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Di mare e di terra, di amore e di fabbrica, Storie e immagini dal territorio di Rosignano marittimo
Di mare e di terra, di amore e di fabbrica. Ma anche di lavoro, viaggi, migrazioni. Di ricchezza e povertà, di politica e di passioni. Di questo e di molto altro ci raccontano le storie e le immagini raccolte da Foresta Bianca nel territorio di Rosignano Marittimo. Senza retorica né verità precostituite, con la semplice ruvidezza della vita reale, le voci e le immagini di famiglia degli abitanti diventano un unico, grande, album collettivo, profondamente legato a un luogo specifico ma capace di evocare molte delle vicende più importanti della società italiana dal dopoguerra ad oggi. E, in fondo, della vita umana. -
Giulio Turcato. Stellare. Ediz. illustrata
A cento anni dalla nascita, il MACRO celebra Giulio Turcato (1912-1995), uno dei maggiori artisti italiani del secondo Novecento. Il catalogo della mostra offre un excursus su oltre venti anni di produzione dell'artista - con particolare riferimento al periodo compreso fra il 1950 e il 1975 - attraverso una selezione di lavori tra i più importanti di quella stagione.Le opere di Turcato, da sempre impegnato sul fronte dell'astrattismo, testimoniano la tensione fra forma e colore e la ricerca di nuovi orizzonti spazio-temporali che ne caratterizzano tutta la produzione artistica: ""la mia stesura del colore è istintiva, non razionale, non studiata: è forte la presenza dell'imprevisto, dell'incognito, dell'inconscio"""" dichiara l'artista. Completa il volume una ricca documentazione - costituita da fotografie, disegni, lettere, scritti, estratti di periodici e cataloghi - proveniente dall'Archivio Giulio Turcato. Con testi di Benedetta Carpi De Resmini, Maria Grazia Messina, Giuseppe Di Natale, Martina Caruso, Emilio Villa e dell'artista."" -
Hidetoshi Nagasawa. Ombra verde. Ediz. italiana e inglese
Il catalogo rende omaggio all'artista giapponese Hidetoshi Nagasawa, uno dei grandi protagonisti della scultura internazionale contemporanea e stabilmente in Italia dal 1967, presentando un nucleo di sette opere rappresentative del suo lavoro, dal 1989 ai più recenti sviluppi. La sua ricerca, inserita dalla fine degli anni sessanta nel clima culturale internazionale ricco di fermenti tra concettuale, arte povera e processuale con sculture, azioni e video, ha subito negli anni ottanta un cambiamento di scala, concretizzandosi in installazioni dalla valenza ambientale al confine tra scultura e architettura, in opere capaci di sfidare le leggi della fisica e la forza di gravità. Le sue opere rivelano la costante compresenza di due poli, Oriente e Occidente, che compongono forze e sollecitazioni diverse partecipando alla definizione delle forme in un'esattezza dovuta all'equilibrio tra le parti. In mostra sette grandi gruppi plastici realizzati in materiali come marmo, legno e metalli tra cui un'opera totalmente medita, Epicarmo (2012) che rivelano la consapevolezza con la quale l'artista si relaziona con lo spazio, instaurando un dialogo attivo con le grandi dimensioni dell'ambiente. -
Vite sbobinate e altre vite
Con un radiodiscorso di Cesare Zavattini ""Se è vero che i naïf dipingono senza saper dipingere è anche vero che possono scrivere senza saper scrivere."""" Cesare Zavattini. Alfredo Gianolio, incoraggiato dall'amico Cesare Zavattini, ha incominciato attorno al 1970 a registrare e trascrivere (cioè sbobinare) con amorevole cura i racconti autobiografici dei pittori naïf che vivono lungo il Po. Sono narrazioni orali di vite singolari, che compongono l'affresco di una popolazione secondaria e un po' storta nata dal Po, forse ora in via di estinzione; una popolazione di pittori senza pretese che non appartengono alla storia dell'arte, ma semmai alla storia delle disgrazie umane. Ha detto una volta Gianolio che questi pittori del Po sono come i fiori cresciuti in serra, che, messi fuori, a contatto con la cultura, si affievoliscono e finiscono per sparire."" -
