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Adolf Reinach. La fenomenologia, il realismo
Adolf Reinach, allievo di Edmund Husserl ma critico della svolta idealistico-trascendentale del maestro, è stato forse il fenomenologo che meglio ha incarnato l'ideale di filosofia da questi presentato nelle Ricerche logiche. Considerato il fondatore dell'odierna ""fenomenologia realista"""", non si definì mai """"realista"""". Reso dai suoi attuali epigoni l'iniziatore di una crociata filosofica, che probabilmente non condusse, quella contro l'idealismo e, in particolare, contro l'idealismo fenomenologico, ha recentemente goduto di nuova fortuna proprio in virtù della sua riscoperta ideologica. Il presente studio intende smantellare tale sovrastruttura per verificare se la """"fenomenologia"""" di Reinach sia stata anche, effettivamente, un """"realismo"""". Ne verrà un quadro innovativo, all'interno del quale l'espressione """"fenomenologia realista"""" troverà il suo autentico senso filosofico."" -
Lingua e legame sociale. La nozione di comunità linguistica e le sue trasformazioni
Categoria chiave dell'indagine sociolinguistica, la nozione di ""comunità linguistica"""" è stata considerata, al pari dei termini identità o cultura, un concetto rischioso, e tuttavia indispensabile ai fini della delimitazione dei concreti ambiti della ricerca. Alla base di questo volume c'è la convinzione che per una più adeguata comprensione della validità scientifica di questa categoria sia importante analizzarne la genesi storica, posta al crocevia tra diverse discipline: linguistica e sociologia, filosofia e teoria politica. Muovendo dalla classica opposizione tra comunità e società, elaborata da Ferdinand Tönnies alla fine dell'Ottocento, il percorso qui proposto attraversa alcuni snodi della moderna riflessione sociologica e linguistica, per far emergere la fondamentale valenza politica del rapporto tra lingua e legame sociale, oggi tornata al centro dei più cruciali dibattiti sulle società multiculturali."" -
Il pataffio
Il ""pataffio"""" di Malerba è un buffo romanzo che si muove in un medioevo pieno di fame e carestia. I nomi dei personaggi sono già un eloquente programma, il marconte Cagalanza, la marcontessa Bernarda, grassa e scontenta, la corte tutta disgraziata e approssimativa, con i soldati arrugginiti e affamati, i contadini più affamati ancora, raramente qualcuno trova un pollastro o un somaro cotto, più spesso lo sogna. Alla fame non c' è mai fine, e questa è la trama fondamentale che accomuna contadini e sgangherati signori. Si parla un bellissimo maccheronico semi romanesco, semi latino, o semi qualcosa d'altro. Parente prossimo della """"Armata Brancaleone"""" di Mario Monicelli."" -
L' alternativa ambiente
Mentre l'ecologia radicale, trincerata dietro i suoi rigorosi precetti, cerca di resistere, mentre il Green business si organizza per accaparrarsi il mercato bio, una terza strada, senza nome, ma che qui chiamo ""Alternativa ambiente"""", nasce dall'intrecciarsi di mormorii - analisi contraddittorie, bilanci di catastrofi, azzardate profezie -, ma anche da dati certi, esperienze e ricerche attendibili. L'""""Alternativa ambiente"""" guarda con interesse alla decrescita, ma senza aderirvi del tutto, prende le distanze dal Green business, ritenuto eccessivo, e, piuttosto che attendersi una qualche forma di salvezza dai parlamentari della Repubblica, si mette in attesa interrogando i possibili impatti dell'effetto-farfalla. Sì, il giardino è planetario, più nessuno può dubitarne, ma chiunque sia sufficientemente avvertito, da misurare l'ampiezza di una tale questione, si chiede come si possa diventare giardinieri, di questo giardino qui. Nessuna risposta arriva in un colpo solo. L'umanità incredula, di volta in volta addormentata dai media e risvegliata dalla crisi, saggia nuovi modi di vita, tenta nuovi percorsi in territori sconosciuti. Tutto è da inventare, tutto sembra nuovo."" -
Il quinto martello. Pitagora e la disarmonia del mondo
