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Le segrete cose. Dante tra induismo ed eresie Medievale
La ""Divina commedia"""" è attraversata da enigmi, sconcertanti presenze e strane assenze. Chi è il """"veltro""""? Perché l'infedele e """"meretrice"""" Cunizza è in Paradiso e Francesca da Rimini in Inferno? Perché Dante non cita mai i Catari, la grande """"eresia"""" che a quel tempo era così diffusa proprio nelle zone in cui egli viveva? Queste sono solo alcune delle domande che da sempre si pongono lettori e critici. Per trovare una soluzione è spesso necessario allargare il campo, spingere lo sguardo altrove. È quanto ha fatto Maria Soresina. Da appassionata studiosa delle filosofie indiane, l'autrice ha notato una serie di sorprendenti analogie tra queste e il poema dantesco, come la corrispondenza tra la legge del karma e quella del contrappasso, o la presenza del guru come guida nel cammino. Da qui è nata l'ipotesi di inoltrarsi in un confronto più approfondito tra questi due mondi. Un'intuizione che ha fornito una chiave di lettura in grado di ripercorrere la trama di enigmi e di indizi di cui il poema è intessuto, e di penetrare così nel significato profondo, nelle segrete cose, di un'opera tanto ricca di simboli e di allegorie."" -
Curare con la sabbia. Una proposta terapeutica in situazioni di abbandono e violenza. Con DVD
Fra le psicoterapie, il ruolo dell'expressive sandwork può corrispondere a quello della cosiddetta Arte povera tra le arti visive. Ciò che appare umile e semplice non lo è affatto. Scartando il superfluo, questo lavoro seleziona l'essenza: anche togliere si rivela parte di un'operazione artistica. Ma cosa è essenziale nel processo psicologico? Freud deve essersi domandato qualcosa di simile, quando nel 1918 promosse nuove istituzioni che avrebbero fornito analisi gratuite, a Berlino e a Vienna. In seguito (1928) Margaret Lowenfeld, l'iniziatrice delle terapie con la sabbia, aprì la Clinica per Bambini Difficili in un quartiere operaio di Londra. Per i fondatori era sottinteso che il nucleo della psicoanalisi dovesse raggiungere tutta la società. Qui si raccoglie quel filo e con esso si tesse una tela. Sull'ordito composto dai concetti di Jung, la World Technique di Margaret Lowenfeld e la Sandplay Therapy di Dora Kalff operano intrecciate, mentre i fili conduttori di Lacan, Winnicott e Daniel Stern rafforzano la trama. Nella pratica l'expressive sandwork è costituito da processi immaginali ed è stato elaborato da analisti junghiani attraverso esperienze transculturali in Africa, Cina ed America Latina. Con l'aiuto di volontari, a partire dal 2000 è stato sperimentato in località che non dispongono di nessuna forma di psicoterapia e sono state devastate dalla violenza, da catastrofi naturali, da situazioni croniche di abbandono. -
Sacbeob. Scritti latinoamericani. Novembre 2009-marzo 2010
Luca Belcastro giunge a quaranta anni di età e si guarda alle spalle. Un vita da compositore riconosciuto, un curriculum vitae ricco di concorsi vinti e partiture eseguite, ma una viva necessità: riflettere su di sé e sul proprio lavoro, guardare in altre direzioni. Questo itinerario di ricerca di sé e del senso del proprio lavoro, la musica, ha un'ambientazione inaspettata, l'America Latina. Le tracce di questo viaggio diventano un diario d'arte e di vita. ""Sacbeob"""" raccoglie frammenti del pecorso di Belcastro ed è testimone del suo passaggio e della sua esperienza in Paesi e città. Machu Picchu, Lima, Cusco in Perù, La Paz in Bolivia, La Habana, Sancti Spiritus, Camaguey, Santiago de Cuba, Guanabo, Guardalavaca in Cuba, Ciudad de Mexico, Morelia, Puebla, Guadalajara, le rovine maya di Uxmal, Campeche, Palenque, Yucatàn, Chiapas in Messico. È camminando che Belcastro percepisce il polso latinoamericano e narra il suo divenire. È un passeggero che conosce le leggi della natura e nello stesso tempo constata la dipendenza dal vecchio mondo. Durante questi viaggi, l'autore ha dato vita al progetto Germina.Cciones... primaveras latinoamericanas, nel quale centinaia di giovani musicisti e creatori hanno partecipato ai corsi di composizione."" -
