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Dom Agostino Zanoni. Monaco benedettino e scienziato atomico
Il personaggio di Vilminore vissuto nel secolo ventesimo, da ricordare in assoluto, non può che essere lui: Dom Agostino Zanoni. Era un monaco benedettino, osservantissimo e innamorato della sua vita religiosa, ma anche uno scienziato eclettico che in termini moderni dobbiamo considerare internazionale. Probabilmente la maggior parte dei vilminoresi non lo ha conosciuto. Era il suo stile di vita ritirata e nascosta e forse anche lo stile delle nostre famiglie nei confronti di quanti lasciano il loro paese per spaziare dove fede e intelligenza li portavano. -
Raffaele Mennella. Missionario dei Sacri Cuori
Raffaele Mennella è un giovane religioso, morto all’età di ventun anni, quando aveva appena iniziato i suoi studi di teologia. La sua vita non è ricca di eventi straordinari, né presenta caratteri sensazionali. Egli è come uno di noi, con una nota distintiva: straordinario nell’ordinario. -
Sant’Innocenzo I papa
Le notizie sulla vita di papa Innocenzo I sono poche e frammentarie; non c’è da stupirsene. Egli visse oltre sedici secoli fa, quando non si usava raccogliere notizie di cronaca come si fa oggi né conservare memorie biografiche puntuali. Ci affidiamo così alla tradizione raccolta in un testo antico e prezioso, che si chiama Liber Pontificalis. Si tratta della più antica compilazione delle notizie sui pontefici romani che era già esistente ai tempi del papa Onorio I (625-638) e si basa su fonti antichissime. -
La luce nel cuore. «La vista non mi serviva più, ho ricevuto da Maria doni ben superiori»
Leone - il protagonista di queste pagine - è nato in una famiglia di ebrei ed è stato educato fino all'adolescenza nella fede di Abramo, è non vedente, per un incidente dell'età di tre anni. Il 16 ottobre del 1946, durante una gita a Ghiaie di Bonate, Leone avverte (lui non vedente) una presenza e riceve la certezza assoluta che Gesù è il messia, e la Madonna è madre di tutti noi. Leone in quel momento stava indifferente, senza pregare; eppure ha la certezza di aver ricevuto il dono gratuito della fede in Gesù. -
Luca Palumeri. Giovane per sempre
Luca Palumeri nasce a Torino, il 20 aprile 1971, ed è battezzato il 13 giugno. Mentre studia alle scuole elementari, Luca inizia a prendere lezioni di pianoforte. Nel 1979 nasce la sorellina Elisabetta. Il 25 aprile 1979 Luca fa la prima Comunione. Il 17 aprile 1982 riceve la Cresima nella parrocchia della Risurrezione. A settembre del 1984 inizia il liceo scientifico al ""Segrè"""". Frequenta con impegno ed entusiasmo la Parrocchia, che diventa il suo ambiente formativo e spirituale. Il 7 maggio 1988 inizia un corso per animatori parrocchiali. Nel giugno del 1989 dà l'esame di maturità scientifica. In agosto intraprende un viaggio in Kenya con il parroco. Il 7 settembre 1989 inizia l'Università, presso la facoltà di Ingegneria Aeronautica al Politecnico. Nel 1992 entra nel gruppo giovanile parrocchiale """"Karibuni"""". Il 29 agosto 1993, stroncato da un infarto, Luca risponde all'ultima chiamata del Signore: quella per il Cielo."" -
San Leonardo abate
Leonardo nasce circa nell'anno 496, a Reims (Francia), da una nobile famiglia, amica del re Clodoveo e in ottimi rapporti con il Vescovo Remigio. Raggiunta l'età giovanile, Leonardo accetta dal Vescovo l'incarico di catechizzare il popolo franco. Per la sua bontà e per il suo zelo apostolico, gli viene offerta dal re una sede vescovile, che però Leonardo rifiuta. Lasciata la corte, Leonardo si ritira presso il monastero di San Massimino a Micy per vivere da eremita. Qui viene ordinato diacono. Abbandonato il monastero per cercare un luogo più solitario, Leonardo si stabilisce nei pressi di