Sfoglia il Catalogo feltrinelli027
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 6961-6980 di 10000 Articoli:
-
La persuasione e la rettorica
Perché una nuova edizione de ""La persuasione e la rettorica""""? La domanda, ineludibile e diretta, trova risposta nella necessità di offrire al lettore la possibilità di confrontarsi con il manoscritto di Michelstaedter, attraverso un'opera che ne racconti il lungo percorso editoriale nel secolo scorso. L'operazione rivelerà la coerenza e la distanza che le pubblicazioni anteriori evidenziano rispetto al manoscritto autentico, e quindi le eventuali cause di un'eccessiva od ingombrante impronta """"ideologica"""", da parte dei curatori. Con la presente edizione pertanto non si vuole soltanto tornare al testo originale per usufruirne in modo chiaro, ma ipotizzare che l'infedeltà al manoscritto, plausibilmente, abbia indotto a conclusioni teoretiche spesso condizionate a causa della disinvoltura di cui sopra. La pubblicazione dunque ha come proposito di sottolineare la frattura filologica e concettuale tra manoscritto originale ed opere (Vallecchi, Formiggini, Sansoni, Marzorati, ed in parte Adelphi) che non si evince solamente da scelte incoerenti, ma da un ingiustificato o eccessivo esercizio correttivo e sostitutivo."" -
E poi più nulla. Antologia di haiku finlandesi
Haiku, numero della superstizione, ovvero diciassette. Gioco di sillabe che amiamo tessere a imitazione di un modello esotico, distillato nelle nostre visioni. In questi peculiari luoghi letterari abita l'haiku moderno, al di fuori della letteratura nipponica, stanze di ludica attività ri-creativa; un piccolo scongiuro, o giudizio, sulla quotidianità, quasi un atto apotropaico. Questa l'opinione di una persona che pratica la lettura in modo frammentato, raccogliendo le briciole di quell'ostia chiamata poesia comunque cadano. L'haiku davvero si presta ad essere considerato un cascame rispetto alle nostre forme tradizionali (comprendendo nel ""traditum"""" ovviamente anche il modo moderno di poetare), ma come scampolo di sciàmito prezioso di cui adornarsi. Nemmeno questi dardi finlandesi, dove la sillabazione della lingua, fluida ma secca, rassomiglia quella originaria del Giappone, si sottraggono al gusto dell'estetica, del gioco combinatorio dei toni e dei sensi, antenne di emozioni. Eppure, spesso, l'esorcismo è potente, arresta la fantasia, rinnova l'antico modulo dell'haiku come pausa della natura e nella natura."" -
Prime poesie
In occasione del centenario della prima guerra mondiale e in concomitanza con l'anniversario di Dada, si ritiene doveroso onorare l'esemplarità di Tristan Tzara, attraverso la pubblicazione integrale di tutte le sue ""Prime poesie"""", scritte in lingua romena. Si tratta di un'edizione completamente rivista rispetto alle precedenti edizioni parziali. Il nome di Tristan Tzara è legato ai movimenti d'avanguardia più radicali e libertari, e in particolare al Dadaismo. Tzara ha segnato una tappa unica nella storia del rinnovamento artistico e culturale, esercitando un'enorme influenza non solo in Romania ma anche in Francia."" -
Lo scongiuro di Sesamo
Nella poesia di Anna Kamienska sono rilevanti soprattutto l'atteggiamento etico, la sensibilità per la sofferenza umana, per la fragilità delle cose, per il trascorrere di tutto ciò che è terreno. Vita-morte è il binomio fondamentale che traccia le linee del pensiero in questa lirica. Non si può comprendere la vita se non si capisce a fondo, con tutto il proprio essere, che senza la morte la nostra vita non meriterebbe di essere amata. L'essenza della vita, dice Anna Kamienska, è il desiderio insito nelle persone, nelle cose, nelle forze naturali. Esso impone di superare tutti i limiti, di esigere l'impossibile, di tendere all'infinito, di cercare ciò che è eterno e stabile. L'eroe lirico di questi versi è l'uomo che desidera fermamente. E il tratto comune che emerge da questa poesia è il rifiuto dell'esaudimento. Chiedete, perché non vi sarà dato - potrebbe essere questo il motto di gran parte della creazione di Anna Kamienska. -
I costituenti immediati
Albert Lázaro-Tinaut ha definito Umberto Indi ""circospetto, sfuggente, un poeta quasi occulto... non precoce"""", autore di una """"poesia non facile... quasi scritta solo interiormente e per se stessi""""; versi in cui si celano spesso parole ricercate e neologismi."" -
