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Sottosuoli urbani. La progettazione della città che scende
Lo spazio sotteraneo sta diventando sempre più un dominio pubblico di significativa importanza per la crescita delle aree urbane densamente costruite e per il recupero di quelle caratterizzate da ricchi palinsesti storici. Gli ambiti ipogei sono estensioni cospicue e un dominio progettuale delicato e complesso. Come entità spaziale alternativa a quella di superficie, l'ipogeo può rivestire un ruolo importante nel miglioramento della qualità ambientale urbana: alleggerimento dei livelli di pressione da parte delle funzioni più pesanti e inquinanti, riduzione delle distanze e più efficace concentrazione delle funzioni, mitigazione del consumo territoriale, liberazione delle aree centrali alla pedonalità, al verde, ai luoghi d'incontro. L'indotto che ne consegue è misurabile sui plurimi livelli del risparmio energetico e idrico, della salvaguardia delle reti ecologiche, di riduzione dei tempi della mobilità e di contrasto rispetto alla frammentazione delle reti sociali. Il delicato campo progettuale ci dice però che, trascorse le epoche di una sua trattazione generica, occorre guardare con occhio nuovo, più attento e specifico, alle problematiche e opportunità in esso riposte. Ci esorta a una più attrezzata e sensibile capacità progettuale. Ci invita all'affinamento di tecniche realizzative, procedure e approcci; soprattutto, ci richiede un avvicinamento alla questione che sappia farsi carico della pluralità dei saperi coinvolti. -
Vivai del Sud. Ediz. italiana e inglese
Con questo secondo quaderno l'ADI Lazio vuole ricordare il cammino percorso da un'azienda romana, Vivai del Sud, che nel decennio tra gli anni Settanta e Ottanta si impose come leader nel campo della produzione di arredi e complementi di alta gamma sia per interni sia per esterni. Vivai del Sud si propone, sin dall'inizio della sua attività, l'obiettivo ambizioso di competere anche a livello internazionale con le migliori aziende del design italiano, imponendo uno ""stile romano"""" colto e sofisticato. Stefania Bedoni, insieme agli altri ex art director di quegli anni, Giusto Puri Purini e Maurizio Mariani, ricostruisce l'esperienza vissuta dall'interno dell'azienda. Emergono così l'interessante profilo del suo fondatore Piero di Pierri e degli architetti-designer che negli anni si sono succeduti e che hanno contribuito alla grande affermazione di Vivai del Sud. In chiusura, il quaderno offre un approfondito repertorio dei prodotti che per qualità di produzione e per forza di immagine entrarono prepotentemente nel mercato."" -
Rigenerare le aree periferiche. Ricerche e progetti per la città contemporanea. Ediz. italiana e inglese
La maggior parte della periferia romana sta vivendo una situazione di crescente degrado e disagio che va affrontata con urgenza e senza rinvii attraverso interventi di riqualificazione mirati, in grado di garantire a tutti condizioni di vita dignitose a partire dal bene primario della casa e dal potenziamento dei luoghi di aggregazione e degli spazi pubblici. Roma possiede un vastissimo patrimonio di edifici residenziali, di cui una parte consistente è proprietà di enti pubblici, da ristrutturare, da adeguare, da integrare con nuovi servizi pubblici, da completare e riconnettere con opportune reti infrastrutturali al più ampio sistema metropolitano. Una grande risorsa immobiliare che si offre come luogo di sperimentazione sull'housing e sulla nuova dimensione metropolitana. Alla possibilità di sperimentazione su campo di buone pratiche di rigenerazione urbana e di confronto con esperienze già attuate con successo in altre città europee, si rivolge questo volume, presentando una selezione dei lavori di ricerca e delle proposte elaborati da HousingLab, Sapienza Roma, su una campionatura di aree e quartieri residenziali che vanno dalla periferia consolidata alla periferia diffusa. -