Di un'altra luce
Leggiamo in questo libro che ""in fondo ci vuole poco per sentirsi dèi pur restando umani: uno sguardo un poco assorto gettato sulle cose che sempre sono, sulle persone che passano. E non occorre che sia alta la postazione, basta che non sia troppo basso o soggettivo il punto di vista ma veramente comprensivo"""". Raramente, in un mondo poetico dominato in egual modo dalla presunzione del sublime o dalla retorica minimalistica del poco che si fa nulla, abbiamo letto versi così parsimoniosi e ricchi di un'autentica sostanza umana. In fondo, di che altro è fatta la vita se non di cose """"che sempre sono"""" e di """"persone che passano""""? E cos'altro dovremmo intendere, quando parliamo di umanità, se non uno sguardo """"veramente comprensivo""""? Con la poesia di Luigi Riceputi, pare di ritornare alle origini della nostra grande vicenda umanistica, a quel verso di Terenzio in cui per la prima volta qualcuno osava dichiarare che """"humani nihil a me alienum puto"""", niente di ciò che è umano mi è estraneo. Tutto, alla luce di questo semplice messaggio morale, si trasfigura: ma con la grazia e il pudore di una lingua poetica spoglia di ogni detrito retorico, affidata a immagini aeree e vaganti, che molto devono al magistero poetico dell'ultimo Saba. Ed ecco la casa dell'infanzia, che riemerge dal sonno del tempo come una """"scatola magica"""", o la memoria che, """"come un ventilabro"""", spazza via """"la pula / dell'aia dell'infanzia e il suo grano riluce come oro"""". Postfazione di Claudio Magris."" -
L' oceano è dentro di noi. Letteratura, poesia e musica tra America e Europa
"L'oceano è dentro di noi"""" è un libro profondamente originale, multiplo e sfaccettato come l'anima e la mente di chi l'ha concepito, la scrittrice americana, ma da trent'anni residente a Parma, Wallis Wilde Menozzi. Se da una parte queste pagine ci parlano di letteratura, poesia e musica, e di scrittori, poeti e artisti, dall'altra, o allo stesso tempo, esse sanno delineare la vita dell'autrice nel suo lungo e serrato andirivieni tra le sponde opposte e complementari dell'America e dell'Europa. Fortemente assetata di giustizia, la sua ricerca critica e creativa l'ha spesso spinta a interrogarsi sul ruolo che la letteratura può avere di fronte ai problemi e agli eventi più scottanti della nostra epoca. """"L'oceano è dentro di noi"""" può leggersi in molti modi: come una galleria di personaggi famosi (da Rostropovich a Miroslav Holub, da Alexander Kushner a Iris Origo, da Primo Levi a Natalia Ginzburg), delle loro opere e dei luoghi in cui le hanno concepite; come un autoritratto """"per interposte persone"""" dell'autrice; come un mare d'immagini ricche di sensi simbolici e sapienziali e una trafila di meditazioni morali, sino al capitolo finale su Dante; come un vasto, corrusco arazzo della nostra incerta identità di esseri oscillanti fra la torbida tentazione di Babele e il bisogno di parole chiare e autentiche, tra la selva oscura dell'ideologia e i richiami lievi e struggenti dell'anima sacra del mondo." -
L' acqua in vino. Un altro sguardo sul Gesù dei Vangeli
