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Sull'Oceano
"Sull'Oceano"""" (1889) è il solo romanzo italiano che affronti il tema dell'emigrazione, un fenomeno di ampiezza e importanza tali da incidere profondamente, tra Ottocento e Novecento, sulle sorti del nostro paese. Da parte di De Amicis vi è una grande partecipazione emotiva nei confronti dei veri protagonisti di questo 'viaggio': gli emigranti. Giovani lavoratori, giovani madri con i loro figli, donne gravide, animali, anziani, gente povera e gente benestante. De Amicis dipinge con immediatezza e forza narrativa il loro destino tragico, il tormento per ciò che lasciano e la speranza per ciò che si illudono di trovare: il risentimento per la 'patria che li ha traditi', il desiderio di riscatto, lo smarrimento e la paura di tutto ciò che è sconosciuto e nuovo. E la drammaticità della situazione dei passeggeri di 'terza' è acuita dal confronto con la condizione dei viaggiatori di 'prima': povertà e miseria contrapposte a lusso e spensieratezza. Così la nave che attraversa l'Atlantico diventa lo specchio dell'Italia stessa alla fine del secolo. Il testo di De Amicis risulta una delle sue prove letterarie più riuscite." -
Cantoni il volontario
"Bello come l'Apollo di Fidia, come Milone di Crotona robusto, Cantoni destava l'ammirazione universale degli uomini quando alla testa de' suoi militi assaltava il nemico d'Italia, e quella delle donne, - e le donne sì che sanno apprezzare il bello e valoroso uomo."""" Cantoni il Volontario si ispira a un personaggio storicamente esistito, Achille Cantoni, che combatté nella II e nella III guerra di indipendenza e trovò la morte in battaglia a Mentana nel 1867. Cantoni è stato un patriota italiano, noto volontario garibaldino. Lo stesso Garibaldi gli attribuisce il merito di avergli salvato la vita presso Velletri, nel 1849.,Celebre romanzo anticlericale, ricco di spunti autobiografici, scritto non tanto per velleità letterarie, quanto per precise ragioni patriottiche e politiche." -
La poesia cantata nel «Cancionero musical 7-1-28 de la Colombina». Vol. 1: codice, Il.
Il Cancionero musical 7-1-28 de la Colombina rappresenta un caso interessante nel panorama dei canzonieri musicali spagnoli. Le carte di questo umile scartafaccio sono una finestra da cui è possibile osservare come operassero i cantori di una cappella musicale sivigliana di fine Quattrocento, quasi sorprendendoli nella loro quotidianità, mentre vergavano a memoria, sotto il pentagramma o come residuum, il textus receptus melodico circolante. Si tratta quindi di un valido strumento per riesumare la vulgata musicale dell'epoca, almeno in ambito ispanico, e riascoltare quei versi intonati che allora dovevano far parte della memoria collettiva, e non solo di quella di copisti e cantori. Nel primo volume (Il codice) l'assedio al testimone sivigliano viene portato da molteplici prospettive complementari, saltabeccando dal versante codicologico al còté musicale, e dall'indagine filologica allo scandaglio tematico. Il secondo volume (La tradizione) offre la schedatura completa dei brani del canzoniere. -
Il confronto letterario. Quaderni di letterature straniere moderne e comparate dell'Università di Pavia. Ediz. italiana, francese, spagnola, tedesca. Vol. 77
"Il Confronto letterario (Quaderni di Letterature Straniere Moderne e Comparate dell'Università di Pavia)"""" è la rivista del Dipartimento di """"Studi Umanistici"""" dell'Università di Pavia; dalla sua fondazione (1984) esce con continuità e con cadenza semestrale. Pubblica, in diverse lingue europee, lavori che hanno per oggetto non solo le letterature straniere moderne, ma altresì i rapporti che intercorrono tra queste ultime e il pensiero storico-filosofico, e infine le letterature comparate nelle loro molteplici articolazioni. I lavori pubblicati provengono da studiosi italiani e stranieri, che si avvalgono di strumenti critici aggiornati e rappresentano diversi approcci metodologici." -
Inchiesta sulle arti lontane
