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Quando l'autostrada non basta. Infrastrutture, paesaggio e urbanistica nel territorio pedemontano lombardo. Ediz. illustrata
Questo libro presenta due esperienze di progettazione urbanistica nate a partire dalla realizzazione dell'Autostrada Pedemontana Lombarda. Il volume presenta dunque i risultati di tali esperienze, preoccupandosi del destino degli spazi aperti verdi e di quelli della produzione, suggerendo la possibile riorganizzazione di una fra le principali conurbazioni italiane. Gli autori operano così un'apertura ai temi della grande dimensione e si muovono tra la costruzione di visioni del futuro e la definizione di progetti, azioni e dispositivi normativi operativi, approfondendo le relazioni economia vs società e città vs paesaggio. Lo fanno non secondo le più riduttive prospettive delle megastrutture degli anni Sessanta, ma nel solco delle riflessioni ""sulla struttura della forma urbana e sulla forma della struttura urbana"""", che si sono originalmente sviluppate a partire da quegli anni, e nella consapevolezza di dover operare in una stagione diversa, segnata da una crisi profonda e da un problematico convivere di spazi abbandonati e degradati insieme a nuove urbanizzazioni."" -
In-between places. Forme dello spazio relazionale dagli anni sessanta a oggi
Questo saggio indaga l""in-between"""" e lo ricolloca all'interno dell'attualità come possibilità operativa e strategica del progetto architettonico e urbano. """"In-between places"""" non sono spazi astratti, dislocati, spaesanti, ma luoghi nei quali si attuano le relazioni tra gli elementi, con i contesti e i materiali preesistenti, tra le persone. L'""""in-between"""" è un concetto che nasce nella seconda metà degli anni Cinquanta del secolo scorso come risposta alla visione dualistica del Moderno ed è assunto come spazio tra le cose o gli elementi del progetto da Aldo van Eyck e altri architetti appartenenti al Team X. Nell'età postmoderna è stato utilizzato per decostruire i codici e i canoni classici attraverso i quali, per secoli, si è interpretata la realtà, per ampliare lo spettro di lettura e riprodurre nuove complessità spaziali come accade in alcuni testi e opere di Peter Eisenman o Bernard Tschumi. Oggi, privato delle ideologie che hanno attraversato il secolo scorso, l""""in-between"""" può esprimere la condizione intermedia e terza del contemporaneo, ma soprattutto può rappresentare lo spazio di relazione tra gli individui e di connessione degli elementi del progetto architettonico che, in questo modo, torna a essere una composizione e, una volta costruito, un luogo abitato."" -
Esperienza e compito infinito nella filosofia del primo Benjamin
A partire dalle suggestioni del giovane Walter Benjamin, e cercando di ricostruire le sue letture, i corsi da lui seguiti e le discussioni avute con i suoi amici - sono gli anni, lo ricordiamo, della profonda intesa con Gershom Scholem - questo studio si propone di indagare, fornendo molti materiali inediti, le influenze del pensiero di Kant e di Hermann Cohen, fondatore della scuola neokantiana di Marburgo, sulla riflessione di Benjamin negli anni 1912-1918. Partendo dal recupero e dallo sviluppo del sistema kantiano, Benjamin tenta di fondare un nuovo concetto di esperienza, non più riferito all'intuizione empirica, ma ""a priori"""" e """"metafisico"""", anche se non coincidente - come in Cohen - con il """"fatto"""" delle scienze fisico-matematiche, e capace di dare conto della dimensione religiosa, storica, etica ed estetica della sfera umana."" -
La Bibbia ebraica. Parola, testo, interpretazione
Franz Rosenzweig dichiarò un giorno che il mondo ebraico tedesco aveva manifestato un vero interesse per lui soltanto quando erano usciti i primi volumetti della Bibbia ebraica nella nuova traduzione che stava realizzando insieme all'amico Martin Buber. Eppure, da alcuni anni il giovane filosofo era attivo a Francoforte come direttore di un pionieristico istituto di cultura ebraica ed era noto per avere scritto nel 1921 ""La stella della redenzione"""", un'opera di grande respiro con la quale introduceva nella filosofia le categorie fondamentali della tradizione biblica (creazione, rivelazione e redenzione) e ridisegnava il travagliato rapporto tra ebraismo e cristianesimo. Gli scritti compresi nel presente volume furono elaborati per gran parte negli ultimi anni della sua breve esistenza e sono tutti connessi benché in modi diversi - alla traduzione della Bibbia ebraica, impresa che aspirava a confrontarsi con le grandi versioni bibliche del passato, in particolare con quella di Lutero, da cui è scaturita la lingua letteraria tedesca."" -