Passeggiando nei pressi di una fonderia - così si narra - Pitagora ebbe la prima fulminante intuizione circa l'armonia: il suono calibrato che usciva dal luogo lo spinse a entrare e indagarne la natura. Entrato, trovò cinque uomini che impugnavano altrettanti martelli di diverse grandezze. Scoprì così che quattro di quegli utensili, tutt'altro che musicali per loro natura, grazie a ben precise dimensioni, riuscivano a emettere un suono armonico, capace di dilettare l'orecchio oltre ogni aspettativa. Era il primo passo per lo studio dell'armonia sonora e dell'approccio alle leggi che governano la musica. Il quinto di quei martelli invece - punto nodale del discorso dell'autore - venne scartato dalle osservazioni di Pitagora, non essendo egli stato in grado né di misurarlo, né di udirlo distintamente. Cosa indusse Pitagora a questa azione di scarto così ferma e decisa? Il libro parte proprio da questo, ipotizzando che la scelta offra la chiave per la definizione dell'idea stessa dell'armonia. Dal rifiuto del quinto martello, infatti, sarebbe nata la teoria del suono musicale, rifiuto che coincide con il primo assioma della scienza del mondo sensibile. -
Ubicumque. Saggio sul tempo e lo spazio della mobilitazione
Siamo soggetti a continue interferenze determinate dal sistema attuale della comunicazione. In ogni momento, occupazioni e attività possono essere interrotte e ridirezionate secondo esigenze provenienti da un altrove che si sovrappone al nostro qui e ora. Viviamo spazi incerti ed esposti dove non siamo mai pienamente. Dove, letteralmente, il ""proprio"""" (proprius) è posto fuori (ex). Nell'odierno ambiente teletecnico, il fatto di essere sempre anche attesi e pretesi su altri fronti, in primis quello produttivo, agisce come uno spettro. Lo spettro dell'inefficienza, che impone alle nostre risorse operative un training ininterrotto, chiamandole a una disponibilità in cui attenzione e distrazione si rincorrono continuamente. Dobbiamo assicurare la nostra presenza sul fronte di una produttività immediatamente computabile e verificabile all'istante, sull'arco cioè di una temporalità massimamente abbreviata. """"Espropriazione"""", qui, significa allora che l'orizzonte della vita smarrisce la durata come misura di una possibile costruzione del senso del sé e del mondo. Non solo, è anche un orizzonte menomato in ragione di una unilateralità che preordina lo sviluppo e l'educazione delle nostre facoltà e competenze, pregiudicando così altre possibili direzioni dell'essere."" -
Una storia invisibile. Morante Ortese Weil
Elsa Morante e Anna Maria Ortese: due grandi narratrici del secondo Novecento che occorre rileggere, due vertici di un ideale triangolo che occorre ricostruire: nei nessi che conducono dall'una all'altra, e più ancora nel legame nascosto - una storia invisibile nel cuore della letteratura italiana contemporanea - che connette ciascuna delle due, e ciascuna per proprio conto, a una delle figure più singolari del ventesimo secolo, Simone Weil. L'indagine, fondata in parte su riscontri testuali e su testimonianze, in parte su dati e riscontri indiziari, conduce verso territori poco esplorati: l'orientalismo nella visione morantiana del mondo, l'epos omerico su cui si modella ""La Storia"""", il misterico retroterra riflessivo dell'opera della Ortese. Un vasto panorama critico ne esce completamente ridisegnato, restituendo a due protagoniste della letteratura contemporanea una sostanza e una coerenza di pensiero rimaste troppo a lungo nell'ombra."" -
La seconda vita degli edifici. Riflessioni e progetti
