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Cronache dell'abitare. Esperienze a partire dalla periferia
La struttura del testo affida alla sequenza di cinque intermezzi, che accompagnano alcune riflessioni sul tema della periferia, in grado di inaugurare un nuovo sistema valoriale funzionale, estetico, simbolico, spaziale, archetipico. Nei primi tre intermezzi si delineano posizioni e superamenti della ""periferia"""" a favore di una """"condizione di periferia"""", con la costruzione di nuove accezioni, nuove tematizzazioni e risposte alle sfide dell'abitare contemporaneo. Il primo intermezzo si completa con la selezione di alcuni testi, riferimenti ed orientamenti: un """"inventario plurale di appunti sulla periferia"""" - come """"strumento"""" per la ricerca e la didattica. Negli intermezzi quattro e cinque sono presentate due esperienze condotte nel Laboratorio UrbanLAB, sui temi della """"trasformazione dei territori dell'abitare"""" (casi studio: Rancitelli, Fontanelle a Pescara), in collaborazione con alcuni attori locali (Ater, Comune, Associazioni). I contributi di apertura e di chiusura articolano un ragionamento più ampio sul tema della qualità e della sicurezza dell'abitare collettivo, fortemente connesse dalle nuove emergenze e fragilità."" -
L' architetto cartografo. Strati e figure terrestri nel progetto di architettura
L'obiettivo principale di questo libro consiste nell'indicare al lettore possibili strade operative nella costruzione di cartografie orientate al progetto di architettura. Quello dell'architetto cartografo è infatti un compito affascinante per gli esiti che produce rispetto al progetto, ma oneroso per l'impegno che comporta. L'architetto cartografo deve essere in grado di trasformare ogni linea, ogni simbolo, ogni segno che trova sulle carte, in una possibile forma architettonica che si inscrive nella superficie della Terra o che, inversamente, spiega ogni forma della Terra dal punto di vista dell'architettura. Nel fare ciò esercita un doppio gioco: da una parte ingaggia e padroneggia i molteplici problemi che le carte rappresentano mentre dall'altra è in grado di rivelare le figure architettoniche che queste stesse carte custodiscono all'interno dell'infinita stratificazione dello spazio cartografico. -
Territori del progetto. Tra urbanistica e paesaggio
Gli ultimi quarant'anni hanno segnato radicalmente la città e la disciplina urbanistica. Il libro rilegge gli scritti che hanno fornito una lettura critica della stagione di studi che ha chiuso il secolo scorso, decretando la fine del progetto urbano, e le ricerche recenti che hanno provato a interpretare i temi più attuali. Guardando ai mutamenti del discorso sulla città contemporanea e delle visioni disciplinari, si tenta di capire come le interpretazioni aggiornate del fenomeno urbano possano aprire nuove strade al progetto urbanistico. Il libro propone un ragionamento operativo che si muove tra pratica riflessiva di progetto, pianificazione e governo del territorio, individuando i riferimenti teorici che possono fungere da supporto per una rinnovata azione urbanistica. Riflettendo sul recente dibattito calato nella dimensione del paesaggio, si sviluppa un ragionamento sul valore del progetto urbanistico nella città contemporanea e sul contributo che l'urbanistica può (ancora) dare alla definizione dei suoi spazi. L'autrice prova quindi a indicare le strategie operative che possono soddisfare le esigenze pratiche del progetto urbanistico e la domanda di progetto territoriale. -
Giorni come stanze. Riappropriarsi della città
