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Imperium. Conversazioni con Klaus Figge e Dieter Groh 1971
In questa lunga intervista del 1971, qui pubblicata per la prima volta in trascrizione integrale e corredata di essenziali note di commento, l'ormai ottantatreenne giurista Carl Schmitt risponde alle domande dello storico Dieter Groh e del giornalista Klaus Figge, offrendo un insostituibile documento autobiografico, che si rivela anche una preziosa fonte diretta per la storia del Novecento. Dalle sue origini cattoliche al rapporto conflittuale col mondo protestante tedesco, dagli studi universitari alla carriera accademica, Schmitt affronta, senza scantonare, le ombre del suo controverso impegno politico, inquadrandolo nei tormentati anni che dalla Repubblica di Weimar portarono alla conquista del potere da parte del Nazionalsocialismo in seguito alla nomina di Hitler a cancelliere. Schmitt espone gli episodi della sua vita privata e pubblica distribuendoli lungo un ben calibrato percorso, che scandisce rigorosamente in date e contesti, ricontrollando minuziosamente tutti i dettagli sui propri diari stenografici dell'epoca e su altri documenti conservati nel suo archivio personale, in una costante tensione fra testimonianza individuale e storia collettiva. Grazie a questa tensione, il colloquio riesce a far emergere la straordinaria competenza politica, tattica e persino amministrativa di Schmitt, senza per questo trascurare la sua determinazione a cercare una chiave metastorica su cui basare e giustificare la propria opera. -
Maestri di finzione
Quaranta voci di scrittori tra i più significativi del panorama letterario internazionale dialogano con Francesca Borrelli, critica letteraria del ""manifesto"""", impegnata da trent'anni in una mappatura della narrativa contemporanea, attraverso la testimonianza diretta dei suoi protagonisti. Da autori ormai iscritti al registro dei classici, come Saramago, Grass, Morrison, Sontag, Yehoshua, Soyinka, a maestri della stagione postmoderna come DeLillo, Wolff, Marias, Pamuk, fino agli scrittori che con il loro talento hanno reso ridicole le voci sulla morte del romanzo, come Franzen e Foster Wallace, per arrivare alla generazione delle promesse già consolidate, da Cercas a Egan, da Eugenides a Homes. Unica presenza italiana, Anna Maria Ortese, la """"sonnambula assorta in un sogno"""" che negli ultimi anni della sua vita ci consegnò alcuni dei suoi frutti più visionari e originali. Tra le pagine di questo libro, che interrogano alcuni degli autori prediletti nel corso di più incontri, si discute di strategie narrative, andando dal """"primo palpito"""" di un'opera alla sua resa finale. Al centro, il ruolo dei personaggi, le accortezze messe in campo per renderli vivi, e un sondaggio più o meno scherzoso sul loro grado di autonomia dalla volontà degli autori che li hanno inventati: perché c'è chi come Saramago e Yehoshua si pretende arbitro assoluto dei loro destini e chi come Paul Auster e Gunter Grass concede alle proprie creature qualche possibilità di evasione dai vincoli predisposti."" -
Cento capolavori della letteratura cinese
Per un apparente paradosso, una delle più antiche letterature del mondo quella cinese - è per gran parte sconosciuta ai non specialisti. Alcuni testi poetici, qualche romanzo, qualche capolavoro del pensiero antico - messaggi isolati e privi di collegamento - sono tutto quanto arriva al pubblico, ancora oggi, del più vasto patrimonio letterario della storia umana. Con questo libro Edoarda Masi si propone di avvicinarci alla straordinaria bellezza di questa letteratura nei generi in cui eccelle: la poesia, con maestri come Wang Wei (699-761) e Du Fu (712-770); la storia, con ""L'arte della guerra"""" (VI-V secolo a.C.) e """"Primavera"""" di Li Dazhao, scritta all'epoca della rivolta dei Boxers; la narrativa, con il """"Romanzo dei Tre Regni"""" di Luo Guanzhong (XIV secolo) e i """"Racconti straordinari dello studio Liao"""" di Pu Songling (1640-1715); il teatro, con """"Il padiglione a Ponente"""" di Wang Shifu (XIII secolo) e """"Il ventaglio dai fiori di pesco"""" di Kong Shangren (1648-1718); e infine il pensiero filosofico, ortodosso o eretico. Di ogni opera presa in esame vengono forniti il soggetto o la trama, il contesto storico nel quale fu prodotta, le principali traduzioni nelle lingue occidentali. Un libro che è anche un viaggio sulle tracce di una grande civiltà attraverso cento testi, scritti in un arco di tempo di duemilacinquecento anni e in uno spazio vasto quanto un continente."" -