Ars est celare artem. Da Aristotele a Duchamp
La miglior retorica è quella che non si nota. Se chi ci ascolta si accorge che stiamo usando degli artifici, l'effetto è compromesso. Gli avvocati di una volta lo sapevano: guai a farsi sospettare esperti, guai a far trasparire le proprie capacità. Non per nulla l'idea che la vera arte consista nel nasconder l'arte è stata teorizzata per la prima volta nella retorica classica, da Aristotele a Cicerone. Ma, a partire da qui, questo curioso paradosso compie una carriera inaspettata, proliferando nei campi più disparati: dalla cosmetica alla politica, dall'arte del tiro con l'arco a quella del giardino, dal galateo all'abbigliamento, senza dimenticare naturalmente le arti nel senso consueto della parola, dalla pittura alla musica, dalla danza alla poesia. Come dovrebbe fare ogni buon saggio di storia delle idee, questo libro mette in rapporto luoghi, autori e testi tra i quali non sospetteremmo alcun collegamento. Si dipana così una storia che attraversa tutta la cultura occidentale, dall'anonimo del ""Sublime"""" al """"Cortegiano"""" di Baldassar Castiglione, dai moralisti francesi a Leopardi, da Ovidio a Dryden, da Michelangelo a Duchamp, ma a partire dalla quale è possibile gettare un ponte anche verso le filosofie orientali dello Zen e del Tao. Ma attraverso la storia dell'""""ars est celare artem"""" scopriamo anche qualcosa di essenziale per l'idea stessa di arte, il suo essere sempre inevitabilmente regola e invenzione, tecnica e creatività, tradizione e innovazione."" -
L' invenzione di una forma. Poetica dei generi di Samuel Beckett
Nessuna moderna rilettura dell'opera di Samuel Beckett dovrebbe trascurare quel nucleo di instabilità che ne caratterizza la produzione, e che si esprime in un evidente e ben noto dualismo, linguistico (bilinguismo) e formale (teatro e narrativa). Il presente studio si propone, in un'ottica critica dichiaratamente debole, di ricostruire lo stratificarsi paradossalmente sistematico di tale fulcro magmatico, di rintracciarne la genesi ed abbozzarne filologicamente le tappe, sottolineando peraltro un aspetto ancora inesplorato della ricerca beckettiana: l'enfasi sulla dimensione sensibile della scrittura e la sua parallela smaterializzazione come via verso un radicale ripensamento del concetto stesso di letteratura. -
L' isteria, la depressione e Lacan
Cos'è, per una donna, la femminilità? E che rapporto c'è fra questa, l'isteria e la depressione? Il triangolo conoscitivo che ha come vertici questi tre concetti è al centro di questo saggio. Le linee che congiungono la donna - e il suo mistero - con l'isteria e la depressione, tracciate dall'autore a partire dagli insegnamenti di Jacques Lacan, ci rivelano una geometria più complessa di quanto certa psichiatria vorrebbe. Ancora fino agli anni '80 la nevrosi era una categoria clinica molto solida, con un rapporto riconosciuto con la depressione. Oggi invece sembra sparita, cancellata con un colpo di spugna dalla più recente classificazione dei disturbi mentali. Ma le domande delle pazienti (""Perché vuole proprio me? Forse si sbaglia? Forse si accorgerà del suo errore e cambierà idea?"""") ignorano ottusamente le rivoluzioni tassonomiche. In questo volume l'autore guida alla riscoperta del concetto di isteria, mostrando come la relazione sintomatica della donna con il suo femminile - ma anche dell'uomo con il suo maschile - possa esprimersi nella depressione. L'interrogativo sull'essenza del femminile e del maschile è attraversato dal tratto del rapporto con il desiderio: l'isteria è far desiderare. Compito dell'analisi è fare in modo che il soggetto accetti di """"lasciarsi andare ad essere"""" preferendo la pienezza a una mancanza."" -
La costituzione tecnica dell'umano