Questo libro riguarda un nuovo modo di essere umani. Non riguarda l'appartenenza a un gruppo, non contiene un insieme di idee e di valori da adottare. Non è rivolto a un gruppo scelto di persone, ma a chiunque. E un messaggio di speranza e di piacere. Propone una vita di gioia. E una particolare presentazione dei Vangeli, quattro libri pieni di storie di mangiare, di cucinare, di prendersi cura e di stare insieme. Parlo di Gesù come di un epicureo, uno che è innamorato della vita, e che dà tutto perché altri possano avere la vita e averne in abbondanza. Egli dice, nella mia traduzione: ""Io sono la via, la memoria profonda, la vitalità"""". Stare sulla strada della vita, andare avanti, metterla in gioco, affrontare tutte le prove che si presentano: questa è la via dei Vangeli. Ricordare tutte le persone che hanno percorso quella strada, soprattutto quelle che hanno da offrirci saggezza e comprensione profonda. Rimanere vitali, vivi, non arrendersi al cinismo o alla depressione. Questo è il succo del messaggio del Vangelo."" -
L' osservatorio
Romanzo in versi declinato in quattro parti, scritto e riscritto in un lungo arco di tempo, opera di una tessitura lunga e paziente, labirintica e amorosa, L'osservatorio di Francesco Dalessandro attraversa l'ultimo mezzo secolo della nostra poesia lasciandosene imbevere nei suoi dettagli più minuti (un tratto stilistico, un richiamo immaginoso, una vertigine di pensiero) ma restando sempre fedele all'idea originaria. Più che narrare una storia, raccontare ""fili di storie"""", e con esse lo scorrere del tempo. La vita fluisce come il sangue, come il traffico - con i suoi intoppi ingorghi accidenti -inquieta e inafferrabile, privilegiando ricorrenze e accadimenti feriali, notazioni paesistiche e stagionali. La visione nasce proprio dalla modulazione del tempo - nelle sue vene più sotterranee, stratificate -, dall'accumulo dei dettagli che, dilatati per virtù di pause e soste, rinvii e folgoranti accensioni dell'occhio, vanno a disegnare a poco a poco una vicenda complessiva. Questo è il compito che il poeta si è dato: raccontare la vita per immagini, passandola e ripassandola, come egli stesso ci avverte, nel """"proiettore"""" dell'anima. Per il poeta-viandante, il sublime vedutista di una Roma divisa fra luci e ombre, """"fraterne o avverse anime"""", ora luogo di cari nomi, ora sponda acherontea di un mondo non più condivisibile, la città guardata dall'Osservatorio simbolico e reale insieme - di Monte Mario, diviene il punto privilegiato da dove contemplare la vita nelle sue pieghe più dolci e laceranti."" -
Essere e abitare. Da New York a Parigi. Dialogo sulla poesia e le metropoli
"Essere e abitare"""" si articola in forma dialogica e rispecchia tre punti di vista o tre voci che, pur convergendo in una visione unitaria, accentuano (A) l'aspetto ontologico del problemi, (B) l'aspetto storico, (C) l'aspetto filologico o il confronto diretto sui testi chiamati in causa. Nasce in tal modo una dialettica che rivela il complesso intreccio dei temi alla base di una comune domanda di verità. Il lavoro si svolge in ventisette serate. Dopo un'immersione nel """"rinascimento americano"""" di Whitman, Melville, Dickinson e le loro diverse modalità di vivere la società americana, la ricerca mette al centro la visione espansiva del poeta delle """"Foglie d'erba,"""" che escono negli stessi anni delle """"Fleurs du mal"""" (1855) di Baudelaire, due mondi poetici antitetici che sono anche espressione del rapporto che i due poeti ebbero col loro milieu ambientale ed esistenziale. Da New York a Parigi, dal ponte di Brooklyn ai ponti sulla Senna. Da Whitman a Sandburg e a Crane, da una parte; dall'altra, da Baudelaire ad Apollinaire, passando attraverso Rimbaud e Laforgue. Dentro questo quadro, si pongono interrogativi sulla questione della verità e del rapporto tra poesia e filosofia, nell'intreccio tra visioni metafisiche e loro superamento in nuove forme di pensiero, non più correlate a un concetto tradizionale di corrispondenza, ma radicate in un terreno inesplorato. Prefazione di Flavio Ermini." -
