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L' infelicità dei letterati
"L'infelicità dei letterati"""" (De litteratorum infelicitate), opera scritta in latino dall'umanista Pierio Valeriano nel 1529, è un capolavoro della letteratura rinascimentale. Composto dopo il Sacco di Roma (1527) per rivelare all'Europa il danno portato da lanzi e spagnoli alla capitale della cultura, diventa nella prosa del Valeriano non solo l'evocazione del crepuscolo di una civiltà, ma anche un'indagine sociologica imprevedibile. Molto prima della violenza portata nell'Urbe dalle soldatesche di Carlo V, la condizione dei letterati italiani appare a Valeriano difficile e dolorosa. Vittime dell.umore dei mecenati, pedagoghi mal retribuiti, segretari di principi più amanti delle armi che della poesia, gli scrittori cari al nostro umanista sono visti come un anello debole della società. Un'opera di cui il saggio in forma di dialogo del Valeriano costituisce l'ombra necessaria, un vero Antirinascimento contrapposto al Rinascimento." -
La storia infinita. Marx, il liberalismo e la maledizione di Nietzsche
Quando nel 1989, con la caduta del Muro di Berlino, molti pensarono di trovarsi di fronte nientemeno che alla ""fine della Storia"""", si commise un gravissimo errore, prontamente smentito dai tragici eventi del l'11 settembre 2001. Pensare che la Storia fosse ormai abitata soltanto dal liberalismo, che questi avesse definitivamente sconfitto le istanze della corrente di pensiero avversa, il socialismo, senza per giunta lasciarsene minimamente influenzare, rappresentò un'illusione che va assolutamente superata se si vuole comprendere il mondo contemporaneo. Che è figlio tanto di Marx quanto di Locke e delle rispettive tradizioni di pensiero. Senza contare la presenza di quell'ospite assai inquietante, e filosoficamente destabilizzante, che per la cultura occidentale è stato Nietzsche. Tra indagine filosofica ed analisi storica, questo libro si presenta come un'articolata e ambiziosa ricostruzione di molte delle idee e delle vicende più importanti dell'Occidente, analizzate in maniera nuova e spregiudicata e con l'intento di superare quei luoghi comuni che hanno condotto all'illusione che la Storia sia finita."" -
La fortuna. Testo latino a fronte
Il trattato sulla Fortuna di Pontano, segretario dei re Aragonesi di Napoli, porta i segni della tragedia che si consumò nel Meridione fra il 1500 e il 1503, e conclude significativamente l'attività di uno scrittore prolifico, per lo più noto soltanto come uno dei maggiori poeti latini del Rinascimento. Edito postumo nel 1512, e, quasi per un gioco della sorte, alla vigilia del Principe di Machiavelli - al quale la riflessione pontaniana sulla ""fortuna"""" non è da escludere che fosse nota - viene ora riproposto, a cinquecento anni di distanza dalla prima edizione. Francesco Tateo, nel lungo saggio introduttivo, ripercorre i problemi testuali, i temi filosofici e teologici dell'opera, e sottolinea che il testo, presto rimosso dalla cultura ufficiale cattolica, deve l'immeritato oblio al suo pensiero pessimistico e paganeggiante."" -
Storia del Rinascimento cristiano in Italia
"La Storia del Rinascimento cristiano in Italia"""" di Vladimir N. Zabughin è un libro che il letterato russo dedicò alla cultura del paese che seppe ospitarlo come professore di Filologia umanistica a Roma, dopo la tragedia della Rivoluzione del 1917. Studioso d'inquieta spiritualità, Zabughin vi rilegge la storia letteraria e filosofica dall'età di Dante a quella di Tasso, per scrutarne l'intersezione fra cultura laica e religiosa dall'aurora rinascimentale all'età barocca. Nel saggio emerge una rigorosa storia di pensiero etico e metafisico ricostruito tra autori maggiori e minori, taluni ancor oggi poco frequentati da critica e lettori (Maffeo Vegio, Gregorio Correr, Enea Silvio Piccolomini, il Pontano e il Sannazaro latini, Giacomo Bona Girolamo Vida...). Le fini correlazioni tra testi, musica e arti figurative coeve, rendono l'affresco di Zabughin opera degna della storiografia tedesca di modello hegeliano (Geistesgeschichte). Ma soprattutto isolano il singolare libro apparso incompiuto e postumo nel 1924 sia dal contesto della scuola storica allora imperante in Italia, sia dalle visioni estetizzanti e pagane del Rinascimento debitrici di Jacob Burckhardt e Georg Voigt." -