"Giorni come stanze"""" è un libro intimo, scritto in prima persona, per raccogliere riflessioni e condividere pensieri, poco dopo la fine del lockdown. Come è cambiata la nostra relazione con lo spazio privato e con quello pubblico? In che modo possiamo delineare nuove trasformazioni, personali e collettive, con il contributo delle arti visive? Il libro legge i luoghi che abitiamo come fossero estensioni dei nostri corpi. Un esercizio di libertà, in cui pensieri anche apparentemente dissonanti possano convivere uno accanto all'altro. Alle riflessioni scritte si associano, come dialoghi visivi, le sequenze fotografiche di alcuni dei più interessanti autori italiani: Gaia Cambiaggi, Alessandro Imbriaco, Allegra Martin, Antonio Ottomanelli, Anna Positano, Filippo Romano, Giovanna Silva, Delfino Sisto Legnani, mentre il progetto grafico è dello Studio Folder. Scrive Christian Caliandro nella postfazione, """"Passo dopo passo, passeggiata dopo passeggiata, lo spazio del quartiere e della città, lo spazio pubblico si trasforma... Strade e piazze vengono così esplorate, prima quasi furtivamente poi in modo sempre più esteso e intensivo, dopo l'esperienza dell'inimmaginabile.""""" -
Una piazza al posto di un palazzo. La rappresentazione della Civiltà italiana all'E 42 per Albini, Gardella, Palanti, Romano
Siamo negli anni Trenta, un tempo in cui l'architettura, per molti tra i futuri protagonisti del Novecento, è concepita come la costruzione di una visione. Dalla consapevolezza di appartenere a una 'minoranza' nasce la solidarietà nel pensiero e nell'azione che unisce i giovani Franco Albini, Ignazio Gardella, Giancarlo Palanti e Giovanni Romano in una 'cordata di compagni' coesi nel sostenere un'idea di modernità sintesi di adesione alla realtà del proprio tempo e sguardo sul futuro. In questo contesto di comunione d'intenti, quel gruppo di amici decide di raccogliere la sfida più impegnativa tra i concorsi dell'E 42 e di misurarsi con il progetto dell'edificio-tema dell'Esposizione, il Palazzo della Civiltà Italiana. Le riflessioni intorno a questo progetto sono il contenuto di questo volume. Supportate dall'indagine grafica e dalla costruzione del modello virtuale, esse offrono i presupposti per un'interpretazione critica della proposta di concorso che consente di rintracciare in questa architettura meno nota e non costruita, una lezione umana e professionale tutt'oggi valida, sul progetto come strumento di azione civile e impegno morale, sulla forza delle idee semplici. -
Architettura della memoria e paesaggio. Sacrari di guerra come interventi ambientali: Monte Grappa, Redipuglia, Caporetto, Pocol
Il volume, corredato di un repertorio fotografico di ottanta immagini, esplora quattro sacrari di guerra costruiti durante il ventennio fascista: Monte Grappa, Redipuglia, Caporetto e Pocol. Condivisa tra i quattro sacrari è la dimensione territoriale che supera la differenza tra architettura, arte e paesaggio, caratterizzando i siti con rimodellazioni dell'orografia, forme astratte integrate con quelle naturali e percorsi pedonali da esperirsi nello svolgersi del tempo. Queste strategie progettuali li distinguono dagli altri sacrari di guerra del Ventennio, spesso impostati su forme architettoniche e scultoree derivate dagli stili storici. Li collocano in una dimensione modernista condivisa con altre esperienze delle avanguardie storiche del Novecento e li avvicinano all'Arte Ambientale che si sarebbe diffusa trent'anni dopo la loro realizzazione. Pur essendo impostati su una retorica celebrativa della guerra, questi sacrari in parte la superano aprendosi a un'intepretazione contemporanea per la loro capacità di rileggere i luoghi, di promuovere la partecipazione individuale all'evento storico e di far interagire manufatto e natura. -
Abitare in Cina oggi. Esperienze a confronto
