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Viaggio attraverso la gioventù. Secondo un itinerario recente
Il protagonista di questo romanzo descrive l'adolescenza come un ""breve tumulto d'ombre cose passioni, incoerenti"""", fatte di """"notti laboriose, alcune pazze, qualche viso e corpo di donna, qualche paese scorso di sghembo, e quell'attesa, quell'impazienza incessanti"""". La gioventù. Sarà lo stesso eroe montaniano a sancire l'impossibilità di coglierla: """"Esita a lasciarci, s'indugia a lungo con noi, infine si stacca a tradimento"""". Un romanzo del primo Novecento (1923), in cui l'elemento narrativo continuamente s'infrange, proprio come accade, negli stessi anni, all'unità dell'io. Un romanzo ascrivibile a quel genere letterario, comunemente conosciuto come Bildungsroman, che ha le sue radici nel """"Wilhelm Meister"""" di Goethe. E così come il Törless di Musil, Karl Rossmann di Kafka, Stepben Dedalus di Joyce, l'innominato protagonista affronta l'itinerario della crescita come si azzarda una sortita da uno stato d'assedio per affrontare l'ignoto. La separatezza rispetto all'età adulta diventa la compagna del viaggio, in un ostinato spingersi oltre il limite, verso il precipizio delle illusioni, tipico dell'adolescenza. Pazienza se dopo rimarranno soltanto ceneri."" -
Tradimento e fedeltà. Il primo libro dell'Alzheimer
"Questa non è la mia casa, questo non è mio marito"""". Due disconoscimenti che con diverse gradazioni attraversano la vita di tutti. Fedeltà e tradimento, dubbio e controllo si fanno visibili nella clinica psicoanalitica con la figura del """"nevrotico di guerra in tempo di pace"""". Ma è soprattutto l'Alzheimer a fornire a questo libro le basi filosofiche, da Cartesio a Angela da Foligno, letterarie, nell'incontro con Cervantes, l'eretico Giordano Bruno e il poeta soldato Tansillo, che de-patologizzano le indagini della psicoanalisi e fondano, da una scienza che viene dalla malattia finora considerata inaccessibile, una logica della coesistenza." -
Canevale e Psiche
"Carnevale e psiche"""" è un libro per conoscere il Carnevale attraverso uno sguardo psicoculturale che si apre sul mondo interiore. Si tratta di una visione volta a cogliere i significati simbolici, mitici e archetipici del Carnevale attraverso un percorso tra studi etnografici, storici e culturalisti, per protendersi verso le profondità dell'Anima-Psiche e dei suoi aspetti d'Ombra. Il libro prende in analisi i temi della maschera, del riso, degli aspetti oscuri e burleschi del carnevalesco mondo infero che viene in superficie nella forma di una festa trasgressiva e rigenerante. I caratteristici temi della sessualità, della morte e della rinascita, del capovolgimento anarcoide, dell'ostentazione della follia, delle abbuffate e di ogni liceità sono considerati come espressioni di una buffonesca ma scaltra alleanza tra Dioniso e Mercurio. Questi due maestri mitici del Carnevale hanno il sostegno e l'assenso di altre divinità come Saturno, Ecate, e Persefone, Giove, Pan, considerate espressioni di tratti archetipici della natura umana. La tesi di fondo tende a capovolgere il comune modo di pensare al Carnevale in quanto festa rivolta al mero recupero dei piaceri e dei diritti della carne, considerando invece il suo carattere patologizzante volto a fare anima nell'individuo e nella collettività. L'Anima, nella sua essenza archetipica femminile, ribalta psicoculturalmente il dominio dell'uomo sulla donna, nonché la logica di ogni potere dominante." -
Pensare l'anima
Un libro, questo di Francesco Donfrancesco, che nasce da una alleanza affascinante fra l'esperienza psicoanalitica e quella psicopatologica, fra le conoscenze della psicologia analitica e quelle della psicoanalisi freudiana, fra gli orizzonti psicodinamici e quelli fenomenologici, fra la cultura estetica e quella mitologica; e questo senza che ci siano contaminazioni di linguaggio ma nel solco di un rigore assoluto animato dalla fiamma della passione: della passione dell'ascolto e della interpretazione dei dolori dell'anima che l'incontro con i pazienti fa nascere senza fine. -
Etica del giudizio e etica della contemplazione. L'economia si regge sull'ignoranza?