Inside out. Scritti 1963-1988
Da oltre cinquant'anni e come un fiume carsico Peter Eisenman spesso, dopo un'eclisse all'apparenza irreversibile, è risalito alla ribalta, grazie soprattutto a una incessante attività di scrittura. Costantemente in preda a una ""ansia teorica"""" in un'epoca più votata alla prassi, l'architetto americano non ha mai smesso di riflettere sulla propria disciplina riservando sempre un posto privilegiato all'Italia, visitata per la prima volta nel 1961 insieme con il suo mentore Colin Rowe, scoprendovi le proprie stelle fisse da Alberti, Palladio e Piranesi fino a Luigi Moretti e Giuseppe Terragni - l'autore più amato e il più studiato. Questa antologia, ampiamente illustrata, spazia dunque da alcune approfondite analisi teoriche come le pionieristiche indagini sulla dimensione concettuale e formale dell'architettura per arrivare infine a interpretazioni - o misinterpretazioni - ravvicinate delle opere di alcuni maestri del '900 come Le Corbusier, Ludwig Mies van der Rohe, Alison e Peter Smithson, James Stirling, Philip Johnson, Michael Craves, Aldo Rossi, John Hejduk, molti dei quali sono stati interlocutori diretti e talvolta amici personali dell'autore. Rileggendo oggi questi saggi ci accorgiamo che, scomponendo e ridisegnando le loro opere, Eisenman ha costantemente riflettuto anche su se stesso usando quei maestri e amici alla maniera di maschere veneziane che, come insegna Hugo von Hofmannsthal, sono anzitutto libertà di esprimersi e polemizzare sotto un velo."" -
L' uomo senza contenuto
Arte e terrore; l'origine del buon gusto e il suo rapporto con la perversione; l'ingresso dell'arte nel Museo e nelle collezioni; la separazione fra artisti e spettatori, genio e gusto; l'apparizione del giudizio critico; in altre parole, la nascita dell'estetica moderna, in un'analisi che parte da un'inedita rilettura dei passi di Hegel sulla morte, o, meglio, sull'""au to an nientamento"""" dell'arte per sfociare in un'originalissima interpretazione della Malinconia di Drer: ecco il sentiero che ci invita a percorrere questo saggio di insolita ricchezza in cui l'autore è riuscito ad aprire sul problema dell'opera d'arte una prospettiva nuova, che è al tempo stesso un avvincente programma poetico."" -
Le vite di Spinoza
Forse mai la figura di un filosofo appare con tanta vivezza come nelle due brevi biografie di Spinoza - tradotte qui per la prima volta in italiano che, pochi anni dopo la sua morte scrissero Jean-Maximilien Lucas e Johannes Colerus. Oltre a un vivace affresco dell'ambiente in cui egli visse, l'Olanda del secolo d'oro, e la cronaca del suo scontro con la comunità ebraica e con le sue tradizioni culminato nella scomunica (herem), il lettore troverà in queste pagine tutta una serie di episodi e aneddoti della vita del filosofo, il cui rilievo emblematico provoca e appassiona da secoli tanto i sostenitori che i detrattori dello ""spinozismo"""". In realtà si è qui di fronte al paradosso di ogni autentica biografia filosofica: nel riso di Spinoza che osserva i ragni combattere, nel suo giustacuore lacerato dal coltello del fanatico (come nel gesto di Kant che a sera si avvoltola soddisfatto nelle coperte o in quello di Eraclito che si scalda nella bottega del fornaio), una vita divenuta indiscernibile dalla sua forma ci è restituita come un ultimo cristallo di pensiero, così limpido che di fronte ad esso non possiamo cessare di pensare. Prefazione di Giorgio Agamben. Introduzione di Filippo Mignini."" -
Sulla guerra. Testo latino a fronte
Il volume propone l'edizione di un testo fondamentale per la comprensione dell'ampio dibattito svoltosi in età moderna sulla questione della ""guerra giusta"""". La statura intellettuale dell'autore e la sua ricchezza argomentativa, che richiama e vaglia scrupolosamente le """"opiniones"""" di numerosi autori della tradizione medievale e del pensiero moderno, fanno della """"Disputatio De Bello"""" un punto di riferimento teorico non solo per ricostruire il dibattito sul """"bellum iustum"""" nel pieno svolgersi dell'aspro periodo di conflitti che gli storici chiamano """"secolo di ferro"""", ma anche per vedere all'opera il nascente diritto internazionale