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Epifanie. Racconti minimi di vita e di morte
Quadri violenti, teneri, di fatica del vivere e privazioni quelli che si succedono in ""Epifanie"""". Ma anche gesti di solidarietà che alleviano le pene ed i bisogni più lancinanti. Vita e morte a duello, appunto, in contrade di gente umile come lo sono le baraccopoli alla periferia di Buenos Aires, dove si concentra una umanità di emigranti interni ed esterni al paese delle smisurate """"pampas"""" e delle infinite mandrie allo stato brado. C'è la venditrice di biglietti della lotteria che insegue i suoi clienti nei meandri di """"villas miseria"""" sconosciute ai più, il piccolo spacciatore che vende e consuma allo stesso tempo, l'allenatore di calcio in sedia a rotelle, poi un mondo di santi con e senza aureola supplicati ad ogni piè sospinto. Ma c'è anche l'onda di una solidarietà che sfama e assiste i più fragili, i più esposti alla morte che si aggira con la falce sulla spalla. Il tutto osservato """"dal di dentro"""", con simpatia, elevato ed esposto alla luce perché se ne possa vedere la trama nascosta."" -
Studi sul «Pluto» primo di Aristofane
Del «Pluto», l'ultima commedia che Aristofane allestì personalmente nel 388 a.C., gli Alessandrini conoscevano una versione più antica, non risparmiata dal naufragio della migliore drammaturgia comica di età classica. Di quest'opera i presenti studi riconsiderano questioni cruciali, legate alla trasmissione del dramma a noi giunto e alle travagliate vicende dei frammenti della prima stesura, rilette alla luce di nuove testimonianze. Al principio del XX secolo, un fine interprete aristofaneo, come Jan van Leeuwen, tentò di negare l'esistenza di un «Pluto» primo, accreditandone l'invenzione a un antico commentatore. Toccò a Wilamowitz infrangere questo pregiudizio, definendo la commedia a noi giunta un ""repêchage"""" aggiornato dell'altro «Pluto», pensato da Aristofane per propiziare il favore del suo pubblico al figlio Araros, esordiente nel campo teatrale."" -
Il castello di Elsinore (2022). Vol. 85
"Il castello di Elsinore"""" è una rivista semestrale di teatro profondamente radicata nell'Università italiana. Nata nel 1988, la rivista raccoglie nel suo comitato scientifico quasi la metà degli ordinari di Storia del teatro in Italia e illustri studiosi di università straniere. La rivista è articolata in tre sezioni (talvolta quattro): la prima, intitolata Saggi, comprende rigorosi studi critici su personaggi e opere della storia del teatro e dello spettacolo; la seconda, Materiali, raccoglie e cura documenti, lettere e riflessioni di poetica; la terza, Spettacoli (e/o Libri), recensisce e analizza gli avvenimenti più significativi della stagione teatrale italiana e straniera. I temi di cui la rivista si occupa sono svariati e attraversano l'intera storia del teatro europeo, dal teatro greco alla Commedia dell'Arte, dal teatro rinascimentale italiano al teatro nordico di Ibsen e Strindberg, dal simbolismo europeo a Pirandello." -
Il castello di Elsinore (2022). Vol. 86
«Il castello di Elsinore» è una rivista semestrale di teatro profondamente radicata nell'Università italiana. Nata nel 1988, la rivista raccoglie nel suo comitato scientifico quasi la metà degli ordinari di Storia del teatro in Italia e illustri studiosi di università straniere. La rivista è articolata in tre sezioni (talvolta quattro): la prima, intitolata Saggi, comprende rigorosi studi critici su personaggi e opere della storia del teatro e dello spettacolo; la seconda, Materiali, raccoglie e cura documenti, lettere e riflessioni di poetica; la terza, Spettacoli (e/o Libri), recensisce e analizza gli avvenimenti più significativi della stagione teatrale italiana e straniera. I temi di cui la rivista si occupa sono svariati e attraversano l'intera storia del teatro europeo, dal teatro greco alla Commedia dell'Arte, dal teatro rinascimentale italiano al teatro nordico di Ibsen e Strindberg, dal simbolismo europeo a Pirandello. -
L'arte in rosa. Le donne nella storia dell'arte