La buona fede. Memoria e letteratura
Soltanto da Silvio Ramat, uno dei poeti più limpidi e ispirati dell'ultimo mezzo secolo, tra i pochi cui dovremmo guardare come si guarda a un maestro di moralità e di stile, e al quale, per giunta, dobbiamo alcune delle pagine critiche fondamentali sulla poesia italiana del Novecento, poteva venire un libro come La buona fede. Memoria e letteratura, un libro in cui si fondono la prospettiva critica, l'autobiografia intellettuale, l'autoritratto, le memorie familiari, le passioni segrete, il ricordo affettuoso dei maggiori poeti del secolo scorso. Con la discrezione e il pudore che gli riconosciamo, Ramat intesse un libro che non ha precedenti, non solo per la vastità dei temi che vanno a costituire un vero e proprio affresco, umano e culturale, del nostro tempo, ma anche per la sorprendente naturalezza con cui l'autore sa passare dalla prosa al verso, dalla severità del giudizio critico alla commozione, dalla pietas privata a quella pubblica. E tutto con la misura, il nitore, la precisione che da sempre contraddistinguono le sue pagine, poetiche e saggistiche, e che Ramat sa anche applicare alla propria opera, con suggerimenti e definizioni che resteranno da oggi non eludibili per chi voglia affrontare la lettura - e lo studio - della sua opera poetica. -
La nuca di Maitreya
Tra le due forme classiche della poesia giapponese, lo haiku di tre versi e il tanka di cinque, in Occidente soprattutto la prima ha avuto un'ampia diffusione, tanto da influenzare molti poeti tesi a un'espressione essenziale, a un linguaggio depurato da tutti gli elementi superflui. Ma il tanka (struttura strofica di 5-7-5-7-7 sillabe) è una forma lirica non meno importante dello haiku: la sua storia in Giappone comincia nell'ottavo secolo dopo Cristo e si sviluppa, attraverso molte e complesse vicende, sino ai nostri giorni. ""La nuca di Maitreya"""" raccoglie più di duecento tanka di Makiko Kasuga, una delle più celebri autrici di tanka viventi in Giappone. Curato da Yasuko Matsumoto e Paolo Lagazzi (entrambi ben noti agli appassionati di poesia giapponese per le precedenti antologie da loro allestite), il libro offre un panorama lirico di straordinaria suggestione e finezza, capace di coniugare uno sguardo sapiente e antico sulle cose con una visione del mondo estremamente originale e moderna, nutrita di sofferenza e ironia, di senso del mistero e di asciutta, indomita passione."" -
Vita di Nino Bixio
"La vita di Nino Bixio"""" (1905) di Giuseppe Cesare Abba: un agile ritratto in piedi dell'iracondo """"secondo dei Mille"""", scritto da uno che l'ha visto, che ha sentito il fascino e la primitiva imponenza della sua indole fiera e quasi selvaggia. L'autore delle """"Noterelle di uno dei Mille"""", di un vero bestseller fra Otto e Novecento, toglie dall'affresco corale del suo piccolo esercito antico un fotogramma d'eccezione - quello del comandante Lombardo dal """"profilo che taglia come una sciabolata"""" - lo ingrandisce, lo isola, e gli regala il suo affettuoso ma disincantato panegirico. È la storia, senza vera retorica, di un personaggio da epopea, di una figura mitizzata quanto discussa, che """"in sé ha dieci anime"""": da marinaio si fa garibaldino, quindi entra nell'esercito regolare per poi sedere in Parlamento, per finire poi col buttare tutto all'ortiche e tornare in mare per un'avventura in estremo Oriente, dove muore di colera. Le vicende di guerra e pace di una personalità camaleontica e pragmatica, di """"un pioniere di se stesso"""" (Guerzoni paragonato dal Lamarmora al Boiardo: """"È un complimento che mi seccherà più di una volta - scrive il Bixio - e di cui mi riconosco indegno perché davvero non mi conosco sans réproche"""". La leggenda si crea da sé, nel rispetto assoluto del fatto storico." -
