Sfoglia il Catalogo feltrinelli022
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 2041-2060 di 10000 Articoli:
-
Il teatro che guarda al futuro. 40 anni di Teatro ragazzi al Bonci
Inaugurata nel 1980, in occasione dell'Anno Internazionale del Fanciullo, la Stagione di Teatro Ragazzi del Teatro Bonci di Cesena, da quella prima esperienza è cresciuta nel tempo, seguendo una propria originale idea: la partecipazione attiva dei docenti, l'apertura a tutte le forme e le tecniche teatrali ed artistiche, la gestione completa dell'organizzazione dell'attività, la centralità del mondo della scuola, l'uso degli spazi teatrali d'eccellenza. Raggiunta e consolidata una dimensione romagnola e una funzione culturale di rilievo, oggi è assecondata e sostenuta dall'energia e progettualità di Emilia Romagna Teatro che dal 2001 gestisce il Teatro Bonci e tutte le sue attività: così si avvia, in una realtà didattica e teatrale profondamente mutata, a sviluppare i nuovi linguaggi della contemporaneità, amalgamandoli con una artigianalità del fare teatro che non va mai smarrita. -
Tutto il teatro
"Il dialetto romagnolo di Spadoni si rivela una risorsa incomparabilmente più adeguata e duttile rispetto all'italiano letterario, scolarizzato in tutto il suo sistema espressivo. Ci sono cose che con l'italiano scritto non è più possibile fare. Una di queste è la ricerca d'una lingua plurale, abitata non da una sola voce (l'autore!), ma da tante voci sparse come echi del mondo"""" [dalla nota di Gianni Celati]." -
Una storia partigiana
Sergio Giammarchi, classe 1926, racconta, in questo libro, la sua storia partigiana. Lo fa nel modo semplice, ma denso di significato che gli è proprio. In un libro di memorie che è pure una storia di formazione. Nascere nel ventennio fascista. Percepire l'ingiustizia del regime. Conoscere persone che stanno dalla parte giusta, come Adriano Casadei suo amico e ""maestro"""", col quale salire in montagna coltivando l'idea che il fascismo vada abbattuto, la libertà ripristinata. Conoscere Silvio Corbari, dal carattere istrionico votato al gesto atto a impressionare i contemporanei nonché a restare impresso nella memoria dei posteri. Incontrare in montagna la popolazione civile, e uscirne persuaso che senza di essa: senza l'aiuto offerto in maniera disinteressata e a rischio della vita dai contadini i partigiani non avrebbero avuto l'acqua dove nuotare. E finita la guerra, abbattuto il fascismo, far tesoro di quella vicenda, per testimoniarla un anno dopo l'altro fino a oggi. Perché il ricordo della Resistenza, episodio fondativo della Repubblica, da trasmettere ai giovani ma non solo a loro, rimanga vivo e luminoso. Questa """"missione"""" educativa Sergio Giammarchi, nome di battaglia e' Rudarè, l'Arrotino, l'ha svolta nell'Anpi."" -
Guida al Buddhismo. Dove incontrare il Buddhismo in Italia: centri culturali, templi e monasteri
Questo libro vuole raccontare l'incontro tra due culture che hanno avuto una così grande influenza sull'umanità. Nella Prima parte, una volta compreso come spesso venga inteso il Buddhismo in Occidente e dopo averne esposto brevemente la nascita e l'origine in India, vengono presentate approfonditamente le principali tradizioni e scuole in cui esso si è diviso e sviluppato. Nella Seconda parte si analizzano gli incontri e le relazioni instauratesi tra il Buddhismo e la cultura occidentale dall'antichità ai giorni nostri, descrivendo come sia stato possibile introdurlo e diffonderlo in Occidente e mostrando i molteplici modi nei quali, nei secoli, è stato da un gran numero di occidentali percepito ed interpretato. Nella Terza parte, si indaga sull'aspetto del Buddhismo in Occidente, con particolare attenzione alla situazione italiana, individuando alcuni tra i principali fattori che caratterizzano coloro che oggi lo praticano. Nella Quarta parte, infine, per fornire la possibilità di un incontro concreto con questa antica tradizione spirituale, si offre un'utile guida dei vari centri di culto presenti sul nostro territorio, suddivisi per tradizione e scuola di appartenenza. -
