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Liriche sospese
"L'invenzione poetica, in questa raccolta di componimenti, è il tempo della fretta, ossia il tempo dell'ansia e della passione che preme, ed è indicato simbolicamente dall'unico e insistente avverbio """"presto"""", riferito allo slancio che deve prendere e al successo che deve ottenere subito questa poesia""""" -
Il sogno di Bruno
"(...) E dunque di tante emozioni ci arricchisce quest'opera ricordandoci come la poesia abbia questa straordinaria caratteristica: di essere una sorta di """"assoluto presente"""", in quanto, come il teatro o la danza, essa è performativa e vibra insieme a noi nel momento in cui la leggiamo e fino a che risuona nell'aria la sua parola. E i versi di Nicola Maggiarra vibrano e ci fanno intensamente vibrare."""" (Cristiana Vettori)" -
Sirio e il pomodoro d'oro
La storia di Sirio, dai lunghi capelli simili a fili d'oro e dagli occhi azzurri come pietre preziose incastonate, e del suo strano compagno di giochi, un pomodoro di latta. Un incontro che segnerà una svolta nella vita della protagonista, oppressa dall'amore soffocante delle sorelle maggiori, generando altri felici incontri: il grande albero parlante, saggio e premuroso, e il Principe Turchino... Età di lettura: da 4 anni. -
Uomini di creta. I diari di un soldato novarese nella grande guerra
"'Uomini di creta', che porta come sottotitolo esplicativo 'I diari di un soldato novarese nella grande guerra', è insieme un libro testimoniale e uno studio critico-testuale di grande fascinazione e di sicura intelligenza. L'autore, Giancarlo Romiti, partendo dai documenti presenti nell'Archivio Ligure della Scrittura Popolare dell'Università di Genova, ha rintracciato altri materiali di un contadino-soldato impegnato come infermiere e barelliere nella prima guerra mondiale sul fronte del Carso. Si tratta di Bartolomeo Baccalaro, classe 1894, di Fara Novarese, che in cinque taccuini (due dei quali scoperti dall'autore) e in un gruppo di lettere testimonia la propria avventura umana tra il 1915 e il 1919, riconfermando quanto in quella drammatica evenienza sia stata indispensabile, anche per persone con grado di istruzione minimo, la necessità della scrittura intesa - insieme - come strumento testimoniale e riflessivo e come mezzo - l'unico forse - per opporre un minimo ma importante diaframma all'atrocità della guerra, a quel sentimento condiviso di precarietà ingigantito ed estremizzato dagli eventi, dal quotidiano spettacolo della morte e della distruzione."""" (Giancarlo Quiriconi)" -
De perfectione
Fino ad ora credevo di vivere nel mondo degli uomini, nel mondo delle case e delle cose, della scuola e della storia, della pace e della guerra, del reale e della finzione. Pensa questo del mondo il professor Alighieri, ma ancora non sa che sta per attenderlo il suo vero viaggio verso gli Inferi, questa volta non condotto dal barbuto Caronte, ma dalla sua illimitata curiosità e da uno sfrenato coraggio di non saper fare a meno della verità. D'altronde, il suo unico coraggio. La collisione con una realtà acerba ed agghiacciante, così irreale e contemporaneamente tangibile, costruita su un trinomio portato alla sublimazione: ambizione, violenza e terrore sono le parole d'ordine in vista della perfezione. Da una parte un'illogica lotta contro la natura, dall'altra una morbosa battaglia contro il passato, la solitudine e una malattia che avanza imperterrita. Una guerra contro le apparenze e le certezze. In fondo al buio puzzle della sua vita, il tassello mancante della verità: una verità clandestina, criminale, che sta dietro e davanti all'uomo. Verità devastanti nel mondo in cui vige, occulto, un quanto mai radicato stato di natura. Un mondo di attori chiamati uomini. -
Teatro di ombre
