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De eloquentia latina saec. XVII et XVIII dialogus
La letteratura latina del Seicento e del Settecento si presenta oggi come un'indigesta moles di mille nomi. Ma non tutti quelli che hanno scritto in latino sono grandi maestri. Il compito di questo libro è appunto quello di fare una scelta degli autori più importanti. Si tratta non solo di stabilir per la prima volta il canone degli autori, ma anche di mostrare una tradizione spirituale ch'è quasi sconosciuta ai più. I massimi maestri della prosa latina (e ce ne son pochi), come David Ruhnken e Pierre-Daniel Huet, rappresentavano un modo di pensare ch'è strettamente legato alla dignità della lingua latina, cioè alla dignità della tradizione umanistica. -
Gian Vincenzo Gravina nel contesto dell'Umanesimo europeo
Questo saggio è la rielaborazione d'un discorso originariamente preparato per il convegno internazionale su Gravina ""La cultura meridionale del Sei-Settecento e l'apporto dei filosofi e giuristi calabresi"""", tenutosi in Roggiano nel settembre 2003 e organizzato dal Centro Studi G. V. Gravina e dall'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici: un convegno rivoluzionario, in cui i partecipanti erano uniti nel contribuire a una rivalutazione dell'immagine graviniana. Il presente contributo ha soprattutto lo scopo di mostrare che Gravina può essere studiato non solo come un magazzino d'idee, ma anche per la bellezza del suo latino e per l'attualità del suo atteggiamento umanistico."" -
La quarta vigilia. Gli ultimi anni di Blaise Pascal
A Blaise Pascal, genio scientifico, massimo scrittore in prosa del Seicento francese, è dedicata questa meditazione biografica che lo segue negli ultimi quattro anni e mezzo della sua vita. Giorno dopo giorno, attraverso le lettere e i documenti interni al piccolo mondo di Port-Royal, emerge il contrasto tra la fede pura e coraggiosa delle religiose, le pedanti dispute teologiche dei solitaires e le manovre politiche della Corte e della gerarchia ecclesiastica. -
«Una storia etnica?» Capitale culturale e performance etnica nella letteratura degli Stati Uniti
Prendendo le mosse dall'idea di ""capitale culturale"""" descritta da Pierre Bourdieu, e adottando metodologie e approcci sviluppati nei queer studies e nella performance theory, questo libro esplora la fondazione e lo sviluppo del campo della """"letteratura etnica"""" degli Stati Uniti, concentrandosi sulle tradizioni letterarie afroamericana ed asiatico-americana. Quale capitale culturale specifico è associato agli autori che partecipano al campo? In che modi e attraverso quali canali viene esso prodotto, riconosciuto, o misconosciuto? Qual è il ruolo di critici e teorici della letteratura, istituzioni accademiche, riviste e case editrici nella produzione e promozione di un particolare capitale culturale """"etnico""""? Mettendo in dialogo la nozione di performance dell'identità con l'habitus bourdieusiano, Bavaro analizza alcuni momenti fondativi del campo, quali il Rinascimento di Harlem e la critica asiaticoamericana degli anni Novanta, e autori che spaziano da Zora Neale Hurston alla letteratura vietnamita americana di questi ultimi anni."" -
La costituzione violata
Gianni Ferrara, costituzionalista dagli anni del Dopoguerra, ripercorre i caratteri salienti delle Costituzioni moderne, mostrandone il rapporto simbiotico con le grandi trasformazioni storiche da cui sono scaturite. Appare, così, vividamente, il legame del diritto con le forze politiche e sociali che ""violano"""" le leggi dell'esistente in vista di un nuovo modello umano, prima che giuridico, di Stato e di società. Ferrara invita i """"creatori"""" del diritto a superare il paradigma positivista e a riscoprire il loro ruolo di """"difensori"""" dei valori di civiltà insiti nella nostra Costituzione."" -
Bessarione e l'Umanesimo. Catalogo della mostra (Venezia, 27 aprile-31 maggio 1994)
"Il nome del Bessarione evoca per tutti il Concilio di Firenze del 1439 e il tentativo di promuovere l'unione della Chiesa Greca con la Romana; e per i cultori delle humanae litterae è simbolo dell'impegno con cui gli umanisti del mondo bizantino hanno ridato vigore alla tradizione classica greca nell'Occidente europeo e hanno rinnovata e diffusa la conoscenza dei grandi pensatori ellenici, dei platonici in primis."""" (Dalla prefazione di Giovanni Pugliese Carratelli)" -
Descartes filosofo e scienziato
