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Lo sport di domani. Costruire una nuova cultura
A cosa ci riferiamo quando parliamo di sport? E come ne parliamo? Quando diciamo ""educazione fisica"""", per esempio, intendiamo le due ore settimanali con cui la scuola si lava la coscienza oppure la formazione di un cittadino che impara il rispetto dell'avversario? Lo sport è cultura ma per affermare questo principio nella realtà servono un patto morale collettivo e un piano strategico di business. Sì, business, perché di questa parola non si può avere la paura ipocrita dietro la quale lo sport si nasconde per non fare il proprio dovere. L'attualità ci costringe a sciogliere le ambiguità, dando spazio a competenze e passione, in quest'ordine. Il libro è una lucida analisi degli ostacoli di oggi, e una proposta per un domani in cui fare sport diventi, senza alcuna distinzione, un diritto garantito per tutti. Parlando di temi come professionismo, dilettanti, cartellini, contratti, Flavio Tranquillo delinea un possibile scenario in cui siano ben chiari i ruoli di Stato, privati, atleti, federazioni e leghe, senza confusione o ambiguità di potere. Ripensare il mondo dello sport è possibile, basta volerlo, e se per troppo tempo gli interessi sono stati altri, adesso è arrivato il momento di cambiare. «Lo sport, come la politica, deve tornare ad avere dignità. Bastano le regole, come l'articolo 3 della Costituzione: """"È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana"""". Questo deve fare lo sport: abbattere ostacoli e costruire cultura»."" -
Noi due siamo uno. Storia di Andrea Soldi, morto per un TSO
Noi due siamo uno ha inizio nell'agosto 2015. Torino è caldissima, afosa, qualcuno è già in vacanza, altri cercano l'aria dei giardini di quartiere. Anche Andrea Soldi, 45 anni, è seduto su una panchina, ma quella è la ""sua panchina"""" sempre, in ogni stagione. Lì si rifugia quando i pensieri lo assalgono, lì trova conforto, lì si sente a casa. Andrea soffre da anni di schizofrenia, la sua famiglia gli è vicino, la madre, il padre e la sorella sono il suo mondo e piazza Umbria è il suo posto del cuore. Andrea non è violento, non è mai stato pericoloso, eppure, il 5 agosto di quell'anno morirà a causa di un tso eseguito da alcuni vigili urbani e dal personale medico. Soffocato diranno i referti. Il processo è arrivato ora alla fase d'appello. Ma questa è forse la cosa meno importante della storia. Matteo Spicuglia è un giornalista che ha seguito il caso e che ha voluto andare a fondo, incontrare i parenti di Andrea, raccontare chi era e come ha vissuto. Dopo la sua morte, la famiglia Soldi ha trovato alcune pagine di un diario lucidissimo che danno voce al percorso umano e psicologico di Andrea. A partire da quel diario, Spicuglia allarga lo sguardo dalla panchina di piazza Umbria alla realtà dei tso, dalla vita di Andrea al mondo della malattia psichica, dalla famiglia torinese all'universo di famiglie che si trovano a convivere con pregiudizi e inadeguatezza dei servizi medici e sociali nella gestione di patologie che soffrono ancora lo stigma sociale."" -
La nostra Siria grande come il mondo
«Un padre e un figlio con ""la Siria cucita addosso"""" si riabbracciano e provano a scacciare i fantasmi» - Marco Bruna, la LetturarnrnMohamed e Shady Hamadi, un padre e un figlio, due storie legate da una terra: la Siria. Per uno luogo di nascita, dell'infanzia e di un regime da cui fuggire, per l'altro luogo della ricerca di sé e del desiderio di ritorno; per entrambi un luogo negato, una ferita con cui ancora fare i conti. In questo libro due generazioni si parlano e si raccontano, scoprendo un dialogo che non sempre è stato facile: diversi i percorsi, le ansie, le aspirazioni. Avventurosa e sorprendente la vita di Mohamed che per molto tempo ha nascosto al figlio ciò che aveva subìto nelle carceri siriane: per pudore, paura di non essere compreso e per un'idea di protezione. Intima e tormentata l'esperienza di Shady, a cavallo tra due mondi, la Siria e l'Italia, in cerca di un'identità. Le loro voci si alternano capitolo dopo capitolo, e al racconto della Siria di cinquant'anni fa, di cosa ha significato dover scappare per salvarsi dal regime, si intreccia il presente di chi deve lasciare una nazione, l'Italia, dove sembra impossibile realizzare i propri sogni. A poco a poco, in un dialogo che diventa sempre più fitto, emerge la consapevolezza che si può essere allo stesso tempo stranieri ovunque e sentirsi a casa nel mondo."" -
