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Maifinito. Ediz. italiana e inglese
Contributi, testi, progetti ed elaborazioni originali, insieme a un panorama internazionale di esperienze artistiche, sociali e di architettura, ruotano intorno al fenomeno del ""maifinito"""". Un modo di registrare, per rendere visibile, un'enorme quantità di costruito diffusa in aree urbane ed extra-urbane, soprattutto del meridione d'Italia. Un'indagine fenomenologica che superi i pregiudizi comuni, per far affiorare paradossali qualità e potenzialità nascoste. Cosa possiamo imparare da questo fenomeno? Ci sono speciali edifici maifiniti, isolati o in aggregazioni, dai quali possiamo mutuare concetti e pratiche complesse per attivare operazioni di trasformazione, di progettazione ex-novo, di ricerca e di applicazioni per l'architettura e per il paesaggio? Quale ipotesi di futuro è ancora possibile sostenere per il maifinito? Forse proprio a partire dal suo grado di incompiutezza, e vista la sua quantità, si può tentare di vederlo come un patrimonio potenziale e sempre riattivabile, a patto di saper incrociare le esigenze odierne e attuali con le nuove condizioni materiali e immateriali che ha prodotto."" -
Palermo nord
Un tassello dell'espansione avvenuta a Palermo tra gli anni '50 e '80 del XX secolo è esplorato attraverso un testo impostato criticamente in contrapposizione a luoghi comuni e concetti diffusi su quest'area di Palermo e sulle espansioni urbane della speculazione in generale: riposizionando la trasformazione avvenuta in questa parte della città all'interno di una sequenza storica; affrontando la questione di come il piano regolatore abbia dato forma alla città, contro la convinzione che queste aree siano frutto di una mancanza di progetto; ritornando ai principi base del Movimento Moderno, al fine di verificare perché i condomini non si possano considerare epigoni degli edifici moderni. In parallelo alcuni fotomontaggi creano visivamente dei piccoli cortocircuiti che, indirettamente, si sovrappongono commentandole alle tesi del testo. L'individuazione di una serie di casi-studio, alcuni elaborati a partire da esperimenti didattici e riflessioni del gruppo di lavoro di Roberto Collovà a Palermo, guida poi un percorso virtuale di scoperte dentro la città dell'espansione. Infine un'intervista a Jean-Philippe Vassal apre al tema della possibile ""riattivazione di connessioni"""" attraverso la trasformazione urbana, evitando le trappole della nostalgia. Contiene un abstract in lingua inglese."" -
L' età soffice. Teoria e pratica dell'arte nell'epoca dei new media
Con questo secondo volume dei Quaderni dell'Accademia di Belle Arti di Macerata abbiamo voluto restituire - e il piu fedelmente possibile - i risultati degli incontri organizzati dal 18 al 21 marzo 2013 in occasione del Quarantennale dell'Accademia ed evidenziare dunque lo sforzo di fare ricerca, di unire gli spazi della tecnica con quelli della teoria (Paola Taddei). Con testi di Renato Barilli, Loretta Fabrizi, Pierfrancesco Giannangeli, Jannis Kounellis, Antonello Tolve e Angelo Trimarco. -
Le roman français contemporain face à l'histoire. Thèmes et formes
L’Histoire ne laisse pas la littérature en paix. Ou bien est-ce l’inverse? Depuis une trentaine d’années, une floraison de romans français revisitent le passé. Cette rétrospection concerne surtout le XXe siècle, ses phases cruciales et ses événements tragiques, mais elle embrasse aussi les époques antérieures. Les romanciers ne se satisfont plus de raconter : ils suspectent, ils enquêtent, multiplient leurs approches. Et leurs oeuvres diffèrent par bien des aspects, formels et thématiques, du roman historique en vogue au XIXe siècle. Dans le même temps, nombre d’historiens s’interrogent sur l’instance narrative, la forme du récit et sur les usages scientifiques de la fiction littéraire. À la confluence de ces mouvements se déploie la fortune de ce qu’on pourrait appeler des romans historiens, pour lesquels l’Histoire, les événements aussi bien que la manière de les écrire, devient elle-même une question partagée.Autour de ce grand courant historicisant qui accroît encore son élan dans la première