La rinnovata attenzione con cui l'ermeneutica contemporanea ha intessuto un dialogo costante e proficuo con Descartes filosofo e scienziato, sottraendo il filosofo francese ad ogni tentativo di enfatizzare l'uno o l'altro dei poli fondamentali di riferimento, va rintracciata nello stesso intricato ramificarsi del progetto cartesiano, volto a dimostrare che la tesi interazionista non rappresenta affatto la pietra d'inciampo che mina alle radici la compattezza e la robustezza del metodo scientifico. Essa è peraltro contraddetta dagli stessi testi cartesiani, rimettendo così in discussione la percezione corretta che Descartes medesimo aveva della tensione bipolare del dualismo. -
L' utopia concreta di Ernst Bloch. Una biografia
L'oggetto di questa biografia filosofica e politica dedicata a Ernst Bloch è la ricostruzione della genesi del pensiero del ""sognare in avanti"""", della speranza e dell'utopia concreta, sviluppatosi nell'opera di Bloch in una simbiosi molto originale con il materialismo storico. Bloch è stato senza dubbio il più produttivo eretico nel marxismo del XX secolo, la cui lotta per un mondo migliore, liberato dall'oppressione, dallo sfruttamento e dall'alienazione, si identificava con la lotta per la realizzazione dell'""""utopia concreta"""", dell'emancipazione, della giustizia sociale e di un socialismo umano della """"democrazia reale"""". Simultaneamente, questo pensiero """"eretico"""" rappresentava anche una protesta contro le tendenze troppo dogmatiche del marxismo, contro l'identificazione troppo radicale dell'idea socialista con lo Stato e la sua burocrazia e contro tutte le forme di dominazione in cui l'uomo risulta sfruttato, disprezzato e umiliato. Uno sforzo ben riuscito di ricostruire la grande visione utopica-escatologica blochiana del mondo."" -
Nel segno di Erasmo. Philologia perennis e identità culturale europea
A conclusione della sua Gedenkschrift su Rudolf Pfeiffer J. Latacz rammenta l'indole mite e pacata del filologo di Augusta: egli non fu né una personalità turbolenta e combattiva come Wilamowitz né uno spirito ipersensibile come K. Reinhardt, ma piuttosto uno di quegli 'àndres agatòi' che incarnano nell'accezione greca del termine la giusta misura e costituiscono i veri e propri custodi e garanti della philologia perennis. In questo senso si comprende il suo ricorso ad Erasmo, nume tutelare, guida spirituale e antidoto perenne alla barbarie di ieri, di oggi e di domani. È lui il simbolo di una filologia concepita come un sinolo di sentimento religioso, umanesimo e scienza critica che permane attraverso un ""untergründig fliessende Strom der kulturellen Einheit europäischer Geschichte"""", di cui Pfeiffer è storicamente consapevole, che va dall'età di Callimaco, il primo Kulturbewahrer, al circolo degli Scipioni, poi fino alla Spätantike ed al Medioevo cristiano, quindi al Rinascimento e di lì al mondo moderno e contemporaneo."" -
Le nozze dei Bentivoglio (1487). Cronisti e poeti
Fu un matrimonio politico quello che unì, nel 1487, Annibale Bentivoglio a Lucrezia d'Este: nozze fastose, volute dal Signore di Bologna, Giovanni II, e da quello di Ferrara, Ercole I, per confermare l'alleanza tra due delle più illustri casate del Rinascimento. Ai giorni di festa parteciparono i principi e gli ambasciatori di ogni Stato della penisola e un popolo giubilante, ferrarese e felsineo. Un caso più unico che raro ha preservato, a Bologna, tutti i testi cronistici e letterari che celebrarono l'avvenimento, coinvolgendo poeti di corte, umanisti e storici della città. L'ampia silloge delle opere qui raccolte (di Arienti, Salimbeni, Beroaldo Seniore, Codro, Naldi, Ghirardacci), allineando pagine volgari e latine - alcune inedite, come l'Hymeneus arientesco - offre un quadro pittoresco di riti nuziali, pranzi di apparato, giuochi e giostre che omaggiarono, secondo i modelli della cultura coeva, un evento tra i più memorabili della civiltà rinascimentale. -
Governo e capitale. Foucault, Deleuze-Guattari
Nella prima parte si mostra, attraverso Foucault, che il potere è un certo tipo di relazioni che si vengono a determinare tra gli individui; né la produzione, né lo scambio, né la comunicazione identificano i tratti distintivi del potere, per quanto esso si rapporti ad ognuna di queste sfere. Le forme che il potere assume qualificano le differenti forme di razionalità che intervengono a definirlo; di conseguenza, nessuna resistenza al potere può limitarsi ad una denuncia delle istituzioni che lo incarnano, senza decifrare i meccanismi razionali che ne stanno alla base; solo così evitiamo che una denuncia comporti la semplice sostituzione di un'istituzione con un'altra che persegue gli stessi obiettivi, così come la focalizzazione della cultura neoliberale mostra con straordinaria evidenza. -
