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Il bene nostro. Un impegno per il patrimonio culturale
Prendendo le mosse dalla sua esperienza, tra il 2014 e il 2018, di Presidente del Consiglio superiore ""Beni culturali e paesaggistici"""" del MiBACT, organo al quale ha attribuito un ruolo particolarmente attivo nella recente fase della radicali riforme del patrimonio culturale, Giuliano Volpe affronta una serie di temi, sui quali è intervenuto in vario modo negli scorsi anni e continua a fare sentire la sua autorevole voce: le soprintendenze uniche, i musei autonomi e il sistema museale nazionale, il paesaggio e il turismo culturale, la Convenzione di Faro e la partecipazione dei cittadini, la formazione e la ricerca, le professioni dei beni culturali e il lavoro, l'archeologia pubblica e la gestione dal basso, l'accesso ai dati e la liberalizzazione delle immagini, e molti altri temi ancora dell'articolato e complesso mondo del patrimonio culturale."" -
The fifth century: age of transformation. Proceedings of the 12th Biennial Shifting Frontiers in Late Antiquity Conference
Nella storia dell'antichità il quinto secolo d.C. rappresenta un punto di svolta. Prima dell'anno 400 l'impero romano si ergeva complessivamente integro e unito: una testimonianza massiccia e impressionante delle tradizioni di un potere statuale risalenti a seicento anni prima. Nell'anno 500 l'impero era già diviso in seguito al rapido indebolimento del potere statale e all'azione congiunta di fattori politici e sociali che avrebbero condotto al Medio Evo. Il volume analizza questo periodo cruciale, prendendo in esame sei settori generali: scienze naturali, archeologia e cultura materiale, relazioni romano-barbariche, stato e diritto, potere religioso, produzione letteraria. Riunendo i contributi presentati al XII convegno biennale di ""Shifting Frontiers in Late Antiquity"""", The Fifth Century: Age of Transformation offre una vasta panoramica degli studi più recenti su questo secolo decisivo."" -
H. Memorie di Eracle
H"". Memorie di Eracle"""" racconta una vita eccezionale, quella dell'eroe che poi i romani chiamarono Ercole. La narrazione si muove a partire dai ricordi che la mente dello stesso Eracle riordina subito dopo il rogo sulla pira del monte Eta. Una vita vissuta nel conflitto tra la responsabilità personale e le forze collettive, rappresentate dagli dèi, che lo hanno generato, perseguitato, maledetto, abbattuto e fatto risorgere. Eracle è personaggio mitologico, ma ha piena identità storica e la sua nascita, reale o immaginaria, si può collocare circa 3350 anni fa, nella Grecia dell'età micenea, le cui atmosfere vengono ricostruite nel racconto. Figlio di Zeus e della mortale Alcmena, Eracle ci narra di incontri con popolazioni misteriose, come le Amazzoni o i Centauri, e le sue peripezie tracciano l'incredibile geografia del Mediterraneo del II millennio a.C., compresa l'Italia dell'Età del Bronzo e il sito dove, cinquecento anni dopo, sorgerà Roma. I suoi tratti barbarici ne faranno un campione anche da morto, quando, nella decadenza del mondo miceneo, lui potrà assistere all'invasione del Peloponneso da parte dei Dori guidati dai suoi stessi discendenti. Ma, a quel tempo, Eracle era già tra gli dèi che lo avevano accolto benevoli sull'Olimpo. Il romanzo nasce da un attento lavoro sulle fonti antiche e sui dati archeologici, di cui si dà conto nelle note in calce ai capitoli del libro."" -
Archeologia storia arte. Materiali per la storia di Barletta tra Otto e Novecento
Il volume raccoglie i contributi presentati al convegno sulla storia di Barletta tra Otto e Novecento, organizzato il 23 e 24 marzo 2018 dall'Associazione del Centro Studi Normanno-Svevi in collaborazione con il Comune di Barletta, presso la sala convegni di palazzo della Marra. Collegato direttamente al convegno del febbraio 2015 e al relativo volume degli atti, che arrestavano la ricognizione su Barletta alla metà del XIX secolo, anche in questo caso si parte da quanto è già a disposizione degli storici, per aggiungere nuove tematiche o per leggere con approcci diversi argomenti consueti: dalla evoluzione storica dell'edificato alla sanità, dall'istruzione e dalla storia del collezionismo a quella dell'élite, dalle strutture del sacro e dall'associazionismo cattolico al ruolo delle donne, dalle lotte contadine alla storia di un settore importante dell'economia cittadina quale il calzaturiero, alla cronaca che, al pari della politica e dell'amministrazione, si impone nella costruzione del vissuto quotidiano. La ricerca non ha esaminato che una parte della documentazione archivistica e bibliografica di cui si dispone per Barletta in quei due secoli, con l'auspicio di un rinnovato interesse per la storia della città e di poter disporre di nuovi fondi documentari, a partire da quelli privati, e di nuove chiavi di ricerca per quelli esistenti. -
