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Mais e miseria. Storia della pellagra in Romagna
In questo libro è raccontata la storia della pellagra in Romagna, una malattia ora quasi sconosciuta, diffusa tra i contadini più poveri tra la fine del Settecento e la prima metà del secolo scorso. Si trattava di un morbo nuovo, determinato dall'alimentazione a base di cibi (polenta e piadotto) derivati dalla farina di granoturco, consumati per molti mesi all'anno, che colpì centinaia di migliaia di persone e che spesso si concludeva con la demenza e il ricovero in manicomio. Attingendo a centinaia di documenti, spesso inediti, consultati in archivi, biblioteche e musei, l'autore ha ricostruito il suo arrivo nella Romagna Toscana, la sua diffusione nel territorio indagato e gli sconvolgimenti che provocava nei malati, nelle loro famiglie e nelle comunità rurali. Oltre alle informazioni desunte dalle descrizioni dei medici, sono qui raccontate le storie di alcuni pellagrosi ricoverati nel Manicomio di Imola e ne sono descritte le condizioni di vita e salute. Ampio spazio hanno anche le testimonianze sulla pellagra e sui pellagrosi presenti nelle opere letterarie (poesia, teatro, romanzo, etc.) pubblicate in Italia e anche quelle raccolte e documentate dai folkloristi in Emilia Romagna in proverbi, indovinelli, canti popolari ed altro ancora. Ne emerge una storia drammatica, determinata da un complesso intreccio di fattori di natura scientifica, geografica, ecologica, climatica, demografica, economica ed amministrativa, la cui conoscenza aiuta a comprendere meglio le precarie condizioni di vita di gran parte della popolazione rurale della Romagna in quel periodo. -
Corsivi romagnoli. Cronache, progetti e ricordi di Lugo e del suo territorio. Un nido di memorie
Nella sua nota introduttiva, l'autore confessa di aver sempre amato raccontar fatti, spinto da un amore per la sua terra che, come il lettore vedrà, attraversa ogni pagina del libro: una disposizione al narrare che si accompagna alla passione per il melodramma e per il circo e per il gusto di conoscere e di sapere. Da questo incrocio nasce un mondo di riflessioni, aneddoti, memorie, fatti e personaggi descritto in una prosa svelta e cordiale: un mondo chiamato a recitare la sua propria commedia perché nulla di essa vada perduto nella memoria dei nipoti, degli amici, degli uomini e delle donne di Lugo e dei suoi dintorni, fino alla Massa Lombarda nativa e ai territori vicini. Passano così pagine ora commosse dalle piena dei ricordi, ora rese allegre dall'aria di commedia nella quale il narratore evoca spesso i suoi orizzonti di vita, tra musici e maestri circensi, cantanti d'opera e attori di teatro, figure minute di intellettuali e di amici, progetti e passioni intorno alla vita culturale del territorio, memorie di antichi fatti, e insomma le città della Bassa nei cui quotidiani fermenti passa la storia del loro e del nostro mondo [rc]. -
La valigia delle idee
La poesia di Piero Poggialini trae la sua linfa vitale dall'esistenzialità più vibrante e sincera: qualcosa, per stessa definizione del suo autore, che deve suscitare la curiosità e il piacere di essere letto perché ognuno può rispecchiarvisi e confrontarvisi originandosi la scrittura da emozioni che hanno il loro comune denominatore in esperienze di vita condivise da tanti. Scaturito da un nucleo incandescente di ricordi vivi, di struggimenti, di nostalgie, di rimpianti, di nodi esistenziali mai pienamente sciolti e per