Promemoria. Come creare l'archivio dei propri ricordi
Chi non vorrebbe conoscere il segreto per conservare i ricordi: dagli oggetti cui siamo affezionati ai momenti più importanti della nostra vita? Chi non vorrebbe ritrovare facilmente un'emozione racchiusa nella lettera che ci ha fatto innamorare, o impressa nel biglietto di un concerto indimenticabile? Non è solo una questione di ordine, ma di metodo e dimestichezza con le pratiche che, da sempre, si applicano al mondo degli archivi di aziende, istituzioni, famiglie. Andrea Montorio, che con il suo lavoro ha contribuito a ridefinire l'immagine degli archivi in Italia, ci guida a riflettere sul senso del ricordare, sul concetto di memoria personale e sulla necessità di tramandare, ai nostri figli e a chi verrà dopo, quello che desideriamo rimanga di noi. Ci parla di come farlo, ma soprattutto del perché farlo, della bellezza di raccontarci e della forma in cui gli altri ci potranno leggere. Attraverso nove capitoli narrativi, completati da esercizi semplici e pratici, andremo in cerca dell'ingrediente che sa trasformare la memoria in qualcosa di vivo e di pulsante. Scopriremo che ogni cosa ha il suo posto: se quello naturale per un cappello è una testa e quello di un tesoro una cassaforte, il posto delle ""cose che hanno una storia"""" è sempre l'archivio. """"Promemoria"""" ci insegna come possiamo costruirne uno su misura per noi."" -
La casa vivente. Riparare gli spazi, imparare a costruire
La casa vivente unisce antropologia ed esperienza personale, viaggio ed etnografia e ci invita a ripensare il nostro modo di immaginarci nello spazio.rn«Abitare è una parola con un ampio campo semantico: si abita un Paese, una città, una casa. E non si tratta solo di un passivo ""stare"""" in un luogo: abitare significa sviluppare delle abitudini, indossare abiti specifici (reali e metaforici)» - Adriano Favole, la LetturaAbitare è una delle principali caratteristiche dell'essere umano e la casa è il luogo umano per eccellenza. Domandare a qualcuno «dove vivi?» vuol dire chiedere notizie sul posto in cui si svolge la sua attività quotidiana, ma soprattutto su quello che dà senso alla sua vita. Servendosi anche di un suggestivo giro del mondo tra le architetture vernacolari, il libro va in cerca del senso profondo dell'abitare. Dalle Ande peruviane alle montagne indiane, passando per il Vietnam e la Mongolia, Andrea Staid ci racconta che una palafitta sul lago Inle in Myanmar si regge su pali di bambù che vanno controllati e spesso cambiati, oppure che le travi del pavimento di una casa nelle montagne del Laos invecchiano, respirano e vanno revisionate. Ci racconta quindi che le case sono vive. In questo libro non ci sono solo esperienze lontane, perché dai viaggi c'è sempre un ritorno e ovunque sta nascendo la consapevolezza di quanto sia importante vivere (dunque abitare) in un modo più sostenibile ed ecologico. Da questa necessità nascono le esperienze di autocostruzione che stanno crescendo in tutta Italia e la scelta dell'autore di abitare in un rapporto diretto con la natura, in una casa che di natura si nutre e che è stata costruita assecondandone i ritmi e gli spazi."" -
Decontaminare le memorie. Luoghi, libri, sogni
Ci dicono che il paesaggio è il grande malato, preda di speculatori: basta affacciarsi alla finestra per vedere i condomini e le villette a schiera là dove c'erano pinete e prati. Ma la Storia non ha inferto al paesaggio danni altrettanto irreparabili? Si parte da un concetto logorato dall'uso, quello di memoria, cui si attaccano gli altrettanto logorati «giorni» della memoria. In un percorso tra luoghi e paesaggi carichi della violenza della storia, aiutato da libri e da sogni, Alberto Cavaglion suggerisce di usare uno sguardo libero, che scavi e insieme costruisca un percorso di rigenerazione. «Sulle rovine della grande selva del Novecento», dove la terra reca visibili i segni di contaminazioni, tutti – nelle stazioni ferroviarie, lungo le frontiere, su ponti crollati, negli stadi di calcio, nelle scuole – dovremo riscoprire l'inventiva della vita e della letteratura. -
