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Il silenzio dell'infinito. Un frammento di Pascal
I frammenti di Pascal non sono solo ""massime"""" come quelle di La Rochefoucauld o di La Bruyère, ma vanno letti all'interno di un discorso articolato sull'uomo e sulla religione che il grande scienziato francese andava componendo quando la morte lo colse, impedendogli di completare il progetto di una nuova apologia del cristianesimo. Ciò nonostante, in molti casi possiamo accostarci ad essi sia come cime di un continente sommerso per sempre, per ricostruirne la frastagliata geografia, sia come espressione compiuta di intuizioni, una sorta di Illuminations come quelle che due secoli più tardi Rimbaud, altro genio precoce, elaborerà nel tentativo di tradurre la realtà in poesia. Il frammento 187 (Michel Le Guern) qui commentato, uno dei più famosi, esprime lo sgomento al cospetto di un universo infinito e indecifrabile, evocando nella sua tragica brevità temi e paradossi della scienza e interpretando al tempo stesso la crisi della modernità."" -
Giordano Bruno. Tra «teologia civile» e «teologia negativa»
"Ancora una volta l'appello di Bruno è rivolto all'uomo. Se vuole salvarsi e salvare con sé la società, l'uomo non deve affidarsi al caso o alla 'fortuna traditora'. Deve operare su se stesso, deve 'purgarsi, sanarsi, riformarsi'. Deve cercare e trovare in sé la forza per redimersi dalla incoercibile tendenza egoistica, a caratura fortemente antisociale. Per riuscire in questa impresa deve affidarsi alla ragione e all'impegno morale, sollecitati dalla filosofia e dalla cultura umanistica. È con lo sforzo intellettuale che l'uomo si redime, modifica la sua natura, attenua gli istinti animali che lo agitano e diventa persona, cioè soggetto sociale, portatore di diritti e rispettoso dei diritti altrui e del bene comune. Ed è a partire da qui, dal principio di autodeterminazione dell'uomo, dal principio della responsabilità personale, che prende veramente avvio la modernità""""." -
Caro misantropo. Saggi e testimonianze per Manlio Sgalambro
Con questo volume, ad un anno dalla scomparsa, si dà l'avvio alla ricognizione critica della figura di Manlio Sgalambro (Lentini 1924 - Catania 2014). L'obiettivo è quello di stabilire il luogo dell'attività multiforme del grande autore, percorritore di strade inusitate e impervie: se la filosofia del Novecento italiano fu crociana, marxista ed heideggeriana, Sgalambro la attraversò come un cristallo alieno. Alla filosofia contemporanea, che avrebbe ribadito la confusione del pensare con le altre discipline, Manlio oppose la lucidità del pessimismo. Imperterrito fustigatore della banalità, Sgalambro ha sempre fatto mostra di una singolare forma di comprensione superiore delle cose, alla cui luce, confrontandosi con ciò che il tempo miserabile offriva, ha denunciato i tratti di un universo in rapido peggioramento: la crisi della Forma, l'impossibilità di ogni prassi o morale operativa, il congedo progressivo dal concetto assoluto di verità. A tracciare il profilo di un'attività così multiforme Pino Aprile, Alessio Cantarella, Antonio Carulli, Giordano Casiraghi, Antonio Contiero, Maurizio Cosentino, Rolando Damiani, Mariacatena De Leo, Marcello Faletra, Francesco Iannello, Massimo Iiritano, Luigi Ingaliso, Gianluca Magi, Alan Magnetti, Antonio Mocciola, Massimiliano Perrotta, Fabio Presutti, Giuseppe Pulina, Franco Rella, Mario Andrea Rigoni, Calogero Rizzo, Angelo Scandurra, Giuseppe Testa, Domenico Trischitta, Patrizia Trovato. -
La rivoluzione della solidarietà
Questo piccolo volume è un 'segno'. È un contributo, una testimonianza di impegno da parte di alcuni cittadini docenti universitari ed insieme parlamentari che, cogliendo l'occasione della visita di Francesco, operano riflessioni e proposte sui problemi della città come comunità, su temi di grandissima valenza internazionale come quello sull'immigrazione. Rispetto alla produzione editoriale che riguarda il papa i contenuti presenti appaiono inconsueti, ma rilevantissimi per la vita dei concittadini e perché il papa sappia. I saggi riportati sono fonte di informazione e saranno occasione di pubblicizzazione ed approfondimento ulteriore. -