Ripensare le discariche
La questione dei rifiuti, oggi, per le dimensioni e le caratteristiche che ha assunto nella società dei consumi, deve essere un tema di primo piano, mirato a garantire la vivibilità della città contemporanea e l'equilibrio dell'ambiente. Affrontare quest'argomento significa innanzitutto ripensare al nostro stile di vita, mettendo in discussione la società moderna e la grande quantità di scarti che produce. Il problema dei rifiuti non può essere risolto solo attraverso le tecnologie di smaltimento, agendo unicamente sugli effetti, ma è più profondamente una questione culturale. Siamo abituati ad affrontare il ""problema"""" degli scarti solo con l'ottica dell'emergenza e non con quella del progetto. Progetto significa nuovi comportamenti e modelli che dovrebbero andare verse una rilevante riduzione dei rifiuti, auspicabilmente tendente a una società a rifiuti zero, Progetto vuoi dire strategie per lo smaltimento. Progetto significa rigenerare e reinventare i paesaggi delle discariche. Questo libro è un tentativo di rallentare il passo dell'emergenza e di allungare lo sguardo per cogliere l'ampiezza della questione rifiuti in un'ottica temporale completa, che metta insieme presente e futuro."" -
Portus, Ostia antica, via Severiana. Il sistema archeologico paesaggistico della linea di costa di Roma imperiale
Nel II secolo d.C. Ostia Antica e Portus erano i caposaldi del sistema portuale e commerciale della Roma imperiale. Il porto di Claudio e quello di Traiano, con il suo straordinario bacino esagonale, configuravano un complesso apparato infrastrutturale, cui era interconnesso il centro amministrativo di Ostia, un'intera città romana ancora ben conservata. La via Flavia/Severiana stabiliva il legame fra i due poli attraverso l'Isola Sacra e connotava l'affaccio sul Mediterraneo della caput mundi. Il declino di Roma sancì in seguito la separazione fra i due centri, ma la struttura del territorio ostiense, e del rapporto fra Roma e il mare, sono rimaste fino a oggi quelle impostate dai romani. Roma si è sviluppata in forma di cometa, con la testa nel centro antico e la coda fra l'EUR e il mare. La coda della cometa è oggi un territorio complesso e contraddittorio nel quale convivono abusivismi e grandi infrastrutture, agricoltura e paesaggi naturali, abbandono e grandi potenzialità per l'avvio di nuove economie. In questo contesto archeologia e natura costituiscono un bacino di possibilità di sviluppo e rigenerazione paesaggistica finora trascurato. Ristabilire l'antica continuità fra Ostia e Portus attraverso l'Isola Sacra significherebbe recuperare una corretta lettura del sistema portuale della Roma imperiale ma anche aprire nuovi spazi e prospettive per un territorio in crisi. Il volume nasce da una ricerca del Dipartimento di Architettura e Progetto della Sapienza Università di Roma. -
Fabula picta
"Fabula picta"""" viene pubblicato in occasione della mostra di Ruggero Savinio al Forte Malatestiano di Ascoli Piceno. Il libro contiene le riproduzioni dei cinquantuno olî e dei disegni esposti, un testo introduttivo di Giorgio Agamben, che da anni segue l'attività del maestro, una trattazione del curatore della mostra, Clio Pizzingrilli, e alcuni scritti autoriflessivi di Savinio sulla pittura. La collocazione di Ruggero Savinio nell'ambito dell'arte contemporanea è affatto eccentrica. Non è dubbio che Savinio si formi alla scuola dei due de Chirico, assumendone in pieno la memoria dell'antico, d'altra parte il suo temperamento saturnino, la complessità umanistica che ne istituisce la precipua posizione intellettuale ed etica, una pratica pittorica insieme tradizionista e disfattista (eseguita sulle lezioni del Piccio, di Fontanesi, di Ranzoni, ma anche di von Marées, il pittore che intese rifondare il grande stile perduto esibendo contestualmente lo scacco inevitabile, cui questo sforzo era destinato), determinano una esperienza estetica assolutamente unica dell'artista, elaborata su un ininterrotto scrutinio dell'oggetto in quanto deiscenza della cosa, là dove l'arte à la mode sembra ormai dimorare nell'indifferenza fra l'oggetto e la cosa, fra l'uno che si rappresenta come l'altra..." -