Il libro esamina la base conflittuale della struttura economica del tempo presente, che si regge sulla competizione in cui il più forte (il ""migliore"""") scaccia il più debole (il """"peggiore""""). In questo contesto sociale competitivo i desideri e i bisogni umani acquistano loro stessi caratteri sempre più competitivi e il consumo diviene la palestra in cui essi esprimono la loro arroganza, il proprio essere """"più"""" degli altri. Che quindi si tratti di giudicare, o che si tratti di consumare, sarà all'opera sempre un punto di vista, una posizione espressa dall'Io di ciascuno, che avrà allora necessariamente un carattere individuale e parziale. Un'importante ipotesi che il libro avanza è che sia proprio questo eccesso di individualismo e confronto, quasi ossessivo, con """"l'altro"""", tipico della nostra epoca, a far prender coscienza dei pericoli che la parzialità delle prospettive comporta, e a cercare quindi altre strade nel relazionarsi tra gli uomini. Sembra allora affacciarsi la consapevolezza che sia urgente allargare la prospettiva dello sguardo oltre il soggetto e le sue pretese per far emergere la valenza e il senso anche delle opinioni non condivise, o dei bisogni e dei desideri che non sono propri, ma altrui: si fa così strada la contemplazione"""" della panoramica delle opinioni che tende a contrastare e ridimensionare lo strapotere dell'Io."" -
Atque. Il presente
È di fondamentale importanza, per ogni persona, impegnarsi a vivere nel suo presente, e prendersene cura, senza cedere alla tentazione di capitolare di fronte alle forme del passato, con un'unilaterale e acritica esaltazione della tradizione e della memoria, o di lasciarsi ammaliare dalle lusinghe del futuro, con un'altrettanto pericolosa caduta in un'utopia astratta. È un'esigenza fondamentale per gli uomini (e le donne) riuscire a mantenere il passo del tempo in cui vivono, adeguando le proprie forme di vita e i propri stili di pensiero alle necessità e alle esigenze in rapida trasformazione, studiando il passato in modo da conoscerlo, rispettarlo e trarne i dovuti insegnamenti, e guardando al futuro per acquisire la capacità di ""gettarsi avanti"""" quel tanto che serve per progettare, ma senza servile devozione nei loro confronti."" -
Opere su carta (1998-2007)
Le immagini che Della Torre dipinge nascono dalla contemplazione della bellezza che risplende quietamente nei particolari del mondo. Non riguardano però forme immediatamente evidenti, semmai quel segreto animarsi di una vita che si sottrae allo sguardo e che si è soliti definire con il prefisso infra-, un inframondo, i cui frammenti Della Torre - come un tempo Klee - chiama alla visibilità. Sono forme affioranti come ritmi fluidi, come aperture che sembrano dischiuse per accogliere i movimenti che le attraversano, sono trasparenze che radiano da quel mondo nascosto nel mondo. -
Kore sprofonda negli inferi. L'anoressia alla luce del mito
L'autrice accosta l'anoressia muovendo dal valore simbolico della malattia e del linguaggio enigmatico dei sintomi, riletti atraverso il mito di Kore rapita da Ade e trascinata nel mondo infero, lontano ed oscuro. Questo approccio - che si distanzia dalla visione riduttiva delle discipline medico-cliniche (e psicoanalitiche) - riconnette, attraverso il simbolo, la vicenda della storia personale a quella della cultura, allora è possibile ""vedere"""" nelle ragazze in anoressia che vivono tutte intente a calcolare le calorie e a sottoporre i loro corpi a strenuanti esercizi fisici, un dramma ben rappresentato dal mito: quello dell'anima fanciulla che viene rapita da una oscura forza sovrapersonale e gettata in un mondo altro e sconosciuto."" -
L' autobiografia della vita malata. Benjamin, Blanchot, Dostojevskij, Leopardi, Nietzsche
L'autobiografia della vita malata ci parla del rapporto sempre più stretto che nella cultura novecentesca viene a istituirsi fra la scrittura autobiografica e l'esperienza della malattia, sia fisica che psicologica o spirituale. A partire da Nietzsche, infatti, la malattia, la degenerazione, tutte le forme indebolite della vita, vengono lette non più come segni di decadimento, ma al contrario come manifestazioni indirette di potenza, come esperimenti tesi a una trasformazione delle forme di vita, esperimenti impossibili a tentarsi per altre vie meno dolorose e più comuni. La malattia diventa così la condizione dell'invenzione letteraria, artistica, filosofica e, perché no, anche politica. Il saggio si declina attraverso cinque capitoli dedicati rispettivamente a Nietzsche di cui si analizza ""Ecce homo"""", cioè un testo autobiografico; alla figura dostoievskiana dell'""""idiota"""" in cui s'incontrano l'elemento autobiografico dell'epilessia e l'invenzione etico-letteraria dell' """"uomo assolutamente buono""""; agli scritti autobiografici di Benjamin di cui si ricorda anche l'attenzione alle figure del flaneur e del collezionista in quanto modi di vita marginali e periferici."" -