Storia della conchiglia pellegrina. La sentinella dell'oceano
Della conchiglia di San Giacomo parla Aristotele, è il logo della compagnia Shell, è la conchiglia della Venere del Botticelli. Nel medioevo era molto diffusa in Bretagna e Galizia dove si trova il santuario di Compostela, i pellegrini ne prendevano una da mettere al collo o da appendere al bastone. Il libro di Chauvaud, biologo marino con il talento per il racconto, è la storia di una ricerca scientifica innescata dalla bellezza della natura, rilanciata dal caso, impreziosita dalla curiosità. Al centro c'è la conchiglia di San Giacomo, con i segreti della sua biologia e della sua chimica, il suo canto impercettibile. Nei suoi solchi un calendario biologico in cui il rosso vermiglio corrisponde agli inverni più freddi e l'amaranto a quelli più miti. Come ha imparato ad archiviare le informazioni sommerse nelle profondità del mare e del tempo, diventando la sentinella del nostro pianeta e dell'oceano? Questo libro è un viaggio di esplorazione in fondo al mare e il racconto di come il caso possa portare a scoperte inattese. -
Le mie nove vite. Da Mandalay a Firenze. L'autobiografia dell'ultima principessa birmana
Nata da una nobile birmana e un avventuriero australiano, June Rose Yadana Bellamy - personalità ammaliante, determinata, impavida - incarna l'incontro tra due mondi, Oriente e Occidente.June Bellamy ha vissuto, indomabile, una vita senza eguali. O meglio, ne ha vissute almeno nove, risorgendo ogni volta dalle sue ceneri come un'araba fenice: c'è la neonata che regala l'ultimo sorriso a un vecchio principe senza trono, la bambina fuggita in India mentre i giapponesi invadevano la Birmania, la campionessa di tennis che fa girare la testa ai piloti d'aereo, la giovane mamma che entra da sola nella giungla per liberare il marito rapito dai ribelli comunisti, la donna che abbandona tutto per un nuovo amore, l'artista che espone i suoi quadri a Londra e a Dallas, l'ex first lady accusata di essere una spia occidentale, l'insegnante di cucina che fa la spesa al mercato rionale. «Nella mia vita il numero nove me lo sono portato dietro come un'ombra. In Birmania è considerato un numero fortunato: chi lo usa chiede protezione agli esseri superiori.» La sua autobiografia è un percorso fatto di scelte che porta alle estreme conseguenze quegli stessi bivi su cui ognuno di noi incappa nella propria esistenza. -
Gli dei dell'asfalto. La storia del Rucker Park
Gli dei dell'asfalto ha il ritmo di una gara punto a punto, giocata con sottofondo soul e hip-hop, mischiato al rumore della strada e a quello di una folla entusiasta in una calda sera estiva di Harlem, là dove lo sport sa farsi leggenda.Ad Harlem, tra la 155a Strada e l'Ottava Avenue, c'è un campo da basket diverso dagli altri, il luogo dove gli dei del basket tornano uomini e sfidano gli eroi della strada. È il Rucker Park, un playground su cui risuona l'eco delle giocate dei grandi: da Jabbar a ""Doctor J."""", da Carter a Iverson. Oltre a loro, però, il campo è stato illuminato dal talento di decine di campioni di strada, nomi indimenticabili come quelli di Earl """"The Goat"""" Manigault, Herman """"Helicopter"""" Knowings, Joe """"The Destroyer"""" Hammond, Richard """"Pee Wee"""" Kirkland... Sono loro i veri protagonisti del torneo ideato da Holcombe Rucker, un ex marine che lavorava come addetto al verde pubblico di Harlem. Holcombe sapeva quanto la strada fosse pericolosa per i ragazzi e decise di provare a salvarli. Il basket era la sua soluzione. Grazie a lui, il playground che gli è poi stato dedicato divenne il centro della vita del quartiere, un luogo in cui si potevano trovare anche solo un consiglio e un sorriso. Il libro di Vincent M. Mallozzi, nato e cresciuto non lontano da quel parco, racconta il basket del Rucker fatto di sfide e soprannomi pirotecnici, uomini ruvidi e partite viste inizialmente dai pochi che passavano di lì, poi capaci di attirare migliaia di spettatori e infine trasmesse dalle TV nazionali."" -