Orgoglio e povertà. Ovvero: la politica sognata dai poveri
Il 10 aprile 1890, nella sua villa di San Varano, alla periferia di Forlì, muore Aurelio Saffi, ""ultimo vescovo di Mazzini"""", patriota e politico italiano che ha guadagnato l'ammirazione e la stima di tutti coloro che hanno combattuto per l'unità e per l'indipendenza del Paese. Pur appartenendo all'ala radicale del partito repubblicano, Saffi aveva sempre usato intelligenza e buonsenso per evitare gli errori che l'ala più intransigente del partito era spesso sul punto di commettere. L'importanza del suo fondamentale ruolo di guida e di mediatore risultò fin troppo evidente dopo la sua scomparsa: un gruppo di repubblicani romagnoli, molti dei quali guidati da un coraggioso mugnaio di Castrocaro, Luigi Mengozzi, detto Fafì ad Masò, si sentì finalmente libero di combattere la battaglia per la quale si stava preparando da anni. Flamigni racconta la storia di questo assurdo tentativo di rivoluzione, altrettanto eroico quanto ingenuo e destinato a una sicura sconfitta; spiega i motivi del fallimento del tentativo rivoluzionario, racconta la storia dell'omicidio del prefetto di polizia e descrive i motivi che indussero Fafì ad Masò a togliersi la vita. Il libro termina raccontando il lungo colloquio, che ebbe luogo a Villa Saffi, tra un vecchio amico del mugnaio, Andrea Mengozzi (Muzghina, il nonno materno di Flamigni), e la vedova di Aurelio, Giorgina Saffi, un colloquio nel quale si parla soprattutto di Romagna e di dignità."" -
Fra storia e memoria. L'Ospedale di Santarcangelo (1871-1998) le sue vicende, la sua evoluzione
Alle prime ore dell'alba del 16 maggio 1998 è scoppiato, all'ultimo piano dell'Ospedale Civile di Santarcangelo di Romagna, un violento incendio che ne ha decretato la sua conseguente chiusura. L'ospedale era stato inaugurato nel 1871. L'edificio, dopo esser rimasto chiuso per alcuni anni, è stato individuato e poi parzialmente ristrutturato per essere la nuova sede della biblioteca comunale ""Antonio Baldini"""". La nuova """"casa della cultura"""" di Santarcangelo è stata inaugurata il 23 aprile 2014. Ora, passati cinque anni da quando la biblioteca Baldini è in questa sua nuova sede, si è ritenuto giusto e doveroso ricordare - ed anche far sapere a chi, per giovane età o perché proveniente di recente da altra città o da altro paese, non può aver memorie o conoscenze al riguardo - gli avvenimenti più significativi, le vicende essenziali, le più rilevanti figure di medici che hanno contraddistinto e caratterizzato questi quasi centotrenta anni di storia di questo - ora ex - Ospedale Civile di Santarcangelo; nonché fissare per iscritto rievocazioni e testimonianze di chi, con passione e coinvolgimento, per tanti giorni ed anni ne ha salito le sue """"antiche scale"""". Lo abbiamo fatto con questo volume a più voci che riporta, grazie ad una ventina di contributi, la storia di questo luogo, così significativamente legato a ricordi, memorie, immagini di tante persone che, per diverse ragioni, lo hanno frequentato."" -
Adriatika
Gino è stato per quarant'anni dipendente di un Consorzio Agrario. Quando viene suo malgrado pensionato, il mondo intero gli crolla addosso e finisce col vivere in perenne solitudine, perché il lavoro era tutto per lui. Invano aveva cercato, in precedenza, di riallacciare i rapporti con le due sorelle, Carla e Nives, e di instaurare solide amicizie e legami affettivi, perciò era ormai convinto di essere incapace di stabilire autentiche relazioni con chi gli viveva accanto. Era sempre stato, però, un ascoltatore attento e discreto, tanto da diventare il confidente di chiunque avesse avuto bisogno di sfogarsi e, magari, di ricevere un aiuto o un semplice consiglio. Ma finalmente arriva l'incontro decisivo, quello con Adriatika, una donna albanese che, da ragazza, era