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Le parole del tempo
Cinque intellettuali di diverso orientamento, ma tutti dotati di un acuto spirito critico e insofferenti delle retoriche e delle banalizzazioni oggi imperanti, ci offrono un lessico politico-culturale agile e chiaro che smonta i luoghi comuni e torna alla serietà delle parole. Tracciando una sorta di mappa concettuale della contemporaneità, le voci che compongono questo volume illuminano le trasformazioni, gli snodi più importanti, i processi politici ed economici che investono il nostro presente. Da Potere a Privacy, da Regime a Rappresentanza, da Rischio a Meritocrazia, da Relativismo a Odio, gli autori restituiscono un senso razionale e una funzione critica a tanti termini abusati, distorti e chiacchierati nell'universale talk show che ci circonda. -
La restaurazione imperfetta. Un ventennio di precarietà globale (1990-2010)
Una chiave di lettura delle tendenze fondamentali che hanno attraversato il sistema-mondo a partire dal crollo del muro di Berlino. La tesi del libro è che si sia trattato di un'età di restaurazione, che l'autore paragona alla Restaurazione che chiuse nel 1815 il ciclo iniziato dalla Rivoluzione francese. Con la differenza che mentre quella ottocentesca fu per certi aspetti moderata e capace di assicurare anche sviluppi razionali, quella del nostro tempo, caratterizzata dall'estremismo liberista, si presenta invece come un insieme di operazioni politiche ed economiche di corto respiro, che ci hanno precipitato nel caos attuale. L'autore ripercorre alcuni dei passaggi più drammatici (dalla crisi jugoslava alle guerre irachene) che hanno seguito l'implosione del socialismo reale, ricostruendo criticamente le dinamiche della globalizzazione neoliberista degli anni Novanta, e analizza i fattori politici ed economici che hanno condotto all'attuale crisi. -
Stalin privato e pubblico
Stalin previde che, dopo la sua morte, sulla sua tomba sarebbe stata gettata abbondante spazzatura, ma il vento della storia l'avrebbe ripulita. I grandi crimini dello stalinismo sono un fatto assodato. E tuttavia, nella Russia attuale, la popolarità e la suggestione del dittatore georgiano ritornano prepotentemente. Questo libro, avvalendosi di una vasta documentazione originale, ricostruisce i tratti e i paradossi di questo inquietante protagonista del Novecento, indagando i molti misteri che circondano la sua figura, la sua carriera politica e il suo sistema di potere. E scandagliando anche la sua vita privata e la sua cerchia più ristretta. Ma la domanda decisiva nell'era di Putin è se il culto della personalità sia davvero morto insieme al dittatore georgiano. -
Che cos'è il berlusconismo. La democrazia deformata e il caso italiano
Questo piccolo libro cerca di prendere le misure della catastrofe che si è abbattuta sulla già debole democrazia italiana con l'avvento del berlusconismo. E ritiene di rintracciarne le cause, vicine e lontane, nel lungo lavoro di scavo della vecchia talpa della rivoluzione passiva che ha condotto, infine, a un immobilismo agitato, distruttivo dell'idea stessa di politica. L'autore però non si limita a una riflessione storica, e fa del caso italiano il banco di prova di una teoria critica dell'ibridazione dei tempi storici e delle culture differenti, come pure del populismo in generale. La diagnosi è severa. Il berlusconismo non finisce, non può finire, perché è un congegno che non si riduce al personaggio da cui prende il nome. Nella sua alleanza con la Lega, soprattutto, esso esprime un groviglio di interessi e illusioni che sono l'indice del sostanziale fallimento dello Stato nazionale italiano. Solo la ricostruzione di lunga lena dì una sinistra polìtica, insieme con la ripresa ""dei movimenti sociali, potrebbe un giorno spezzare il groviglio."" -
Politica è narrazione. Da Obama a Vendola
La narrazione è l'ultima frontiera della comunicazione politica. Può essere una forma di manipolazione o, peggio, di mistificazione, ma è innanzitutto una necessità nella società di oggi. La campagna presidenziale di Barack Obama è un esempio da manuale di come si costruisce una political narrative vincente. Mentre in Italia è su una nuova ""narrazione"""" che Nichi Vendola imposta la sua scalata alla leadership politica della sinistra. Negli Stati Uniti, narrative è ormai diventata sinonimo tout court di comunicazione politica. Una campagna elettorale di successo è innanzitutto una story, dove ogni parola e ogni immagine diventano il brano di una trama coerente, di un racconto comprensibile e """"vendibile"""". Questo volume descrive e analizza gli aspetti salienti della political narrative statunitense e si misura anche con il caso italiano, e in particolare con il fenomeno Vendola."" -
Ritorno di FIOM