Asiatica. Storie, viaggi, città: guida a un continente in trasformazione
"Asiatica"""" è un libro che attraversa Corea, Giappone, Cina, Vietnam, Cambogia, Taiwan disegnando una mappa geografica e culturale per orientarsi tra i sommovimenti dell'Asia orientale. Si parte da un territorio conteso, su un'imbarcazione che fende il mare dell'Est e si dirige alle isole Dokdo, o isole Takeshima, a seconda che si scelga di chiamarle con il loro nome coreano o con quello giapponese. Per ogni sua tappa, Marco Del Corona sceglie di raccontare luoghi che, più di altri, lasciano intravedere i fermenti, i conflitti e lo spirito irrequieto che anima questa fetta di mondo: le capitali, Pechino, Tokyo, Seoul, ma anche Taipei, Hanoi o Phnom Penh; le grandi città epicentro delle trasformazioni, come Shanghai o Hong Kong, mescolati a nomi che ci suonano meno familiari, benché siano metropoli da decine di milioni di abitanti come la cinese Chongqing. Bussola del viaggiatore sono le parole degli scrittori con i quali l'autore ha dialogato e dai quali si è fatto accompagnare, condividendo idee e visioni. Il risultato è una guida per l'outsider, che sia un visitatore reale o virtuale, in compagnia di Han Kang, Hwang Sok-yong, Murakami Ry?, Kirino Natsuo, Yoshimoto Banana, Hao Jingfang, Yu Hua, Yan Lianke, Li Kunwu, Wu-Ming-yi, Rithy Panh, Nguyen Huy Thiep. In appendice una «Guida per viaggiare» a cura della redazione con suggerimenti di letture e luoghi da visitare." -
Myanmar swing
Dopo aver vissuto quattro anni in Corea del Nord, Carla Vitantonio atterra a Yangon, la più popolosa e vivace città del Myanmar. Proprio come il Paese che la ospiterà, sta attraversando una travolgente trasformazione, sballottata tra vecchi conflitti e promettenti novità. Il suo incarico è quello di direttrice regionale per un'importante Ong, l'obiettivo è assistere le persone disabili tramite numerosi programmi, tra cui quello di assistenza alle vittime delle mine antipersona. All'inizio non è semplice, in Myanmar tutto segue una logica impossibile da decifrare e ci vuole tempo per trovare il proprio posto. Poi, grazie a due gatti, una bicicletta su cui sfrecciare tra i pericoli delle strade birmane, una comunità queer tra le più aperte del continente asiatico e le trattative nella giungla con le milizie ribelli, l'autrice inizia a sviluppare un legame sempre più profondo con queste lande remote e con le persone che le abitano, offrendo ai lettori uno sguardo unico - di donna, attrice, attivista, cooperante - per comprendere un altro pezzo di Asia. Come in un Gioco dell'oca governato dal karma, Myanmar Swing segue gli andamenti del caso e si affida alle inattese retribuzioni positive e negative che questo comporta, diventando una sorta di guida spirituale a un contesto imprevedibile, tuttora dominato dalla violenza politica e da dinamiche inaccessibili alla volontà popolare. -
Il pensiero bianco. Non si nasce bianchi, lo si diventa
«Bisogna fare uno sforzo non indifferente per liberarsi di tutte le maschere che si è stati obbligati a portare, e anche quando ci si riesce, si corre il rischio di non essere capiti, perché la società non ama gli spiriti liberi. Ma sono gli spiriti liberi a cambiare le società.» Che cosa vuol dire essere bianco? E se invece di un colore della pelle indicasse un modo di pensare? Diventare bianco, non è forse imparare a pensare a sé stesso come dominante? Quando si parla di razzismo, il nostro sguardo si rivolge alle persone discriminate, mentre dovremmo guardare alle persone che da queste discriminazioni traggono vantaggio. Sul filo della storia – le conquiste coloniali, la schiavitù, la continua razzia di materie prime e dell’arte africana – Lilian Thuram racconta il pensiero bianco, come è nato e come funziona, il modo in cui dilaga e divide. È la cristallizzazione di una gerarchia, di un sistema economico di dominazione e di sfruttamento. Capire i meccanismi intellettuali invisibili che sostengono questo schema, e rimetterli in discussione, ci farà prendere coscienza che il nostro modo di definirci – sono un uomo, sono una donna, sono nero, sono bianco, sono meticcio, sono cattolico, sono musulmano, sono ebreo, sono ateo – è frutto di un pregiudizio storico e culturale. -