L' eminenza grigia. Autobiografia della polvere
Un celeberrimo mito d'origine ha provato a svilire la polvere, equiparandola a un nulla che siamo stati e al quale ritorneremo. Ma la materia Grigia non cede al discredito e alla diffamazione, e permane. Chiunque abbia a che fare con la polvere sa infatti che essa non compare, piuttosto ricompare: come il rimosso ritorna, identica a se stessa, là dove in fondo è sempre stata. Però, se ogni tentativo di rimuoverla è destinato a fallire e ci limitiamo di fatto, con le nostre grossolane operazioni di pulizia, a rimuoverla, a metterla in movimento per l'ennesima volta, una ragione c'è: la nostra casa è anche la sua casa. Ogni equivoco nasce dalla colpevole rimozione di questa evidenza. Il suo destino, a differenza del nostro, è di restare e, soprattutto, di resistere, sopravvivendo alla disfatta dei nostri sistemi di produzione del senso. Così, fra Bacon, stoviglie da cucina, urne cinerarie, foto di un bob assassino, Duchamp, menti lucide, specchi infranti, Giacometti, Morandi, Parmiggiani, mondi fluttuanti, taccuini magici e arti fantasma, la biografia della Grigia è anche il racconto di una eternità fragile che, con il suo rumore silenzioso, non smetterà mai di interpellarci. -
Da Pascoli a Busi. Letterati e letteratura in Italia
Alternando ritratti e panoramiche, e misurando l'attualità di autori canonici, eccentrici o dimenticati, il volume offre un ampio spaccato della letteratura italiana tra la fine dell'Ottocento e il Duemila. Ma il titolo non è solo uno stratagemma vivace per indicarne i confini cronologici. Infatti, occupandosi di un'epoca moderna e postmoderna in cui il peso pubblico dei linguaggi letterari si è andato rapidamente riducendo, l'autore racconta gli estremi sviluppi del rapporto abnorme che in Italia ha storicamente legato l'identità nazionale agli scrittori: scrittori che spesso, quasi a risarcire una società priva di coesione e di modelli politici comuni, da puri rappresentanti di valori estetici sono stati trasformati in veri e propri personaggi, in catalizzatori di climi ideologici e in simboli di un costume o di un modo di vivere. Ne risulta un libro in cui le analisi stilistiche fanno tutt'uno con la critica della cultura. -
Paesaggi dell'archeologia invisibile. Il caso del distretto portuense
L'archeologia invisibile è fatta di siti indagati e completamente re-interrati, spesso in mezzo ai grandi contenitori o alle infrastrutture del territorio contemporaneo. I paesaggi dell'archeologia invisibile nascono da campagne di scavo a carattere estensivo - soprattutto a seguito di grandi trasformazioni territoriali - e dalla mancanza di modelli di tutela adeguati alla natura dei ritrovamenti. Non è facile comunicare il possibile senso culturale di ritrovamenti che non sempre hanno un carattere monumentale. Il caso del distretto Portuense, a partire dall'area della Nuova Fiera di Roma, ha rappresentato una formidabile occasione per riflettere sul possibile ruolo dell'archeologia nei territori dell'urbanizzazione diffusa, rispetto alla riorganizzazione del loro funzionamento. Grazie alla ricerca di forme di dialogo condivise tra archeologia, architettura e paesaggio, il progetto di valorizzazione tende alla narrazione storica, muovendo da sequenze evolutive ritenute particolarmente significative, capaci cioè di rendere comprensibile la percezione di un territorio e di siti archeologici differenti, superando la dittatura degli oggetti e delle proprietà. -
Riprogettare i territori dell'urbanizzazione diffusa
Negli ultimi decenni, in Italia, con particolare riferimento alle aree di pianura, l'espansione delle città e dei borghi è stata sostituita dal dilagare scomposto di urbanizzazioni diffuse. Mutazioni profonde hanno interessato territori anche assai diversi tra loro: prima la riorganizzazione produttiva postfordista che ha messo al lavoro l'imprenditorialità diffusa, poi una crescita parossistica delle edificazioni proseguita anche mentre la produzione manifatturiera si andava delocalizzando all'estero. L'organizzazione preesistente ne è risultata erosa, frammentata e spesso non più leggibile, senza che le trasformazioni recenti abbiano prodotto nel loro insieme un disegno territoriale riconoscibile. La letteratura che analizza le urbanizzazioni diffuse è ormai molto ricca; ma cosa farne di queste urbanizzazioni che spesso si configurano come stato transitorio, non più campagna ma non ancora città? Come orientarne la trasformazione per produrre territori di maggiore qualità? Questo testo indaga le sfide progettuali attuali e fornisce alcuni strumenti per affrontarle. -