La modernità è vista spesso come l'epoca della tecnica e in età contemporanea come l'epoca dei dispositivi. Un dispositivo in particolare sembra oggi emergere ed esercitare la sua egemonia sugli altri: la rete. Dispositivo di dispositivi, spazio senza scarti dell'agire globale collettivo, la rete si propone con sempre maggiore forza come un autentico spazio politico. Resta aperta la questione se questa sfera pubblica renda possibile la formazione di nuove soggettività plurali, di congiunzioni tra dispositivi e soggetti capaci di rendere conto di un orizzonte politico mutato profondamente. L'ipotesi che si vuole perseguire qui è che questi mutamenti vadano rintracciati e indagati a partire dai fenomeni di riestetizzazione tecnica della sensibilità umana e dalle nuove pratiche di manipolazione dell'immagine che la tecnologia ci offre oggi. I numerosi movimenti di protesta che stanno attraversando il mondo contemporaneo (Onda verde, Primavera araba e così via) restano ancora aperti sul piano politicoistituzionale, ma mostrano chiaramente l'affacciarsi di una nuova estetica politica della comunicazione globale. -
Architettura e materia. Realtà della forma costruita nell'epoca dell'immateriale
Negli ultimi vent'anni, dopo molte architetture ""di carta"""" o, loro malgrado, rimaste sulla carta, l'architettura si trasforma da oggetto ieratico, intellettualistico e talvolta ostile, in oggetto da guardare e toccare con curiosità e interesse. Un oggetto disinvoltamente seducente, oltre che per le proprie forme, anche per le proprie caratterizzazioni fisiche ed epidermiche che, sempre più spesso, assumono però i tratti troppo distintivi dell'eccezione e dell'invenzione fine a se stessa. Questo volume vuole essere allora un contributo per ricondurre la discussione sull'uso della materia e dei materiali all'interno degli ambiti teorici che gli sono propri a partire da alcune esperienze architettoniche imprescindibili della storia dell'architettura moderna e no - come quelle di Sigurd Lewerentz, Mies van der Rohe o Louis Kahn. Così il rapporto con categorie come la tecnica e la natura, il ruolo del giunto, il progressivo affermarsi della materia come valore in sé, il ridefinirsi del rapporto tra forma e materia sono i temi che si intrecciano, all'interno dei diversi capitoli, nella lettura delle opere e del pensiero di alcuni tra i maggiori architetti del nostro tempo."" -
Per la città di Roma. Mario Ridolfi urbanista 1944-1954
Alla fine della seconda guerra mondiale Mario Ridolfi ritenne necessario occuparsi dei problemi relativi alla dimensione della città e del suo disegno complessivo. In quel momento, l'urgenza delle questioni urbane prevalse sui temi di natura architettonica e l'urbanistica tornò ad essere occasione di elaborazione culturale e di confronto politico. L'annullamento della dialettica democratica nella gestione delle politiche urbane durante i vent'anni del fascismo, le distruzioni provocate dai bombardamenti aerei e dall'essere stato il nostro Paese teatro di battaglie tra eserciti combattenti e di una guerra partigiana avevano infatti generato un groviglio di problemi estremamente complesso per affrontare il quale né i professionisti, né i dipendenti delle amministrazioni pubbliche apparivano adeguatamente attrezzati. Il Ridolfi urbanista richiamato nel titolo è quindi il Ridolfi meno noto, quello che nei dieci anni che vanno dal 1944 al 1954 - dalla fine della guerra al progetto delle torri di viale Etiopia - è impegnato a progettare, prima come architetto-urbanista e poi in sede politica, il futuro assetto della sua città. -
Ricostruzione e governo del rischio. Piani di ricostruzione post sisma dei comuni di Lucoli, Ovindoli, Rocca di Cambio e Rocca di Mezzo. Ediz. italiana e inglese