ciò stesso ancora oggi fecondi, ma anche di squarci sereni e di un afflato costante verso l'amore e l'affettività diffusa, il dèmone ispiratore di questa poesia è quello di voler fissare su carta, in una forma sempre mutevole di equilibri sfuggenti e indefiniti (gli indefiniti confini, appunto), la sublimazione estetica di una materia tuttora vivissima nell'autore e quasi inafferrabile nella sua cangiante natura. Una poesia rievocativa ed introspettiva al tempo stesso, che delle memorie compie un'analisi lucida ma ancora sospesa e non definitiva. Da qui l'evoluzione, la ricerca, il venire a patti con sé stessi che ne costituiscono la cifra formale e sostanziale più evidente [dalla presentazione di Leardo Mascanzoni]. -
Cesena criminale
Un viaggio nella storia di Cesena: questo è quello che ci propone Paolo Turroni in questo volume, che idealmente chiude la sua trilogia cesenate, comprendente i testi sulla Biblioteca Malatestiana e sulla festa di San Giovanni. Si tratta di un viaggio molto diverso dai precedenti, che pone l'attenzione alle pagine più oscure della storia cesenate. Crimini, delitti, violenze di ogni tipo aspettano il lettore che voglia scoprire il passato più tenebroso della città a forma di scorpione. Iniziando da un famosissimo lancio di dadi percorrerete duemila anni di storia, passando per la peggiore strage della storia cesenate, il sacco dei Bretoni del 1377, per la dominazione malatestiana, lungo l'età pontificia, fino agli albori del XX secolo, quando un celebre letterato rischiò che un marito geloso ponesse fine alla sua vita. In mezzo eretici, fenomeni paranormali, principi crudeli, minatori arrabbiati, donne e fanciulle abusate. Non ci saranno solo tragedie in queste pagine, perché a volte anche certi crimini possono persino essere un po' comici, come la storia di un dottore trasformato in mummia. Di questo e molto altro potrete leggere in questo libro, che si raccomanda sia agli amatori della storia locale, sia a chi vuole leggere delle storie interessanti, narrate quasi fossero un romanzo. -
La Romagna nel Cinquecento. Vol. 3: Ambiente, uomini, colture del territorio.
Questo volume della Romagna nel Cinquecento - il terzo della serie, dedicato ad ambiente, uomini, colture del territorio - è un'opera ricca di stimoli per la vasta offerta di dati e materiali utili alla migliore conoscenza intorno agli di usi e costumi del nostri territori e alla storia nel contesto regionale. L'opera è suddivisa in tre sezioni: Ambiente e territorio, Uomini, Colture del territorio. Nella prima si assumono come oggetto di studio le descrizioni della Romagna e dei suoi territori, variamente osservati, comprese le terra disegnate e rappresentate, senza dimenticare bonifiche, insediamenti e strutture urbane; nella seconda si presta attenzione a dinamiche, contesti e rilevazioni della popolazione fra Stato e Chiesa con particolare attenzione ai due casi di Forlì e Ravenna, nonché a società e famiglia a Rimini; nella terza si considerano colture, paesaggio e cultura del territorio, acque e mulini, delizie del cielo e del mare, dalla produzione di vini al sale, non trascurando la ricerca sulla terra e sotto terra, dal guado alla seta, allo zolfo. Segue un'appendice relativa alle città e ad alcune descrizioni particolari, e soprattutto alla popolazione romagnola, con dati generali e dati particolari riferiti alle città e ai territori di Imola, Ravenna, Cervia, Faenza, Forlì, Bertinoro, Cesena, Sarsina e Rimini. -
Quel mattino che...