È possibile ridisegnare un profilo dell'arte occidentale in cui il ruolo della donna venga finalmente considerato nella sua portata storica e nell'originalità del suo contributo? Se si prendono in esame i manuali utilizzati nelle scuole secondarie o i testi di ampia divulgazione, ci si accorge della posizione marginale che ancora le viene assegnata. Eppure, il contributo offerto dalle artiste, nelle diverse epoche, costituisce un tassello indispensabile senza del quale si limita la conoscenza sia delle civiltà artistiche che ci hanno preceduto, sia di quella attuale. Questo testo di agile consultazione, concepito in origine all'interno di un percorso didattico destinato alle scuole, si offre ad un pubblico più ampio per generare una nuova presa di coscienza e per stimolare nuovi itinerari di approfondimento e sorprendenti riletture della nostra eredità artistica. -
«Vi metto fra le mani il testo affinché ne possiate diventare voi gli autori». Scritti per Franco Perrelli
Professore Ordinario di Discipline dello Spettacolo all'Università di Torino (e da un paio di anni a Bari), Franco Perrelli, di cui in questo libro si festeggiano i settant'anni, ha rivestito impegnativi incarichi istituzionali nell'Accademia e ha pubblicato scritti scientifici di grande rilievo. Le linee-guida del volume sono le quattro tematiche forse prevalenti nella sua ricerca. Ciascuno dei 40 amici-studiosi e uomini di teatro a cui si devono gli interventi ha focalizzato infatti il proprio contributo su uno di questi argomenti: 1. Teatro e letteratura nordici, 2. Teorie e poetiche del teatro, 3. Regia, 4. Actor. A ciò si aggiungono le Testimonianze su alcuni aspetti dell'attività extra-accademica di Perrelli. -
Amore di ombra
«L'ombra giaceva distesa, un pianto silenzioso le faceva sussultare la pancia. Delle piccole goccioline nere le discesero lungo le guance e caddero sull'erba. Una dopo l'altra si raggrumarono in sfere luccicanti. Lucas, Roby e Máximo si guardarono in silenzio. Non avevano mai visto un'ombra piangere». Verónica era poco più che una bambina, e già scriveva libri: è cresciuta con le sue ombre. Età di lettura: da 11 anni. -
Umberto Riva. Perciò è sempre una sorpresa. 19 conversazioni
Le 19 conversazioni con Umberto Riva contenute in questo libro sono l'esito di una casualità. Era in corso uno studio delle sue opere salentine, e avevamo chiesto di poterlo intervistare nel suo studio a Milano. In quei giorni di febbraio si manifestavano i primi casi di Covid-19, proprio in Lombardia, e si pensò allora a un collegamento video da registrare. Già dal primo incontro, abbiamo capito che voleva raccontare di sé a qualcuno e che l'esperimento gli sarebbe piaciuto. Forse perché lo strappava dall'isolamento forzato che la pandemia imponeva o forse perché quegli incontri gli offrivano un rapporto umano ""nutriente"""". Così incontrarsi e chiacchierare è divenuto un rito quasi quotidiano, tra il 20 marzo e il 5 maggio del 2020, al quale si è sottoposto con piacere. Ora questo libro, che prometteva di essere una lunga e piacevole conversazione tra persone che si conoscevano da tempo - «ci manca un po' di vino, potremmo stare tutti e tre vicino al camino» -, è diventato un vero e proprio memoriale che Riva ha deciso di consegnare a un amico."" -
Posti in piedi alla 201. Una di quelle storie in cui s'incontra il mostro
Nel 2019 Diletta si ammala di tumore e decide di condividere la sua esperienza scrivendo il racconto «Posti in piedi alla 201». Racchiuse in queste poche pagine c'è tutta la sua battaglia col ""mostro"""". La sua paura, rabbia, forza e tenacia. Ci sono gli insegnamenti di una donna speciale, indefinibile secondo i parametri consueti, che ha fatto dell'ironia, del gioco e della leggerezza i suoi mezzi per contrastare il male. Una commedia, non un dramma, che ci commuove ma ci fa anche sorridere. Un ricordo prezioso per chi le ha voluto bene ed una rivelazione per chi non avesse avuto la fortuna di averne condiviso lo spirito. Diletta ci lascia l'8 settembre 2020, affidando le sue ultime parole proprio a queste pagine."" -
Dai discordi bellissima armonia
