Sfoglia il Catalogo feltrinelli021
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 8741-8760 di 10000 Articoli:
-
Il racconto dell'Anticristo
Solov'ev raffigura l'Anticristo come un personaggio affascinante che riuscirà a influenzare e a condizionare un po' tutti. Il racconto è ricco di notazioni psicologiche, merita particolare attenzione il monologo dell'Anticristo, che evidenzia tutto l'itinerario percorso per diventare tale; così anche la presentazione dell'aspetto esteriore dei personaggi. A tre è affidato il riconoscimento dell'Anticristo e la lotta contro di lui, agendo nel racconto come co-protagonosti: il cardinale Simone Barionini che aveva assunto il nome di Pietro II; lo stareta Giovanni e l'eruditissimo teologo tedesco, professor Ernst Pauli. Tre nobili personaggi, ciascuno rappresentante di una confessione religiosa. Saranno dunque le Chiese storiche a salvarci dall'Anticristo, oppure questo compito spetterà a pochi uomini illuminati? -
Dalla nigredo alla conquista dell'albero della vita. Qabbalà e alchimia. Sefer Bet
Dopo aver introdotto il lettore, con il Sèfer Alef, alla Qabbalà e all'Alchimia, con il Sèfer Bet entriamo nel dettaglio della prima fase alchemica, la Nigredo, e specifichiamo meglio l'Albero Sefirotico, o Albero della Vita, così come la tradizione, cabalistica ebraica ed ermetica, lo ha fatto arrivare fino a noi. La Qabbalà è una scienza molto complessa ma si deve apprezzare il fatto che essa è al tempo stesso, razionale e nascosta, sperimentale e deduttiva, intima e descrittiva, applicata e naturale. -
Diario di un eletto Cohen
La definì la sua 'prima scuola' e mai ne prese criticamente le distanze. Tant'è che il sistema dell'Ordine degli Eletti Cohen di Martinez de Pasqually rimase sempre costante nel suo pensiero, anche dopo l'incontro con i libri di Jacob Bohme. Al punto da immaginare un matrimonio tra le due esperienze. Il Diario di un Eletto Cohen ci dà l'esatta misura del primo Louis-Claude de Saint-Martin, ancora alle prese con un'attività speculativa e teurgica senza uguali in occidente. -
I miei pensieri (e quelli degli altri)
Questo rarissimo testo è estratto dall'archivio della II Provincia detta di Alvernia e del suo Collegio Metropolitano ed era destinato ai Professi dei Cavalieri Beneficenti della Città Santa. Un documento prezioso per studiare come la complessa cosmogonia del maestro di Willermoz, Martinez de Pasqually, sia sopravvissuta anche al di fuori dell'Ordine degli Eletti Cohen, in quello che diventerà in seguito il Rito Scozzese Rettificato. -
Quello che siamo stati, che siamo, che diventeremo
Questo volume, proposto per la prima volta in lingua italiana, è stato per anni uno dei classici del Martinismo delle origini, cioè quella esperienza originaria nata con l'Ordine degli Eletti Cohen di Martinez de Pasqually, di cui Pierre Fournié fu il primo segretario, sostituito poi Louis-Claude de Saint-Martin. Il tentativo è quello di conciliare le profonde intuizioni iniziatiche e le pratiche operative di quella prima scuola con l'ortodossia del pensiero cattolico. -
La chiesa interiore
La ""confraternita eterna"""" non ha espressioni storiche che la raccontano. Non è figlia della storia come le chiese positive, le chiese esteriori. Teorizzazioni come quella che offriamo qui, o l'Ordine degli Eletti Cohen di Martinez de Pasqually o la Società degli Indipendenti del Coccodrillo di Louis-Claude de Saint-Martin o l'utopia di Karl von Eckartshausen nella Nube del Santuario sono le uniche autenticamente """"universali"""", dove gli uomini, tutti gli uomini, sono """"fratelli"""" e accomunati dalla stessa origine e dallo stesso destino."" -
L'anacrise
L'Ordine degli Eletti Cohen si struttura intorno a una pratica di teurgia cristiana, che aveva fonti molto più antiche, neoplatoniche e influenze cabalistiche. Ecco perché questo volumetto fu sempre tenuto in grande considerazione fino all'ultima edizione, curata da Robert Amadou. Se la cosmogonia è la descrizione di un essere eterno che si fa enti, ripercorrere gli enti, interrogarli, vuol dire andare contro corrente, verso la fonte. Il filosofo non si limita a 'pensare'. Il filosofo 'fa', 'agisce'. Anacrise vuole dire questo: interrogazione. La teoria e la pratica teurgica sono, in questo trattato del quindicesimo secolo, insegnati da un maestro a Libanius, un suo discepolo. -