La locuzione seconda vita allude alla pratica della guarigione; implica un'idea di cura che sottende uno sguardo amorevole verso ciò che esiste ma impone anche, di contro, la presa d'atto che gli spazi urbani e architettonici in cui viviamo sono malati, insani, affetti da disfunzionalità che solo una ben orientata cultura del riuso può sanare. Il volume si occupa, dunque, dell'intervento sull'esistente nell'accezione più ampia possibile: intervento su un esistente qualificato, intervento su un esistente ordinario. Ciò che si intende sostenere è che le due operazioni siano in realtà due declinazioni di uno stesso tema progettuale: il lavoro su ciò che già c'è, su ciò che è materia del nostro paesaggio quotidiano. In questo senso lo sguardo non intende porre ""paletti"""" disciplinari, estendendosi a considerare un'area vasta che riavvicina idealmente patrimonio alto (edilizia storica) e patrimonio basso (edilizia corrente), a favore di una cultura del recupero volta alla valorizzazione di tutte le risorse disponibili sul territorio. In questo quadro, l'obiettivo del volume è di concorrere alla definizione di un """"pensiero del riuso"""" che superi gli steccati disciplinari e ricomponga l'insieme delle conoscenze relative ai due settori disciplinari che tradizionalmente si """"contendono"""" la materia (progettazione e restauro), per consentire il dialogo tra i diversi operatori competenti e garantire la possibilità di un confronto nell'ambito dell'informazione sulle tecniche..."" -
La vita segreta del Monumento Continuo. Conversazioni con Gabriele Mastrigli
Fondato nel 1966 da Adolfo Natalini e Cristiano Toraldo di Francia, ai quali si sono poi uniti Gian Piero Frassinelli, Roberto e Alessandro Magris e Alessandro Poli, il Superstudio è stato tra i gruppi più influenti della cosiddetta architettura radicale. rn«Le interviste sono un'onesta riflessione su una singolare stagione del nostro design e del dibattito teorico sull'architettura e la città che divampò negli anni Sessanta» - Il Manifestorn«Un interessante libro» - Corriere fiorentinornNel clima generale delle neoavanguardie italiane e all’interno di un inedito e intenso campo di forza politico, il Superstudio si sviluppa a Firenze nell’alveo dell’insegnamento dei tre grandi Leonardo – Benevolo, Ricci e Savioli – in parallelo ad Archizoom, 9999, Ziggurat, UFO, Gianni Pettena e altri ancora. Nonostante l’asciuttezza metafisica delle immagini – forse la critica più dura alle pretese salvifiche del Movimento Moderno – il Superstudio è stato tutt’altro che un gruppo omogeneo. Basti pensare ad Adolfo Natalini e Cristiano Toraldo di Francia, che arrivano all’architettura rispettivamente dalla pittura e dalla fotografia, oppure a Gian Piero Frassinelli, che coltivava interessi specifici per l’antropologia. Le conversazioni di Gabriele Mastrigli con i tre protagonisti, realizzate in occasione della Biennale di Venezia diretta da Rem Koolhaas – di cui è noto il debito giovanile nei confronti del gruppo fiorentino –, ripercorrono, ciascuna da un punto di vista differente, l’intero percorso del Superstudio: dalla mostra fondativa Superarchitettura, alle visioni distopiche del Monumento Continuo (1969) e delle Dodici città ideali (1971), sino agli Atti fondamentali (1972-73), il più ambizioso tentativo di affrontare la relazione fra vita e progetto attraverso una radicale rifondazione antropologica e filosofica dell’architettura. Allo stesso tempo i tre racconti rivelano che il progetto del Superstudio consisteva nel sublimare le peculiarità dei suoi membri in un soggetto superiore e anonimo – da cui il nome stesso del gruppo – in grado di trasformare la cifra autobiografica in strategia operativa condivisa e in metodo di lavoro. È un’inclinazione che non cessa di esercitare un forte magnetismo verso le nuove generazioni di architetti e designer anche oggi, a cinquant’anni di distanza dal loro esordio. -
Le bal des arts. Le sujet et l'image: Écrire avec l'art
