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Movente remoto
Un delitto inspiegabile sconvolge la cittadina di Rosignano Monferrato, nell'ottobre 1973. Teresa, la pasticcera del cui passato nessuno conosce le tracce, viene trovata nel suo appartamento, accoltellata. Anche per Leone Barbero, comandante della stazione dei Carabinieri, l'uccisione presenta vistose anomalie. La situazione è eccezionale, occorre un punto di vista lucido e disincantato: chi meglio di Luigi Zanna, orafo valenzano ma soprattutto amico fraterno, che ha diviso con Barbero la tragica esperienza della guerra in Russia, può offrire consiglio e supporto? Nasce un'indagine parallela, che porta Zanna a percorrere a ritroso la storia di una donna semplice e positiva, ma con un percorso di sofferenza e riscatto. Un viaggio che comincia con un biglietto, infilato in un libro sul comodino, su cui è scritto a mano: ""Quello che salva, è fare un passo, poi un altro passo""""."" -
Dizionario per il cavaliere senza onore
Un ordinato e saggio repertorio di citazioni, norme, suggerimenti utili a chi volesse gettarsi nell'agone della vita pubblica, della società civile, della politica. È una ricca messe di spunti di riflessione per chi voglia fare dell'onestà, della generosità, dell'uguaglianza, del progresso, del bene comune la propria bandiera; ma anche per chi ne voglia fare una ragione di vita, un ingrediente irrinunciabile nel dare il proprio contributo al miglioramento della vita sociale. Il lettore vi troverà i tratti psicologici dell'uomo senza onore, del farabutto, del volgare profittatore, del parolaio senza scrupoli, e anche i sintomi della carità pelosa, del populismo becero e fasullo, del razzismo interessato, del delirio di onnipotenza, del narcisismo distruttivo (e autodistruttivo). Leggerà come da sempre l'uomo, scrivendo e pensando, mette in guardia se stesso da simili tranelli; ma si renderà anche conto di come, da sempre, se si illude che il compenso è buono, continui a donare ai ""cavalieri senza onore"""" non solo il proprio cavallo, ma anche la sella della propria stessa dignità."" -
Breviario. Centodiciotto aforismi inediti
Alessandra Paganardi priva sin dai primi aforismi il recensore del potere, neppur tanto occulto, di condizionare chi si accosta alla silloge. Le sentenze sono talmente limpide e univoche nella loro non-variabilità d'interpretazione da poterle paragonare, nell'arte pittorica, alle opere del ""pointillisme"""" per il modo in cui non c'è mai vaga o sfumata mescolanza tra il sempre presente """"retro-pensiero"""" del lettore e l'aforisma stesso, così come manca totalmente nel puntinismo la """"con-fusione"""" tra colori locali, ma esiste solo """"l'accostamento"""" a rendere tersa, definita e decifrabile l'immagine d'insieme."" -
La parte muta del canto. Vite ritrovate di musicisti
Una raccolta di ritratti, di vite di musicisti ""ritrovate"""" e mai del tutto afferrate. Un tentativo di frugare nel rapporto fra le opere e il rovello psicologico e storico che le precede, di avvicinarsi al momento insondabile in cui la forma prende forma trascendendo tutto ciò ch'è altro da se stessa. È nella tensione fra il canto e ciò che resta fuori del canto, nel modo in cui l'artista la risolve che cerchiamo il nucleo caldo della sua ispirazione. Questi """"ritratti"""" provano ad avvicinarsi a quel nucleo, sapendo di non poterlo toccare. """"La parte muta del canto"""" ha anche un senso più storico. I musicisti non sono esseri astratti. Hanno affrontato, come noi, il difficile di essere contemporanei. Hanno vissuto guerre e dittature, rivalità e rovesci di fortuna. Come Hans Rott, il giovane amico di Mahler, talentuoso ma troppo ingenuo per non farsi inghiottire dalle guerre musicali ottocentesche. Come Andrea Luchesi, che sparì, con tutta la sua musica, dalle cronache del Settecento. Come Franco Ferrara, direttore sublime ma che cadeva dal podio, e che si espresse insegnando ad altri a dirigere. Parti mute del canto, luce diversa su vite più grandi e più celebri."" -
Primavera e polvere. Ediz. multilingue