La tavola di Cebete. Testo greco a fronte
Opera di un anonimo autore eclettico vissuto tra il I e il II secolo d. C., scritta in una lingua così semplice da guadagnarle il titolo di ""classico"""" nell'insegnamento del greco dal Rinascimento fino a tutto l'Ottocento, la Tavola di Cebete segue gli itinerari dell'uomo virtuoso nella vita, dacché nasce fino al conseguimento della felicità, mostrando da un lato le fatiche di un'esistenza spesa alla ricerca della sapienza e della virtù, dall'altro i fallimenti e le disillusioni di coloro che si lasciano ammaliare dalla fortuna e dai vizi. Il nome di Cebete rimanda alla veneranda tradizione pitagorica, cui la Tavola non appartiene per contenuti, giacché la sua dottrina si inserisce pienamente nell'ambito della morale ellenistica, variamente influenzata dal platonismo, dal cinismo e dallo stoicismo. Tanto ammirata da umanisti del calibro del Giraldi e del Gronovio, e ricordata da Vico, Campanella e Leopardi, la Tavola di Cebete è caduta nell'oblio da quando l'interesse per la sua dottrina morale non ha più stimolato letterati e filosofi, insegnanti e studenti."" -
La responsabilità penale del medico
"Il testo di Maria De Simone Palatucci, """"La responsabilità penale del medico"""" ripercorre con rigore e passione le alterne vicende dottrinarie e giurisprudenziali sviluppatesi intorno al cruciale problema del nesso di causalità materiale tra condotta del medico - in particolare, omissiva - ed evento dannoso, alla stregua della teoria condizionalistica, di quella probabilistica e, infine, di quella della causalità adeguata..."""" (Franco Roberti) """"L'autrice ricostruisce in modo lucido la tematica in esame, trattando con chiarezza aspetti controversi tra cui: il nesso causale e la responsabilità del medico rispetto a condotte commissive ed omissive; l'importanza sempre crescente del consenso del paziente e requisiti per il trattamento sanitario; la giurisprudenza in materia di trattamento medico arbitrario; la colpa penale medica e la responsabilità degli amministratori delle strutture sanitarie pubbliche e delle equipe mediche..."""" (Antonio Guerriero)" -
Una vita in cooperazione. Una guida al tempo e al lavoro ritrovato
Medici, psicologi, cuochi, preparatori sportivi, educatori, animatori sono alcune delle nuove figure professionali che, accanto a agricoltori, agronomi, veterinari e altre consuete figure del mondo agrario costituiscono la grande ""galassia"""" del nuovo universo dell'agricoltura italiana. Le profonde modificazioni normative apportate negli ultimi anni dall'UE al settore agricolo stanno determinando cambiamenti strutturali che consentono di ripensare la """"terra"""" come un luogo in cui tornare a piantare le radici della propria esistenza e del proprio lavoro. Per questo è stata ideata una """"guida"""" di rapida consultazione, in grado di fornire informazioni utili per imparare a costituire una cooperativa, trovare la terra, reperire i contributi e individuare le istituzioni a cui rivolgersi. Un'appendice telematica, ricca di formulari, modelli e una rassegna delle principali normative, gratuitamente consultabile sul sito della casa editrice, facilita i lettori a risolvere problemi e dubbi."" -
Ricordi di Friedrich Nietzsche
Forse nessuno di coloro che hanno scritto su Nietzsche ha partecipato per così lungo tempo e così da vicino alle vicende della sua vita. Dopo il periodo trascorso insieme nel collegio di Pforta e all'università di Bonn, Deussen è rimasto in costante rapporto con Nietzsche fino alla fine, attraverso un nutrito carteggio e vari incontri. Questi suoi Ricordi di Friedrich Nietzsche, scritti poco dopo la scomparsa dell'amico, in anni in cui il dibattito intorno alla figura del controverso filosofo andava via via accendendosi, sono un documento prezioso per conoscere Nietzsche da vicino, in una narrazione equilibrata che non sposa né la causa dei detrattori, né quella degli apologeti. -
Quo vadis, Italia?