décennie du XXIe siècle, le présent ouvrage réunit des réflexions d’écrivains, d’historiens, de littéraires. Attentif aux textes les plus récents, il en explore les choix chronologiques, les modèles formels, les thèmes saillants, parmi lesquels les guerres, la décolonisation et les questions politiques jouent un rôle de premier plan. Textes de Veronic Algeri, Stéphane Audoin-Rouzeau, Annalisa Bertoni, Luca Bevilacqua, Patrick Boucheron, Emmanuel Bouju, Flavia Conti, Valerio Cordiner, Federico Corradi, Laurent Demanze, Silvia Disegni, Giusi Alessandra Falco, Anne-Marie Garat, Jean-François Hamel, Alexis Jenni, Lucie Lagardère, Sabina Panocchia, Gianfranco Rubino, Anna Maria Scaiola, Pierre Schoentjes, Paolo Tamassia, Martine Van Geertruijden, Dominique Viart, Jean-Bernard Vray, Eric Vuillard. Gianfranco Rubino a enseigné la littérature française à l’Università di Roma Sapienza. Il s’occupe surtout du roman des XXe et XXIe siècles, dont il a étudié histoire, thèmes, formes, auteurs, en lui consacrant des profils généraux, des travaux monographiques, des ouvrages collectifs, des articles parus en Italie et en France. Dominique Viart, professeur à l’Université Paris-Ouest et membre de l’Institut Universitaire de France, étudie les relations entre littérature et sciences humaines. Spécialiste de la période contemporaine, il vient de publier une Anthologie de la littérature contemporaine française, romans et récits depuis 1980. -
L' immagine occidentale
"Si può descrivere questo primo, originalissimo libro di Emiliano De Vito, come il tentativo di spingere all'estremo la forma del commento fino al punto in cui il testo commentato diventa la forma in cavo della scrittura che lo commenta e autore e commentatore si scambiano le parti. Il passo commentato è, in questo caso, relativamente breve: si tratta essenzialmente del paragrafo 'Idea come configurazione' di quel testo certamente impervio che è la 'Premessa gnoseologica all'Origine del dramma barocco tedesco' di Walter Benjamin. In questione in questo paragrafo è un problema decisivo nella storia del pensiero occidentale: il rapporto fra idee e fenomeni, fra mondo intellegibile e mondo sensibile. E poiché il medio di questo rapporto è l'immagine, il libro di De Vito è una meditazione appassionata e senza riserve sull'immaginazione, che mobilita, nel suo inquieto e rovinoso procedere, le risorse della filosofia, della letteratura, della mistica, della cabala, dell'alchimia"""". (Giorgio Agamben)" -
Antologia privata
Giorgio Manganelli ha raccolto in questo libro (già pubblicato nel 1989) gli scritti più gustosi, cavati da vari suoi libri precedenti, sia di narrativa che di critica; ma ci sono anche vivacissimi articoli di giornale, risvolti di copertina e scrittarelli sparsi. Tutti sempre molto interessanti, spesso divertentissimi e pieni di verità. Forse il meglio di Manganelli da lui stesso scelto. -
Tutta la solitudine che meritate. Viaggio in Islanda
«Nell'immagine che ho dell'Islanda mi ha sempre attratto l'idea della scarsità, perché l'idea della scarsità contiene l'idea della virtù»rn«Ha un carattere decisamente non effimero. Giunta è autore di osservazioni gustose» - Il Cittadinorn«Un dossier assai interessante» - Alias, il Manifestorn«Le divagazioni filosofiche e letterarie che Giunta cala con naturalezza nel racconto hanno un po' lo stesso effetto degli arcobaleni che, simultaneamente, spuntano ovunque in Islanda nei repentini passaggi da pioggia a sole, uno dentro l'altro o sparsi qua e là nelle valli e sulla linea dell'orizzonte: fanno percepire una nuova profondità del paesaggio» - Il Sole 24 OrernBaciati dalla fortuna (niente neve, poca pioggia) e sfruttando la luce delle lunghissime giornate di maggio, Claudio Giunta ha preso appunti, Giovanna Silva ha scattato le foto, e insieme hanno fatto il giro dell'Islanda, da Reykjavik a Reykjavik, con varie deviazioni fuori dal percorso della Route 1, su strade piuttosto accidentate, per vedere posti che ""sentivano"""" (a ragione) di dover vedere. Alla fine, sulla carta è rimasto: (1) un certo numero di immagini, più che altro immagini di una solitudine che può apparire sinistra ma che è invece, a starci