Poeticamente abita l'uomo
I saggi che compongono questo volume, si muovono intorno a un verso di Hölderlin reso celebre da un magistrale saggio di Heidegger. A svolgere questo tema, che non è riducibile ad alcuna specializzazione, sono psicoanalisti junghiani, filosofi, poeti, narratori, storici dell'arte, in un intreccio di motivi, in una polifonia che libera un senso all'inizio imprevedibile ma che sa indicare la strada a chi non voglia rassegnarsi al nichilismo della condizione postmoderna. -
La grande madre. Convergenze. Vol. 5
Jung ipotizza che le influenze esercitate dalla madre sui propri figli non derivino necessariamente dalla madre stessa e dai suoi reali tratti di carattere. Accanto a questi vi sarebbero qualità che la madre, in quanto persona, solo apparentemente possiede, ma che di fatto sorgono dalla struttura archetipica che la circonda e sono proiettate su di lei dai figli stessi. Dire della Grande Madre è dunque un modo di nominare un'immagine tratta dall'esperienza culturale collettiva. In quanto ""immagine"""", essa rivela una pienezza archetipica, ma anche una distinta polarità tra positivo e negativo."" -
Contaminazioni necessarie. La cura dell'anima tra religioni, psicoterapia, counselling filosofici
Religioni, psicoterapie, counselling filosofici si propongono all'uomo di oggi come differenti risposte al male di vivere. Dentro questo supermarket di offerte il volume offre una risposta provocatoria: esperienza religiosa, psicoterapia e filosofia sono tutte necessarie per rispondere al bisogno dell'uomo. Ciascuna apporta qualcosa di suo che funziona solo in relazione alle altre due, solo, cioè, attraverso una contaminazione feconda. Abbiamo bisogno della filosofia, perché solo essa conosce a fondo l'uomo, il dramma della sua esistenza e dell'angoscia di fronte alla sua stessa libertà e precarietà. Ma la filosofia, nata dal logos e dimorando nel logos, non conosce il mondo oscuro delle passioni e delle emozioni, che non può essere né razionalizzato, né rimosso e che neppure si può pretendere - con hybris -di dominare. Per questo abbiamo bisogno della psicologia, perché senza di essa non siamo in grado di svelare le dinamiche e le radici profonde dell'angoscia e il mondo oscuro dell'inconscio. Ma la psicologia, sradicata dalle sue origini filosofiche e mitico-religiose, rischia, a sua volta, di perdere l'anima riducendola a mente o, più radicalmente ancora, a cervello. Sono necessarie anche le religioni, perchè solo esse offrono una risposta che consiste nell'esperienza di una relazione assoluta con l'Assoluto. Ecco perchè solo una contaminazione feconda tra le tre può costituire un'efficace risposta al bisogno profondo del cuore umano. -
Fantasmi all'opera. L'imperiosa realtà dell'illusione
Accade, che in certi momenti della vita ci si senta a un bivio oltre il quale la via si biforca in un'estensione ignota e inquietante. Qualcosa, spesso un evento traumatico, ma talvolta il semplice fluire del tempo che incide sul corpo e sull'anima i segni della sua signoria, interrompe il filo di continuità che aveva legato alla vita. Il senso della propria identità e la prospettiva del futuro si confondono, si annientano persino e la coscienza entra in uno stato di liminalità, di pericolosa confusione. In questa dimensione psichica si animano i fantasmi del mondo interiore. Non sono entità oggettive ma illusioni. Alcuni hanno vista lunga e operano per indicare la strada che traghetta l'Io oltre il vuoto, altri arrancano alla cieca e la loro azione risulta distruttiva. In questo libro si dipana una riflessione esistenziale che ancorandosi alla psicologia analitica e ad alcuni frammenti tratti dalla pratica clinica, fa incursione nella letteratura fantastica, nella fiaba, nella poesia e nella filosofia estetica, per mettere in evidenza quanto l'illusione sia una dimensione della psiche umana. Comprenderla e orientarla equivale a comprendere e orientare l'animo umano. -