Aujourd’hui, les frontières des formes artistiques tendent à devenir de plus en plus indéfinissables sous l’effet d’une intense activité de circulation, d’hybridation et de métissage conduisant à la naissance de nouveaux régimes de la création et à la composition d’oeuvres complexes et multiples. Les textes littéraires n’échappent pas à cette transformation mettant en scène de nouveaux paradigmes de lecture et de signification par l’expérimentation d’autres manières de dire la réalité, de raconter des histoires, de se poser face au monde. Le sujet, son statut et les modalités de sa présence dans les oeuvres littéraires qui entretiennent une relation avec les autres arts, sont autant d’axes privilégiés dans ce volume. En transgressant les frontières entre les arts, les oeuvres donnent à voir et à penser des univers de signification et de représentation élargis devant lesquels le sujet bénéficie en retour d’un accroissement de ses capacités de compréhension et d’invention. Dans ces textes la communication entre les différentes formes artistiques se trouve mise en jeu au point qu’il ne suffit plus de la définir en termes d’hybridation, et qu’il convient peut-être mieux d’y réfléchir en termes d’intermédialité.Le présent volume reprend ces thématiques de recherche et ces interrogations ; il les approfondit et les développe en déchiffrant des pratiques d’écriture contemporaines qui entretiennent des rapports étroits avec les arts et les techniques de l’image. Les mises au point théoriques et méthodologiques côtoient des analyses pointues et des propositions d’interprétation de phénomènes nouveaux et encore peu définis par la critique. Textes de Margareth Amatulli, Marcella Biserni, Elisa Bricco, Jean-Max Colard, Isabelle Dangy, Bruna Donatelli, Jutta Fortin, Fabien Gris, Marina Ortrud M. Hertrampf, Marie-Pascale Huglo, Denis Mellier, Danièle Méaux, Maurizia Migliorini, Nancy Murzilli, Magali Nachtergael, Annie Oliver, Jean-François Py, Chiara Rolla, Erica Tacchino, Dominique Vaugeois, Bernard Vouilloux.Avec la participation d’Arno Bertina, Patrick Chatelier, Frédéric Ferney, Christian Garcin, Nathalie Léger. Elisa Bricco est professeur associé à l’Université de Gênes, où elle poursuit ses recherches sur les écritures contemporaines de langue française. Elle a publié récemment Le défi du roman. Narration et engagement oblique à l’ère postmoderne (Peter Lang, Berne 2014). Elle a écrit entre autre sur A. Bertina, F. Bon, J. Echenoz, A. Fleischer, S. Germain, E. Hocquard, V. Rouzeau, A. Volodine. Elle dirige le groupe de recherche de l’ARGEC (Atelier de recherche génois sur l’écriture contemporaine). -
Luca Maria Patella. Ambienti proiettivi animati. 1964-1984. Ediz. multilingue
Il catalogo documenta alcune tra le opere più significative dei primi due decenni della lunga carriera di Luca Maria Patella, a partire dalla sua prima mostra personale tenutasi a Roma nel 1968 alla galleria L'Attico di Fabio Sargentini, che nel volume ricorda quegli anni con un suo scritto. In anticipo sulle tendenze artistiche e culturali che sarebbero emerse solo nei decenni successivi, Luca Maria Patella è stato nella prima metà degli anni Sessanta uno dei pionieri in Europa dell'uso artistico di fotografia e film, sovente posti in relazione con lo spazio naturale e l'architettura. Le installazioni, le azioni performative, le tele fotografiche, i film e i libri d'artista qui documentati concorrono a delineare l'immagine di un artista ""totale"""", creando inediti punti di vista da cui osservare i mutamenti del mondo circostante e le trasformazioni dei codici linguistici, in un periodo cruciale delle pratiche artistiche degli ultimi decenni. Contributi di Achille Bonito Oliva, Benedetta Carpi De Resmini, Stefano Chiodi, Donatello Fumarola, Enrico Ghezzi, Fabio Sargentini e un'intervista a Luca Maria Patella."" -
Food. Dal cucchiaio al mondo. Catalogo della mostra (Roma, 29 maggio-8 novembre 2015)
Nell'anno dell'EXPO di Milano, la mostra Food vuole approfondire i temi architettonici legati a immagazzinamento, distribuzione, consumo e smaltimento del cibo e delle materie prime, stimolando il confronto con le questioni primarie dello spazio e del tempo che abitiamo. Oltre 50 opere di diversi artisti e architetti che, in un percorso che si espande dalla dimensione del corpo umano fino a quella globale, dalla cucina alla casa, dalla città alla regione, al mondo, affrontano gli effetti globali politici, sociali, urbani, economici, che la produzione, la distribuzione, il consumo e lo smaltimento del cibo hanno sulle comunità e i territori. -