dentro, addirittura euforizzante: non solo lava, cascate e ghiacciai ma anche centrali elettriche perse in mezzo al niente, cimiteri di campagna, una base della NATO che ha chiuso i battenti e si sta trasformando in un pezzo del paesaggio; (2) la traccia dei colloqui con un numero sorprendentemente alto di persone interessanti (nella geografia umana esiste un indice della """"densità di persone interessanti""""? Se esiste, l'Islanda sta in cima alla classifica); (3) un tentativo - anzi più tentativi - di risposta alla domanda: perché mai uno, venuto al mondo venti paralleli più a sud, dovrebbe amare l'Islanda?Altri contenuti: – Il Grande Romanzo Islandese (Gente indipendente di Halldór Laxness) – Un incontro in Islanda (Wystan Hugh Auden e Jean Young) – «Quando vado in Islanda viaggio. È stancante» (una conversazione tra Roman Signer e Barbara Casavecchia) – Itinerari e informazioni pratiche"" -
La città scritta. Carlo Aymonino, Vittorio Gregotti, Aldo Rossi, Bernardo Secchi, Giancarlo De Carlo
Nata come tesi di dottorato, ""La città scritta"""" è stata in seguito rielaborata e ampliata in un saggio che affronta il pensiero e l'opera di tre fra i più importanti architetti del secondo Novecento italiano ed europeo: Carlo Aymonino, Vittorio Gregotti e Aldo Rossi. I loro libri e i loro edifici più celebri sono il materiale di studio alla base del """"racconto urbanistico"""" di Stefano Boeri che, scritto trent'anni or sono, ha poi subito un lungo e intermittente processo di riscrittura, costantemente caratterizzato, però, da una decisa opposizione all'""""ossessione normativa"""". L'ultima parte del volume è dedicata ai ritratti inediti di altre due figure cruciali dell'urbanistica italiana, quelle di Bernardo Secchi e Giancarlo De Carlo, in un accostamento originale e affatto personale che costituisce soprattutto un omaggio a due modi differenti di leggere e scrivere la città."" -
Letteratura come storiografia? Mappe e figure della mutazione italiana
I saggi riuniti in questo volume vertono sul rapporto fra letteratura e vita materiale italiana entro un arco temporale che va dal miracolo economico agli anni Zero del XXI secolo, riprendendo in ciò l'idea di letteratura come forma simbolica in grado di rappresentare sfere dell'esperienza inaccessibili alla storiografia. Il libro è diviso in due parti: la prima sezione affronta l'eredità di due laboratori del secondo Novecento (le riviste ""Officina"""" e """"Il Menabò"""") e contamina diversi approcci critici (la critica tematica, la teoria freudiana di Francesco Orlando, il materialismo ermeneutico di Romano Luperini). La seconda parte interroga invece alcuni maestri del Novecento che continuano a scrivere nel cuore degli anni Ottanta (Parise, Fortini, Primo Levi, Volponi, Morante, Sciascia) e quattro scrittori degli anni Zero (Affinati, De Signoribus, Di Ruscio, Sarchi) tra i molti a proprio modo all'altezza della tradizione e dell'eredità dei maestri. Tutti i testi presi in esame - questa almeno è la scommessa - rappresentano la mutazione italiana nei modi indocili con cui le opere letterarie sanno rispondere alle ulcerazioni della storia. La domanda del titolo, ripresa da un saggio di Enzensberger, intende dunque alludere alla questione del rapporto fra scritture d'invenzione e scritture veridiche, e (a monte del più schematico bivio tra fiction e non-fiction) fra opere e mondo."" -
L' armonia di Babele. Varietà dell'esperienza e polifonia delle forme nel romanzo inglese
Le voci sono quelle dei narratori, l'esperienza è quella della vita quotidiana, che è il grande, variegato, nuovo territorio del romanzo dall'inizio del Settecento. È su questo asse che si snodano i saggi qui riuniti a dimostrare la corrispondenza felicemente riuscita - l'armonia di Babele - tra le sempre più complesse manifestazioni dell'esperienza e le molteplici forme inventate dagli autori per raccontarle. E dalla ""confusione delle lingue"""" che nascono i grandi capolavori: da Defoe a Sterne, fino a Ford Madox Ford e Joyce."" -
Architetture nell'Italia della ricostruzione. Modernità versus modernizzazione 1945-1960. Ediz. illustrata