Jüri Talvet è un intellettuale estone di prestigio: professore di letteratura universale e comparata all'Università di Tartu, insigne ispanista, fondatore dell'Associazione Estone di Letteratura Comparata e della rivista ""Interlitteraria"""", traduttore di molte opere fondamentali delle letterature ispaniche, di un'antologia della poesia nord-americana e anche curatore dell'edizione critica del primo grande poeta moderno estone Juhan Liiv (1864-1913). Non meno conosciuta e apprezzata è l'attività di Jüri Talvet come poeta che, dall'esordio nel 1981, conta finora otto libri e molte selezioni tradotte in altre lingue. L'intellettuale Talvet riflette sul poeta Talvet e così si esprime: """"Nessuna teoria salva il poeta nella sua solitudine davanti al foglio bianco che attende le sue parole. Nella creazione letteraria la teoria funziona soltanto a posteriori"""". Rappresentante di una """"piccola"""" nazione, Talvet non può non interrogarsi anche sulla lingua, in specie sulla propria lingua, e sul ruolo della traduzione."" -
Consapevolvenze
Ecco la nuova silloge poetica di Lucia Gaddo Zanovello: ancora una festa di cerimonie quotidiane, splendide luci improvvise, inattesi aggrumarsi delle sensazioni, slanci, cadute e parole, sapientemente orchestrate, tinte per sempre dell'esperienza umana dello stare nel mondo. Insistiamo su questo ""accogliere"""" a ragion veduta: si tratta infatti di uno dei temi principali di tutta la poesia di Gaddo Zanovello, la quale dissemina da sempre le sue raccolte di appelli alla necessità di aprirsi per comprendersi, di donare l'esperienza propria e di accogliere quella altrui, in una parola del """"prendersi cura"""" e del contrastare la """"noncuranza""""."" -
Note al palinsesto
Un critico scrive di norma dei saggi lunghi, ma può accadere che, nel corso degli anni, produca anche dei testi brevi, su argomenti generali oppure su singole opere. Accomunati dalla brevità sono appunto gli scritti raccolti in questo libro, che si presenta suddiviso in tre sezioni. La prima comprende saggi e articoli di natura teorica, o comunque non privi di implicazioni metodologiche. La seconda rende omaggio ad alcuni scrittori e artisti italiani (Manganelli, Sinisgalli, Villa e Novelli). L'ultima e più ampia sezione comprende recensioni di volumi francesi, quasi tutti ancora non disponibili in traduzione italiana (si tratta di opere, o cataloghi, di Artaud, Char, Caillois, Klossowski, Giacometti, Alechinsky, Barthes, Foucault e Derrida). -
A cuore aperto
Era felice, immensamente felice, come può esserlo soltanto chi ritrova un tesoro. Presto, però, si accorse che tutto era cambiato. Lui non era più l'uomo maturo che tre mesi prima aveva, in una sera primaverile, lasciato tutti e tutto per un serio problema cardiaco che aveva minacciato la sua vita. Ora si sentiva un bambino, con una grande esperienza alle spalle, ma pur sempre un piccolo bambino che faceva fatica a respirare, a camminare, delicato ed insicuro. L'unica cosa che sentiva dentro era quella volontà che lo aveva sempre spronato spingendolo ad andare avanti. L'esperienza maturata gli aveva fatto capire che prima si ha voglia di vivere per il successo, per realizzarsi, per essere il ""primo"""", per godersi la propria giovinezza e la propria libertà, molte volte per il proprio egoismo. Adesso da bambino quale sentiva di essere, aveva scoperto che la nuova vita è quella cosa meravigliosa da vivere tutti i giorni nella pienezza, nella gioia, nella fiduciosa speranza della vera vita, quella eterna."" -
Olga
Laura Ruohonen è annoverabile tra i drammaturghi finlandesi più famosi. Ha studiato biologia all'Università di Helsinki ed ha conseguito il Master in drammaturgia presso l'Accademia teatrale, dove attualmente è professore di drammaturgia e scrittura teatrale. Oltre al lavoro di scrittrice e regista freelance, la Ruohonen ha lavorato per il Teatro radiofonico della radio nazionale finlandese (YLE) come regista-drammaturgo, e per il Teatro nazionale finlandese. Nel 2011 ci sono state le prime di Enegenö, al Dramaten di Stoccolma e la rappresentazione musicale di poesie per bambini Yökyöpelit (""I tiratardi"""") al Teatro municipale di Helsinki, con musiche di Anna-Mari Kähärä. """"I tiratardi"""" si basa sui libri di poesie per bambini della Ruohonen, assurti ormai a classici, Allakka Pullakka (Edicola lodicola) e """"I tiratardi"""". I testi teatrali della Ruohonen sono stati tradotti in più di dieci lingue e messi in scena in diverse parti d'Europa. Oltre ai drammi teatrali, la Ruohonen ha scritto anche radiodrammi e sceneggiature televisive e cinematografiche."" -
Teatro aperto