La casa settecentesca di Stefano, affacciata su un ritaglio incantevole del centro storico di Martina Franca, nel cuore della Murgia dei Trulli, si è riempita di ricordi e svuotata di essenza, da quando il prozio Giacomo non vive più con lui. Del tempo trascorso insieme, tra quell'antico edificio e l'accogliente bottega sartoriale, in mezzo a scampoli, rocchetti, forbici e cartamodelli, resta solo un dialogo scucito, compromesso dalla demenza senile e condizionato dagli orari di visita della residenza sanitaria in cui il prozio è ricoverato. Lì Stefano incontra l'animatrice socio-sanitaria Marina, con cui entra subito in conflitto: i due ""opposti in accordo"""" dovranno imparare quanto ogni prospettiva sia complessa e non inscrivibile in una definizione o in un giudizio. Il presente, rappresentato dalle vicende di Stefano, dei suoi amici e degli anziani della RSA seguiti da Marina, scorre parallelamente al passato, innescato dai ricordi di Giacomo e animato da figure indelebili come l'affascinante Anna, l'egocentrico Antonio e l'abile confezionista Martino. Diverse generazioni, a partire dagli anni Quaranta del Novecento, e diverse storie, fatte di dinamiche costruite tanto sulla solidità della famiglia quanto sulla friabilità delle relazioni umane. Un filo sottile, quello tra passato e presente, che Stefano cercherà di riavvolgere e ordire, per ricomporre una trama di amori, rancori, segreti e passioni senza tempo."" -
Ammiratrici di Eleonora Duse
L'arte di Eleonora Duse sapeva arrivare al pubblico, trasmettendo qualcosa di unico e profondo. I suoi spettacoli avevano il potere di lavorare dentro, a lungo termine. Il vero significato della sua recitazione andava oltre l'impressione folgorante del momento: era qualcosa che affiorava durante la vita e - nei casi migliori - la accompagnava facendo sbocciare nuove forme di creatività. L'effetto del suo carisma ha prodotto innumerevoli risultati, riscontrabili in tutti i paesi in cui viaggiò in tournée. Le ammiratrici presentate in questa monografia hanno sviluppato un talento artistico e letterario che è stato indagato nella complessità della matrice dusiana. Perché la vita di queste donne è cambiata dopo aver visto Eleonora recitare, averla incontrata, aver avuto il privilegio di un dialogo personale. Molte tenevano in casa una sua foto incorniciata. Non tutte all'epoca si sono conosciute tra di loro, ma lei le unisce in un abbraccio corale, poiché è stata il punto di svolta e poi il filo conduttore di ogni esistenza. Si parla di Natal'ja Goncarova, Raissa Olkienizkaia Naldi, Tatiana Pavlova, Noemi Carelli D'Agostini, Barbara Young, Deborah Beirne, Louise de Forest Shelton (con uno sguardo su Marilyn Monroe). -
Notti mondiali
«Notti mondiali» è il racconto dell'estate del 2006 in cui l'Italia vince il suo quarto titolo di campione del mondo nella rassegna iridata di Germania. Consegnata al diario di un ragazzo di 15 anni, è la storia di quei 31 giorni, dal 9 giugno al 10 luglio, in cui, mentre gli Azzurri compiono l'impresa, l'Italia si approccia a un importante referendum costituzionale, lo scandalo di Calciopoli investe il mondo dello sport, Amazon è ""solo"""" la più grande libreria online al mondo e Google non è ancora sbarcato sugli smartphone. Un viaggio nell'Italia del terremoto sportivo e politico, nell'età di mezzo della storia repubblicana, stretta attorno a 23 eroi inaspettati e al loro scontroso condottiero: mentre Cannavaro e compagni non sono tra i favoriti per il titolo, Zidane e i «Bleus» suonano gli ultimi grandi """"concerti"""" insieme, e il Brasile degli extraterrestri si avvia al suo grande fallimento. Ma non è solo una storia di calcio, di politica o di società in movimento. Questa è anche (e soprattutto) una storia di formazione e di scoperta della vita attraverso gli occhi del protagonista, un adolescente come tanti che vive un'estate indimenticabile. Il modesto compromesso dello stare al mondo, con il piacere (ogni tanto) di salirci sul tetto."" -
Attori in video nel secondo Novecento
In questo volume, da un lato, si indaga come il gesto dell'attore italiano di tradizione sia stato fissato e trasmesso nel secondo Novecento, non solo dagli scritti dei contemporanei, ma anche dal cinema, dalla televisione, o dai nuovi mezzi di comunicazione digitale; dall'altro, si mettono in relazione le ""performances"""" d'attore con le concezioni registiche degli allestimenti che le immortalano. A tal fine sono state scelte alcune celebri drammaturgie, sia di autori italiani, che stranieri, allestite da registi teatrali di rilievo nel panorama nostrano o europeo (Lamberto Puggelli, Herbert Wernicke, Gianfranco De Bosio, Antonio Syxty, Federico Tiezzi), e interpretate da attori e attrici che in quel frangente hanno lasciato una traccia significativa del loro specifico stile recitativo: Eleonora Duse, Vittorio Gassman, Rossella Falk, Alberto Lionello, Dario Fo e Franca Rame, Giulia Lazzarini, Marcello Lippi, Virgilio Zernitz, Ken Ponzio, Sandro Lombardi e Sabina Guzzanti. L'arco cronologico considerato inizia con la possibilità di reperire almeno una registrazione delle """"pièces"""" prese in considerazione e termina alla fine del XX secolo."" -