La secondo natura. Con DVD
Un libro e un film che raccontano una vita appassionata, lo spirito impetuoso di Gerardo Marotta, un uomo che ha affrontato numerose lotte, il suo pensiero filosofico, storico, politico e la città in cui tutto questo avviene. Elemento essenziale della narrazione è l'arte oratoria di Marotta che, grazie a un innato senso dei ritmi attoriali, affinato durante la sua esperienza di avvocato, fa di lui un autentico affabulatore. Un vero e proprio affresco politico in cui la necessità della giustizia sociale e il desiderio di dare vita ad uno Stato modello sono i punti di partenza dell'impegno civile del protagonista. -
La contestazione ecologica. Storia, cronache e narrazioni
"Mentre il movimento di Liberazione e il movimento operaio hanno avuto cura di conservare i propri archivi non esiste niente di simile per il movimento 'ecologico', soprattutto per la parte relativa alla 'contestazione ecologica'. Si ha l'impressione che il potere non voglia affatto che si crei un archivio storico che rappresenti un serbatoio di informazioni sulle proprie contraddizioni, una fonte da cui appaiano gli errori di previsione e di pianificazione dei fenomeni relativi al territorio, all'ambiente, all'energia, alle menzogne"""". Gli scritti di Giorgio Nebbia raccolti in questo volume rappresentano il primo tentativo sistematico compiuto in Italia di delineare una """"storia"""" della """"contestazione ecologica"""". A rileggerli oggi sorprendono per la loro attualità e per la loro capacità di delineare con chiarezza e rigore una panoramica storica e teorica sulle tante lotte combattute in difesa del paesaggio, dell'ambiente e della natura." -
La freccia e il cerchio. Ediz. italiana e inglese. Vol. 6: Destino/Numeri.
Un progetto a termine, rigorosamente strutturato: otto numeri in otto anni (2010-2017), dodici contributi in ogni numero. Attorno ad un duplice, dialettico filtro tematico, si dipana volta a volta una complementarietà dei saperi che rifiuta steccati e gerarchie, mischiando piuttosto le carte tra 'alto' e 'basso', tra generi d'arte e di consumo, tra linguaggi diffusi e di nicchia. La contemporaneità (naturalmente con gli inevitabili strascichi del moderno, con gli echi mai sopiti del classico) è l'orizzonte di questo ipertesto, che moltiplica i punti di vista mettendo accanto senza remore filosofia e poesia, estetica e cinema, antropologia e fumetto, attraverso una ricerca tanto analitica quanto creativa, dove gli strumenti della ragione sono coniugati assieme a quelli della passione. Perché, come ricorda la poetessa Marina Cvetáeva, ""Il pensiero è una freccia. Il sentimento - un cerchio""""."" -
Memorie di famiglia
Caterina, Anna, Concettina raccontano non solo storie dell'infanzia ed adolescenza di un uomo molto amato, Luigi, ma anche l'intreccio della storia della loro famiglia con le vicende della nascente Italia. Una grande famiglia: uomini e donne che della coerenza coi propri profondi valori, della passione civile e politica, del sogno creativo che plasma la realtà, del dono generoso dei propri talenti ed energie hanno fatto l'essenza della propria vita. Voci di donne, echi di un passato tanto lontano quanto vivo nel cuore e nel ricordo di chi quelle memorie ha ascoltato sin dall'infanzia ed amato per tutta la vita. -
Diritto e giustizia. Interroghiamo la Costituzione
Il grande problema di questo momento è fino a che punto possiamo trascurare la necessità di un'etica pubblica come punto di riferimento, anzi come punto di partenza di una politica costituzionale. -
Le linee sotto
