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Journal of ancient topography-Rivista di topografia antica (2014). Ediz. bilingue. Vol. 24
Michaa Marciak, The Sites of Kiziltepe (Tell Ermen) and Arzan: Preliminary Remarks on the Identification of Ancient Tigranokertavladimir P. Petrovi & Dragana Grbi, The Roman Roads between Upper Moesia and Thrace: Archaeological and Epigraphic evidence Matteo Frassine, Gianfranco Valle, Viabilità romana e napoleonica nel Friuli centro-occidentale. Indagini archeologiche lungo la SS 13 Pontebbana Custode Silvio Fioriello, Tra terra e mare: archeologia dei paesaggi costieri nella Puglia centrale in età romana Giuseppe Scardozzi, La topografia antica di Oria tra l'età del Bronzo e l'epoca tardo-antica: sintesi dell'evoluzione e delle trasformazioni dell'abitato Luca Zambito, La produzione dello zolfo in Sicilia in età romana. Primi dati da una ricerca Per la Storia della Topografia Antica Giovanni Uggeri, Biagio Pace, la topografia antica in un'ottica mediterranea Note e discussioni Elio De Magistris, L'ipogeo di San Nicolò dei Cordari a Siracusa: fasi costruttive e funzione English Summaries Books Received Note to Contributors. -
Journal of ancient topography. Rivista di topografia antica. Vol. 9: Itinerari storico archeologici per la conoscenza del Friuli Longobardo.
Questo libro raccoglie i contributi dei diversi ricercatori che hanno partecipato al progetto finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia ""Itinerari storico archeologici alla scoperta del Friuli longobardo"""", la cui finalità era la ricostruzione del territorio, dell'antica viabilità e dello sviluppo antropico della parte settentrionale dell'antico ducato longobardo del Friuli. Nel volume sono stati trattati diversi argomenti aventi tutti come filo conduttore lo studio del paesaggio antico, e sono state affiancate alle """"classiche"""" metodologie della ricerca archeologica altre più innovative. Nella prima parte del volume l'attenzione si è concentrata sulla geologia del territorio, sull'uso della cartografia storica come base per analizzare l'evoluzione del paesaggio, sulla fotografia aerea verticale e obliqua e sull'utilizzo delle immagini tele rilevate con sensore iperspettrale MIVIS (Multispectral Infrared and Visible Imaging Spectrometer) per rilevare sul terreno eventuali anomalie archeologiche. Una parte del volume è stata quindi dedicata all'uso dei Geographic Information System che, per le loro potenzialità nelle analisi spaziali."" -
Scritti ad arte. Contributi alla storia dell'arte contemporanea scelti per i suoi 40 anni di attività critica
Di Lucio Galante, il presente volume raccoglie articoli, presentazioni di mostre personali e collettive di artisti contemporanei, recensioni, in cui prevalgono il taglio breve ed essenziale, e saggi di media lunghezza, che sono anche agili sintesi storiografiche, tutti lavori che si collocano nell'arco di tempo che va dal 1972 al 2014, e che per la loro prevalente veste editoriale o essendo pubblicazioni non più disponibili sul mercato sono difficilmente reperibili. Dunque un libro che testimonia un aspetto non secondario o marginale della sua esperienza accademica, certamente più proprio di un atteggiamento che è andato ben oltre la semplice incursione o curiosità intellettuale, divenendo l'interesse dello studioso competente, che ha orientato la sua attenzione all'arte contemporanea nel meridione d'Italia. -
Archeologia e storia di Camarina
Il desiderio di sottrarre all'oblio una città greca sorta su un suggestivo promontorio della costa sud della Sicilia, ha ispirato questa agile rivisitazione della storia e dell'archeologia di Camarina, fondata da Siracusa nel 598 a.C. e distrutta da Roma nel 258 a.C. dopo 340 anni di tumultuosa esistenza. Il libro ne ripercorre le vicende, così peculiari, dal secolare contrasto con la madrepatria alle tante distruzioni e successive ricostruzioni. Camarina raggiunse il massimo prestigio nel V secolo a.C., quando un suo figlio, vincitore olimpico, fu celebrato da Pindaro e Erodoto e Tucidide si interessarono della città perché Atene ne sollecitò l'alleanza nella Guerra del Peloponneso. I dati letterari, epigrafici, numismatici, topografici ed archeologici, accumulatisi nel tempo, risultavano sinora dispersi e frammentari. Da qui l'esigenza di rifonderli in una sintesi organica, con unità di metodo e in prospettiva storica, dalla tradizione rinascimentale ai grandiosi scavi di Paolo Orsi, Paola Pelagatti e Giovanni Di Stefano. -
Castellana fuori e dentro le mura. Vol. 2: Sviluppo urbano, antiche famiglie, pubblica amministrazione, territorio rurale e beneficenza tra il XVII ed il XIX secolo.
