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L' architettura degli spazi staminali
Il lavoro trasferito in questo volume indaga lo spazio staminale, formalmente e funzionalmente indeterminato, frutto dell'accrescimento edilizio parziale e non pianificato dei tessuti di origine spontanea e abusiva. Tale spazio, che presenta caratteri di irregolarità e diffusione, introduce negli insediamenti antropici discontinuità morfologiche e d'uso, alle quali corrispondono incertezze programmatiche e possibilità trasformative. L'incoerenza posizionale, formale e dimensionale con cui gli spazi staminali si dispongono all'interno dei tessuti edilizi, di cui definiscono diversi gradi di porosità e complessità morfologica, costituisce un importante ambito di analisi e di reinterpretazione delle logiche di sviluppo urbano, su cui impostare nuove strategie di lettura e progettazione della città contemporanea. Prendendo a riferimento l'insediamento spontaneo di Giardini di Corcolle a Roma, la ricerca propone una metodologia teorico-operativa per significare gli spazi staminali, caratterizzati da fragilità identitaria e da elevata elasticità adattiva. -
Jacques Simon. Gli altri paesaggi. Idee e riflessioni sul territorio-Jacques Simon. The Other landscapes. Ideas and thoughts on the territory. Ediz. bilingue
Jacques Simon è stato un anticipatore di una diversa pratica paesaggistica sul territorio, intuendo con largo anticipo la transizione da un'Estetica del paesaggio verso un'Etica del Paesaggio. La sua poliedrica attività artistica e progettuale ha il fascino del ""lampo del genio"""" e, per questo, coinvolge, seducendo anche il paesaggio verso una nuova visione del Mondo. Simon ha fatto capire che il progetto di paesaggio deve emergere dall'emozione e dalla sensibilità dell'animo umano e, soprattutto, dalla libertà del suo concepimento."" -
Re-think Latiano. Progetti di rigenerazione del paesaggio urbano
Il presente volume raccoglie i risultati di un Laboratorio di Progettazione urbana svoltosi nella città di Latiano. Il piccolo centro si colloca quale presidio di antichi tracciati che solcano il territorio dell'Alto Salento ricche di una cultura millenaria, dalle potenzialità ancora inespresse. Luoghi remoti e autentici che, negli ultimi anni, hanno contribuito a determinare il successo dell'ospitalità pugliese, per la qualità della vita, la ricchezza della storia e la bellezza dei paesaggi. La sfida attuale consiste nell'individuazione di modelli operanti che favoriscano la cooperazione e la pianificazione integrata innescando processi ""rigenerativi"""" virtuosi. Le aree selezionate per il laboratorio si collocano in una visione unitaria e strategica che ha guardato al paesaggio pensando alla città. I progetti indagano la grande scala territoriale, quella urbana e quella architettonica, i contributi presentati dimostrano la necessità di estendere il concetto di rigenerazione urbana alla forma ed al significato della città e del paesaggio, intesi quale unico palinsesto, riconoscendone la dignità di sistema formale, di atto culturale, prima ancora che funzionale."" -
Peoplescape. Configurazioni spaziali di paesaggi collettivi
La ricerca Peoplescape parte dalla Convenzione Europea del Paesaggio per indagare, attraverso numerosi casi studio e un ricco repertorio di immagini e di configurazioni socio-spaziali, gli ambiti di relazione tra lo spazio pubblico e gli abitanti, quindi piazze, strade, slarghi, giardini e parchi, ogni luogo attinente al concetto di ""spazio pubblico"""". L'obiettivo è quello di individuare una strategia di progetto per lo spazio urbano orientata verso quei valori sociali e collettivi che, seppure intangibili, ne determinano la qualità e il successo. Imparare a percepire mediante ogni senso quanto ci circonda è il primo esercizio per acquisire sensibilità progettuale. È possibile studiare lo spazio pubblico nelle sue forme materiali e spaziali ma l'osservazione dell'uomo e della collettività, generatori di effimeri campi compositivi, rimarrà la vera fenomenologia dei luoghi, capace di influenzare i processi progettuali verso un tipo di spazio pubblico che sia prima di tutto uno spazio emozionale."" -
