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Al soldo del nemico. L'enigma delle spie durante la Grande Guerra nei documenti inediti della Guardia di Finanza
Uno degli aspetti che caratterizzarono il periodo d'ingresso dell'Italia nella Grande Guerra, fu l'atmosfera di allarmismo e sospetto nei confronti di tante figure enigmatiche che venivano considerate spie potenziali. La fama di efficienza dell'apparto di ""intelligence"""" tedesco alimentò la necessità di controllo da parte delle nostre autorità nei confronti anche di tanti personaggi insospettabili: avvocati e professionisti, oltre a figure rimaste memorabili come la bella """"Annetta del Casotto"""". L'autore, in un'analisi che si sposta dal Vaticano al lago Maggiore, ricostruisce inoltre alcuni episodi di condanne a morte seguite a processi sommari davanti alla corte marziale."" -
Il quaderno del pane. Lievitati dolci e salati
Non c'è nulla che possiamo ritrovare sulle nostre tavole oggi, come su quelle degli antichi egizi, che sia più gustoso di ciò che viene fatto con un ingrediente magico: la farina. In un viaggio tra i sapori delle varie regioni, Gabriella Pecchia ci accompagnerà nella preparazione di ricette dolci e salate: dalla piadina ai grissini, dalle foccacce ai Brezel e tanto altro... Non c'è un cibo più buono e più sfizioso. Buona lievitazione. -
Il quaderno dell'autunno. Zucche e radicchi
Ogni stagione dà i suoi frutti e come ci viene raccomandato sempre più, il cibo che consumiamo dovrebbe essere coerente con il calendario della natura. La zucca e il radicchio sono due tra i vegetali più buoni e versatili che l'autunno ci regali: ne esistono di tantissime tipologie e ogni regione ha le sue ricette tipiche. In questo Quaderno sono raccolte tante soluzioni realizzabili con semplicità e adatte ad ogni palato. -
Custoza. Il vino del Garda per il riscatto dalle sconfitte risorgimentali
Un riscatto per le vicende storiche accadute su quelle terre, oggi coltivate a vigneto, dove si sono consumate le due cocenti sconfitte del 1848 e del 1866.La vittoria e il vino prodotto negli anni `60 dalla Cantina Sociale di Custoza con un nuovo, innovativo processo di vinificazione. Leggiadro per i riflessi paglierino dorati dei suoi colori. Profumato, piacevolissimo, fresco e beverino, inebriante per le tante, armoniose coloriture organolettiche. -
Boschèra. Dai vini selvatici al nobile Torchiato del Cansiglio
«Lungo il corso della Livenza in direzione di Venezia, volgendosi verso oriente e verso mezzogiorno, il Cenedese gode della esposizione continua al sole ed alla brezza che le viene dal mare, ha in ogni parte poderi coltivati e vigneti [...] hanno ricevuto dalla natura il dono prezioso di produrre ottime uve e vini generosi»: così scriveva Andrea Bacci nel '500. Qui, alle pendici del Cansiglio, da tempi antichissimi si produceva un vino dalle uve selvatiche cresciute spontanee arrampicate sugli alberi e gradatamente domesticate. Nei secoli, nonostante guerre, invasioni, dominazioni, epidemie, quell'antico patrimonio genetico non è andato completamente perduto, si è anzi arricchito di nuovi genotipi dalle potenzialità latenti portati da altri popoli. Quando, finalmente, poco più di due secoli fa, i viticoltori hanno preso piena coscienza dell'importanza delle varietà, i diversi genotipi hanno acquisito un nome (Boschèra, Verdiso, Bianchetta...) e dato origine a prodotti particolari e prestigiosi come il Torchiato di Fregona. -
Il quaderno dell'inverno. A tavola davanti al camino
Proseguiamo il nostro cammino nelle ricette stagionali. L'ispirazione principale arriva dai piatti poveri, quelli della tradizione di montagna: i due prodotti che facevano quotidianamente da supporto alla mensa erano la polenta e il formaggio, che rimangono elementi fondamentali delle nostre tavole, non conoscendo limiti di utilizzo. Per trascorrere l'inverno non possono poi mancare le zuppe e le minestre, i funghi e i secondi di carne ai quali d'estate dobbiamo inevitabilmente rinunciare. Per concludere in bellezza sono fondamentali i dolci: d'inverno fa freddo e abbiamo bisogno di più calorie. E allora via con le castagne, le noci, il cioccolato e chi più ne ha più ne metta, senza rimorsi. L'ultima cosa importante è la nostra digestione: davanti al camino o mentre leggiamo un bel libro, ci possiamo regalare una tisana o un digestivo, rigorosamente fatti in casa e con ingredienti di stagione. -
Il quaderno del vento