Food dal cucchiaio al mondo. Ediz. inglese
Nell'anno dell'EXPO di Milano, la mostra Food vuole approfondire i temi architettonici legati a immagazzinamento, distribuzione, consumo e smaltimento del cibo e delle materie prime, stimolando il confronto con le questioni primarie dello spazio e del tempo che abitiamo. Oltre 50 opere di diversi artisti e architetti che, in un percorso che si espande dalla dimensione del corpo umano fino a quella globale, dalla cucina alla casa, dalla città alla regione, al mondo, affrontano gli effetti globali politici, sociali, urbani, economici, che la produzione, la distribuzione, il consumo e lo smaltimento del cibo hanno sulle comunità e i territori. -
Vite vere compresa la mia
Dal 1977 al 1982 Beppe Viola scrive su ""Linus"""", la leggendaria rivista di fumetti, ma anche di cultura, satira e arte varia. Nella rubrica """"Vite vere"""" gioca da battitore libero attingendo alla sua vena di umorista e di scandagliatore di vite, compresa la sua. Sì, perché ai pezzi di colore sull'attualità di quello scorcio di anni tutt'altro che colorato, Viola alterna irresistibili sketch tratti dalla sua professione di giornalista sportivo fuori dal coro e da quel mondo favoloso e stravagante di una Milano """"che non è mai tardi"""". Le Vite vere, oltre che la sua, sono quelle di Oreste del Buono e dei colleghi di corso Sempione, di Rivera e di Pozzetto, dell'avvocato Agnelli e di Pannella, di scommettitori clandestini e di giocatori incontinenti, dell'Ernestino """"sempre impiantato in Galleria Vittorio Emanuele col suo bravo seggiolino, la sua bella valigetta vetrinesca, il suo cravattificio open, tipo Wimbledon quando c'è la bella stagione"""", della Malpensa, una tipa che """"balla senza appoggiare i piedi per terra, sembra che voli"""" o dei frequentatori dei giardinetti di viale Argonne che, come sanno tutti a Milano, stanno lì per """"tenere insieme la nebbia fino all'alba e anche più in là"""". Con un'introduzione di Stefano Bartezzaghi e una nota ai testi di Gino Cervi. Prefazione di Enzo Jannacci."" -
Manifesto del Terzo paesaggio
Gilles Clément, paesaggista, indica tutti i ""luoghi abbandonati dall'uomo"""": i parchi e le riserve naturali, le grandi aree disabitate del pianeta, ma anche spazi più piccoli e diffusi, quasi invisibili: le aree industriali dismesse dove crescono rovi e sterpaglie; le erbacce al centro di un'aiuola spartitraffico. Sono spazi diversi per forma, dimensione e statuto, accomunati solo dall'assenza di ogni attività umana, ma che presi nel loro insieme sono fondamentali per la conservazione della diversità biologica. Questo piccolo libro ne mostra i meccanismi evolutivi, le connessioni reciproche, l'importanza per il futuro del pianeta."" -
Vite efferate di papi
Papa Formoso estratto dalla tomba e processato dal suo successore a nove mesi dalla morte, Gregorio Magno che sposa sua madre e resuscita l'imperatore Traiano, Silvestro che diventa amico del diavolo e scopre un palazzo d'oro sotto terra, Bonifacio VIII consumato dall'angoscia e dalla rabbia, la papessa Giovanna che partorisce per strada, Pio IX che gioca con un bambino ebreo rapito ai genitori. E poi ancora papi eretici, buonissimi o cattivissimi, esemplari nella codardia e nelle smisurate ambizioni, dotti in astrologia o ignoranti di latino. Da san Pietro al papa angelico, che salirà sul trono per annunciare la fine dei tempi, la storia millenaria dei rappresentanti di Dio in terra è una lunga serie di miracoli, miserie e trionfi osceni consumati sul palcoscenico della più incredibile corte del mondo, la curia romana. In questo libro, quasi una ""Legenda Ferrea,"""" le vite efferate dei papi vengono raccontate senza malevolenza o partigianeria, e accadono di nuovo sotto i nostri occhi, nella loro lucentezza smagliante di nero pece."" -
La giostra dei sentimenti. Ediz. italiana e francese