Il quindicennio della ricostruzione postbellica è stato segnato, tra i tanti avvenimenti, dalla rinascita dell'architettura e urbanistica italiane che, sebbene avessero prosperato anche tra i due conflitti mondiali, si arricchirono ulteriormente di nuove componenti e varianti grazie a un più libero confronto con le esperienze internazionali. Il testo di Carlo Melograni, testimone diretto di quegli avvenimenti, è quanto di più distante da uno stile manualistico o storicistico: è infatti un saggio, forse l'unica forma letteraria in grado di restituire quel singolare crogiuolo di esperienze architettoniche senza precedenti, probabilmente irripetibili, del dopoguerra italiano che ha prodotto modelli fondamentali per l'edilizia sociale e industriale, la museografia, le infrastrutture e il restauro. Nel novero di tali esperienze vanno infatti ricordate anche le corpose riflessioni critiche e i commenti sollecitati e pubblicati dalle riviste di settore (""Urbanistica"""" di Adriano Olivetti e Giovanni Astengo, """"Metron"""" e """"L'architettura. Cronache e storia"""" di Bruno Zevi, """"La casa"""", """"Zodiac"""" o la """"Domus"""" di Gio Ponti e la """"Casabella"""" di Ernesto Nathan Rogers), nonché le polemiche culturali e politiche comparse sulla stampa generalista. Inoltre l'autore, nelle pieghe del suo discorso, periodicamente porta in primo piano alcune figure - che ha avuto modo di conoscere di persona grazie anche alle numerosissime occasioni di confronto pubblico..."" -
Tessiture dello spazio. Tre progetti di Giancarlo De Carlo del 1961
Questo libro si occupa di tre architetture di Giancarlo De Carlo e in particolare di un certo modo di pensare e manipolare lo spazio. I tre progetti hanno tutti a che fare con il Mediterraneo, passione costante dell'autore di ""Viaggi in Grecia"""", cresciuto in città di mare come Genova, Trieste, Livorno e Tunisi. Si tratta rispettivamente della colonia a Riccione, costruita e inaugurata nel 1963, la casa di vacanze a Bordighera, costruita e inaugurata nel 1966, e la colonia marina a Classe, nei pressi di Ravenna, non realizzata. Considerati nel loro insieme, questi tre progetti definiscono, nel curriculum professionale di De Carlo, un piccolo ma riconoscibile corpus di lavori, apparentati dai programmi, simili e confrontabili, dalle dimensioni, anch'esse simili, e dall'anno di redazione dei progetti: tutti e tre infatti sono del 1961 vale a dire appena successivi alla fine dei CIAM e all'inizio dell'avventura del Team 10, di cui De Carlo è stato un protagonista indiscusso, e appena prima della grande avventura progettuale urbinate. In ogni caso questi progetti vanno inquadrati in un contesto di confronto europeo, specie con il lavoro coevo di Aldo van Eyck o Alison e Peter Smithson. La finalità dell'autore non è quella di revisionare la collocazione storico-critica del maestro genovese, bensì di restituire ai ragionamenti contemporanei sull'architettura la ricchezza di riflessioni intorno alla nozione di spazio tanto cruciale quanto sostenuta dalla metafora tessile..."" -
Tic Tac city
Tic - Tac, Tic - Tac, Tic - Tac, Tic Tac. Il tempo si accorcia, i colpi sono sempre più violenti, la palla da tennis viene messa in gioco da una crisi economica, da una crisi ambientale, da una crisi sociale, da una crisi culturale. Crisi: separazioni che cerchiamo sempre di ricucire. Spesso ci viene contro, quella palla, e non incontro. Possiamo anche scansarla. Nel frattempo lo spazio si deforma, il campo si allarga a nuove valenze, nuove istruzioni, nuove attualità, fenomenologie più ampie. La nostra risposta può essere raffinata come lo è un confetto alla menta o all'arancia, Tic o Tac, ugualmente adatto, a disparità di gusto, per soddisfare desideri, opportunità, convenienze. Siamo pronti a rispondere a un servizio sempre più rapido, sempre più angolato? Sono pronti i nostri riflessi? Quanto siamo cinestetici? Quanto ci siamo allenati a reagire istintivamente e quanto a ragionare sul colpo da scegliere? Quanto tempo ci viene concesso per fermarci a pensare al punto precedente, per guardarci intorno prima di replicare? Quanto tempo abbiamo? Quanto tempo ci resta? Quanto tempo? Quanto tempo, per ribattere il servizio di Mario Ancic? Solo 0,41 secondi. Possiamo permetterci di pensare alla partita vinta ieri? Possiamo distrarci e guardare a quello che succede sugli spalti? Siamo convinti che l'allenatore possa aiutarci a rispondere a quel servizio? (...) Nondimeno si tratta di un libro, articolato in tre parti, segnato da ""riflessioni architettoniche se non urbanistiche""""..."" -
