Sfoglia il Catalogo feltrinelli027
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 3361-3380 di 10000 Articoli:
-
Fons Vitae. Peter Brandes, Maja Lisa Engelhardt, Susan Kanaga, Filippo Rossi. Ediz. italiana e inglese
In occasione del convegno ""Rinascenza come Resurrezione. Il Santo Sepolcro di Leon Battista Alberti nella Firenze del Quattrocento"""", quattro artisti di fama internazionale - Peter Brandes, Maja Lisa Engelhardt, Susan Kanaga e Filippo Rossi - riflettono sul mistero di cui parla il capolavoro albertiano: la resurrezione di Gesù e la prospettiva di una vita nuova. Il titolo della loro installazione, Fons Vitae - Fonte di Vita esposta al Museo Marino Marino, echeggia san Paolo che per primo collegò le acque del Battesimo con la Pasqua. Con i simboli dell'acqua, della luce e della natura fiorita, Brandes, Engelhardt, Kanaga e Rossi parlano al visitatore di """"resurrezione"""", proprio come il sepolcro albertiano. Il catalogo, oltre a offrire una dettagliata riproduzione delle opere d'arte, è completato dalle biografie degli artisti firmate dai curatori: Timothy Verdon ed Ettore Rocca."" -
Valguarnera. Una storia barocca
Agosto 1629. Nel porto di Lisbona giunge finalmente a destinazione, dopo un lungo ritardo, la nave Feliz Aventureiro con un ricco carico di diamanti provenienti dall'India. In attesa, i legittimi proprietari, facoltosi commercianti, possono contare su un loro agente sul posto per recuperarli e portarli loro a Madrid. Tuttavia delle pietre si perdono ben presto le tracce. Incaricato del loro ritrovamento è Fabrizio Valguarnera, gentiluomo palermitano, uomo eclettico e dall'ingegno poliedrico, permeato di slanci morali e aspirazioni intellettuali, e tuttavia attraversato da una viva sensualità. La seduzione della ricchezza non tarderà a incontrare e fomentare in Valguarnera un amore irresistibile per l'arte, dando inizio a un appassionato percorso di conoscenza dove la passione collezionistica diviene la porta di accesso alle profondità dell'esistenza. Basato su un personaggio realmente esistito, a cavallo tra verità storica e invenzione romanzesca, il romanzo si configura come un viaggio nell'arte barocca tra Spagna, Francia e Italia, sulle tracce di una collezione di opere in cui furono presenti i più grandi artisti che nel XVII secolo marchiarono a fuoco il Barocco romano: Giovanni Lanfranco, Andrea Sacchi, Nicolas Poussin, Valentin de Boulogne, Pietro da Cortona. -
Santa Maria Maddalena de' Pazzi. La chiesa e il convento. Ediz. illustrata
Il complesso fiorentino di Santa Maria Maddalena de' Pazzi in Borgo Pinti è il protagonista del nuovo capitolo dell'ormai storica collana dedicata alle chiese fiorentine, iniziata oltre trentacinque anni fa dall'allora Cassa di Risparmio di Firenze e oggi portata avanti dalla Fondazione CR Firenze. La storia della chiesa, accompagnata dalla campagna fotografica realizzata ex novo da Antonio Quattrone, ha inizio con una panoramica complessiva delle tormentate vicende storiche e architettoniche che videro il complesso passare nel XV secolo ai monaci cistercensi e nel 1628 allo ""scambio"""" con le carmelitane di Borgo San Frediano; una storia complessa, lunga ottocento anni, passata attraverso trasformazioni e frazionamenti, soppressioni, requisizioni e alienazioni, responsabili della diaspora di numerose opere d'arte. La storia dell'arte fiorentina ha attraversato dal complesso lasciandovi le sue tracce immortali: il rinnovamento quattro-cinquecentesco, promosso dai cistercensi, arricchì la chiesa di dipinti ad opera di esponenti di primissimo piano: Cosimo Rosselli, Francesco Botticini, Lorenzo di Credi, Pietro Perugino, autore della celebre Crocifissione affrescata nella sala capitolare, Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio. Nel XVI secolo si aggiunsero i contributi cospicui di Raffaellino del Garbo, Domenico Puligo, Carlo Portelli e Santi di Tito. L'arte barocca sarebbe entrata in