99 storie del Baltico
I 99 chilometri del litorale lituano permettono di abbracciare non soltanto quella piccola porzione di costa, ma l'intera Regione Baltica. ""99 Storie del Baltico"""" è un viaggio di esplorazione che tocca tutte le principali città e luoghi importanti che si affacciano sul Baltico mare nostrum: da Klaipeda a Stoccolma, da Helsinki a San Pietroburgo via Riga, spingendosi talora fin nell'interno continentale (Königsberg-Kaliningrad, Vilnius, Tallinn)... Non si tratta di 99 narrazioni letterarie o storiche, piuttosto di 99 associazioni con luoghi, vicende, fatti e figure umane, con i loro sentimenti, la loro immaginazione e le loro forme di identità. In questo periacquoreo peregrinare urbano, umano e storico-geografico matura gradualmente l'idea di un'identità della Regione Baltica. Il Mar Baltico è il """"póntos"""" che unisce."" -
... Da quell'inebriante profumo di fresie
Quasi cent'anni di storia attraversano questo libro che parte dai primi del Novecento a Colle di Val d'Elsa - un paese della Toscana in provincia di Siena - e hanno come protagonista Ada, nipote del Canonico, che in seguito a particolari e tristissime vicende personali, viene strappata brutalmente alla terra natale e portata in Sicilia, a Roma, a Venezia, dove calcherà le scene dei maggiori teatri inseguendo un sogno che le sfugge. Tornerà alla sua terra solo dopo moltissimi anni, sotto una nuova luce che la farà godere della stima e della considerazione dovutele. Dal mazzolino di fresie appena acquistato parte la narrazione autobiografica, caratterizzata da un magnifico estro poetico e narrativo, in particolare in alcune descrizioni della natura che rendono quadri di immenso valore artistico. Gli appunti di Ada terminano bruscamente, ma riprendono nella narrazione della nipote Ambra, a lei legata dal volere del destino in modo quasi indissolubile. -
Paesaggio con viandanti
Un'amicizia eretica. Riconoscersi in un amico, in un suo gesto. Con le parole e con la negazione delle stesse, come se l'altro fosse sempre lì, a prendere il senso nel momento stesso in cui uno lo lascia andare. Eppure ad ogni sosta, ogni contemplazione, ogni tentativo di azzeramento, di tensione verso l'orizzonte, la vita erompe, eccede, con i suoi gesti, i suoi desideri, i rumori. L'aforisma diventa la forma in equilibrio, tra il dire tutto e il non dire niente, quella centratura che tiene il passo. Una lettura che scaraventa sui muri della stanza, in continua opposizione tra la stanza e il fuori. Tra la stanza, la pagina, il chiuso, un osso dove sbattere le mani. E la natura che spalanca e respira, il sole il bosco il cielo il vento. Non un'opposizione, un ossimoro perfetto. Come il dentro e il fuori, il muro e lo specchio, la luce e l'ombra, l'infinito e il limite. Il silenzio e la parola. Sono ossimori che ci definiscono: solo su entrambi gli estremi, possiamo muoverci e pensare. -
Qualcuno nella stanza comincia a parlare. Poesie e prose scelte. Ediz. multilingue
"Une voix qui ne vient de nulle part"""". In questo verso Claude Esteban sembra voler tracciare insieme il ritratto della propria poesia e di se stesso: il poeta e la sua poesia non esibiscono un Io protagonistico, sembrandoci entrambi inafferrabili, ineffabili e semplici al tempo stesso, talvolta quasi ingenui. Sono una voce che non viene da nessun luogo. """"Une voix qui ne vient de nulle part"""". Anche altri titoli della sua opera suggeriscono un'atmosfera calma, segreta e di attenta sospensione. """"Poeta cortese"""" lo definisce il critico Jean-Michel Maulpoix: """"...in lui c'è una vigilanza intellettuale realizzata con una misura e un pudore sempre presenti. Sia che commenti l'opera di Octavio Paz o Yves Bonnefoy, Tal Coat o Chillida o traduca Jorge Guillén e Francisco de Quevedo o scriva dei versi in proprio, Claude Esteban accorda la sua voce con sorvegliato rigore alla separazione, al vuoto, alla distanza, all'irreparabilità""""." -
Ritorno sempre alle mie montagne
Paolo Urbani ha vissuto parte della sua vita all'estero per motivi di lavoro ma ha sempre mantenuto acceso il suo amore per le montagne. Non è passata stagione in cui non abbia percorso sentieri, scalato rocce, dormito nei rifugi, nei bivacchi veri e in quelli da lui allestiti all'aperto. I monti sono una costante in cui l'autore trova sempre i legami con la fede, la famiglia, gli amici, la natura. -