"Le storie si incentrano spesso su figure femminili vissute nell'ombra e dimenticate dalla Storia ufficiale: un omaggio alle donne che costruiscono la quotidianità senza averne riconoscimenti o elogi. (...) La Scrittrice invita a una riflessione sulla natura umana e sulla necessità di prendere coscienza degli aspetti più intimi, proprio quelli che con maggiore difficoltà riescono a svelarsi compiutamente."""" (Cristiana Vettori)" -
Racconti. Tre storie rompicapi
I tre racconti che Lidia Garro raccoglie in questa silloge appartengono al genere poliziesco: tre storie complicate, veri e propri ""rompicapi"""", che il commissario Jules Martin riesce a risolvere grazie al suo acume e alla sua tenace ricerca della verità. Martin ha una personalità ben delineata nei tre racconti: è un uomo semplice, perfino dimesso si direbbe, a giudicare dalle sue abitudini di vita e dalla sua modestia, un commissario di polizia puntiglioso, che non tralascia nessun particolare e sa anche sfruttare nel migliore dei modi le abilità dei colleghi, guidandoli con tatto e senso di responsabilità perché alla fine la """"mente"""" delle indagini è proprio lui. (...)"" -
Preziose presenze
"Poesia che gioca tutto il suo fascino immediato e passionale nell'elusione quotidiana e biografica della realtà figurativa delle cose vane del tempo, il tempo crudele che tutto distrugge e incalza verso la fine, e predilige costruirsi, con rara perizia di """"parole"""" senza risonanza, la propria immagine di solitudine, staccata dal mondo del presente e involta nel disegno generazionale e mitico della vita, nella sua """"preziosità"""", calcolata, come una """"presenza"""" imperitura, amorosa e vitale e notturna, solo dall'immaginazione, oltre il tempo della vana luce diurna e dell'età."""" (Neuro Bonifazi)" -
Il canto delle cicale
"...Tutto il libro grida voglia di famiglia, desiderio di tenerezza vera, ansia di non essere capiti. Non a caso la famiglia è tedesca, immagine di sicurezza che non lascia spazio a elucubrazioni tipiche del sud. Di amore, quello cantato e descritto da quasi tutti gli autori, qui non se ne parla se non mascherandolo tra un'amicizia, molto vicina alla definizione lesbica, il rapporto con un amante che la imbottisce di pillole antifecondative e poi& il nulla..."""" (Marco Caputi)" -
Sogni ed altro
"Dunque, in quanti modi è legittimo leggere 'Sogni ed altro?' Non credo vi siano davvero dei limiti, e tantomeno i limiti dettati dal supponente rigore classificatorio di certe arbitrarie valutazioni di appartenenza circa i generi letterari. Il libro muove il suo scintillamento nella costellazione delle polivalenze. Si apre alla gettata affabulatoria (lo avrebbe certamente molto amato Borges); a quella metaforica, spesso con lievi venature apologetiche e tuttavia mai sentenziosamente affetto da sindrome gnostica o incline a equivoci climi enunciativi di carattere escatologico; la pulsione della simbologia, presente e inevitabile quanto originale, non è mai fine a se stessa e si fonde con una fluenza di morbida naturalità al voluto presupposto onirico; il sogno (...) mostra alla lettura il suo lato esperienziale, e di conseguenza non si sottrae a una stimolante, doppia vulnerabilità, ossia si offre senza remore all'analisi intima e al contempo sollecita e ramifica la disamina culturale delle nozioni generate dall'inconscio. (...)"""" (Rodolfo Tommasi)" -
Ciliegie e zafferano
"È magia allo stato puro quella che Milena riesce a trasmettere con le parole. Rigirando tra le mani il suo manoscritto e sfogliandone le pagine mi sono ritrovato immerso in una storia di altri tempi, ho potuto assaporarne il magnetismo, l'irresistibile attrazione che d'incanto ho avvertito, tra le pieghe di una vicenda che si dipana srotolandosi pian piano, come la pellicola di un film. 'Ciliegie e zafferano' è un romanzo tenero e passionale, intriso di suspense, dolcezza e crudeltà, che alterna un ritmo dirompente a tinte forti a parentesi delicate, colorate ad acquerello, graffiante quanto basta e al tempo stesso tenue e malinconico. Un'opera condita di quegli straordinari ingredienti che ne rendono speciale la lettura. La narrazione si apre alla gioia di vivere, all'amore, agli occhi sensuali e ingenui della protagonista, fragile creatura dall'animo intriso da incolmabile amarezza."""" (Roberto Sarra)" -