La prova dell'anima. La borghesia in spiaggia nella letteratura europea tra Ottocento e Novecento. Sei letture
La spiaggia è un paesaggio particolarissimo: per lunghi secoli è stata considerata luogo insalubre, su cui il mare gettava i suoi rifiuti, e pericoloso, perché dal mare venivano le invasioni e i saccheggi. Solo col Settecento essa diventa uno spazio destinato a un progressivo processo di colonizzazione, tornando lentamente ai fasti di cui aveva già goduto in epoca romana. Una volta riaffermato il valore balsamico dell'aria salmastra e quello terapeutico dei bagni di mare, l'aristocrazia prima e la borghesia poi ripopolarono porzioni sempre più ampie di litorale. La riconquista della spiaggia non ha però solo un valore sociale, perché dal momento in cui se ne impossessa la letteratura acquista anche un profondo valore simbolico. Nella narrativa di alcuni scrittori borghesi, da Th. Mann a Moravia, la spiaggia diventa allora uno spazio di confine tra due mondi tipologicamente diversi e metaforicamente impegnati in una lotta durissima per la conquista dell'animo umano. Se la realtà urbana è sinonimo di un ordine gerarchizzato garantito da rigide norme morali, quella del mare è immagine dell'anarchia, è il luogo nel quale l'individuo 'civilizzato' può spogliarsi di tutti gli obblighi verso la società per perdersi nel flusso indistinto ma potente della vita e abbandonarsi a una dimensione di assoluta libertà che, tuttavia, qualche volta ha come contropartita l'oblio e la morte. Prefazione di Claudio Magris. -
Vita interiore
Reduce da tragiche esperienze che l'hanno toccata sul piano personale fino a farla avvicinare alla morte si collocano le riflessioni dell'autrice, che in questo libro tenta di mostrare come sia importante per la psicologia del profondo rimanere fortemente ancorata alla dimensione umana e cessare di imitare penosamente il metodo scientifico. Pur ammirando la scienza e gli scienziati la Paris sostiene l'importanza di non scindere la conoscenza scientifica, incarnata dal progresso delle neuroscienze, da quella umana che pur sempre deve caratterizzare le psicologie del profondo. Paris affronta uno dei massimi dilemmi della psicologia contemporanea: come integrare le scoperte e le intuizioni delle neuroscienze e della medicina nell'approccio curativo fondato sull'attivazione dell'immaginazione. Allo stato attuale Paris dimostra che ciò che succede danneggia sia le scienze biomediche che quelle psicologiche fondate sull'immaginazione. Il libro denuncia infatti la sudditanza della psicologia nei confronti delle neuroscienze e ""l'arroganza di certe psicoterapie che hanno la pretesa di guarire la sofferenza psicologica, come si fa per la frattura di una tibia""""."" -
Dalla mia notte oscura. Lettere tra Maria Zambrano e Reyna Rivas (1960-1989)
Questo volume inaugura la collana ""Corrispondenze di Maria Zambrano"""", un'opera in dieci volumi che intende mettere a disposizione della lettura comune il grande cantiere del pensiero della filosofa spagnola che, attraverso un'intensa attività epistolare, tesse una rete di relazioni estremamente feconda e dai tratti amorosi. Questo primo volume è la raccolta della corrispondenza che Maria Zambrano ha intrattenuto con l'amica venezuelana Reyna Rivas tra il 1960 e il 1989. Reyna Rivas è una scrittrice che ha pubblicato numerosi libri di poesia e di racconti per bambini. È stata anche cantante lirica di livello internazionale. All'amica, conosciuta a Roma nel 1958, Maria Zambrano nel corso di trent'anni confida gli aspetti più difficili della sua vita, sia per ciò che riguarda la sussistenza vera e propria, sia per ciò che riguarda le difficoltà che ha attraversato nel dare forma alla sua filosofia. Nell'epistolario non mancano consigli, momenti di puro pensiero, di stimoli, di gentilezza, di luce e di illuminazioni."" -
La maschera e il viaggio. Sull'origine dello Zanni