Il sindacato metalmeccanico della Cgil è oggi al centro dell'attenzione, di attacchi furibondi e di appassionati consensi nell'ambito di una sfida che non riguarda solo le relazioni industriali ma anche la qualità politica e sociale della nostra democrazia. Sfida per un'idea e una pratica del cambiamento che non intende barattare l'occupazione con la dignità, i diritti e le condizioni di vita dei lavoratori. La Fiom è un caso unico nel panorama sindacale europeo: compiuti cent'anni alla fine del secolo scorso, i metalmeccanici della Cgil hanno provato a ritornare giovani, ripartendo dal conflitto tra capitale e lavoro, ritrovandosi accanto ai movimenti antiliberisti, diventando un punto di riferimento anche fuori da fabbriche e uffici, cercando nuove strade per la rappresentanza. Storia di una trasformazione e di una sfida democratica: dalla ripresa del conflitto sociale fino allo scontro con la Fiat di Marchionne, passando per Genova 2001, nel racconto giornalistico di un quindicennio e nelle interviste agli ultimi tre segretari generali della Fiom. -
Il fuoco di Atene
Un racconto in presa diretta dal paese d'Europa che più duramente ha subito il diktat di austerità della Banca centrale e del Fondo monetario internazionale, e che probabilmente non sarà l'unico, ma solo il primo della lista. Dall'inizio del 2010 la Grecia è mobilitata contro le misure imposte dal governo socialista per risanare l'economia nazionale. Un movimento che attraversa tutta la sinistra, i sindacati, gli studenti e che ha portato in piazza milioni di persone in una lunga serie di scioperi generali. Le testimonianze dei protagonisti, gli obiettivi delle organizzazioni politiche, le analisi di economisti e sociologi. Ma anche la continuità con la lotta contro i colonnelli e, ancor prima, contro l'occupante nazista nelle testimonianze di intellettuali e vecchi combattenti. Cronache e riflessioni dall'Atene in rivolta, sempre più scossa dall'esplosione della violenza politica. -
La Chiesa è compatibile con la democrazia?
Il papato e l'alto clero cattolico hanno mai accettato i principi costituzionali che sono alla base dei moderni stati occidentali? O li hanno invece sempre osteggiati? La questione riguarda l'uguaglianza, l'autonomia individuale, i diritti umani e civili, la separazione dei poteri, la sovranità popolare, la laicità dello Stato. La democrazia trova nelle gerarchie ecclesiastiche un alleato o un avversario? Come e quanto il Vaticano incide ancora oggi sull'elettorato, sui partiti politici e persino sul Parlamento della nostra Repubblica? Esaminando i documenti ufficiali di papi, sinodi e concilii emerge chiaramente che la chiesa gerarchica non solo è ancora lontanissima dalla democrazia ma ne costituisce, soprattutto in Italia, il principale ostacolo. -
I fantasmi della République. La Francia al tempo di Sarkozy
Nicolas Sarkozy, prima da ministro dell'Interno e poi da Presidente della Repubblica, ha incarnato le ansie e le speranze dei suoi concittadini, suscitando passioni aspre e contrastanti. Ha annunciato una rottura politica, ma ha invece costruito una frattura sociale. Ha scalato tutte le tappe della politica francese sfruttando l'impoverimento e le paure dei suoi concittadini, ma ha contribuito a esasperarle, proponendo nuove gerarchie etniche, sociali, religiose. Anziché tentare di risolvere le contraddizioni della società, ha indicato al paese che l'uscita dalla crisi sarebbe stata possibile solo rivedendo in senso restrittivo la stessa idea di cittadinanza su cui si fonda la République. Ha tentato di mettere sull'Europa l'ipoteca franco-tedesca. Il risultato di questa politica è un paese più fragile e attraversato dalla ricerca costante di un capro espiatorio e dal fantasma della guerra civile permanente. Perciò, gli ultimi dieci anni di storia francese possono essere definiti come ""les années Sarkozy"""". Tra pochi mesi la Francia tornerà a votare per eleggere il suo Presidente, un'occasione per tracciare un bilancio di questa stagione e delle sfide che ha posto alla democrazia francese e all'Europa."" -
America in bianco e nero. Un diario del tempo di Obama
Alla vigilia delle elezioni presidenziali nelle quali Obama cercherà di riconquistare la fiducia e le speranze degli americani dopo una presidenza che ha dovuto scontrarsi con molti ostacoli, questo libro racconta gli stati d'animo e le preoccupazioni di un paese che ha vissuto esperienze traumatiche, dalla guerra alla recessione, alla recente recrudescenza dell'ostilità antiamericana nel mondo arabo. Attraverso cronache, interviste, inchieste e riflessioni il libro ripercorre i grandi eventi che hanno mutato il volto dell'America tra il 2008 e il 2012. In un vivace racconto, ricco di piccole scoperte inattese, si intrecciano esperienze personali e indagine giornalistica testimoniando, attraverso la viva voce di tanti protagonisti noti e oscuri della vita americana, le trasformazioni profonde, le paure e le speranze di un Paese che ancora una volta si trova di fronte ad ardue scelte. -