Ricostruire e narrare. L'esperienza dei Musei archeologici all'aperto
"Ricostruire e narrare. L'esperienza dei Musei archeologici all'aperto"""" racconta al pubblico italiano cosa sono realmente queste iniziative, sgombra il campo da luoghi comuni, illustra le tendenze europee e nazionali, riflettendo su come andrebbero strutturati progetti del genere, sulla comunicazione tramite il Time Travel, sulla possibilità di creare nuove economie e nuovi sbocchi occupazionali." -
L' arco di Druso sulla via Appia
Il paesaggio del tratto urbano della via Appia è tutt'oggi animato da eminenti resti di epoca antica, fra i quali si annovera l'arco tradizionalmente definito ""così detto di Druso"""". Il monumentale fornice, che si erge a pochi passi da porta San Sebastiano, ha per secoli attirato l'attenzione di curiosi, artisti e studiosi che fin dagli albori del Rinascimento ne hanno scrutato e rappresentato le forme architettoniche. L'indagine sulla storia dell'arco, raccontata in questo volume, nasce dall'osservazione delle evidenti tracce dei tanti usi di cui è stato protagonista, dapprima come arco marmoreo a cavallo della via Appia, poi come sostegno dell'Aqua Antoniniana e infine, in età moderna, come fronte monumentale della controporta della porta San Sebastiano. Intrecciando tutte le categorie di fonti disponibili si ripercorrono le tappe evolutive della storia dell'arco dall'antichità al contemporaneo in una prospettiva globale, sensibile alle trasformazioni di un frammento del paesaggio urbano del quadrante meridionale di Roma."" -
Monte Sannace. Thuriae. Nuove ricerche e studi. Con CD-ROM
Le ricerche nell'insediamento antico di Monte Sannace - presso Gioia del Colle (Bari) - la probabile Thuriae delle fonti letterarie, si susseguono annualmente grazie agli scavi condotti dal Ministero per i Beni Culturali con i suoi organi decentrati regionali (Soprintendenza e Polo Museale), e dall'Università di Bari con la Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici, e numerosi sono gli studi che interessano l'insediamento nelle sue varie espressioni e fasi insediative. Gli interventi realizzati nella località negli ultimi venticinque anni sono stati finalizzati, però, non solo alla conoscenza, ma anche alla conservazione, alla valorizzazione, alla piena fruibilità dell'area - che è diventata uno dei più rilevanti parchi archeologico-naturalistici della Puglia - ed hanno avuto intenzionalmente un approccio progettuale organico, con la partecipazione e il contributo di professionalità e saperi diversi (archeologi, architetti del paesaggio, ambientalisti, ecologisti, agronomi, geologi, restauratori), provenienti da differenti istituzioni (MiBACT, Università, Regione Puglia). Questo volume rappresenta un importante aggiornamento degli studi e dei dati scaturiti da tali indagini e interventi, e i contributi in esso contenuti sono il naturale esito dei tanti apporti di questi anni di lavoro. Molti sono gli aspetti approfonditi: conoscitivi e di valorizzazione del contesto paesaggistico territoriale, di documentazione grafica e ricostruzione virtuale, e più specificatamente archeologici e d'inquadramento storico, con particolare riferimento ai numerosi resti funerari rinvenuti all'interno dell'insediamento e alla ricchissima documentazione proveniente sia dall'acropoli del centro antico, sia dalle insulae abitative della città bassa. -
Uomini, istituzioni, mercati. Studi di storia per Elio Lo Cascio
Il volume raccoglie trentanove saggi offerti da colleghi e allievi ad Elio Lo Cascio, in occasione del suo ritiro dall'insegnamento attivo. I contributori, nello scrivere su temi che spaziano dalla storia economica e sociale del mondo antico alla storia culturale, dalla storia istituzionale alla demografia, dall'epigrafia alla storia della storiografia, hanno inteso tributare un omaggio all'amico e al maestro, discutendo su argomenti a lui cari. Dalla raccolta emerge la vitalità del dibattito storiografico su società ed economie antiche, oltre che la sua maturità e la sofisticazione metodologica. -