L'""Inchiesta sulle arti lontane"""" è un testo fondamentale per comprendere l'evoluzione del giudizio espresso dalla civiltà europea sulla creatività delle culture non-occidentali. Si tratta di un'antologia: diciannove pareri richiesti a intellettuali ed esperti d'arte, di diversa origine ed estrazione, sul significato e sul valore delle arti etniche. Le stesse che, all'inizio del Novecento, erano entrate a far parte del novero delle nuove fonti prese in considerazione dagli artisti per rivoluzionare la grammatica dei loro linguaggi espressivi. Pubblicata fra novembre e dicembre 1920, in tre successivi fascicoli della rivista """"Le Bulletin de la vie artistique"""", l'""""Inchiesta"""" fu concepita sulla scorta di uno scarno ma acuto questionario ideato da Félix Fénéon (1861-1944), giornalista, critico, letterato, collezionista, mercante d'arte e anarchico militante, attore di primo piano della scena culturale parigina a cavallo dei due secoli. Per ingentilire il testo e per arricchirlo di un essenziale contrappunto visivo, Fénéon scelse accuratamente ventinove illustrazioni che costituiscono, nel loro insieme, una sorta di narrazione parallela. La presente edizione, oltre a rivelare una vivace varietà di punti di vista, vero e proprio specchio della mentalità di un'epoca, permette al lettore di addentrarsi criticamente nella scoperta della ricchezza ideologica, storica e culturale che s'intravvede fra le righe dei vari testi."" -
In Birmania
I due saggi proposti in questo volume, Quella volta in cui sparai a un elefante e Un'impiccagione, così come l'articolo «Lo sfruttamento di una nazione», raccontano il legame politico, e soprattutto umano e morale di George Orwell con la Birmania. Benché Orwell faccia parte dell'imperialismo britannico, la sensazione che si ha leggendo questi testi è che voglia distaccarsene. Come si può sparare a un elefante senza un motivo? Ma, soprattutto, come si può accompagnare alla forca un uomo ancora nel pieno della sua vita? E infine, gli inglesi hanno occupato il territorio solo per sfruttare le abbondanti risorse e assoggettare la popolazione? Dai primi due saggi emergono la chiarezza morale dello scrittore e il rifiuto categorico dell'ingiustizia che dilaga nell'impero, nell'articolo vengono denunciate le dinamiche ingannevoli con cui l'impero finge di garantire la sicurezza e il progresso all'interno del paese per riuscire a manipolare, invece, l'opinione pubblica e agire per i propri interessi. -
Inventare la sanità pubblica in età moderna: Venezia e l’Alto Adriatico
Oggi pensiamo alla sanità pubblica come ""la scienza e l'arte di prevenire le malattie, prolungare la vita e promuovere la salute"""", ma come si è arrivati a questa concezione? Attraverso un racconto fatto di parole e immagini, in queste pagine si ricostruiscono le radici storiche della sanità e il percorso che a partire dall'età moderna l'ha portata a divenire pubblica, in un intreccio di medicina e amministrazione, scienza e controllo. Tra la fine del Quattrocento e il Settecento, le pratiche sanitarie passano da essere una rincorsa a fronte delle frequenti minacce epidemiche ad una attività di pianificazione e prevenzione. Con una medicina ancora assai incerta e poco efficace, a decretare il successo delle misure sanitarie d'età moderna sono soprattutto un'efficiente macchina amministrativa e un capillare controllo dell'informazione. Per studiare questo percorso, ci si è concentrati sull'alto Adriatico: qui, infatti, nascono i primi protocolli di quarantena, i primi lazzaretti, le prime magistrature sanitarie permanenti. Il focus è sul Settecento, perché è in questo periodo che le pratiche sanitarie diventano sempre più sistematiche e diffuse. Ciò che emerge alla fine è come Venezia, in collaborazione e competizione con le altre città porto mediterranee, abbia inventato la sanità pubblica."" -
Inventing public health in the early modern age: Venice and the Northern Adriatic
Today we think of public health as ""the science and art of preventing disease, prolonging life and promoting he-alth"""", but how was this concept shaped? Through a story made of words and images, these pages reconstruct the historical roots of health and the path that from the early modem age led it to become public, in an intertwining of medicine and administration, science and control. Between the late 15th and 18th centuries, health practices hifted from being a run-up to face frequent epidemie th-eats to an activity of planning and prevention. Since medicine was stili very uncertain and ineffective at the time, the success of early modem age health measures resulted from an efficient administration and a widespread control of information. To study this evolution, the volume focu-ses on the Northern Adriatic: here, in fact, the first quarantine protocols, the first lazarets, the first permanent health magistracies were established. The focus is on the 18th century, because in this period health practices became more and more systematic and widespread . What emerges in the end is how Venice, in collaboration and competition with other Mediterranean port cities, invented public health."" -