"Il metodo messo in pratica dal professor Lanera, è proprio quello seguito da Donato Mastromarino: egli attraverso la consultazione dei protocolli notarili dei notai di Castellana Grotte, conservati nell'Archivio di Stato di Bari, è riuscito a ricostruire la trama dei rapporti economici e giuridici dell'Università cittadina, delle famiglie castellanesi. Attraverso i registri battesimali, ha anche ricostruito la storia genealogica di esse ed i rapporti di queste con famiglie di altre città [&]Il volume con la sua imponente quantità di notizie e con le sue rare foto, costituisce un'autentica summa per conoscere molti degli aspetti della storia della città di Castellana Grotte"""" (dalla Presentazione diAntonio Fanizzi)." -
Esposizione del Pater noster
Pubblicando il commento al ""Pater noster"""" di Belisario Acquaviva e corredandolo di un'introduzione, di un commento filologico e storico, di uno sguardo ai problemi religiosi, politici e linguistici che esso comporta, Defilippis completa la sua risposta sia alla domanda sulla statura intellettuale di questo rappresentate della nobiltà meridionale e in particolare salentina, sia alla richiesta di una delucidazione, di cui abbiamo ancora bisogno, sulla sua personalità di principe e di religioso, sui suoi rapporti con la curia romana e con il potere spagnolo, sulla sua coscienza di umanista e appartenenza alla comunità linguistica meridionale. In consonanza con questa larga impostazione della ricerca su un autore non di prima grandezza e su un'opera poco conosciuta, il fatto che si recuperi un testo latino di argomento religioso, pur carico di questioni morali, insieme alla sua versione volgare d'autore, assume il valore di una testimonianza di sicuro rilievo."" -
Elea Velia. Indicatori di frontiera, economia del territorio
La definizione dei confini del territorio di Elea Velia dal tardo arcaismo all'età imperiale è tra gli scopi di un survey su un'area di circa 400 kmq, illustrato in questo libro. La ricerca di superficie si è concentrata sui marcatori di frontiera, luoghi di culto liminari e installazioni difensive o di avvistamento, utilizzando, oltre le odierne tecniche di analisi, le categorie descrittive spaziali usate per tutta l'antichità classica, così come attestate dall'epigrafia confinaria greca e latina: ne risultano inattesi ampliamenti del territorio di Poseidonia a nord e delle tribù lucane a sud. Le aree costiere sono poi assorbite nella chora eleatica con una cesura delle valli fluviali anomala nel contesto dei confini spontanei di età arcaica e classica (l'antiqua observatio dei Gromatici), ma sperimentata anche nella focea Massalia. -
Repútu pe lle chiazze salentine-Lamento funebre per le piazze rurali del Salento
Il poema in ottava rima e in rigoroso dialetto salentino, che utilizza a pretesto narrativo una divertente storia paesana, fotografa, con i toni e registri più diversi e seguendo il libero andare della memoria, il rapido e per molti versi catastrofico diluirsi, in un nulla ancora indistinto, della millenaria civiltà contadina; una civiltà che nei centri rurali del Salento aveva realizzato, pur in un quadro diffuso di povertà, sfruttamento ed ingiustizia, straordinari risultati di risposta ai bisogni collettivi, di socialità ed identità culturale. Le piazze di quei paesi, che negli ultimi anni sono state oggetto di importanti rifacimenti strutturali ed estetici dagli effetti spesso scenografici, perduta ogni funzione economica e sociale, oggi si presentano come spazi vuoti di presenza umana, freddi, senza storia, senza anima e memoria e ormai da decenni attendono nuova linfa e nuova vita, che sarà, se mai, del tutto diversa da quella di un passato leggendario ed irripetibile. -
La maiolica di Laterza del Seicento