Limoges, chiamando la località ""Nobiliacum"""". Ben presto si aggregano a lui tanti giovani, attratti dal suo esempio di vita autenticamente evangelica: si costruisce un monastero per la comunità al quale si aggiungono intorno piano piano case ed edifici per ospitare i famigliari dei monaci e altre persone attratte dalla fama di santità dell'Abate Leonardo. Il villaggio si ingrandirà sempre di più fino a diventare la cittadina di """"Saint-Léonard-de-Noblat"""". Il Santo Abate Leonardo muore serenamente il 6 novembre del probabile anno 559 e viene sepolto nella chiesa del monastero."" -
Venerabile don Bernardo Mattio. Parroco e arciprete di Dronero
L'impegno generoso e infaticabile di don Bernardo Mattio si dispiega su tre linee direttrici: una tipicamente religiosa, l'altra sociale ed infine una ecclesiastica. Istituisce varie opere sociali e di beneficenza e si impegna fervorosamente per portare pace e serenità nelle famiglie. -
San Giovan Giuseppe della Croce. Patrono dell'Isola di Ischia. Ediz. illustrata
Di carattere mite, incline all'obbedienza e con un forte senso della giustizia, fin da fanciullo avverte i primi segni della vocazione religiosa. -
Sant'Isidoro. Patrono degli agricoltori
Isidoro nasce a Madrid intorno all'anno 1070. I suoi genitori, umili braccianti, gli infondono, con la parola e l'esempio, una grande laboriosità, una profonda pietà cristiana e una speciale sensibilità verso i poveri. A 15 anni Isidoro abbandona la casa, perché Madrid sta per essere occupata dalle truppe arabe islamiche, e si trasferisce a Torrelaguna. Qui trova lavoro presso un ricco possidente terriero, distinguendosi per serietà, profitto, onestà e religiosità. A 20 anni conosce in chiesa e sposa Maria Toribia (che sarà proclamata beata nel 1693), una giovane castigliana, povera e analfabeta come lui, ma ricca di fede e carità. Liberata Madrid dagli Arabi, Isidoro e Maria ritornano all'antica casa e trovano lavoro. Dalla loro unione nasce un figlio che però morirà in tenera età. L'umile coppia di contadini santifica la propria vita nella preghiera, nel lavoro e nella carità, condividendo sempre il loro poco con i più bisognosi. Isidoro, secondo la tradizione, muore serenamente il 15 maggio 1130, assistito amorevolmente dalla moglie. Il Papa Gregorio XV proclama ""santo"""" Isidoro, il 12 marzo 1622."" -
Balbettare nello spirito. Vol. 2: Fiorisce la speranza.
"Esprimere a parole la speranza mi è sempre stato complicato. È più facile sentire la speranza dentro di sé guardando l'alba che trovare delle parole che descrivano ciò che senti dentro. Lego però tantissimo questo concetto alla fede. So che non sempre la speranza viene da qualcosa che ha del bello a prima vista. A volte la speranza nasce da una folata di vento freddo che sembra portarti via. A volte, essa scaturisce da qualcosa che non pensi sia positivo, che pensi ti stia facendo cadere, sprofondare o che ti fa temere di non sopravvivere. Forse è perché la speranza necessita di rendersi visibile chiaramente per essere capita, e per farlo a volte ha bisogno del buio intorno. La speranza ha bisogno dell'oscurità intorno per brillare forte. Non temere quindi il buio: si accenderà la speranza e pian piano ritroverai la strada per tornare nella luce. La speranza è quindi trovare il tuo tempo per affrontare il buio (...) Questa collezione di poesie vi aiuterà a portare un po' di luce nel buio del cuore, e vi farà scoprire suoni e parole della speranza. Buona lettura e buon ascolto!""""" -
San Giuseppe Freinademetz. Il missionario convertito
In un'epoca come la nostra in cui la storia mischia i popoli e le etnie, in un tempo come il nostro in cui il ruolo della Cina si fa sempre più importante, grande può esserci l'insegnamento e l'esempio di questo sant'uomo che innanzi tutto fu missionario dentro di se stesso e poi intorno a se stesso imparando a conoscere e poi ad amare il popolo in mezzo al quale la vita gli chiedeva di vivere. -