Santa Maria Maddalena de' Pazzi nel XVII secolo, quando interpreti fiorentini e romani avrebbero steso sulla chiesa una sobria stratificazione barocca culminante nella realizzazione della cappella maggiore. L'ambizione del volume è permettere al lettore di trovare e conoscere non solo ciò che oggi è ancora presente in questo mirabile complesso, ma anche ciò che, ormai altrove, può essere mentalmente reintegrato e rimesso al suo posto. Coordinamento scientifico di Carlo Sisi. Con saggi di: Cristina Acidini, Sandro Bellesi, Annamaria Bernacchioni, Paolo Bertoncini Sabatini, Elena Capretti, Giovanni Cipriani, Francesca De Luca, Sabine Frommel, Clarissa Morandi, Elisabetta Nardinocchi, Piero Pacini, Riccardo Spinelli."" -
Per Filippo Baldinucci. Storiografia e collezionismo a Firenze nel secondo Seicento
I contributi contenuti nel volume rappresentano un'inedita riflessione sulla figura del grande storico dell'arte, fin qui non ancora apprezzato e riconosciuto nel suo vero ruolo di letterato moderno, capace di offrire un quadro ancor poco noto della cultura fiorentina, e non solo, di fine Seicento. La centralità di Baldinucci nel panorama culturale contemporaneo è legata strettamente alla sua opera, Notizie de' professori del disegno, in cui compare - tra le altre - la prima biografia di Gian Lorenzo Bernini. Per comprendere pienamente il ruolo di Baldinucci, però, non è possibile prescindere da una riflessione anche su Apollonio Bassetti (1631-1699), Canonico della basilica di San Lorenzo. Al Bassetti noto più per il collezionismo di disegni ed epigrafi antiche, la pubblicazione - attraverso l'inedita trascrizione dell'inventario della sua casa redatto di sua mano - restituisce la completezza di una immane raccolta, composta anche da sculture, avori, bronzetti, medaglie... Proprio per questo filo, che lega i protagonisti degli studi, il volume è diviso in due sezioni: la prima dedicata a una puntuale lettura dei testi di Baldinucci, volta a disegnare il profilo intellettuale dell'uomo ma anche il contesto culturale entro cui visse, la seconda incentrata su Apollonio Bassetti collezionista. -
Il Sacro Speco di Subiaco illustrato. Topografia sacra e narrazione per immagini fra Due e Trecento. Ediz. illustrata
Il monastero del Sacro Speco di Subiaco, memoria del romitaggio di Benedetto nella valle dell'Aniene, si presenta oggi come uno straordinario monumento palinsesto di difficile lettura. Le interpolazioni architettoniche e le superfetazioni dei restauri, antichi e recenti, hanno poco giovato alla comprensione della facies medioevale del complesso e, soprattutto, alla lettura dei suoi ricchi apparati d'immagini nei contesti funzionali e liturgici originari. Il volume, risultato delle ricerche dottorali dell'autrice, elegge perciò - a filo conduttore di un'ampia indagine sul complesso benedettino in età medioevale - la decorazione pittorica due e trecentesca della cripta e della chiesa: i cicli affrescati del Terzo maestro di Anagni, di Conxolus, del Maestro del dossale di Subiaco, autore della tavola opistografa un tempo sull'altare maggiore della chiesa dello Speco. Facendo prima chiarezza sulla seriazione cronologica dei cantieri artistici e sulle condizioni d'uso degli ambienti, si persegue lo scopo di restituire idealmente le pitture al contesto funzionale d'origine, così da chiarire la pregnanza semantica delle iconografie, restituire valore alle strategie narrative e retoriche dispiegate lungo le direttrici della topografia sacra, recuperare le modalità di interazione delle immagini con le pratiche monastiche e laicali della devozione specuense. Presentazione di Andrea De Marchi. -
Villa Micheli-Mariotti