«Tutto è soltanto simbolo». Capitale simbolico e sociologia implicita nel romanzo «I Buddenbrook»
Nella sua attenta ricostruzione del microcosmo borghese di Lubecca nel XIX secolo, I Buddenbrook di Thomas Mann si presta come pochi altri romanzi a una lettura che ne valorizzi la capacità di rappresentare le varie articolazioni del sociale. Basandosi sulla sociologia di Pierre Bourdieu, questo volume propone alcuni percorsi di socioanalisi del romanzo. Il primo capitolo ricostruisce la strategia di posizionamento di Mann nel campo letterario coevo in relazione alla genesi e alla ricezione dei Buddenbrook. I capitoli successivi offrono una lettura sociocritica di alcuni episodi, personaggi e conflitti tematici del romanzo, volta a ricostruire la complessa rete di distinzioni, classificazioni sociali e dinamiche di dominio che Mann mette in scena. Infine, il volume analizza l'ordine simbolico che ruota intorno all'etica del lavoro, proponendo una lettura parallela dei Buddenbrook con altre due grandi narrazioni coeve della borghesia protestante, quelle di Max Weber e Werner Sombart. -
Esperienza e rappresentazione nel mondo senza tempo
Oggetto specifico dello studio è il rapporto tra l'accelerazione dell'esperienza dei nostri giorni, figlia di queste nuove tecnologie, e le forme nuove del potere operanti oggi nel seno della società capitalistica. A tal fine i termini di esperienza e rappresentazione, nella loro relazione dialettica, hanno il senso di descrivere la trasformazione del rapporto fra soggetto e mondo nell'era inaugurata da internet e dalla diffusione degli strumenti di comunicazione istantanea. Ma è proprio nell'ultima parte dello scritto che si affronta la questione più delicata, ovvero la possibile via d'uscita dalla rarefazione dell'esperienza che tale virtualità ha importato nella società. Nella conclusione così si rende manifesta la ragione di fondo che anima il testo fin dalle sue prime pagine: fornire ai lettori degli utili strumenti di comprensione per provare a resistere alle nuove forme di esercizio del dominio capitalistico. -
Materia Cimitile. Didattica e innovazione
"Materia Cimitile"""" costituisce ormai un appuntamento culturale, che sancisce l'impegno del Dipartimento di Architettura e Design della Seconda Università di Napoli nella tutela e valorizzazione del territorio e delle sue risorse. Il titolo stesso della manifestazione, che traduce lo spirito e l'attività del Dipartimento nell'ambito della Settimana della Cultura scientifica e tecnologica del MIUR, esprime il raccordo fra téchne e poiesis, fra pratica professionale e slancio ideale, che connota l'attività della struttura e del gruppo di ricerca di cui chi scrive è direttore. Il volume che si presenta raccoglie gli atti delle precedenti edizioni dell'evento, cui hanno partecipato docenti del Dipartimento e studiosi di diverse aree di riferimento, a conferma della poliedricità di interessi e contributi che ha caratterizzato, e continua a caratterizzare, la manifestazione, giunta ormai alla sua quarta edizione. Essa trova il suo specimen nell'essere un laboratorio didattico permanente pluridisciplinare, volto a fare del sito paleocristiano di Cimitile, stratificatosi nel corso di secoli -vero coacervo spirituale e culturale, contenente in nuce i germi della cultura occidentale- un punto di incontro e discussione non solo di storici dell'architettura e dell'arte, ma anche di ricercatori di ambiti tematici del tutto differenti, che tuttavia fanno del contatto con l'antico il focus di un percorso scientifico ancorato alla tecnologia e ai mezzi della più avanzata ricerca digitale. Antico e nuovo tornano così a dialogare fittamente, in una trama di corrispondenze basata su un rispetto delle preesistenze mai fine a se stesso, ma attento a fare del vetus il punto di partenza del novus, esattamente come per Paolino di Nola, anima del sito di Cimitile, architetto ante litteram, committente di opere d'arte. In sintonia con i suoi scritti e il suo pensiero, l'attività che la scuola di architettura ha profuso nel corso di Materia Cimitile si può così riassumere proprio nelle parole dell'evergete: """"in vetri novitas atque in novitate vetustas» (carm. 28, 175). (Carmine Gambardella)" -
L' Albergo dei poveri a Napoli