Giuseppe Ducrot. Catalogo della mostra (Roma, 20 febbraio-10 maggio 2015). Ediz. italiana e inglese
Una galleria di sculture, dai grandi modelli in resina ai bozzetti in ceramica, dalle invenzioni in terracotta invetriata alle scenografiche forme neobarocche, segna il percorso del volume, che, con inattese contaminazioni tematiche e materiche, illustra quasi vent'anni di lavoro di Giuseppe Ducrot. Con testi di Achille Bonito Oliva, Michele Brescia, Sandro Barbagallo, Patrizia Cavalli, Niccolò Ammaniti. -
Gusto
Un luogo comune vuole che il gusto sia l'organo con cui conosciamo la bellezza e godiamo delle cose belle. Dietro questa pacifica facciata, il saggio di Agamben mette invece a nudo la dimensione tutt'altro che rassicurante di una frattura che divide immedicabilmente il soggetto. All'incrocio di verità e bellezza, di conoscenza e piacere, il gusto appare come il sapere che non si sa e il piacere che non si gode. E, in questa nuova prospettiva, estetica ed economia, homo aestheticus e homo aeconomicus, rivelano una segreta e inquietante complicità. -
La banda dei sospiri
"La banda dei sospiri"""" (prima edizione 1976) è uno dei libri più amati e conosciuti di Gianni Celati, forse il più buffo, originale e di divertente lettura. Il protagonista, detto Garibaldi per via che corre sempre, è un ragazzino adolescente che racconta in un italiano approssimativo, e per questo abbastanza comico ed espressivo, le sue adolescenziali e accavallate avventure: in famiglia, dove tutti sono mezzi matti e furiosi, padre, fratello, zii, cugini, dove ne succedono di tutti i colori; e poi le immaginarie imprese col sesso femminile, misterioso e attraente; e le agitate idiozie della classe scolastica, e così via, in un galoppo di tutti i personaggi che ricorda i filmini di comiche." -
Atlante delle micronazioni
Di motivi per fondare una nazione ce ne sono tantissimi: idealismo, goliardia, politica, persino l'evasione fiscale. Qui si raccontano i casi più strani e suggestivi di una pratica molto più diffusa di quanto ci si immagini, dichiarare l'indipendenza di una microscopica parte di territorio e proclamarsi re o presidente, almeno in casa propria. Pochi sanno, ad esempio, che oltre a San Marino e al Vaticano, esistono in Italia un paese e un'isoletta che vantano la sovranità assoluta sui propri territori, sulla base di diritti acquisiti prima dell'unità d'Italia; o che in Australia è stata fondata una nazione per tutelare i diritti degli omosessuali, mentre in Africa e in Sud America alcuni ""stati inesistenti"""" hanno dichiarato l'indipendenza al solo scopo di emettere buoni del tesoro fittizi. Questo libro vuole essere un atlante di storie e personaggi, una geografia di luoghi a metà strada tra realtà e immaginazione e che spesso si dissolvono con la scomparsa del loro fondatore. Piccole epopee che, nel bene e nel male, portano al parossismo l'irriducibile voglia di indipendenza e autonomia dell'uomo."" -
Che cos'è la giustizia? Lezioni americane
"Che cos'è la giustizia?"""" è una di quelle domande alle quali l'uomo """"si è consapevolmente rassegnato a non poter mai dare una risposta definitiva, ma solo a formulare meglio la domanda stessa"""". È a questo compito, e all'esplicitazione dei presupposti della propria filosofia della giustizia, che Hans Kelsen dedicò, nel 1952, la lezione di congedo dall'insegnamento che dà il titolo al presente volume. Questo testo, per molti versi """"conclusivo"""", è preceduto da due lezioni inedite del 1949, qui riunite sotto il titolo complessivo """"Elementi di teoria pura del diritto"""", nelle quali Kelsen s'interroga sull'essenza dei fenomeni giuridici, e sui problemi epistemologici propri della filosofia del diritto. Chiude il volume la lezione """"Politica, etica, diritto e religione"""", del 1962, in cui si affronta il ruolo che le credenze religiose possono svolgere nel determinare l'effettività delle norme di un ordinamento sociale. Grazie anche alla loro natura di lezioni, gli scritti qui raccolti offrono una """"summa"""" dell'opera filosofica del grande pensatore, che si confronta da un lato con l'analisi dei concetti giuridici fondamentali, dall'altro lato con il quadro metagiuridico (etico, politico e sociale) nel quale necessariamente si collocano gli ordinamenti normativi." -