Villa Micheli-Mariotti, situata nella frazione di Monticelli Terme, costituisce un complesso unico e straordinario sia per la riconosciuta bellezza architettonica sia per la sua collocazione: essa infatti si pone quale pietra miliare del Percorso Petrarca, un itinerario che ripercorre le camminate del poeta durante la sua permanenza nel Parmense. Il volume, che vede la proficua collaborazione tra il Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell'Università di Parma e il Comune di Montechiarugolo, offre un'accurata indagine scientifica sul manufatto architettonico, che si avvale delle più moderne tecnologie disponibili, volta non solo a indagare lo stato conservativo dell'immobile stesso ma a ipotizzarne concretamente un progetto di restauro. La pubblicazione - che prende le mosse dalle origini della villa, ne attraversa gli ambienti e ne ipotizza soluzioni conservative - è arricchita da immagini storiche e da rilievi diretti e indiretti per approdare ai necessari approfondimenti diagnostici attraverso le endoscopie e le termografie. In un momento in cui si costruisce più che recuperare, si abbandona più che ripristinare, la possibilità di intervenire in modo strutturato e rispettoso su spazi di questo tipo assume un valore esemplare. -
In collezione. Un percorso d'arte dal XIII al XX secolo-Art itineraries from the 13th to the 20th century. Ediz. bilingue
Il ""mecenatismo"""" della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze si palesa, in questa pubblicazione, nella condivisione di parte della straordinaria collezione di opere d'arte che le appartiene: una raccolta che si configura come un atto culturale volto all'acquisto, al recupero e alla tutela di manufatti che, molto probabilmente, sarebbero altrimenti andati dispersi al di fuori del proprio territorio di appartenenza. Ogni """"stanza"""" del nuovo allestimento racconta un episodio della nostra storia figurativa, dai maestri antichi, come Giotto, Pacino di Bonaguida e Mariotto di Nardo, agli artisti rinascimentali, come Filippino Lippi con la straordinaria Madonna con il Bambino e angeli, Pietro Vannucci detto il Perugino e Giorgio Vasari, ai pittori macchiaioli e naturalisti, come Giovanni Fattori, Odoardo Borrani ed Eugenio Cecconi, ai protagonisti del Novecento, come Lorenzo Viani, Giovanni Colacicchi e Primo Conti, per non parlare della straordinaria serie delle Vedute di Firenze antica eseguite tra il XVII e il XIX secolo, in una sequenza narrativa inedita e coinvolgente. La nuova edizione del catalogo si arricchisce della presenza di opere che non erano presenti nella prima, raccolte negli uffici della vicepresidenza e della direzione, in una delle sale riunioni (in cui è raccolta la serie I travestimenti di Arlecchino di Gian Domenico Ferretti) e nel giardino, nonché delle numerose opere esposte nella Fondazione Biblioteche e nell'Auditorium Folco Portinari e del fondo Centro Di, acquistato dalla Fondazione CR Firenze nel 2014. Infine viene presentata la tavoletta con il Beato Domenicano, opera del Beato Angelico, acquistata dalla Fondazione CR Firenze e data in comodato al Museo di San Marco, dove si conservano le altre parti della Pala di San Marco da cui, con ogni probabilità, proveniva."" -
Raffaello and Zhang Zeduan. New perspectives on perspective
Nel 2020 abbiamo celebrato il cinquecentenario della morte di Raffaello Sanzio da Urbino, noto universalmente come Raffaello. La pandemia da SARS-CoV-2 ha inevitabilmente frenato le celebrazioni, ma non ha impedito di tradurre online il confronto tra due capolavori dipinti a centinaia di anni e a decine di migliaia di chilometri di distanza, nell'ambito di due culture che avevano pochi contatti: lo Sposalizio della Vergine di Raffaello (1504) e la Festa di Qingming lungo il fiume di Zhang Zeduan (ante 1186), un'opera che in Cina ha uno status simile alla Gioconda in Occidente. Questo dialogo invita lo spettatore a confrontare diversi modi di rappresentare il tempo e lo spazio: nella pittura occidentale la prospettiva ha reso il dipinto ""una rappresentazione vista come da un particolare punto nel tempo e da un particolare punto nello spazio, anche quando entrambi erano immaginati o addirittura