giunta per la prima volta in Italia l'8 agosto 1991, a bordo del mercantile Vlora. Un evento epocale, rimasto vivido e indelebile negli occhi e nella memoria di tutti. Purtroppo le maldicenze sul loro rapporto finiranno per esasperare Gino, al punto tale che deciderà di confidare la propria pena - e un segreto mai rivelato in precedenza - a don Salvatore, a cui affiderà una sorta di confessione. Ispirato a una vicenda reale, il romanzo narra una storia delicata e struggente di solitudine, di emarginazione e di immigrazione, che mostra come l'accoglienza sia, alla fin fine, possibile. -
Il mistero di Leonardo
Romagna, XVI secolo: l'ingegnere di fiducia del Duca Cesare Borgia, il temuto Valentino, sta percorrendo il territorio che diventerà lo Stato personale del figlio del papa. Leonardo da Vinci, riverito e temuto, circondato dalla fama di essere un potente negromante, dovrà affrontare vari pericoli, al confine fra la realtà e la fantasia, e gli serviranno tutta la sua astuzia, la sua intelligenza, la sua capacità di conoscere il mondo e le sue leggi, per uscirne vivo. Fra congiure di palazzo, morti che sembrano uscire dalle loro tombe, potentissime streghe, e inquietanti presagi della fine del mondo, il Maestro Vinci dovrà risolvere un enigma intricatissimo, mentre la politica internazionale tesse la sua tela attorno a lui. Cosa è successo al Monastero del Monte di Cesena? E chi è, davvero, l'Ouroboros, il cui arrivo darà inizio all'apocalisse? -
Appunti leopardiani. Saggi, noterelle, divagazioni
"Angelo Fregnani ha abbandonato la filologia per la musica e, appena gli è stato possibile, la musica per la filologia? Non credo. Direi che in età giovanile ha tradotto in professione un suo talento, e in età più matura ha deciso di investire il suo patrimonio culturale, di buon conio venendo dalla scuola bolognese di Raimondi Mariotti e Mazzotta, a pro' dei suoi otia. Angelo Fregnani legge lo scritto in edizione critica; e se questa non lo convince va in cerca dell'autografo o della princeps, e se individua anomalie, prova a correggerle; studia e ama ciò che legge e proprio perché lo studia con amore vuol conoscere la genesi e il percorso evolutivo; sa bene che una cosa è il significato di una parola o di una frase, un'altra è il senso, per penetrare il quale non basta conoscere la singola lettera, o la singola lirica: occorre conoscere l'intera opera, e, a ritroso, l'occasione che l'ha ispirata, il contesto culturale in cui è nata e, sempre più a ritroso, il cursus studiorum di chi l'ha scritta, il suo pensiero, la sua poetica... Nel concreto, tutto quanto biografia e bibliografia mettono a disposizione. Angelo Fregnani è un leopardista."""" (dalla nota introduttiva di Pantaleo Palmieri)" -
Il nero e il bianco
C'è una Romagna solare, allegra, ospitale a cui si contrappone una Romagna nera, misteriosa, ostile dove prospera il crimine e regna la violenza. Tra questi due contrastanti aspetti di una terra ricca di fascino si muove il protagonista, Davide Drago, personalità inquieta e generosa, insegnante con la passione del giornalismo, che, proprio per questo suo interesse, si trova coinvolto nelle vicende che costituiscono la trama del romanzo. La prima parte ruota attorno alla realizzazione di un grande progetto edilizio nell'area delle colonie in degrado sul litorale di Cesenatico che suscita appetiti finanziari anche nella mafia, purtroppo sempre più presente nelle regioni del nord. Agli interessi economici si mescolano pulsioni passionali che vedono come protagonista una giovane donna dal fascino torbido. Denaro, sesso, potere generano una lunga scia di morte. Nella seconda parte del romanzo assistiamo a una lotta feroce che ha come oggetto del desiderio uno straordinario disegno lasciato da Leonardo da Vinci nella città che Cesare Borgia scelse come capitale del suo principato. In una sorta di ""romanzo nel romanzo"""" viene narrata la genesi del disegno e vengono presentati personaggi d'eccezione come il Duca Valentino, Lucrezia Borgia, Ramiro de Lorca, Francesco Arcano... Un romanzo, dunque, che contiene molteplici vicende e presenta una varietà di situazioni, passioni, interessi, ideali nello scenario dell'eterna guerra tra le forze del Male e del Bene... il Nero e il Bianco appunto."" -