Atlante della cultura. Da Netflix allo yoga: il nuovo soft power. Ediz. illustrata
In un mondo in cui le guerre si sono dimezzate, ormai le rivalità tra Stati assumono nuove forme e la cultura diventa una pedina importante che, oltre a esercitare un'influenza politica, si rivela un utile strumento di dominazione per Stati e imprese private. Attraversando i continenti, Antoine Pecqueur alza il velo sugli ingranaggi che mettono il soft power al centro di questi nuovi rapporti di forza: in Ungheria gli stanziamenti per la cultura crescono; la filantropia americana e il cinema come campo di battaglia fra democratici e repubblicani; le serie tv e gli 80 milioni di abbonati a Netflix; Nollywood in Nigeria contro l'India di Bollywood (dove il gruppo Bolloré sta creando una rete di cinema e teatri); la politica dello yoga e il persistere nell'immaginario occidentale di un'India pacifica; le fondazioni culturali scandinave; la Cinafrica e i centri Confucio nel mondo; le petromonarchie arabe e l'arte e l'attrazione per le archistar; la Corea del K-pop che porta il 7% del turismo; l'uso dell'arte in termini di propaganda populista in Brasile; l'attività dell'Unesco intesa come geopolitica della cultura. -
Guida ai vivai d'Italia. 259 viaggi nel verde
La ""Guida ai vivai d'Italia"""" nasce in collaborazione con Flor ed è uno stimolo a inventare itinerari inaspettati attraverso la penisola e le isole, tracciati dalla ricerca di un'orchidea botanica, un'aromatica insolita, un acero dai rami simili a coralli, una rosa rara o una corteccia a pelle di serpente. Dalle stelle alpine alle cactacee, dalle acidofile che crescono sulle rive dei laghi agli agrumi, ogni regione offre una biodiversità straordinaria, promossa e difesa dalla dedizione dei vivaisti che ci schiudono le porte di interi mondi da scoprire, di cui sono i custodi. Un viaggio nel verde in 259 vivai di cui si raccontano la storia, le curiosità e le tipologie di piante che li contraddistinguono. Ogni scheda è corredata di informazione pratiche. La """"Guida ai vivai d'Italia"""" è organizzata per regioni e propone anche una sezione dedicata ai vivai di fiori recisi da coltivazione sostenibile. Completano il volume un'agenda delle principali mostre-mercato florovivaistiche, un glossario dei termini tecnici, un indice delle categorie di piante. La supervisione dei contenuti è di Daniele Mongera, direttore editoriale di Officina Naturalis, già autore della rubrica """"Il Vivaio"""" su VilleGiardini."" -
Sopravvissuta a un gulag cinese. La prima testimonianza di una donna uigura
Salvata grazie alle disperate trattative della figlia e all'ostinazione del ministero degli Affari esteri francese, Haitiwaji è la prima sopravvissuta ai campi cinesi a testimoniare. La pubblicazione di questo libro comporta un terribile rischio che lei e la sua famiglia hanno deciso di assumersi perché la sua voce essenziale raggiunga l'Occidente e ne scuota l'indifferenza.Per quasi tre anni Gulbahar Haitiwaji è stata privata della libertà e ha subìto violenza dalla polizia, centinaia di ore di interrogatori, fame, freddo, torture, sterilizzazione forzata e dodici ore al giorno di propaganda cinese, costretta in un drammatico programma di repressione e distruzione della minoranza musulmana degli uiguri. Nata nello Xinjiang, nella Cina occidentale, Haitiwaji viveva in Francia da dieci anni quando, una mattina del novembre 2016, è stata richiamata in Cina con il pretesto di chiudere alcune pratiche amministrative. Accusata di celare posizioni indipendentiste e attività terroristiche dietro il suo esilio in Francia, è sparita nelle viscere del terrificante sistema dei campi di concentramento ideati dal Partito comunista cinese per annientare il suo popolo. Più di un milione di uiguri sono stati deportati nei «campi di rieducazione» sulla base di infondate accuse di «terrorismo, infiltrazione e separatismo». Gli Xinjiang Papers, rivelati dal «New York Times» nel novembre 2019, denunciano e provano una repressione basata sulla detenzione di massa, la più devastante dall'era di Mao. -
Arte, perché?