Questo quaderno educa all'istinto e raramente si occupa di regole. Parla di bisogni e desideri e cerca negli errori i momenti belli della vita. L'età di chi legge o ascolta oppure sfoglia il quaderno è quella giusta per farlo. Conosciamo i diversi nomi del vento, dove nasce, come si misura e in quanti modi può essere utile. Scopriamo che a volte può essere pericoloso e metterci paura. Il vento è vita, lavoro, divertimento. Quando passa scompiglia i capelli, i pensieri, le foglie. Sposta le nuvole e ci avvisa che il tempo sta per cambiare. Molte volte sentiamo dire: qual buon vento? Questa espressione si utilizza quando si incontra dopo tanto tempo una persona e si è contenti di rivederla. È come se quella persona fosse portata da un vento buono, favorevole all'incontro. Così l'autore si augura sia per i lettori, un incontro buono come il vento di cui, sfogliando le pagine di questo quaderno, conosceremo molte cose nuove che ci stupiranno. Prefazione di Pino Roveredo. -
Il quaderno della birra
Fare la birra in casa. Quali sono gli strumenti necessari, gli ingredienti? Quale tipo di birra posso produrre e qual è il procedimento da seguire? Come degustare al meglio la birra e come accostarla ai piatti dolci e salati? Quanti tipi di birre esistono e che cosa le differenzia? Come orientarsi tra le proposte dei pub e come non farsi ingannare sulla qualità? E al supermercato come scegliere? Quale birra portare dagli amici a cena? Cosa è importante leggere nell'etichetta? Come incide la provenienza tra una birra e l'altra? Nel Quaderno della Birra, Francesco Selicato, beer-blogger per passione e publican di professione, risponde a tutte queste curiosità: troveremo tutte le informazioni necessarie per orientarci al meglio nel mondo della birra e potremo anche provare a farla da soli! -
Vermouth di Torino. Dai liquoristi del Settecento il nobile vino aromatizzato che inebria il mondo
Nato nelle botteghe dei liquoristi torinesi del Settecento è il più importante vino aromatizzato italiano, profumato di erbe e spezie esotiche, protagonista dell'aperitivo in tutto il mondo. Il Vermouth di Torino è per eccellenza un simbolo dell'aperitivo in tutto il mondo. Nasce nel 1700 dalla maestria dei liquoristi torinesi, poi diventa un prodotto esportato ovunque. Immagini indimenticabili sono state create da importanti artisti per la sua réclame. Stupende etichette con la loro speciale grafica ne hanno portato e ne portano il nome in mille Paesi. Questo vino sta vivendo un'epoca di grande apprezzamento, tanto da aver ottenuto dall'Unione Europea il riconoscimento dell'Indicazione Geografica che identifica e sancisce il legame con una terra, una tradizione, un ""saper fare"""" unico. Bevuto puro o in celeberrimi cocktail, il Vermouth di Torino è protagonista di un racconto avvincente che parte dalla mondana """"ora del Vermouth"""" tipica di Torino, per giungere al moderno rito sociale dell'""""happy hour""""."" -
Il quaderno dell'estate. La cucina in vacanza
Ma chi lo dice che in estate passi la voglia di mangiare? E che il caldo soffochi gli appetiti... La stagione calda è invece quella che ci permette di avere più tempo da dedicare alla cucina, più momenti da passare in compagnia della famiglia e degli amici. Il tempo giusto per preparare ottime insalate e, perché no, gustosi piatti di pesce o sfiziosi aperitivi. Il tutto con un occhio attento ai prodotti di stagione, alle verdure e alla frutta che il sole dona in quantità. Allora non scordate di mettere questo quaderno in valigia o nello zaino e... buone vacanze! -
Il quaderno degli errori
Sbagliare è un problema da grandi... Quando ero bambino stavo ore, giorni interi, seduto in disparte a giocare con i sogni, a mettere in fila i pensieri. Li allineavo uno ad uno come panni stesi al sole, come il catalogo di un bibliotecario. Questo mio modo di fare allarmava gli adulti. Ero sbagliato, e in qualche modo ero cattivo. Dicevano che ero strano, che non era normale passare le giornate seduto in disparte. Errore. A me è sempre piaciuto rubare. Lo so, è sbagliato. Non si fa. Mi piaceva rubare i ricordi a mio nonno, gli sguardi alle figure dei libri, la frutta sugli alberi d'estate. Una volta volevo rubare ""La Gioconda"""" al museo del Louvre di Parigi, ma per fortuna non ci sono riuscito. Poi un giorno qualcuno mi ha rubato l'infanzia. Mi sono svegliato con una strana sensazione nel corpo: i muscoli intorpiditi, le mani, le gambe e la faccia più grandi e la voce che non era più la mia. C'è un margine di grande verità in tutti gli errori. Proviamo a scoprirlo. Se il presente è sbagliato o imperfetto, il futuro può essere perfetto. Ecco a cosa servono gli errori... Prefazione di Fulvio Ervas."" -