Poet warrior. Poeta guerriera
Questo memoir, il secondo dopo ""Crazy Brave"""". Guerriera folle di coraggio, non segue una progressione cronologica raccontando gli eventi principali che hanno determinato il percorso di una vita, ma è una narrazione intensamente lirica del ruolo che la poesia, l’arte e la musica hanno avuto per Joy Harjo (Indiana della Nazione Muscokee-Creek, Poeta Laureata degli Stati Uniti) e l’ostinazione con cui ha seguito il richiamo della poesia anche quando scelte e itinerari diversi potevano essere una meta più promettente. Ostacoli e ferite profonde, personali e famigliari, sembrano arrestare una crescita ordinata e felice, anche per la consapevolezza di appartenere a un popolo conquistato con la violenza delle armi, costretto ad abbandonare la terra nativa, terra che ancora conserva radici spirituali e culturali di un’antica civiltà e per la quale Joy Harjo sente di essere una “poeta guerriera”, scrivendo di sé e del proprio popolo, per lottare contro ingiustizie e come dice in una sua poesia, “Avrei preferito non parlare con la Storia, ma la Storia è venuta da me”. Il memoir è quindi anche un viaggio, tra i molti altri, verso la piena acquisizione della sua identità di poeta. Joy Harjo invita inoltre il lettore a considerare la scrittura nativa nelle sue varie espressioni – narrativa, poesia, autobiografia, teatro, arti visive – come una processo di decolonizzazione dalla cultura dominante. “Immaginare lo spirito della poesia assomiglia molto ad immaginare la grandezza della voce interiore. È una specie di luce della risurrezione; è il grande spirito degli antenati che è stato con me sin dagli inizi, o un orso o un colibrì. È cento cavalli che corrono nella prateria in una lieve foschia, o una donna che si spoglia per il suo amato alla luce del fuoco. Non è niente di queste cose. È più di tutte.”"" -
Viaggio in Oriente
Nell'ottobre del 1849, Gustave Flaubert (1821-1880), insieme all'amico Maxime Du Camp, parte per un viaggio in Oriente che lo porterà in Egitto, in Palestina, in Asia Minore, a Costantinopoli, in Grecia e in Italia: un lungo itinerario che per i primi otto mesi vedrà Flaubert risalire il Nilo fino alla Nubia. Da questa esperienza eccezionale, Flaubert ha riportato una fitta serie di appunti e di note, da cui intendeva trarre materiale per un romanzo che non scrisse mai. È tra il giugno e il settembre del 1851, poco prima di intraprendere la stesura di Madame Bovary, che Flaubert mette in campo tutte le sue energie per scrivere il resoconto del viaggio: un testo diretto, selvaggio, a volte folgorante, sempre sorprendentemente vero, in cui il giovane scrittore, ancora sconosciuto, fa la scommessa con se stesso di ""dire tutto"""" e di registrare così i ricordi di questa che era stata per lui un'esperienza decisiva. Tuttavia, questo viaggio, che Flaubert considerava un monumento della memoria personale e le cui reminiscenze si ritrovano in tutta la sua opera di romanziere, fu pubblicato solo dopo la sua morte, in una versione ricostruita ex-novo dalla sua ereditiera Caroline Franklin-Grout, che fornì all'editore una copia """"arrangiata"""", spesso difettosa e ampiamente espurgata di tutto ciò che avrebbe potuto offendere la correttezza. Da allora, a causa della mancanza di accesso al manoscritto originale, tutte le edizioni di quest'opera hanno continuato a riprodurre un testo rielaborato e incompleto dal quale, ahimè, erano scomparsi interi frammenti, eventi eccessivamente inappropriati e, naturalmente, alcuni dettagli """"audaci"""" della vita erotica di Flaubert... Fortunatamente la storia ha fatto sì che questo manoscritto, andato perduto dopo la morte di Caroline nel 1930, sia recentemente riemerso. È da questo documento che è stato possibile ricavare per l'edizione qui presentata."" -
Vincoli etici. Tra metafisica, scienza e arte
Il tema di questo libro è il carattere etico degli odierni saperi: quelli fondanti - la metafisica e l'arte; e quelli che da questi ultimi ottengono il loro fondamento - le scienze. Per ""carattere etico"""" non s'intende una caratteristica morale avulsa dal sapere considerato nei suoi aspetti metodologici e di contenuto, bensì il vincolamento a una sorgente di senso grazie al quale quello stesso sapere contribuisce, come tale, alla costruzione di un ethos umano. I vari studi che compongono il volume affrontano il problema di questi """"vincoli etici"""", mettendo in dialogo posizioni metafisiche, scientifiche e artistiche di varie epoche, da quelle di Platone e Leibniz a quelle di Newman e Heisenberg. Al di là di quanto le interpretazioni proposte giungano a esplicitare, l'intento primario è di favorire la consapevolezza della radicalità con cui si pone, oggi, la questione dell'etica."" -