fittizi"""" (J. Bradburne); nella pittura cinese, l'utilizzo di rotoli lunghi molti metri ha privilegiato l'utilizzo di una proiezione assonometrica che permette allo spettatore di seguire la sequenza delle scene che si svolgono lungo i dipinti. I saggi affrontano l'argomento da varie angolazioni, focalizzando le peculiarità dell'arte cinese che caratterizzano il dipinto di Zhang Zeduan (i saggi Cheng-hua Wang e Sabrina Rastelli), approfondendo le conoscenze prospettiche che sono alla base dei due dipinti (Martin Kemp), la storia dello Sposalizio di Raffaello (Emanuela Daffra) e la tecnica del pittore, indagata durante il restauro del dipinto nel 2009 (l'intervento di Paola Borghese, Andrea Carini e Sara Scatragli). Introduzione di James M. Bradburne."" -
An ancient and honourable citzen of Florence. The Bargello and Dante. Catalogo della mostra (Firenze, 21 aprile-31 luglio 2021). Ediz. illustrata
La mostra «Onorevole e antico cittadino di Firenze. Il Bargello per Dante», patrocinata dal Comitato Nazionale per le Celebrazioni del 700° Anniversario della morte di Dante Alighieri, è frutto della collaborazione inter-istituzionale tra i Musei del Bargello e l'Università di Firenze, e vede la collaborazione tra i Dipartimenti di Lettere e Filosofia (DILEF) e di Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo (SAGAS) dell'Ateneo fiorentino. Il Bargello è luogo dantesco per eccellenza a Firenze: qui si trova il più antico ritratto di Dante, realizzato entro il 1337 da Giotto e la sua bottega negli stessi anni in cui ferveva l'industrioso lavoro di diffusione della Commedia nella città gigliata. Il catalogo - in cui sono sapientemente orchestrati saggi e schede di numerosi specialisti - illustra il complesso legame tra Dante, la sua opera e Firenze ripercorrendo la fitta trama dei rapporti tra pittori, miniatori, copisti e commentatori, impegnati in un'impresa editoriale e artistica senza precedenti. Il volume è arricchito da illustrazioni a colori delle opere in mostra e dei manoscritti miniati, come anche da un prezioso Atlante fotografico finale delle pitture murali della cappella del Podestà, che ospita il ritratto del poeta. Dante ha frequentato le sale del Bargello come priore e in queste stesse sale ha ricevuto la condanna prima all'esilio, poi a morte (10 marzo 1302). La ricostruzione del delicato rapporto tra il Poeta e Firenze - una vicenda circoscritta in un arco di tempo limitato e in uno spazio cittadino - assume un'importanza che va ben oltre questi confini, investendo in modo indelebile la storia della fortuna di Dante e il modo in cui noi oggi ancora guardiamo a lui e alla sua opera. -
Dante e il suo tempo nelle biblioteche fiorentine. Ediz. illustrata. Vol. 1
Il volume, in due tomi, risponde a un progetto scientifico bipartito che vede da un lato l'approfondimento d'indagine sui testimoni fiorentini delle opere dantesche, dall'altro l'innovativo studio sulla formazione culturale di Dante a Firenze, attraverso il recupero e lo studio organico delle testimonianze manoscritte dell'antica biblioteca conventuale di Santa Croce. Il primo tomo è aperto dalle testimonianze storiche e biografiche antiche sul poeta e la sua opera; i suoi scritti sono poi presentati ed esaminati all'interno di tre distinte categorie: 1. Opere volgari; 2. Opere latine; 3. Opere di incerta attribuzione ognuna delle quali contiene, a conclusione dei saggi introduttivi a firma dei massimi specialisti, le schede descrittive e storico-critiche dei manoscritti e degli antichi stampati conservati a Firenze, ma anche dei testimoni di sicura origine fiorentina richiamati nei saggi introduttivi, accompagnate da un ricco apparato iconografico. In chiusura si trova poi il Censimento del patrimonio librario antico dantesco fiorentino, un repertorio mai prima d'ora realizzato che offre in forma sintetica di Index e con dati essenziali un quadro esaustivo e ragionato di tutti i manoscritti, incunaboli ed