Arte, perché? è la lettura perfetta per chi si domanda cosa sia e a cosa serva l'arte, e per chi sa che il fumetto può argomentare sui livelli più profondi della filosofia umana. E per chi ancora non lo sa, ma è pronto a scoprirlo. «Un viaggio metafisico nel processo artistico, vissuto con pungente umorismo ed empatia». – Publishers Weekly«Davis è una maestra della narrazione, capace di interrogare e reinterpretare i mezzi tradizionali del racconto». – The Comics JournalCos'è l'arte? E soprattutto, perché l'arte? A cosa serve? A quali domande risponde e quali pone? Eleanor Davis si cimenta con una delle domande che da sempre accompagnano l'umanità. In quest'esplorazione di grande potenza visiva, oscillando tra il saggio per immagini, l'esperimento mentale, il racconto e la riflessione metafisica, l'autrice propone una lettura che ci accompagna e ci sfida, spingendoci a chiederci a cosa serva l'arte. Dostoevskij scriveva che la bellezza salverà il mondo, Davis ribadisce che l'arte salverà noi. Perché l'atto della creazione è anche un atto di scoperta di sé, di rielaborazione delle nostre esistenze e risposta alle domande che attanagliano il nostro vivere. Questo fumetto ha vinto l'Ignatz Award 2018. -
Una storia d'amore. Lettera a mia figlia transgender
Un libro importante e commovente, che parla di legami, cambiamento, coraggio, politica, diritti, fede e ragione: una lettera, dolcissima indirizzata da una madre a una figlia, ma pensata per tutti noi e dettata da un amore che non accetta compromessi.Ci sono oltre cento geni, per quanto ne sappiamo ora, che partecipano alla creazione del tuo essere femmina, di quella presa di coscienza di te che fa parte del periodo che stai attraversando e che sta facendo di te un'adolescente.Tutto comincia con qualcuno che bussa alla porta di una famiglia bianca della buona borghesia americana: una scrittrice, un marito amorevole e quattro figli. Sono felici. Alla porta c'è un assistente sociale: ha alcune domande sul figlio più piccolo che ha tre anni e, secondo chi li ha denunciati, si comporta in modo ""troppo femminile"""". Quella visita è lo spartiacque tra un prima e un dopo, e insieme la scoperta di un mondo ostile, incapace di garantire i diritti di chi, identificato alla nascita come maschio, si riconosce invece in un'identità di genere femminile e chiede, prima di tutto ai suoi genitori, di essere chiamato """"lei"""" e non """"lui"""". Da quel momento, la famiglia si organizza in funzione della sua crescita, individuando il luogo migliore in cui andare a vivere, cercando lo Stato americano con la maggior tutela legislativa e confrontandosi con dubbi, paure e incertezze."" -
L' eclissi di Hong Kong. Topografia di una città in tumulto
La traversata inizia a bordo dello Star Ferry, un traghetto dall'aspetto retrò che fa la spola fra Central e la punta della penisola di Kowloon: siamo a Hong Kong, una delle città più emblematiche dell'epoca in cui la Cina intende riprendere il suo antico ruolo di superpotenza. A che costo? Ilaria Maria Sala, nell'anno che segna il venticinquesimo anniversario del passaggio di Hong Kong dal controllo britannico a quello cinese, ricostruisce la topografia di una città simbolo, rivelandone la storia cosmopolita e ibrida attraverso le storie delle persone che la abitano. Nella distribuzione delle strade, delle vie d'acqua e delle celebri architetture, Sala ci fornisce una personale chiave di lettura