L' archetipo della caninità
Nell'opera letteraria di Roberto Vittorio Di Pietro, traslato artistico quanto mai aderente ad una sua particolare visione del mondo e dell'uomo che vi abita, assume indubbio rilievo metaforico-simbolico la ricorrente figura del cane'. Certo innumerevoli sono stati gli scrittori notoriamente dediti ad un rapporto privilegiato con questo animale (e Di Pietro, spaziando da Victor Hugo a D'Annunzio e parecchi altri, ne riprende volentieri il pensiero citandolo strumentalmente in epigrafe); e però, nella poesia di Di Pietro, ciò che riesce a conferire alla caninità' un valore centrale pressoché archetipico è una davvero inusitata, singolarissima facoltà di immedesimazione psicologica da parte dell'autore con l'animale stimato: una straordinaria forma di empatia destinata a sfociare nientemeno che nella vertiginosa certezza di un reciproco scambio di connotati' anche sul piano fisico. -
Isola fui e resto
"Una forte personalità, decisa a menar persino le mani (ossia propensa a una pratica azione politica e a un deciso intervento contro 'criminali, forestieri, invasori e masnadieri'), dà risalto alla sua autentica coscienza morale, oltre che a una passionalità sincera e profonda, esprimendo variamente ogni aspetto del genere letterario della satira. E in primo luogo la solitudine, una solitudine orgogliosa e amara, polemica e pessimistica, cioè la posizione di distacco, l'isolamento doloroso, l'isola di cui giustamente si vanta, e il mostrarsi offeso dalle 'turpitudini' del contesto nazionale ed europeo e persino 'globale', da cui prende le distanze, e quindi la sua preoccupata riflessione sui mali dell'intera società umana. E poi l'ironia, e la proclamata ed esaltata sua indipendenza da ogni imitazione o influenza altrui."""" (Neuro Bonifazi)" -
Isole
"Originale e accattivante l'idea di un romanzo che si sviluppa a più voci: la stessa situazione, quasi fosse la visione di un film, viene presentata sotto diversi punti di vista. Tante isole, appunto, costellate ora di speranza ora di dolore, pervase da un senso dell'attesa che accompagnerà il lettore lungo un suggestivo percorso emozionale."""" (Rossella Montemurro)" -
Nove voci per un'antologia
L'antologia che presentiamo si compone di testi di vari autori e autrici che, pur avendo già ricevuto riconoscimenti e apprezzamenti in ambito critico e di pubblico, hanno aderito a un'opera collettiva come testimonianza di un comune interesse per la scrittura e con il proposito di divulgare ulteriormente la propria opera. Si tratta di una selezione di testi di poesia, prosa, drammaturgia, che insieme formano una silloge composita e complessa in cui ogni autore o autrice può meglio individuarsi nel confronto con gli altri, e offrire a chi legge un profilo della propria personalità artistica. -
Insoliti Personaggi. Ruggero Marcantoni e Ancora
"Il gusto del rapido tratteggio (quel gusto bozzettistico molto toscano, quasi di ascendenza fuciniana), tipico in pregresse e bellissime pagine dell'autrice, in questi racconti, pur non snaturandosi nella diversa cifra stilistica, sembra dilagare in più vasti e implicativi spazi di narrazione: tutto, qui, assume il respiro ampio della sapienza contemplativa affabulata dalla memoria, tutto partecipa delle dimensioni sotterranee del pensiero mentre si fa parola; e la parola stessa, ben vigile nel mantenere tesa e viva la forza penetrante della descrizione, sembra farsi magico involucro evocativo per quelle figure di caldo fervore umano chiamate a significare la mitologia di un tempo e di una storia, di una realtà e di un ambiente. Racconti scanditi dai ritmi di un teatro interiore in cui pure l'elemento nostalgico si stempera nella serena ricchezza dello spirito comunicativo, costituiscono forse il più alto capitolo della produzione letteraria di Lara Pasquini."""" (Rodolfo Tommasi)" -