Gli «altri» al potere. Romani e barbari nella Gallia di Sidonio Apollinare
Le epistole di Sidonio Apollinare raccontano l'evoluzione della società romana dal punto di vista, singolare e privilegiato, di chi è stato attivo fautore dell'opposizione ai Visigoti e ha preso parte da protagonista ai mutamenti sociali e culturali della sua età. Emerge una società in bilico, tra la consapevolezza dei cambiamenti in atto e l'ossessiva volontà di conservare intatte le proprie radici. Attraverso schemi retorici consolidati e insistenti riprese testuali, l'Arvernia si sovrappone a Roma e i grandi eroi del passato rivivono nell'opposizione degli aristocratici galloromani agli invasori. -
Popolazione, risorse e urbanizzazione nella campania antica. Dall'età preromana alla tarda antichità
La Campania antica (nell'accezione territoriale più ampia) è un laboratorio di forme di insediamento, di morfologie dello sfruttamento agrario, di compresenza di gruppi umani con specifici tratti culturali sin dall'età pre-romana: questo suo carattere peculiare rimane vitale per tutto l'evo antico. La Campania non ha, tuttavia, rivestito quel ruolo centrale nel dibattito storiografico degli ultimi due decenni sulla demografia dell'Italia antica, che ha portato a riconsiderare il ruolo socio-economico di altre aree della Penisola. I contributi raccolti in questo volume indagano i cambiamenti avvenuti sul lungo periodo nel rapporto tra popolazione, risorse e urbanizzazione in Campania, dall'età pre-romana al tardoantico. Una prima parte riguarda la fisionomia della regione in termini generali ed è seguita da una sezione dedicata a specifici territori oggetto di particolare interesse (Capua, Pompei). Il libro si chiude con una sezione monografica dedicata all'Albo di Ercolano, una fonte di primaria importanza per la demografia e la storia sociale della città antica. -
Prosopografia romana fra le due partes imperii (98-604). Contributo alla storia dei rapporti fra Transpadana e Oriens
In questo secondo tomo dedicato alla prosopografia romana viene completata l'indagine avviata in Prosopografia Romana fra le due partes Imperii (98-604). Contributo alla storia dei rapporti fra Transpadana e Oriens (lemmi A-K), Munera 45, Bari 2018. Le schede sono integrate da apparati di indici che, oltre ad agevolare la consultazione, offrono elementi per futuri approfondimenti conoscitivi. Dai governatori provinciali ai prefetti, dai sacerdoti degli antichi culti pagani fino agli illustri vescovi del Cristianesimo trionfante, il tessuto umano costitutivo della società romana, indagato attraverso la ricerca prosopografica, «un filone di studi che sta conoscendo un crescente interesse a livello internazionale» - come ricordato anche da Arnaldo Marcone nella 'Presentazione', testimonia le mutazioni del Mediterraneo fra i secoli II e VII: nascono nuove élites, muta la mentalità, il dinamismo diviene il maggiore protagonista. -
I conti del principe. Rendita e contabilità feudale negli stati di Melfi e Ascoli(secoli XV-XVI)
A quindici anni dall'avvio della collaborazione tra il Dipartimento di Scienze Umane, poi Studi Umanistici, dell'Università di Foggia e il Centro Culturale Polivalente del Comune di Ascoli Satriano, il volume di Potito d'Arcangelo suggella e chiude una impegnativa attività di indagine sulla storia del territorio ascolano. Muovendo dal recente fervore generatosi intorno alla signoria italiana tardomedievale, la ricerca esamina l'articolata vicenda degli aggregati feudali aventi come baricentro le città di Melfi ed Ascoli tra la fine del Quattrocento e i primi decenni del Cinquecento. La documentazione raccolta mostra come le complesse dinamiche di 'assemblaggio e 'rottura' dei due stati feudali siano state profondamente condizionate da precisi rapporti di convenienza economica. -
Percorsi tra le immagini. Scritti di archeologia e storia dell'arte antica
Il volume raccoglie trentacinque saggi di Maria José Strazzulla, selezionati tra riviste, volumi miscellanei e atti di convegni, scritti tra il 1977 e il 2015. La scelta ripercorre alcuni tra i principali temi di ricerca affrontati dall'archeologa e storica dell'arte antica, i cui interessi spaziavano dalla Grecia a Roma, dal mondo italico a quello dell'Italia romanizzata: gli apparati decorativi in terracotta degli edifici, l'urbanistica e la storia, l'archeologia del culto, l'iconografia e il significato delle immagini. -