Più vivi. Drammi e domande dei personaggi pirandelliani
Quando Pirandello scrive che i suoi personaggi sono vivi, sta facendo un'affermazione radicale; vi si potrebbe scorgere un paradosso o una provocazione, ma in realtà, più profondamente, l'autore sta mettendo in causa la relazione tra realtà e rappresentazione. Per comprendere di quale vita vivono i personaggi, occorre dare uno sguardo panoramico alla loro presenza onnipervasiva nelle opere pirandelliane: talvolta sono esseri che si presentano autonomamente alla mente dell'autore domandando di mettere in scena il loro dramma, talaltra sono maschere indossate nel teatro sociale per un riconoscimento intersoggettivo. Che si consideri il mondo del teatro o il teatro del mondo, è indispensabile porre l'accento sulla portata drammatica del vissuto dei personaggi e sulle relazioni che le loro domande intessono con la parabola esistenziale di Pirandello, con i desideri dell'uomo e la soggettività concreta dell'atto di creazione. Mai come nelle pagine pirandelliane la teatralità si dispiega come dispositivo polivoco, che mostra, nelle pieghe della finzione, le contraddizioni della realtà. -
Puglia in fabula. Fiabe e racconti di Cerignola
Questo è il primo libro della serie ""Puglia in fabula"""" che non ricorre ad un'unica raccolta ma attinge ai contributi di più raccoglitori o trascrittori di narrazioni popolari, rilevate ed editate in un lungo arco temporale: quasi un secolo. Si va da una fiaba pubblicata da Michele Siniscalchi nel 1883, a trascrizioni di testimonianze registrate da Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero e altri collaboratori nella seconda metà degli anni Settanta del secolo scorso. Di mezzo ci sono stati le """"novelline"""" di Nicola Zingarelli, il fondamentale libro di Maria Conte sulle «Tradizioni popolari di Cerignola», alcuni apporti di Saverio La Sorsa, un contributo di Giuseppe Angione. Tutte, ovviamente, testimonianze raccolte a Cerignola dalla voce di cerignolani, in genere contadini, braccianti, piccoli artigiani, donne del popolo. Sono fiabe, leggende, racconti e novelle che si tramandano mai uguali, sempre originali. Ad essi si aggiungono le esperienze di vita vissuta, dove il racconto del vero spesso diventa fantastico, come documentano la memoria della figura carismatica di Giuseppe Di Vittorio o le storie del bandito Nicola Morra: miscela di elementi mitici e reali, in cui convivono trasfigurazione epica e rappresentazione del quotidiano."" -
Memorie di un industriale barese. Saverio Costantino (1868-1915)
Saverio Costantino è stato, nei decenni fra Otto e Novecento, il maggiore industriale tessile pugliese e fra i più importanti del Mezzogiorno. La sua storia imprenditoriale inizia da adolescente, quando da Bari vecchia si trasferisce in Inghilterra e poi in Lombardia per un soggiorno di studio e apprendistato. A soli vent'anni inaugura lo «Stabilimento di Tessitura Meccanica e Tintoria a Vapore ""Giovanni Costantino""""». Da quel momento, l'attività imprenditoriale e il suo innato dinamismo propositivo intersecano la vita famigliare, con il matrimonio e la nascita di undici figli, e la partecipazione alla vita pubblica della città. Le vicende di Terra di Bari e del giovane Regno d'Italia fanno da sfondo alla sua vita di """"industriale vero"""", come amava definirsi. Muore a soli 47 anni, ma lascia un ricco carteggio con la famiglia da cui è scaturito il racconto di un'esistenza straordinaria, densa di successi imprenditoriali e drammi famigliari, gratificazioni e disinganni."" -
Giovenale nella letteratura europea
Il volume presenta gli Atti del convegno internazionale tenutosi ad Aquino nell'ottobre 2021 dal titolo ""Momenti della fortuna di Giovenale nella letteratura europea"""". Una ricognizione polifonica delle tracce lasciate nella cultura europea da Giovenale, il satirico indignato capace di dare alla bruttezza, all'oscenità e alle esperienze più basse della vita una bellezza viscerale e sublime facendo vibrare una tensione ideale che cattura ancora la nostra sensibilità. Contributi di: Franco Bellandi, Lorella Bosco, Marcello Carlino, Pascal Debailly, Silvia Fiaschi, Simona Manuela Manzella, Antonino Pittà, Bruno Rochette, Biagio Santorelli, Francesco Ursini."" -
Modestia a parte...