I profughi
Questo romanzo breve (""svelto"""", secondo la definizione dell'autore), scritto nel 1952, narra una storia d'amore e miseria che si svolge in un momento tragico, e poco noto, della storia d'Europa. Immediatamente dopo la Seconda guerra mondiale, più di dieci milioni di tedeschi vennero espulsi dalle zone a est dell'Oder, passate alla Polonia e alla Cecoslovacchia. Ammassati verso il Reno e costretti a reinsediarsi presso compatrioti tutt'altro che fraterni, dovettero attraversare regioni devastate dalla guerra, affrontando la fame, l'odio e le difficoltà politiche dell'epoca. E durante questo esodo, in treno, che si incontrano i due protagonisti: lui uno scrittore che campa di traduzioni, lei una giovane vedova di guerra che vive con una pensione minima e ha perso una gamba durante un bombardamento. Continueranno insieme il viaggio, condividendo disagi, cibo e sentimenti. In uno stile crudamente naturalistico Schmidt racconta la sopravvivenza strenua di cultura, umorismo, pietas, miracolosamente intatti nello sfacelo."" -
Situs inuersus
"L'aspetto libresco di questo nuovo operato di Clio Pizzingrilli rende 'Situs inuersus'simile a una boîte a surprise, nella quale - scrive in un suo breve testo Renato Serra con indissimulato élitisme - si presume di trovare 'la solita chincaglieria volgarissima, falsa e luccicante, cui si dà appena un'occhiata prima di regalarla alla serva', ma impensatamente rivela 'un capolavoro fragile e prezioso'. Lo scrittore sembra qui più che mai determinato a disperdere ogni residuo filamento tradizionista, ma a una lettura più attenta si ravviserà l'ordito canonico che lo tesse, donde affiorano una drammaturgia corale come espressione del tragico, non meno che del comico, la sonorità, il colore di un periodare barbaro ovvero di un cantare trobadorico, orlato di ricami da manuale di filotea. La diegesi, dall'aspetto di un 'disentanglement puzzle' si avvolge in grovigli insiemistici, la leggibilità è complicata dalla sistematica sostituzione della v con la u consonantica, il plot disturbato da continui dubbi e interrogazioni estreme; ciò nondimeno, un fondo, dal quale il libro viene a mano a mano figurandosi, è alla fine discernibile - si tratta della vita clandestina dell'amore, in cui i molti di 'Situs inuersus' scompaiono e riappaiono, agiti da irreprimibili conati a perseverare nell'essere. Nella misura in cui compie una separazione decisiva dalla belletteristica corrente, questo libro paga un tributo all'epoca.""""" -
I miei orribili e meravigliosi clienti
Michele De Lucchi ha sempre tenuto conferenze cercando di incuriosire il pubblico con racconti sui suoi clienti e aneddoti sulla sua vita professionale. Solo nel corso della conferenza gli ascoltatori capivano che i clienti non erano i tradizionali committenti, quanto i temi, i valori e gli ideali del mondo contemporaneo, interlocutori simbolici che quotidianamente orientano l'architetto. Questo volume getta finalmente luce sui ""meravigliosi e orribili"""" protagonisti nascosti del lavoro di De Lucchi e lo fa in modo insolito: si tratta in realtà di una vera e propria autobiografia che si dipana grazie a una successione di immagini scelte per lo più in ordine cronologico. Si va dalle scorribande giovanili di De Lucchi nell'alveo dell'architettura radicale, alle sue esperienze nel design milanese degli anni Ottanta fino all'affermazione del proprio studio professionale, impegnato equamente in progetti di architettura, allestimento museale e design. Fra le immagini più note del suo lavoro compaiono qui anche aspetti più intimi, come i modelli ispiratori, i disegni fatti con matite temperate col coltellino e gli oggetti e le lampade di Produzione Privata."" -