Il libro delle somiglianze. «Il libro è luogo di somiglianza di ogni libro»
"Il libro delle somiglianze"""", nel dedalo della scrittura di Edmond Jabès, costituisce un nuovo inizio. Porre al centro della scrittura non più l'identità, ma la somiglianza, significa innanzitutto trasgredire uno dei principi cardine che hanno fondato il logos in Occidente: il principio, appunto, chiamato di identità e non contraddizione. Se A è identico ad A e se non-A gli è differente, c'è però la possibilità che nella differenza ci sia somiglianza. Il principio di somiglianza - se potesse esisterne uno - nasce proprio dal riconoscimento della dignità della differenza che non è più sinonimo di menzogna (ovvero, negazione del principio di identità), ma garanzia ontologica del divenire, accettazione e riconoscimento dell'altro, rifiuto dell'assimilazione (che è il contrario della somiglianza, in quanto quest'ultima si fonda su un'ontologia plurale, mentre l'assimilazione introduce la dittatura dell'uno al quale tutto deve essere ricondotto e in cui tutte le differenze debbono scomparire). Per questo, """"Il libro delle somiglianze"""" è innanzitutto il racconto, sempre interrotto e continuamente ripreso (quasi una voce punteggiata di silenzi), di quanto la vita possa assomigliare alla scrittura e di quanto lo scrittore possa assomigliare al lettore. Premessa di Vincenzo Vitiello. Postfazione di Flavio Ermini." -
Note sull'inconscio
Ci sono delle obiezioni al concetto psicoanalitico di inconscio che possono essere respinte solo a condizione di fornire una soluzione ai problemi che pongono. E' quanto fa questo saggio, riformulando temi nevralgici come la condizione di possibilità della rimozione, il rapporto fra il piacere e il dolore, la logica e la ragion d'essere dell'inconscio. -
Di là non ancora
"'Di là non ancora' è una raccolta di sole quaranta poesie, distillate nell'arco di poco più di un decennio, che rivelano però tutta la complessità e la raffinatezza di questo giovane poeta, che sa unire alla limpidezza e alla leggibilità del dettato un'aura sospesa e misteriosa che affascina il lettore fin dal primo verso. Una chiave di lettura di queste poesie è già nel titolo di una delle sezioni del libro, Quasi un Hopper. Come nei quadri del grande pittore americano, Montorfani sa abbinare il realismo dello sguardo e delle prospettive a un'atmosfera onirica ed enigmatica, grazie alla quale gli oggetti umili della vita di ogni giorno ricevono una luce ulteriore, spesso arricchita dal fuoco calmo dell'ironia."""" (Goancarlo Pontiggia)" -
L' individuo e la contemporaneità. Dilemmi, difficoltà e incertezze: sguardi a confronto
In questo libro scritto a più mani si confrontano differenti sguardi e differenti letture del rapporto che intercorre fra l'individuo e la società contemporanea. Ciascun saggio rappresenta una diffrazione dell'unico paradigma che al libro stesso dà il titolo. Gli approcci diversi non approdano a confusione ma al contrario offrono una visione d'insieme dentro la quale il sapere analitico e quello sintetico si implicano e si rimandano l'un l'altro. L'esistenza umana è così complessa e profonda da non poter essere colta da un solo punto di vista: ciascuno di essi fa luce su qualche importante aspetto dell'insieme e rilancia con originalità e pertinenza la riflessione sui nuclei cruciali della vita quali il narcisismo, la libertà, la solitudine, la pressione del collettivo che spesso offusca e persino annulla l'individualità, e nondimeno la capacità dell'individuo di essere flessibile e di trovare via via nuove forme di adattamento e di creatività. Individualità e individuazione stanno fra loro in un rapporto che gli autori del libro esplorano coniugando i codici dell'interiorità con quelli della vita sociale e dimostrando come oramai sia necessaria una visione che si ponga sul crocevia dei saperi. -