La presente ricerca attesta i rapporti e l'osmosi culturale anche nel settore della produzione della maiolica nei primi decenni del Seicento tra l'area pugliese e Napoli, capitale dell'antico Regno e grande centro culturale, da cui si irradiavano modelli espressivi poi riproposti con originali rielaborazioni formali, iconiche e cromatiche dagli artefici salentini di Laterza e di Terra di Otranto. Nel nuovo Museo della ceramica di Laterza è esposta la prestigiosa Collezione di maioliche di Laterza della Collezione di Riccardo Tondolo, il quale ha voluto il ritorno delle pregevoli e rare ceramiche, da lui nel tempo raccolte anche all'estero, nel centro ceramico dove furono prodotte tra Sei e Settecento. Nel catalogo della collezione, a cura di Guido Donatone, è stata ricostruita la storia della vicenda della qualificata produzione della maiolica istoriata di Laterza, fiorita in connessione con il variegato ambiente artistico e culturale della cosmopolita Napoli spagnola. -
Guida all'architettura contadina del Salento
In una regione come la nostra, dove la cultura contadina ha radici profonde, il paesaggio rurale è rimasto fortemente improntato di quel rapporto secolare tra l’uomo e l’ambiente, tra il contadino e la natura del terreno. Un contadino, il nostro, costretto da sempre a confrontarsi con “quell’orgia di pietre”, per dirla con Cesare Brandi, con quell’ ”ossame di natura”, che per Girolamo Comi era l’Immagine del Salento. Un paesaggio ”dai silenzi favolosi”, come lo definiva il pittore Vincenzo Ciardo, animato, però, da “uomini maschi, buoi, lamie, cripte, calogerati, masserie, brecce ossifere, e il Jonio dal ceruleo magico” come scriveva Luigi Corvaglia nel romanzo Finibusterre. Un paesaggio determinato soprattutto dall’opera dell’uomo, che sapientemente ha adattato la natura alle necessità della vita. Quello che risalta a prima vista è il “paesaggio della pietra”, un paesaggio definito da una miriade di muretti a secco che s’intersecano secondo un ordine prestabilito per chiudere fazzoletti di terra, che il contadino del Salento ha strappato alla roccia per fertilizzarli col sudore. -
Le vie della misericordia-The ways of mercy. Ediz. bilingue
Il cammino e la meta. Grazie al Giubileo straordinario indetto da papa Francesco, un vento primaverile si diffonde nel mondo, portando il messaggio della speranza e della misericordia. In tale spirito è nata l'idea di convocare specialisti di ambiti disciplinari e metodologie diverse - geografi, storici, storici dell'arte - e porre al centro della riflessione ""le vie della fede"""", i santuari, le immagini, dedicate a Maria Mater Misericordiae. Ne è scaturito un concerto di voci diverse e tuttavia consonanti. Ciascuno degli studiosi ha portato il frutto, spesso le primizie, raccolte lungo percorsi di ricerche condotte nel vasto scenario mediterraneo ed europeo."" -
Quanto ti ho amata, Italia mia! I Neretini nella grande guerra (1915-1918)
Questi squarci di vita minuta, con i suoi protagonisti chiamati in causa con nome e cognome ci vengono da un accurato scavo intrapreso dagli autori presso l'Archivio di Stato di Lecce, gli Archivi del Comune di Nardò, le biblioteche comunali e provinciali, grazie alla consultazione di fonti a stampa e letterarie, di annuari militari, di documenti iconografici, di carte private, con attenzione, come si è detto, anche alla trasmissione orale. -
Archeologia della Sicilia sud-orientale. Il territorio di Camarina
Nel retroterra della colonia greca di Camarina, sul versante meridionale della Sicilia, ben poche sono le emergenze archeologiche note a tutti: le terme di Comiso, quelle del Mezzagnone, le catacombe di Comiso, il villaggio tardoantico di Caucana e la chiesa della Pirrera. Questo studio, attraverso un'indagine minuziosa ed accurata, dimostra come l'area tra la valle del Dirillo e quella dell'Irmino fosse ricca di insediamenti in tutte le epoche: dalla preistoria, soprattutto con le svariate manifestazioni della cultura Castellucciana, all'età greca, quando il territorio granario alle spalle di Camarina veniva attraversato dalla via Selinuntina, all'età romana, quando diventa vitale la costa che fronteggia l'Africa e viene fondata Caucana, a quella paleocristiana e bizantina, quando la valle dell'Ippari è costellata di insediamenti, che finiscono soltanto con l'invasione araba. Il riesame delle evidenze archeologiche ha permesso inoltre di individuare i nuclei originari e i successivi spostamenti che hanno portato al definirsi degli attuali centri abitati di Acate, Chiaramonte Gulfi, Comiso, Santa Croce Camerina e Vittoria. -