editiones principes conservati a Firenze per ogni opera di Dante. Il secondo tomo (Leggere e studiare nella Firenze di Dante: la biblioteca di Santa Croce) è dedicato allo studio del nucleo antico dei libri posseduti dalla biblioteca conventuale della basilica fiorentina e realizza un'istanza di ricerca messa a tema dagli studi danteschi - senza poi essere svolta - almeno dagli anni sessanta del Novecento e qui approfondita storicamente e sistematicamente sugli esemplari dei classici antichi e medievali di una biblioteca realmente esistente al tempo di Dante, e verosimilmente da lui frequentata, come conferma il cenno autobiografico inserito nel Convivio (II XII 7). Si offre quindi per la prima volta un approfondimento catalografico dell'antica biblioteca conventuale (schede di 93 mss.), corredato da un nuovo insieme di strumenti che sarà essenziale anche per la prosecuzione del lavoro: l'edizione critica del catalogo quattrocentesco (ms. BNCF, Magl. X.73) e le schede prosopografiche dedicate agli uomini del convento - possessori di libri, bibliotecari, copisti e altre figure - i cui nomi emergono dalle pagine dei codici studiati. -
Progettare per allestire. Ediz. a colori
Il volume presenta i lavori di tesi di laurea condotti da Fabio Fabbrizzi - professore di Progettazione Architettonica e Urbana presso DIDA-Dipartimento di Architettura dell'Università degli Studi di Firenze - con gli allievi dell'Accademia di Belle Arti di Firenze, all'interno del Biennio di Specializzazione in Progettazione e Allestimento degli Spazi Espositivi, presso il quale Fabbrizzi tiene il Laboratorio di Progetto di Allestimento. In questi lavori si dimostra allo stesso tempo come la disciplina dell'allestimento sia, di fatto, una branca fondamentale del progetto dello spazio architettonico e non una sua derivazione succedanea e ancillare, e come la didattica, quando è svolta a questi livelli, possieda una propria statura scientifica. L'allestimento per una mostra temporanea, per uno spazio commerciale, per uno stand pubblicitario, così come per un museo, si configura in queste pagine come una questione di progettazione architettonica dello spazio, dove l'idea dell'allestimento stesso non sia limitata al solo sviluppo delle pratiche e delle tecniche necessarie per esporre oggetti, ma partendo da una profonda attenzione nei confronti dello spazio esistente, riesca a consistere in un processo di figurazione. Tutti i lavori presentati in questa pubblicazione, che nei loro diversi temi e nelle loro differenti risposte espressive e progettuali testimoniano l'innegabile caratura culturale dell'insegnamento che li ha orientati, mostrano anche gli effetti benefici di una possibile integrazione tra i saperi. Progetti di Antoliana Palmisano, Noemi Alvisi, Victor Mario Costabile, Ludovica Aicardi, Gabriele Tummino, Liu Yan, Emanuela Cavallaro, Valentina Rossi, Marco Gandolfi, Leonardo Corti, Costanza Rosi, Jacopo Francesconi. -
Cucina d'amore e libertà. L'eros e l'arte di volersi bene
Può un libro di ricette parlare della relazione che intercorre tra Eros e Cibo? Certamente, specie se le ricette si chiamano ""Boiling Moonlight Risotto"""", """"Le carni di Kashgar"""", """"La polpa di Aisha"""", """"Cheek to Cheek"""", """"La bistecchina amorosa"""", """"Un amore del cavolo"""". Il legame tra piacere e buona tavola è strettissimo. A rendere eccitante un piatto non è solo la chimica dei suoi ingredienti, quanto l'atmosfera che si crea durante la sua preparazione. La cucina può richiamare odori, sensazioni tattili, suoni e immagini di luoghi vicini e legati alla nostra tradizione culinaria, oppure esotici, provenienti da paesi lontani, visitati nel passato ma il cui ricordo rivive improvvisamente in un sapore. Le mille associazioni sono in grado di creare un clima di attesa ed eccitazione. Il suggerimento che l'autore, Francesco Cavallo, ci dà è quello di non avere fretta: il gioco erotico inizia ben prima di