L'esperienza abruzzese della facoltà di Architettura della Sapienza di Roma, coinvolta come altre università nella ricostruzione post-sisma dei centri storici dei piccoli comuni aquilani, è contraddistinta da significative specificità connesse ai caratteri dell'evento distruttivo, alle misure legislative adottate e al modello scelto per la ricostruzione. Tali elementi possono ben rappresentare non solo la differenza di questa ricostruzione rispetto ad altre esperienze del passato, ma anche la profonda diversità tra la vicenda dei 56 piccoli Comuni del cratere e quella della città dell'Aquila. Nel lavoro svolto dalla Sapienza la ricostruzione è intesa come dispositivo d'interazione tra soggetti diversi, capace di garantire la riqualificazione e la rivitalizzazione dei centri storici, afflitti dallo spopolamento e dall'abbandono, di stimolare dinamiche endogene di rilancio socio-economico e di favorire l'integrazione tra politiche di tutela ambientale e politiche di sviluppo, in particolare rivolte al turismo. Questo in sintesi l'indirizzo programmatico che orienta i Piani di Ricostruzione dei Comuni dell'Area Omogenea della Neve presentati in questo libro. -
Indocili soggetti. La politica teologica ti Thomas Hobbes
Questo libro fornisce al lettore un agile prospetto della politica teologica di Thomas Hobbes, mostrando come l’opera del filosofo di Malmesbury non sia solo il passaggio decisivo nella determinazione del dispositivo concettuale della sovranità moderna, ma anche uno snodo determinante nello sviluppo delle tecnologie discorsive che hanno concorso alla produzione dell’indi vi duo moderno, alla sua peculiare forma di vita. Questo percorso svela come il tentativo di Hobbes debba continuamente fare i conti con l’indocilità degli uomini: non si tratta solamente della naturale insocievolezza da Hobbes ampiamente argomentata, ma soprattutto di quella tensione verso il futuro orientata dalla speranza che porta gli uomini a desiderare una vita altra, passione che il dispositivo di sovranità cerca di disciplinare fornendosi di una specifica politica teologica. Il Leviatano teme più di ogni altra cosa questi indocili soggetti: essi tendono, infatti, a de-individualizzarsi, a lottare in comune per qualcosa posto al di sopra della loro stessa sopravvivenza industriosa, ad unirsi per un’altra forma di vita possibile. -
The architectural space for choral music
Music and architecture have often been closely related. A classic book such as Architectural Principles in the Age of Humanism by Rudolf Wittkower is largely based on this fascinating relationship in Florence and Venice during the Renaissance but it is only one example. The Europa Cantat Festival in Turin, 2012, with its use of historic architectural and urban spaces for choral performances of all kinds, has provided the opportunity to explore this topic once again by studying more deeply not only the historic choirs of Bernardo Vittone and Filippo Nicolis di Robilant but also a modern spaces like the Astra Theater in Turin. By involving students and teachers from different European Schools of Architecture, new ways have been explored in the design of urban and interior spaces for choral concerts. This book is a collection of essays written from different perspectives: those of architects (historians and designers), musicians, scholars and even opera singers.Valeria Minucciani is Assistant Professor at Politecnico di Torino, where she teaches Museography and Interior Design. Among her research interests there are virtual museum (and, in general, the ICT use in preserving and communicating the Cultural Heritage); musealization of archaeological sites and musealization of religious heritage; exhibit design and interiors Architecture. On these subjects she's author of many papers, chapters and books. She’s already dealt with Music and Architecture, and on this topic she’s author with Alessandra Morra of Eso. Lo spazio architettonico della composizione musicale di Ezio Bosso (2010).Edoardo Piccoli teaches Architectural History at the Politecnico di Torino. His research focuses on 17th and 18th century architecture