La lettura e la scrittura esistono. Non v'è dubbio. Ed esiste la sottolineatura che tra quelle, di cui è al servizio, a fatica si fa spazio per un diritto alla cittadinanza tra le cose riflesse. Ma quelli invasi dal dilemma del Tutto o del Niente, entro cui si risolve di diritto il dramma della Conoscenza, paralizzati nei termini amletici del sottolineare o del lasciare le parole orfane del tratto sottomesso, non intendono privarla della riflessione, scomodata per l'occasione. E con questo gesto necessariamente ozioso e inattuale, che lega il sistema del sapere a una ossessione - come altrimenti chiamarla? -, quella dell'attenzione a un gesto sino ad oggi così meccanico e sottostimato, essi pretendono di illuminare cosa c'è al di là di quel segno nero. Ogni singolo e insignificante tratto inferiore finisce così con l'assumere dimensioni solo ad un primo sguardo peregrine, come questi sorprendenti frammenti - non aforismi - finiscono per convincerci. -
Miti d'amore
Raramente si sono lette, sul rapporto fra eros e mito, pagine così profonde e insieme vive e briose, come quelle che Ruggero Guarini scrisse nei suoi ultimi anni di vita per il quotidiano ""Il Foglio"""", adesso riunite per la prima volta in questo volumetto. Nel ratto di Proserpina, nella vicenda di Amore e Psiche o nella storia di don Giovanni egli illumina il significato del mito anche per aspetti sinora trascurati dalla critica professionale, mostrandone d'altra parte sia l'intramontabile bellezza sia il contrasto bruciante col nostro presente. Non sempre, tuttavia, si tratta di un mito: talvolta è un'ossessiva esperienza vissuta, come quella cantata dal poeta latino Properzio in un'elegia sublime e straziante che non a torto Guarini definisce """"la più bella poesia d'amore""""."" -
Un moderno simposio
"A modern symposium"""" è un dialogo ispirato alla tradizione platonica nel quale Goldsworthy Lowes Dickinson immagina che nei primissimi anni del ventesimo secolo dodici personaggi della cultura, della politica e dell'establishment britannici appartenenti a un club londinese chiamato The Seekers si riuniscano in una villa nella campagna inglese ed espongano le proprie idee sulla politica, la società, la letteratura e l'arte. L'insieme dei loro interventi costituisce un lucido ritratto culturale ed ideologico della nazione britannica e più generalmente d'una civiltà europea in preda a speranza e paura per il futuro da una parte e velata nostalgia per un passato rassicurante ma già irrimediabilmente perduto dall'altra." -
Elogio dell'America
"L'America, questo strano impasto di Bibbia e illuminismo""""... Attraverso un mosaico affascinante di frammenti e di aforismi Mario Andrea Rigoni compone dell'America - senza nasconderne ombre, paradossi e limiti - un ritratto che sconfigge coraggiosamente molti luoghi comuni dell'antiamericanismo preconcetto." -
Lo scrittore come critico
Che cosa può dare alla critica uno scrittore più di un critico che scrittore non è? A tale questione, che può sembrare tanto sottile quanto marginale, ma che in realtà investe direttamente il rapporto fra creazione e critica, cerca di dare una risposta Mario Andrea Rigoni in questa conferenza, tenuta al l'Università di Trento nel 2015, nella quale densi scorci di storia delle idee estetiche si mescolano a una penetrante riflessione attuale sull'intraducibilità dell'opera d'arte, sulla psicologia dell'autore, sul le condizioni e sulle possibilità della critica letteraria. -
Il senso di giustizia di John Rawls
Nell'ambito del dibattito pubblico odierno una questione che si presenta molto urgente è quella morale. Ricordare le radici filosofiche del concetto di democrazia può indirizzarci verso la soluzione più adeguata. Il saggio, analizzando ""The Sense of Justice"""", uno degli scritti più significativi e meno noti di John Rawls, si inserisce in tale prospettiva. L'obiettivo specifico del contributo è delineare la costruzione analitica dei sentimenti morali, posti dal filosofo statunitense alla base della costituzione di una società giusta. L'originalità del saggio consiste nell'aver rintracciato nel testo rawlsiano un aspetto molto interessante che dovrebbe porsi al centro del dibattito politico contemporaneo. Esso riguarda il ruolo delle istituzioni nel percorso formativo dei cittadini."" -