Presente storico. Nuovi interventi
Non sono molti, in Italia, gli storici che ci mettono la faccia. Professionista del passato, Sergio Luzzatto si impegna da tempo per ""comunicare"""" la storia senza svilirla: senza trasformarla in un pascolo per dilettanti allo sbaraglio, né in un terreno di caccia per la cultura politicante. I suoi interventi pubblici muovono sempre dalla convinzione che anche il mestiere di storico - se fatto come si deve - è una professione socialmente utile. Le Italie (e le Italiette) giunte in ordine sparso all'appuntamento con il 150° anniversario dell'Unità; le figure, le figurine e i figuranti di una Repubblica a tutt'oggi senza Pantheon; la vitalità dei libri nell'età della loro morte presunta; gli spazi del tempo presente come zone abitate dal passato. Costruita lungo quattro percorsi narrativi, questa raccolta di interventi si offre come una piccola guida per saper riconoscere il nostro come un """"presente storico""""."" -
Estetiche della globalizzazione
Cosa hanno cambiato i processi di globalizzazione economica e politica nelle diverse forme di espressione e di creatività del mondo postmoderno. Questo libro chiama una serie di studiosi, storici dell'arte, filosofi, architetti e urbanisti a confrontarsi sul tema dell'arte, in un momento storico in cui le società vivono tumultuose trasformazioni e in cui i linguaggi e gli stili di vita entrano in crisi. La produzione dell'oggetto artistico scivola in un mondo divenuto un unico grande supermercato, entra in un circuito sempre più vasto di scambio e consumo di oggetti e beni con l'obiettivo di una riproducibilità illimitata. Oggetti dominati dalla logica dell'effimero e del deperimento che destinano la produzione artistica al dominio della casualità. Il volume traccia una mappa di queste trasformazioni e ne propone una lettura critica a più voci. -
A cosa serve l'articolo 18
Ma davvero l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori rappresenta il problema principale della nostra economia? Davvero è responsabile del dualismo del nostro mercato del lavoro? Davvero è l'artefice della disoccupazione e della precarietà che affliggono i nostri giovani? E davvero bisogna sbarazzarsene, come ci raccomandano professori autorevoli e opinionisti di grido? Scopo di questo libro è di offrire alcune risposte non convenzionali a queste domande, inquadrando la vicenda dell'articolo 18 in una storia più ampia e fin qui mai raccontata: la storia del diritto al lavoro. In un linguaggio semplice e rigoroso, le ragioni economiche e politiche a sostegno dell'art. 18 e una critica serrata delle proposte di riforma volte alla sua soppressione o comunque a derogarvi per un certo periodo di tempo o per particolari categorie di lavoratori. -
Filosofia del comune
Esiste un pensiero del comune? In capo a quale facoltà umana? Oggi la riflessione sulle alternative al capitalismo deve indagare la natura umana, messa a profitto. In essa scopriamo le condizioni di possibilità per riappropriarsi i beni comuni, qualora siano sottratti al potere dello Stato e al dominio dei mercati. Adoperando strumenti concettuali delle scienze naturali, della filosofia del linguaggio e della genealogia dei saperi, ricavati da Marx, dall'opera di Michel Foucault e dalla teoria psicoanalitica di Jacques Lacan, il libro affronta con piglio materialista quel groviglio di urgenti questioni del presente in cui si dà l'attuale modo di produzione. In esso sono scanditi due tempi tra loro intrecciati: uno in cui l'appropriazione del comune da parte del capitale mobilita l'insieme delle facoltà umane; l'altro in cui soggetti che resistono scrivono la storia dei conflitti e dispongono con gioia pratiche di liberazione. Questa storia può solo raccontarla una scienza del vivente che è immediata prassi innovativa. -
Il destino dell'intellettuale
Che ne è di una figura sociale che ha fatto epoca nella modernità? È possibile sfuggire al destino di incertezza e di precarietà caratteristico del lavoro intellettuale nell'odierno ""capitalismo cognitivo"""" riandando alle radici di una condizione che, fin dai tempi dell'affare Dreyfus, aveva assunto il carattere di una """"militanza""""? Ripercorrendo a grandi passi la storia degli intellettuali, e le teorie che intorno ad essi sono state sviluppate - da Benda a Sartre, da Foucault a Said, senza trascurare il dibattito italiano e la centralità novecentesca della concezione gramsciana -, l'autore propone una visione dell'intellettuale contemporaneo basata sull'idea di una sua essenziale disorganicità all'interno del caos della comunicazione sociale corrente. La figura di un intellettuale critico, che si muova da """"libero cavaliere"""" nei meandri della comunicazione, è la proposta conclusiva di un nuovo dandy quasi eroico, una sintesi tra Bertolt Brecht e Oscar Wilde."" -