Il segno del padre. Nel destino dei figli e della comunità
Nell'epoca moderna, da Amleto ai nostri giorni, l'immagine del padre, sia di quello terreno che di quello divino, si è sempre più sbiadita, tendendo a scomparire dalla vita della comunità e generando nei figli un vuoto spesso incolmabile. In un confronto serrato con il pensiero di Jung, l'autore mostra come tale immagine sia stata, per nostra fortuna, sapientemente conservata dall'inconscio collettivo. Nei miti e nei sogni, ma anche nei testi sacri e nella poesia, è infatti possibile rintracciare l'archetipo del Padre, vera e propria immagine guida, in grado di aiutare uomini e donne a dare un senso al proprio destino. Paolo Ferliga evidenzia a questo proposito come il contributo di Freud sul complesso di Edipo possa essere accolto in una prospettiva archetipica. Simbolicamente il padre si presenta infatti come portatore di un segno caratteristico: la ferita, dolorosa ma indispensabile, perché i figli possano separarsi dal protetto mondo materno e affrontare con coraggio ed entusiasmo la vita. La presenza del padre, indispensabile fin dalla nascita accanto a quella della madre per lo sviluppo psichico e affettivo dei figli, diviene fondamentale nel corso dell'adolescenza, per iniziarli alla vita della comunità, al mondo dei valori e dello spirito. Ma anche i figli sono importanti, come mostra la vicenda di Abramo e Isacco, per la piena realizzazione di un uomo e si svelano spesso come il suo destino più autentico. -
Mozart come Dante. Il flauto magico: un cammino spirituale
Più di cinque secoli separano Mozart da Dante. Cosa possono avere in comune? Apparentemenre nulla, se non la genialità. Tuttavia ""Il Flauto magico"""" presenta straordinarie analogie con la """"Divina Commedia"""", a cominciare dalla prima scena, che vede Tamino, il protagonista, fuggire davanti a un serpente proprio come Dante davanti alle tre bestie. Maria Soresina, non nuova a paralleli arditi, accompagna il lettore, scena dopo scena, a scoprire, grazie al costante rimando al poema dantesco, il significato spirituale di questo capolavoro di Mozart. Si vedrà allora che """"Il Flauto magico"""" non è una fiaba, come in genere viene detto, ma la rappresentazione di un cammino iniziatico. Mozart, come Dante, usa simboli quali il passaggio attraverso il fuoco e l'acqua. Mozart, come Dante, insegna un cammino che conduce a Dio senza mediazione ecclesiastica: Tamino vi giunge guidato da Pamina, Dante da Beatrice, entrambe immagine della scintilla divina, l'eterno femminino che ci trae verso l'alto. Mozart, come Dante, era animato da una forte passione politica e dalla speranza in un'imminente vittoria della ragione sull'oscurantismo e sulla superstizione: """"allora la terra sarà un paradiso"""" in cui regneranno la tolleranza e l'amore tra gli uomini."" -
Il corpo sospeso. I gesti della danza tra codici e simboli
Cosa si nasconde dietro la marginalità della danza in un Occidente che sembra decantare incessantemente i piaceri del corpo? Dove è iniziato il viaggio, intrapreso dall'idea di corpo, che ha portato alla reclusione della danza negli ambiti dell'arte e dell'intrattenimento notturno? Sono questi gli interrogativi da cui parte ""Il corpo sospeso"""", un'indagine che coglie l'essenza dell'esperienza coreutica esaminandone gli elementi costitutivi: l'anima e il rito, il corpo e il gesto, il linguaggio e il sacro. Il processo di codificazione del corpo, che si inaugura con la nascita e la definizione della modernità, viene