Spettri familiari
"Spettri familiari"""" è il romanzo di una famiglia normale, normalmente segnata da ipocrisia e tacite reciproche coperture. Suddiviso in due parti, la prima ambientata negli anni Ottanta del Novecento, la seconda ai nostri giorni, si sviluppa su più piani narrativi: al racconto in terza persona si alternano taccuini, lettere, architetture morte e nella seconda parte la voce in prima persona dei protagonisti. La geometria della struttura e il teatro delle cose inanimate fanno emergere in filigrana i sobbalzi dell’esistenza." -
Lettere alla famiglia. Appunti di un recente viaggio in Canada
Nel 1907, Kipling viene invitato in Canada per ricevere una laurea honoris causa dalla McGill University di Montreal. Il 20 settembre parte da Liverpool con la moglie Caroline e sbarca sei giorni dopo a Quebec City. Da lì i coniugi attraversano il paese a bordo di un vagone privato, da est a ovest e ritorno, e ripartono alla volta dell’Inghilterra un mese dopo. Kipling tiene traccia dei suoi spostamenti e delle sue impressioni in brevi reportage giornalistici – scritti in uno stile a tratti ironico e sprezzante, a tratti poetico e appassionato – con cui si propone di offrire ai suoi lettori uno spaccato della situazione in cui versa il Canada, situazione che ritiene emblematica dei problemi che l’Impero britannico si trova ad affrontare in quel periodo. -
Cronache del vivente. Scelte per il futuro
Testi di Marco Annoni, Guido Bosticco, Elvis Crotti, Domenico De Masi, Roberto Defez, Elena Gagliasso, Giulia Iannucci, Chiara Lalli, Emanuela Mancino, Sonia Montegiove, Manuela Monti, Telmo Pievani, CarloAlberto Redi, Leonardo Ursillo. Viviamo nel millennio delle scienze della vita e le domande ""da dove veniamo, chi siamo, dove andiamo"""" si caricano oggi di nuovi significati che rendono urgente una riflessione radicale sulla nostra quotidianità trasformata (come relazioniamo, come ci curiamo, il cibo che produciamo, etc). I nostri modi di produzione e consumo, il nostro rapporto con la natura ed il pianeta dimostrano che """"non siamo buoni antenati"""". È necessario un cambiamento del nostro stesso modello di civiltà. Pensiamo che il tema debba essere trattato da tutti i """"saperi"""" ed anche in modo transdisciplinare; abbiamo il dovere di leggere il presente e prospettare un futuro degno di vita per tutti attraverso la lente delle nostre competenze e aspirazioni. Questa prospettiva è presentata nel volume da esperti che si occupano di diversi saperi: linguaggio della comunicazione, organizzazione sociale, rappresentazione artistica, le implicazioni filosofiche ed etiche e naturalmente scientifiche."" -
Il confronto letterario. Quaderni di letterature straniere moderne e comparate dell'Università di Pavia. Vol. 78
La Rivista ""Il confronto letterario"""" è pubblicata dal Dipartimento di letterature straniere moderne dell'Università di Pavia. I contributi pubblicati riguardano le tematiche letterarie e filologiche di tutte le letterature moderne. Gli articoli sono caratterizzati da un notevole rigore scientifico. Tuttavia, al di là degli specialisti, il contenuto, proprio per le tematiche di tipo letterario che lo caratterizzano, è fruibile anche da un pubblico generico e non universitario."" -
L'origine. Nascere e crescere in una cascina lombarda
Per chi è nato in una cascina, abitare ha un senso avvolgente e definitivo. Una cascina non è un appartamento. Un appartamento è un luogo in cui ci si apparta, ci si separa dagli altri, e si resta tuttavia immersi nel paesaggio della città, con la sua vita fatta di movimento, di rumori, di un tempo che scorre in avanti — in un'alternanza ritmica tra la privatezza della casa e l'esposizione alla vita con gli altri, conosciuti e sconosciuti. Una cascina è invece una cassa (capsa), un recipiente che accoglie in un mondo dove tutto e tutti sono in relazioni significanti e conosciute. È un mondo che, se volesse, potrebbe chiudersi in un circuito di sussistenza, e ignorare ciò che lo circonda. È un mondo che, se il mondo al di fuori non lo invadesse con le proprie trasformazioni, potrebbe limitarsi a perpetuare una forma di vita. Per questo dà ai propri abitanti un senso di protezione e sicurezza, e insieme il senso di un tempo definitivo, che torna sempre a sé stesso. -