Tiziana Fusari. Rewind
Il volume raccoglie la produzione artistica di Tiziana Fusari (1951-2012) secondo alcune indicazioni lasciate dall'artista prima della scomparsa. Dall'informale all'astratto, dalle figure agli oggetti, dai cartigli alle sculture gessate, dai timbri alle forme di terra, fino all'uso della fotografia. ""Rewind"""" rappresenta un viaggio nell'universo poetico dell'artista, nonché un riferimento unico e imprescindibile per conoscere la sua opera e il laboratorio continuo che era la sua arte, la spontaneità e il non-finito, la meticolosità quasi ossessiva, il labirinto dei segni, la coesistenza naturale tra parola e immagine, il gioco continuo tra autobiografismo e fantastico, fino al rapporto strettissimo con la quotidianità. Con i testi di Stefano Evangelista, Fabio Coccetti, un'intervista di Ivan Quaroni a Tiziana Fusari e una selezione di note critiche, articoli e brani manoscritti dell'artista."" -
Visioni per un inventario. Una mappa del navegar pitoresco
Il volume, che integra la mostra ideata per la Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, vuole indagare l'attuale stato della pittura ponendo l'accento su quelle prove linguistiche che privilegiano una sensibilità quasi pre-romantica, apparentemente lontana dalla contingenza della contemporaneità. Uno sguardo fra tre generazioni diverse di autori che, pur confluendo da varie parti della penisola, operano con cifre stilistiche riconducibili alle atmosfere insondabili dell'inconscio. Artisti: Paola Angelini, Simone Berti, Lorenza Boisi, Thomas Braida, Rossana Buremi, Pierpaolo Campanini, Valerio Carrubba, Jacopo Casadei, Paolo Chiasera, Tomaso De Luca, Giulio Frigo, Lorenzo Morri, Valerio Nicolai, Dario Pecoraro, Luigi Presicce, Alessandro Roma, Marco Salvetti, Giovanni Sartori Braido, Vito Stassi. -
I signori Golovlëv
Mai delude la letteratura russa; Saltykov Scedrin è uno degli autori classici dell'Ottocento e ""I signori Golovlëv"""" il suo capolavoro. Racconta le vicende di una famiglia nel corso di due generazioni, come un terribile incubo, al tempo in cui crollava la piccola nobiltà di provincia e la relativa servitù della gleba. Ma questo libro esce dai confini del suo tempo (la seconda metà dell'Ottocento), e tocca qualunque lettore nel profondo dell'anima, come riescono a fare i grandi inimitabili autori russi. Vi si parla degli orrori della proprietà, dei testamenti e delle eredità, da cui si generano liti, odi, miserie, angherie e rovine, che spazzano via tutti, servi e padroni."" -
La famiglia che perse tempo
Maurizio Salabelle è uno scrittore italiano che somiglia incredibilmente ai disegni di Jacovitti; non ci sono i salami per terra, ma ci sono gli aggettivi, usati come fossero avanzi di cucina che danno la stessa puzza al paesaggio. La storia si snoda in mezzo a una famiglia compressa in una cucina che sa di fritto e minestra, in una comicità continua e leggera spalmata su tutto. Questo è il primo romanzo che Salabelle ha scritto, alla fine degli anni Ottanta, fino ad oggi rimasto inedito, forse il più caratteristico della sua fantasia. Storia di una famiglia bislacca (è dir poco) dove gli orologi vanno per conto loro, creando fasi di tempo posticcio, ritagli di tempo, periodi bianchi ecc. Difficile riassumere un libro così fantasioso, pur se scritto in modo limpido e impercettibilmente comico. -
I generi letterari e la loro origine
Confrontandosi con l'antico problema dei generi letterari, Enzo Melandri s'interroga innanzitutto sul perché esista qualcosa come i generi letterari, cioè sulla loro origine. Non solo, dunque, una questione, pur importante, di storia della letteratura, ma il problema genuinamente filosofico dei limiti del linguaggio e degli espedienti che esso deve mettere in atto per esprimere l'impossibilità della parola di venire a capo del suo rapporto col mondo. I generi letterari - la tragedia, la commedia, l'epica, l'elegia ecc. appaiono, in questa prospettiva, come la traccia musicale ed emotiva che l'esperienza dei propri limiti segna sul linguaggio. Prefazione Giorgio Agamben. -
Della comune intelligenza sana e di quella malata