Lungo la valle del Bidente. Genti e luoghi, storia e storie, leggende e ricordi
La Romagna è terra ricca di passioni, di storie travolgenti e di colori vivaci, in paesaggi che dall'Adriatico si estendono lungo le vallate per lasciar posto alla fresca vegetazione di castagni, faggi e abeti che dal Fumaiolo e dal monte Comero si stendono fino all'incantevole foresta di Campigna e del Falterona. Ernesto Toschi racconta con agile passo narrativo la storia e le leggende della sua vallata, facendo rivivere personaggi e figure memorabili, di ieri e di oggi, ancora presenti nella memoria dei forlivesi e degli abitanti della valle del Bidente. Il narratore ricostruisce la storia millenaria dei monti cari all'autore non solo servendosi delle fonti storiche, ma anche e soprattutto interpellando i suoi propri ricordi e i testimoni direttamente incontrati nei luoghi che il libro evoca. I trenta e più capitoli ci riportano indietro nel tempo, dando testimonianza dei vizi e delle virtù dei romagnoli, passionali e trasgressivi, rappresentanti di un mondo che va lentamente scomparendo. -
Mi chiamo Iader. Memoria partigiana di Iader Miserocchi
La storia di un comandante partigiano, una pagina di Resistenza passata e ancora presente. Dalle memorie d'infanzia nella Ravenna del ventennio alla ricostruzione materiale e morale del dopoguerra. Un ritratto dell'Italia travolta dalla dittatura e dal conflitto, e riscattata dal movimento popolare di Liberazione. Come in un film d'azione, la vita e la morte si rincorrono dentro la pagina di storia in cui trovano origine i principi della Costituzione e da cui nacque la Repubblica Italiana. Un racconto dettagliato della quotidianità del passato, un resoconto sincero della propria umanità con le sue altezze ma anche i suoi limiti. Ed è forse questa drammatica sincerità all'accettazione dei propri limiti a dare ancora più impulso a quell'azione di cambiamento positivo della realtà attraverso la partecipazione sociale, iniziato per Iader oltre settant'anni fa e non ancora finito. Un esempio di umanità e cittadinanza attiva. Verso un mondo migliore, possibile, e per tutti. -
Selvapiana. Una curtis di una signoria monastica dalle origini al dominio di Firenze
Il castello di Selvapiana è menzionato, per la prima volta, in una donazione del 1232, quando il figlio di uno sconosciuto Taddeo lo sottometteva alla Chiesa romana. Intorno al 1274, Selvapiana apparteneva alla signoria dell'abbazia del Trivio (Montecoronaro) con la quale i discendenti di Taddeo, nominati Della Faggiola, condividevano il potere. Uguccione di Rainerio Della Faggiola, al principio della sua esperienza signorile, ma già famoso condottiere nell'Italia centro-settentrionale, custodiva insieme ai suoi fratelli il castello di Selvapiana e alla fine del XIII secolo lo aveva anche fortificato. È attendibile che nei primi anni del Trecento, Uguccione abbia ospitato Dante Alighieri nei suoi castelli «ne' monti vicini ad Orbino» - tra i quali non possiamo escludere quello di Selvapiana - come testimonia Giovanni Boccaccio nel suo ""Trattatello in laude di Dante"""", e come vuole anche la tradizione. Alla fine degli anni Venti del XIV secolo, quasi tutto il potere della signoria del Trivio era passato nelle mani dei Della Faggiola. Dalla spartizione dei castelli e dei territori di quella casata, Selvapiana toccò a Paolozzo, poi a Cionarino e dopo di lui a un altro Paolozzo. Quest'ultimo tenne il castello fino al 1404, quando diventò un raccomandato del comune di Firenze. Nel 1424, passò dalla parte del duca di Milano e guerreggiò contro i fiorentini i quali, nel 1431, lo spogliarono di tutti i suoi averi. Il paese, quindi, fu aggiunto alle altre località della Val di Bagno che i Gambacorti tenevano sotto l'accomandigia di Firenze e quando questi ultimi decisero di lasciare la valle per trasferirsi nel reame di Napoli, Selvapiana fu incluso nel dominio fiorentino."" -