Aldo Rossi e le forme del razionalismo esaltato. Dai progetti scolastici alla «città analoga» (1950-1973). Ediz. a colori
Il libro ricostruisce, per la prima volta in maniera unitaria e completa, l'opera di Aldo Rossi, dagli anni della formazione scolastica e universitaria sino ai progetti del 1973. Si concentra dunque su un arco temporale cruciale per la fondazione di una poetica che ha radicalmente rinnovato significati e figure dell'architettura razionalista del periodo «eroico», quello collocato fra le due guerre mondiali. Attraverso disegni, fotografie, note, lettere e altri documenti - molti dei quali finora inediti - viene analizzata, secondo un ordine cronologico e tematico, l'intera produzione di Rossi all'interno del contesto culturale, politico ed economico dell'Italia del dopoguerra: dai progetti giovanili e dall'impegno nel Partito Comunista Italiano al principio dell'«autonomia», dagli studi sulla morfologia urbana e sulla tipologia edilizia (culminati nel libro L'architettura della città) alla definizione della «città analoga» e alla «Tendenza», sino alle prime opere realizzate per il quartiere Gallaratese di Milano e il cimitero di San Cataldo di Modena. Il testo documenta anche le relazioni intellettuali di Rossi con alcuni dei protagonisti del panorama architettonico italiano (tra gli altri, Ernesto Nathan Rogers, Carlo Aymonino, Ezio Bonfanti, Manfredo Tafuri) e gli studi, con i loro cambiamenti d'interpretazione, dell'opera di Etienne-Louis Boullée, Adolf Loos, Le Corbusier, Louis Kahn e Mario Ridolfi. Ricerca teorica, progetti e disegni rivelano tutti la volontà di Rossi di reinventare l'architettura quale pura forma carica di valori universali e atemporali, ma al tempo stesso espressiva di una precisa esperienza autobiografica, secondo quel «razionalismo esaltato» che avrebbe aperto le porte a un superamento del razionalismo a partire dai suoi stessi presupposti, e che avrebbe messo l'opera dell'architetto milanese al centro del dibattito internazionale. -
L' antiziganismo
Un ghostbuster si aggira per l'Europa: l'antiziganismo. Come ogni razzismo, l'antiziganismo combatte un fantasma, gli ""zingari"""", che esso stesso ha evocato. Ma, come in ogni caccia ai fantasmi sociali, esso ha bisogno di corpi materiali e tangibili su cui far presa: così, in tempi e luoghi diversi, suoi capri espiatori sono state e sono quelle persone che si addensano in una nuvola identitaria e si dicono rom, sinti, manus, calons, travellers, romanicel... Questi soggetti a volte soccombono, a volte sfuggono, a volte si adattano, a volte vincono, ma la loro vita terrena è votata all'autodifesa e la loro intelligenza deve essere quotidianamente dedicata al contenimento dell'antiziganismo che li perseguita; vi devono investire energie individuali e collettive. Quando l'antiziganismo offre loro delle pause, la tranquillità li rende finalmente cittadini."" -
L' impero degli Incas. Testo spagnolo a fronte
Quando nel 1550 Cieza de León conclude la stesura di ""El señorío de los Incas"""", l'impero che solo vent'anni prima si estendeva dall'Ecuador al Cile non esiste più e non ha lasciato di sé alcuna documentazione scritta. La sua storia viene scritta per la prima volta in questo libro. L'autore vi ricompone quanto ha appreso interrogando e mettendo a confronto i superstiti testimoni diretti degli eventi. Soprattutto quelli a cui, essendo la società incaica priva di scrittura, era istituzionalmente affidato il ruolo di conservare e trasmettere la memoria. La narrazione prende le mosse dalla mitica comparsa dei figli del Sole, prosegue con gli esordi, gli sviluppi e l'ascesa