"Quo vadis, Italia?"""" racconta lo stato di cose presente del nostro Paese: il disastro ambientale e sanitario della Campania e del Mezzogiorno d'Italia, il traffico di rifiuti tossici, l'inquinamento delle falde acquifere, la truffa degli inceneritori, l'omologazione del ceto imprenditoriale italiano alle organizzazioni criminali, la """"borghesia mafiosa"""" e la nuova classe economica dei gestori dei rifiuti. Chiunque, in qualsiasi momento, può conoscere l'ammontare del debito pubblico italiano, ma quanto pesa sulla nostra testa la distorsione dell'istituto della concessione e delle """"leggi criminogene"""" sui lavori pubblici? La spesa pubblica fuori controllo arricchisce le mafie rovinando le città, i paesaggi e le imprese oneste. Quali sono le forze economiche responsabili del disastro? Dov'è finita la dimensione della politica e dell'interesse pubblico? """"Quo vadis, Italia?"""" è dedicato a quell'Italia che lotta contro il """"blocco sociale"""", vero ostacolo a tutti gli sforzi compiuti dal 1860 ad oggi per l'Unità e per l'avanzamento democratico e civile del Paese." -
Alle fonti del Clitunno
Ulrich von Wilamowitz-Moellendorff (1848-1931), il più autorevole antichista tedesco dell'età guglielmina, apprezzava molto la figura di Giosue Carducci, soprattutto per il suo essere al tempo stesso poeta dotto, professore universitario e fiero patriota. Nel 1879 aveva ricevuto in dono da Theodor Mommsen, suo suocero, una copia delle ""Odi barbare"""". Ne rimase a tal punto affascinato da volerne tradurre alcune in lingua tedesca. Qualche anno dopo, nel 1885, tenne una conferenza in onore del moderno poeta della nazione italiana. Lo scopo dichiarato è quello di far conoscere al pubblico tedesco Carducci ed il suo celebre componimento sulle fonti del Clitumno, di cui Wilamowitz offre in chiusura una propria traduzione. Ma la conferenza spazia tra autori latini antichi e italiani moderni, tocca tematiche quali la politica augustea, la pittura del Rinascimento, la religiosità francescana, risolvendosi in un'avvincente lezione di filologia storica. Precorritrice di una Realpolitik, che alcuni decenni dopo trovò espressione nei Patti Lateranensi (1929), è l'idea che il cattolicesimo debba essere il cemento della nascente nazione italiana."" -
Bridgescape. Opere e progetti 1999-2010. Ediz. italiana e inglese
I ponti emanano un particolare fascino come elementi ordinatori del paesaggio. Probabilmente perché la loro ragione d'essere, unire, è insieme una funzione e una metafora. Per questo il ponte, nelle sue espressioni progettuali più alte, ha una sua intrinseca poetica, che deriva dall.incontro tra caratteristiche contrapposte: il bisogno di stabilità e la leggerezza visiva, il rigido calcolo strutturale e l'impatto emotivo della sua forma estetica. I progetti di Enzo Siviero presentati in questa pubblicazione sono caratterizzati proprio da questa suggestiva interpretazione, strutturale e poetica, del tema del ponte, che si pone nel solco della tradizione reinterpretandola alla luce delle più moderne possibilità strutturali. -
Nomos e guerra. Glosse al «Nomos della terra» di Carl Schmitt
Un classico tema della dottrina giuridica internazionalistica, quello delle forme di limitazione dell'esercizio della guerra, ossia dei modi di contenimento della violenza in base ai sistemi di riconoscimento propri della civilizzazione occidentale, svolto in relazione alle tesi di un autore, Carl Schmitt, ritenuto anch'egli ormai da tempo un classico del pensiero giuridico e politico del Novecento, nonché agli sviluppi in campo antropologico di una teoria generale del sacrificio: queste le coordinate entro le quali si incardina il presente tentativo di rilettura, che procede mediante ""quartamento"""" e disarticolazione in frammenti del tema esaminato, in quattro movimenti."" -