Il volume si propone di illustrare un approfondito lavoro di ricerca, elaborato dall'autore nel corso di un quarto di secolo, riguardante uno degli edifici maggiormente emblematici della produzione architettonica europea settecentesca: l'Albergo dei poveri di Napoli progettato, tra il 1749 ed il 1759, dall'architetto fiorentino Ferdinando Fuga. Ideato per ospitare i circa ottomila indigenti che, attorno alla metà del diciottesimo secolo, vagabondavano per le vie del Regno, tale progetto, non essendo stato realizzato compiutamente, ha lasciato in eredità, nell'area orientale di Napoli, un'enorme architettura interrotta definita solo da tre corti compresa quella centrale che conserva le strutture basamentali incompiute della ex-chiesa. Una architettura dalla forma incompleta che, sia a causa di un prolungato abbandono e sia in conseguenza dei danni riportati a seguito del terremoto del millenovecentottanta, si presenta come un'inquietante rudere semi abbandonato a cui sembra precluso qualsiasi programma di riconfigurazione estetica, formale e funzionale. -
Non-violenza e guerra fredda. Gli equivoci di Aldo Capitini
Pacifismo, antimilitarismo e non-violenza. Dalla diffusione delle idee e delle prese di posizione di Tolstoj, negli anni tempestosi che hanno preceduto la prima guerra mondiale, alla strumentale assimilazione della non-violenza nell'attuale armamentario della politica estera americana; dall'attenzione riservata a Gandhi dal regime fascista, all'agiografia per la sua figura e per il suo metodo di lotta nella stagione delle rivoluzioni anticoloniali. ""Non c'è ideale - afferma Losurdo -, per grande e nobile che sia, che non possa essere distorto e piegato a strumento di lotta spregiudicata e cinica per il potere e il dominio"""". L'itinerario del volume si dipana attraverso il Novecento, tracciando un profilo critico di Aldo Capitini che interseca una pluralità di temi, personalità e vicende di un secolo segnato dal comunismo e dall'anticomunismo, da una battaglia ideologica e politica combattuta quasi senza soluzioni di continuità e alla quale il pensiero della non-violenza ha dato il suo contributo."" -
Come vestivano gli uomini del «Decameron»
Nel 1889 Carlo Merkel diede inizio alla storia della moda in Italia con un aureo e dimenticato libretto: Come vestivano gli uomini del ""Decameron"""". Il titolo non rende la ricchezza dell'opera, perché l'autore """"allettato di esperimentare quale contributo alla storia del costume portino i novellieri"""", partendo dal Boccaccio e """"utilizzando - scrive Maria Giuseppina Muzzarelli una quantità e una varietà tale di fonti come oggi, in tempo di internet, pochi osano fare e riescono a fare"""", arriva fino ai principi del Cinquecento. Tutti gli indumenti vengono trattati: dalla camicia alla biancheria, dalla giubba alla pelliccia, dal mantello alla cuffia, ai guanti e ai panni d'armi e per finire al colore delle vesti. Sicché il saggio del Merkel, ancora oggi, e nonostante il tempo trascorso, si rivela un contributo """"utile e in grado di indicare una pista di ricerca ed un metodo da seguire""""."" -
Sul colle d'Antela. Il cielo senza stelle. Testo latino a fronte
Nei due volumi vi sono raccolte poesie e prose leopardiane, con a fronte le traduzioni in latino (e greco), dovute ad alcuni tra i massimi filologi e studiosi del mondo antico, tra Otto e Novecento, non solo italiani, ma anche stranieri, spesso di difficile reperibilità. L'opera è arricchita da ampie notizie bio-bibliografiche sui traduttori ed da riproduzioni, quasi sempre a colori, di autografi, frontespizi e documenti d'epoca. -
Tradire la propria lingua. Intervista con Philippe D. Dracodaïdis
"Come si può essere pazzi o poeti nella lingua di Cartesio?"""", si chiedeva Cioran nel 1956. Quasi trent'anni dopo, intervistato all'Istituto Francese di Atene, egli racconta come il passaggio dalla sregolatezza del romeno alla nitida geometria del francese, sia stato per lui salutare sul piano dello stile, senza tuttavia intaccare la profondità e la sostanza del proprio pensiero. Il dialogo con questo """"Giobbe temperato alla scuola dei moralisti"""" tocca una gamma assai varia di temi: dal riso all'odio di sé, da Caadaev a Weininger, dal culto di Pascal alla fascinazione per il taoismo, offrendoci una preziosa testimonianza, di carattere biografico e meditativo, di una delle figure più affascinanti e controverse del Novecento europeo." -
Fantasmi dell'aldiquà
Quando agli inizi del Duemila Luca Ricci cominciò a pubblicare racconti in rivista, pochi ne capirono qualcosa. Quelle narrazioni esili e brevi, sebbene orchestrate con drammaturgia perfetta, sembravano figlie del minimalismo americano. Col passare degli anni la critica - e una comunità di lettori sempre più numerosa e appassionata - ha colto invece la sostanziale natura fantastica della narrativa di Ricci: è il ""fantastico quotidiano"""" di Calvino, trasformato nel """"fantastico dissimulato"""" che percorre la torbida trama dei nostri rapporti familiari.""