Soffitti della fantasia. L'ornato dei soffitti in Puglia e Campania dal 1830 al 1920
I soffitti della fantasia compongono, direi, un poemetto per immagini; le condizioni classiche della scrittura visiva, le troviamo precise, esemplari: la luce (quella netta, mediterranea), lo scorcio (gli elementi che nelle case ci stanno sopra la testa, come quiete divinità pagane, a cui dedichiamo poca attenzione specifica, molta attenzione inconscia e sensoriale), la fantasia infine (quella pugliese, così nutrita di miracoli terrestri, di creature celesti e stemmi, marginati dalle strutture, quasi a testimoniare che anche il Paradiso ha bisogno di fonde radici, di humus). Con questo poemetto, suddiviso in tanti capitoli che corrispondono a stati ambientali, Accolti fa opera di miniaturista; all'incontrario tuttavia, nel senso che l'illustrazione è data, qui, dalla nota scritta, con la saggezza del Salimbene e l'estro di uno Sbarbaro, mentre il testo è l'immagine. Quale lo scopo? Di avvertirci che, in questo tempo ingrato, noi la testa la alziamo troppo poco, e troppi soffitti non della fantasia, ma del condizionamento oscuro, ci separano da quel regno del meraviglioso, che la storia ci ha socchiuso intorno, invitandoci nelle sue regioni. -
Napoli e la Spagna nel Cinquecento. Le opere, gli artisti, la storiografia
Sebbene il volume raccolga per buona parte interventi presentati in occasione del convegno ""Napoli e la Spagna nel Cinquecento. Gli artisti, le opere, la storiografia"""", tenutosi a Napoli l'11 marzo del 2016 presso Palazzo Zevallos Stigliano (Gallerie d'Italia), esso non rientra ipso facto nella categoria degli atti di convegno. Ciò per ragioni diverse. Dietro le quinte vi sono altre ricerche, altri incontri, altri viaggi tra Napoli e la Spagna caratterizzati da un costante e 'sincero' confrontarsi, quasi sempre al cospetto delle opere. A Burgos con María José Redondo Cantera, a Barcellona e Napoli con Joan Bosch Ballbona e Mariano Carbonell Buades; a Granada con Manuel García Luque. Sostenuti e continui, benché indiretti negli ultimi anni, sono stati i contatti con Luciano Migliaccio da San Paolo del Brasile per discutere di uno dei temi più frequentati dagli studi di scultura del primo Cinquecento: la presenza in Italia dei 'doi spagnuoli' Ordóñez e Siloe; tema di cui egli è senza dubbio un imprescindibile segmento storiografico da 'rileggere' con attenzione."" -
Decor Carmeli. Il convento, la chiesa e la confraternita del Carmine di Nardò
Un monumento complesso, qual è appunto una chiesa, costituisce come una sorta di libro dalle molteplici pagine, per cui si impara a conoscerlo e ad apprezzarlo solo a condizione che tutte le pagine siano adeguatamente sfogliate. È l'operazione che si è voluto realizzare con il presente corposo volume, incentrato sulla chiesa già di S. Maria Annunziata e oggi della B.V. Maria del Carmelo in Nardò e sul convento attiguo, ma anche sulla Confraternita dell'Annunziata e del Carmine senza la quale probabilmente la chiesa, abbattuta nel 1528 per esigenze belliche, non sarebbe mai più risorta. Attraverso la certosina ricerca storica, l'attenta analisi dei diversi elementi, la composizione e la comparazione dei dati il volume prova a offrire al grande pubblico una corretta chiave di conoscenza e di interpretazione del monumento nella sua visione d'insieme e nelle sue articolazioni e a rendere ragione di uno degli scrigni d'arte di maggiore interesse per la città di Nardò e per il territorio più vasto, nella cui vicenda storica si inserisce. -
Un borgo nuovo angioino di Terra d'Otranto: Francavilla Fontana (secc. XIV-XV)