Nel 1921, per avvicinare i lettori alla sua opera maggiore, La stella della redenzione, che anche gli amici giudicavano di difficile lettura, Franz Rosenzweig si lasciò convincere a scrivere un testo introduttivo. Per costruirlo in modo efficace scelse la via dell'apologo, che prometteva una comunicazione più agevole con il pubblico colto, anche se avrebbe certo indispettito gli intellettuali di professione: nasceva in questo modo il volume Della comune intelligenza sana e di quella malata. La sua stessa genesi lo rende un originale momento di riflessione sulla filosofia, di cui sottolinea la «nativa» contrapposizione con l'uso spontaneo dell'intelligenza, quello che sorregge il comportamento quotidiano dell'uomo comune. In queste pagine, la cultura occidentale viene metaforicamente descritta come un paziente colpito da apoplexia philosophica acuta, innescata dal potere fuorviante della domanda (aristotelico-metafisica) «che cos'è?», e conseguentemente affetto da paralisi. Lo si potrà curare soltanto inserendolo più direttamente nella relazione con le tre grandi dimensioni entro cui si svolge l'esistenza: l'io, il mondo e Dio. È appunto questo il compito che Rosenzweig riteneva di poter affidare ad un «nuovo pensiero» ormai collocabile al di là della filosofia, la quale aveva infine compiuto (in Hegel) il suo destino, una volta attraversate le sue tre grandi fasi: l'antichità cosmologica, il medioevo teologico e la modernità psicologica. -
Il prezzo del messianesimo. Una revisione critica delle tesi di Jacob Taubes a Gershom Scholem e altri scritti. Nuova ediz.
Il volume raccoglie tutti i saggi che Jacob Taubes ha dedicato a Gershom Scholem o a temi strettamente affini al suo ambito di studio, nonché quanto resta della corrispondenza tra i due, cioè le lettere che Taubes scrisse a Scholem dal 1947 al 1979 e le risposte di Scholem, che segnano la loro drammatica e irrevocabile rottura. Taubes fu uno studioso di inclinazione polemica e anticonformista, estremo in tutte le sue prese di posizione. Di qui l'esito spesso imprevedibile del suo confronto diretto con gli interlocutori per lui più significativi. Ne è un esempio l'intima e scandalosa affinità di fondo con il «nemico», ovvero il «divergente accordo» che emerge faticosamente dal suo rapporto con Cari Schmitt. Nel caso di Scholem, invece, va in scena un copione esattamente opposto. Inizialmente, infatti, Taubes e Scholem (il fondatore degli studi novecenteschi sulla religione ebraica e in particolare sulla mistica ebraica e sulla cabala) si collocano sullo stesso fronte, tanto che il primo contatta il secondo, cercando in lui un maestro ma anche sperando di entrare a far parte della cerchia dei suoi collaboratori. Ben presto, tuttavia, fra i due si apre una voragine, molto più profonda della pur significativa differenza caratteriale. Al cuore della frattura troviamo infatti la questione del messianesimo e la diversa interpretazione di figure come Paolo di Tarso e Walter Benjamin. Sono dunque in gioco le tematiche più controverse e dibattute del pensiero teologico e filosofico ebraico, che toccano peraltro il cuore di ogni filosofia della storia di matrice escatologica. Nell'inattesa violenza del confronto prende forma così un'immagine del tutto inedita della figura e del pensiero di Scholem e, con essa, un'ulteriore prova del singolare approccio dialettico di Jacob Taubes, che non trova il suo precipitato nell'«opera», bensì nell'impietoso annullamento di ogni distanza con l'interlocutore, in un abbraccio che mette in discussione la vita intellettuale di entrambi. -
L' averroismo in età moderna (1400-1700)
I saggi raccolti in questo volume costituiscono un contributo alla storia dell'averroismo. Di questa complessa tradizione filosofica, che trasmette e sviluppa l'opera di Averroè (1126-1198) all'interno del pensiero ebraico e latino, vengono qui esaminati alcuni momenti salienti, non più circoscritti al Medioevo, ma estesi a pensatori rinascimentali (Elia del Medigo, Agostino Nifo) e moderni (Uriel da Costa, Spinoza e Adriaan Koerbagh). Al tempo stesso, gli studi qui presentati aprono ulteriori orizzonti per indagare l'influenza dell'averroismo nella formazione del pensiero di Spinoza e del movimento libertino europeo. Prefazione di Filippo Mignini. -
Territori della condivisione. Una nuova città