Determinazioni della «modernità» nel pensiero di Agnes Heller
La fascinazione per il concetto di modernità permea insieme la vicenda umana ed intellettuale di Agnes Heller. A partire da questa premessa, vengono colti qui i principali snodi di un pensiero che si sottrae allo stereotipo riduttivo della formazione e della militanza politica, per privilegiare il confronto aperto, squisitamente filosofico-pratico, con le antinomie sottese al nostro tempo. La riflessione di Heller emerge nella sua freschezza inimitabile, nella misura in cui, per quanto malfermo possa apparire il piano e precari siano gli approdi, è questo lo sfondo su cui si staglia il ""modo"""" plausibile di vita di un particolare soggetto di responsabilità - la """"persona buona"""" - alla cui pervicace e al contempo disarmante determinazione è demandato il compito di occupare gli interstizi morali che ancora si rintracciano nella modernità."" -
Fra Gerusalemme e Tebe. L'ebraismo utopico di Else Lasker-Schüler. Ediz. italiana e tedesca
"Nata a Elberfeld lungo la Wupper, idealmente in cielo, governo la città di Tebe e sono il suo principe Jussuf. Non ho né diciassette né settanta anni, non ho orologi e non ho tempo. I miei libri se ne vanno in giro da soli e una volta o l'altra annegheranno in mare. Denaro ne ho a volte tanto, a volte per nulla. Prima capitava che non ci credessi, ora invece lo so: sono Else Lasker-Schüler - purtroppo"""". Combinando la riflessione saggistica con la traduzione di un'ampia scelta di versi, il volume ripercorre l'itinerario creativo di una delle voci più intense della tradizione ebraico-tedesca del Novecento, dotata di un suo timbro originale """"come pochi da Goethe in giù""""." -
La congiura della verità. Testo latino a fronte
Domenica 26 aprile 1478, durante la messa post-pasquale celebrata nel Duomo di Firenze, Lorenzo e Giuliano de' Medici furono aggrediti da due drappelli di assassini: mentre Lorenzo scampò miracolosamente all'assalto, Giuliano stramazzò sotto una scarica di colpi efferati. Poliziano, poeta e amico dei fratelli Medici, ne contò diciannove, contemplando con orrore il cadavere dello sventurato venticinquenne che giaceva immerso nel suo sangue, miserabilmente martoriato. Lasciando incompiute le ""Stanze per la giostra"""", iniziate per Giuliano nel 1475, compose di getto il """"Commentarium Pactianae coniurationis"""", una drammatica rievocazione del sanguinoso attentato. Ma qual era la verità di quella congiura? Poliziano raccontò soltanto metà della storia, ritraendo in gran dettaglio l'immoralità dei cospiratori, ma non rivelando chi erano i registi occulti del complotto. Tale compito fu assunto dal furioso Gentile Becchi, ex tutore di Lorenzo e Giuliano e vescovo di Arezzo."" -
Chi siamo. Letteratura e identità italiana
A differenza di altri Paesi europei (come la Francia, la Spagna e l'Inghilterra) l'Italia ha raggiunto la propria unità e indipendenza molto tardivamente: nella seconda metà dell'Ottocento. Si può dunque dire che fino al Risorgimento l'Italia è esistita soltanto in virtù della letteratura, nella quale ha trovato paradossalmente l'identità che non aveva sul piano politico, civile e sociale. Ne è derivata una condizione singolare e contraddittoria, fatta di miseria e di grandezza, di vizi e di splendori, della quale Mario Andrea Rigoni evoca, in questa acuta analisi, sia le cause storico-antropologiche remote sia le conseguenze attuali. -
