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Fra Cecilio. Ediz. a colori
"Ti presento un 'gigante' della carità: fra Cecilio Maria Cortinovis da Costa Serina (Bergamo). Un frate cappuccino che ha donato la sua vita al Signore e ai fratelli. La sua opera a favore dei più poveri, iniziata presso la portineria del convento di Viale Piave in Milano, si è sviluppata e, grazie ad un benefattore, è divenuta l'Opera San Francesco per i poveri che ogni giorno distribuisce pasti per circa 2500 persone. Fra Cecilio credeva nella Provvidenza e la Provvidenza continua ancora oggi a sostenere questa opera che basterebbe da sola a trasmettere quanto fosse grande il cuore di Fra Cecilio e come le sue grandi mani fossero sempre aperte per donare pasti ai più bisognosi e indigenti che oggi 'bussano' alla porta dell'Opera San Francesco. Ma fra Cecilio non è stato solo un 'operatore sociale'. La sua opera caritativa nasceva dall'incontro con la Carità di Dio, con l'Amore di Dio, attraverso la preghiera. Al mattino, prestissimo, era già in Chiesa per incontrare il suo Signore e per poter chiedere la forza di sostenere una giornata di lavoro pesante, non solo fisicamente, per ascoltare e consolare le miserie e le povertà dell'umanità. Al termine di ogni incontro, era 'famosa' la sua frase: 'Lo sai che il Signore ti vuole bene?'. E tutto ciò che ascoltava, lo portava alla sua Mamma Celeste. Aveva una grande e robusta devozione a Maria. A 98 anni, ha lasciato questa terra e dal Cielo continua a benedire la sua opera, ricordando a ciascuno che il Signore gli vuole bene."""" (Vera Bonatta)" -
Diario di padre Gianantonio da Romallo
Se c'è uno scopo perché questo diario venga pubblicato è proprio quello che, oltre ai paesani che hanno conosciuto o sentito parlare di p. Gianantonio, ""el frate dale pole"""", anche i giovani possano darci una sbirciata e non solo, prendendolo come lettura avvincente di un giovane d'altri tempi, anche quelli non facili, che assieme ai suoi compagni ha saputo sognare e sognare in grande."" -
San Francesco Caracciolo. Il santo dell'Eucaristia. Il patrono dei cuochi d'Italia
Mancava, nella letteratura dedicata a San Francesco Caracciolo, una biografia del santo snella accessibile, che mettesse il lettore nella condizione di conoscere con brevi ed essenziali tratti la vita di questo santo. Infatti la maggior parte dei biografi di san Francesco Caracciolo ha scritto nel XVII secolo, in una lingua, dunque, ed uno stile non accessibili al grande pubblico. -
San Vincenzo Romano. Lu prevete faticatore
Vincenzo Romano, pur essendo vissuto oltre due secoli fa, ha ancora da insegnarci qualcosa di attuale e universale. Lo si può considerare un originale anticipatore di non poche intuizioni pastorali che avrebbero preso piede nella Chiesa del nostro tempo. Egli deve considerarsi anche modello di carità pastorale per i sacerdoti. -
József Mindszenty. Il cardinale santo
La domanda centrale di questa biografia non è di carattere storico. Si riferisce piuttosto alla ricerca tipica dell'uomo di fede: quale modalità di rapporto con Dio ci insegna la figura del Cardinale József Mindszenty? Qual è il messaggio che la sua vita ci comunica? -
Angelica
"La forza più grande è la fede e la cosa più bella del mondo è l'amore! E quando i giorni di pioggia saranno finiti, vedrai che il tuo arcobaleno avrà dei colori bellissimi"""" (Angelica). Nel libro si racconta la storia di Angelica, Angy, per gli amici. Pagina dopo pagina scopriamo che è una normalissima ragazza a cui piace fare bene le cose di tutti i giorni, però nasconde un piccolo segreto: tutto quello che compie lo fa per Gesù. Capisce che può essere """"santa subito"""", senza aspettare domani o di arrivare in paradiso. Età di lettura: da 10 anni." -