Dall'azione criminale alla sua origine
L'obiettivo del contributo è offrire un'inedita lettura dei risultati di sentenze di processi penali in cui si è avvalsi dell'uso delle tecniche di neuroimaging. L'ipotesi è che l'applicazione di misure di sicurezza alternative, riconducendo i deficit cognitivi che favoriscono il manifestarsi dell'azione criminale a diseguaglianze di partenza, possa trovare un fondamento teorico nei principi di giustizia sociale enunciati e sostenuti da John Rawls. -
De optimo genere degende vite. Testo latino a fronte
Girolamo Aliotti, figura rappresentativa delle inquietudini che, all'alba del mondo moderno, attraversarono il monachesimo tradizionale, volle intervenire, col dialogo De optimo genere degende vite, nel dibattito sul miglior genere di vita che, tra '300 e '500, costituì uno dei più rilevanti nodi problematici attorno a cui gli umanisti si diedero convegno. Il messaggio che l'autore aretino consegna alle pagine del suo dialogo è un invito al buon senso e alla misura: egli propugna, infatti, da un lato, l'astratta superiorità della vita del chiostro, ma lascia intendere, dall'altro, che essa non costituisce la via privilegiata per la salvezza e esorta gli uomini a non far torto alla propria natura e a seguire le proprie reali inclinazioni, condicio sine qua non, questa, di un'esistenza vissuta con consapevolezza e genuinità, al riparo dalla perniciosa colpa dell'ipocrita simulazione. -
Per nulla al mondo. Un amore di Cioran
Quando Cioran annotava nei suoi Quaderni che i discepoli di Martin Buber si opponevano alla pubblicazione delle lettere inviate dallo scrittore all'amante, dopo aver conosciuto «l'amore... fisico proprio alla fine della sua vita», naturalmente non poteva immaginare che una situazione analoga si sarebbe ripetuta per lui stesso. In tarda età Cioran fu infatti travolto dalla passione per una giovane professoressa tedesca, Friedgard Thoma, al punto di scriverle: «Lei è diventata il centro della mia vita, la dea di uno che non crede in nulla, la più grande felicità e sventura che mi sia capitata». Dopo la morte di Cioran, la Thoma raccolse in un libro le lettere dell'anziano filosofo, raccontò i loro incontri e narrò anche l'amicizia sorta con Simone Boué, la compagna di Cioran. -
Orazio lirico. Con antologia delle Odi
La lirica oraziana si ispira alla lirica greca arcaica di Saffo, Alceo, Anacreonte ed altri poeti melici. Orazio ammette sicuramente l'influsso dei poeti eolici sulla propria ispirazione, ed essi sono il suo riferimento costante nei primi tre libri delle Odi. La lirica monodica greca (ad una sola voce) era per definizione accompagnata dalla musica degli strumenti a corda e, con tutta probabilità, lo era anche molta poesia oraziana. In verità il rapporto della lirica di Orazio con la musica è ancora oggi oggetto di discussione tra i critici, italiani e tedeschi soprattutto, molti dei quali non tengono nella giusta considerazione talune dichiarazioni del poeta che, in modo piuttosto esplicito, alludono alla ""musicalità"""" delle sue composizioni."" -
Le aporie della religione
«La genuina religiosità non consiste nella pace e tranquillità della credenza definitivamente abbracciata e in cui lo spirito si culla e si addormenta. La genuina religiosità consiste nel non adagiarsi nella pace sia della negazione, sia dell'affermazione. Consiste nel fatto che il problema stia sempre dinanzi come problema, che continua ad eccitare e ad angosciare, che strappa volta a volta affermazioni e negazioni, speranze e disperazioni, adorazioni e bestemmie».