La «favola del serpente verde» di Goethe
La trasformazione dell'uomo, questo è stato il grande tema della favola esoterica più nota di Goethe. Se siamo immersi in una realtà, che possiamo interpretare con i nostri (limitati) sensi fisici, in cui sembra possiamo solo 'diventare', fino a 'morire', come è possibile, se è possibile, andare oltre l'esserci e sparire? Oswald Wirth, così come anche Rudolf Steiner, ci aggiunge del suo, in questo commentario. -
Liberi Muratori nella Milano del Novecento. La loggia «Cavalieri di Scozia» dal 1911 agli anni Sessanta
Benché l'obiettivo del volume sia finalizzato alla ricostruzione della vicende della loggia ""Cavalieri di Scozia"""", la narrazione affronta un più vasto quadro di riferimento nazionale e cittadino. Lo schema adottato si può raffigurare graficamente con tre cerchi concentrici: il primo, più ampio, con la ricostruzione delle vicende nazionali tenendo conto delle dinamiche prodotte dalla """"diarchia imperfetta"""" rappresentata dal Rito Scozzese Antico e Accettato e dal Rito Simbolico all'interno della più grande Obbedienza massonica italiana. Il secondo dedicato al contesto milanese, sotto certi aspetti unico e poco studiato, essenziale per capire il terzo e specifico cerchio della vita della """"Cavalieri di Scozia""""."" -
Il labirinto nel mondo antico. Archeologia di un simbolo esoterico
Con il termine labirinto indichiamo un percorso che da un punto di accesso conduce ad un centro attraverso una serie di circonvoluzioni, in genere sette, con andamento pendolare (ambagi), che rendono necessarie almeno tre inversioni nel percorso. Il labirinto, formato da meandri e spirali, divenne rappresentazione dell'andata e del ritorno. Nel tempo le sue forme sono cambiate e le sue circonvoluzioni sono passate dalle spirali ai meandri, dalle linee curve e sinuose alle linee rette e spezzate. In tutti i casi, comunque, il cammino rimane tortuoso, non necessariamente simmetrico o ritmico, sebbene la sua formulazione abbia sempre richiesto una notevole armonia nelle forme. L'analisi sistematica della figura del labirinto nel mondo antico richiede per prima cosa la definizione del suo valore iconografico come simbolo in un determinato territorio per un preciso periodo storico. In questo modo è possibile procedere all'individuazione di confronti iconografici anche tra ambiti territoriali e cronologici diversi. -
Il Graal ritrovato
Perceval e Germana intrecciano le loro storie in un'avventura che li porterà ad attraversare la corte di Artù, Excalibur, la lancia sanguinante e il Graal. Perceval, l'uomo che avrebbe dovuto salvare il Re Pescatore, dopo aver fallito la missione della sua vita e dopo aver errato senza uno scopo per cinque anni, torna nella Terra Guasta nuovamente alla ricerca del Graal e per recuperare l'amore di Blancheflor. Mentre Germana insegue la sua realizzazione in un mondo ancora maschilista e patriarcale, in una corte arturiana appassita, imbattendosi proprio nel rappresentante più illustre di questa, Galvano. Lo scopo dei protagonisti del romanzo, però, non è soltanto il ritrovamento del Graal e della Lancia, ma soprattutto il raggiungimento della felicità, della propria identificazione e dell'integrazione di femminile e maschile, di sentimento e ragione, sia nel privato che nel sociale. -
Saint-Martin. Il filosofo incognito
Dopo quanto hanno scritto Chateaubriand o Madame de Stahl, o de Maistre o Cousin, non occorre aggiungere niente per rendere il ruolo del 'Filosofo incognito' nella storia del pensiero sul finire del secolo scorso. Se ancora avessimo dubbi, le considerazioni di De Baader, quelle di Moreau, la singolare analisi di Caro e il profilo deliziosi di Sainte-Beuve, tutto questo li avrebbe senza dubbio dipanati. Eppure, Louis-Claude de Saint-Martin non ha ancora avuto nella storia della cultura moderna il posto che merita, e possiamo dire, senza paura di esagerare, che per il mondo è rimasto come lui stesso si è definito: un 'Filosofo incognito'. La sua dottrina, indubbiamente, è bene esposta nei suoi