Le sujet et l'histoire dans le roman français contemporain. Écrivains en dialogue
Depuis une trentaine d’années ou plus, de nombreux écrivains français assument l’Histoire comme objet ou comme contexte de l’intrigue de leurs récits. Un regard en arrière qui ne connaît pas de bornes. Tourné d’abord et surtout vers le XXe siècle, dont il vise les phases les plus significatives et les événements majeurs, il s’étend souvent bien plus loin, vers d’autres siècles, d’autres périodes, d’autres époques.Quelle est la relation qui se dessine ainsi entre le sujet écrivant et l’histoire ? Pourquoi un écrivain décide-t-il d’évoquer le passé ? Quelle est la logique qui lui inspire le choix d’une époque plutôt que d’une autre ? Comment se situe-t-il par rapport au présent, qui reste son horizon incontournable ? Quelle attitude manifeste-t-il face à cette histoire qui est à la fois processus factuel et mise en récit ? Quelle est la spécificité de l’écriture romanesque par rapport à la narration historique ?Ces questions ont été abordées à plusieurs reprises par des critiques. Mais il semble productif que ceux-ci les adressent également aux protagonistes mêmes de ce phénomène, à des écrivains, et non des moindres, dont les propos font la matière de ce livre dialogué. Interventions de Stéphane Audeguy, Laurent Binet, Frédéric Cathala, Colette Fellous, Hédi Kaddour, Laurent Mauvignier, Alain Nadaud, Emmanuelle Pagano, Lydie Salvayre. Introduites par Flavia Conti, Valerio Cordiner, Federico Corradi, Estelle Mouton-Rovira, Sabina Panocchia, Gianfranco Rubino, Paolo Tamassia, Martine Van Geertruijden Gianfranco Rubino a enseigné la littérature française à l’Università di Roma Sapienza. Il s’occupe surtout du roman des XXe et XXIe siècles, dont il a étudié histoire, thèmes, formes, auteurs, en lui consacrant des profils généraux, des travaux monographiques, des ouvrages collectifs, des articles parus en Italie et en France. Il a dirigé en 2012 le volume Il romanzo francese contemporaneo. -
L' amico del deserto
Pavel viene a conoscenza di una fantomatica ""Associazione amici del deserto"""" con sede a Brno, i cui adepti percorrono e studiano tutti i deserti del mondo. Dopo un lungo e ostinato apprendistato riesce infine a farne parte, conoscendo soci incomprensibili, guide scorbutiche e carezzevoli signore. In un clima minaccioso e gravido di misteriose conseguenze, inizia un'avventura spirituale dall'esito inaspettato."" -
Etimologiario
"L'Etimologiario"""" di Maria Sebregondi è un piccolo dizionario etimologico di tipo assolutamente fantastico, dove le inedite etimologie, cavate da segmenti della parola, rivelano una loro buffa giustezza, in un cortocircuito interno alla parola che sorprende, fa sorridere e ne espande inaspettatamente il significato." -
Dispacci dai Caraibi. St. Lucia, Trinidad e Martinica
I Caraibi sono il luogo in cui si sono giocati i destini dei grandi imperi coloniali ed è nato il mondo come lo conosciamo oggi: un crogiolo di razze, culture e lingue che si sono ibridate, confuse e reinventate.rnrnIn questo viaggio nelle isole di St. Lucia, Trinidad e Martinica, Matteo Campagnoli e Stefano Graziani hanno incontrato non solo luccicanti distese di sabbia e palme da cocco, ma anche diavoli blu, ammiragli inglesi e tassisti creoli, bidoni di petrolio utilizzati come strumenti musicali e piantagioni trasformate in principeschi resort, cantanti di soca e schiavi in fuga, uomini pipistrello e corsari normanni, templi indiani e il carnevale più famoso di tutte le Antille, turisti da crociera e avventurieri alla folle ricerca dell’Eldorado. Liberati dal cliché di un paesaggio da cartolina, i Caraibi vengono finalmente restituiti alla loro proteiforme complessità attraverso un gioco di rimandi tra presente e passato, tra natura e cultura, tra la Storia e le storie di una manciata di scrittori che in pochi anni hanno saputo ridisegnare l’intera mappa della letteratura contemporanea: Earl Lovelace, V.S. Naipaul, Aimé Césaire, Édouard Glissant, Patrick Chamoiseau e soprattutto Derek Walcott che del viaggio è stato il nume tutelare.rnAltri contenuti:rnScrittori delle isole. Consigli di letturarnIl drago non balla di Earl LovelacernLungo la costa di Derek WalcottrnGlossario di Édouard GlissantrnItinerari e informazioni pratiche -