Il duca ribelle. Vol. 1
Questa graphic novel, primo volume della collana ""Lungo il cammino del sole"""", racconta gli antefatti che condussero alla fortificazione di Melfi del 1018, un episodio apparentemente marginale ma in realtà determinante per lo svolgimento della storia nei secoli successivi. La Puglia si ribella ai Romani sotto la guida di Ismael, un eminente cittadino longobardo di Bari, più noto come Melo, che organizza un esercito di mercenari finanziato dal papa e dall'impero germanico. Nelle sue fila compaiono per la prima volta i Normanni che saranno i protagonisti assoluti delle vicende successive. Il catepano imperiale Basilio sconfigge i ribelli e cinge di mura la collina di Melfi: un segno di pietra che fissa il confine tra Oriente e Occidente, tra Europa e Mediterraneo, tra Greco e Latino."" -
Nomos. Principi di architettura
Nel sondare la relazione esistente tra progetto e fondamento architettonico, il nomos introduce potenzialità significative e ri-significative dei luoghi e dei contesti. Interpretato come ordine preconcetto da imporre alla realtà, o come legge derivante dall'osservazione dei fenomeni esterni, il nomos stabilisce principi di radicamento spazio/temporale e moti legati all'alterazione identitaria. Il valore che la contemporaneità riesce ad attribuire a tale condizione diviene il presupposto di un nuovo equilibrio critico. Un nuovo scenario che per definirsi compiutamente richiede l'osservazione attenta e silenziosa dei percorsi suggeriti dalle pratiche dell'arte e dell'architettura, in grado di intuire le direzioni di sentieri invisibili o solo debolmente segnati. Per interrogarsi sul ruolo del ""principio architettonico"""", sia quale fattore ordinatore inverato nel progetto di architettura, sia quale presupposto per avviare un'evoluzione elastica della realtà costruita, il presente lavoro associa alla riflessione teorica l'esperienza interpretativa di dieci progetti/installazioni, chiamati a inverare altrettanti pensieri trasformativi all'interno dello spazio archeologico delle Grandi cisterne romane della città di Fermo."" -
Fortunato-Salvemini. Carteggio 1909-1926
Il Carteggio Fortunato Salvemini, composto di oltre cinquecento lettere, racconta la storia della democrazia in Italia dei primi decenni del Novecento, vissuta da un ""soldato"""" della civiltà liberale e da un """"eretico"""" del riformismo democratico. Sono gli anni del trasformismo giolittiano, dell'impresa coloniale, del primo conflitto mondiale, del fascismo, della industrializzazione. Entrambi, storici e politici, figli di un Mezzogiorno segnato dal sottosviluppo e dal clientelismo, ambiscono a costruire uno Stato nazionale che ricomponga il Sud con il Nord, i contadini con gli operai dell'industria, e a formare una borghesia di grandi principi etici. Il carteggio rivela, oltre ai grandi temi della storia nazionale, anche il carattere, la ricchezza culturale e politica di questi maestri diventati riferimenti delle nuove generazioni e di quegli intellettuali impegnati a realizzare gli ideali democratici e laici dell'Italia repubblicana."" -
Progetti di linguaggio. Notazione e composizione nell'architettura italiana 1964-1973
Quali ragioni ha la forma dell'architettura? In che modo l'architetto sceglie il proprio linguaggio? Esiste un momento precedente al progetto in cui egli, solo con i suoi disegni, è libero di riflettere sui propri metodi compositivi? Attraverso cinque esperienze italiane fra il 1964 e il 1973 - La Pietra, Purini, Archizoom, Superstudio, Studio Labirinto - questo libro racconta come alcuni architetti abbiano costruito un proprio sistema linguistico, collocandolo tra espressioni culturali quali, ad esempio, la Minimal art, l'Arte cinetica, la pittura di Klee, Capogrossi, Novelli, Perilli, la poesia del Gruppo 63, la linguistica di Saussure, Hjelmslev, Chomsky. Nel ""progetto di linguaggio"""" viene tratteggiata una possibile via di fuga teorica e operativa da ogni tendenza omologante e dogmatica, in nome di un'effettiva autonomia di pensiero e d'invenzione in architettura e, più latamente, nelle arti."" -