Pellico, turista per forza. In viaggio tra le prigioni di mezza Europa
Nel 1822 a Venezia, Silvio Pellico veniva condannato a morte, e poi graziato dall'imperatore d'Austria Francesco I. L'anno precedente, accusato di cospirare contro l'autorità imperial-regia e di far parte di una società segreta, era stato arrestato a Milano, e rinchiuso nel carcere dell'ex convento di Santa Margherita. Lì iniziò il suo lungo viaggio, turista per forza, che lo portò a Venezia, nella prigione dei Piombi e poi in quella dell'Isola di San Michele, e infine a Brno (allora Brünn), a marcire in una cella dello Spielberg. Un lungo e penoso viaggio, in catene, dalla Lombardia al Veneto, dalla Patria del Friuli alla Carniola; e poi la Stiria, la Bassa Austria, la capitale imperiale Vienna, la Moravia. Pellico narrò con pietoso distacco la sua avventura nell'allora ""best-seller"""" """"Le mie prigioni"""", il quale - convenne il cancelliere Metternich - fece più male all'Austria di una battaglia perduta. Questo libro ricorda personaggi, aspetti e congiunture di vicende che rappresentarono una parte vitale ed emozionante della narrazione risorgimentale dell'Italia: per non dimenticare."" -
Grado babo da Klosterneuburg l'unità di misura del mosto diffuso in tutte le cantine
Grado Babo è il titolo che dedichiamo al nome della collana omonima per spiegarne l'origine, la diffusione e il suo inventore: August Wilhelm von Babo, direttore della cantina di Klosterneuburg. Nei vigneti e nelle cantine questo nome in codice ormai da oltre cent'anni fa parte della tradizione e del lessico, ma il grande pubblico non ne conosce l'origine. Esso è legato a un semplice strumento di valutazione del contenuto zuccherino del mosto, il cui inventore è egli stesso parte della storia della moderna vitienologia. Prefazione di Enzo Michelet. -
Donnas. I vini della Valle d'Aosta tra signorie alpine e dominio sabaudo
Un vino che profuma di fiori e di erbe di montagna, già conosciuto nel medioevo, quando in Valle d'Aosta le signorie alpine affrontavano le sfide sulle franchigie con le comunità di viticoltori e agricoltori. I castelli e l'egemonia politica in Valle d'Aosta da parte delle famiglie come i Savoia e gli Challant fanno da scenario alla diffusione di vitigni come il Donnas e il Nebbiolo (localmente chiamato Picotendro). Nel medioevo, intorno alla coltivazione di queste uve, si cominciarono a creare delle fratture con i viticoltori relative alle franchigie per il commercio dei vini. Il dominio Sabaudo ""risolse"""" in qualche modo la diatriba. Il libro ne ripercorre le tappe storiche soffermandosi sulla conoscenza dei vini locali, proponendo anche un percorso sui luoghi da visitare nell'area del Donnas doc, e focalizzando l'attenzione sulla conoscenza delle erbe di montagna che si ritrovano nel bouquet tipico di questi vini. Elena Erlicher. È laureata in filosofia e giornalista, dopo varie collaborazioni con altre testate, oggi coordina la squadra di redazione di Civiltà del bere. É certificata Level 3 del Wine & Spirit Education Trust. Prefazione di Marco Reinotti."" -
Il quaderno della cucina vegetale. Piatti vegani e vegetariani
Cucina Vegetale non significa necessariamente rinunciare alla tradizione gastronomica ma può voler dire anche ricercare gli stessi valori e affetti in modo differente e originale. Potendo aggiungere all'alimentazione salute, creatività, ma anche gusti inattesi e sapori accattivanti. In questo quaderno l'autore presenta una ""traduzione vegetale"""" di piatti tradizionali e di fantasia, proponendo una quarantina di ricette prive di ingredienti di origine animale, che spaziano dall'antipasto al dolce: una cucina attenta alle combinazioni degli ingredienti che può integrare l'alimentazione di ognuno in modo semplice, appagante e salutare. Dopo la presentazione di cosa significa """"Cucina Vegetale"""" seguono le ricette, organizzate per tipologia, per chiudere con due sezioni pratiche: una nella quale si offrono suggerimenti sul """"come sostituire"""", l'altra sulle tecniche di non-spreco, che si rifanno allo stesso concetto di rispetto degli ingredienti che è alla base della Cucina Vegetale."" -
Vini proibiti. Clinton, Fragolino, Bacò e gli altri vitigni ribelli