Il genio precario. Per un ritratto di Walter Benjamin
Walter Benjamin è uno di quei casi - tutt'altro che rari - di pensatori che il tempo trascorso dalla sua scomparsa ha riscattato. Un riscatto dalle difficoltà vissute: ad accedere all'insegnamento universitario, difficoltà economiche, perfino di sopravvivenza (negli anni Trenta dell'esilio parigino), vagabondaggi in mezza Europa, la rinuncia alla via di fuga in Palestina, la delusione sovietica. Eppure si tratta di una vita ricchissima di esperienze e scritture, interessi e libri, passioni intellettuali e politiche, culturali e sentimentali, quattro sfere scelte in questo volume (il metodo micrologico, le città, l'infanzia, l'università) possono rappresentare altrettante tracce per cogliere un pensiero che continua ad esercitare profonda influenza in campi vasti ed eterogenei: lettereratura, filosofia, sociologia, cinema, fotografia, teatro, architettura, urbanistica, storia, poesia, politica. In mondo sofferente e frammentato come l'odierno, Benjamin aiuta leggere e vivere lucidamente le tante geografie del dominio e della speranza. -
La democrazia deliberativa. Una ricostruzione critica
La crisi delle forme tradizionali della rappresentanza democratica ha suscitato una vasta discussione su come attivare e mettere in circolo nuove forme di partecipazione politica dei cittadini. Le teorie della ""democrazia deliberativa"""", di cui il volume traccia una mappa completa ed esauriente, rimettono al centro della riflessione sulla politica il tema della formazione dell'opinione pubblica e della qualità del confronto tra i cittadini. La notevole diffusione che l'approccio deliberativo ha conosciuto negli ultimi vent'anni corrisponde alla necessità di elaborare una teoria democratica capace di tenere realisticamente assieme la più ampia partecipazione politica e la qualità, anche cognitiva, delle decisioni prodotte. Il volume presenta criticamente i risultati di questa ricchissima discussione, nella quale si sono confrontati gli esponenti di punta del liberalismo, della teoria critica e della scienza politica empirica."" -
Il laico impertinente. Laicità e democrazia nella crisi italiana
Mentre l'invadenza della Chiesa nella vita pubblica italiana si fa sempre più visibile, questo libro propone una difesa intransigente e a tutto campo dei valori costituzionali della laicità: separazione dello Stato dalla Chiesa, eguaglianza dei diritti civili di tutti i cittadini, autonomia della ragione dai dogmatismi e dai fanatismi religiosi. In una serrata concatenazione di riflessioni e interventi, alcuni dei quali apparsi sulla rivista ""Micromega"""", l'autore affronta con polemica """"impertinenza"""" tutti i nodi irrisolti della mancata laicità dello Stato italiano, dalla bioetica alle leggi sulla fecondazione assistita, dalla negazione dei diritti degli omosessuali alle discriminazioni religiose, dalla laicità della scuola alla questione dei simboli religiosi."" -
Outlet. Vol. 4: Ingovernabilità. Per una critica della ideologia italiana.
Questo numero della rivista Outlet raccoglie gli articoli di: Alberto Abruzzese, Alessandro Antonelli, Angela Azzaro, Marco Bascetta, Lanfranco Caminiti, Monia Cappuccini, Andrea Colombo, Massimiliano Di Franca, Mario Gamba, Rino Genovese, Massimo Ilardi, Katia Ippaso, Filippo La Porta, Francesco Macarone Palmieri, Nicola Mirenzi, Luisa Muraro, Paolo Persichetti, Miro Renzaglia, Paola Tavella, Antonio Tursi, Davide Varì, Fabrizio Violante. -
La violenza e la legge
L'autodifesa di Nelson Mandela nel processo di Rivonia (20 aprile 1964) che gli costò la condanna all'ergastolo. Nel suo discorso il grande leader sudafricano ricostruisce il percorso dell'African National Congress, motiva la scelta della clandestinità e riassume la strategia di lotta che avrebbe condotto il Sudafrica verso la democrazia multirazziale. ""Ho dedicato la vita intera alla lotta del popolo africano. Mi sono battuto contro il predominio dei bianchi così come contro quello dei neri. Ho perseguito l'ideale di una società libera e democratica in cui tutti vivano in armonia e con pari oppotunità. È un ideale per il quale spero di continuare a vivere fino a conseguirlo. Ma per il quale, se necessario, sono disposto a morire"""". La straordinaria efficacia di questo discorso restituisce tutto il carisma di un leader che ha portato il suo popolo alla vittoria. In appendice la prefazione dell'arcivescovo Desmond Tutu al Rapporto della Commissione per la verità e la riconciliazione.""