Sulle tracce di Pan
Dove dimora oggi il sacro? Attraverso quali forme si manifesta nel paesaggio contemporaneo? Attraverso l'esplorazione fotografica dei paesaggi, delle architetture dell'Italia e dell'Europa meridionale e mediterranea e il dispiegarsi di sette possibili interpretazioni del sacro che rinviano ad altrettanti e differenti ambiti disciplinari, ""Sulle tracce di Pan"""" va alla ricerca degli indizi di una sacralità diffusa e silenziosamente presente nei luoghi dell'oggi. Il sacro viene scrutato attraverso sette possibili declinazioni che si avvicendano seguendo una struttura circolare e ci raccontano altrettante qualità delle sue manifestazioni - Affioramenti, Oggetti misteriosi, Recinti, Hýbris, Santuari, Rituali, Status Naturae -, indagate attraverso i testi di autori che appartengono ad ambiti disciplinari diversi, dalla geografia alla letteratura di paesaggio e alla storia del giardino, dalla critica e storia dell'arte, della fotografia e dell'architettura alla filosofia, dando vita a un singolare colloquio con il racconto visivo, nel segno di una pluralità di interpretazioni a cui il sacro e lo stesso viaggio per immagini rinviano."" -
Kongjian Yu. Turenscape 1998-2018. Ediz. italiana e inglese
Pioniere del ""Water Urbanism"""" e del modello """"Sponge City"""", Kongjian Yu non è solo uno dei più importanti architetti del paesaggio viventi, ma anche un acuto osservatore del presente. Le sue proposte progettuali e le sue riflessioni sulla pianificazione urbana in Cina sono un riferimento pratico-concettuale col quale tentare di dipanare gli emergenti interrogativi di un pianeta minacciato da catastrofi ambientali, da rischi idrogeologici e da crisi idrica. Prendendo a modello le geometrie fondative dei paesaggi rurali, Kongjian Yu propone opere di infrastrutturazione idrica a bassissima tecnologia che, azionando un comportamento adattivo, ricompongono paesaggi intermedi tra città e natura, rappresentazioni concrete del sodalizio tra l'uomo e l'elemento che più di ogni altro genera e custodisce la vita, l'acqua."" -
Ortuzar Gebauer. Ediz. italiana e inglese
«Meglio sarebbe stato arrendersi alla persuasione delle immagini: lasciare le case di Ortuzar e Gebauer in quella dimensione tersa e priva di sofisticazioni in cui ai due autori piace raccontare le loro opere, là dove il processo di astrazione abbraccia la natura, la sachlichkeit, l'oceano; dove la ragione tecnica viene a capo dei venti e delle piogge solo per aprirsi alla poesia». Il volume presenta le opere del duo cileno Ortuzar Gebauer, realizzate nell'isola di Chiloè e frutto del dialogo tra architettura contemporanea e tradizionale, basate sull'utilizzo del legno e della tipologia della casa su palafitte. L'introduzione è di Elvio Manganaro. -
Shanghai narcissus Venezia. Un dialogo tra due città
Due punte di un iceberg sono le rappresentanti di un disegno globale sotteso: Shanghai, l'antonomasia della città metabolica, dinamica e cannibale per garantirsi la continua avanzata. Venezia, la lentezza personificata città, il controllo al proseguimento, l'attaccamento storico. La massima dinamicità di trasformazione e la massima lentezza evolutiva. Se messe sul piano globale, che è sempre un atto infruttuoso, le due nature sembrano decisamente distanti e distinte. Se si guardano astrattamente con l'inserimento di uno specchio spesso 8921 chilometri i due soggetti vedono curiose girate e giravolte fortemente articolate. Il confronto tra architetture d'oltreoceano è volto a mostrare la favorevole omologazione e l'influenzarsi tra i due eventi attraverso un inconsistente chiasmo. La visione è l'interconnessione e il mutuo imparare tra questi soggetti, tanto lontani temporalmente e geograficamente, quanto vicini nell'operare. -