sedersi a tavola. Gli ingredienti si possono toccare, guardare, trasformare in inebrianti profumi, e infine comporre con cura e delicatezza. Le ricette diventano pretesto per raccontare storie di luoghi pittoreschi, dai boulevard parigini, ai barrios spagnoli, dai vicoli di Napoli, al Bazar di Damasco. E storie di amori, come la donna ammaliatrice vista al casinò o la bellissima Aisha nelle strade di Marrakech. Perché a sedurre non è solo la cucina, ma è soprattutto la Parola, che si veste delle sonorità della grande letteratura, in un intrigante gioco a due, tra l'uomo e la donna, tra il Cibo e l'Eros, tra l'Eros e la scrittura e tra il lettore e la pagina. Ma senza prendersi troppo sul serio, per carità, che la serietà non ha mai migliorato la vita di nessuno."" -
Notizia di Filippo di ser Brunellesco ovvero Vita di Filippo Brunelleschi
Nell'anno 2020 il mondo ha celebrato il sesto centenario dall'avvio dei lavori alla cupola della cattedrale di Santa Maria del Fiore, l'impresa più eclatante fra quelle di Filippo Brunelleschi. A quell'altezza cronologica della Notizia di Filippo di ser Brunellesco, nota col titolo di ""Vita di Filippo Brunelleschi"""", scritta da Antonio Manetti, ogni edizione in commercio era esaurita. La nuova trascrizione deliberata dall'Opera di Santa Maria del Fiore del manoscritto di Manetti conservato nella Biblioteca Nazionale di Firenze favorisce un approccio filologicamente fondato al testo quattrocentesco e ne agevola la lettura grazie a un adeguato corredo di note. Si tratta del testo che più di tutti promuove un'integrale riflessione sulle virtù, sull'Umanesimo e sulla scienza di Filippo, necessaria a comprendere il valore della cupola del Duomo fiorentino e le ragioni culturali che stanno alla sua origine. Saggio introduttivo di Antonio Natali. Trascrizione e note di Giuseppe Giari."" -
Di là dal Rio Freddo. Anatomia umana normale, anatomia patologica, medicina legale. Careggi 1956-2021
Inaugurata all'interno del complesso ospedaliero di Careggi - precisamente di là dal Rio Freddo, antico nome del torrente Terzolle che attraversa il policlinico - nel 1956 come Istituti Anatomici, questa imponente struttura anni Trenta ha ospitato da allora gli Istituti di Anatomia umana normale, di Anatomia patologica e di Medicina legale costituendo, di fatto, il luogo deputato all'indagine del corpo. Qui si sono succeduti grandi nomi della ricerca del passato e insigni maestri che hanno formato intere generazioni di allieve e allievi. Oggi il Padiglione 10, attuale nome del complesso, sarà oggetto di un profondo restauro che si inserisce in una generale riqualificazione dell'intero Polo sanitario cittadino. Proprio però per mantenere viva la memoria di quanto è stato, di quanto si è discusso in queste aule e delle storie succedutesi in questi spazi nascono queste pagine, che hanno la voce dei protagonisti della tradizione anatomica, anatomo-patologica e medico legale fiorentina. -
Badia fiorentina. La chiesa e il monastero
Il volume, che si inserisce nella prestigiosa collana dedicata alle chiese fiorentine, ripercorre gli undici secoli di storia del complesso benedettino della Badia fiorentina, luogo privilegiato per una straordinaria stagione figurativa, mai interrottasi. Ad Arnolfo di Cambio, progettista della chiesa, venne ad affiancarsi ben presto Giotto con la sua bottega a realizzare affreschi e opere solo in parte giunti fino a noi. Non meno significativi gli interventi quattro-cinquecenteschi che videro all'opera, nei murali del chiostro degli Aranci, l'affascinante maestro portoghese Giovanni di Consalvo, in chiesa lo scultore Mino da Fiesole, i pittori Filippino Lippi, Fra Bartolomeo e Giorgio Vasari, mentre nella cappella Pandolfini operò l'architetto Benedetto da Rovezzano. Nei primi anni del Seicento, l'edificio religioso subì un radicale restauro che ne cancellò la memoria gotica, restituendoci tuttavia una struttura solenne che è quella