with a specific interest for French and Italian architecture and architectural theory. He has edited books and written essays and chapters to collective works and exhibition catalogues (essays on Guarino Guarini, Jacques-François Blondel, Bernardo Antonio Vittone, and on baroque vault construction).Maria Maddalena Margaria in 2012 she received PhD in Cultural Heritage with a thesis about cultural park in the metropolitan contest. She worked with Studio Baciocchi in Arezzo participating in many projects for the PRADA’s group. Since 2011 she is research fellow at the Politecnico di Torino, her research interests focus on museography and retail design.Andrea Ronzino is a young Architect, magna cum laude graduate In Architecture-Construction at the Politecnico di Torino. He’s also interested in Archaeological Musealisation and has conducted more than one year research, on themes inherent with Architectural omposition, at the Escuela Técnica Superior de Arquitectura of the Universistat Politècnica of Valencia. -
Selve d'amore
Quattro bellissimi racconti inediti di Gianni Celati, che continuano idealmente i Costumi degli italiani del 2008, e trattano della vita randagia e molto conturbata dell'epoca tra adolescenza e prima giovinezza. Nel primo si racconta dell'agitazione erotica che serpeggia tra le mura domestiche del narratore, perso nelle ""selve amorose"""" dove chi va sbaglia strada, come dice Ariosto. Poi lo strano caso Mucinelli, un investigatore la cui sola presenza mette in subbuglio l'assessore Rovina e gli altri protagonisti dei corrotti traffici della cittadina. Nel terzo il matrimonio del fratello maggiore con la figlia del ricco industriale Bellavista; e infine la meravigliosa ultima notte di Pucci prima del suo ricovero in manicomio. Emersi dal fondo dei ricordi autobiografici di Celati, questi racconti toccano con una comicità soffusa e una leggera malinconia gli aspetti più riconoscibili e consueti della razza umana."" -
Imparare dalla Luna
La Luna torna al centro dei programmi di esplorazione dello spazio e i suoi futuri visitatori troveranno ad attenderli un'attrattiva senza paragoni: i primi parchi archeologici della presenza umana fuori dalla Terra. Già in previsione delle missioni robotiche, la Nasa ha proposto di limitare l'avvicinamento ai siti storici degli allunaggi per proteggere le zone calpestate dagli astronauti più di quarant'anni fa e tutelarle da possibili contaminazioni. Quale valore possiamo però attribuire alle tracce lasciate dagli uomini sulla Luna? E perché considerare come un tesoro culturale anche i rottami, gli scarti, la zavorra in cui consiste la maggior parte degli oggetti che vi si trovano? Imparare dalla Luna significa esaminare i paradossi della sua imminente trasformazione in museo per ricavare indicazioni su fenomeni che oggi, sulla Terra, rappresentano l'altra faccia del dominio della tecnica: la logica del turismo, il nostro rapporto feticistico con le cose del passato, la confusione fra testimonianza storica e spettacolo. Significa, in altre parole, provare a risvegliarsi dal XX secolo e dai modelli di sviluppo che l'hanno caratterizzato. -
Autismo. A ciascuno il suo genoma
L'autismo, oggi più che mai, è al centro dell'attenzione della comunità scientifica e dell'opinione pubblica. In particolare si va affermando una critica radicale ai modelli sinora usati, accusati di incapacità nell'affrontare la questione; mentre sono sempre di più gli studiosi che fanno riferimento alla genetica come campo di indagine delle cause prime dell'autismo. Ma la causa genetica dell'autismo è così certa come si dice? In questo volume Ariane Giacobino e François Ansermet illustrano in modo chiaro e diretto i risultati delle ricerche più avanzate. Ne emerge un quadro in cui il codice genetico non sembra in grado di fornire, da solo, una causalità univoca. Al contrario: se è pur vero che ogni caso di autismo è geneticamente determinato, queste determinanti sono variabili, molteplici, eterogenee. Si definisce dunque la necessità di affrontare ciò che costituisce ""il proprio"""" di ciascun caso. E in questo senso la psicoanalisi è cruciale nel mettere in campo la singolarità di ognuno, autistico o no. Viene così a definirsi un inedito spazio di intersezione, e di possibile collaborazione, fra due campi sinora contrapposti: la genetica e la psicoanalisi. Introduzione di Antonio Di Ciaccia e Diego Centoze"" -