Il volume presenta esperienze architettoniche sul tema della residenza di alcuni tra i più accreditati studi di progettazione della Cina: Amateur Architecture Studio, ARCHSTUDIO, LLLab., MAD architects, reMIX studio, SENSHANG DESIGN, Shulin Architectural Design, Sun Yi Dong, Jie Jiang, TAOA, URBANUS, WEI architects, Wonder Architects. Sono realizzazioni volti alla rivitalizzazione di villaggi rurali anche attraverso la riscoperta di tecniche costruttive locali, al recupero di siheyuan, tipica residenza cinese, di hutong, di case isolate abbandonate in scenari paesaggistici affascinanti. Quello che colpisce è la varietà degli approcci, dei linguaggi e l'attenzione ai temi ambientali che testimoniano la singolare vivacità dell'architettura in Cina oggi. -
Letture parallele. L'architettura, il paesaggio e il racconto delle arti
Soffermarsi sulle connessioni tra diversi ambiti culturali serve a ricordarci l'interdisciplinarietà dei saperi e la trasversalità delle discipline: è una questione indispensabile alla cultura contemporanea se aspira ad esercitare una maieutica consapevole che ogni sapere è contiguo ed approda nel sapere dell'altro, se vuole offrire una visione unitaria che, invece, si è sempre più settorializzata. Le letture pluridisciplinari possono poi confluire in un'unica visione che stimola pause di riflessione e suggerisce altri e nuovi pensieri. A maggior ragione se il tema è la natura dalla quale da sempre l'architettura, la letteratura, le arti e le altre scienze hanno tratto alimento per costruire il paesaggio, le forme dell'abitare, la vita dell'uomo. L'interpretazione della Fossa della Garofala, elaborata nell'ambito dell'iniziativa Letture parallele dell'associazione Search dell'Università di Palermo, diventa occasione per la costruzione del racconto. -
Willelm di Hauteville. Vol. 3
Questa graphic novel è il terzo volume della collana ""Lungo il cammino del sole"""". Qui si narra la storia di Willelm, il figlio di Tancredi, il capo clan del villagio di Hauteville la Guichard in bassa Normandia. I suoi avi avevano navigato dal fiordo Norreno di Alesund sui drakkar, razziando le isole britanniche prima di insediarsi alla foce della Senna. Fu la fame a spingere Willelm verso l'Italia insieme ai fratelli Drogon e Umfred, fino ad Aversa, dove il clan rivale dei Drengot aveva fondato la prima contea normanna del Sud. Presto l'ambizione li spingerà oltre: attraverseranno il confine dell'Impero romano d'Oriente e conquisteranno Melfi, la roccaforte più potente della provincia d'Apulia. È l'inizio degli eventi che cambieranno la storia del Sud Italia e dell'intera Europa."" -
Linee nel paesaggio
Le linee, per definizione entità astratte, prive di concretezza materiale, in questo libro sono geometrie nel paesaggio che rivelano, solo nella prossimità e nella vicinanza, uno spessore praticabile in cui è possibile esclusivamente camminare, fermarsi, ripartire. Le linee sono progetti di paesaggio nella forma più essenziale; il paesaggio, invece, è il campo di mediazione tra lo spazio e il tempo necessario per ""camminarlo"""", tra la cultura e la natura, è il luogo di conciliazione tra esigenze ambientali, cultura e arte."" -
Architettura e urbanistica. Note relative al dibattito sulla città in Italia nel Novecento
Il testo dal carattere volutamente erratico ripercorre l'attività di tutti quei maestri che più di altri hanno contribuito alla evoluzione degli studi sulla città, rendendo la cultura architettonica italiana, durante il periodo trattato, senza dubbio un punto di riferimento in Europa. Introduzione di Franco Purini, postfazione di Massimo Bignardi. -
Pietra Linguaggio Architettura
La pubblicazione risponde a un duplice obiettivo. Da un lato evidenziare come l'impiego della pietra in architettura, come di qualsiasi materiale in qualsiasi disciplina, sia soprattutto un problema espressivo, ossia di conoscenza e corretto uso di un linguaggio. Dall'altro riscontrare come la pietra, un materiale antico e, almeno per la civiltà occidentale il più illustre dei materiali, abbia nuovamente trovato, alle soglie del terzo millennio, nuovi e stimolanti spunti per ulteriori sviluppi creativi; sviluppi basati sull'applicazione delle più avanzate conoscenze sia in tema di strumenti progettuali che di tecniche realizzative. Ossia, come sempre, passato e futuro che dialogano nel presente. -