Nel suo saggio ""Della Bellezza"""", Francis Bacon scrive: """"Non c'è bellezza eccellente che non abbia qualche stranezza nelle proporzioni"""". Quale migliore definizione per un saggio divulgativo che ha la struttura del romanzo? Quel mattino che, attraverso le vicende di quotidiane avversità o fortunati incontri dei suoi personaggi, voci narranti che guidano il lettore, si dipana come un percorso di conoscenza emotiva divulgando in maniera semplice e comprensibile i meccanismi e i contenuti dell'astrologia evolutiva. Raccontare - anzi, diffondere come una abat-jour notturna - la luce tenue delle stelle, trasforma il saggio in un atto dell'immaginazione, anche se si tratta in parte di una memoria biografica e in parte di una conoscenza acquisita con lunghi anni di studio, qui condivise. Abilmente suddiviso fra affetti e comunione d'intenti, le autrici propongono al lettore un abile mix di umane passioni e di viaggio nel nostro mondo interiore. Nel romanzo-saggio infatti si ha una narrazione funzionale soggetta a un'inserzione di discorso astratto che rallenta e amplifica il tempo dell'azione, permette aggiunte e libertà delle storie narrate che il saggio puro e semplice, costretto a un'aderenza empirica a fatti realmente avvenuti, non può concedersi. La vita di Loretta Lombardi ha una svolta: """"quel mattino che..."""" le fu diagnosticato un tumore al seno (risolto nel migliore dei modi) si manifesta il suo bisogno di cambiare rotta e seguire la sua passione per diffondere l'astrologia qualificata."" -
Specchio d'ombra
Una silloge poetica, risultato di un'esperienza di meditazione e studio, frutto di una immersione totale nel mondo della Poetica d'autore. Non vi è fedeltà a uno stile bensì una ricerca costante che sperimenta, con la disciplina dell'allievo che studia il Maestro, cosa significhi oggi ""fare/scrivere poesia"""" traendo costante regola dalle metriche e dai ritmi degli amatissimi Poeti, compagni nel cammino dell'anima, da Antonio Machado a Leonardo Sinisgalli. Una Poetry Therapy che si avvale della guida ferma e puntigliosa di chi ben conosce il benedetto tocco rivelatore del componimento poetico. Una conseguenza evidente del modo di vivere dell'autore, del suo affrontare la realtà con l'esigenza di penetrarne le pieghe più oscure e con la perseveranza di chi rifiuta di rassegnarsi al non vedere oltre la superficie delle cose, cogliendo in profondità verità nascoste, riscoprendo emozioni e sentimenti per esprimere la propria sofferta interiorità. Scaturisce così tra i versi una indagine puntigliosa e invitta che mira a cogliere quelle verità difficili da negare per recuperare le proprie origini di appartenenza al consorzio umano sempre più depauperato da uno smodato consumo emotivo finalizzato al nulla [Rosarita Berardi]."" -
I Ghibellini del Montefeltro e della terra di Romagna. Battaglie e gloria fra tante pellegrine spade
Il viaggiatore che nel secolo dei Lumi raggiunse Urbino e passeggiò per le vie della città, abbracciato dal caldo riflesso del sole, dovette ammirare con innegabile emozione il rosso dorato delle storiche facciate e, forse, cercò d'immaginare come poteva essere la vita quotidiana degli urbinati nei tempi memorabili della loro grandezza. Dal vasto prato antistante la trecentesca Fortezza Albornoz, il suo sguardo dovette spaziare sulla complessa e maestosa città e rimanere abbagliato, quasi disorientato, dalla visione del superbo Palazzo Ducale, germinato dal Rinascimento leggiadro e magnifico che caratterizzò il governo di Federico da Montefeltro. Varcata la soglia dell'austero portale d'ingresso non poté non alzare lo sguardo sull'enorme volta del soffitto sorretto da colonne che parevano perdersi nell'infinito, e lungo la scalinata d'onore osservare intarsi, fregi, insegne araldiche e il busto marmoreo del duca Federico, mentre attente guardie seguivano i suoi passi e leggevano nei suoi occhi l'emozione di coloro che, per la prima volta, erano entrati in quel mondo fiabesco. Probabilmente già doveva sapere che gli artefici dell'ineguagliabile capolavoro erano stati i famosi artisti e architetti, Luciano Laurana e Francesco di Giorgio Martini, il primo, un dalmata che aveva infuso grazia e bellezza alle