Una comunità che cura. Etnografia performativa di una Chiesa pentacostale pavese
Sensualità, teatralità, drammaturgia, gruppalità, movimento, musica, ritmo, sono tutti aspetti della pratica pentecostale riconducibili al campo della performance e alla centralità del corpo. Nel presente studio, la performance funge da metafora concettuale per inquadrare gli aspetti di valore e definire i tratti rilevanti per l'osservazione e l'interpretazione dei fenomeni caratterizzanti del movimento pentecostale. La performance è il wittgensteiniano «vedere come», il particolare scorcio prospettico che orienta lo sguardo e fa emergere i punti notevoli della realtà osservata. Ciò significa adottare un'ottica performati-va allargata, che mette in dialogo Antropologia e Performance Studies e ricomprende non solo i momenti rituali tipici del pentecostalismo ma anche altri comportamenti, gesti, situazioni, immaginari, grazie ai quali si producono in azione il senso della comunità, l'appartenenza e il sentimento della presenza del divino. -
Nazione, popolo, nazionale-popolare. Una costellazione gramsciana
Nei ""Quaderni del carcere"""" il concetto di nazionale-popolare indica in primo luogo l’avvenuta combinazione di due grandezze – la nazione e il popolo – come effetto del secolare sviluppo dello Stato moderno. Tale legame si realizza, per Gramsci, nel modo più pieno nella Francia rivoluzionaria, con l’assorbimento attivo delle masse contadine nel disegno politico giacobino e la loro trasformazione in base permanente dello Stato. Il nazionale-popolare indica dunque la necessità – vitale per il potere moderno – di far sì che i contadini, che rappresentano l’enorme maggioranza numerica della vita nazionale, da minacciosa forza sconosciuta si convertano in parte attiva della politica statale. A partire da questa combinazione o dalle forme del suo (parziale) fallimento si pongono nel mondo contemporaneo le questioni del popolo e della nazione, con le relative rappresentazioni ideologiche (populismo e nazionalismo) e la necessità di elaborare l’assimilazione e la funzionalizzazione delle masse popolari all’egemonia borghese nelle sue distinte declinazioni nazionali. I contributi raccolti in questo volume prendono in esame questa costellazione concettuale, esplorandone le varie dimensioni: storico-politica, artistico-letteraria e linguistico-educativa. Saggi di C. Carnemolla, S. Cingari, D. Clemente, S. Coletto, G. Cospito, R. M. Dainotto, F. Dei, R. Descendre, F. Frosini, A. Gagliardi, S. Gómez, F. Izzo, M. Mustè, G. Schirru, C. Sclocco."" -
Speranza. L'arca delle virtù da Agostino al XXI secolo
Guarda verso l'alto, in trepida e confidente attesa, una delle 95 statue che adornano l'arca di Agostino, capolavoro della scultura medioevale conservato nel cuore di Pavia. Gli occhi della giovane donna, rivolti a qualcosa che deve ancora accadere, la fanno immediatamente riconoscere come l'egie di una virtù: la speranza. Ma cosa vuol dire oggi speranza? Per capirlo, questo libro mette a disposizione otto sguardi che insieme compongono un'immagine multidimensionale. Dalla riflessione in chiave storica, che parte dalle radici agostiniane e giunge fino all'età dei Lumi, si approda all'indagine sul ruolo della speranza nella società contemporanea tra educazione, ragione e incontro con il dolore. Quella che emerge, alla fine, è una riscoperta della speranza come sguardo positivo, ossia fondante e generativo insieme, sulla realtà e sul suo cambiamento. -
Carità. L'arca delle virtù da Agostino al XXI secolo
Catturata nell'atto materno di allattare due neonati gemelli, la statua della Carità effigiata nell'arca di Agostino a Pavia rivolge lo sguardo verso l'alto. Come la Speranza, anche la Carità appare subito come virtù che guarda oltre, non limitandosi alla contingenza. Prosegue con questo volume l'esplorazione dell'attualità delle virtù, un patrimonio valoriale che dall'antichità e dalla tradizione cristiana giunge fino a oggi. Per comprendere cosa possa oggi significare il concetto di Carità sono state raccolte dieci prospettive multidisciplinari. Ogni autore, da una angolatura diversa, offre una riflessione sulla Carità: dai suoi intrecci con la politica e la giustizia al suo significato teologico, dal suo ruolo come principio morale alla sua evoluzione tra medioevo ed età dei Lumi. Ne emerge, alla fine, uno sfaccettato ritratto che conferma la potenzialità della Carità come lievito per un rinnovamento positivo e condiviso della società.