MOS Casa No. 1-17. Ediz. italiana e inglese
Il volume presenta diciasette case progettate dallo studio newyorkese MOS Architects. ""La casa intesa come una piccola città rappresenta per i MOS un articolo di fede. I MOS pensano urbanisticamente attraverso la scala architettonica, nella convinzione che anche il più piccolo progetto residenziale parli a un'idea più ampia del collettivo. Ma l'idea della città non è tanto quella della metropoli densa e frammentata degli inizi del ventesimo secolo quanto quella della condizione di campo disperso manifestatasi fra la fine del ventesimo e l'inizio del ventunesimo secolo: più Los Angeles che New York o Berlino. I MOS lavorano con un vocabolario di forme elementari, assemblate in modo apparentemente indifferente, operano con forme e tecniche conosciute ma dispiegano quelle forme e tecniche in modi inaspettati. Questo conferisce al loro lavoro rilevanza e presenza nel mondo, e una vita al di là della disciplina (dall'introduzione di Stan Allen)."" -
Vector architects. Ediz. italiana e inglese
L'architettura non è senza il gioco plastico della luce nello spazio scavato. Sulla base di questo assioma semplice e universale, Dong Gong, fondatore dello studio Vector con sede a Pechino, fin dal suo esordio nel 2008 ha condotto una serie di esperimenti, mescolando spregiudicatamente linguaggi della modernità con espressioni idiomatiche di sapore vernacolare, materie e tecniche innovative con saperi artigianali e della tradizione costruttiva. Se contemporaneo è colui che stabilisce uno ""scarto"""" con il tempo, cioè è in grado di operare nel presente senza esserne travolto e assoggettato, Dong Gong, che nelle sue architetture fa interagire il passato e il futuro, può definirsi un architetto della contemporaneità."" -
Adnexus. Una indagine interdisciplinare tra immagine disegno e arte
Nel XXXV capitolo della ""Naturalis Historia"""", Plinio racconta il mito, tramandato a partire da Erodoto, della figlia del vasaio corinzio di nome Butade la quale, affranta per l'imminente partenza del proprio amato, ne segnò la silhouette del suo volto aiutandosi con una lampada che proiettava l'ombra dell'uomo sul muro. Butade, partendo dalla silhouette tracciata dalla figlia, riproduce con la creta il volto dell'uomo ormai lontano. L'interpretazione condivisa di questo racconto, che ha avuto un certo successo a partire dal Rinascimento ma soprattutto tra gli artisti neoclassici minori di area francofona, è la nascita della pittura. Ed è significativo che questa esperienza arcaica di arte, nasca da un disegno prodotto tramite un processo ottico, quindi da una immagine. Da una immagine, una donna traccia un disegno e germoglia l'arte dei ritratti in creta. Il volume propone al lettore un viaggio che ha come punto di partenza il rapporto tra immagine, disegno e arte."" -
Lina Bo Bardi e l'eterogenesi della forma. L'arte come strumento della composizione architettonica
Comprendere il ruolo che l'arte ha ricoperto nella formazione e nella maturazione di Lina Bo Bardi è al contempo un atto d'intuizione e di studio: d'intuizione perché richiede una lettura ""altra"""" per individuare riferimenti e sconfinamenti non sempre dichiarati; di studio perché è solo tramite una profonda conoscenza delle opere e degli scritti dell'""""arquiteta"""" che si può tentare di effettuarne una esegesi a posteriori che superi le semplici supposizioni. La ricerca presentata in questo volume, partendo dal dibattito sulla sintesi della arti avvenuto in Brasile nella prima metà del 1900, ha ricodificato il lavoro e gli scritti di Lina Bo Bardi per arrivare a delinearne la posizione orientata non sulla ricerca di un'opera d'arte totale ma verso l'assunzione di alcune """"azioni"""" direttamente ricavate dalla pratica di altre arti per ottenere un'architettura dell'ossimoro e della metafora. Commenti in portoghese di Raphaela Papaléo Farias."" -