Il seminatore
"Chi crede ancora nella funzione educativa della scuola, chi ha a cuore le sue sorti e intende prendersene cura - nel ricordo di quell'I care che ci ha insegnato Don Lorenzo Milani - non avrà difficoltà ad amare questo libro che nasce da una lunga esperienza vissuta dall'autore, dapprima come insegnante e poi come dirigente scolastico. (...) Il libro passa in rassegna le più importanti problematiche che la scuola incontra nel farsi comunità educante: la fragilità caratteriale di alcuni insegnanti, la difficoltà a lavorare in équipe, le problematiche relative alla valutazione degli studenti e all'aggiornamento dei docenti, gli ostacoli che si frappongono alla necessità di allargare gli orizzonti del 'chiuso mondo scolastico' verso il 'grand'angolo della vita'."""" (Cristiana Vettori)" -
Vocativi in eco
"Al lettore di poesia auguro di imbattersi più spesso di quanto non gli accada in versi caratterizzati da una sobrietà densa e intelligente come questi di Fulvio Segato. Se non ho scorso troppo superficialmente la sua nuova raccolta, mi sembra di poter constatare che il passato, la memoria con nostalgie e rimpianti, non vi trova uno spazio privilegiato (anche se ero giovane abbastanza ci soccorre con una serie di 'informazioni' utili). C'è qualche avvisaglia di futuro, ma di norma i testi rispondono a un presente che, per natura drammatico e fuggevole, va percepito e trascritto in ogni suo motivo. Nulla di enfatico, a dar tinte eccessive a queste liriche, eppure quell'io che comincia dichiarando di avere 'molte schegge di vetro /fra le dita, sulle braccia, / fin sul collo e altro ancora' avrebbe ben potuto debordare, sulla scia di un così insolito attacco. E invece - per passaggi tra descrittivi e metaforici - lo sguardo va al cielo, al mare, al bosco, all'arcobaleno, per tornare, in un clima sospeso, al sé, 'cuore vitreo' e 'anima di cristallo'."""" (Silvio Ramat)" -
Il biennio rosso 1919-1920
"Nives Banin, con il suo saggio sul Biennio Rosso, ha intrapreso una scelta coraggiosa. Di quanto infatti si sia scritto sulla storia italiana del 900, pochissimi testi si occupano puntualmente ed esclusivamente dell'argomento. Gli anni compresi tra il 1919 e il 1921 vengono infatti interpretati come una testa di ponte tra la storia politica italiana indissolubilmente legata al parlamentarismo liberale a quella dominata dalla dittatura mussoliniana. Questo evento storico viene dunque trattato perché esso si dimostra funzionale per sviluppare i tempi ben più interessanti dell'avvento del fascismo.""""" -
Tatuaggi
"Di un poeta che si dedica anche alla pittura non interessano, di solito, - e sarebbe invece giusto il contrario, da un punto di vista critico - il complesso rapporto tra le due diverse attività e le loro comuni ragioni o implicazioni. Questa rinunzia crediamo che sia causata dalla difficoltà di una operazione, che dovrebbe assimilare o indicare come equivalenti quelle caratteristiche specifiche e proprie di ciascuna differente attività artistica. Tuttavia, in certi casi particolari, sono tali l'impegno e la ricerca di una totale visione delle cose e della natura, da parte di un artista-scrittore - come nel caso della nostra Franca Moraglio Giugurta - e così intensa è la sua capacità inventiva, in unione con una profonda riflessione, che la scrittura poetica ne risulta come amplificata e capace di rinviare, almeno indirettamente e metaforicamente o per analogia, anche se non esplicitamente, alle forme differenti della pittura e alle sue implicazioni profonde, come alle radici uniche e comuni di una sua generale 'imitazione' del mondo e della natura."""" (Neuro Bonifazi)"