dell'età moderna, di cui Suàrez è considerato uno dei fondatori. Tra '500 e '600, in effetti, la riflessione giusinternazionalista fu chiamata a una nuova, avvincente e definitiva sfida. Nuove domande mettevano alla prova i capisaldi della dottrina del """"bellum iustum"""": si dà la possibilità di una guerra """"giusta"""" per entrambe le parti? L'intervento bellico 'preventivo' per soccorrere gli """"innocentes"""" (quella che oggi chiamiamo """"guerra umanitaria"""") è una """"guerra giusta""""? Quali azioni sono lecite """"in bello""""? Suàrez affrontò tutte queste questioni e, come attestano le pagine qui pubblicate, vi rispose con scrupolo investigativo e dovizia argomentativa, facendo della disputatio sulla guerra un testo di riferimento per il dibattito dell'epoca e una fonte indefettibile per la storiografia odierna."" -
Cosa possiamo fare con il fuoco? Letteratura e altri ambienti
A che cosa serve la letteratura? Perché dedichiamo tempo ed energie a raccontare (o ascoltare) racconti, a inventare e ripetere poesie? Mario Barenghi affronta questo argomento secondo due prospettive complementari: da un lato ragionando su alcuni aspetti della viva esperienza letteraria (la lettura, i modi della comunicazione, i rapporti con gli usi linguistici, l'attività dell'insegnamento), dall'altro interrogandosi sui fondamenti antropologici della letteratura, in dialogo con i recenti sviluppi degli studi sull'origine della nostra specie. In questa luce acquista credito l'ipotesi che in fondo, lungo l'affascinante ed enigmatica vicenda dell'evoluzione umana, un qualche Prometeo sia esistito davvero: perché la letteratura, come il fuoco, è uno strumento con il quale, nella battaglia per l'adattamento e la sopravvivenza, si possono fare tante cose diverse. -
Sei diversioni nel Chisciotte
Il volume analizza il capolavoro di Cervantes partendo dai più importanti studi di semiotica e filosofia del XX secolo. Esso si articola in una serie di letture critiche che ne enucleano alcuni temi: la crisi dell'antropocentrismo e l'avvento della scienza nuova, l'emancipazione epistemologica del personaggio di Sancio, l'esaurirsi dei codici letterari della cavalleria errante e dell'amor cortese, la diffrazione dell'archetipo femminile e il personaggio di Dulcinea, la semiotica dei maghi incantatori e le complesse implicazioni metaletterarie di alcuni episodi dell'opera cervantina. Se è pur vero che a quattro secoli dalla sua nascita letteraria, il personaggio di don Chisciotte si è convertito in un mito, nella figura di un eroe tanto malleabile ed essenzialmente indipendente dal suo autore, quanto costantemente fedele a se stesso, nonché ritratto eterno della crisi dell'uomo post-rinascimentale nel suo rapporto con l'esperienza, tuttavia, la forza iconografica ed evocativa del cavaliere errante nasce altrove. Essa trae origine dalle parole demiurgiche del testo di Cervantes. Sono le parole dell'incipit, quelle con cui don Chisciotte dà nome a se stesso, al proprio cavallo e alla propria dama, per darsi e dar loro esistenza letteraria. Ma le parole non sono solo emblemi primigenii; possono anche essere trasformate in strumenti del moderno rispecchiamento del mondo fenomenico, nel vano tentativo di purificarle dall'incantesimo che le contamina. -
La pratica dei valori. Nodi fra conoscenza e azione
L'idea del libro è dare una rappresentazione integrata delle relazioni fra conoscenza e pratica, dell'intreccio fra percezione, pensiero e azione. Perché non c'è credenza che non nasca dall'esperienza e non abbia delle possibili conseguenze pratiche. In questo senso viene ripresa la critica pragmatista dei dualismi fra conoscenza e azione, fatti e norme, verità e utilità, cercando di mantenere, da un lato, la distinzione concettuale fra queste nozioni e mostrando, dall'altro, la loro articolazione nella nostra vita. Dobbiamo misurarci con questo intreccio, ma in senso esplicativo è bene partire dal più semplice (la percezione) e arrivare al più complesso (l'azione), per cui il libro si apre con alcune domande sulla percezione e la sua dimensione inferenziale, prosegue con un'analisi degli aspetti normativi del pensiero e si conclude con l'esame dell'inferenza pratica e del rapporto fra verità e utilità. -
Bergson e la filosofia tedesca 1907-1932