Giulio Salvadori. Dalla cattedra un formatore di giovani
Una biografia ricca di informazioni tanto precise e minuziose quanto animate da intensa ammirazione. -
Maria Motta. Una luce che riverbera nel cuore
Maria voleva unire i fratelli e sorelle ciechi di Italia nella luce del Vangelo e ci riuscì, con non pochi sacrifici e ostacoli, nel 1928, ponendo le basi di quella che sarà la prima esperienza di unione tra non vedenti fondata sull'apostolato e la preghiera. La sua Fede profonda e matura ha permesso alla fondatrice del MAC (Movimento Apostolico Ciechi) di superare ogni difficoltà e di avere sempre la consapevolezza che il Signore ci è sempre accanto e non ci abbandona mai. L'amore per Cristo, per il Suo Sacro Cuore, la spingeva a non ignorare mai il dolore di chi le stava accanto, per questo affermava con un atto preciso di volontà, l'impegno di affiancare con spirito evangelico chiunque passi accanto: ""Né accanto mai persona ci passi, adulta o parvola, senza che un'eco di fraterni intuiti per noi l'afforzi, o ne rasciughi il pianto""""."" -
Madre Gradisca Todesco. Una donna dal cuore sacerdotale
Le pagine di questa breve biografia riprendono i passi compiuti verso l'appartenenza a Gesù come sposa che si consegna nell'amore, cammino spesso crocifiggente, ma trasfigurante sempre più: ""Gesù, fate che io vi ami fino alla follia, ch'io muoia d'amore per Voi..."""""" -
Padre Geremia Arosio. Memorie 1934-1976 dalla Cina e dal Brasile
Padre Geremia Arosio, originario di Lissone, è stato una sorprendente figura di missionario del PIME in Cina, dal 1934 al 1947, nel difficile periodo segnato dalla guerra sino-giapponese, dal secondo conflitto mondiale e dalla lotta tra i nazionalisti di Chiang Kai-shek e i comunisti di Mao Zedong, e, dal 1950 al 1976, nelle missioni ìn Brasile. Queste pagine delle sue ""memorie"""" narrano una storia singolare, forse dal sapore un po' antico, ma con una genuina testimonianza, capace ancora oggi di provocare e coinvolgere: egli racconta la sua esperienza missionaria che, unicamente nel nome di Cristo, ha condiviso la vita quotidiana delle popolazioni, con fatiche, gioie, difficoltà e dolori, nella diversità di situazioni e luoghi in cui è stato inviato ad annunciare il Vangelo. Il carattere semplice, colloquiale e stringato rende il testo avvincente e ne mette in evidenza anche il valore di documentazione sia storica sia ecclesiale."" -
Carla Ronci. Un cuore grande
Rimini. Carla Ronci nasce l'11 aprile 1936. Torre Pedrera (RN). La famiglia Ronci vive a Torre Pedrera. Carla cresce serena circondata dal premuroso affetto dei genitori. L'il ottobre 1942 riceve la Prima Comunione e la Cresima. Nel pieno dell'adolescenza, Carta vive un periodo di conversione che La porta a frequentare la parrocchia e le suore Orsoline del paese. Entra nell'Azione Cattolica e in pochi anni le vengono affidati incarichi di responsabilità. Si fa largo nel suo cuore la vocazione alla vita religiosa. Scanzorosciate (BG). Carta decide di entrare tra te Orsoline e, malgrado l'opposizione dei famigliari, il 3 febbraio 1958 inizia il periodo di formazione presso il convento di Scanzorosciate. L'esperienza tuttavia dura pochi mesi: il 24 maggio dello stesso anno torna definitivamente in famiglia, con il progetto comunque di vivere a casa come una consacrata. Carla, a