Río ciudad. Monterrey. Space production, ecology and culture. Ediz. spagnola e inglese
Prefazione di Carlos García González. -
La composizione delle differenze. Il progetto di architettura come elaborazione del confine
Il libro conduce un ragionamento sui significati del progetto di architettura nella complessità della realtà fisica. L'interpretazione del contesto, il riconoscimento dei paesaggi delle dissonanze, la rappresentazione delle differenze sono questioni cruciali per affrontare le attuali sfide a cui l'architettura deve dare risposta. Riconoscere il limite quale intorno in cui operare l'indagine sullo spazio, tentarne il superamento, significa intraprendere il cammino fruttuoso che conduce all'autenticità dell'abitare. Così, riflettere sui recinti può aiutare a spiegare l'architettura come soglia: ambito in cui compiere l'esperienza di appartenenza alla terra, in cui si gioca l'inclusione e l'esclusione, la finitezza e il desiderio di infinito che ogni uomo porta con sé. -
Lo spazio sociale
Ha ancora senso parlare degli attributi fisici dello spazio pubblico nell'epoca dell'immateriale e della smart city, nel quadro degli sviluppi delle città del mondo, tra migrazioni totali e crisi ecologiche? Come possono le tematiche ambientali condizionare gli spazi pubblici? È sufficiente confidare nell'innesto salvifico della cosiddetta ""quota verde"""" all'interno delle nostre città o è necessario indagare con maggiore coscienza il significato dei termini ambiente, paesaggio, ecologia? Il volume riflette intorno agli antichi e nuovi rapporti tra gli spazi aperti e le comunità che li abitano: è chiaro da tempo che il feticismo storicista che per anni ha annichilito e annientato le istanze sociali, annacquandole nei cappuccini dello Starbucks degli ambienti sottovuoto da Truman Show degli shopping mall suburbani, non potrà più a lungo rappresentare il modello di spazio pubblico che ogni epoca reclama. Una società può essere definita tale solo quando ha modo di confrontarsi in quello che, proprio per questo motivo, viene definito lo spazio pubblico, nella sua dimensione fisica, sociologica e politica."" -
La città media
Le grandi metropoli sono molto affascinanti, continueremo ad esserne attratti, come siamo attratti dal ""Viandante sul mare di nebbia"""", da Corviale o da (e come) Bowman al cospetto del monolito nella sua Odissea nello spazio. Ma quanto ci costano! Le paghiamo per il loro essere prepotentemente sul territorio, dimentiche della topografia e dei toponimi, quasi topofaghe. Forme che tutto contengono, buchi neri nolliani. Questo libro si immerge nella normalità della città di sempre. Tra le reti che brulicano sui nostri territori, tra le soglie che attendono di essere riscoperte. Per scovare una traccia o intuire un percorso, per capire se esiste ancora e dove risieda un campo urbano comune di dialogo in Europa. All'interno del volume: interviste ad Alvaro Siza e a Massimo Carmassi, un saggio di Luca Reale e postfazione di Carmelo Torre."" -
Per forma
Negli ultimi quindici anni l'onda decostruzionista ha reso l'architettura più popolare, ma allo stesso tempo ha prodotto una degenerazione del linguaggio che pare essere irreversibile. Siamo stati spettatori ed artefici di una totale dissoluzione dei codici fondamentali della nostra disciplina. I nuovi edifici proliferano nel mondo globalizzato senza alcun limite figurativo, mentre il passaggio dalla geometria tradizionale alla nomografia ha aperto nuovi orizzonti. Se è vero che noi abbiamo perso il controllo di quello che disegniamo, ha ancora senso parlare di forma? Questo libro è una riflessione intorno al significato di questo termine, alla sua relazione con il concetto di corpo fisico dell'architettura, tra contenuto ed obiettivo, e sul suo ruolo all'interno del perimetro del nostro mestiere. -