Il mestiere dell'archeologo
Che cosa significa oggi essere archeologo? Quali sono i principali campi di applicazione dell'archeologia del XXI secolo? Daniele Manacorda risponde a questi interrogativi in un volume che raccoglie più di trent'anni di rubriche pubblicate nella rivista Archeo. Un libro per curiosi e appassionati, che si presta a diventare una vera e propria palestra di metodo per chi si accosta all'archeologia per lavoro o per esigenze di studio. Le rubriche offrono al lettore pensieri sparsi, in forma quasi di taccuino, dove è possibile rileggere i capitoli più significativi del percorso di ricerca e docenza di Daniele Manacorda. Le sue osservazioni non appaiono mai dogmatiche, sono semmai spunti per nuovi interrogativi, che ci spingono a reinterpretare criticamente la complessità del reale. Ne viene fuori un ritratto originale dell'archeologia che, prima ancora di una disciplina, è una lente attraverso la quale scrutare la realtà che ci circonda, ma anche uno strumento per ritrovare il passato nel nostro presente e il presente nel nostro passato. Prefazione di Andreas Steiner. Introduzione di Mirco Modolo. -
El sepulcretum de Llanos del Pretorio (Córdoba-España)
Il volume offre l'edizione di uno studio interdisciplinare condotto sul sepulcretum romano di Llanos del Pretorio (Córdoba, Spagna), uno spazio funerario eretto in stretta relazione con due assi viari ad uso cimiteriale, in direzione est-ovest. Il sito comprende circa 15 aree funerarie delimitate da cippi e stelae, alcuni dei quali riportanti l'indicazione delle mensurae sepulcri. Dal sito provengono 52 sepolture a cremazione, 13 inumazioni infantili e 2 deposizioni di cani, datate per la maggior parte alla prima metà del I sec. d.C. Il settore funerario era chiuso e diviso in lotti, la cui vendita e assegnazione fu probabilmente oggetto di speculazione, in ragione dell'alta richiesta di spazi funerari in città, in particolare nel settore più settentrionale, a forte vocazione mineraria, prossimo alle mura urbiche e a strade di transito e scambio. -
La media valle del Tammaro. Il fiume, gli insediamenti, i paesaggi dalla Repubblica alla tarda antichità
L'interesse per la media valle del Tammaro fornisce fondamento a una ricerca che si pone come obiettivo la ricostruzione dei paesaggi antichi e dei sistemi insediativi in un contesto rurale di importanza storica e archeologica per la comprensione delle vicende del Sannio interno. Il volume ricompone un quadro organico delle principali vicende che si sono succedute tra Repubblica e Tarda Antichità, armonizzando una documentazione non sempre omogenea, ma ogni volta valutata in rapporto all'affidabilità e alla qualità delle informazioni, e arricchendola di nuove conoscenze grazie ad un approccio di carattere globale alla realtà territoriale. Si materializzano, così, le tappe fondamentali del popolamento e le immagini di quei processi insediativi che hanno interessato nel corso del tempo la media valle del Tammaro; la ricostruzione si snoda su piani diacronici coerenti con quei macro fenomeni storici che hanno plasmato, con forme di continuità e di discontinuità, quest'area di confine, liminare tra la colonia latina di Beneventum e i Ligures Baebiani. -
Procopio Antemio imperatore di Roma
Nel 467 d.C. le redini dell'impero romano d'Occidente furono affidate a un nobile orientale, Procopio Antemio. La sua elezione, voluta a Costantinopoli dal basileus Leone e in Italia dal senato di Roma, sanciva la ritrovata concordia tra le due partes imperii. Le sfide che attendevano il nuovo sovrano erano molte: dimostrare che un imperatore di origine bizantina poteva agire nell'interesse di Roma; rafforzare l'autorità imperiale dopo che la res publica aveva assistito, in dodici anni, alla nomina di quattro imperatori, a due lunghi periodi di interregno e all'ascesa ai vertici della politica di un militare di origine barbarica; organizzare un'azione militare efficace contro i barbari, bonificando il Mediterraneo dalla pirateria vandalica. Gli obiettivi della politica di Antemio coincidono con alcuni degli snodi fondamentali della storia di Roma nel quinto secolo, che fu segnata da grandi conflitti: tra Oriente e Occidente, tra senato e governo imperiale, tra Roma e i barbari. Il volume esplora questi temi nella prospettiva di ricostruire l'esperienza politica di Antemio e di ragionare più in generale sulla disgregazione dell'impero romano d'Occidente. -