della potenza incaica e si conclude con la guerra civile fra i figli del dodicesimo Inca, i fratelli Guascar e Atahuallpa, che aprirà la strada alla conquista spagnola. Trovano spazio in queste pagine i miti e i riti del mondo incaico, i tratti della sua civiltà materiale e dei suoi saperi, le istituzioni e l'organizzazione del potere, la grandiosità degli edifici, le stupefacenti, strade scavate nella roccia per montagne innevate e lungo abissi spaventosi, il fascino di un mondo raffinato e crudele che l'autore salva dall'oblio con rigore di storico e sensibilità di proto-antropologo."" -
Burri «esistenziale». Un «taccuino critico» storico preceduto da un dialogo attuale
A cent'anni dalla nascita di Alberto Burri (1915-1995), questo volume ripropone gli scritti di Enrico Crispolti, uno dei più acuti e penetranti interpreti della sua opera, spaziando dal 1957 fino al secondo decennio del XXI secolo. Sulla scorta della letteratura più agguerrita, ma prima dell'importante monografia di Cesare Brandi del 1963, l'allora giovanissimo storico dell'arte romano per primo aveva offerto un'interpretazione in chiave esistenzialista della pittura di Burri. L'opera di Jean-Paul Sartre si dimostrò, nell'analisi di Crispolti, particolarmente adatta a decifrare il pessimismo radicale, privo di orizzonti e di speranza, che forniva la base concettuale alla materia combusta e lacerata di Burri. Il critico metteva già allora in evidenza il significato filosofico dell'uso di materiali eterodossi in funzione pittorica: il sacco bruciato e rattoppato, la plastica toccata dalla fiamma, la lamiera di ferro saldata rimangono nella dimensione compositiva del quadro, ma trasferiscono nel suo spazio la loro insopprimibile evidenza di oggetti quotidiani e, allo stesso tempo, diventano una metafora immediata della carne ferita, della caduta esistenziale, tanto materiale quanto psichica. -
Milioni a colori. Rotocalchi e arti visive in Italia (1960-1964)
Negli anni del boom economico molti rotocalchi raggiungono una presenza capillare nelle case degli italiani, tanto da costituire, oggi, uno strumento fondamentale per lo studio di gusti e conoscenze del grande pubblico dei primi anni Sessanta. Il volume racconta l'arte moderna come affiora da quelle pagine, che lasciano spazio soprattutto alla cronaca attraverso argomenti, temi e formati specifici, e soprattutto con un linguaggio molto diverso da quello delle riviste di settore. Si va dal generoso impulso didattico in favore di lettori ancora poco avvezzi al contemporaneo, alle velenose nostalgie per la ""bella pittura"""" a uso e consumo del pubblico più reazionario, ai consigli su come affrontare indenni il mercato in un'epoca in cui l'arte moderna sembra poter diventare l'ennesimo oggetto di consumo di massa, fino alla curiosità per il mondo di mercanti, critici, giovani artisti e maestri affermati. Ne esce un quadro variegato di linguaggi, strumenti, forme e modi utilizzati per parlare d'arte a un pubblico popolare, rispondendo all'esigenza e all'opportunità, entrambe straordinarie e forse irripetibili, di affrontare i temi dell'arte fuori dai ristretti circoli specialistici."" -
L' etica oltre l'evento
La domanda sull'uomo è stata esposta, nella modernità, a riduzioni e astrazioni, agli effetti dell'antropologia, della biologia, della psichiatria. Dopo Kant la ""duplicazione empirico-critica"""" smarrisce la irriducibilità dei poli della congiunzione. È necessario uno """"sradicamento"""" dall'uso attuale delle scienze e dei saperi dell'informazione e della comunicazione, uso che tenta di livellare ogni dimensione reale e ogni pratica disgiuntiva del pensare. Interrogarsi sul dato, su ciò che è, su ciò che è percepito e conosciuto, significa produrre, nel pensiero, il limite e l'alterità. Pensare è aprire il movimento e l'attesa. Oltre il cognitivo, oltre il flusso impositivo dell'accadere, il pensiero, incisione nel presente, è la scelta attiva dell'etica.""