Dal legno al marmo. Un giudizio di Leon Battista Alberti e l'architettura a Roma nell'età dello scisma d'Occidente (1378-1450)
Nel libro VIII del De re aedificatoria Leon Battista Alberti esprime un giudizio sulle trasformazioni delle città italiane da una fase prevalentemente lignea a una riedificazione più monumentale e ricca basata sull'uso del marmo. Poiché questo passo è scritto durante il lungo soggiorno romano dell'autore, sorge spontaneo chiedersi su che basi l'umanista poggiasse le sue considerazioni. Questo saggio si propone di indagare questa fase di passaggio dalla città bassomedievale alle formulazioni moderne, incentrando l'attenzione soprattutto su Roma. Viene ripercorso un terreno poco frequentato dagli studi, gettando un po' di luce sul lungo cono d'ombra che ancora si proietta sul periodo, epoca di forti tensioni, di instabilità politiche, di tormentate vicende della storia della Chiesa che viene attraversata dal grande scisma d'Occidente. Le condizioni degli operatori, il ruolo degli architetti, la tipologie abitative, il mercato immobiliare, i restauri, le forniture, i materiali, gli usi edilizi, le macchine di cantiere: tutto un mondo poco noto ma ricco di fermento viene gradatamente riportato alla luce permettendo di cogliere il valore e i limiti, della testimonianza albertiana. -
Trattati di architettura e liturgia. Il numero plastico, lo spazio architettonico, gioco di forme
Questo volume raccoglie i tre libri del monaco e architetto olandese Hans van der Laan (1904-1991): tre tesi rifondative di una straordinaria potenza osservatrice, intellettuale e creativa. Nei suoi libri, nelle sue opere architettoniche e nei suoi numerosi disegni di vestiti, vasellame, mobili e vari altri artefatti, Van der Laan propone un'unica visione d'insieme sui rapporti tra l'uomo, la natura e il loro Creatore. La sua teoria del ""Numero Plastico"""" riconnette l'ordine quantitativo dell'architettura alla natura percettiva e cognitiva dell'uomo e ridefinisce la proporzione come una delle radici dell'intelligenza umana, universale e oggettiva. Ne """"Lo Spazio Architettonico"""", Van der Laan raccoglie questa ridefinizione della proporzione all'interno di una delle teorie architettoniche più sviluppate e comprensive che la storia abbia mai conosciuto. In """"Gioco di Forme"""", poi l'autore allarga la sua ricerca fenomenologica a tutto il mondo della cultura umana che non solo trasforma e completa il mondo della natura, ma serve anche a fondare il mondo degli artefatti liturgici."" -
Vincenzo Corazza e gli anni Trenta a Matera. Architetture e piani di un progettista delle istituzioni
Molta critica architettonica ha esaminato la prima metà del Novecento con contributi a volte discordanti, avendo spesso intrapreso strade che hanno messo in secondo piano altre produzioni rispetto a quella più razionalista del Movimento Moderno. Ne è conseguito che gran parte dell'operosità d'ingegneri e architetti ""minori"""" è stata tenuta a margine se non esclusa dalle trattazioni sull'architettura del periodo. Così protagonisti di primo piano come Vincenzo Corazza sono stati tralasciati per ricercare in quegli anni più chi si era espresso in totale concordanza con il pensiero radicale dei modernisti. Questo libro vuole assumersi il compito di riscoprire un progettista delle istituzioni, che ha operato con un'altra modernità, mettendo in primo piano la sua opera intellettuale, prestata quasi tutta agli uffici tecnici, e tenendo sullo sfondo la cultura e la storia di Matera in età moderna. Vuole restituire al mondo della cultura una figura cardine e operativa per la città dei Sassi; patrimoni, quelli di Corazza, che difatti hanno condizionato le vicende urbane post-moderne e contemporanee di una singolare città oggi Capitale Europea della Cultura 2019.""