Rappresentanza-rappresentazione. Una questione degli studi culturali
Esiste un nesso che lega la rappresentazione, nella sua accezione estetica, e la rappresentanza come tema della filosofia politica? Con quali modalità e quali forme il tema della rappresentanza politica si connette costantemente nell'esperienza filosofica moderna con la storia dell'arte e della comunicazione artistica e letteraria? In che misura gli strumenti tradizionali della produzione estetica si sono messi al servizio del potere politico? E, per converso, perché il potere politico si serve per autorappresentarsi di strategie comunicative che non trascurano le loro valenze estetiche e s'intrecciano con la storia delle arti e della letteratura? I saggi presenti nel volume costituiscono una risposta a queste domande da parte di studiosi di estetica, filosofi della politica e teorici della letteratura italiani e stranieri. -
Critica/crisi. Una questione degli studi culturali
Critica/crisi è un'endiadi fondamentale per il pensiero moderno e contemporaneo. Essa ha caratterizzato la nascita del moderno concetto di cultura, intesa come la figura di pensiero che si costruisce attraverso una riflessione su se stessa (critica) e attraverso la continua messa in discussione di se stessa (crisi). L'esistenza di numerosi e fecondi ""cultural turns"""" è la prova più evidente che la modernità si è immaginata a partire dal concetto di cultura e la cultura si è immaginata a partire dai concetti di critica e crisi. Nel volume autori italiani e stranieri si confrontano sui numerosi significati dei due concetti."" -
Lessico mitologico goethiano. Letteratura, cultura visuale, performance
Il volume disegna il lessico di base delle riscritture mitologiche di Goethe. Si tratta di brevi monografie che tengono insieme informazioni analitiche e, nel contempo, interpretazioni originali delle figure mitologiche cui Goethe dedica importanti opere. Gli autori coinvolti, tra i più autorevoli germanisti e comparatisti europei, sono i protagonisti di una rivoluzione della filologia goethiana che muove le mosse da una più consapevole analisi della cultura visuale e teatrale del massimo scrittore tedesco. -
Potenza della lirica. La filosofia della poesia moderna e il paradigma Celan
Come ragionare di poesia moderna? Cos'è che rende questa forma d'arte tanto inquietante da determinare reazioni sempre ambivalenti, perlopiù estreme, quasi mai neutrali? Per quale ragione poeti come Celan, Benn, Éluard, Ungaretti e Montale ci appaiono intriganti e irritanti, suggestivi e talvolta enigmatici, ma mai indifferenti al nostro sentire? Nella prospettiva di questo libro, la questione verte intorno al tema della lingua e soprattutto intorno al paradosso della sua potentissima ""impotenza"""". Un percorso filosofico serrato che muove nella prima parte del testo attraverso i nodi fondamentali delle teorie poetologiche del '900 per delineare la sua genuina potenzialità. In tale contesto Paul Celan ben rappresenta un caso esemplare: la sua è una poesia densa, fatta di ritmi spezzati, brandelli di metafore, intrecci di tempi, spazi, memorie. Nel luogo paradossale e perfettamente orchestrato della sua arte è possibile - questa la tesi - rintracciare la trama di una vera filosofia della lirica, segnata dalla nostalgia per la semantica ma anche dalla consapevolezza della vacanza del senso. Vacanza che, con adeguati strumenti estetici, può essere recuperata.""