dell'imporsi dell'autorità cinese, a partire dalla repressione violenta delle proteste di massa in seguito all'instaurarsi della Legge sulla sicurezza nazionale, fino al silenzio della pandemia. Il cambiamento politico sta eclissando una realtà complessa costituita da storie di migrazione e convivenza, potere economico e contese finanziarie, stratificazioni storiche e spiritualità ancestrale. Un libro ricco di storie individuali e dal gusto urbano per chi vuole capire quanto Hong Kong è cambiata e cosa ci riserva il futuro. -
Mor. Storia per le mie madri
Un racconto che è a un tempo analitico e intimo, riflessivo e passionale, dolce e amarissimo. Una storia che ci permette di guardare le ferite familiari sotto una luce nuova, e con un obiettivo diverso.Ma com'è possibile che mia madre protegga ancora la nonna Inger? Fuori dai picchi di crisi, sembrava felice. Forse era una facciata per se stessa. L'idea di non essere stati amati dai genitori è insostenibile. Da piccoli non possiamo sfuggirgli, tantomeno siamo capaci di smascherarli. È paura quella che i figli maltrattati provano di fronte al loro vero volto? Crescendo, perdono il contatto con i bambini che sono stati.Mor è un affresco familiare che si stende attraverso la storia di quattro generazioni di donne, tra Svezia e Italia. Con il dipanarsi delle vicende, l'autrice racconta come i traumi non elaborati si possano trasmettere di generazione in generazione, di madre in figlia, come un testimone che passa di mano in mano. La violenza psicologica e talvolta fisica si propaga, generando depressione, dipendenze, manie di perfezionismo, ossessioni, ricatti, segreti... anche a distanza di generazioni. In lingua svedese ""mor"""" significa madre, """"mormor"""" (madre di madre) nonna e così via: è la parola stessa a suggerire una ricorsività. Sara Garagnani racconta questa ereditarietà ripercorrendo la storia della sua famiglia, dalla nonna Inger alla madre Annette fino a se stessa, in un ciclo di emancipazione e ricaduta tratteggiato con lucidità ma anche con sincero affetto. Con costante inventiva visiva, puntuale e mai fredda, l'autrice ci regala un racconto che è a un tempo analitico e intimo, riflessivo e passionale, dolce e amarissimo. Una storia che ci permette di guardare le ferite familiari sotto una luce nuova, e con un obiettivo diverso: Mor non è la storia """"delle mie madri"""" ma """"per le mie madri""""."" -
Direttrice d'orchestra. La mia musica, la mia vita
Nel mondo della direzione d'orchestra i pregiudizi e gli ostacoli per le donne sono ancora oggi spesso insormontabili. Claire Gibault raccoglie la sfida e decide che è tempo di chiamare le cose con il loro nome. Per farle esistere. I suoi anni di formazione, i successi e le difficoltà, la creazione della Paris Mozart Orchestra, la lunga collaborazione con Claudio Abbado, l'esperienza politica al Parlamento europeo, l'adozione dei due figli in Togo, la conversione alla religione ortodossa: tutto accresce e arricchisce la sua vita e la sua musica, fino alla decisione, nel 2020, di creare un concorso per direttrici d'orchestra, «La Maestra». ""Direttrice d'orchestra"""" racconta la dedizione, la fermezza e la passione fondamentali per esercitare l'autorità usando la dolcezza, per attraversare la fossa dell'orchestra portando una rispettosa convivialità tra i musicisti e la persona che li dirige, per costruire un nuovo modo di vivere e condividere la musica.""