Torre Pedrera, riprende la sua vita di sempre: it lavoro, i doveri familiari, la parrocchia e l'Azione Cattolica, senza dimenticare i poveri e gli ammalati. Conosciuto l'Istituto Secolare delle ""Ancelle Mater Misericordiae"""", sorto a Macerata, se ne innamora e chiede di farvi parte. Dopo un anno di noviziato, a gennaio 1962, Carla fa i primi voti religiosi. Il 6 gennaio 1963, si consacra per sempre a Dio con i voti religiosi definitivi. Nell'agosto del 1969 si presentano i primi sintomi di una terribile malattia incurabile. Dopo un inutile ricovero a Bologna, è trasferita a Rimini, alla casa di cura """"Villa Maria"""", dove muore it 2 aprile 1970. Il 7 aprile 1997, Carta Ronci è dichiarata venerabile dalla Chiesa."" -
San Donato. Vescovo di Arezzo. Ediz. illustrata
1. Nicomedia (odierna Izmit in Turchia). Secondo una tradizione, Donato nasce a Nicomedia, in Asia Minore. Non si conosce l'esatto anno di nascita, tuttavia, per lo sviluppo successivo degli avvenimenti, il periodo più probabile si ritiene la fine del III secolo. 2. Roma. Ancora bambino è portato dai genitori a Roma ed è battezzato dal prete romano Pimenio. I genitori e lo stesso Pimenio cadono vittime delle persecuzioni anticristiane di Diocleziano all'inizio del IV secolo. 3. Arezzo. Donato riesce a fuggire, rifugiandosi ad Arezzo. In città è accolto dal monaco Radano: vivendo con lui, partecipa alle sue penitenze e preghiere e ne condivide l'apostolato. Il Vescovo Satiro, conosciuta la pietà, la cultura e la carità di Donato lo sceglie come suo diacono. Qualche anno dopo lo ordina presbitero. Alla morte del Vescovo (353), Donato è scelto all'unanimità dagli Aretini come suo successore alla guida della diocesi. Donato si distingue nei nove anni di ministero pastorale per la generosità e il coraggio, soprattutto nel convertire i pagani e nel consolidare la fede della popolazione. In seguito all'editto anticristiano dell'imperatore Giuliano, nell'estate del 362, Donato e Ilariano sono arrestati e incarcerati. Il Vescovo Donato, durante il processo, si rifiuta di rinnegare la fede e di adorare altre divinità pagane e per questo è torturato e infine condannato a morte: il 7 agosto 362 testimonia, con il suo sangue, la sua fedeltà e il suo amore al Signore Gesù. -
Ecco l'uomo. Per amore del tuo amore
Questo libro è una semplice comunicazione evangelica che ha l'intento di raccontare l'evento Gesù di Nàzaret il Cristo. Gesù provocò la gente della sua terra ad accogliere un annuncio rivoluzionario, di prossimità, di misericordia, di compassione. E questa provocazione è tuttora attuale nella nostra storia di ogni giorno. Sia che lo si accolga, sia che lo si rifiuti, Gesù non lascia indifferenti compreso in un ambiente come quello carcerario. Proprio dai colloqui con alcuni carcerati mi è venuta l'ispirazione di scrivere questa vita di Gesù il Cristo, per incoraggiare loro e tutti a leggere i Vangeli, per trovare quel filo rosso che è presente nelle Sacre Scritture: l'amore sconfinato e misericordioso di Dio per l'uomo. Edizione riveduta e ampliata di ""Vita di Gesù il Cristo""""."" -
Juan Bertolone. Una vita completamente donata