Ettore Petrolini (1884-1936), fra i massimi attori del teatro italiano del Novecento, pubblica nel 1931 «Modestia a parte...». Si tratta di un testo autobiografico - qui riproposto in forma integrale con i disegni originali di Umberto Onorato - che alterna il racconto della propria carriera teatrale alle riflessioni sulla scena, come nel breve e folgorante capitolo «Discorso sull'attor comico». Petrolini appartiene per intero, in fin dei conti, alla storia del teatro di varietà e proprio attraverso la messa a punto di alcune memorabili macchiette (come «Gastone», «Nerone», «Fortunello») la sua recitazione si è rivelata uno dei vertici dell'arte grottesca del primo Novecento. Attor comico, appunto - applauditissimo dal suo pubblico -, Petrolini realizza in scena una comicità dai risvolti sottilmente tragici. Come ha scritto un critico che lo ha conosciuto bene, Marco Ramperti: «il pubblico ride; ma è un ridere nervoso; come quando lo scemo dei Salamini ci guarda, e riguarda, con quelle sue occhiaie tonde che han la fissità imperturbabile dei teschi, e sono veramente, malgrado le molte cose che esso dice, gli incombenti occhi della disperazione». -
Dalla danza al teatro (e viceversa). Percorsi nello spettacolo italiano del primo Ottocento
Come lo stesso titolo mette in luce, «Dalla danza al teatro (e viceversa)» ambisce a mostrare la reciproca influenza fra teatro di parola e danza nella prima metà dell'Ottocento e, soprattutto, come la rappresentazione drammatica possa ispirarsi allo spettacolo coreico, inseguendo una via poco indagata dalle ricerche di settore. L'elemento che principalmente connette i due ambiti è il muto linguaggio mimico, di cui entrambi si servono. L'analisi dei tre affascinanti casi studio scelti per indagare il tema - «Prometeo», «Mirra» e «Otello» - dischiude un panorama variegato in cui i rapporti fra le due forme artistiche si intrecciano in modi talvolta inaspettati. -
Opere teatrali. Vol. 5: travaglio, Il.
Con questo quinto volume si conclude l'edizione completa dell'opera teatrale del Fumoso, scrittore di punta della tradizione senese del primo Cinquecento. Ultima commedia dell'autore, «Il travaglio» è la sua opera più militante: infatti, nonostante assuma la grammatica drammaturgica della commedia erudita (pentapartizione, contrasti generazionali, intrighi amorosi con canonico travestimento maschile della donna innamorata), non perde il suo carattere ""rusticale"""" (come dichiarato nella dedica e nel prologo) e, attraverso le figure di due villani, gli autentici protagonisti della commedia, dà voce alla drammatica """"scena"""" di una repubblica senese vessata dalla carestia e dall'oppressione spagnola, simbolicamente incarnata dal minaccioso incombere della fortezza (evocata amaramente nell'opera e qui riproposta in copertina). La torsione della figura tradizionale del villano acquista così uno sviluppo decisivo: pur rispondente ad una precisa convenzione rappresentativa e non certo macchietta """"engagée"""", egli tuttavia è personaggio che sa uscire """"fuori di chiave"""" e farsi latore di una visione demistificante della realtà socio-politica coeva. Prefazione di Roberto Alonge.""