Ricettario. Un manoscritto di fine Ottocento
Il libro che qui si propone è di interesse perché documento della cucina cesenate tra Ottocento e Novecento negli ambienti della borghesia e della aristocrazia cittadine: una sorta di Artusi cesenate, come qualcuno ha osservato. La stessa Monica Agostini (che dà conto nel libro del ritrovamento del ricettario) e sua cugina Carla Battistini (che ha curato la trascrizione), ne hanno inteso il particolare valore documentario, accettando in piena disponibilità il progetto editoriale loro proposto da Rino Zoffoli, già protagonista con l'associazione Pro Rubicone di altri progetti nei quali si è documentato il volto della cucina cesenate e romagnola di ambiente popolare. -
Anni difficili. Gli avvenimenti della seconda guerra mondiale con i ricordi dell'autore e altre testimonianze
Questo libro è stato scritto da Paolo Bedeschi con il fondamentale supporto di una vasta e aggiornata bibliografia. Nel libro sono dettagliatamente descritti gli avvenimenti storici della seconda guerra mondiale, dalla invasione tedesca della Polonia il 1° settembre 1939 alla firma della resa giapponese sulla corazzata americana Missouri nella baia di Tokio il 2 settembre 1945. L'autore ha prestato particolare attenzione alla descrizione di numerosi episodi ancora poco noti e di altri che sono stati chiariti o diversamente interpretati solo recentemente. Tra gli avvenimenti storici sono intercalati i ricordi personali dell'autore e altre testimonianze. I ricordi personali hanno come scenario la Romagna, e in particolare Ravenna, Cervia e il paese di Santerno, presso il fiume Lamone, dove l'autore fu sfollato per undici mesi nel 1944. Le altre testimonianze sono state raccolte dall'autore, in occasione di viaggi in Italia e all'estero, da persone che ricordavano o avevano appreso particolari episodi del tempo di guerra. -
Affetti indesiderati
"'Affetti indesiderati' è la testimonianza complessa di una originale personalità di poeta, non riducibile a una scuola o a una delle correnti nelle quali oggi si esprime la poesia italiana: lontano dai tardi poeti post-ermetici o dai minimalisti impegnati a cancellare la tensione lirica, Eros Fioroni si abbandona consapevolmente all'empito delle passioni, lascia che infrenata e libera si esprimano la pienezza del suo mondo ideale, la forza della sua vita fatta di attese, di trepidazioni e di sogni e, nello stesso tempo, di proteste contro accadimenti e situazioni inaccettabili, contro destini doloranti e, apertamente, contro le molte forme di trascendenza alle quali attribuiamo l'accadere dei nostri giorni. E tuttavia, non bisogna credere a una poesia della immediatezza, non dominata dalla consapevolezza dell'arte: Fioroni sa perfettamente che la poesia non è semplicemente ispirazione, ma anche e soprattutto opera di un artiere (Carducci), mestiere di vivere (Ungaretti), prodotto di un operaio di sogni (Quasimodo), ovvero - come supremamente indicavano Edgar Allan Poe e Charles Baudelaire - matematica ed esercizio; lo mostra in particolare la ricchezza metaforica e simbolica del suo linguaggio, ricchissimo di immagini e di colore."""" (dalla presentazione di Roberto Casalini)" -
Il mazapégul. Il tutore della tradizione romagnola. L'insegnamento etico mediante docetismo ed ironia, da Hermes a Pulcinella