numerosi lavori, ma non del tutto: c'è dell'altro. Non lo è neppure chiaramente: c'è di più. Alcuni dei suoi lavori, pubblicati di recente o altri inediti, sono indecifrati quando non indecifrabili e nella sua corrispondenza percepiamo l'esistenza di particolari della dottrina riservati, persino dei confronti dei discepoli più anziani. Quello che rimaneva completamente oscuro fino ad oggi erano le origini reali della sua dottrina, e quanto era impossibile stabilire era il punto di demarcazione tra il suo pensiero e quello di Martinez de Pasqually, che ai profani era del tutto sconosciuto. Si ignorava dunque, e quasi in uguale misura, i primi passi e i risultati ultimi di quell'insieme di speculazioni, teoretiche e politiche, tra misticismo e teosofia, che, con un tocco di presunzione, si potrebbe chiamare 'sistema'. -
La voce delle cattedrali
La cattedrale, stupefacente compendio di saggezza, forza e bellezza, è da considerarsi come uno scrigno al cui interno è racchiuso, come gemma preziosa, quel sapere antico e immutabile che rappresenta il punto d'incontro tra l'uomo e il suo Principio. Quel sapere, la cui radice affonda nei culti misterici, ci parla attraverso un linguaggio che è stato scritto nella pietra e con la pietra dagli antichi Magister. La simbologia è la chiave, il vero linguaggio, la voce dell'inesprimibile attraverso l'arte del costruire che allo stesso tempo nasconde e rivela. Esso è lo strumento per apprendere e comprendere in forma intuitiva ciò che ci sovrasta nella continua ricerca della dimensione divina. -
L'apocrifo di Giovanni. Lo gnosticismo, il mito e la metafisica
L'apocrifo di Giovanni è rimasto sconosciuto fino agli inizi del XX secolo. Il suo fortunoso ritrovamento ha costituito una delle scoperte più importanti nel campo dello studio sulle religioni tardoantiche. Nel 1896, lo studioso tedesco Carl Reinhardt acquistò un libro in papiro al mercato d'antichità del Cairo. Sulla provenienza del volume non ottenne informazioni precise; il venditore gli raccontò che era stato rinvenuto nel fondo di un pozzo presso Akhmim. Reinhardt lo consegnò all'egittologo Carl Schmidt, il quale tradusse dal dialetto copto sahidico quattro trattati fino allora sconosciuti: il Vangelo di Maria, l'apocrifo di Giovanni, la Sophia di Gesù Cristo e gli Atti di Pietro. Schmidt si apprestò all'edizione del manoscritto ma il lavoro incontrò vari e malaugurati incidenti, fino alla morte prematura dello stesso studioso nel 1938. Il coptologo Walter C. Till si incaricò di portare avanti il lavoro ma anche stavolta l'impresa fu ostacolata dallo scoppio della seconda guerra mondiale e, in seguito, dalla straordinaria notizia del ritrovamento dei codici di Nag Hammadi. -
I segreti di Qumran
Perché la Chiesa ha cercato di bloccare o comunque di ritardare la pubblicazione dei testi dei manoscritti ritrovati nella grotte di Qumran? Cosa nascondono o dicono questi testi? Quando, da chi e dove sono stati ritrovati? Una lunga serie di quesiti accompagna da decenni questi misteriosi rotoli, ai quali generazioni di studiosi hanno dedicato lunghe indagini e approfondite ricerche. L'intento del libro non è di rivelare verità sconosciute oppure di illuminare la mente del lettore propinando tesi precostituite, bensì di fare ordine e di offrire a chiunque la possibilità di approfondire l'argomento, avvalendosi di una bibliografia completa ed equilibrata. ""I segreti di Qumran"""" vuole quindi essere nulla più di un compendio, una guida, un vademecum, che consenta, a chi ne fosse interessato, di seguire una propria via per giungere alle conclusioni che più lo convincono."" -
Gnosi e alchimia nella «Divina Commedia»
A un poeta che cerca Dio, come Dante, non poteva sfuggire il senso segreto delle cose, riposto in quella 'Magia Naturale', così detta da Alberto Magno, che era a quel tempo l'arte della trasmutazione, intesa dai più come l'Arte di trasmutare i metalli, e dagli Adepti come la Scienza della Umana e Spirituale Trasmutazione. L'argomento del lavoro riguarda, particolarmente, lo studio approfondito e in chiave alchemica dell'opera ""magna"""" di Dante la Commedia. Per alcuni questa trattazione potrà sembrare una forzatura, nel senso che bisogna a tutti i costi trovare qualcosa che ci riporti all'ermetismo filosofico, ma le coincidenze trovate nella lettura ha spinto l'autore a scrivere alcune personali considerazioni. Ciò non è solo frutto solo degli studi dell'autore stesso, ma è il voler seguire il pensiero di personaggi come Trusso, Contro, Angelini e altri che ebbero il merito di aprire nuove vie per una giusta e proficua comprensione dell'opera dantesca. Prefazione di Tiziano Busca."" -
