. I contributi pubblicati, che spaziano dalla storia alla letteratura, dalla tipografia alla storia dell'arte e della lingua italiana, sottolineano la necessità della pubblicazione dei testi dei letterati italiani della Riforma, la cui lettura è indispensabile alla corretta interpretazione del loro pensiero. Il Colloquio ha preso le mosse dalla pubblicazione del primo tomo dei Pasquillorum tomi duo di Celio Secondo Curione (a cura di Damiano Mevoli, Manziana, Vecchiarelli, 2013) per affrontare problematiche di carattere storico-religioso e storico-artistico, linguistico-letterario e bibliografico, ripercorrendo la fortuna europea della satira, anonima e non, in massima parte latina, riconducibile alla statua di Parione. Una statua che per l'occasione abbandona le rive del Tevere per essere pilotata da Curione verso i procellosi lidi della Riforma. -
Omero
"Omero"""" di Maria Marchesini (1896-1933), carissima amica di Ada e di Piero Gobetti, sembra quasi scritto di getto, sull'onda di una lettura partecipata e commossa dell'""""Iliade"""", in una volontà di condividere immediatamente e spontaneamente pensieri e impressioni senza la mediazione di riferimenti eruditi. L'autrice sottolinea il grande respiro unitario del poema, identificato in una visione ciclica della giustizia basata su un """"fondamento etico religioso"""", dove gli eroi omerici diventano simboli umani universali e senza tempo. Il libro fu trascurato dagli studiosi, ma, recensendo un'edizione postuma degli studi della Marchesini (""""Omero"""", """"l'Iliade e l'Odissea: due saggi critici"""", Bari, Laterza, 1934), Gaetano De Sanctis invitava a non cercarvi """"l'ardua problematica che travaglia noi vecchi critici di Omero"""" e lo indicava ai giovani per """"la freschezza delle impressioni che la lettura di Omero desta in uno spirito dotato di rara sensibilità artistica e squisita finezza di gusto""""." -
Matteotti
"Giacomo Matteotti vide nascere nel Polesine il movimento fascista come schiavismo agrario, come cortigianeria servile degli spostati verso chi li pagava; come medioevale crudeltà e torbido oscurantismo verso qualunque sforzo dei lavoratori volti a raggiungere la propria dignità e libertà. C'erano in Matteotti, ancor più alla radice, una fondamentale incompatibilità etica e una antitesi istintiva con Mussolini e il fascismo"""". Quanti di noi sanno oggi chi fu veramente Giacomo Matteotti, la sua personalità, la sua azione politica, il suo modo effettivo e peculiare di propugnare la causa del socialismo, prima di diventare il primo grande martire del fascismo? Dietro questa immagine ormai oleografica, ecco un ritratto composto da Piero Gobetti a ridosso dei fatti, che ha l'asciutta solennità di una """"Vita"""" di Plutarco e nel quale noi oggi, a distanza di novant'anni esatti, non possiamo non scorgere la terribile forza di premonizione nei confronti del suo stesso giovanissimo autore, anche lui perseguitato e colpito dalla violenza fascista. Postfazione di Marco Scavino." -
Dopo Caporetto-Vittorio Veneto
"Se volessi esprimermi paradossalmente, direi che Caporetto è stata una vittoria, e Vittorio Veneto una sconfitta per l'Italia. Senza paradossi si può dire che Caporetto ci ha fatto bene e Vittorio Veneto del male; che Caporetto ci ha innalzati e Vittorio Veneto ci ha abbassati, perché ci si fa grandi resistendo ad una sventura ed espiando le proprie colpe, e si diventa invece piccoli gonfiandosi con le menzogne e facendo risorgere i cattivi istinti per il fatto di vincere"""". Nello sviluppo di questa tesi paradossale è da ricercare il significato dei due reportages su Caporetto e Vittorio Veneto del capitano del Regio Esercito Giuseppe Prezzolini. Concepiti, scritti e pubblicati immediatamente dopo le due battaglie, nello spirito anticonformista della """"Voce"""", essi intesero essere, nell'esser racconto di guerra, guerra essi stessi alla retorica nazionale." -
Il tempo del Messia e altri racconti. Ediz. italiana e yiddish
Una donna osserva piena di ammirazione il marito che prega, salvo improvvisamente esplodere in un'incontenibile collera per l'incapacità di lui di provvedere a lei e al loro bambino. Un gatto fanaticamente religioso uccide tre uccellini ammantando i suoi atti di altrettante, sofistiche giustificazioni. Un pupazzo d'argilla viene animato da un rabbino per difendere la comunità ebraica di Praga e ora giace inerte nella soffitta della sinagoga, perché nessuno ricorda più la formula per risvegliarlo. Schegge che rimandano alla vita delle comunità ebraiche dell'Europa orientale di fine '800, alla loro povertà materiale e alla loro religiosità tenace e bizzarra. E dietro questi brevi, scarni apologhi, ora esplicita, ora dissimulata in un simbolo, la condizione della donna in quella cultura. Questo mondo - un mondo che non esiste più, ma la cui eco ha la capacità misteriosa di sollecitare in noi le corde più arcaiche del sogno e della paura - è il mondo di Itskhok Leybush Peretz. -
Scritti. Biblioteche, codici, epigrafi. Vol. 2
La collezione degli scritti di Augusto Campana (Scritti. I.Ricerche medievali e umanistiche; Scritti. II. Biblioteche, codici, epigrafi; Scritti. III. Storia, civiltà, erudizione romagnola) rappresenta praticamente l'intera opera scritta dello studioso. È difficile assegnare i singoli scritti di Campana a singoli ambiti disciplinari. Egli stesso amò definirsi, scherzosamente, «uno studioso indisciplinato», intendendo con ciò alludere alla molteplicità di interessi e competenze tecniche che concorrevano a formare la sua singolare figura di storico della cultura: l'unica definizione che Campana stesso giudicava convenirgli. Di conseguenza, non v'è scritto di Campana nel quale si possa ravvisare come esclusiva - e, in molti casi, nemmeno come prevalente - la pertinenza ad un solo ambito disciplinare fra quelli curricolari nell'insegnamento universitario, poiché ogni suo scritto, secondo le necessità della ricerca, postula le competenze tecniche e i fondamenti metodologici di molte discipline: paleografia, epigrafia, storia delle biblioteche, topografia antica, filologia testuale, per non citare che le più frequenti.