Il valore delle cose
In questo saggio esemplare, Yan Thomas, uno dei massimi conoscitori del diritto romano, mette in questione il primato giuridico della proprietà definita come rapporto inderogabile tra pochi uomini proprietari e una immensa distesa di cose appropriabili - e propone una nuova e sorprendente archeologia delle ""cose"""". Perché qualcosa come un mercato, uno spazio in cui le cose sono scambiate contro un valore commerciale, potesse costituirsi, un gesto giuridico e istituzionale originario doveva essersi già prodotto: si tratta della santuarizzazione di un certo numero di cose qualificate come indisponibili. Le cose che non appartengono ad alcuno, sottratte al gioco dello scambio, inibite a diventare merci, identificano un'area dell'indisponibilità (al commercio, alla proprietà e all'appropriazione) e sono perciò destinate all'uso comune degli uomini. Parenti non troppo lontane degli oggi dibattutissimi """"beni comuni"""", le cose indisponibili che Yan Thomas isola, offrono una nuova genealogia della proprietà e dello scambio, fornendo una lezione sull'istituzione giuridica del valore e su tutte quelle operazioni capaci di fare - o di non fare - di una cosa una merce. Con un saggio di Giorgio Agamben."" -
Biologia teoretica
Pubblicata per la prima volta nel 1920 e riedita nel 1928 in versione riveduta, la ""Biologia teoretica"""" è l'opera principale di Jakob von Uexküll, uno dei fondatori dell'etologia contemporanea, le cui concezioni saranno riprese e sviluppate da alcuni tra i maggiori filosofi del Novecento come Heidegger, Merleau-Ponty, Canguilhem e Deleuze. Questo scritto ha rappresentato un punto di riferimento imprescindibile nel dibattito biologico e filosofico della prima metà del Novecento per la sua capacità di coniugare le opposte concezioni del meccanicismo positivistico e del vitalismo spiritualistico, di cui offre una sintesi originale. Ogni essere vivente appare infatti a Uexküll come il soggetto del suo proprio mondo, un universo """"chiuso"""" dotato di uno spazio e di un tempo peculiari le cui forme sono accessibili allo scienziato solo attraverso un metodo comparativo. In tal senso, l'indagine del mondo animale si sottrae ad ogni tentazione antropomorfica, senza però ridursi a un semplice resoconto sperimentale dei fenomeni vitali. Grazie all'utilizzo di apparati concettuali filosofici e semiotici, che egli sa unire a profonde conoscenze in ambito fisico e fisiologico, Uexküll sviluppa una teoria biologica centrata sulla nozione di significato dell'azione animale che anticipa le più recenti acquisizioni."" -
Figure urbane. Progetti per l'ex caserma Sani a Bologna
Il volume propone una serie di riflessioni, confronti e approfondimenti sul tema della rigenerazione urbana tema vasto perché ne sottende altri: dalla natura in perenne trasformazione dello spazio pubblico al vuoto urbano fino alla modificazione in architettura messa a fuoco da un celebre numero di ""Casabella"""" diretta da Vittorio Gregotti. L'indagine sui """"processi di definizione formale"""" sviluppata attraverso alcune sperimentazioni progettuali sull'area dell'ex caserma Sani a Bologna può assumere dunque un valore più generale, visto il carattere paradigmatico del caso studio preso in esame. In Italia infatti gli ambiti urbani occupati da aree militari negli ultimi due secoli, e poi dismesse, occupano una superficie senza eguali in Europa, stimata in circa un milione di metri quadrati solo a Milano, Roma e Torino. Gli studi analitici e le ipotesi progettuali presenti in questo volume, illustrati attraverso disegni e modelli in scala, analizzano e riflettono su questa inedita occasione di trasformazione delle città italiane a partire dal loro interno.""