Padre Alfredo Cremonesi. Missionario martire
Ucciso il 7 febbraio del 1953 in Birmania (odierno Myanmar), padre Alfredo Cremonesi dedicò la sua vita alla missione. Padre Cremonesi è stato beatificato lo scorso 20 ottobre nel corso della Santa Messa presieduta dal cardinale Angelo Becciu, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, presso la Cattedrale di Crema. -
San Sossio diacono e martire. Come luce che risplende
Sossio, diacono di Miseno, per una serie di vicende storiche è particolarmente venerato in Frattamaggiore (NA), dove dal 1807 sono custodite le reliquie del suo corpo; fu ucciso durante la persecuzione ordinata dall'Imperatore Diocleziano nell'anno 305 d.C. Siamo grati agli autori di questo lavoro perché, permettendoci di poter rileggere la vita del Santo, ci richiamano alla possibilità di condividere con lui la vocazione alla vita cristiana, di imparare ancora, come lui, a lasciarci illuminare dalla luce della parola del Vangelo di Cristo Signore e dalla grazia della Sua carità. -
Beata Emilia Fernández Rodríguez, la gitana martire
"La Beata Emilia Fernández Rodríguez è testimone esemplare, viva, efficace, sorprendente di quello che può realizzare la fede, anche nei momenti più difficili e bui che ci tocca vivere: nella sua debolezza e semplicità, in una situazione limite - per la guerra che l'ha separata dai suoi affetti famigliari, per il carcere e le umiliazioni che ha dovuto subire, per la maternità portata avanti in un contesto disumano - è stata una donna eccezionale, forte nella fede e nell'amore a Dio. La vicenda della martire Emilia la cestaia, la prima donna gitana beatificata nella storia della Chiesa - raccontata come sempre in maniera egregia da Massimiliano Taroni - mi offre quattro importanti spunti per delineare alcune riflessioni, spero utili al lettore."""" (Cardinale José Saraiva Martins)" -
Nel nome dello sposo. Madre Maria Candida. Nel respiro della grande tradizione monastica
"Richiestomi di stendere una prefazione a quanto segue, ho immaginato inizialmente di leggere un testo devoto, colmo di affetto per Madre Maria Candida Casero di cui ricorre, il prossimo 26 ottobre, il 30° del dies natalis e mi sono disposto, anche per motivi di stima e gratitudine personali, a leggere attentamente il volume che qui adesso presento. Devo confessare che, insieme all'intatta ricchezza di quanto tramandato come memoria vivente della visione della vita monastica secondo le intuizioni e le caratteristiche spirituali di Madre Candida alle sue figlie, il testo in oggetto invece appare come una miniera preziosissima per comprendere, motivare e illustrare il senso della vita monastica come tale in tutte le sue forme e spiritualità di cui si alimenta e con cui si esprime, in una sorprendente armonia spirituale, nel cuore del mistero della Chiesa stessa"""". Dalla prefazione di Luigi Stucchi." -
Laura Degan
Amore, carità, simpatia, gentilezza, fede, speranza, allegrezza, obbedienza... sono davvero moltissime le virtù che attraverso la vita di Laura Degan si possono imparare. Ed è veramente bello vederle fiorire in una piccina di meno di sette anni, perché rende evidente che il cammino cristiano è un'esperienza di bellezza e di gioia possibile per chiunque. -
Padre Lodovico Crimella. Missionario della Consolata «Una vita donata»