Archeologia di un paesaggio contemporaneo. Le guerre del Novecento nella Murgia pugliese
Nell'altopiano delle Murge persistono, quasi impercettibili ad un occhio distratto, ruderi e macerie che è facile trascurare o, peggio, considerare come elementi di disturbo in un paesaggio apparentemente immobile nella sua magnifica desolazione. Sono tracce di un passato recente e sconosciuto: resti di campi di prigionia delle due guerre mondiali, di campi di addestramento e di centri per l'accoglienza di profughi, ma anche di basi missilistiche allestite e rapidamente smantellate nel corso di quella terza guerra mondiale, fredda, mai combattuta. Tracce così evanescenti da poter essere decifrate, ricostruite e raccontate solo attraverso un'analisi archeologica che preveda l'applicazione di metodi e tecniche normalmente riservate a contesti più antichi: dallo studio delle fonti al rilievo, dalla fotointerpretazione alla ricognizione topografica, dalla raccolta superficiale alla lettura degli elevati. È un patrimonio diffuso e abbandonato che aspetta di essere valorizzato, ricomponendo i luoghi e le storie delle persone che in questo paesaggio hanno vissuto, per creare una vasta comunità in grado di unire diverse generazioni. -
Produzioni antiche sulla costa sud orientale della Sicilia. Saggi di topografia antica litoranea
Il volume percorre produzioni materiali antiche distribuite lungo la fascia costiera della Sicilia sud orientale. Ogni territorio ha le sue specificità, geomorfologiche, idrografiche e storiche: sugli spazi litoranei alcuni fenomeni sono tuttavia ricorrenti, poiché le attività umane e le produzioni si specializzano in relazione all'ambiente, dando vita a specifiche forme insediative, sociali e culturali. Partendo da questi presupposti, il libro ricostruisce l'assetto antico di ampi segmenti extraurbani della costa di Siracusa, sulla quale si sono svolte l'estrazione di pietra da costruzione, la produzione di porpora, la coltivazione del sale, la pesca e la salagione del tonno, oltre alle attività di sussistenza basilari nelle aree umide come pesca e caccia; forme economiche che in prevalenza si sono perpetuate nel Medioevo e nell'età moderna e di cui si possono seguire le tracce non solo nelle fonti archeologiche e letterarie antiche, ma anche nella documentazione d'archivio e nella storiografia. Il conservatorismo implicito di queste attività ha impresso ai comportamenti una continuità che si è fortunatamente tradotta nel mantenimento fino all'età contemporanea dell'assetto di alcuni tratti del territorio costiero sud orientale della Sicilia, consentendo di tutelarne almeno una parte nelle riserve naturali: spazi in cui patrimonio naturale e culturale sono inscindibili. -
Fibula. Confidenze di un oggetto parlante
La fibula prenestina? È una spilla in oro, famosa perché reca incisa la più antica iscrizione latina conosciuta. Oppure è un falso ottocentesco? In un romanzo storico ben documentato - che spesso si tinge giallo - Sergio Fontana ricostruisce le incredibili vicende di un oggetto straordinario. Fibula è soprattutto la storia delle vite di donne e di uomini che le si sono intrecciate attorno; è lei stessa a descrivere questi personaggi, a intrufolarsi nelle loro esistenze, a narrarne gli intrighi, le manie, i desideri, le aspirazioni, le miserie. Infatti Fibula è un oggetto parlante, capace di raccontare. Non è soltanto finzione ma anche un dato di fatto: nell'iscrizione è proprio lei in prima persona a rivelarci, in un latino molto arcaico, che Manio la fece per Numasio. Nel gennaio del 1887 un archeologo tedesco, Wolfgang Helbig, la presentò alla comunità scientifica: il proprietario della fibula era l'oscuro antiquario romano Francesco Martinetti suo caro amico. Francesco e Wolfgang possono apparire come personaggi poco raccomandabili o almeno così sono stati considerati da Margherita Guarducci (1902-1999), la più ostinata sostenitrice della falsità della fibula. Attraverso salti di tempo e di luogo Fibula ci narra la sua vicenda sullo sfondo di una Roma cosmopolita popolata da intellettuali, collezionisti, archeologi, antiquari, orafi e falsari; racconta di una contessa fatale e di una principessa russa, di direttori di musei ansiosi di esporla nella propria collezione e di spietate contese intellettuali, di una regina piemontese, di contadini, di operai e di un re ammazzato da un anarchico.