In apertura del libro, Renato Cortesi scrive: «la conoscenza della figura del mazapégul non ha mai avuto una diffusione più ampia di quella di un simbolo riconosciuto da una minima parte della popolazione romagnola, né ha goduto di una conoscenza particolare nemmeno in quelle stesse persone che oggi affermano di riconoscersi e di amare la cultura romagnola. Al di là di una ristretta cerchia di ricercatori e di appassionati della cultura di questa regione sono poche le persone che ancora lo ricordano; se poi si estende questa ricerca in base a criteri anagrafici, la situazione è ancor più sconsolante: gli unici a conoscerlo, in quella fascia della popolazione che sta sotto i cinquant'anni, sono i pochissimi scolari delle scuole primarie che hanno avuto insegnanti appassionati di queste tematiche e che hanno inserito la lettura di fiabe regionali e dialettali nei programmi scolastici di propria iniziativa, o di qualche giovane, un po' più in là con l'età, che è stato coinvolto in questi stessi interessi dall'attività di qualche associazione culturale che si è battuta per mantenere vivo il suo ricordo come uno dei simboli più significativi della cultura romagnola». In questa consapevolezza, l'autore ci propone un saggio. -
Il pane bianco. 1943-1945. Campo di sterminio Dora Buchenwald, pagine di orrore e di speranza
"Si invocava la morte affinché venisse a liberarci presto da quell'incredibile e insopportabile fatica di vivere che era il nostro patire quotidiano. Ma quando veniva il momento di distenderci ci si augurava di svegliarsi ancora...""""" -
Giovanni Bertoni. Un romagnolo nel KGB
Giovanni Bertoni è il protagonista di una vita avventurosa oltre ogni immaginazione. Faentino, figlio di un barrocciaio, aderisce giovanissimo al PCd'I e subisce umiliazioni e sevizie negli anni in cui il fascismo si impone con la violenza. Si vendica uccidendo due squadristi, espatria in Unione Sovietica e a Mosca è ammesso a studi di formazione politica. In seguito ricopre incarichi di crescente responsabilità fra gli emigrati politici, nel Comintern e infine nei servizi segreti. È ""interprete"""" del generale Nobile, è in Spagna negli anni della guerra civile, è nella redazione di Radio Milano Libertà al fianco di Togliatti. Poi il lancio col paracadute sulla Jugoslavia, il rientro in Italia sotto falso nome e l'attività di agente segreto in un posto chiave: il Ministero degli Esteri a Roma. Scoperto, torna a Mosca dove il """"Centro"""" lo assegna a una nuova e più difficile missione in Guatemala. Poco dopo è in Uruguay con la seconda moglie, la spagnola Africa de las Heras, dove è a capo della rete spionistica del KGB del continente latinoamericano. Personaggio dalle tante identità, poliglotta, scaltro, saldo nelle sue convinzioni politiche, Giovanni Bertoni è passato indenne attraverso prove durissime. Il libro ne racconta la vita straordinaria, collocando gli avvenimenti nel loro contesto storico, sulla base di una rigorosa ricerca che ha potuto avvalersi di preziosi contributi inediti."" -
Una vita sprecata
La Bologna ferita dell'immediato dopoguerra fa da tragico sfondo ad una storia che lega indissolubilmente due giovani che per caso si incontrano tra le macerie morali e materiali lasciate dal conflitto e dal regime. Lei inconsapevole fanciulla di buona famiglia si innamora. Lui marchiato a fuoco nel suo passato di miliziano e brigatista non l'ama ma le si concede. Coinvolta in un fatto di cronaca nera che vede lui protagonista, la ragazza precipita in un tunnel da cui non uscirà più. Una liason non a lieto fine che segnerà in modo indelebile il destino della giovane, protagonista poi, forse incolpevole, di un triste epilogo. Una vicenda che vede come comprimari diversi personaggi la cui vita, anche a volte solo per un breve interludio, ruota attorno ai protagonisti, condizionandone le vicende o essendone a loro volta coinvolti. Nella Bologna degli ultimi anni Quaranta, presa dalla frenesia della ricostruzione e tutta tesa a dimenticare il passato, la giovane Nena paga un prezzo importante per il suo peccato di cuore. Un amore non corrisposto che le sconvolgerà la vita. Una vita marchiata dal destino, trascorsa tra vizi e malattia in un sottomondo caravaggesco; una vita infelice di cui non si accorse chi avrebbe dovuto; una vita probabilmente sprecata.