Questa antologia sinergizza l'opera di dieci diversi autori, di diverso stile ed estrazione, accomunati dalla volontà di scrivere un testo, ossia dall'idea che alla base del teatro ci sia un testo che vive di vita propria, e che emana il suo statuto anche qualora il risultato sul palcoscenico sia una rielaborazione più attenta alle esigenze sceniche a costo di sacrificare alcune di quelle letterarie. Un teatro, insomma, costituito da un testo che da una parte si può leggere con piacere in quanto opera scritta, dall'altra contiene già una visione teatrale, ossia scenica e registica, magari (come spesso avviene anche nei capolavori) non specificata a livello di istruzioni registiche ma presente tra le righe, in una battuta recitata, in un ammiccamento, in un'accezione. Testi di F. Bartellini, D. Caravà, A. Carlini, L. Ferri, A. Fratini, M.E. Germinario, A. Laiolo, K. Manfredi, A. Spagnuolo, L. Zendri. -
Edoardo Pasquale Perolo detto «il Dini»
Pur essendo la raccolta dei dipinti del Perolo lacunosa ed incompleta, non ha impedito all'autrice l'approccio critico al suo linguaggio pittorico. Difatti l'analisi e lo studio dello stesso l'hanno portata alla constatazione che esso è discontinuo, non omogeneo, stilisticamente incostante, per cui è difficile, nella filologia storica del pittore, dargli una collocazione. Quella di Hedda Auitera Barella è quindi una valutazione ed una lettura nuova della pittura del Dini non allineata a quella dei giornalisti e dei critici d'arte, che lo hanno solamente considerato impressionista e divisionista. In realtà egli fu un eclettico, un inquieto, uno sperimentatore sempre alla ricerca di nuovi movimenti artistici e di confrontarsi con essi. In gioventù macchiaiolo convinto, intorno al 1892 diventò, fra i primi, divisionista per poi passare ad una pittura aderente a quella del Ranzoni, del quale seguirà più la tecnica che il lirismo, tecnica che in seguito si evolverà in un impasto corposo con colori puri e complementari, per avvicinarsi alla pittura del Mancini, per poi passare a pennellate materiche, frammentate alla maniera del Monticelli. -
Er len-ni an Tani
Questa piccola antologia in onore dei 90 anni del poeta Giovanni Rapetti vuole essere un omaggio ad un artista solitario e schivo, autore di uno straordinario poema che in versi scolpiti nel rude dialetto di Villa del Foro (AL) recupera con epica intensità la memoria collettiva di un sobborgo e della sua ultracentenaria Società Agricola e Operaia. Il volume comprende interventi critici di Franco Castelli, Piero Milanese, Delmo Maestri, Paolo Zoccola, Giovanni Tesio, Elio Gioanola, Carlo Petrini, nonché una nutrita serie di ""Scritti di amici"""" in ordine sparso, che testimoniano l'affetto e l'ammirazione per questo nostro grande cantore della memoria antagonista."" -
Curriculum vitae
Il modo di raccontare di Chiara Moimas non è affatto semplice, né prevedibile, non è neppure troppo definibile; si ha la sensazione che non sia neanche collocabile temporalmente. Non lascia dietro di sé alcun filo di Arianna mediante il quale ripercorrere a ritroso la strada percorsa. È una poesia che si è dimenticata della modernità, forse perché la poesia non ha alcun bisogno di essere, o di apparire moderna, non ha alcun bisogno di facilitare al lettore il compito della lettura. È una poesia che parte dall'oblio del Moderno. E di qui si dirige, a vele spiegate, verso l'ignoto. Con la maschera della propria impenetrabilità. È il suo modo di offrirsi al lettore. -
Antologia del premio internazionale per l'aforisma «Torino in Sintesi» 2012. 3ª edizione
Il Premio Internazionale ""Torino in sintesi"""" è dedicato al genere letterario dell'aforisma. Un genere particolare, dotato di una storia varia ed affascinante, nonché di chiare specificità tecniche. È finalità del premio offrire un riconoscimento ed una risonanza a quegli scrittori che ancora intendono sperimentare la forma aforistica come tipologia espressiva precisa e caratteristica, premiandone la consapevolezza dello stile, l'efficacia espressiva, l'essenzialità. L'antologia pubblica estratti dal libro edito vincitore e da quelli segnalati, insieme alle sillogi inedite integrali premiate e segnalate. Inoltre, in segno di ringraziamento e per sottolineare ancora una volta il bisogno primario di leggersi a vicenda e se possibile migliorare insieme, vengono pubblicati tre aforismi di ognuno degli altri partecipanti."" -
Piccola mappa esperienziale. Aforismi, intuizioni, piccole storie
Contenere in meno parole più conoscenza di ""cio che è"""" e di """"ciò che dovrebbe esser fatto"""". Rendere un'affermazione il più possibile corta, concisa, tersa ed essenziale, ma insieme rendere più ampie possibili le visioni che essa apre. Questa è stata e resta l'intenzione principale di coloro che praticano la tormentosamente difficile arte dell'aforisma. In questi nostri tempi liquido-moderni gli orizzonti tendono a spezzarsi e a dissolversi appena sono stati tracciati, se non già prima. E questa qualità senza precedenti della nostra condizione che Leonidas Donskis cerca di cogliere, catturare e convogliare nel suo tentativo di risuscitare la trascurata eppur necessaria arte dell'aforisma, di iniettare in essa nuovo vigore, di elevarla alla gravità e alla grandiosità della sfida che si affronta."" -