forme architettoniche del Palazzo, il secondo, un senese poliedrico assunto dal duca per terminarlo e dotarlo dei migliori confort dell'epoca. Il viaggiatore cercò d'imprimere nella mente e nel cuore le immagini di un mondo in cui aleggiava ancora il respiro del grande Federico, un'esperienza irripetibile che avrebbe certamente affidato al diario del suo gran tour italiano. Il sole doveva essere vicino al tramonto quando, in sella al suo cavallo, riprese il viaggio. Per certo doveva portare nel cuore l'incanto della città, lo stesso che, mutato quel che cè da mutare, proveranno i lettori di questa storia straordinaria dei Montefeltro, rievocata con intensa passione da Carlo Dal Monte. -
Opere per il teatro. Dieci pièce per un'infanzia senza età 1986-2010
Le opere pubblicate in questo volume antologico rappresentano una parte significativa di un corpus di 47 testi, registrati da Franco Mescolini alla Siae e da lui mai pubblicati, e di altre scritture che un gruppo di amici e allievi sta pazientemente ricostruendo. Le dieci pièce scelte, come preferiva chiamare i testi teatrali, appartengono al periodo iniziato nel 1986, durante il quale, l'autore ha mostrato un'attenzione nuova per il Teatro ragazzi, per produzioni che comunque egli pensava per pubblici di grandi e piccini: sono accomunate dalla centralità del Teatro, sia perché la scrittura è per la scena, interagisce con la fisicità dell'evento, con la fatica del lavoro attoriale, sia perché l'azione si snoda al margine temporale e spaziale di un palcoscenico nella sua malinconica umanità. Teatro nel teatro, una vita che diviene teatro e viceversa, come nella migliore tradizione drammaturgica italiana, in cui Mescolini si inserisce con merito e qualità. Con una drammaturgia di Alberto Gozzi e una biografia scritta da Franco Bazzocchi. -
Voli nel vento
Come scrive Leonardo Altieri, ""Voli nel vento"""" raccoglie tutte le poesie in versi liberi nati nel corso di un'intera vita, dalla fine dell'infanzia ad oggi, secondo che mostrano le date apposte in calce ad ogni poesia. Dunque, un diario in versi, ogni volta nuovo nei temi, nella perizia dello scrittore, negli orizzonti umani tra l'io e il noi nei quali si svolge la vita di ciascuno, sia pure con intenti, idealità e tensioni in ognuno diverse. I tempi del libro, indicati nelle sue tre sezioni, mostrano immediatamente i mondi nei quali la poesia si muove: Voli di passero raccoglie le poesie scritte tra adolescenza e giovinezza, il tempo magico e sognante della scoperta di quel che siamo e vogliamo e della conturbante scoperta dei sentimenti; la seconda parte, Voli nel movimento, è fortemente influenzata dai movimenti sociali in cui l'autore si è coinvolto, tra sogno, utopia e storia e nella totalità di un impegno il cui calore e la cui energia ci permettono l'ineguagliabile esperienza della passione politica e sociale e nello stesso tempo permettono la piena consapevolezza del nostro essere nella storia; la terza parte, Voli dal Castello - dove il Castello è l'abbreviazione popolare della nativa località dell'autore - distende una sorta di bilancio esistenziale: quel che siamo e quel che siamo stati; che senso abbiamo dato alla nostra vita, come singolo centro di desideri e di progetti, come genitori, come docenti, come attivisti; quel che siamo, nel rapporto tra il cimento di ogni giorno e il mondo ideale nel quale soprattutto si realizza la pienezza del nostro essere."" -
Fino a farti fiorire
In queste pagine aleggia, come garante, una trama che potremmo far rientrare nel genere romanzo di formazione, ben sapendo che tale categoria si occupa genericamente del processo di crescita, formazione e maturazione di un giovane protagonista - in questo caso preadolescente - alle prese con un difficile passaggio della sua crescita. Il romanzo di formazione ha caratteristiche definibili che constano di una serie di prove, di errori e disillusioni, attraverso i quali il protagonista perviene a una maggior conoscenza di sé, delle proprie capacità e dei propri limiti, giungendo infine a istaurare un rapporto positivo, o per lo meno di compromesso, con se stesso e con la realtà circostante. Ma l'autore di questo delicato romanzo non si limita a ciò e armato di una prosa poetica e leggera compone un romanzo di formazione per adulti e in particolare per genitori di questo nuovo aggrovigliato, confuso e incapace millennio. E prendendoli garbatamente per mano li porta davanti allo specchio a riflettere sui gineprai nei quali, pur con le migliori intenzioni, lasciano i propri figli mentre loro ruzzano smarriti fra crisi di coppia e briciole d'identità perdute. Il volo fiabesco che anima il romanzo di Milos Fabbri miscela abilmente motivi di riflessione e nostalgie d'infanzia: materia cara a tutti gli adulti che non hanno mai rinunciato a sognare. -