Misteriosa ed inquietante l'immagine della maschera: ci si maschera per i riti più diversi, dalle iniziazioni ai riti propiziatori; maschere dei nostri carnevali, del teatro antico, della Commedia dell'Arte, ma anche maschere dei rituali moderni o della sperimentazione artistica più recente. Esperienze diverse che hanno in comune l'esigenza di cancellare l'identità di un individuo, di un intero gruppo sociale, perché diventi pronto ad accogliere una nuova identità: attraverso il mascheramento le divinità o gli spiriti prendono possesso dei corpi degli uomini; l'uomo mascherato assurge ad una potenza superiore, altra. Riscoprire il senso del mascheramento anche attraverso lo studio di Zanni, maschera oggi quasi dimenticata ma un tempo famosa e collegata, si diceva, alla satira sui facchini bergamaschi: dalla sua immagine avrebbe preso vita la multiforme compagnia dei servi della Commedia dell'Arte, da Arlecchino e Brighella a tutti gli altri. Ma le caratteristiche di questa maschera rimandano a tradizioni ben più ampie e ricche di significato che inducono alla ricerca della sua vera origine: tradizioni folkloriche e riti religiosi, antiche iconografie, indagini etimologiche condotte comparando lingue d'altri paesi e dialetti d'Italia, possono far luce sulla nostra tradizione spettacolare e restituirci un senso vivo del fare Teatro. -
La pianta mitologica
L'immenso fenomeno mitologico presenta le proliferazioni, gli intrecci, i rampicamenti di una pianta; su questa pianta, per metà naturale e per metà artificiosa, fruttificano quelle supreme illusioni di forma che vengono chiamate dèi. Questo testo raffigura una serie di divinità, ognuna delle quali ci introduce in un peculiare mondo di favole e inganni. Così il grande demone Eros disegna con inesausta mania i circoli che congiungono la terra al ciclo, tendendo platonicamente all'Idea e identificandosi col moto stesso della filosofia; ma colui che gli sta di fronte, Anteros, spezza il suo arco, mostrando quanto sia pericoloso un amore in assenza d'oggetto, fatto di perenne ricerca. Poco ci manca che quest'amore si trasformi in quel ""circolus vitiosus"""" cui il mito e il dio spesso conducono, come avviene ad esempio quando si è colpiti dall'effetto distruttivo d'Afrodite: allora il mito si fa potenza micidiale e irreparabile, di cui niente vince l'orrore. E anche se è all'arbitrio di Fortuna che sembrano votati i destini di ogni umano accidente, dalla durezza dell'immutabile può comunque salvarci la grande mediazione ermetica: Hermes, pietra d'incrocio, cardine, punto critico e d'unione tra vita e morte, è il dio di una possibile, ma difficile, felicità. Felicità data innanzitutto tramite le illusioni, crudeli inganni del sogno e dell'apparenza, cui da sempre si lega Apollo l'obliquo, figura cara ai mostruosi sapienti e divinatori della Sfinge."" -
Cuori spezzati. Guarire dalla perdita di un amore
Il dolore del lutto e del crepacuore è neurologicamente simile all'essere sottoposti alla tortura. Sembra esistere un unico modo per mettere fine a quel tormento e limitare il danno somatico: la neurobiologia lo chiama salto evolutivo, e gli psicologi aumento di consapevolezza. Le teorie del passato sulla terapia del dolore consideravano il recupero dal punto di vista di stadi: si pensava che ci volesse un ciclo di lutto di un anno per guarire il cuore. Non è così! Una vera liberazione del cuore è un processo di neurogenesi e al tempo stesso un processo d'individuazione; il che significa che l'intero cervello deve riconfigurare le sue connessioni e il suo pensiero riguardo all'amore e alle relazioni. La buona notizia è questa: se si ama, a un punto o all'altro della vita il cuore dovrebbe spezzarsi. Se così non fosse, l'amore rimarrebbe l'amore innocente di un bambino. Questo libro aiuta a capire, per evitare il vittimismo che deriva dagli aspetti traumatici del crepacuore e del lutto. Una concezione più ampia dell'amore e una comprensione più profonda della sua psicologia è in grado di liberare dall'ossessione per la perdita del partner, insegnando, inoltre, ad amare in un modo più saggio. -
Per una nuova interpretazione dei sogni
Questo libro conclude e contemporaneamente segna l'inizio di un nuovo cammino di una rivista, ""Radure Quaderni di materiale psichico"""", che ha percorso il panorama della psicanalisi italiana nell'ultimo decennio. Il tema che sancisce questo nuovo periodare è il sogno, quello frequentato nel sonno, quello esplorato del fare terapeutico e che ha segnato un definitivo confine in cui il linguaggio si è fatto tremulo e la necessità di nuovi strumenti è divenuta sfida possente. In questa ricerca di nuove vie, questo volume nasce dalla collaborazione fra il gruppo di psicoterapeuti e non, che si erano riuniti in questi anni intorno alla rivista """"Radure"""" e gli studiosi che con i loro lavori hanno dato lustro al convegno: """"Per una nuova interpretazione dei sogni"""", in quel di Firenze il 18 e il 19 novembre del 2005 organizzato da Ezio Benelli, curatore di questo libro con la collaborazione di Irene Battaglini.""