Prove di canto. Sessantatré quartine
Secondo le parole di un inno gallese del XIX secolo, solo un cuore puro e buono, bello più di un giglio, può cantare giorno e notte. Sonzogni le cita non solo perché gli sono state di monito e allo stesso tempo di augurio ma anche per la forma in cui sono espresse: una quartina rimata (ABAB) che è servita da 'spartito' per quelle di ""Prove di canto"""". Quartine che sono, a loro modo, prove di canto: tentativi di condividere la ricerca di ciò che è puro, buono e bello dentro e fuori di noi, anche quando non sembra così."" -
E ramosa ci accerchierà la sera
Antologia del poeta lituano Vladas Braziunas, che è anche saggista, fotografo e studioso di folclore. Il suo percorso intellettuale è partito da un acuto senso della memoria collettiva e della storia nazionale. Nella ricostruzione del passato ha messo in evidenza i tratti della natura primordiale e della ""quotidianità"""" etnica, ora parafrasando espressioni della tradizione orale, ora attingendo ai miti e al folclore della cultura baltica, ora sperimentando con la lingua e usando attivamente il dialetto come elemento altamente espressivo. Talora struggentemente sensuale, Braziunas privilegia il tatto e canta in particolare il ruolo dei polpastrelli. Più recentemente - come ha ben illustrato il linguista Skirmantas Valentas - Vladas Braziunas ha """"virato"""" in direzione di un poliglottismo militante per collocarsi sospeso fra la catastrofe post-babelica e il miracolo della Pentecoste. Così le 'storie linguistiche' che racconta nei suoi componimenti sembrano ripetere il miracolo del dono delle lingue."" -
Tutte le notti nessuna esclusa sogno della mia casa. Carlo Gamalero, internato militare
Testimonianza autobiografica di Carlo Gamalero (1921-2008): una microstoria all'interno di quella di centinaia di migliaia di italiani in divisa che si ritrovarono prigionieri in Germania dopo l'8 settembre 1943, identificati dalla sigla Imi (Internati militari Italiani) che istituiva uno status del tutto irregolare con cui vennero sottratti alle tutele previste dalla Convenzione di Ginevra. In particolare, viene narrata la detenzione nel campo polacco di Deblin Irena e la successiva scelta di aderire (senza mai combattere) per la Repubblica di Salò: un'adesione che permette di rendere più completo il quadro di riferimento, obbligando di fatto a rinunciare a schemi rigidi e impoverenti di lettura della realtà e del contesto generale in cui tali vicende si inseriscono. -
Per commento e per chiosa. Saggi, avvicinamento e fantasie
Con ""Non altro che un chiosare"""" (2011) """"Per commento e per chiosa"""" compone un dittico ambizioso: proporre la sfida di una critica """"cross over"""", una critica """"meticcia"""" che sappia unire i metodi dell'indagine linguistica e filologica con quelli della divulgazione e del giudizio di valore. Saggi scientifici e saggi più affabili e provocatori, le cui stelle polari sono Gianfranco Contini, Maria Corti, Giovanni Nencioni, Luigi Baldacci, da una parte; Giacomo Debenedetti, Cesare Garboli, Enzo Siciliano e Giovanni Raboni dall'altra. Perché la critica sia una """"festa dell'intelletto"""", ma anche - memore di Charles Du Bos - il grande """"idraulico"""" che """"capta, convoglia, guida ed eleva le acque"""" della vita stessa."" -
Se attraversi il fiume
François Sorrente è un ragazzo diciassettenne, l'ultimo di cinque fratelli. Cresciuto dalla sorella maggiore, Maryse, alla quale è legato da un affetto smisurato, vive con il padre e due dei suoi fratelli, Jules e Arthur, in una fattoria dove si occupa dei maiali, con i quali parla e si confida. François, però, non assomiglia a nessuno della sua famiglia e spesso si domanda per quale ragione il padre, Jacques Sorrente, gli abbia fatto giurare di non attraversare mai il fiume. Si domanda anche perché non abbia mai conosciuto sua madre, perché sua sorella abbia deciso di partire, che cosa sia successo alla casa dall'altro lato del fiume... Grazie all'amicizia con il prete del paese Roger, che gli insegna le lettere dell'alfabeto, e con Amélie, François scoprirà i misteri della sua singolare famiglia, soprattutto quelli che avvolgono la figura di sua madre.