Storia politica di Cesenatico. Dal secondo dopoguerra ad oggi
Il libro racconta la storia di Cesenatico dal dopoguerra fino all'attuale giunta (2020), dal punto di vista politico e sociale. L'autore, insegnante di storia, si è basato sull'analisi dei documenti conservati presso l'Archivio Comunale e da alcune interviste con protagonisti della vita politica, per ricostruire le vicende delle amministrazioni che si sono susseguite nel corso di oltre settant'anni. Partendo dal periodo di occupazione alleata, con il governo provvisorio del '44-'45 e dalle prime elezioni libere del 1946, si segue poi la fase della ricostruzione e del grande sviluppo urbanistico degli anni '50, '60 e '70, di cui sono riportate le discussioni e le decisioni prese dai vari Consigli Comunali, e il periodo degli anni '80, nel quale si assiste ad una inedita alleanza fra comunisti e repubblicani. Fino ad arrivare agli anni di Tangentopoli, che modificherà enormemente l'assetto della giunta e del consiglio, dando nuova forma alla figura del sindaco. Chiude il libro un'appendice con gli elenchi dei vari Consigli Comunali e relative Giunte. -
E poi arriva quel giorno
La giovane protagonista con la sua ironia e forza introspettiva catapulta il lettore all'interno di un intrigante percorso dell'inconscio tra rivelazioni, delusioni, scoperte e conquiste alla ricerca del vero amore. Arriva il giorno in cui la vita lancia un segnale: non è più tempo solo di sognare ad occhi aperti ma di vivere e mettersi in gioco. Quel giorno è arrivato per Sophia e Alexander che assieme affronteranno un incredibile percorso di vita, protagonisti di un arricchente viaggio interiore, pellegrini neofiti nella geografi a dei sentimenti. La scrittura fresca e frizzante dell'autrice immerge il lettore all'interno di un ragionamento che si evolve e dispiega pagina dopo pagina, tra conflitti interiori ed esteriori, ripercorrendo lo sviluppo di un sentimento senza età: una storia d'amore dove l'amore è tutto da scoprire, costruire, gestire, addomesticare e conquistare. Alla soglia dell'età adulta, Sophia e Alexander accoglieranno la sfida del destino contro tutto, anche contro se stessi. Tanti scenari si apriranno sulla storia dei due amanti, tra bugie, intrighi, sorprese e rivincite in un'escalation verso la verità del cuore [dalla presentazione di Giulia Mauro]. -
L' isola dei poeti. Racconti per tutte le età. La Resistenza e i poeti del Circolo del Giudizio
Santarcangelo di Romagna, anni '60. Al Caffè Trieste, un giorno di primavera. I poeti del Circolo del Giudizio - Tonino Guerra, Gianni Fucci, Giuliana Rocchi, Flavio Nicolini, Nino Pedretti, Raffaello Baldini, ciascuno di ritorno da un luogo diverso - si ritrovano intorno a un tavolo per parlare di poesia. A turbare il loro sereno conversare arrivano due presenze inquiete, un ragazzo e un vecchio, che sconvolgono i loro piani. Il ragazzo costringe ciascuno a tornare con la memoria al ventennio fascista, quando anche loro erano ragazzi. Il vecchio, che in passato è stato il loro dottore, li porta a conoscere la parte più buia della storia di quel periodo, così oscura che su di essa qualcuno vorrebbe erigere il muro del segreto. Dal filo della memoria emergono così sette racconti sul ventennio fascista e sulla Liberazione di Santarcangelo di Romagna, segnati dal senso profondo di umana solidarietà dei protagonisti e dalla loro sensibilità di poeti. La testimonianza storica variamente raccolta nel libro, fino al vertice finale del racconto del ragazzo dalle cento bandierine rosse, potrà forse alimentare - specie nei giovani lettori - consapevolezze nuove, e tra esse l'umana necessità di partecipare alle vicende di tutti, così da collaborare alla costruzione di un futuro più bello e lieve, come la voce dei poeti. -