Lodovico Crimella nasce il 10 febbraio 1937. A vent'anni, decide di seguire la vocazione alla vita missionaria e comincia a Rosignano Monferrato, presso i missionari delta Consolata, l'iter di preparazione al sacerdozio. Nel 1962 inizia l'anno di noviziato che si conclude con la prima professione religiosa. Completati gli studi di filosofia e teologia, il 21 dicembre 1968 è ordinato sacerdote nella cappella della Casa Madre della Congregazione a Torino. È inviato in Brasile. Partito il 13 novembre 1969, raggiunge Boa Vista, capitale di Roraima: lavora tra i giovani indios e segue l'amministrazione del territorio ecclesiastico. Nell'aprile del 1972 padre Lodovico è inviato a Normandia, dove rimarrà per circa sei anni, impegnandosi con abnegazione e coraggio nella promozione umana, sociale e culturale degli indios. Nel 1981, padre Lodovico accoglie con gioia la proposta dell'Arcivescovo di Manaus di farsi carico del lebbrosario ""Colonia Aleixo"""". Il missionario si trasferisce tra i lebbrosi e inizia con loro un'attività incredibile per renderli autosufficienti nel lavoro e nella gestione della comunità, ridando loro speranza, dignità e coraggio di vivere. Nell'aprile del 1994, per gravi motivi di salute (gli viene diagnosticato un tumore) padre Lodovico è costretto a tornare in Italia. Il 4 dicembre del 1994 padre Lodovico muore, nell'infermeria della Casa Madre dei Missionari della Consolata a Torino."" -
San Gregorio Barbarigo. Un grande vescovo un Pastore buono
San Gregorio Barbarigo fu un prelato moderno nel senso più giusto ed ampio del termine. Vescovo di Bergamo, ed a mezzo secolo di distanza da San Carlo Borromeo, ne fu un imitatore mirabile dell'applicazione della legislazione post-tridentina, al reggimento della diocesi. Passato a Padova, ed ivi pastore infaticabile di quel gregge per trentatré anni vi fece fiorire una ricchezza tale di istituzioni ecclesiastiche, di cultura, di assistenza, di apostolato, da rendere veneratissima la sua persona e immortale il suo nome, anche per i secoli che succedettero al suo così operoso passaggio. -
Giuseppina Ferrisi. Donna dei nostri giorni vissuta tra terra e cielo
Questo scritto presenta la figura di Giuseppina Ferrisi (1922-2018), che visse una normale e ricca vita nel mondo, come moglie, madre e insegnante, senza che nessuno immaginasse con quanta costanza ella vivesse contemporaneamente un cammino spirituale, fatto di preghiera continua, di contemplazione e di anelito al misticismo, per tener fede alla missione cui si sentiva chiamata: essere ""un'anima adorante"""" per la Gloria di Dio."" -
San Silvestro I papa
Di Silvestro non si conoscono i dati anagrafici, se non appena i nomi dei genitori: Rufino, suggerito dal Liber Pontificalis, e Giusta, menzionata nella Vita beati Sylvestri. Si ignorano anche l'educazione ricevuta, gli studi compiuti e il suo tirocinio ecclesiastico. Nasce nella seconda metà del secolo III, nel periodo successivo alla fine della persecuzione scatenata contro i cristiani dall'imperatore Decio. Attraversa indenne la grande persecuzione di Diocleziano, iniziata nel 303. Probabilmente è già presbitero a Roma durante il breve papato di Marcello (308-309). L'anno dopo l'editto di Milano (313), che ha accordato libertà di culto e pace ai cristiani, muore Papa Milziade. Il clero romano il 31 gennaio 314 elegge a Vescovo di Roma il presbitero Silvestro. Buon conoscitore della complessa situazione ecclesiale, tra i compiti che assolve con sapienza, carità e zelo ci sono: la riorganizzazione delle Chiese e la relazione con esse sia in Occidente che in Oriente; il nuovo rapporto con l'imperatore; la gestione delle crisi e delle divisioni interne dovute a varie eresie come l'arianesimo. Al Concilio di Nicea (325), Papa Silvestro invia due presbiteri, suoi rappresentanti. Muore il 31 dicembre 335, dopo aver retto da Pontefice massimo la Chiesa apostolica di Roma per quasi 22 anni. Fu sepolto nella Chiesa presso le Catacombe di Priscilla. Ora le sue ossa sono custodite nell'Abbazia di Nonantola presso Modena.