Fuori dai cardini
Le vacanze estive del professor Alessandro Amaldi, docente universitario in un ateneo milanese, vengono bruscamente interrotte da un inspiegabile quanto crudele fatto di sangue, in cui rimane coinvolto suo malgrado. La sua voglia di capire sposta lo sguardo al passato, in un conflitto oramai dimenticato in Occidente, ma i cui strascichi rimangono ben vivi e dolorosi tra i reduci di quella che fu una grande potenza mondiale. Sarà Amaldi a connettere trame e motivazioni differenti tra loro, riuscendo a scoperchiare inganni e tradimenti a danno di singoli e della collettività. Nel suo piccolo saprà ripristinare un ordine perso, in un mondo che è uscito dai suoi cardini. -
La notte ci appartiene
Nel suo mondo di donna, di musicista e di poeta, per Bodil Bech la natura è una forza potente, a volte molto dura verso gli umani ma più spesso accogliente e dispensatrice di cure, con precisa tenerezza. Nei suoi versi Natura e Dio si mescolano in una religiosità quasi pagana. Bodil Bech cerca di piegare gli avvenimenti a suo favore, cerca la fusione con le forze dell'Universo, sfidando quelle che sono contrarie ai propri desideri, e lo fa con un piglio e un tono da guerriera, quasi da dea. I dolori li affronta con orgogliosa rabbia o se necessario con dignitosa accettazione, desidera la grandiosità dello spirito ma non disprezza l'umiltà del granello di polvere nel quale vede l'Universo. Sono tante le domande che si pone, forse le pone proprio quando sa che non ci sono risposte in un mondo fatto anche di entità invisibili, quindi a volte le sue domande sono retoriche o ironiche (la buona ironia danese!), di chi la sa lunga perché in realtà non sa niente. -
Il Cristo dell'eresia. Rappresentazione del sacro e censura nei film di Pier Paolo Pasolini
L'argomento principale di questo studio - i rapporti di Pier Paolo Pasolini con la società cattolica e la censura, in veste di controverso autore imputato del crimine di avere ideato soggetti cinematografici blasfemi aventi a tema il sacro - evidenzia quanto l'autore avesse allegorizzato e teorizzato già negli anni Sessanta la crisi spirituale in cui sarebbe caduto il Paese, calcolandone l'estensione rispetto al crescente potere politico dei media del Vaticano e dello Stato. Pasolini per primo aveva accusato tali organi d'informazione di appoggiare un sistema governativo costituito prevalentemente su interessi economici e strategie d'assoggettamento delle masse, piuttosto che su principi religiosi e civili, un sistema tenuto in piedi tramite l'abbassamento degli standard culturali. Anticipando le odierne critiche mosse ai domini massmediatici delle società postcapitalistiche, Pasolini additava furiosamente nel Salò come i media diano espressione solo alle voci del potere. -
Camera poetica. Ediz. multilingue
Antanas A. Jonynas è unanimemente considerato poeta lirico. Fra i suoi luoghi poetici privilegiati c'è quello della ""camera"""", immagine tematica e concettuale del luogo chiuso e raccolto della stanza. Ora, in poesia """"stanza"""" è termine tecnico: la strofa della canzone, una porzione di una composizione più grande ed è anche, nella tradizione occidentale, il pensatoio e l'officina del poeta. È un """"tòpos ou-tòpos"""", cioè insieme un luogo e un non luogo."" -
Aforismi olandesi e fiamminghi. Ediz. olandese e italiana
Questo volume presenta, a cura di Giorgio Faggin, studioso della cultura e dell'arte olandese e fiamminga, e sotto il patrocinio dell'Associazione Italiana per l'Aforisma, una selezione dall'opera di alcuni massimatori neerlandesi del XIX e XX secolo. Un compendio capace di rendere in lingua italiana la disparità concettuale e formale che distingue, ad esempio, lo sferzante progressismo di Multatuli a fronte del radicalismo sentenziale di de Haan, l'individualismo libertario di Greshoff dall'ironia dissacrante di de Valckenaere. -
Grano di sabbia. Haiku