Giovanni Palatucci un giusto e un martire cristiano
"Nel mare magnum della Shoàh - espressione radicale e immedicabile, lato sinistro e notturno del 'secolo degli orrori', con la sua indiscernibilità e misteriosità imperscrutabili - il giovane questore reggente di Fiume ancora italiana, dottor Giovanni Palatucci, dopo aver sistematicamente e ininterrottamente soccorso perseguitati di ogni genere, in primis ebrei, per almeno sette anni, dalla promulgazione delle nefande leggi razziali del 1938 fino al suo arresto il 13 settembre 1944, sottraendone almeno 5000 ai rastrellamenti dei nazisti, com'è comprovato da testimonianze univoche e incontrovertibili, il 10 febbraio 1945 veniva falcidiato nel lager di Dachau, ove era stato ristretto circa tre mesi prima, da un'infezione di tifo petecchiale, o direttamente ucciso con una iniezione letale, come testimonia Giuseppe Gregorio Gregori, compagno di baracca di Giovanni nei suoi ultimi cento giorni di vita""""." -
Leggendo Lucrezio. Ediz. italiana e tedesca
Pubblicata nel 1924 all'interno dell'edizione del ""De rerum natura"""" curata da Hermann Diels, la Prefazione di Albert Einstein costituisce un curiosum di non trascurabile interesse. Lungi dal considerare Lucrezio un precursore della fisica moderna, Einstein rivolge al poeta romano una critica che è, come ha notato Luciano Canfora, intelligentissima, e al tempo stesso rispettosa e severa."" -
Ricrodi di Schopenhauer privato
Schopenhauer amico dei bambini! Chi l'avrebbe detto? Giovanissimo, nel 1813, scrisse: ""È giusto ma duro che, per aver gridato noi un paio d'anni, dobbiamo sentire gridare bambini per tutta la vita"""". Eppure sappiamo che nel suo ultimo anno di vita ebbe affezioni quasi paterne per Julius Frank, un bambino di otto anni, che Schopenhauer aveva salvato dall'annegamento: a lui regalò anche un proprio ritratto. Da questi ricordi di Lucia Franz, scritti cinquant'anni dopo la morte di Schopenhauer, lo stereotipo del filosofo bizzarro, scontroso, misantropo esce alquanto modificato: con la piccola Lucia e l'amatissimo cane Atma, il vecchio Arthur gioca come un nonno qualsiasi. Quando la Franz descrive Schopenhauer che lancia in alto le salsicce perché Atma le prenda al volo, non possiamo fare a meno di sorridere e di pensare che il filosofo che aveva definito la maggior parte degli uomini merce di fabbrica della natura è ricordato con affetto da uno di quei bambini divenuti adulti."" -
Fuga dalla storia? La rivoluzione russa e la rivoluzione cinese oggi
Nel 1818, in piena Restaurazione e in un momento in cui il fallimento della rivoluzione francese appariva evidente, anche coloro che inizialmente l'avevano salutata con favore prendevano le distanze dalla vicenda storica iniziata nel 1789: era stata un vergognoso tradimento di nobili ideali. In questo senso Byron cantava: ""Ma la Francia si inebriò di sangue per vomitare delitti/ Ed i suoi Saturnali sono stati fatali/ alla causa della Libertà, in ogni epoca e per ogni Terra"""". Dobbiamo oggi far nostra questa disperazione, limitandoci solo a sostituire la data del 1917 a quella del 1789 e la causa del socialismo alla """"causa della libertà""""? Confutando i luoghi comuni dell'ideologia dominante, Losurdo analizza e documenta l'enorme potenziale di emancipazione scaturito dalla rivoluzione russa e dalla rivoluzione cinese. Quest'ultima, dopo aver liberato prima dal dominio coloniale e poi dalla fame un quinto dell'umanità, mette oggi in discussione al tempo stesso l'""""epoca colombiana"""" e il modo tradizionale di intendere la lezione di Marx.""