L'attenzione per le comunità cittadine del Mezzogiorno bassomedievale è una delle prospettive d'indagine che più radicalmente ha rinnovato negli ultimi anni gli studi della medievistica meridionale, impegnata a recuperare il ritardo rispetto al resto dell'Italia nelle ricerche di storia urbana. Ciò nonostante, rimangono in ombra i centri minori (spesso infeudati), a vocazione prevalentemente agricolo-pastorale, tanto quelli di antica origine quanto quelli di più recente fondazione, base portante del reticolato insediativo del Regno, ma privi della dignità di civitas, perché non sedi di cattedra vescovile. Tale situazione, in alcuni casi, non fu tuttavia di ostacolo all'esprimersi di una spiccata vivacità e dinamicità sotto il profilo sociale, economico e politico. In questa chiave, il presente lavoro prende in esame una delle tante comunità urbane ""minori"""" del principato di Taranto, Francavilla Fontana (oggi in provincia di Brindisi), fondata agli inizi del XIV secolo lungo l'antico tracciato della via Appia-Traiana. Le sue vicende storiche, socio-politiche ed economiche, oltre a favorire l'approfondimento del tema delle comunità rurali del Mezzogiorno tardomedievale, offrono l'opportunità di seguire il fenomeno dei borghi nuovi in una provincia periferica del Regno."" -
De vita beata
Argomento sempre attuale quello della felicità, dibattuto anche oggi nella nostra società consumistica, ma già trattato nelle scuole filosofiche dell’Atene postsocratica e poi in ambiente romano, dove Cicerone prima e poi ancora di più Seneca lo affrontano in modo chiaro ed univoco. Il De vita beata, appunto, è la risposta di Seneca agli interrogativi più comuni su ciò che ci dà la vera felicità, facendo luce sulla strada giusta da intraprendere per conseguirla, fugando le opinioni della gente comune di cui dimostra stoltezza e fallacità. La felicità non consiste nei piaceri, come invece sostenevano gli epicurei male interpretando gli insegnamenti del loro Maestro, anzi coloro che si abbandonano ad essi ne sono dominati, quindi ne diventano schiavi: è il caso, ad esempio, di chi ritiene erroneamente che le ricchezze diano felicità e non si accorge invece che esse condizionano la vita. Perché allora Seneca, che vive nel lusso, non si priva delle sue ricchezze accontentandosi del necessario? Perché parla in un modo e vive in un altro? E Seneca risponde ai suoi numerosi detrattori ammettendo l’utilità della ricchezza come mezzo per potere agire... Prefazione di Laudizi Giovanni. -
La logica del giudice di fronte alla complessa equazione dell'art. 35-ter o.p. Un affascinante viaggio alla ricerca dei valori incogniti
"La sentenza Torreggiani rappresenta una sfida lanciata dalla Corte Europea dei Diritti dall'Uomo allo Stato italiano. Il contenuto della sfida era caratterizzato dalla richiesta rivolta allo Stato italiano di assicurare al soggetto che abbia sofferto una situazione detentiva """"inumana e degradante"""" ai sensi dell'art. 3 Conv. Eur. Dir. Uomo rimedi """"effettivi, sufficienti ed accessibili"""" ha portato il Legislatore Italiano a dar vita all'art. 35-ter o.p. rubricato: Rimedi risarcitori conseguenti alla violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali nei confronti di soggetti detenuti o internati.""""" -
Luigi Fumagalli architetto ingegnere
"E' sempre appassionante entrare, in punta di piedi, in uno studio di pensiero e di progettazione. A maggior ragione quando quello studio è laboratorio per soluzioni architettoniche e ingegneristiche ancora oggi esemplari e, in qualche modo, modernissime. Un laboratorio venuto alla luce quasi per caso e passo dopo passo dispiegando la sua ricchezza di documenti ordinati e preziosi, accuratamente conservati, e facendo emergere, al contempo, la biografia professionale e umana di Luigi Fumagalli e la storia architettonica e urbana di un pezzo di Puglia tra metà e fine ottocento. Questa ricostruzione accurata e certosina, puntigliosa e appassionata, condotta da Fulgenzio Clavica, è un lavoro importante, capace di essere narrazione di una esperienza professionale restituendo una lezione più vasta, una trasformazione storica e urbana più ampia, un paradigma generale. Luigi Fumagalli, così austero e affascinante nel ritratto ad olio del pittore leccese Gabriele Lenti, firma numerosissime e importanti architetture private, opere pubbliche, edifici religiosi, opifici."""" (Dall'introduzione di Massimo Crusi )"