attuale, progressivamente arricchita di arredi liturgici, di un soffitto ligneo intagliato da Felice Gamberai, di un organo realizzato da Onofrio Zeffirini e di opere ""moderne"""", tra Francesco Furini e Vincenzo Meucci. Oggi, sotto l'attenta cura delle Fraternità Monastiche di Gerusalemme che ne occupano gli ambienti, la chiesa è tornata pienamente al culto, alla città e ai tanti visitatori che ne ammirano i capolavori. I saggi, redatti da studiosi di alto profilo scientifico, sono completati da un ricco apparato iconografico realizzato da Antonio Quattrone. Con saggi di Elena Capretti, Sonia Chiodo, Silvia De Luca, Fiorella Facchinetti, Franco Franceschi, Elisabetta Nardinocchi, Francesca Petrucci, Nicoletta Pons, Giovanna Riboli, Massimo Seriacopi, Fabio Sottili, Riccardo Spinelli. Coordinamento scientifico di Carlo Sisi."" -
Firenze domani. Una Firenze grande per una grande Firenze
La pandemia di Covid-19 ha svelato in modo drammatico le fragilità di una città d'arte come Firenze. Svuotata dei turisti e del loro flusso incessante, concentrato soprattutto nella zona del centro storico, la perla del Rinascimento si è trovata di fronte a una domanda ""quale futuro è possibile""""? A questo interrogativo, che assume anche e soprattutto i caratteri di una sfida, provano a dare risposta le personalità più autorevoli e rappresentative del territorio: imprenditrici e imprenditori, donne e uomini del mondo della cultura, ma anche del sociale oltre ai rappresentanti delle principali confessioni religiose presenti in città. Riflessioni che, naturalmente diverse, invocano tutte la medesima urgenza di assumere scelte coraggiose e immediate da parte dell'amministrazione pubblica per costruire la Firenze di domani. Si affronta quindi il problema della viabilità, con l'annosa questione dell'aeroporto, della cooperazione con i Comuni vicini, degli spazi verdi e dell'inquinamento, del turismo troppo spesso """"mordi e fuggi"""" e della necessità di ricostruire un tessuto sociale che non lasci indietro nessuno. Questa pubblicazione rappresenta quindi un valido strumento per approfondire le dinamiche passate, ma soprattutto per guardare al futuro con rinnovato slancio e rendere così Firenze non un museo a cielo aperto ma una città viva, pulsante e produttiva."" -
Michelangelo: l'effigie in bronzo di Daniele da Volterra-The bronze effigy of Michelangelo by Daniele da Volterra. Ediz. illustrata
Alla Galleria dell'Accademia è conservato uno dei busti che Daniele da Volterra fece del maestro Michelangelo Buonarroti alla sua scomparsa. La mostra ""Michelangelo: l'effigie in bronzo di Daniele da Volterra"""" per la prima volta riunisce nove busti simili, alcuni apparentemente quasi uguali, che riportano del grande maestro rinascimentale. Si tratta di un'occasione importantissima per offrire un raffronto diretto dei busti e per rivederne i dati, i documenti e la relativa bibliografia. Daniele Ricciarelli, detto da Volterra fu non solo allievo di Michelangelo, ma anche amico stretto e di conseguenza lo conosceva benissimo. Per di più era presente alla morte del maestro il 18 febbraio 1564. Sappiamo che Lionardo Buonarroti, nipote di Michelangelo, alla scomparsa di questi non solo diede in affitto la casa a Daniele da Volterra, ma gli commissionò anche due ritratti in bronzo dello zio. Ed è dato per certo che il Ricciarelli abbia fatto un'impronta del volto del maestro deceduto, secondo un'usanza dei tempi. Nonostante nei secoli vi siano stati vari tentativi di identificare le provenienze dei tanti busti esistenti, di creare famiglie o genealogie, a oggi ancora non abbiamo una risposta convincente. Il presente catalogo rappresenta una guida della mostra; a esso seguirà un volume più articolato con gli interventi di vari studiosi e i risultati delle loro ricerche."" -
Un incunabolo della nuova pittura senese alla fine del Duecento. Alle radici del Maestro di Città di Castello (Nerio di Ugolino?)