Uomini e lupi in Romagna e dintorni. Realtà e mito, attualità e storia
Il lupo è un animale straordinario. Qualcuno direbbe ""nel bene e nel male"""", ma il bene e il male, per il lupo, non esistono: quelli sono concetti tipicamente umani. Gli animali selvatici agiscono secondo natura, niente di ciò che fanno può essere giudicato con i nostri parametri e la nostra morale. Il lupo è straordinario perché è un emblema di fierezza, libertà, forza; è un predatore eccezionale, organizzato e infallibile. Ed è straordinario anche perché ha saputo adattarsi a mille cambiamenti, contendendo a lungo all'uomo spazi, risorse e il primato di dominatore dell'emisfero settentrionale del pianeta. È molto amato da chi si sente vicino alle cose della natura, e molto odiato da chi lo vede come un assassino e un avversario. Ma questi sentimenti contrapposti sono tipicamente umani, e dunque non congrui al caso. Invece, per secoli, l'uomo ha rappresentato il lupo come un crudele uccisore di animali e di persone, malvagio e antropofago, infido e letale. Una specie contro la quale era non solo lecito, ma doveroso mettere in atto pratiche di sterminio. Per contro, certe posizioni e pubblicazioni degli ultimi decenni hanno ugualmente manipolato la realtà, negando che il lupo si sia mai comportato... da lupo, e sottacendo la verità storica di momenti e situazioni in cui il rapporto uomo-animale si era fatto critico per entrambi (certo, per responsabilità dell'uomo e non del lupo). Con un'approfondita ricerca storico-documentaria Eraldo Baldini ricostruisce il millenario rapporto uomo-lupo in Romagna e dintorni. Ci fa anche conoscere come questo animale sia divenuto protagonista del mito, della cultura popolare, delle fiabe. Il co-autore Marco Galaverni, uno dei massimi esperti italiani del settore, dà poi conto della situazione odierna, della sua recente evoluzione e di come il lupo abbia potuto """"riconquistare"""", anche da noi, presenza e spazi, nel raggiungimento di una realtà molto positiva dal punto di vista ecologico e naturalistico e, nel contempo, nel ripresentarsi di problematiche da affrontare con razionalità e con nuove sensibilità. Prefazione di Massimiliano Costa."" -
I tesori gastronomici dell'Appennino casentinese. Raviggiolo, tortello alla lastra, ciavarro o salsiccia matta romagnola all'aglio, o sambudello toscano
Negli anni dei suoi ""vagabondaggi"""" e delle sue indagini, al nascere di Slow Food (di cui fu uno dei fondatori), per Graziano Pozzetto la scoperta dell'Alto Appennino tosco-romagnolo e delle Foreste del Casentino fu come un dono prezioso, l'esperienza di sapori e profumi capaci di gratificare non solo il palato - quello evocato da Tonino Guerra quando ricordava «il raviggiolo freschissimo di Casteldelci» come «una carezza del palato!» -, ma anche il cuore e l'anima: la conoscenza dell'identità montanara; una bio-diversità (antelitteram) autentica; uno spirito di appartenenza ad un'altra Romagna, più silenziosa e genuina; una cultura gastronomica non priva di storiche contaminazioni toscane, nel felice legame identitario di due regioni: tutto questo significò per il nostro grande maestro della tavola l'incontro con gli orizzonti del Casentino e dei suoi territori. Così, in questo volume - l'ultimo delle sue numerose opere, ma non ancora l'ultimo della sua vita, per la sua passione e la sua sapienza di massimo degli esperti romagnoli della cucina e tra i primi in Italia - Graziano si è proposto di codificare una cultura montanara tra le più rappresentative. Lo ha fatto concentrandosi sullo studio di tre specialità: il raviggiolo presidio Slow Food; il tipico tortello alla lastra; il caratteristico ed esclusivo ciavarro o salsiccia matta all'aglio (il sambudello del versante toscano), assumendole come rappresentative di un intero mondo: del quale, come sempre, l'autore ci rende storia e cultura, uomini e paesi, dicerie e leggende, idiosincrasie e polemiche, e insomma un intero universo, ricostruito nelle ridenti allegrezze della tavola [rc]."" -
Lievito nel pane. La forza del ricordo