I tarocchi dal punto di vista filosofico
Il libro è un invito a studiare i tarocchi dal punto di vista filosofico. Questi, infatti, formano un libro sacro di tutte le idee assolute e concrete contemplate nelle scienze sacerdotali. Ogni combinazione dei tarocchi è un responso filosofico e numerico capace di rendere manifeste le più nascoste virtù. -
Teodicea della qabalah. Le sephirot e i nomi divini
Qabalah è il termine ebraico che indica il complesso delle dottrine esoteriche e mistiche dell'ebraismo, esposte in un enorme complesso di scritti pubblicati, in un numero ancora maggiore di manoscritti e in un vastissimo patrimonio di tradizioni orali. Il momento di maggior fioritura della Qabalah si situa intorno al III-IV secolo, ma affonda le proprie radici in una tradizione mistica ininterrotta che la collega con i movimenti apocalittici, con il Talmud e con la Bibbia. Alla formazione della Qabalah che fu organizzata in maniera sistematica intorno al XIII secolo - contribuirono dottrine gnostiche, neoplatoniche, neopitagoriche, islamiche e cristiane. In ""Teodicea Mia Qabalah"""", Francis Warrain ne ripercorre i principali aspetti - le Sephiroth, l'Equilibrio della Bilancia, i Nomi Divini e la loro Plenitudine - per tentare di indagare il rapporto tra Dio e mondo, tra Assoluto e relativo. """"Affermare Dio è, nello stesso tempo, sostenere che Egli non è nulla di ciò che noi possiamo concepire; attribuendogli una natura, infatti, distruggiamo il carattere di assolutezza insito nella nostra affermazione. La nozione di Dio dà luogo, quindi, a una antinomia fondamentale e, sebbene Kant l'abbia esposta in tutta la sua acutezza, era già sostenuta implicitamente da tutte le dottrine esoteriche, da Platone sino a San Tommaso. Tutti i maestri hanno riconosciuto che abbiamo di Dio una rappresentazione mentale negativa e una affermativa. Egli non è nulla di quanto potremmo concepire, però - nello stesso tempo - questa impossibilità a indicarlo non significa una privazione di essere e di specificità ma al contrario testimonia una certezza che supera mtte le nozioni di essere e di natura. E in questa accezione che bisogna intendere i termini nulla, niente, non esistente che la Qabalah ha posto come ultra-principio""""."" -
Lavori della r. madre l. la sebezia all'oriente di Napoli. Primo grado simbolico o apprendista libero muratore
Dopo il 1860 anche se numerose e profonde erano le divisioni in seno alla Massoneria italiana (specie per le rivalità fra il Rito Scozzese e il neonato Rito Simbolico Italiano, oltre che fra i diversi Supremi Consigli, sedenti nelle antiche capitali degli staterelli italiani) si andava sentendo sempre più l'esigenza di riunire ciò che era sparso. In tal senso, tralasciando le vicende, non sempre nobili ed eroiche dei Massoni italiani, soccorre la pubblicazione dei primi rituali italiani a stampa. -
Il mito dell'arca
Scopo di questo pamphlet è quello di mostrare che la storia del Diluvio è mera materia di antiche tradizioni e soltanto un altro modo di esprimere antiche favole. Ma le favole dell'antichità hanno per la maggior parte un interesse religioso, filosofico o mitologico. Come già gli antichi Egizi espressero la loro saggezza con i geroglifici, così tutte le gerarchie sacerdotali velarono la loro conoscenza in apologhi o fiabe. Come certi insegnamenti morali che, ai nostri giorni, sono espressi per parabole, così la saggezza del mondo antico trovava espressione nelle favole. Dove i moderni scriverebbero un saggio, gli antichi maestri avrebbero raccontato una storia, ed è possibile che da questa consuetudine il termine storia sia diventato talmente equivoco da stare sia per narrazione di fatti realmente accaduti, che per falsità o fantasia.