La tela di fondo su cui si rappresenta la gamma dei sentimenti sembra mostrare che i territori dell'arte e quelli della letteratura implichino uno spazio di energie in continua tensione, sottoposto ad una trasformazione imprevedibile e ad un continuo scontro tra sentimenti e negazione dei sentimenti. I sentimenti, nella loro audace presenza, paiono diventati degli affidabili segnatempo, riconoscibili nella scrittura, anche attraverso le continue oscillazioni che si riscontrano nel posizionamento della materia artistica e letteraria, questa materia particolare, incompressibile, che sembra estendere la propria influenza nel campo dell'arte, restituendo all'arte la sua dimensione umana e agli uomini una più ampia e profonda sensibilità. I sentimenti, nella loro forma trascritta in arte, appaiono oramai per quel che sono: un'energia sotterranea che produce autenticità creativa e rende credibile la finzione e la giustifica, ne fa uno strumento di immedesimazione e, quindi, di una possibile liberazione. -
My horrible wonderful clients
Michele De Lucchi ha sempre tenuto conferenze cercando di incuriosire il pubblico con racconti sui suoi clienti e aneddoti sulla sua vita professionale. Solo nel corso della conferenza gli ascoltatori capivano che i clienti non erano i tradizionali committenti, quanto i temi, i valori e gli ideali del mondo contemporaneo, interlocutori simbolici che quotidianamente orientano l'architetto. Questo volume getta finalmente luce sui ""meravigliosi e orribili"""" protagonisti nascosti del lavoro di De Lucchi e lo fa in modo insolito: si tratta in realtà di una vera e propria autobiografia che si dipana grazie a una successione di immagini scelte per lo più in ordine cronologico. Si va dalle scorribande giovanili di De Lucchi nell'alveo dell'architettura radicale, alle sue esperienze nel design milanese degli anni Ottanta fino all'affermazione del proprio studio professionale, impegnato equamente in progetti di architettura, allestimento museale e design. Fra le immagini più note del suo lavoro compaiono qui anche aspetti più intimi, come i modelli ispiratori, i disegni fatti con matite temperate col coltellino e gli oggetti e le lampade di Produzione Privata."" -
Testualità e metafora
Negli ultimi trent'anni la ricerca linguistica ha dedicato un'attenzione particolare alla metafora, affiancando e influenzando i tradizionali studi di retorica e ""nuova retorica"""". L'analisi di questo intricato fenomeno tocca aspetti insieme verbali e concettuali, dal livello lessicale e sintattico fino a quello semantico, pragmatico e comunicativo. Essa si muove tipicamente tra i poli dell'analogia e della distintività, da un lato mettendo in luce la capacità dei meccanismi metaforici di collegare sistematicamente domini concettuali, dall'altro rilevando la produttività di senso che scaturisce dallo scarto, dal contrasto tra unità linguistiche in opposizione. Gli articoli che presentiamo in questo volume raccolgono i risultati del lavoro svolto da un gruppo di ricercatori interessati alla linguistica testuale e ad un ambito degli studi sulla metafora che ha avuto, finora, un'attenzione ridotta: l'uso di metafore come strumenti testuali. Il punto di partenza è rappresentato dalla convinzione che l'uso di metafore sia legato alle strutture e alle strategie testuali e, in questo senso, l'esame puntuale di singoli testi si rivela illuminante; esso permette di scoprire e descrivere percorsi metaforici, soprattutto ponendosi nella prospettiva del ricevente, che si trova a individuare i momenti e i modi dell'interpretazione metaforica nella ricezione del testo..."" -
L' oro e le ombre
Dipingere significa porsi innanzitutto in un rapporto con l'oro come dimensione invisibile del visibile e diventa dunque, lo si voglia o no, se non un atto religioso, certamente un atto filosofico. Volume pubblicato in occasione della mostra: ""Monica Ferrando, L'oro e le ombre"""", a cura di Clio Pizzingrilli, Forte Malatestiano - Ascoli Piceno, 27.06.2015-13.09.2015.""