Questo saggio racconta una storia in gran parte dimenticata: quella dei rapporti di Bergson con la filosofia tedesca del suo tempo. Da ""L'evoluzione creatrice"""" (1907) a """"Le due fonti della morale e della religione"""" (1932) Bergson ridefinisce profondamente la propria filosofia, arricchendola di nuovi temi antropologici nei quali sono riconoscibili gli echi del dibattito tedesco sulla filosofia della vita. Attraverso l'analisi delle polemiche """"tedesche"""" che in quegli anni riguardarono o coinvolsero Bergson, viene qui studiata non soltanto la ricezione dell'opera bergsoniana in Germania ma anche l'impatto durevole di questo intenso dialogo, sia sulla filosofia del pensatore francese (Le due fonti) che su quella di autori del calibro di Eucken, Simmel, Driesch, Windelband e Scheler. Le quattro tappe in cui il libro articola questo incontro filosofico (corrispondenti alle città di Jena, Berlino, Heidelberg e Gottinga) ci consegnano un profilo nuovo del pensiero bergsoniano, che si dimostra perfettamente all'altezza del dibattito contemporaneo sui temi brucianti della tecnica, della storia e della guerra."" -
Le Corbusier e Olivetti. La «Usine Verte» per il Centro di calcolo elettronico
Agli inizi del 1960, in un'Italia in piena ripresa economica Adriano Olivetti decide di costruire il Centro di calcolo elettronico, la fabbrica destinata alla produzione delle macchine del futuro - i computer - e sceglie di affidare l'incarico a Le Corbusier. Siamo davanti a un episodio importante dell'architettura moderna: due personalità eccezionali, che per lungo tempo hanno dialogato da lontano tra loro, decidono di sperimentare insieme la progettazione di uno stabilimento industriale d'avanguardia, la nuova fabbrica a ""misura d'uomo"""" capace di ricreare al suo interno """"le condizioni di natura"""". Il progetto, che verrà elaborato dopo l'improvvisa scomparsa di Adriano (27 febbraio 1960), purtroppo non sarà mai realizzato a causa della crisi finanziaria della Società. Il volume si sofferma sulla lettura diacronica del progetto, ricostruendo in modo puntuale, grazie ai numerosi documenti inediti, la genesi del processo ideativo e l'articolazione nel tempo. Inoltre, attraverso il confronto costante con altre opere e scritti dell'architetto svizzero, vengono poi messe in luce idee, soluzioni e forme a partire dalle quali il progetto stesso si è andato via via strutturando."" -
Il desiderio di urbanità della città contemporanea. Il caso la Défense
La crescita esponenziale della città europea nel corso del '900 trova un suo acme nel caso del quartiere parigino della Défense coronato dal Grande Arche: periferico e ben collegato a Parigi attraverso ogni mezzo di trasporto. Il momento di conclusione della sua fase epica, vale a dire la metà degli anni '80 del secolo scorso, coincide con la fine della crescita impetuosa della città europea. Da allora è cambiata la natura dell'urbanistica e quindi il ruolo dello stesso urbanista perché invece di prevedere luoghi di nuova espansione si è reso necessario rendere più vivibili le nuove parti di città costruite. In altre parole l'urbanista è sempre più votato a migliorare l'esistente rispondendo così alla generale e incessante richiesta di urbanità da parte della cittadinanza. Il caso della Défense, qui di seguito indagato da un gruppo eterogeneo di studiosi coordinati da Sabina Lenoci, per mezzo di strumenti diversi (studi, fotografie, interviste ad alcune personalità di rilievo come Clément, Cohen, Dubois, Frédéric, Friedman), diventa dunque il caso di studio paradigmatico per riflettere sul possibile futuro di questa disciplina dai confini sempre più indefiniti. -
Paesaggi periferici. Strategie di rigenerazione urbana. Ediz. illustrata
Il volume è frutto di un'ampia ricerca condotta da cinque dipartimenti universitari italiani che hanno studiato strategie d'intervento finalizzate a rigenerare e valorizzare gli insediamenti di edilizia sociale realizzati nelle periferie urbane nella seconda metà del XX secolo. La ricerca presuppone che oggi non è più sostenibile da un punto di vista sociale, economico e ambientale, sostenere uno sviluppo indiscriminato del territorio. Lavorare sull'esistente diventa allora una priorità per salvaguardare il nostro futuro. Ripartire dalla rigenerazione dei paesaggi periferici è dunque la base della ricerca, che si è sviluppata e definita con i contributi degli autori, attraverso cinque macro-temi: identità urbana e sociale, connessione e accessibilità, rigenerazione, mutazione e qualità tecnico-ambientali. Ognuno di questi contributi permette un'analisi puntuale delle problematiche e delle strategie di rigenerazione, che si condensano in casi studio emblematici per la realtà italiana come il quartiere Pilastro di Bologna o le Piagge a Firenze. -