"Sotto gli archi del «Ponte Vecchio» abbiamo accolto questo libro come un dono, per la struggente bellezza delle sue pagine, per una ininterrotta celebrazione del ricordo, che nemmeno per un poco si abbandona alla retorica del buon tempo andato, bensì riporta sulla pagina le intatte purezze della memoria e di esse si alimenta nella consapevolezza del loro intatto valore, cui non sono necessari gli orpelli della letterarietà. Sergio sa bene come le nostre origini - e per lui i luoghi e gli eventi, le donne e gli uomini della nativa Savignano di Rigo, nella Romagna aerea dell'Appennino - segnino per sempre quel che per sempre saremo, sa bene come ognuno di noi sia soprattutto la sua propria memoria, in primo luogo quella del tempo incantato e sognante dell'infanzia. In ciò la forza del ricordo, la sua tirannia e il suo valore. In questo orizzonte, un poeta ricco di una lucida consapevolezza di quel che sia la poesia distende per noi una tenera, incantata spoon river romagnola, insieme tragica e dolcissima, nata dalla saggezza di chi ha piena cognizione di come la gioia e il dolore se ne vadano insieme in questo viaggio al quale per avventura abbiamo dato il nome di vita."""" (Roberto Casalini)" -
I cembali del mondo
Il Cymbalum mundi, breve operetta del 1537, anonima ma da sempre attribuita a Bonaventure Des Périers (autore francese contemporaneo di Rabelais), suscita più che mai, oggi, l'interesse dei lettori della critica. Ambiguo, enigmatico, complesso, il Cymbalum (che deve il suo titolo sia a Plinio, sia a S. Paolo) è stato a lungo interpretato come opera irriverente e blasfema, in cui il personaggio di Mercurio, rappresenterebbe Gesù e il libro di cui si parla nel primo dialogo la Bibbia. Poi sono subentrate altre letture: una lettura ortodossa, un'altra scettica (sollecitata dal modello dei dialoghi di Luciano), un'altra di sapore evangelico (Des Périers era valet di Margherita di Navarra, sorella di Francesco I e legato agli ambienti e agli esponenti che aderivano ai programmi di un riformismo moderato). La lettura che qui, per la prima volta, proponiamo in veste italiana (ma con testo a fronte), si ispira agli studi di V. L. Saulnier e insiste sulla proposta, di cui il libretto verosimilmente è portavoce, di una ricerca interiore e di una religiosa introspezione che comportino la pratica del silenzio -
La costituzione. Il pilastro di cristallo
Questo volume offre uno sguardo storico sulla origine dell'idea costituzionale nell'Europa moderna e sulla genesi della Carta fondamentale della Repubblica italiana nata dalla lotta antifascista, assieme a un'analisi attuale e informata sullo stato presente della nostra democrazia. Un'opera a un tempo divulgativa e di intervento civile, atta a esser sia testo di supporto a corsi di educazione civica e di storia costituzionale sia volume di approfondimento per il lettore desideroso di conoscere meglio vita e struttura del pilastro della propria libertà. In appendice i testi in versione integrale dello Statuto Albertino e della Costituzione della Repubblica italiana nella sua attuale stesura e con in nota gli articoli modificati o soppressi dalla sua promulgazione a oggi. -
Il pensiero politico nella Repubblica di Weimar. Carl Schmitt, Hermann Heller, Gerhard Leibhloz
Dopo la disfatta della Germania nella prima guerra mondiale, la città di Weimar venne scelta come sede dell'assemblea costituente da cui nacque la Repubblica, che durò fino alla presa del potere da parte dei nazisti nel 1933. Durante la sua breve vita la Repubblica di Weimar, la nuova Germania, produsse opere eccelse in ogni campo del sapere e dell'arte, ma il suo sistema politico, pur fondato su una carta costituzionale frutto di grande sapienza giuridica, presentava debolezze e contraddizioni che furono causa non ultima della sua fine e che diedero vita a un intenso dibattito teorico, incastonato in una ricchissima produzione di teoria politica. Di questa produzione si tracciano in questo libro le linee essenziali, con riferimento a tre fra i maggiori autori, il cui pensiero politico è, per aspetti diversi, di grandissima attualità, in quanto investe, tra l'altro, il problema della crisi dei sistemi rappresentativi.