1. Chieri (TO). Giovanni Bertolone nasce alla Mangolina, Cascina Malvirà, nel comune di Chieri, il 19 maggio 1931. Grazie all'esempio dei genitori fa esperienza dei valori della carità e della condivisione. Sin da ragazzo si sente chiamato alla vita sacerdotale e, nel 1942, entra nel seminario arcidiocesano di Chieri. 2. Pinerolo (TO). Alcuni anni dopo aver cominciato il suo percorso di formazione, decide di diventare Salesiano e, nel 1949, comincia i suoi studi nel Noviziato Salesiano di Pinerolo. Emette i voti temporanei nel 1950. 3. Torino. Nel 1952 si laurea in filosofia a Torino e diventa assistente e professore presso l'Istituto professionale di Valdocco. Fa la sua professione perpetua il 15 agosto 1956. 4. Bollengo (TO). È ordinato sacerdote il 1º luglio 1960 a Bollengo. Si offre come missionario ed è inviato in Argentina. 5. Patagonia (Argentina). Partito il 18 ottobre 1960, giunge in Patagonia, nella sua nuova terra di missione. Inizia un'instancabile attività di apostolato a Carmen de Patagones [6] e a Viedma [7]. Nel 1964 è nominato viceparroco a Junín de los Andes [8]. Nel 1969 è nominato viceparroco a Carmen de Patagones. Nel 1971 i superiori gli affidano l'incarico di parroco della chiesa intitolata a San Lorenzo a General Conesa [9]. Nel 1976 gli è diagnosticato un tumore al cervello. Ricoverato nell'ospedale di Bahía Bianca [10], viene operato ma non riprenderà più conoscenza. Muore il 7 maggio 1976. -
Beato Alberto Marvelli. Una vita fatta dono
Ferrara. Alberto Marvelli nasce il 21 marzo 1918. La sua famiglia è profondamente cristiana e soprattutto dedita a tante opere di carità. Per motivi di lavoro del padre, i Marvelli si spostano più volte in varie città. Rimini. Nel 1930 si stabiliscono a Rimini; qui Alberto comincia a frequentare l'oratorio salesiano e inizia il suo impegno nell'Azione Cattolica a livello diocesano. Terminati gli studi superiori si iscrive ad ingegneria meccanica all'università di Bologna, dove si laurea il 30 giugno 1941. È chiamato alle armi e parte per Trieste. A dicembre gli viene dato il congedo illimitato e torna a Rimini. Va a lavorare alla Fiat di Torino. Pochi mesi dopo ritorna a Rimini dove apre uno studio di geometra e inizia a insegnare. Riprende i suoi impegni nell'ambito della parrocchia e dell'Azione Cattolica. Nel marzo del 1943 è richiamato nell'esercito, a Treviso. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, Alberto ritorna a Rimini, dove con eroica generosità si dedica a soccorrere in tutti i modi possibili la popolazione provata dalla guerra e a salvare tante vite dalla deportazione nazista. Viene anche arrestato dai tedeschi, ma riesce rocambolescamente a fuggire. Terminato il conflitto, Alberto è eletto assessore per la ricostruzione, divenendo il tenace e instancabile organizzatore per la ricostruzione della città e l'assistenza agli sfollati. Muore prematuramente, all'età di ventotto anni, per un tragico incidente stradale, il 5 ottobre 1946. Giovanni Paolo II lo proclama beato il 5 settembre 2004. -
Il vero problema sono gli stupidi
"Innanzitutto devo spiegarvi cos'è la filosofia e perché la sua latitanza ha a che fare con il casino esistenziale in cui vi trovate o con quello storico in cui ci troviamo tutti, ragazzi. Poi devo raccontarvi un paio di cose sul perché siamo arrivati a questo punto e, infine, devo lanciarvi una proposta. Ok? Tutto chiaro? Ci siete? Bene! Possiamo partire.""""" -
Arsenio da Trigolo
"Abbraccio il silenzio, la preghiera, il sacrificio e l'apostolato nel Convento di Lovere, per apprendere la Regola di San Francesco e il suo stile di vita. Il 25 giugno 1903, faccio la Professione Perpetua e i Superiori mi mandano a Bergamo per confessare, tenere conferenze e predicazioni in città e nelle Valli. Allora, anche per me giunge il momento di lasciare questa Terra, proprio mentre mi trovo tra i Cappuccini nel convento di Borgo Palazzo. Dopo aver festeggiato Maria Immacolata, il 10 dicembre 1909, parto per il Cielo, sereno e tranquillo, pronto ad incontrare per sempre il mio Gesù."""". Età di lettura: da 6 anni." -