individuato come lo snodo decisivo per la storia, le pratiche e le rappresentazioni della danza in Occidente. Almeno da allora, la nostra cultura sembra aver occultato e dimenticato l'insegnamento finale di Gesù che, secondo gli Atti di Giovanni, al termine dell'ultima cena disse enigmaticamente: """"Chi non danza non sa cosa succede"""". Prima paganizzata, poi demonizzata e infine secolarizzata, la danza oggi non fa più parte di quel corredo di strumenti rituali che, nel corso della storia, hanno sempre cercato di unire simbolicamente corpi e anime, uomini e donne, esseri divini e vicende umane. E così, il corpo che essa abita non è più soggetto di un rito ma oggetto di un codice. Un corpo chiuso nelle regole che, dal Rinascimento, ancora oggi lo irreggimentano."" -
Per immagini. Esercizi di ermeneutica sensibile
"'Per immagini' è un'officina letteralmente insonne che chiama in causa la questione dell'immagine in letteratura e nelle arti, e convoca a tale scopo poeti, narratori, pensatori che negli ultimi secoli si sono misurati con la valenza immaginifica del pensiero, radicandosi cioè nel fondamento poetico del pensiero stesso. Il fine dichiarato è di giungere - grazie a un'ermeneutica adeguata e attraverso un'ampia articolazione e varietà di temi - a un approfondimento della riflessione sull'immagine, quando questa si viene a porre in strettissima relazione con l'essere. Per immagini fa suoi tre poli: la temporalità dell'essere, il significato del pensare, la casa dell'essere. Questo libro ci porta alla consapevolezza che l'immagine è una forma di vita che dipende sempre di meno dalla soggettività individuale e - proprio per questo - sempre di più agisce come forza trainante e trasformatrice del pensiero. Questo libro di Giampiero Moretti ci indica che arduo è cercare l'essenza dell'essere sul solo terreno speculativo; ci segnala che è impossibile raggiungere una fondazione certa del conoscere umano esclusivamente attraverso le categorie. In """"Per immagini"""" ci troviamo di fronte a un interrogante risalire verso il senso iniziale dell'essere, mediante successivi smantellamenti dell'invisibile soggettività e del suo accumulo di velamenti."""" (dalla postfazione di Flavio Ermini)" -
Karma aperto
In ""Karma aperto"""", Fabrizio Petri disegna un percorso vivo tra Oriente e Occidente, in un dialogo serrato tra idee e culture. Un percorso che, grazie a numerosi incontri con personalità memorabili, invita """"a riflettere su quanto le reciproche influenze tra questi due mondi abbiano contribuito a delineare alcune caratteristiche salienti delle società odierne"""", come indica lo stesso autore. Un percorso che prende le mosse dall'avventura della Beat Generation e in generale della controcultura americana - interpretate alla luce dei rapporti tra psicologia occidentale e spiritualità orientale -, per avvicinarci, in un crescendo a spirale tra India, Europa e Stati Uniti, a una più profonda comprensione di alcune dinamiche della realtà globale contemporanea, portandoci infine alla nascita dell'odierna società in Rete. Il cammino che il lettore è invitato a compiere parte da Roma e a Roma torna. Lungo tale cammino, l'interazione tra i princìpi della nonviolenza gandhiana e della psicologia del profondo di matrice junghiana ci svela la prospettiva di società sempre più aperte, in cui sarà possibile vivere nel segno di """"Karma aperto"""". """"Parlare di Karma aperto"""" sottolinea Fabrizio Petri """"significa cercare di liberarsi dai limiti angusti dell'egocentrismo e comprendere quanto percorrere la via dell'introspezione serva a prepararci a un atteggiamento più altruista, più sensibile a riconoscere quei fondamenti comuni che nutrono il nostro senso di appartenenza collettivo.""""""