Vasco Bendini 1966-1967. Ediz. italiana e inglese
Questa catalogo raccoglie una selezione di opere realizzate nel biennio 1966-1967, cruciali per gli sviluppi dell'arte italiana e del percorso dell'artista. Le opere sono parte di una produzione meno nota di Vasco Bendini e i cui elementi sono tratti direttamente dalla realtà, svelando una singolare vicinanza con la poetica dell'Arte Povera che si svilupperà successivamente. -
Ji Dachun. I desideri dimenticati e le nuvole che li accompagnano
Il volume documenta la prima mostra personale in un'istituzione pubblica italiana di Ji Dachun (1968), artista cinese nato a Nantong e attivo a Pechino. La sua ricerca - insolita combinazione di tradizione cinese e modernità occidentale - rivela un'eccezionale singolarità di linguaggio che, con ironia e acuto umorismo, affronta le complesse relazioni tra Oriente e Occidente, ma anche la casualità della vita quotidiana, attraverso immagini fantasiose e ironiche, spesso frutto di grottesche metamorfosi. -
L' arte decorativa
Pubblicato nel 1925 come raccolta degli articoli polemici di Jeanneret sull'arredamento e le arti applicate apparsi su ""L'Esprit Nouveau"""", """"L'arte decorativa"""" non è solo il tentativo di applicare alla sfera dell'arredamento il nuovo criterio modernista della produzione in serie e quindi uno dei primi libri in assoluto sul design, parola non ancora in uso negli anni Venti del secolo scorso. """"L'arte decorativa"""" è soprattutto uno snello trattato estetico sugli oggetti che ci circondano quotidianamente e ci aiutano a vivere, distinguendo fra quelli futilmente decorativi e gli utensili o attrezzature, cioè utili a soddisfare i nostri bisogni in maniera corretta. Pertanto, Le Corbusier, forzando anche le convenzioni tipografiche del tempo, giustappone immagini di arredi e manufatti di ogni epoca, anticipando così di decenni le atmosfere pop o postmoderne. Non solo: scrivendo questo libro tratta insieme la piccola e la grande scala senza soluzione di continuità così come nel padiglione dell'""""Esprit Nouveau"""" presentato all'Expo del 1925. Un'esaltazione dell'industria tanto inattuale quanto indispensabile e un'autorevole obiezione ai venti di sfiducia millenarista che scuotono il nostro tempo."" -
Sacro romano GRA. Persone, luoghi, paesaggi lungo il Grande Raccordo Anulare
A piedi e con altri mezzi (autobus, metropolitana, treno) alla scoperta del territorio lungo il Grande Raccordo Anulare. Le cave romane di tufo rosso che hanno ospitato carnevali ottocenteschi; il mondo lunare di Malagrotta, la più grande discarica d'Europa; la fattoria modello di Mussolini; i piccoli e grandi accampamenti; le tombe pop del Cimitero Laurentino; la guerra per le anguille sul Tevere; le vecchie borgate dei braccianti e le gigantesche architetture sociali; le transumanze dei pastori e le oasi equatoriali. Un lento viaggio in una Roma sconosciuta e contemporanea, fatta di esperimenti, abbandoni, peripezie, fallimenti e riscatti. -
Errors allowed. Mediterranea 16. Young artist biennale Ancona 2013. Ediz. multilingue
Catalogo della Mostra, 06.06.2013-07.07.2013, Ancona In un contesto attuale in cui l'unico comune denominatore del Mediterraneo sembra essere una specifica complessità sociale, economica e politica, Mediterranea 16 vuole sperimentare l'avvio di un percorso di ascolto e attenzione che parta dai territori, dalle scene locali, anche remote, per far emergere le differenze, i bisogni e le spinte che da questi provengono. Senza cercare in alcun modo di renderle organiche tra di loro, bensì portandole in superficie, facendole osservare e sedimentare per produrre nuova conoscenza e consapevolezza. Con Errors Allowed i curatori analizzano il senso e le relazioni che la pratica artistica attuale intrattiene con i contesti socio culturali ed economici in cui sono inseriti. Errors Allowed promuove una riflessione critica ai regimi tradizionali dell'informazione e della conoscenza, mettendo in questione i sistemi su cui questa si è costruita ed istituzionalizzata e cercando al contempo di intercettare ed indagare quei fenomeni, a volte collettivi, spesso individuali, di auto-apprendimento e formazione informale che oggi caratterizzano le forme più di produzione del pensiero.