Il papa straniero (Volver)
Tra l'Argentina e la Basilicata accadono inquietanti vicende: un'anomala coalizione fra Sovranisti e Stellati, favorita alle Regionali del marzo 2019, viene invece battuta dal Centrosinistra guidato da un ""Papa Straniero"""", un prof di filosofia rientrato dopo quindici anni da Buenos Aires, dove fa il """"musicalizador"""" in un'importante milonga. Nick, leader della rivolta popolare del 2003 contro il deposito unico delle scorie nucleari a Scanzano, ritrova Diletta, sua ex alunna, diventata avvocato e tornata nelle file del PD dopo una deriva fra gli Stellati: fra i due nasce una storia d'amore scandita dal Tango argentino, che pervade tutto il romanzo. Per punire i """"ribelli lucani"""" il governo centrale ripropone il deposito a Scanzano, ma la risposta è un Referendum per la Secessione della Basilicata dall'Italia in occasione delle Europee del maggio 2019. La narrazione si sviluppa tra flashback e colpi di scena, fino all'imprevedibile epilogo. Una storia che é soprattutto un atto d'amore per il Tango."" -
Niimori Jamison. Ediz. italiana e inglese
Il lavoro di Niimori e Jamison pone alcune questioni e mette in luce nuove declinazioni progettuali intraprese dalle ultime generazioni di architetti giapponesi, arricchite dalla connotazione transnazionale dello studio composto da Yudai Niimori, giapponese, e James Jamison, australiano. Sebbene lo studio sia ai primi passi, è possibile cogliere alcuni filoni di ricerca: l'antitesi accuratezza e ""non finito"""", la testimonianza di epoche precedenti che si stratificano nei nuovi interventi, l'assenza di personalismi degli architetti, ovvero l'analisi oggettiva del sito. Il volume è introdotto da Francesca Chiorino."" -
Due tagli nella sostanza del mondo. Il Reno di Hölderlin e altri paesaggi contemporanei
In un appunto giovanile, all'inizio del secolo scorso, Walter Benjamin descrive l'esplorazione del mondo evocando 'due tagli'. L'uno contiene gli elementi simbolici e l'altro gli elementi empirici della realtà che ci circonda. Questo modello è stato oggetto di numerose interpretazioni critiche che hanno segnato il dibatto sulle arti figurative del Novecento. Il breve saggio che qui si presenta muove dall'analisi dei modelli cosmologici alla base del pensiero di Benjamin, ascrivibili al poeta lirico Friedrich Hölderlin. L'interpretazione alternativa che ne deriva contribuisce al dibattito sulla produzione spaziale contemporanea nelle discipline del disegno. -
Il maestro, l'allievo, l'amico. Lettere di Giuseppe Terragni a Luigi Zuccoli 1940-1943
La documentazione presentata in questo volume, in gran parte inedita, consiste nelle lettere di Giuseppe Terragni a Luigi Zuccoli, amico e fedele collaboratore del maestro lariano durante tutta la sua breve carriera. Questa corrispondenza privata, insieme agli altri ritagli provenienti dal Fondo Zuccoli, permette di disporre di un quadro più nitido e autentico della personalità di Terragni, non filtrato dalla sua immagine pubblica; mentre tra le righe, nonostante la censura militare, affiorano i segni di un progressivo mutamento dell'approccio psicologico del maestro nei confronti della guerra e del fascismo che sembra annunciare il drammatico epilogo della sua esistenza. Questo carteggio ha il valore di una testimonianza, di un attestato della volontà di ""resistenza"""" di Terragni, che desidera restare architetto anche in uniforme, e dunque continua a disegnare, a immaginare architetture, a seguire da lontano il compimento delle sue opere, a rivendicare il giusto riconoscimento del proprio lavoro, a lottare per l'affermazione senza compromessi nel nostro paese dell'architettura moderna.""