Il volumetto analizza in modo sistematico e puntuale la Madonna col Bambino benedicente, opera del tutto ignota agli studi fino al 2001 quando - appartenente a una collezione privata - fu pubblicata da Gaudenz Freuler sulla «Revue de l'art», con una riproduzione in bianco e nero e priva di un ampio commento, ma con una attribuzione al Maestro di Città di Castello. I numerosi fori a vista dimostrano che fu venerata in età moderna, ma in un luogo sconosciuto; sicuramente era il centro di un pentittico caratterizzato dai santi a mezzo busto sotto centine riquadrate e sormontate da cuspidi, tipici della tradizione senese nel passaggio tra Due e Trecento attorno alla bottega di Duccio di Buoninsegna. Andrea De Marchi si concentra su una stringente analisi iconografica che, attraverso serrati confronti con altre opere e con i loro particolari - secondo un ritmo incalzante e sapiente, tipico dell'autore, capace di muoversi con assoluta maestria tra dipinti, affreschi, vetrate ecc. -, arriva a delineare un profilo autoriale e una collocazione cronologica del dipinto. Grazie a questa Madonna col Bambino benedicente è possibile sostanziare una prima storia del Maestro di Città di Castello che si rivela essere uno dei seguaci di Duccio della prima ora. Forse il maggiore. -
Percorsi artistici nell'Accademia di Belle Arti di Firenze: 1900-1948. Ediz. illustrata. Vol. 1
La pubblicazione, articolata in due volumi di grande respiro che si inseriscono nella collana di studi avviata con le precedenti indagini sulla situazione accademica ottocentesca, nasce dalla poderosa indagine condotta da docenti e studiosi, impegnati nell'analisi dei documenti relativi alle vicende dell'Accademia di Belle Arti di Firenze nel secondo dopoguerra. Filo conduttore dell'indagine è la coralità delle discipline e, di conseguenza, la storia del percorso di studi che ha visto tra i suoi docenti e allievi alcuni tra i protagonisti del dibattito estetico anche nazionale, come Galileo Chini e Felice Carena sino a Giovanni Colacicchi che figurava una scuola autonoma di dimensione europea. L'assunto critico che trascorre nei vari capitoli di questo ""dittico"""" editoriale è quello di rispondere all'interrogativo, molto attuale entro le questioni estetiche contemporanee, sull'identità dell'Accademia ovvero sulla controversa dialettica fra conservazione e progresso, fra sedimento esemplare della storia dell'arte e nuovi impulsi maturati nell'ambito della moderna creatività. I due volumi sono riccamente illustrati in un'armoniosa rispondenza tra testo e immagini, e completati da un puntuale indice dei nomi."" -
I vescovi di Roma e Santa Croce di Firenze-The bishop of Rome and Santa Croce, Florence. Ediz. illustrata
In occasione della visita di papa Francesco il 27 febbraio 2022 alla basilica di Santa Croce, l'Opera di Santa Croce propone come omaggio una importante rassegna di testi e d'immagini che si snodano lungo il filo conduttore del rapporto dei pontefici con Santa Croce stessa e con l'Ordine francescano e attraversano la storia plurisecolare del complesso: a partire dal primo vicario di Cristo, san Pietro, per approdare idealmente alla conclusione del Convegno dei Vescovi e Sindaci del Mediterraneo. La basilica di Santa Croce vive nel cuore del francescanesimo, in quanto luogo dove avvenne l'approvazione della Regola da parte di Onorio III, il 29 novembre 1223, ed allo stesso tempo dimora dei vertici dell'arte sacra e civile di tutti i tempi, dall'architettura di Arnolfo di Cambio alla pittura di Giotto, fino ai monumenti sepolcrali di Machiavelli, Michelangelo, Galilei e, Alfieri. Importante documento sulla Pace tra i popoli, quello sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune sottoscritto ad Abu Dhabi il 4 febbraio 2019 da papa Francesco e dall'imam Ahmad Muhammad Ahmad al-Tayyib qui riportato per intero. Il volume raccoglie illustrazioni dei più importanti capolavori contenuti nell'edificio e numerose testimonianze fotografiche delle figure storiche che la scelsero per condividere il loro messaggio di pace: papa Giovanni Paolo II, Giorgio La Pira, e Paolo VI, che volle pregare nella notte di fronte al Crocifisso di Cimabue, danneggiato dall'alluvione nel 1966.