Nella città europea sempre più episodi mostrano l'irrobustirsi di legami orizzontali su uno sfondo rigorosamente individualista: associazionismi di vario tipo, azioni collettive non necessariamente durature, comunanze poco intenzionate e incontri in luoghi estranei all'idea corrente di spazio pubblico. Nella città europea, forme temporanee e fragili segnano il mutamento dei valori attribuiti all'abitare attraverso una fenomenologia ampia che ha ragioni di ordine economico, relazionale, simbolico, culturale, religioso. Questo volume intende distinguere due diversi orientamenti. Il primo si riferisce a casi di condivisione che, pur utilizzando la città, si dicono estranei a essa: un atteggiamento che potrebbe ascriversi a una inedita forma di antiurbanesimo. Il secondo si riferisce alla volontà di rifondare un'urbanità laddove si ritiene non vi sia: una posizione tesa a riscrivere nuovi urbanesimi. Da un lato il rifiuto della città dal suo interno, la secessione. Dall'altro una certa euforia sulla possibilità di ricostruire forme di socialità fuori dal paradigma moderno, dalle sue norme, valori, conflitti e ragioni. -
Progettare progettisti. Un paradigma della formazione contemporanea
Il tema della formazione, in una società in continuo mutamento, costituisce, attualmente, un punto cruciale di riflessione e di dibattito. I rapporti con il mondo del lavoro sono sempre più complessi e di difficile definizione e non trovano risposte adeguate soprattutto nelle fasi di alta formazione che al mondo del lavoro sono le più prossime. Molti studi e ricerche sono stati dedicati alla formazione primaria e ai suoi obiettivi, mentre sulla formazione universitaria ci si è occupati molto di più dei contenuti e delle performance da raggiungere che dei metodi e degli obiettivi. La formazione dei docenti, al di là delle loro competenze specialistiche per settori disciplinari, è un argomento quasi completamente trascurato. Le riflessioni circa questa tematica si basano, oltre che su una vasta documentazione sul campo, sull'esperienza diretta e prolungata dell'autrice come docente di Tecnologia in alcune Facoltà di Architettura e sono rivolte ai docenti e agli studiosi, ma anche agli studenti che, in un certo senso, sono considerati i destinatari privilegiati di queste riflessioni. -
Fondazione Plart. Plastica, arte, artigianato, design
Oggetto principale di questo libro è la Fondazione Plart che comprende un museo, un centro di ricerca e di restauro, un'organizzazione didattica, una struttura espositiva per la promozione artistica delle materie plastiche, con sede a Napoli. Pertanto il testo è articolato in capitoli in cui le informazioni generali sono anteposte a quelle contenenti argomenti particolari. Esemplificando, il discorso sulla Fondazione e la sua attività è preceduto da un altro sulla cultura materiale e la plastica stessa, l'argomento usa-e-getta viene dopo alcuni cenni sull'ecologia, la teoria del ""quadrifoglio"""" prelude altri temi storico-critici, mentre centrale, solitario, ma pertinente ogni altro tema del testo, resta il concetto di """"artidesign""""."" -
Pascale Marthine Tayou. Secret garden. Catalogo della mostra (Roma, novembre 2012-aprile 2013). Ediz. italiana e inglese
Il MACRO presenta Secret Garden, mostra dell'artista camerunense Pascale Marthine Tayou, tra i più significativi della scena artistica contemporanea. La sua poetica - così come il nome declinato al femminile - è deliberatamente eterogenea, priva di schemi predeterminati; ne scaturiscono opere che sono esito di un processo artistico sospeso tra il racconto eccentrico del quotidiano e la necessità di mescolare culture, situazioni, peculiarità umane e geografie. -
Paesaggi di rovine e paesaggi rovinati-Landscapes of ruins ruined landscapes
L'Italia è disseminata di paesaggi in cui il rapporto tra archeologia, spazio urbano e natura, rappresenta un terreno materiale e concettuale per possibili sinergie fisiche e culturali. Se non dobbiamo guardare al classico come morta eredità, ma come qualcosa da riconquistare ogni giorno, l'archeologia può rappresentare un punto di partenza per definire nuovi valori relazionali, fondati sul riconoscimento di appartenenze e avvalorati dalla condizione di poter far parte simultaneamente dei processi culturali ed economici del passato e della contemporaneità. Il valore simbolico della storia e la coscienza del passato - che ricoprono un ruolo così importante nella cultura mediterranea - hanno invece spesso determinato una preoccupante e schizofrenica rigidità nei confronti della trasformazione dei luoghi, producendo un'anacronistica cesura spazio-temporale tra passato e futuro, tra conservazione e innovazione.