Sant'Antonio Maria Claret. Vescovo missionario
1. Sallent (Spagna). Antonio Maria Claret nasce il 23 dicembre 1807. A diciott'anni si trasferisce a Barcellona, dove nel 1828, dopo una profonda crisi esistenziale, decide di abbandonare tutto e consacrarsi al Signore. 2. Vic (Spagna). Nel 1829 entra in seminario a Vic. Il 13 giugno 1835, Antonio Claret è ordinato sacerdote. Svolge l'incarico di vice-parroco e poi di parroco nella sua parrocchia nativa di Sallent. Nel 1839 rinuncia alla parrocchia per dedicarsi all'attività missionaria. Dopo una breve esperienza tra i Gesuiti e nella parrocchia di Viladrau, nel gennaio 1841 si mette a disposizione del suo Vescovo per le missioni popolari. Il 9 luglio 1841, la Santa Sede dà a don Antonio Claret il titolo di ""missionario apostolico"""". A Vic, il 16 luglio 1849 fonda una nuova Congregazione, i """"Missionari Figli del Cuore Immacolato di Maria"""". 3. Santiago (Cuba). Viene nominato Arcivescovo di Santiago di Cuba e alla fine del 1850 parte alla volta dell'isola, dove dedicherà tutte le sue energie e tutta la sua carità per il gregge affidatogli. Qui fonda le """"Religiose di Maria Immacolata"""". 4. Madrid (Spagna). Nel 1857 è richiamato in patria, come confessore personale della regina. Mons. Claret non rimane chiuso a corte ma intraprende anche una costante opera di predicazione a religiosi e religiose e alla popolazione. 5. Parigi (Francia). Nel 1868 deve seguire la famiglia reale in esilio a Parigi. 6. Roma. Dal 1869 al 1870 partecipa al Concilio Vaticano I a Roma. 7. Narbona (Francia). Mons. Claret si spegne serenamente il 24 ottobre 1870, nell'abbazia di Fontfroide presso Narbona."" -
Tutto è preghiera... Se si vuole
Il tema generale di questo piccolo libro sulla preghiera viene illustrato a partire da alcune situazioni di vita quali, ad esempio: l'ascolto, il silenzio, il lavoro, lo sport, la liturgia, i salmi, l'attesa della nuova venuta del Signore, ecc. La tesi di fondo qui proposta - tutto quello che facciamo di buono può ritenuto preghiera - è in piena armonia con il celebre passo che leggiamo in una lettera dell'apostolo Paolo: ""Sia dunque che mangiate, sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto a gloria di Dio"""" (I Corinti 10,31). Nulla è profano davanti a Dio, fuorché il peccato."" -
Santuario SS. Annunciata. Piancogno
Il Santuario della SS. Annunciata con annesso convento, in Valcamonica, provincia e diocesi di Brescia, fa parte del comune di Piancogno. Immerso in una natura rigogliosa, quasi a perpendicolo su tutta la valle, all'altezza di 752 metri s.l.m., custodisce un importante patrimonio culturale, religioso e artistico. Fu fondato nel XV secolo dal Beato Menezes da Silva e da allora è sempre stato un importante luogo di culto mariano e di diffusione del francescanesimo. Il complesso ha subito ampliamenti nel corso dei secoli. La chiesa, ad una navata, è ricca di pregevoli opere d'arte: affreschi di Giovanni Pietro da Cemmo, la pala dell'Immacolata attribuita a Palma il Vecchio, l'Annunciata probabilmente di Palma il Giovane, la pala dell'altare del Beato Innocenzo da Berzo del pittore Trento Longaretti, ecc. Sotto la chiesa si possono visitare la cripta, uno stupendo presepio in stile rinascimentale e delle particolari ""Catacombe"""". Al primo piano si trova la cella dove visse il Beato Innocenzo da Berzo ed un piccolo museo a lui dedicato.""