Parlare dei vitigni / vini proibiti o ribelli significa ritornare indietro di circa 170 anni per capire il perché della loro storia, nata per le necessità emerse nei principali Paesi viticoli dell'Europa. Si trattava infatti di porre rimedio a una serie di situazioni fitosanitarie succedutesi, una dopo l'altra, per cause pressoché accidentali. Un tuffo nel passato che ci obbliga a rileggere indagini e studi biologici ed epidemiologici su tre avversità parassitarie della vite per cercare di capire la situazione sorta in Europa a partire dalla metà dell'Ottocento con l'arrivo dell'oidio, della fillossera e della peronospora. Tre avversità che, da quel momento, hanno cambiato, la millenaria storia vitivinicola mondiale. Il titolo dato a questo volume attrae il lettore verso la scoperta del mistero che si nasconde dietro il termine ""proibito""""..."" -
Carnet di degustazione. Piccolo vademecum per riconoscere i vini e saperli apprezzare
La Collana ""GRADO BABO"""" parla di vino e di storia, di uomini e di viaggi, di cambiamenti lungo la storia di ogni singolo vitigno; si sofferma a raccontare le qualità che fanno di ogni vino un grande vino, anche se il suo nome non è importante o blasonato. Non poteva quindi mancare un piccolo taccuino per accompagnare i momenti piacevoli in cui, oltre alla conoscenza nelle pagine, il vino si incontra nei calici o nei bicchieri. Completano il volume alcune indicazioni sui principali vini, le loro caratteristiche organolettiche, qualche aneddoto storico, ma soprattutto le schede per la conoscenza e la valutazione, redatte da un tecnico professionista."" -
Bioavversità. Il vizio delle monocolture nelle terre alte
L'autore intraprende un nuovo viaggio nelle Terre Alte per indagare la perdita di biodiversità nel nostro Paese a causa del proliferare delle colture intensive. Un dialogo con diversi protagonisti per capire la diffusione del Prosecco nel nordest, dei meleti in Val di Non, dei noccioleti in Centro Italia, riportando accurate testimonianze sulle conseguenze ambientali, sanitarie e sulla biodiversità, causate dalla diffusione delle monocolture in Italia. Non solo aspetti negativi, ma anche storie virtuose e vincenti che vanno dal Veneto fino all'Alto Molise passando per il Lazio, dimostrando che è possibile anche un'agricoltura diversificata e sostenibile, basata sul rispetto del territorio e della sua storia rurale. Prefazione di Letizia Bindi. -
Primitivo. The wine of the two worlds
Armonia, ordine, bellezza del paesaggio, qualità del vino, che nel caso del Primitivo si aggiungono ad un termine irrinunciabile: tradizione. Se il vino nasce dalla composizione delle vigne, dobbiamo considerare che i cambiamenti nell'ambito produttivo viticolo sono per natura lenti, legati al fatto che trentennale è la normale vita di un impianto. I trent'anni poi sono il seguito della tradizione mitigata da ponderata innovazione. Chi scelse il nome del Primitivo? La memoria, che è storia ed è anche leggenda, ci racconta di un religioso, appassionato di botanica, don Francesco Filippo Indellicati, di Gioia del Colle, la città pugliese a metà strada dallo Jonio all'Adriatico. Sul finire del Settecento individuò il vitigno, oggetto di scambio con la costa orientale adriatica, confacente alla sua idea di rinnovamento viticolo. Un vitigno che fruttificava presto, primo a maturare. Nel 2000 Antonio Calò individuò il felice futuro del Primitivo, qualità emergente fra i rossi, accanto al Negroamaro, al Nero d'Avola e a pochi altri. Aveva ragione. (S.T.) -
Milàda e le altre. Cecoslovacche «contro» dal 1948 alla Primavera di Praga
Il palcoscenico è la Cecoslovacchia dopo il colpo di stato comunista del febbraio 1948, l'esplosione dei processi spettacolo contro i nemici del popolo (e gli avversari interni al Partito comunista cecoslovacco), la persecuzioni degli ordini religiosi maschili e contro le suore, il terrore e il terrorismo (quello internazionale, allevato nella scuole di partito e nei centri di addestramento, tra mitragliette Skorpion ed esplosivo Semtex, made in Czechoslovakia). Accanimento particolare contro le donne: la deputata socialista moderata Milada Horáková impiccata, come anche l'agente della Terza Registenza Helena Rokicanská. E non solo esse: la persecuzione della cultura underground espressa di Jana Černá, orfana di Milena Jesenská (la musa di Kafka), che assieme a Bohumil Hrabal e altri, mise in piedi la casa editrice clandestina Půlnoc, iniziatrice del fenomeno dei samizdat. Ma anche le donne inviate dal PCI nella redazione della sua radio clandestina a Praga, per la redazione della trasmissione ""Oggi in Italia"""". Anni di feroce e ottuso stalinismo, caratterizzato da un regime poliziesco brutale, da tribunali spietati, da una vita grama, sovrastata da una nomenklatura ingorda.""