Il dibattito sulla natura e la probabilità dell'haiku presso la cultura europea, specie italiana, è sempre aperto e presenta problemi fondati, sul piano storico, culturale e quindi identitario nel senso più valido e pregnante del termine, e, malgrado ogni mediazione culturale, questa espressione allogena e ferreamente prescritta nella metrica, non ha facile accesso alla sensibilità profonda dell'anima occidentale. Ciò tende a confinare a priori nella pura curiosità culturale e nell'atteggiamento snobistico il gesto di chi vi si dedichi più di tanto. Si può anche condividere in generale. Ma nel caso è sembrato che Piscopo abbia, per così dire, aumentato e rimesso in gioco, in modo convincente, la capacità dell'haiku di agganciare, nella brevità e la sintesi che prescrive, frammenti di realtà a loro volta sorpresi saltando da un appiglio tattico all'altro, avanzando sul terreno letterario come farebbe un fante assaltando un presidio. -
Giusto per non dimenticar la lingua. Ediz. multilingue
Nella ""generazione"""" dei poeti greci dell'80 una figura di particolare impegno e valenza è Stavros Zafirìu, che propone un itinerario poetico tra i più sofferti e rilevanti per ricerca filosofica, ricchezza sentimentale, sostanziale sviluppo dell'espressività e perfezionamento linguistico. Dodici raccolte poetiche concretano l'attività di Zafirìu lungo un cammino di non facile percorrimento, quando si consideri in lui l'esistenza di una sensibilità al calor bianco che domina incessante la sua relazione non solo con la congiunturale realtà esterna, ma collegatamente anche con l'interiore universo psicologico che recepisce e giudica."" -
Robert Walser. La grazia e l'abisso
Critici e scrittori, in questo libro collettivo, si interrogano sulla natura di Robert Walser, indagano i suoi ultimi anni di vita, i suoi microgrammi, la sua ""singolare"""" follia, che è stata anche una forma di ritiro dal mondo. Allo scrittore di Bienne è ben presente l'abisso in cui sprofonda la ragione. Ma per Robert Walser è necessaria anche la grazia con cui traversare un mondo ostile e comunque accettarlo. L'abisso e la grazia. La grazia e l'abisso. Robert Walser è l'acrobata """"grazioso"""" che mantiene la scrittura come una corda tesa ma lieve sull'orlo del precipizio."" -
Enrico Cecchetti. Lettere 1922-1928
Enrico Cecchetti è visto da molti come l'artista di danza che, grazie alla formulazione di un metodo tutt'oggi didatticamente e pedagogicamente valido, ha perpetuato i canoni artistici di una tradizione ballettistica che sarebbe andata altrimenti perduta. Questa fama la si deve soprattutto alla pubblicazione, nel 1922, di ""A Manual of the Theory and Practice of Classical Theatrical Dancing"""", vera e propria consacrazione a livello internazionale delle sue abilità pedagogiche - peraltro già lodate pubblicamente da stelle quali Anna Pavlova, Vaslav Nijinsky, Tamara Karsavina, Leonide Massine e, più tardi, Serge Lifar.Le lettere riprodotte e discusse in questo volume sono quelle che Enrico Cecchetti scrisse e ricevette fra il 1922 e il 1928, anno della sua morte. Uomo e artista meticoloso, Cecchetti conservava annotazioni, brutte copie e minute di quasi tutti le sue lettere, lasciando così ai posteri una corrispondenza quasi completa con molti dei suoi colleghi, amici e allievi. L'analisi di questi scritti getta quindi nuova luce su momenti salienti nella vita e nella carriera dell'ormai leggendario artista di danza e sulla sua interazione con personaggi della danza mondiale."" -
L' età della desensibilizzazione. Modernità come amnesia ed anestesia nell'opera di quattro grandi autori dell'Europa Centrale: MiBosz, Kundera, Bauman, Singer
Con questo nuovo libro - che esce per la prima volta in italiano - Leonidas Donskis ci invita a ""osare più Europa"""". La lezione esposta nei """"biogrammi morali"""" di quattro grandi figure di intellettuali provenienti dall'Europa del Centro: CzesBaw MiBosz, Milan Kundera, Zygmunt Bauman e Isaac B. Singer, così come la preoccupazione dell'autore - dopo anni di esperienza diretta sia nel mondo della cultura che della politica - si concretizza in alcune domande provocatorie: """"La cultura europea è forse una chimera? È più o meno come la politica europea?"""". All'origine del decadimento dell'idea europea Donskis pone la disattenzione, da parte della politica, per la cultura, che """"viene archiviata come una chimera o come una finzione"""". L'unica possibilità che l'Unione Europea ha di sopravvivere al ventunesimo secolo è quella di render giustizia all'istruzione e alla cultura, nella convinzione profonda che """"la cultura serve come anticipazione di politiche più giuste e coerenti"""".""